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II Seminario internazionale del Progetto Brasil Proximo: Brasilia 13 dicembre 2012

Panel su: "La cooperazione strategica tra Italia e Brasile"
Moderatore:
Maria Cristina Sampaio Lopes, Coordinatore generale del Progetto per il Brasile
Interventi:
Giampiero Rasimelli, Coordinatore generale del Progetto per l´Italia
Gherardo La Francesca, Ambasciatore d´Italia in Brasile
Donato Di Santo, Coordinatore delle Conferenze Italia-America latina
Gilberto Carvalho, Ministro Segretario generale della Presidenza della Repubblica del Brasile
Vicente Trevas, Coordinatore dell´Osservatorio dei Consorzi Pubblici e del Federalismo
Augusto Guarnieri, Sindaco di Santo Antonio do Pinhal e Presidente ADTIM


Intervento di Donato Di Santo

Cari amici del Progetto Brasil Proximo, Autoritá e rappresentanti dei governi locali e delle Regioni
brasiliane ed italiane, Ministro Gilberto Carvalho, Ambasciatore Gherardo La Francesca, amiche ed
amici,

mi avete invitato nella veste di Coordinatore delle Conferenze Italia-America latina e, naturalmente,
diró alcune cose sul rapporto Italia-Brasile nell´ambito di queste Conferenze.

Peró, in questo panel del Seminario che ha per tema la "collaborazione strategica" e dove é presente
anche un caro e vecchio amico come Gilberto Carvalho, Ministro Segretario della Presidenza della
Repubblica del Brasile e tra i principali esponenti politici brasiliani, non posso esimermi dal fare
alcune considerazioni politiche, riguardanti il nostro passato, la nostra memoria (che é sempre
importante conoscere ed utilizzare come una bussola, non per restarne nostalgici prigionieri,
bensí per capire dove dirigersi), ed il nostro futuro, che speriamo prossimo, di vera e rinnovata
"cooperazione strategica".

Gli aspetti piú diplomatici sono stati egregiamente trattati dal nostro Ambasciatore La Francesca.
Quindi, da politico, mi concentreró su altre questioni.

Me lo posso permettere perché per Gilberto, per Cristina Sampaio, e per molti degli amici brasiliani
(presenti e non), io sono un vecchio compagno di strada: compagno, in senso politico, e di strada, in
tutti i sensi.

Alcuni anni fa, nel maggio 2006, il governo di centrosinistra del Presidente del Consiglio Romano
Prodi, per la prima volta nella storia italiana, mise tra le "prioritá della politica estera" il Brasile e l
´America latina. Prima dei BRIC, prima del G20, prima dell´ALBA, della CELAC, dell
´UNASUR...

Il primo viaggio da Sottosegretario per gli Affari Esteri lo feci proprio qui in Brasile. E fu, guardate
il caso!, per "accompagnare" una delegazione di Regioni e governi locali italiani che stavano
ponendo le basi per quello che diventerá il Progetto Brasil Proximo.

Nella delegazione c´era anche la Regione Piemonte che gestiva il Progetto "100 Cittá", con la
Presidente Mercedes Bresso. C´erano Giampiero Rasimelli, Marina Cecilia Sereni, Carla Piatti, Rita
Dedola, Cristina Sampaio, Vicente Trevas (l´unica differenza con oggi é che io, Vicente e
Giampiero abbiamo le barbe e i capelli bianchi! ...mentre loro sono rimaste giovani come allora...).
In quella occasione avemmo uno straordinario incontro con l´ex Presidente Lula che, credo di
poterlo dire, diede l´impulso decisivo per l´avvio del vostro progetto.

In quei giorni, accompagnato dall´allora Ambasciatore d´Italia Michele Valensise, mi riunii con il
Consigliere speciale in politica estera, Marco Aurelio Garcia, un amico che conosco dalla notte dei
tempi, ed anche con il mio omologo, che era il Vice Ministro Antonio Patriota.

E fu in quest´ultima riunione che "scoprimmo" che il Consiglio Economico e Sociale misto Italia-
Brasile, frutto di un accordo firmato dieci anni prima, non era mai stato riunito (!), anche se l
´accordo dettava che le riunioni dovessero essere annuali!

