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La Prevenzione Allunga la Vita
2. La Prevenzione Protegge dal Cancro
Combattere i tumori è possibile. Prima di tutto prevenendone la comparsa attraverso la riduzione dei fattori di
rischio, adottando stili di vita sani come evitare il fumo, fare attività fisica e seguire una corretta alimentazione,
ma anche individuando la malattia tempestivamente, attraverso una diagnosi precoce.
In particolare 3 sono i tumori per i quali la scienza ha dimostrato che controlli periodici di semplice esecuzione,
sono in grado di salvare molte vite: il tumore del colon retto, il tumore della cervice uterina ed il tumore della
mammella.
In queste campagne di screening gli esami necessari sono del tutto gratuiti
Mammografia per il tumore della mammella;
Mappatura Nevi;
Esami Ematochimici;
Pap Test per il tumore della cervice uterina;
Ricerca del sangue occulto nelle feci per il tumore del colon retto.
3. Tumore della Mammella
Cos’è il tumore della mammella?
E’ il tumore più diffuso fra le donne nei paesi occidentali, si stima che una donna su dieci lo svilupperà
nel corso della sua vita. D’altro canto, è anche uno dei tumori che possono essere scoperti
precocemente, grazie alla mammografia.
Come si può diagnosticare precocemente il tumore alla mammella?
La mammografia permette di individuare il tumore in una fase molto precoce, in cui può essere curato
efficacemente. Va eseguita ogni due anni a partire dai 50 anni. L’80 – 90% delle donne con tumore al
seno di piccole dimensioni e senza linfonodi colpiti può guarire definitivamente.
Cos’è la mammografia?
E’ una radiografia delle mammelle, vengono poggiate, una per volta, su di un piano: qui avviene la
radiografia, in senso orizzontale e verticale mediante compressione.
La manovra dura pochi secondi, talvolta può risultare fastidiosa.
I moderni mammografi emettono dosi molto basse di raggi x, con
rischi quasi nulli per la salute.
4. La mammografia va fatta anche in assenza di disturbi?
Si, perché in questo modo si possono individuare anche alterazioni piccolissime,
altrimenti invisibili perché prive di sintomi.
Se la mammografia risulta normale?
In caso di esame mammografico normale si consiglia di ripetere l’esame dopo due anni.
Se la mammografia presenta qualche alterazione?
Quando vi sono dubbi o si evidenziano alterazioni anche minime,
la donna viene richiamata per eseguire altri accertamenti che servono a
confermare o ad escludere la presenza di tali alterazioni: lastre aggiuntive,
visita senologica, ecografia mammaria.
Nella maggior parte dei casi questi accertamenti si risolvono con esito
di normalità.
5. La mammografia è un esame accurato?
La mammografia è un esame accurato che permette di vedere
anche piccolissime alterazioni.
Anche in caso di esito negativo è possibile che compaia un
tumore in fase iniziale prima del controllo successivo. Si
consiglia perciò di controllare da sole (autopalpazione) il
proprio seno, in attesa di ripetere l’esame dopo due anni,
facendo attenzione ai seguenti cambiamenti:
Modificazioni della grandezza o della forma dei seni o
presenza di arrossamento;
Retrazione della cute o del capezzolo;
Secrezione di liquido dal capezzolo;
Noduli o aumento di consistenza di una parte del seno.
6. Come si esegue l’autoesame del seno?
1. Porsi in piedi davanti allo specchio
2. Osservare ogni singolo seno allo specchio tenendo le braccia abbassate
3. Controllare alterazioni della cute e del capezzolo o variazioni di forma e grandezza
4. Alzare le braccia e portarle dietro la testa, osservando se ci sono retrazioni della
cute o del capezzolo
5. Sdraiarsi, meglio se su di un piano rigido, portando il braccio sotto la testa e la
mano piatta sul seno con piccoli movimenti dall’esterno verso l’interno
6. Eseguire gli stessi movimenti per l’altro
7. Il Tumore della Cervice Uterina
Cos’è il tumore della cervice uterina?
