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C’è però un altro dato universale che accomuna tutte le società
al di là della condivisione biologica: non esiste una cultura al
mondo che accetti il corpo così come ci viene donato da Madre
natura. Nessuna società che accetti di lasciare i capelli incolti,
che non limiti la crescita delle unghie, che non applichi qualche
sostanza sulla pelle. Il corpo viene disegnato, inciso, scolpito,
amputato, modellato quasi l’uomo volesse sancire con queste
operazioni il suo distacco dalla natura, marcarne la differenza,
per spostarlo sul terreno della cultura. A differenza degli
animali, specializzati e dotati di tutto ciò che necessita a
sopravvivere fin dalla nascita, l’uomo e il suo corpo sono
carenti: così come sono non funzionano. Bisogna pertanto
adeguarlo, riempirne i vuoti strutturali con espedienti culturali.
Incompleto nella sua versione originale, agli occhi degli uomini
il corpo deve anche apparire imperfetto nella forma e
nell’aspetto, se è vero che nessun gruppo lo mantiene intatto.
Per questo le pratiche di disegno e modellamento del
corpo sono diventate campo d’indagine dell’antropologia
culturale, perché rappresentano una forma di scrittura che
gli uomini vogliono imprimere, a tinte più o meno forti, con
segni più o meno profondi, su loro stessi.
Marco Aime Il primo libro di antropologia 2008
Nel pensiero indigeno [...] la decorazione è il volto, o
piuttosto lo crea. Solo essa gli conferisce il suo essere
sociale, la sua dignità umana, il suo significato spirituale.
Claude Lévi – Strauss Antropologia strutturale 1958
… l’artista improvvisa sul vivo, senza modello, né abbozzo, né punto di riferimento;
orna il labbro superiore con un motivo a forma d’arco che termina ai due estremi con
spirali; poi divide il viso a metà con un tratto verticale, tagliato a volte da linee
orizzontali. La faccia divisa in quarti e in sezioni – o anche in obliquo – viene allora
decorata liberamente di arabeschi che non tengono conto della posizione degli occhi,
del naso, delle guance, della fronte e del mento, sviluppandosi come su un piano
ininterrotto. Queste sapienti composizioni, asimmetriche pur restando equilibrate,
incominciano da un punto qualunque e continuano fino alla fine senza esitazioni e
interruzioni. Sono composizioni che si ispirano a motivi relativamente semplici, come
spirali, esse, croci, losanghe, greche e volute, combinate in tal maniera che ogni
opera possiede un carattere originale …
Kaduwei
Mato Grosso
Brasile
illustrazioni da
Guido Boggiani
I Caduvei (Mbayá o
Guaicurú). Viaggio
d'un artista
nell'America
Meridionale 1895
Disgraziatamente non è stato possibile né a me né ai miei successori penetrare la teoria ispiratrice di
questa stilistica indigena: gli informatori azzardano qualche termine corrispondente ai motivi elementari,
ma dicono di non sapere o di aver dimenticato quanto riguarda le composizioni più complesse; può
essere infatti che agiscano in base a un comportamento empirico trasmesso di generazione in
generazione, o che vogliano conservare il segreto sugli arcani di questa arte.
Oggi i Caduvei si dipingono soltanto per essere più piacenti; ma un tempo quest’uso aveva un significato
più profondo …..
Non c’è alcun dubbio che la persistenza di quell’uso fra le donne sia dettata oggi da considerazioni di
carattere erotico…. Quei contorni delicati e sottili, sensibili come le linee del viso, che ne sono
sottolineate e nello stesso tempo nascoste, danno alla donna qualcosa di deliziosamente provocante.
Questa chirurgia pittorica opera una specie di innesto dell’arte sul corpo umano.