Seduta stante decidemmo (sfidando l´agosto italiaano), di convocarlo di li a due mesi: la prima
riunione del Consiglio Italia-Brasile si tenne a Roma, alla Farnesina, nel settembre 2006.

E di comune accordo decidemmo che il Consiglio non fosse solo tra Governi e Ministeri, ma che
coinvolgesse la societá civile, i governi locali, le imprese, isindacati, le Universitá, le ONG, di
entrambi i paesi. Fu una piccola rivoluzione: per la prima volta queste istanze avevano voce e
venivano coinvolte ufficialmente.

L´Italia, pochi mesi dopo, istituí il Tavolo interministeriale Brasile: con questa decisione mettemmo
il rapporto con il Brasile allo stesso livello di quello con la Russia, la Cina, l´India.

Con la visita del Ministro degli Esteri D´Alema, del dicembre 2006, nel lungo incontro con l´ex
Presidente Lula alla residenza dell´Alvorada, si inizió a lavorare alla visita di Stato del Presidente
del Brasile in Italia.

Infine, nel marzo 2007, la visita ufficiale in Brasile del Presidente Prodi sancí, con il documento
strategico, l´inizio di una nuova fase nelle relazioni bilaterali. In quella occasione ebbi l´onore di
firmare insieme a Celso Amorim, allora Ministro degli Esteri, l´Accordo Italia-Brasile per la
Cooperazione triangolare, un testo avanzato che ci poneva all´avanguardia in questo campo.

E fu in quei mesi che, con Massimo D´Alema, decidemmo di assegnare un carattere
intergovernativo alle Conferenze Italia-America latina, rendendole effettivamente "nazionali"
(rispetto alla pur importante realtá lombarda dove erano nate), e di farne uno dei principali
strumenti di politica estera dell´Italia verso questa regione del mondo.

Questo lavoro ebbe una brusca interruzione con la prematura caduta del governo Prodi e con l
´avvento del governo di centrodestra di Berlusconi.

Per la veritá l´esperienza delle Conferenze Italia-America latina proseguí, grazie all´impegno della
nostra diplomazia (che aveva capito quanto fossero importanti ed utili), e grazie ad un politico di
valore come l´allora Sottosegretario Enzo Scotti che, pur facendo parte di un governo che poi cadrá
sotto il peso del proprio stesso discredito, sapeva ricorrere all´esperienza storica della sinistra
democristiana e, quindi, cogliere e promuovere le politiche pubbliche finalizzate ad un nuovo
rapporto con l´America latina, ed il Brasile in primo luogo. Per questo le Conferenze sono
sopravvissute a Berlusconi...

Tutto ció detto, dobbiamo peró essere onesti e sinceri, ed ammettere che il "rapporto
speciale" Italia-Brasile, che ebbe nei due anni di governo del centrosinistra una forte accelerazione,
viene da piú lontano: é a quello spirito che dobbiamo saper tornare ed attingere per riuscire a
costruire il futuro.

Quel "rapporto speciale" viene dall´immensa presenza di discendenti di italiani in Brasile, ben
rappresentati nel Parlamento italiano dal deputato Fabio Porta, e presenti in tutte le istituzioni
brasiliane, come i cognomi di tanti Sindaci e funzionari brasiliani presenti a questo seminario ben
dimostrano.

Quel "rapporto speciale" viene da quando, negli stessi anni del terrorismo italiano (ricordati come
gli "anni di piombo", per via del materiale con cui sono fabbricati i proiettili), i partiti della sinistra,
a cominciare dal PCI, i sindacati, le organizzazioni cattoliche democratiche, accoglievano migliaia
di rifugiati ed esiliati cileni, uruguayani, argentini, brasiliani..., che fuggivano dalle loro dittature e
dai loro governi autoritari e militari, dalle violenze che si perpetuavano nei loro paesi. Il rapporto
con quelle persone fu per noi fondamentale e ci fece scoprire un "altro" Brasile, un´"altra" America
latina.

