2. I generi
Generi: diverse tipologie di programmi presenti nei palinsesti.
Al tempo del Palinsesto rigido erano distinti all’interno della
programmazione
Oggi, di fronte ad una Dinamica “di flusso” , tendono a convergere,
facendo di ogni canale una sorta di contenitore unico
Il telespettatore viene trainato da un programma all’altro
Parametri di classificazione: tipo di realizzazione, funzione d’uso,
durata, stile di realizzazione o contenuto prevalente
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3. Classificazione dei generi
Funzione d’uso: Stile di realizzazione:
Intrattenimento Talk show
Informazione Reality show
Cultura Documentario
Durata:
Film o tv-movie (una sola puntata)
Miniserie (2-3 puntate)
Serie corta (4-6 puntate)
Serie media (fino a 8 puntate)
Serie lunga (oltre le 8 puntate)
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8. Il genere fiction
1. Prodotti singoli (narrazioni che si esauriscono in un unico
episodio o puntata e che si basano su storie e personaggi
originali)
- Film: nati per essere distribuiti in primis nelle sale
cinematografiche
- Tv-movie (destinati esclusivamente alla trasmissione televisiva)
2. Prodotti seriali (proseguono a puntate)
- Seriali in cui ogni episodio fa storia a sé (sit-com)
- Sceneggiati televisivi , soap opera ->Narrazione strutturata in
puntate e ogni episodio riparte da dove si era concluso il
precedente (sceneggiati tv, soap opera, telenovelas)
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9. Ciclo di vita dei generi
Ogni singolo genere ha il suo ciclo di vita
Evoluzione del ciclo dei film: centralità nel palinsesto della
generalista e’ stata ridotta causata da un ringiovanimento pubblico
delle sale, canali satellitari, nuove modalità di fruizione
A partire dagli anni ’80 Rilevanza dei prodotti seriali: creano identità
di rete, fidelizzazione, carica affettiva e creazione di appuntamenti
Considerazioni relative al budget: definire in anticipo il numero di slot
(spazi) per tipo di genere: programmare serie piuttosto lunghe (4
puntate costano molto e richiedono personaggi famosi ).I generi si
evolvono anche per effetto delle mode e costi di produzione che li
caratterizzano (i reality costano meno delle fiction che a loro volta
costano meno dei film)
Incidenza dei generi nel palinsesto: il Contratto di Servizio fa si che
ci sia un ordine politico e sociale per la tv pubblica mentre
moltissima varietà di generi nella tv commerciale Prof. Carlo Nardello
10. Ciclo di vita dei generi
Collocazione dei programmi nel palinsesto e’ in coerenza con il
consumo degli spettatori ma anche con la programmazione
concorrente e la tempistica di altri generi (film d’acquisto) che viene
decisa molti mesi prima
Time to market (momento in cui l’Azienda approva il progetto e il
momento del suo lancio: diverso a seconda dei generi
Time to market per i diversi generi
Fiction 18 mesi
Film 24-30 mesi
Serie 2-30 mesi
Movie 2-30 mesi
Autoprodotto 5 mesi
Sport 1-36 mesi
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11. I programmi
Definita una griglia dei generi, il passo successivo è
l’inserimento di uno specifico programma
Catalizzatore del team creativo
(puo’ essere):
O l’ Autore
O il Conduttore
O il Produttore
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12. I programmi
Per il successo conta molto:
Impostazione del linguaggio e del taglio tematico dei programmi
Interpretare e cavalcare trend socioculturali in atto
Promuovere stili, modi e d atteggiamenti culturali
Ampliare il più possibile il mercato
Coltivare una certa sensibilità per poi introdurre una novità
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13. I programmi
Sperimentazione novità: luglio e settembre per misurare le
reazioni del pubblico coi dati di ascolto per focalizzare
dinamiche di consumo ed orientare le decisioni di palinsesto
Dal punto di vista della realizzazione, i programmi possono
essere:
Ideati o realizzati totalmente dalle reti o dalle altre strutture
aziendali
Prodotti internamente utilizzando un format acquistato all’esterno
Realizzati interamente da terzi su commessa della rete
Acquisti sul mercato come prodotti finiti
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14. La collocazione oraria dei programmi