E’ un tumore che colpisce il collo dell’utero, la parte più bassa che sporge in vagina. Grazie alla
diffusione del Pap Test, l’incidenza del tumore della cervice uterina si è sensibilmente ridotta,
esso rappresenta tuttavia una neoplasia ancora frequente nei Paesi in via di sviluppo e nelle
giovani donne, anche in Italia e negli altri Paesi industrializzati.
Come si forma?
Il tumore è preceduto da alterazioni del tessuto che riveste il collo dell’utero, chiamate displasie.
Alcune displasie possono regredire spontaneamente o rimanere invariate senza provocare danni
all’organismo. Una piccola percentuale può invece evolvere in un tumore vero e proprio,
impegnando circa 10 – 15 anni.
Cosa si può fare per diagnosticare precocemente il tumore della cervice uterina?
Eseguire regolarmente il Pap Test. In questo modo si possono identificare le
Displasie, curarle e impedire la comparsa del tumore.
Se tutte le donne tra i 25 e i 64 anni effettuassero questo esame ogni
3 anni, i casi di tumore del collo dell’utero diminuirebbero del 90%.
8. COS’E’ IL PAP TEST
E’ un esame semplice e non doloroso a cui dovrebbero sottoporsi ogni tre anni tutte le donne tra i 25 e i
64 anni di età, anche in assenza di disturbi. Si esegue prelevando con una spatola e uno spazzolino il
materiale presente nel collo dell’utero, questo verrà poi “strisciato” e fissato su di un vetrino per essere
poi analizzato in laboratorio.
Perché riesca al meglio il test va eseguito:
Ad almeno tre giorni dalla fine delle mestruazioni e in assenza di perdite di sangue;
Astenendosi da rapporti sessuali nei due giorni prima dell’esame;
Evitando ovuli, creme o lavande vaginali nei tre giorni precedenti il test.
Il Pap Test e lo Striscio sono la stessa cosa?
Esistono due tipi di “striscio vaginale”:
lo striscio oncologico (Pap Test), che serve a scoprire eventuali lesioni che
possono trasformarsi in tumore, va effettuato una volta ogni tre anni;
lo striscio batterioscopico o batteriologico che serve a scoprire le cause di
un’infezione vaginale e che va effettuato solo quando il medico lo ritiene
necessario.
9. COS’E’ IL PAP TEST
Se il Pap Test risulta normale?
In caso di Pap Test normale si consiglia di ripetere l’esame dopo tre anni
Il Pap Test è un esame affidabile?
Come tutti gli esami medici, non è infallibile e talvolta può ignorare lesioni che in realtà ci sono.
A questo proposito è importante sapere:
l’attendibilità dipende soprattutto dalla qualità dell’esame. Si consiglia quindi di effettuarlo in centri
dove si controlla periodicamente la qualità dell’esame;
le displasie possono rimanere immutate per anni, ripetendo il test ogni 3 anni si possono quindi
identificare le lesioni non diagnosticate prima, senza rischi per la salute.
E se l’esame mostra qualche alterazione?
La donna viene contattata dal Centro di screening e invitata a sottoporsi a ulteriori accertamenti
(colposcopia).
10. LA MAPPA DEI NEVI
La dermatoscopia è una nuova tecnica, introdotta negli anni ’90, allo scopo di migliorare la diagnosi delle lesioni
pigmentate della cute e di individuare i melanomi in una fase quanto più precoce possibile.
Questa metodica, se utilizzata da esperti dermatologi dermatoscopisti, rappresenta un valido ausilio nella diagnosi
delle neoformazioni pigmentate cutanee, in quanto consente non solo di diagnosticare circa il 20% di melanoma in
più rispetto al solo esame clinico, ma anche di evitare molte asportazioni chirurgiche non necessarie di nevi benigni.