Erano gli anni in cui il PCI e la democrazia italiana erano nel mirino delle BR e degli altri
variopinti gruppi terroristi, e centinaia di persone -fra le quali molti nostri compagni- vennero
uccise o mutilate, ed il Presidente della Repubblica (quella Repubblica che i terroristi volevano
abbattere), era il socialista Sandro Pertini, simbolo vivente dell´antifascismo militante e della lotta
di Resistenza ai nazisti.

Credo ci debbano far riflettere le parole pronunciate pochi mesi fa da un altro grande Presidente
della Repubblica italiano, l´attuale, che ha affermato: "E´ mancato qualcosa alla nostra cultura e
alla nostra politica per trasmettere, e far capire sul serio, il senso di ció che accadde in quegli anni
tormentosi del terrorismo. Non siamo riusciti a far comprendere anche a paesi amici, vicini e
lontani, che cosa hanno significato".

Quel "rapporto speciale" viene da quando la Fondazione "Lelio Basso" della nostra Linda Bimbi,
organizzava i Tribunali dei Diritti dei popoli, e dalla sede della Fondazione passavano esponenti
come Lula, Gilberto Carvalho, Aloizio Mercadante, Josè Dirceu, Luiz Dulci, Marco Aurelio Garcia,
e tanti altri che, in quegli anni, consideravano quella sede come "l´Ambasciata del Brasile
democratico...".

Viene da quando il compianto Alberto Tridente, della FIM-CISL e della gloriosa FLM, la
Federazione dei Lavoratori Metalmeccanici (di cui anch´io facevo parte, ma non come dirigente
bensí come metalmeccanico), organizzava i viaggi del sindacalista Lula in Italia.

Viene da quando persone profondamente e personalmente legate al Brasile iniziano a tessere la tela
della costruzione di questo rapporto: da Linda Bimbi, a Giancarlo Summa (autore della prima
biografia di Lula); da Nana Corossacz (la cui vita é intrecciata al Brasile), a Roberto Vecchi
(profondo conoscitore della cultura brasiliana, con il quale -insieme a Cristina, a Milton Rondó,
a Eloi, a Iraé, ad Halina... organizzammo, all´inizio degli anni ´90, i primi comitati italiani di
appoggio alla candidatura di Lula); da Alberto Tridente, a Enrico Giusti, a Luigi Cal, a Giuseppe
Iuliano, ad Antonio Vermigli; da José Luis Rhi-Sausi del CeSPI (con cui nel ´92 realizzammo
a Genova uno dei piú grandi Forum internazionali sull´America latina e sul Brasile); da Giampiero
Rasimelli (che aiutai a "scoprire" il Brasile e, devo dire, ha imparato bene! e, attraverso lui, lo
scoprí anche l´ARCI rivitalizzando alcune esperienze di cooperazione); a Francesca D´Ulisse (sul
difficile e sempre movimentato fronte politico), a Fabio Porta (su quello parlamentare, e spero ed
auspico che continui anche nella prossima legislatura ad essere il rappresentante degli italo-
brasiliani, nel Parlamento italiano).
Viene da quando Lula, percependo l´importanza dell´evento, volle partecipare personalmente al
Congresso di Rimini dell´89, in cui si scioglieva il PCI e nasceva una nuova storia. Da quando, vent
´anni fa, Cezar Alvarez (oggi Vice Ministro delle Comunicazioni), venne a vivere un anno in Italia
per studiare i governi locali della sinistra italiana, collaborai con lui in tutto quel periodo e, a
Bologna, conobbe anche Pier Luigi Bersani.

Viene da quando Massimo D´Alema, Capo del Governo ed anfitrione della riunione a Firenze dei
Presidenti della "Terza via", decise di invitare -per la prima volta- anche un Presidente
latinoamericano, quello del Brasile (che allora era Fernando Henrique Cardoso), che partecipó con
Jospin, Blair, Schroder e Clinton.

E da quando, sempre D´Alema, nel 2002 decise di venire in Brasile ad appoggiare a viso aperto
(unico leader europeo) la campagna elettorale di Lula che, dopo la vittoria, ricambió, facendone l
´unico europeo invitato dal Presidente eletto del Brasile, prima dell´insediamento.

