3. DANTEVIRGILIO NINOSSE: IL GIUDICE DELLE ANIME.
EGLI STABILISCE IL CERCHIO INFERNALE
A CUI SONO DESTINATE
LE ANIME DEI LUSSURIOSI
PAOLO
MALATESTA
FRANCESCA
DA POLENTA
4. SIAMO NELLA NOTTE TRA IL
VENERDI’ SANTO (8 APRILE)
ED IL SABATO SANTO (9
APRILE) DEL 1300
5. Scendendo dal primo al secondo
cerchio, Dante e Virgilio incontrano il
Minosse, un demone gigantesco che
giudica i peccati: ascolta la
confessione delle anime e poi le
avvinghia con la sua lunga coda
indicando così il cerchio infernale in
cui saranno puniti.
Superando le proteste di Minosse che si vorrebbe
opporre al passaggio di Dante, Virgilio conduce il
poeta all’interno del secondo cerchio: vi sono puniti i
lussuriosi. Nella loro vita non seppero tenere a freno
le loro pulsioni carnali e ora per la legge del
contrappasso vengono percossi e sbattuti su e giù
senza posa dal vento come stormi di uccelli nella
tempesta. Tra di loro Dante riconosce personaggi
famosi del passato, come Didone.
L’attenzione di Dante si sofferma su due
anime che volano insieme. Le chiama e
chiede loro di raccontare la loro sorte:
sono Paolo e Francesca, protagonisti di
una triste vicenda sentimentale
ambientata in Romagna. Il loro amore
sboccia mentre leggono insieme il
racconto dell’amore di Lancillotto e
Ginevra; vengono uccisi insieme dal
marito tradito, il fratello di Paolo che
scopre il loro rapporto adultero.
Ascoltando lo struggente racconto di
Francesca, Dante viene colto da un forte
senso di pietà che lo porta addirittura a
perdere i sensi.
6. Paolo e Francesca debbono la loro fama a Dante,
ma sono personaggi storici. Le fonti dicono che
Francesca era figlia del signore di Ravenna,
Guido il Vecchio da Polenta. Nel 1275 sposò
Gianciotto Malatesta, signore di Rimini: si
trattò di un matrimonio politico, il cui scopo
era suggellare la pace tra le due famiglie, che
erano state a lungo nemiche. La donna si
innamorò, ricambiata, di Paolo, fratello di
Gianciotto. Questi la sorprese e la uccise.
L’omicidio ebbe luogo tra il 1283 e il 1285: la
notizia circolò a Firenze, perché in quella città
Paolo era stato capitano del popolo nel 1282.
7. Quali colombe dal disio chiamate
con l'ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l'aere, dal voler portate;
cotali uscir de la schiera ov' è Dido,
a noi venendo per l'aere maligno,
sì forte fu l'affettüoso grido.
1. QUALE FIGURA RETORICA CARATTERIZZA QUESTE TERZINE?
2. QUALI SENTIMENTI CI COMUNICA TALE FIGURA RETORICA?
8. «O animal grazïoso e benigno
che visitando vai per l'aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
se fosse amico il re de l'universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c'hai pietà del nostro mal perverso.
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,
mentre che 'l vento, come fa, ci tace.
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove 'l Po discende
per aver pace co' seguaci sui.
Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense».
1. DIVIDI IL DISCORSO DI FRANCESCA IN
TRE SEQUENZE ED ASSEGNA LORO UN
TITOL.O
2. NELL’ULTIMA SEQUENZA EVIDENZIA
DUE FIGURE RETORICHE MOLTO
EVIDENTI.
3. NELL’ULTIMA SEQUENZA RINTRACCIA LE
CITAZIONI DALLO STILNOVO.
4. COSA SIGNIFICA L’ESPRESSIONE
EVIDENZIATA IN BLU? SEI D’ACCORDO
CON QUESTA AFFERMAZIONE?
9. Francesca enuncia le leggi d’amore che hanno determinato il suo peccato come leggi
indiscutibili, a tutti note , quasi come se stesse dichiarando un teorema matematico o una
legge fisica:
«l’amore attecchisce in ogni cuor
gentile»; -Paolo aveva un cuor gentile,
dunque non poteva che innamorarsi
«l’amore non permette che l’amato non
corrisponda al sentimento dell’amante»
- Francesca era amata e dunque non poteva
che riamare
Tuttavia nelle parole e nell’esperienza di Francesca le premesse teoriche (identità amore-cuor
gentile; reciprocità del sentimento amoroso) vengono travolte dall’insorgere del desiderio
carnale: di Paolo per la bella persona di Francesca e di Francesca per il piacere di Paolo. Anche i
principi dell’amore cortese finiscono travolti da quel talento (= piacere) che, come
sappiamo, i lussuriosi antepongono alla ragione.
Quindi, gli effetti di tale sentimento non sono certo la perfezione morale e spirituale, il
raffinamento dell’anima come ritenevano i poeti del Dolce Stilnovo e in particolare Dante, ma la
perdizione e la morte violenta, il peccato.
10. Quand' io intesi quell' anime offense,
china' il viso, e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?».
Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!».
Poi mi rivolsi a loro e parla' io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.
Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri,
a che e come concedette amore
che conosceste i dubbiosi disiri?».
1. QUALE SENTIMENTO PROVA DANTE PER
FRANCESCA E PAOLO? DA QUALI
ESPRESSIONI LO CAPISCI? SECONDO
TE PERCHE’?
2. COSA VUOL SAPERE POI PRECISAMENTE
DA FRANCESCA?
11. Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
12. Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».
1. QAULI FIGURE RETORICHE RICONOSCI
IN QUESTI VERSI?
2. SECONDO TE FRANCESCA E’ PENTITA
DEL PECCATO? DA COSA LO CAPISCI?
13. Mentre che l'uno spirto questo disse,
l'altro piangëa; sì che di pietade
io venni men così com' io morisse.
E caddi come corpo morto cade.