Claude Lévi – Strauss Tristi tropici 1955
MAGIA
George Catlin
Ottaway, un
guerriero 1832
Ojibwe Ontario
Kakadu Australia
Pittura parietale
Uomo medicina Nuba
Africa centro - orientale
Guerriero Masai
Kenia
Cacciatori
Aborigeni Australia
STATUS
Scapolo e nubili
Wodaabe
Africa centro-occidentale
Ragazzina Himba Namibia
Geisha Kyoto Giappone
Front man rock Seattle USA
CREATIVITA’
Bambini
Surma
Africa orientale
George Catlin Ladookea 1830
Pawnee Nebraska
Scheletro I
Shanidar Kurdistan, Iraq
25000 anni fa
Pech-de-l’Azé
Périgord, Francia 35000 anni fa
Cueva de los Aviones Murcia,
Spagna
50000 anni fa
Adrie e Alfons Kennis Wilma, 2008
Zambia Africa 35000 anni fa
Arene Candide
Savona, Italia
25000 anni fa
Qafzel Israele
Dolni Vestonice
Repubblica Ceca 20000 anni fa
Cucuteni Romania
V millennio a.C.
Ain Ghazal
Giordania
VII – VI
millennio a.C.
Bogebakken Danimarca VI – V millennio a.C.
Ahrotiri Santorini, Grecia metà del II millennio a.C.
Amorgos Grecia
seconda metà del III
millennio a.C.
Festo
Creta, Grecia
prima metà del II millennio a.C.
Cnosso
Creta, Grecia
metà del II millennio a.C.
Naqada
Egitto
metà del IV milllennio a.C.
Abydos
Egitto
IV millennio a.C.
Hieracompolis
Egitto
seconda metà
del IV millennio
a.C.
Deir el Bahri Tebe, Egitto
fine III millennio a.C.
Valle dei Re Tebe, Egitto 1540 a.C. circa
Ur
Mesopotamia (Iraq)
metà del III millennio
a.C.
Mari
Mesopotamia (Iraq)
seconda metà del III millennio
a.C.
Locri
prima metà del V secolo a.C.
Atene 490 a.C.
Vulci 500 a.C.
Taranto
460 – 450 a.C.
Atene 420 - 410 a.C.
Salonicco 380 a.C.
Pompei
seconda metà del I secolo a.C.
Treviri I secolo a.C.
Fayyum II secolo d.C..
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  • 1. C’è però un altro dato universale che accomuna tutte le società al di là della condivisione biologica: non esiste una cultura al mondo che accetti il corpo così come ci viene donato da Madre natura. Nessuna società che accetti di lasciare i capelli incolti, che non limiti la crescita delle unghie, che non applichi qualche sostanza sulla pelle. Il corpo viene disegnato, inciso, scolpito, amputato, modellato quasi l’uomo volesse sancire con queste operazioni il suo distacco dalla natura, marcarne la differenza, per spostarlo sul terreno della cultura. A differenza degli animali, specializzati e dotati di tutto ciò che necessita a sopravvivere fin dalla nascita, l’uomo e il suo corpo sono carenti: così come sono non funzionano. Bisogna pertanto adeguarlo, riempirne i vuoti strutturali con espedienti culturali. Incompleto nella sua versione originale, agli occhi degli uomini il corpo deve anche apparire imperfetto nella forma e nell’aspetto, se è vero che nessun gruppo lo mantiene intatto. Per questo le pratiche di disegno e modellamento del corpo sono diventate campo d’indagine dell’antropologia culturale, perché rappresentano una forma di scrittura che gli uomini vogliono imprimere, a tinte più o meno forti, con segni più o meno profondi, su loro stessi. Marco Aime Il primo libro di antropologia 2008 Nel pensiero indigeno [...] la decorazione è il volto, o piuttosto lo crea. Solo essa gli conferisce il suo essere sociale, la sua dignità umana, il suo significato spirituale. Claude Lévi – Strauss Antropologia strutturale 1958