Una volta scelti i generi e relativi programmi occorre definire la
collocazione oraria:
Programmazione verticale: in termini giornalieri
Programmazione orizzontale: in termini settimanali e mensili
Necessario tener conto delle caratteristiche della platea che
cambia in funzione di fattori temporali:
Ora della giornata (prime time, day time, night time)
Giorno della settimana (feriali, prefestivi e festivi)
Mese (estate e resto dell’anno)
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15. La collocazione oraria dei programmi
Durante il giorno le fasce più pregiate per l’audience sono le ore a
cavallo dei pasti e il dopocena
12.00-15.00
18.00-20.30
20.30-22.30
In queste fasce sono previste quasi tutte le edizioni dei tg
I break pubblicitari sono più cari per gli inserzionisti
C’è maggiore concorrenza tra reti
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16. La collocazione oraria dei programmi
DAY TIME
Appuntamenti fissi per creare abitudine all’ascolto e fidelizzare
Creare stabilità di palinsesto ed economie di scala nella
produzione dei programmi
Inserirsi in un tessuto di abitudini giornaliere
I programmi sono studiati:
In funzione dell’identità e delle aspettative dei target
In funzione delle modalità di consumo consentite dalle abitudini e
dalle attività situate temporalmente nel corso della giornata
Per creare abitudine e rafforzare l’identità
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17. La collocazione oraria dei programmi
DAY TIME
Il palinsesto è fisso e ripetitivo
Costituito su strisce fisse settimanali che si ripetono nei giorni
feriali
Fruizione distratta e prevalentemente emozionale
Sintonia con i ritmi di vita quotidiani dei telespettatori
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18. La collocazione oraria dei programmi
PRIME TIME
Presuppone un pubblico più motivato alla fruizione televisiva
I programmi devono massimizzare, aggregare e non
segmentare il pubblico potenziale della rete
Ostacolare la dispersione dell’ascolto
Offrire “piatti forti” di una durata tale da consentire allo
spettatore di passare una serata completa sintonizzato sullo
stesso canale
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19. La collocazione oraria dei programmi
PRIME TIME – fascia access
Segmento di palinsesto compreso tra le 20.30 e le 21.00, la cui
programmazione precede la partenza della prima serata
Ruolo di traino
Questa fascia viene percepita come una sorta di “Tempo di
servizio”, intervallo che garantisce di poter svolgere attività e
pratiche individuali e familiari parallele grazie ad una
motivazione di ascolto leggera – decompressione
->alleggerimento psicologico dopo il ritorno a casa
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20. La collocazione oraria dei programmi
Prospettiva giornaliera
Day time: si vuole ottenere una stabilizzazione degli ascolti con
la rassicurante routine delle strisce orizzontali
Prime time: offerta di discontinuità per sorprendere (con un
abbinamento settimanale giorno-genere)
Prospettiva settimanale
Giorni feriali: il day time è rivolto ad un pubblico non lavoratore
Fine settimana: platea più vasta, programmi pomeridiani come
grandi contenitori per trascinare il pubblico verso tutto il corso
della giornata
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21. La collocazione oraria dei programmi
Prospettiva annuale il palinsesto si differenzia per
Stagione autunnale (ottobre-dicembre)
Stagione invernale (gennaio-febbraio)
Stagione primaverile (marzo-metà giugno)
Stagione estiva (metà giugno-settembre)
Per gli inserzionisti autunno e primavera sono i periodi più
interessanti, pertanto anche il palinsesto editoriale tende ad
essere più ricco (periodo di garanzia)
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22. La collocazione oraria dei programmi
Considerazioni economiche: riproporre quotidianamente nei
medesimi orari gli stessi programmi per ridurre ed
ammortizzare i costi delle redazioni
Basandosi sulle stime dell’ascolto effettivo previsto che
ciascun programma potrebbe ottenere nelle diverse fasce
orarie, nei diversi giorni della settimana e nei diversi periodi
dell’anno, scegliendo il segmento che permette di
massimizzare la differenza tra ricavi e costi