Attraverso l’osservazione della cute mediante un microscopio da contatto, il dermatoscopio, il dermatologo può
osservare i caratteri morfologici delle lesioni melanocitarie non apprezzabili ad occhio nudo e che sono correlabili a
specifiche alterazioni istologiche.
L’epiluminescenza infatti, permette la valutazione diretta ed in modo assolutamente non invasivo ed indolore, di
micro-strutture anatomiche che si trovano all’interno della pelle.
Questa tecnica è oggi ritenuta un fondamentale supporto strumentale in oncologia
dermatologica in quanto facilità la diagnosi delle lesioni pigmentate cutanee e del melanoma
in fase precoce.
Inoltre, la digitalizzazione delle immagini e la loro archiviazione in un computer
consentono il controllo nel tempo delle lesioni ritenute sospette,
attraverso il semplice confronto delle immagini.
11. LA MAPPA DEI NEI
L’Autoesame dei Nevi
Non ha lo scopo di farsi da soli la diagnosi, ma di tenere sotto controllo nel tempo i propri nevi dopo che lo specialista
dermatologo li abbia osservati e valutati con l’esame dermatoscopio.
Controllarli periodicamente con la semplice ispezione visiva, consente a chiunque di osservare se si sono verificate
modificazioni e di sottoporre all’attenzione del proprio dermatologo di fiducia, uno o più nevi che destano sospetto o
preoccupazione.
La lotta al melanoma si può vincere solo con la prevenzione e con la diagnosi precoce.
La sorveglianza dei propri nei e di quelli dei propri cari è già prevenzione del melanoma.
Chi deve fare l’autoesame?
L’autoesame deve essere fatto da tutti, ma con particolare riguardo da chi:
1.ha avuto un familiare colpito da melanoma;
2.ha la pelle invecchiata dal sole;
3.ha avuto almeno due episodi di “scottature” (ustioni) solari in giovane età;
4.ha nevi cosiddetti “a rischio”.
Chi può considerarsi “a rischio”
Tutti noi possiamo sviluppare un melanoma
Quando bisogna allarmarsi?
Mai allarmarsi, ma consultare senza esitazione il Dermatologo.
Quali sono i nevi a rischio?
Sono quelli che presentano aspetti atipici all’esame clinico e/o al dermatoscopio e che pertanto vengono definiti sospetti
I nevi a rischio non danno necessariamente origine a melanomi vanno però tenuti sotto osservazione e sarà il
dermatologo a decidere il da farsi.
12. IL SOLE TI FA BELLO MA …….
Tra le neoplasie che colpiscono l’uomo, il melanoma cutaneo è tra le più aggressive e sta
assumendo una posizione sempre più di rilievo, con un aumento dell’incidenza negli ultimi 5 anni
del 30% così da detenere il triste primato di neoplasia a più forte incremento.
In Italia, come in altri paesi ad elevato livello socio-economico, si registrano ormai più di 6000
nuovi casi di melanoma cutaneo con oltre 1200 morti l’anno. Diverse sono le cause responsabili di
questo fenomeno, riconducibili al cambiamento delle abitudini di vita, con un aumento
dell’esposizione alle radiazioni ultraviolette in presenza di una ridotta capacità schermante
dell’atmosfera dovute al progressivo inquinamento e la diminuzione
dei livelli di ozono.
La diagnosi precoce del melanoma si è rivelata l’arma più
importante per combattere questa malattia altrimenti letale.
Le Norme per il rispetto dell’”igiene solare”,
e la Prevenzione Secondaria, in ambulatori specializzati,
rappresentano i capisaldi della prevenzione nel melanoma
cutaneo. Ciascun momento nell’evoluzione del melanoma
necessita di precisi orientamenti diagnostico-terapeutici
indispensabili per ottenere i migliori risultati.
13. LA PREVENZIONE INIZIA
CON GLI ESAMI DEL SANGUE
La prima forma di prevenzione è rappresentata dagli esami del sangue.
I valori da essi risultanti, sono indicativi dello stato di salute del nostro organismo.