E viene dal fatto che, grazie ad intellettuali del peso di Marco Aurelio Nogueira e del compianto
Carlos Nelson Coutinho, lo studio del pensiero di Antonio Gramsci sia vivo e fecondo nel vostro
paese.

Bene. E´ arrivato il momento, sulla base di questa "bussola", di ricominciare a costruire il futuro.
Anche nel pieno di una crisi economica internazionale inaudita, come quella che attraversiamo (e
non solo in Europa), i nostri due paesi debbono saper ritrovare il filo, politico ed istituzionale, della
collaborazione.

In questi ultimi anni, inutile negarlo, ci sono stati momenti difficili tra i due paesi. La vicenda di un
terrorista italiano per il quale é stata negata l´estradizione, ha pesato e colpito in Italia (anche se va
riconosciuto, con onestá, che il Presidente Lula ha saputo smentire il suo ex Ministro della
Giustizia, ed ha cancellato l´assurdo status di "rifugiato politico" al signor Battisti), cosí come
hanno pesato e colpito in Brasile le squallide immagini di Ministri del Governo Berlusconi che a
Roma, davanti all´Ambasciata del Brasile, insultavano un paese sovrano ed amico.

Sono stati anni di tensione e resistenza...

Anche per questo é stato giusto mantenere viva la pratica delle Conferenze Italia-America latina:
adesso é uno degli strumenti che potrá permettere una ripresa della collaborazione strategica tra i
due paesi.

Anche per questo é stato giusto l´aver coraggiosamente organizzato, nel pieno di questa situazione
tesa e difficile, l´anno di "Momento Italia-Brasile", e di ció il merito va a Gherardo La Francesca.

Ed anche per questo é stato ed é importantissimo che Giampiero, Cristina, e tutti i protagonisti di
Brasil Proximo abbiano proseguito, caparbiamente, nel loro lavoro: oggi esso é un patrimonio
inestimabile.

E´ poi un dato fondamentale che, nel rapporto tra i due paesi, aumenti costantemente l
´interscambio: se nel corso degli ultimi due anni, le imprese italiane con sede in Brasile passano da
meno di 300 a oltre 700, esso é indice del livello delle relazioni imprenditoriali.

Questo é importante per l´Italia, nella bufera della crisi dell´area euro, ma lo é anche per il Brasile.
L´economia reale ha ancora un suo peso specifico, e l´artigiano o il piccolo o medio imprenditore
brasiliano sa bene che, se vuole una buona macchina utensile per produrre, essa non puó che avere
il marchio tedesco o italiano (con tutto il rispetto per i cinesi).

Si, abbiamo una responsabilitá: uscire da questa situazione statica tra le istituzioni, che non riflette
il dinamismo esistente tra le due societá, le due culture, le due economie, i due apparati industriali.

Non é pensabile che l´ex Presidente Lula, che tanto conosce ed é legato all´Italia, abbia deciso che
"non fosse opportuno" venire a Roma neppure per sostenere la candidatura di José Graziano per la
Direzione della FAO.

Non é pensabile che la Presidente Dilma Rousseff viaggi spesso sopra i cieli italiani, per recarsi
nelle capitali europeee, senza ancora aver visitato l´Italia (l´ultima volta fu nel 2007, quando, da
Ministra da Casa Civil, scelse l´Italia come primo paese europeo per presentare il PAC, e intervenne
ad un incontro del CeSPI presso l´IILA).

Abbiamo la responsabilitá di superare questa situazione!

Il Presidente Monti, a capo di un "governo tecnico", ma costituito all´interno delle regole della
nostra Costituzione, dopo l´attacco di un Berlusconi ormai oltre il grottesco e alla disperazione, si é
dignitosamente ed immediatamente dimesso, mettendo tutti di fronte alle proprie responsabilitá.

Ora l´impegno é ridare un governo politico all´Italia. Che faccia tesoro dell´esperienza di Monti, ma
che in politica estera sappia "riprendere il filo interrotto", e far ridiventare "speciale" la relazione
con il Brasile.

A questo riguardo mi pare molto importante l´intenzione di Pier Luigi Bersani, candidato del
centrosinistra alla guida del governo italiano (espressa durante il recentissimo incontro a Roma con
gli Ambasciatori dei paesi dell´UNASUR), che se vinceremo le elezioni, lui rimettera il Brasile e l
´America latina, tra le prioritá della politica estera dell´Italia.

