2. STORIA
3
DELL'OCCUPAZIONE
1948: la Nakba o Catastrofe, in cui i Palestinesi
sono stati spinti a lasciare la loro terra e le
loro case, spesso con la violenza. Così è
stato fondato lo Stato di Israele, con
l'espulsione di oltre 700,000 profughi
Palestinesi, un numero che oggi ha raggiunto
i 4.7 milioni.
1967: la Guerra dei Sei Giorni con la quale Israele
ha occupato la Cisgiordania, la striscia di
Gaza, il Sinai e le alture del Golan.
1987-1993: la prima Intifada, “sollevamento”, del
popolo Palestinese contro l'occupazione
israeliana: una mobilitazione di massa di
donne, uomini e bambini Palestinesi,
caratterizzata da molte pratiche di
disobbedienza civile, resistenza e auto-
organizzazione.
1994-1995: gli Accordi di Oslo. L'Autorità
Nazionale Palestinese (ANP) diventa
responsabile dell'amministrazione di alcuni
aspetti sociali, legali e politici della vita dei
Palestinesi. Comincia la costruzione del Muro
3. STORIA
3
DELL'OCCUPAZIONE
2000-2004 Seconda Intifada scoppiata, in
risposta alla provocatoria visita di Ariel
Sharon al Monte del Tempio, con le
proteste dei Palestinesi a Gerusalemme.
Dopo che i soldati israeliani sparano a 6
manifestanti disarmati, cominciano
manifestazioni e scontri nei territori
occupati, violentemente repressi dalle
Israeli Defence Forces, che tornano ad
invadere e mettere sotto coprifuoco le città
palestinesi sotto l'autorità dell'ANP in base
agli Accordi di Oslo.
2006 Israele lancia una guerra di 33 giorni contro
Hezbollah in Libano, in particolare al Sud: in
risposta al fuoco dei razzi bombarda
cittadine, villaggi e infrastrutture Libanesi.
2008-2009 Guerra a Gaza/Operazione Cast
Lead. Israele senza preavviso comincia a
bombardare Gaza con l'obiettivo di mettere
fine ai lanci di razzi provenienti da lì. In 22
giorni, rade al suolo vaste aree uccidendo
1400 Palestinesi.
4. CONDIZIONI 4
DEI PALESTINESI
I Palestinesi in CisGiordania vivono sotto
l'occupazione Israeliana. I loro spostamenti
sono tenuti sotto controllo grazie a centinaia
di checkpoints e blocchi stradali.
La società Palestinese é soggetta alla presenza
militare Israeliana fin dentro le proprie case,
in particolare nelle zone occupate anche dai
coloni Israeliani.
Comunità e famiglie Palestinesi sono divise dal
Muro Israeliano dell'Apartheid che circonda
la CisGiordania.
5. CONDIZIONI DEI 5
PALESTINESI
I Palestinesi in CisGiordania, Gaza e Gerusalemme
Est vivono sotto la minaccia della demolizione
delle proprie case per “costruzione senza
permesso” (che include qualsiasi tipo di aggiunta
o rifacimento di un edificio esistente), quando é
quasi impossibile per un Palestinese ottenere
questo tipo di permesso.
Almeno 70 leggi israeliane sanciscono forme di
discriminazione anche per i Palestinesi che
vivono “legalmente” in Israele, dove vige un
sistema di discrinazione istituzionalizzata.
I residenti nella Striscia di Gaza sono confinati da
Israele da tutti i lati, con severe restrizioni dei
loro spostamenti e del loro accesso a beni e
servizi. I residenti a Gaza di fatto vivono in una
prigione a cielo aperto controllata da Israele.
6. CONDIZIONI DEI 6
PALESTINESI
Attualmente:
61,8% del Muro é stato completato. Ben 85% del
tragitto totale previsto si trova oltre la Green Line, con
l'annessione a Israele di terreni che facevano parte
della Cis Giordania.
Israele ha fondato 121 colonie ufficiali e circa 100
avamposti non ufficiali. L'espansione/costruzione delle
colonie continua nonostante queste siano illegali
secondo le legge internazionale.
Israele ha costruito 232 km di strade in CisGiordania,
riservate agli Israeliani, e vi hanno edificato 99 stazioni
di controllo per limitare e monitorare gli spostamenti
dei Palestinesi.
7. OMONAZIONALISMO 7
Omonazionalismo indica l'accettazione e
l'inclusione di alcuni omosessuali nello stato-
nazione.