La valutazione delle misure effettuate, per derivarne un quadro clinico viene fatto da un medico
specializzato che ha bisogno di valutare il complesso di più parametri e conoscere elementi
essenziali del paziente quali età, sesso, etnia, per poter effettuare una adeguata valutazione.
Il solo confronto con i cosiddetti valori di riferimento può risultare poco esaustivo.
È bene quindi che siano
IL PRIMO STEP DI UN PROGRAMMA DI PREVENZIONE MIRATO
Piccole regole da seguire prima di effettuare un prelievo ematico:
Il digiuno è assolutamente necessario,
osservare il digiuno dalla mezzanotte, è consentito bere dell’acqua;
Non bere caffè o fumare,
caffeina e nicotina alterano fortemente gli esami di laboratorio.
14. ECOGRAFIA ADDOME COMPLETO
L’ecografia è un esame strumentale non invasivo e non dannoso, che utilizza la capacità di una
sonda di emettere un fascio di ultrasuoni che viene riflesso in maniera differente dai vari organi e
tessuti per essere ricevuto dalla stessa sonda.
Le informazioni acustiche vengono quindi rielaborate, tramite un software, in immagini.
L’ecografia dell’addome completo è un’indagine che studia tutti i visceri addominali.
In buona sostanza comprende l’addome superiore e l’addome inferiore (pelvi) è un esame che
può essere richiesto in molte circostanze, sia per la insorgenza di alcuni sintomi, sia per il
riscontro di alterazioni ematochimiche e sia come esame di monitoraggio periodico.
In particolare l’ecografia consente una accurata valutazione di:
Organi addominali: fegato, vie biliari, colecisti, pancreas, milza,
reni e surreni, cavo peritoneale, grossi vasi sanguigni, vescica, prostata,
vescicole seminali, utero, ovaie.
Tessuti superficiali: tiroide, ghiandole salivari, mammelle, testicoli,
cute e sottocute.
15. Come prepararsi ad un esame ecografico
L'ecografia non richiede alcuna particolare preparazione per l’esecuzione dell’esame.
Occorre semplicemente seguire le seguenti indicazioni:
• Per lo studio degli organi dell’addome superiore (fegato, colecisti, pancreas, milza, reni, vasi
addominali, cavo peritoneale) si consiglia digiuno per almeno sei ore. Eventuali farmaci vanno sempre
assunti.
• Per lo studio dell’addome inferiore si consiglia bere un’ora prima dell’esame un litro d’acqua onde
ottenere un’adeguata distensione vescicale, senza ovviamente urinare.
• Per lo studio delle strutture superficiali (come tiroide, mammella, cute e sottocute) non è richiesta
alcuna preparazione.
In caso di bendaggi questi vanno rimossi. La presenza di ferite chirurgiche aperte o di apparecchi
gessati a carico dei distretti di cui è richiesta l’esplorazione, impediscono ovviamente l’esecuzione
dell’esame.
16. Dosaggio del PSA
Un piccolo esame può dare chiarezza sui dubbi
Un tumore alla prostata nella maggior parte dei casi si presenta “senza avviso”. Uno dei test utilizzati per valutare la
salute della prostata è il dosaggio del PSA.
La sua alterazione è considerata il primo segnale d’allarme negli screening oncologici sulla prevenzione dei tumori
prostatici.
Cosa indica il PSA?
Valuta Il livello nel sangue di un marcatore, di una “spia” chiamata antigene prostatico specifico o PSA.
Soltanto le ghiandole prostatiche producono il PSA: ecco perché questa sostanza viene considerata “specifica”.
Tale composto (una glicoproteina) viene rinvenuta per la massima parte nel liquido seminale, ritardando la coagulazione
e l’essiccamento del fluido spermatico dopo l’eiaculazione.
Una ridottissima quantità sfugge e si diffonde nel sangue dove è possibile rintracciarla e
dosarla.
Cosa indica il PSA?