Grazie per l´attenzione.

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  • 1. II Seminario internazionale del Progetto Brasil Proximo: Brasilia 13 dicembre 2012 Panel su: "La cooperazione strategica tra Italia e Brasile" Moderatore: Maria Cristina Sampaio Lopes, Coordinatore generale del Progetto per il Brasile Interventi: Giampiero Rasimelli, Coordinatore generale del Progetto per l´Italia Gherardo La Francesca, Ambasciatore d´Italia in Brasile Donato Di Santo, Coordinatore delle Conferenze Italia-America latina Gilberto Carvalho, Ministro Segretario generale della Presidenza della Repubblica del Brasile Vicente Trevas, Coordinatore dell´Osservatorio dei Consorzi Pubblici e del Federalismo Augusto Guarnieri, Sindaco di Santo Antonio do Pinhal e Presidente ADTIM Intervento di Donato Di Santo Cari amici del Progetto Brasil Proximo, Autoritá e rappresentanti dei governi locali e delle Regioni brasiliane ed italiane, Ministro Gilberto Carvalho, Ambasciatore Gherardo La Francesca, amiche ed amici, mi avete invitato nella veste di Coordinatore delle Conferenze Italia-America latina e, naturalmente, diró alcune cose sul rapporto Italia-Brasile nell´ambito di queste Conferenze. Peró, in questo panel del Seminario che ha per tema la "collaborazione strategica" e dove é presente anche un caro e vecchio amico come Gilberto Carvalho, Ministro Segretario della Presidenza della Repubblica del Brasile e tra i principali esponenti politici brasiliani, non posso esimermi dal fare alcune considerazioni politiche, riguardanti il nostro passato, la nostra memoria (che é sempre importante conoscere ed utilizzare come una bussola, non per restarne nostalgici prigionieri, bensí per capire dove dirigersi), ed il nostro futuro, che speriamo prossimo, di vera e rinnovata "cooperazione strategica". Gli aspetti piú diplomatici sono stati egregiamente trattati dal nostro Ambasciatore La Francesca. Quindi, da politico, mi concentreró su altre questioni. Me lo posso permettere perché per Gilberto, per Cristina Sampaio, e per molti degli amici brasiliani (presenti e non), io sono un vecchio compagno di strada: compagno, in senso politico, e di strada, in tutti i sensi. Alcuni anni fa, nel maggio 2006, il governo di centrosinistra del Presidente del Consiglio Romano Prodi, per la prima volta nella storia italiana, mise tra le "prioritá della politica estera" il Brasile e l ´America latina. Prima dei BRIC, prima del G20, prima dell´ALBA, della CELAC, dell ´UNASUR... Il primo viaggio da Sottosegretario per gli Affari Esteri lo feci proprio qui in Brasile. E fu, guardate il caso!, per "accompagnare" una delegazione di Regioni e governi locali italiani che stavano ponendo le basi per quello che diventerá il Progetto Brasil Proximo. Nella delegazione c´era anche la Regione Piemonte che gestiva il Progetto "100 Cittá", con la Presidente Mercedes Bresso. C´erano Giampiero Rasimelli, Marina Cecilia Sereni, Carla Piatti, Rita Dedola, Cristina Sampaio, Vicente Trevas (l´unica differenza con oggi é che io, Vicente e Giampiero abbiamo le barbe e i capelli bianchi! ...mentre loro sono rimaste giovani come allora...).
  • 2. In quella occasione avemmo uno straordinario incontro con l´ex Presidente Lula che, credo di poterlo dire, diede l´impulso decisivo per l´avvio del vostro progetto. In quei giorni, accompagnato dall´allora Ambasciatore d´Italia Michele Valensise, mi riunii con il Consigliere speciale in politica estera, Marco Aurelio Garcia, un amico che conosco dalla notte dei tempi, ed anche con il mio omologo, che era il Vice Ministro Antonio Patriota. E fu in quest´ultima riunione che "scoprimmo" che il Consiglio Economico e Sociale misto Italia- Brasile, frutto di un accordo firmato dieci anni prima, non era mai stato riunito (!), anche se l ´accordo dettava che le riunioni dovessero essere annuali! Seduta