La nuova cittadinanza gay, accettata sulla base
dell'appartenenza alla nazione, viene creata
alle spese di coloro che rappresentano forme
di alterità razzializzate o sessualizzate,
coloro che non potranno mai pienamente
appartenere alla nazione.
L'omosessualità nazionalista viene rigirata come
un marchio che regola chi può essere
considerato un cittadino gay per bene,
mentre rinforza stereotipi razziali e sessuali,
giustificando l'esclusione sociale di intere
popolazioni.
8. ESEMPI GLOBALI 8
PAESI BASSI:
I partiti, sia di destra che di sinistra,
incluso Geerts Wilders ed il suo
partito di estrema destra, il "Partito
per la libertà", parte della
coalizione di governo in
Olanda,usano la protezione dei
diritti gay come giustificazione
delle loro posizioni contro l'Islam e
contro l'immigrazione.
Improvvisamente, l'accettazione delle
persone queer diventa un metro
del livello di democrazia e libertà.
Distogliendo l'attenzione
dall'oppressione strutturale delle
minoranze.
9. ESEMPI GLOBALI 9
USA:
L'invasione dell'Irak viene in parte legittimata
presentando le società arabe come
omofobiche.
Non si chiede, non si dice: la battaglia per
ammettere apertamente lesbiche, gay e
bisessuali nell'esercito è stata anche la
battaglia omonazionalista per permettere
loro di provare il loro patriottismo
combattendo contro i musulmani, dipinti
come sessisti ed omofobici.
10. PRINCIPI DI 10
OMONAZIONALISMO
Omonormatività:
Le persone LGBT, soprattutto i patrioti consumatori
bianchi e di classe media, copiano le
fondamenta eteronormative della nazione, a cui
ormai hanno ottenuto accesso alle spese di
"altri" considerati tali su base razziale o
sessuale.
Questa normatività comporta copiare forme di
parentela eteronormative, un'aspirazione ad
essere considerati bianchi, ed il fatto di avere la
possibilità di spendere e di viaggiare. E' basata
su un modello di integrazione finalizzato all'
assimilazione.
Certe comunità gay vengono così trattate come una
delle nicchie del mercato neoliberale, la loro
partecipazione al mercato li legittima come
membri della nazione e bravi cittadini, mentre
altre comunità queer sono ancora più escluse
dai vantaggi della cittadinanza e della piena
appartenenza nazionale.
11. PRINCIPI DI 11
OMONAZIONALISMO
Antiterrorismo:
La costruzione della persona LGBT per bene,
omonormata quale cittadino accettabile per
la nazione, sostiene la costruzione del
terrorista, queer deviante, inesorabilmente
fuori dalla nazione.
Le politiche contro il terrorismo vengono
legittimate travestendole come interventi a
favore dei diritti umani, e in particolare a
favore dei diritti delle donne e dei gay. Il
superficiale riferimento ai diritti dei gay viene
usato per dissimulare altri tipi di violazioni dei
diritti umani.
12. PRINCIPI DI 12
OMONAZIONALISMO
Eccezionalismo:
Una nazione si impegna per i diritti gay, o adotta il
gergo liberale dell'emancipazione gay per
vendersi come nazione democratica, tollerante e
diversa.
Viene usato non solo per presentare la nazione come
eccezionale ma anche per etichettare intere
popolazioni come "barbare" e omofobiche
rispetto a quest'ultima.
Gli "altri" su base razziale o sessuale diventano
indefinitamente stranieri rispetto alla nazione.
Diventa necessario per la nazione difendersi contro
questa alterità che potrebbe potenzialmente
compromettere le fondamenta
etero/omonormative della nazione.
13. PRINCIPI DI 13
OMONAZIONALISMO
Approccio securitario:
L'immagine di eccezionalità dello stato nazione ora
include alcuni omosessuali, la cui presenza
legittima la chiamata della nazione a potenziare
le proprie misure securitarie
Le misure securitarie sono indirizzate contro i
soggetti "altri" su base razziale o sessuale che
vengono ricreati come minaccia per la società.
Questo avviene sia dentro che fuori dai confini della
nazione.
La razzializazione e sessualizzazione del discorso
sulla sicurezza sostiene la domanda di
potenziamento delle misure securitarie contro
intere popolazioni identificate con il terrorismo.