Un incremento nel sangue del PSA viene letto come un indice della presenza di un
tumore maligno. Ma un suo aumento è pure presente in altre affezioni della ghiandola,
come l’ipertrofia prostatica benigna o l’infiammazione della prostata (prostatite).
Senza poi contare che il valore del PSA s’innalza dopo un rapporto sessuale, sebbene in
misura modesta, e anche in seguito a una visita medica che preveda l’esplorazione rettale.
Ma, un aumento dei livelli sanguigni del PSA non significano malignità certa.
Ovvero, l’antigene prostatico specifico non è un marker tumorale “puro”.
17. Tumore del Colon Retto
Cos’è il tumore del colon retto?
E’ un tumore che colpisce l’ultima parte dell’intestino (colon retto). E’ al secondo posto come
frequenza tra la malattie tumorali in Italia e in Europa.
Come si forma?
In genere si sviluppa a partire da piccole formazioni benigne, chiamate polipi o più
precisamente adenomi, che si formano nell’intestino con l’età. Solo una piccola percentuale di
questi adenomi può trasformarsi in un tumore vero e proprio. Il processo di trasformazione è
comunque molto lento (10 – 15 anni).
Cosa si può fare per diagnosticare precocemente il tumore del colon retto?
In caso di diagnosi precoce si può guarire in un’altissima percentuale di casi. E’ scientificamente
provato che l’esecuzione periodica di esami come la ricerca del sangue occulto fecale può salvare
molte vite. Si possono diagnosticare tumori allo stadio iniziale e quindi più facilmente guaribili
o asportare polipi prima che diventino tumori.
Cos’è l’esame per la Ricerca del Sangue Occulto Fecale?
Consiste nel verificare la presenza o meno di sangue nelle feci,
invisibile a occhio nudo.
Si rivolge a persone che non hanno apparenti disturbi intestinali.
18. L’esame per la ricerca del sangue occulto fecale va fatto anche in assenza di disturbi?
Si, perché i tumori del colon retto spesso non danno alcun disturbo per anni. Uno dei segni più precoci
di un tumore o di un polipo intestinale è però proprio il sanguinamento, invisibile a occhio nudo,anche
diversi anni prima della comparsa di qualsiasi altro sintomo.
Come si esegue l’esame per la ricerca del sangue occulto fecale?
Bisogna raccogliere un campione di feci i un apposito flacone, senza osservare alcuna particolare dieta.
La raccolta va effettuata a casa e il campione va riconsegnato al laboratorio del programma di
screening.
Se l’esame risulta negativo?
In caso di esito negativo le persone sono invitate a ripetere il test ogni 2 anni.
E se l’esame risulta positivo?
L’esame risulta positivo per la presenza di sangue occulto fecale in circa 5 - 6 persone su 100.
Questo non indica necessariamente la presenza di tumore o polipi intestinali:
un sanguinamento nelle feci può dipendere anche da cause banali quali emorroidi, ragadi o diverticoli.
A volte, però, il sanguinamento può essere il primo segnale della presenza di polipi, che possono
essere asportati per impedirne la possibile trasformazione in tumore maligno.
Più raramente, chi risulta positivo ai test ha effettivamente un tumore, in genere, però è in fase molto
precoce e quindi più facilmente curabile.
19. Ogni quanto va ripetuta la ricerca del sangue occulto fecale?
L’esame va fatto regolarmente ogni due anni.
La ricerca del sangue occulto fecale è un esame affidabile?
Come tutti gli esami di screening non è infallibile. E’ possibile infatti che polipi o piccoli tumori
non provochino un sanguinamento tale da essere evidenziato dall’esame. E’ quindi opportuno
rivolgersi al proprio medico in presenza dei seguenti disturbi:
Modificazioni persistenti delle abitudini intestinali;
Presenza di sangue e/o muco nelle feci evidente a occhio nudo;
Sensazione di ingombro rettale persistente dopo l’evacuazione.
In tutti i casi di positività a questo esame sarà necessario un accertamento diagnostico più
approfondito.