stante decidemmo (sfidando l´agosto italiaano), di convocarlo di li a due mesi: la prima riunione del Consiglio Italia-Brasile si tenne a Roma, alla Farnesina, nel settembre 2006. E di comune accordo decidemmo che il Consiglio non fosse solo tra Governi e Ministeri, ma che coinvolgesse la societá civile, i governi locali, le imprese, isindacati, le Universitá, le ONG, di entrambi i paesi. Fu una piccola rivoluzione: per la prima volta queste istanze avevano voce e venivano coinvolte ufficialmente. L´Italia, pochi mesi dopo, istituí il Tavolo interministeriale Brasile: con questa decisione mettemmo il rapporto con il Brasile allo stesso livello di quello con la Russia, la Cina, l´India. Con la visita del Ministro degli Esteri D´Alema, del dicembre 2006, nel lungo incontro con l´ex Presidente Lula alla residenza dell´Alvorada, si inizió a lavorare alla visita di Stato del Presidente del Brasile in Italia. Infine, nel marzo 2007, la visita ufficiale in Brasile del Presidente Prodi sancí, con il documento strategico, l´inizio di una nuova fase nelle relazioni bilaterali. In quella occasione ebbi l´onore di firmare insieme a Celso Amorim, allora Ministro degli Esteri, l´Accordo Italia-Brasile per la Cooperazione triangolare, un testo avanzato che ci poneva all´avanguardia in questo campo. E fu in quei mesi che, con Massimo D´Alema, decidemmo di assegnare un carattere intergovernativo alle Conferenze Italia-America latina, rendendole effettivamente "nazionali" (rispetto alla pur importante realtá lombarda dove erano nate), e di farne uno dei principali strumenti di politica estera dell´Italia verso questa regione del mondo. Questo lavoro ebbe una brusca interruzione con la prematura caduta del governo Prodi e con l ´avvento del governo di centrodestra di Berlusconi. Per la veritá l´esperienza delle Conferenze Italia-America latina proseguí, grazie all´impegno della nostra diplomazia (che aveva capito quanto fossero importanti ed utili), e grazie ad un politico di valore come l´allora Sottosegretario Enzo Scotti che, pur facendo parte di un governo che poi cadrá sotto il peso del proprio stesso discredito, sapeva ricorrere all´esperienza storica della sinistra democristiana e, quindi, cogliere e promuovere le politiche pubbliche finalizzate ad un nuovo rapporto con l´America latina, ed il Brasile in primo luogo. Per questo le Conferenze sono sopravvissute a Berlusconi... Tutto ció detto, dobbiamo peró essere onesti e sinceri, ed ammettere che il "rapporto speciale" Italia-Brasile, che ebbe nei due anni di governo del centrosinistra una forte accelerazione,
  • 3. viene da piú lontano: é a quello spirito che dobbiamo saper tornare ed attingere per riuscire a costruire il futuro. Quel "rapporto speciale" viene dall´immensa presenza di discendenti di italiani in Brasile, ben rappresentati nel Parlamento italiano dal deputato Fabio Porta, e presenti in tutte le istituzioni brasiliane, come i cognomi di tanti Sindaci e funzionari brasiliani presenti a questo seminario ben dimostrano. Quel "rapporto speciale" viene da quando, negli stessi anni del terrorismo italiano (ricordati come gli "anni di piombo", per via del materiale con cui sono fabbricati i proiettili), i partiti della sinistra, a cominciare dal PCI, i sindacati, le organizzazioni cattoliche democratiche, accoglievano migliaia di rifugiati ed esiliati cileni, uruguayani, argentini, brasiliani..., che fuggivano dalle loro dittature e dai loro governi autoritari e militari, dalle violenze che si perpetuavano nei loro paesi. Il rapporto con quelle persone fu per noi fondamentale e ci fece scoprire un "altro" Brasile, un´"altra" America latina. Erano gli anni in cui il PCI e la democrazia italiana erano nel mirino delle BR e degli altri variopinti gruppi terroristi, e centinaia di persone -fra le quali molti nostri compagni- vennero uccise