  • 2. … l’artista improvvisa sul vivo, senza modello, né abbozzo, né punto di riferimento; orna il labbro superiore con un motivo a forma d’arco che termina ai due estremi con spirali; poi divide il viso a metà con un tratto verticale, tagliato a volte da linee orizzontali. La faccia divisa in quarti e in sezioni – o anche in obliquo – viene allora decorata liberamente di arabeschi che non tengono conto della posizione degli occhi, del naso, delle guance, della fronte e del mento, sviluppandosi come su un piano ininterrotto. Queste sapienti composizioni, asimmetriche pur restando equilibrate, incominciano da un punto qualunque e continuano fino alla fine senza esitazioni e interruzioni. Sono composizioni che si ispirano a motivi relativamente semplici, come spirali, esse, croci, losanghe, greche e volute, combinate in tal maniera che ogni opera possiede un carattere originale … Kaduwei Mato Grosso Brasile illustrazioni da Guido Boggiani I Caduvei (Mbayá o Guaicurú). Viaggio d'un artista nell'America Meridionale 1895
  • 3. Disgraziatamente non è stato possibile né a me né ai miei successori penetrare la teoria ispiratrice di questa stilistica indigena: gli informatori azzardano qualche termine corrispondente ai motivi elementari, ma dicono di non sapere o di aver dimenticato quanto riguarda le composizioni più complesse; può essere infatti che agiscano in base a un comportamento empirico trasmesso di generazione in generazione, o che vogliano conservare il segreto sugli arcani di questa arte. Oggi i Caduvei si dipingono soltanto per essere più piacenti; ma un tempo quest’uso aveva un significato più profondo ….. Non c’è alcun dubbio che la persistenza di quell’uso fra le donne sia dettata oggi da considerazioni di carattere erotico…. Quei contorni delicati e sottili, sensibili come le linee del viso, che ne sono sottolineate e nello stesso tempo nascoste, danno alla donna qualcosa di deliziosamente provocante. Questa chirurgia pittorica opera una specie di innesto dell’arte sul corpo umano. Claude Lévi – Strauss Tristi tropici 1955
  • 4. MAGIA George Catlin Ottaway, un guerriero 1832 Ojibwe Ontario Kakadu Australia Pittura parietale Uomo medicina Nuba Africa centro - orientale Guerriero Masai Kenia Cacciatori Aborigeni Australia
  • 5. STATUS Scapolo e nubili Wodaabe Africa centro-occidentale Ragazzina Himba Namibia Geisha Kyoto Giappone Front man rock Seattle USA
  • 7. Scheletro I Shanidar Kurdistan, Iraq 25000 anni fa Pech-de-l’Azé Périgord, Francia 35000 anni fa Cueva de los Aviones Murcia, Spagna 50000 anni fa Adrie e Alfons Kennis Wilma, 2008 Zambia Africa 35000 anni fa
  • 8. Arene Candide Savona, Italia 25000 anni fa Qafzel Israele Dolni Vestonice Repubblica Ceca 20000 anni fa
  • 9. Cucuteni Romania V millennio a.C. Ain Ghazal Giordania VII – VI millennio a.C. Bogebakken Danimarca VI – V millennio a.C.
  • 10. Ahrotiri Santorini, Grecia metà del II millennio a.C. Amorgos Grecia seconda metà del III millennio a.C. Festo Creta, Grecia prima metà del II millennio a.C. Cnosso Creta, Grecia metà del II millennio a.C.
  • 11. Naqada Egitto metà del IV milllennio a.C. Abydos Egitto IV millennio a.C. Hieracompolis Egitto seconda metà del IV millennio a.C.
  • 12. Deir el Bahri Tebe, Egitto fine III millennio a.C.
  • 13. Valle dei Re Tebe, Egitto 1540 a.C. circa
  • 14. Ur Mesopotamia (Iraq) metà del III millennio a.C. Mari Mesopotamia (Iraq) seconda metà del III millennio a.C.
  • 15. Locri prima metà del V secolo a.C. Atene 490 a.C. Vulci 500 a.C.
  • 16. Taranto 460 – 450 a.C. Atene 420 - 410 a.C. Salonicco 380 a.C.
  • 17. Pompei seconda metà del I secolo a.C. Treviri I secolo a.C.
  • 18. Fayyum II secolo d.C.. III secolo d.C..