Rigidità ereditata dai tg che sono un appuntamanto fisso e
delle abitudini del pubblico: lunedì e martedì-cinema,
mercoledì-informazione o sport, giovedì-quiz, venerdì-people
show, sabato-varietà, domenica-sceneggiato
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23. Il traino
Nella sua evoluzione il palinsesto generalista è passato da:
Un approccio a incastro – in cui i singoli programmi
prevalgono sull’insieme
Ad un approccio olistico – in cui il flusso dei contenuti
giustifica e valorizza le varie parti
Traino: risultato ottenuto quando il pubblico di un programma
viene ereditato almeno in parte dal programma
immediatamente successivo
Orizzontale: lungo la settimana, grazie a programmi seriali
Verticale: nell’arco della giornata
Prof. Carlo Nardello
24. Il traino
Il traino verticale è di 2 tipi:
Diretto: quando un buon livello di ascolti di un programma che
precede influisce positivamente sul programma che segue
sullo stesso canale
Indiretto: quando un buon livello di ascolti di un programma di
un certo genere influisce positivamente su un programma dello
stesso genere che segue su un altro canale (zapping)
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25. La programmazione modulare
Interessa la fascia del prime time
Affiancamento di 2 programmi in
rapida successione per coprire un
intervallo temporale che
tradizionalmente veniva occupato da
un unico contenuto (p.e. una fiction)
In contrasto col day time, dove le reti
tendono ad allungare i programmi
facendoli divenire grandi contenitori
L’importante e’ che il target di
riferimento sia omogeneo per età, stile
di vita, consumo mediatico
Prof. Carlo Nardello
26. La programmazione modulare
È una soluzione che in futuro può determinare vantaggi:
Diversificazione dell’offerta del prime time mantenendo
coerenza editoriale
Riduzione dei costi complessivi di produzione (ad es.
abbinando un telefilm di successo ad un programma di minor
costo)
Sfruttamento più razionale dei programmi per il prime time
Prof. Carlo Nardello
27. La controprogrammazione
La programmazione delle reti concorrenti determina giorno
dopo giorno innumerevoli minacce e opportunità
Controprogrammazione: ripensare continuamente alle opzioni
più vantaggiose e le collocazioni più adatte per potenziare ed
ottimizzare la propria offerta di palinsesto
- Counter programming (USA): programmazione che mira a
target di pubblico che, in un determinato momento, non
sono coinvolti dall’offerta della concorrenza
- Competitive programming (ITA): scelta di inserire nel
palinsesto lo stesso genere della concorrenza, mirando a
conquistare lo stesso target
Prof. Carlo Nardello
28. La controprogrammazione
TECNICHE
Bridging “far da ponte”: collocare un programma a cavallo tra
l’inizio e la fine dei programmi concorrenti, in modo da
acquisire i flussi di pubblico in uscita
Difesa: risparmiare un programma di pregio o costoso
inserendone uno di basso costo, nella previsione che la
maggior parte dell’audience si concentrerà sulle reti
concorrenti
Trasferimento: da una fascia oraria a un’altra o da una rete
all’altra, oppure cambiare il giorno della settimana o il numero
di puntate di un prodotto seriale.
Prof. Carlo Nardello
29. L’iter organizzativo del palinsesto
Con un palinsesto non si parte mai dal zero.
Il progetto di un (nuovo) palinsesto è condizionato da tutto ciò
che già esiste sul mercato e che sostanzialmente riduce le
possibilità di innovazione.
Collaborazione tra la rete televisiva e il settore coordinamento
dei palinsesti
All’inizio della stagione autunnale i direttori di rete
predispongno i Piani annuali di trasmissione : programmazione
di base di ogni singolo canale, con l’indicazione dei generi da
mandare in onda giorno per giorno, nelle diverse fasce orarie;
linee editoriali ed aspetti salienti [entro metà giugno, da
settembre a giugno]
Prof. Carlo Nardello
30. L’iter organizzativo del palinsesto
Seguono i Palinsesti bimestrali: più o meno definitivi per quanto
riguarda i principali programmi e le strisce di programmazione
(fatta eccezione per alcuni titoli omessi per rendere meno
immediata la controprogrammazione da parte delle reti
concorrenti), agevolano la concessionaria [entro ottobre->
programmazione da gennaio a marzo,ecc.)]