o mutilate, ed il Presidente della Repubblica (quella Repubblica che i terroristi volevano abbattere), era il socialista Sandro Pertini, simbolo vivente dell´antifascismo militante e della lotta di Resistenza ai nazisti. Credo ci debbano far riflettere le parole pronunciate pochi mesi fa da un altro grande Presidente della Repubblica italiano, l´attuale, che ha affermato: "E´ mancato qualcosa alla nostra cultura e alla nostra politica per trasmettere, e far capire sul serio, il senso di ció che accadde in quegli anni tormentosi del terrorismo. Non siamo riusciti a far comprendere anche a paesi amici, vicini e lontani, che cosa hanno significato". Quel "rapporto speciale" viene da quando la Fondazione "Lelio Basso" della nostra Linda Bimbi, organizzava i Tribunali dei Diritti dei popoli, e dalla sede della Fondazione passavano esponenti come Lula, Gilberto Carvalho, Aloizio Mercadante, Josè Dirceu, Luiz Dulci, Marco Aurelio Garcia, e tanti altri che, in quegli anni, consideravano quella sede come "l´Ambasciata del Brasile democratico...". Viene da quando il compianto Alberto Tridente, della FIM-CISL e della gloriosa FLM, la Federazione dei Lavoratori Metalmeccanici (di cui anch´io facevo parte, ma non come dirigente bensí come metalmeccanico), organizzava i viaggi del sindacalista Lula in Italia. Viene da quando persone profondamente e personalmente legate al Brasile iniziano a tessere la tela della costruzione di questo rapporto: da Linda Bimbi, a Giancarlo Summa (autore della prima biografia di Lula); da Nana Corossacz (la cui vita é intrecciata al Brasile), a Roberto Vecchi (profondo conoscitore della cultura brasiliana, con il quale -insieme a Cristina, a Milton Rondó, a Eloi, a Iraé, ad Halina... organizzammo, all´inizio degli anni ´90, i primi comitati italiani di appoggio alla candidatura di Lula); da Alberto Tridente, a Enrico Giusti, a Luigi Cal, a Giuseppe Iuliano, ad Antonio Vermigli; da José Luis Rhi-Sausi del CeSPI (con cui nel ´92 realizzammo a Genova uno dei piú grandi Forum internazionali sull´America latina e sul Brasile); da Giampiero Rasimelli (che aiutai a "scoprire" il Brasile e, devo dire, ha imparato bene! e, attraverso lui, lo scoprí anche l´ARCI rivitalizzando alcune esperienze di cooperazione); a Francesca D´Ulisse (sul difficile e sempre movimentato fronte politico), a Fabio Porta (su quello parlamentare, e spero ed auspico che continui anche nella prossima legislatura ad essere il rappresentante degli italo- brasiliani, nel Parlamento italiano).
  • 4. Viene da quando Lula, percependo l´importanza dell´evento, volle partecipare personalmente al Congresso di Rimini dell´89, in cui si scioglieva il PCI e nasceva una nuova storia. Da quando, vent ´anni fa, Cezar Alvarez (oggi Vice Ministro delle Comunicazioni), venne a vivere un anno in Italia per studiare i governi locali della sinistra italiana, collaborai con lui in tutto quel periodo e, a Bologna, conobbe anche Pier Luigi Bersani. Viene da quando Massimo D´Alema, Capo del Governo ed anfitrione della riunione a Firenze dei Presidenti della "Terza via", decise di invitare -per la prima volta- anche un Presidente latinoamericano, quello del Brasile (che allora era Fernando Henrique Cardoso), che partecipó con Jospin, Blair, Schroder e Clinton. E da quando, sempre D´Alema, nel 2002 decise di venire in Brasile ad appoggiare a viso aperto (unico leader europeo) la campagna elettorale di Lula che, dopo la vittoria, ricambió, facendone l ´unico europeo invitato dal Presidente eletto del Brasile, prima dell´insediamento. E viene dal fatto che, grazie ad intellettuali del peso di Marco Aurelio Nogueira e del compianto Carlos Nelson Coutinho, lo studio del pensiero di Antonio Gramsci sia vivo e fecondo nel vostro paese. Bene. E´ arrivato il momento, sulla base di questa "bussola", di ricominciare a costruire il