Time Out: “You see here a threat,
we see here an opportunity”
14. OMONAZIONALISMO 14
IN ISRAELE
L'omonazionalismo in Israele è in
ascesa:
I sostenitori dell'omonazionalismo in
Israele riarticolano l'affermazione
secondo cui le critiche alle politiche
dello stato corrispondono a
posizioni anti semite anti-gay,
refutando il diritto dei Palestinesi
all'auto determinazione e ignorando
la distinzione tra Giudaismo e
Sionismo.
L'emancipazione gay va a braccetto con
il militarismo Israeliano ed il
desiderio di servire visibilmente
nell'IDF.
Gli ebrei israeliani queer possono
soltanto fare outing in quanto Queer
sionisti depoliticizzati.
15. OMONAZIONALISMO 15
IN ISRAELE
Esempi:
L'aumento di bandiere israeliane al
Pride. L'identità gay diventa
inseparabile dalla nazionalità
israeliana che causa
l'esclusione dei soggetti "altri"
su base razziale o sessuale.
Un film porno per uomini gay,
girato nelle rovine di un
vecchio villaggio palestinese,
sottolinea l'eccezionalità di
Israele: il trionfo dei diritti gay
sulla società araba barbara e
omofonica.
16. OMONAZIONALISMO 16
IN ISRAELE
L'uso crescente e l'investimento nei social media che supportano gli interessi dello stato israeliano e
l'occupazione della Palestina, sottolineando l'eccezionalità dei diritti gay in Israele in confronto al
resto del Medio Oriente.
17. CHE COS'E' IL 20
PINKWASHING ?
Pinkwashing é parte di una campagna di PR, lanciata nel 2005, in modo
da distogliere l'attenzione internazionale e nazionale dal dominio
coloniale israeliano e dai crimini di guerra strumentalizzando i "diritti
gay".
Pinkwashing é il tentativo di giustificare l'occupazione israeliana della
Palestina, ritraendo Israele come un paese progressista e come l'unico
"paradiso" per i soggetti LGBTQ, in diretto contrasto con il resto della
società in Palestina e in Medio Oriente.
Pinkwashing é il tentativo di squalificare i vicini di Israele per giustificare la
necessità dell'esistenza dello Stato di Israele con ogni mezzo, sulla
base dell'immagine di una democrazia isolata al limite della
sopravvivenza circondata da società violente, intolleranti, misogine e
arretrate.
18. IL CONTESTO DEL 21
PINKWASHING
(Re)Brand Israel: una campagna ufficiale di
Israele cominciata nel 2005 con l'obiettivo
di dargli una nuova immagine come un
luogo associato con la ricerca, la tecnologia,
l'arte, la cultura, i diritti dei gay e delle
donne, e valori progressisti piuttosto che il
conflitto, l'occupazione, la repressione e la
guerra.
Il pubblico identificato per questa campagna è la
comunità internazionale in generale, nella
speranza di alimentare il supporto popolare
per Israele a livello globale.
Soltanto nei suoi primi due anni, questa
campagna aveva un budget governativo di 4
milioni di Dollari. Questa campagna ha
anche ricevuto fondi supplementari da
organizzazioni dall'estero, corporations e
donatori individuali.
19. IL CONTESTO DEL 22
PINKWASHING
La missione di ISRAEL21c é di focalizzare
l'attenzione dei media e del pubblico su
Israele del XXI secolo, Israele oltre il conflitto.
Oltre alla Campagna "Brand Israel" ci Evidenziando, enfatizzando e promuovendo
sono diverse organizzazioni, in immagini positive di Israele e degli Israeliani,
la gente comincerà a vedere gli Israeliani
particolare negli Stati Uniti, che
come più simili a sé, e comprenderà la
usano molte di queste tattiche con rilevanza di Israele nelle proprie vite.
gli stessi obiettivi.
L'opera di ISRAEL21c é focalizzata sullo
sviluppare e disseminare dei contenuti usati
Il Pinkwashing é una delle tattiche per portare avanti la missione. Il risultato di
principali di "Brand Israel". questo processo é un maggiore sostegno a
Israele durante i momenti difficili ed un
maggiore apprezzamento per il ruolo che
Israele ha nelle vite delle persone di tutto il
mondo.