Palinsesti mensili: necessari soprattutto per dare informazioni alle
riviste specializzate del settore (es. Sorrisi e canzoni tv)
Palinsesti settimanali: indicano in modo definitivo i titoli e gli orari
dei programmi, le pubblicità, gli spot autopromozionali (i
cosiddetti promo), i segnali orario, gli annunci e gli eventuali
intervalli [due settimane prima della messa in onda]
Palinsesti operativi: uso interno al centro di trasmissione, codici
dei file Prof. Carlo Nardello
31. L’iter organizzativo del palinsesto : 3 parti
Impostazione: sulla base delle esperienze pregresse, dei progetti in
corso e delle disponibilità
Coordinamento: delinea la strategia d’offerta complessiva e quella
delle singole reti, cercando la migliore combinazione tra obiettivi
editoriali e vincoli economici
Inquadramento: si risolvono tutti i problemi operativi che nascono
nelle ore immediatamente precedenti alla messa in onda Carlo Nardello
Prof.
32. L’iter organizzativo del palinsesto
Il palinsesto il piano delle produzioni e’ anche il risultato di una serie
di altri documenti formali quali:
il piano delle produzioni
il piano dei programmi di prime time
il piano per l’uso delle risorse televisive, sia come persone sia
come strutture
il piano degli acquisti (relativi prevalentemente a film)
il piano dei rapporti con gli altri fornitori (in particolare le società
di produzione che realizzano le fiction)
Prof. Carlo Nardello
Notas del editor
Ogni canale è un contenitore unico dove senza soluzione di continuità il telespettatore viene trainato da un contenuto all’altro. I generi sono dinamici: l’intrattenimento può evolvere nel reality show, la fiction diventa docufiction, l’informazione diventa infotainment e così via.
Più che un genere il talk show nel tempo è diventato un modo di fare tv. Questa formula è infatti presente in molti programmi, dalle tribune politiche allo sport, dall’intrattenimento domenicale ai programmi sulla salute. Considerato il suo gradimento e facilità di realizzazione, il talk show inserito nel palinsesto e nei programmi consente discreti risultati d’ascolto senza eccessivi rischi.
Più che un genere il talk show nel tempo è diventato un modo di fare tv. Questa formula è infatti presente in molti programmi, dalle tribune politiche allo sport, dall’intrattenimento domenicale ai programmi sulla salute. Considerato il suo gradimento e facilità di realizzazione, il talk show inserito nel palinsesto e nei programmi consente discreti risultati d’ascolto senza eccessivi rischi.
Combinando tra di loro diversi fattori si arriva generalmente al seguente elenco di generi:
Combinando tra di loro diversi fattori si arriva generalmente al seguente elenco di generi:
Combinando tra di loro diversi fattori si arriva generalmente al seguente elenco di generi:
Compito di un autore o di un gruppo creativo è analizzare il linguaggio dei film, dei libri e degli eventi di successo per conoscere tempestivamente i fenomeni culturali e artistici emergenti. Può essere utile osservare quello che accade in settori limitrofi della cultura, dell’informazione e dello spettacolo, anche all’estero. Una tematica che ha successo nel mondo letterario ed editoriale tenderà a trasferirsi nel giro di alcuni mesi in programmi televisivi.
Un format è una struttura portante di un programma tv che già a livello implicito ed analitico ne contiene regole e sintassi.
Decompressione- forma di alleggerimento psicologico che accompagna la fase del ritorno a casa e per il single il recupero di un tempo individuale che precede e introduce sia da un punto di vista psicologico che organizzativo i tempi successivi della serata.
In termini commerciali esiste il cosiddetto periodo di garanzia, compreso tra settembre e maggio. Questa forma di contratto prevede una sorta di compensazione con spot gratuiti al cliente che non avesse raggiunto con la sua pubblicità l’audience prevista ed è nata negli anni 80 su iniziativa di Publitalia. L’idea di fondo era assicurare ai clienti un risultato certo del proprio investimento commerciale. Un vantaggio che poi anche Sipra ha offerto. Originariamente il periodo di garanzia andava da metà settembre a metà dicembre, per poi riprendere da metà febbraio dopo il Festival di San Remo. Oggi in qualunque momento dell’anno le aziende pretendono una compensazione se gli ascolti programmati e acquistati non vengono raggiunti.
Che tempo che fa, oltre che essere stato inserito nella rete più adatta in termini di identità (rai3), in un orario e una posizione settimanale consoni (prime time, weekend), prevede anche un programma successivo (report) che consente di assecondare il pubblico durante tutto l’arco della serata. Quanto più è definita la linea editoriale di una rete, più facile è il traino verticale. Il criterio del non spezzare il pubblico in questo caso diventa un fattore operativo del parametro specificità editoriale.