futuro. Anche nel pieno di una crisi economica internazionale inaudita, come quella che attraversiamo (e non solo in Europa), i nostri due paesi debbono saper ritrovare il filo, politico ed istituzionale, della collaborazione. In questi ultimi anni, inutile negarlo, ci sono stati momenti difficili tra i due paesi. La vicenda di un terrorista italiano per il quale é stata negata l´estradizione, ha pesato e colpito in Italia (anche se va riconosciuto, con onestá, che il Presidente Lula ha saputo smentire il suo ex Ministro della Giustizia, ed ha cancellato l´assurdo status di "rifugiato politico" al signor Battisti), cosí come hanno pesato e colpito in Brasile le squallide immagini di Ministri del Governo Berlusconi che a Roma, davanti all´Ambasciata del Brasile, insultavano un paese sovrano ed amico. Sono stati anni di tensione e resistenza... Anche per questo é stato giusto mantenere viva la pratica delle Conferenze Italia-America latina: adesso é uno degli strumenti che potrá permettere una ripresa della collaborazione strategica tra i due paesi. Anche per questo é stato giusto l´aver coraggiosamente organizzato, nel pieno di questa situazione tesa e difficile, l´anno di "Momento Italia-Brasile", e di ció il merito va a Gherardo La Francesca. Ed anche per questo é stato ed é importantissimo che Giampiero, Cristina, e tutti i protagonisti di Brasil Proximo abbiano proseguito, caparbiamente, nel loro lavoro: oggi esso é un patrimonio inestimabile. E´ poi un dato fondamentale che, nel rapporto tra i due paesi, aumenti costantemente l ´interscambio: se nel corso degli ultimi due anni, le imprese italiane con sede in Brasile passano da meno di 300 a oltre 700, esso é indice del livello delle relazioni imprenditoriali. Questo é importante per l´Italia, nella bufera della crisi dell´area euro, ma lo é anche per il Brasile. L´economia reale ha ancora un suo peso specifico, e l´artigiano o il piccolo o medio imprenditore
  • 5. brasiliano sa bene che, se vuole una buona macchina utensile per produrre, essa non puó che avere il marchio tedesco o italiano (con tutto il rispetto per i cinesi). Si, abbiamo una responsabilitá: uscire da questa situazione statica tra le istituzioni, che non riflette il dinamismo esistente tra le due societá, le due culture, le due economie, i due apparati industriali. Non é pensabile che l´ex Presidente Lula, che tanto conosce ed é legato all´Italia, abbia deciso che "non fosse opportuno" venire a Roma neppure per sostenere la candidatura di José Graziano per la Direzione della FAO. Non é pensabile che la Presidente Dilma Rousseff viaggi spesso sopra i cieli italiani, per recarsi nelle capitali europeee, senza ancora aver visitato l´Italia (l´ultima volta fu nel 2007, quando, da Ministra da Casa Civil, scelse l´Italia come primo paese europeo per presentare il PAC, e intervenne ad un incontro del CeSPI presso l´IILA). Abbiamo la responsabilitá di superare questa situazione! Il Presidente Monti, a capo di un "governo tecnico", ma costituito all´interno delle regole della nostra Costituzione, dopo l´attacco di un Berlusconi ormai oltre il grottesco e alla disperazione, si é dignitosamente ed immediatamente dimesso, mettendo tutti di fronte alle proprie responsabilitá. Ora l´impegno é ridare un governo politico all´Italia. Che faccia tesoro dell´esperienza di Monti, ma che in politica estera sappia "riprendere il filo interrotto", e far ridiventare "speciale" la relazione con il Brasile. A questo riguardo mi pare molto importante l´intenzione di Pier Luigi Bersani, candidato del centrosinistra alla guida del governo italiano (espressa durante il recentissimo incontro a Roma con gli Ambasciatori dei paesi dell´UNASUR), che se vinceremo le elezioni, lui rimettera il Brasile e l ´America latina, tra le prioritá della politica estera dell´Italia. Grazie per l´attenzione.