ISRAEL21c.com, “About Us”
20. PINKWASHING 23
NON E' ACCIDENTALE
Pinkwashing é:
"..questo sentiero di libertà non viene
una campagna di pubbliche relazioni ben tracciato soltanto tramite le elezioni.
organizzata e ben finanziata, avviata dal Viene tracciato quando il governo
Governo Israeliano. permette le proteste nelle piazze
cittadine, quando il potere dei governanti
viene sottoposto a dei vincoli, quando i
una campagna molto diffusa che va oltre gli
giudici sono sostenuti dalle leggi e non
sforzi del Governo Israeliano ma
dagli uomini, e quando i diritti umani non
comprende anche organizzazioni private
possono essere schiacciati da fedeltà
come Stand with US e la AntiDefamation
tribali o dal dominio della folla. Israele ha
League.
sempre abbracciato quesot percorso, in
un Medio Oriente che lo ha a lungo
un mera appropriazione di voci gay e della lotta rifiutato. In una regione dove le donne
per i diritti gay al fine di nascondere i vengono lapidate, i gay impiccati, i
crimini dello Stato Israeliano. cristiani perseguitati. Israele spicca. E'
differente."
Benjamin Netanyahu rivolto al Congresso
U.S.A. [Maggio 2011]
21. PINKWASHING NON TRATTA
DI DIRITTI GAY
25
Pinkwashing cerca di ritrarre un Israele progressista e
civilizzato, perchè tratta bene i gay, cosicché tutte le altre
violazioni di diritti umani che commette possono essere
spazzate sotto il tappeto.
Pinkwashing: si tratta di Israele che usa i diritti dei gay come
un diversivo. Combattere il pinkwashing non vuol dire
ritrarsi dalla lotta per i diritti omosessuali, - piuttosto
fermare il pinkwashing vuol dire impedire che i diritti
omosessuali vengano strumentalizzati per opprimere altri.
Israele si presenta come il bastione dei diritti omosessuali, ma
come si può trattare di reali "diritti omosessuali", se questi
sono applicati selettivamente solo ad alcuni nella società
israeliana, mentre molti diritti umani di base, inclusi i diritti
omosessuali, vengono negati ai Palestinesi da Israele?
Tutti i Palestinesi, gay, etero, o altro, soffrono quotidianamente
per la discriminazione, l'occupazione, il controllo, le
violazioni di diritti umani commesse da Israele. Israele
non fa eccezioni per i queer palestinesi.
22. TATTICHE DI PINKWASHING 26
1. Mostrificare i paesi Arabi e Musulmani
confinanti, dipingendoli come barbari, incivili e
brutali, mentre ritrae Israele come un paradiso
variopinto per gli omosessuali in giro per il
mondo
Operando uno slittamento nei criteri secondo cui una
società civilizzata viene valutata in base al rispetto
dei diritti gay invece che dei diritti umani in generale.
Condanna generalizzata dei paesi arabi in quanto
barbari e violenti, in modo che il pubblico sottovaluti
le sue numerose violazioni dei diritti umani, e il fatto
che tutti i Palestinesi subiscono quotidianamente
discriminazione, occupazione e persecuzione da
parte del governo israeliano.
Questa inquadratura sottovaluta inoltre il fatto che è
legalmente impossibile per un Palestinese queer che
vive in CisGiordania o a Gaza chiedere asilo in
Israele, e che anche in Israele i cittadini o residenti
Palestinesi non godono di eguali diritti rispetto agli
altri.
23. TATTICHE DI PINKWASHING 28
2. Cercare di ottenere il supporto della
comunità queer a livello globale
Presentando Israele come paradiso per i gay in
una regione altrimenti ostile, la campagna
Re Brand Israel mira ad ottenere il supporto
delle soggettività queer (e dei loro governi) a
livello globale.
La campagna parte dal presupposto che molti
soggetti queer, in particolare in Occidente,
potrebbero simpatizzare con la causa
palestinese, e mira a indirizzare le loro
simpatie verso Israele. Presentando i palestinesi e i loro sostenitori come
omofobi e associati al terrorismo, questo video mira
E.g. Hoax video about "Mark", il supposto attivista a delegittimare non solo
gay americano a cui sarebbe stata negata la l'attivismo pro palestinese ma anche il punto di vista
partecipazione alla Freedom Flottilla a causa pro palestinese. Questa tattica associa "pro-
della sua sessualità. Il video era stato diffuso palestinese" a "anti-gay", e dipinge gli attivisti queer
dal Governo Israeliano. propalestinesi come autolesionisti.
24. TATTICHE DI PINKWASHING 28
3. Promuovere il turismo gay
usando codici sessisti, e
basati sul privilegio e sul
consumismo
A partire dall'immagine queer friendly
che Israele sta cercando di
crearsi, il Ministro del Turismo
promuove l'immagine di Israele
come un paradiso per i queer (in
particolare per uomini gay), un
posto dove poter venire in
vacanza nella sicurezza che la
propria sessualità sia accettata.
Il sito web gayisrael.com, gestito dal governo, usa espressioni come "le nostre spiagge
sono le piu' calde e friendly del Medio Oriente". Sessismo e consumismo sono qui
strettamente legati tra loro nella promozione di un esperienza legata al consumo (e.g.
costosi drink in vendita ai bar e clubs gay). ma anche esoticizzazione e feticismo come
per esempio: "Questo splendente pezzo di paradiso gay contiene la combinazione
perfetta per una vacanza perfetta per donne e uomini: ragazzi bellissimi ballano nei club
più caldi, ragazze belle da far sbalordire si godono le nostre coste incontaminate, gallerie
d'arte moderna e contemporanea, abbigliamento all'ultima moda, cucina locale ed
internazionale"
25. TATTICHE DI PINKWASHING 29
4. Metter in luce a livello internazionale
la cultura ed il consumismo gay in
Israele
Intorno al 2008, Brand Israel ha selezionato
una serie di città, tra cui Toronto, Tokyo,
Boston e Londra, come città pilota per
programmi consistenti in campagne
publicitarie proIsraele, eventi di
promozione di prodotti Israeliani, festival
di cinema ed altri eventi di promozione
della cultura israeliana.
Gruppi basati in Nord America hanno anche "Out in Israel" è un Festival di Cultura LGBT
condotto campagne publicitarie pro che ha avuto luogo a San Francisco nel
Isreale, in particolare nelle stazioni di 2010. Questo evento è stato parzialmente
trasporti pubblici. Ciò è avvenuto di finanziato dal Consolato Generale
recente nelle stazioni dei treni di Israeliano per il Nord Est del Pacifico, un
Chicago nel Giugno Luglio 2011. Simili ente facente capo al Governo di Israele.
publicità sono anche state esposte nella
rete di transito pubblica di San
Francisco da standwithus.com.
26. TATTICHE DI PINKWASHING 31
5. Appropriarsi del termine "Pinkwashing"
Alcuni gruppi sviluppano le tattiche del
pinkwashing fino ad appropriarsi non
soltanto delle rivendicazioni queer per
coprire le violazioni dei diritti umani in
Israele, ma anche del linguaggio usato
per contrastare il loro impegno.
Questi gruppi si sono infatti appropriati dello
stesso termine "pinkwashing", "...le persone LGBT a favore di Israele hanno sentito la
intendendo "brainwashing", il lavaggio necessità di prendere questo concetto del
del cervello operato da quelli che loro "Pinkwashing" e rivoltarlo contro i nostri nemici. Così
chiamano "gruppi che odiano Israele". per neutralizzare il suo potenziale offensivo contro
Israele e mettere i nostri aggressori sulla difensiva."
Questi poster sono stati prodotti per i Pride "...hanno fatto una cosa davvero geniale, invece di
2011 di New York e Toronto, anche se usare il concetto di Pinkwashing quale furba traslazione
non è chiaro quale gruppo o gruppi del concetto di Whitewashing, l'hanno cooptato nel
hanno creato la prima immagine. Le senso di Brainwashing, lavaggio del cervello."
altre due immagini in questo album
Scott Piroo,
vengono dal fb group "Queer Support for http://www.facebook.com/ SupportIsraelLGBT
Israel", e sono state condivise da
Kulanu Toronto.
27. CONSEGUENZE 18
PER I PALESTINESI
1. I Queer Palestinesi son esclusi dalle forme di
appartenenza e cittadinanza nazionale.
2. I Palestinesi Queer vengono rappresentati
alternativemente come la vittima, l'esotico o il
mostro terrorista, (tutte e tre sono presenti nel
film di Eytan Fox "La bolla"), ma non vengono
mai presentati come soggetti agenti.
3. Il rafforzamento delle rappresentazioni
dell'omosessualità quale fenomeno
occidentale.
28. CONSEGUENZE 19
PER I PALESTINESI
4. La società Palestinese viene presentata
come omofobica e arretrata, agli antipodi
del moderno e democratico Israele.
5. Queste rappresentazioni legittimano
l'occupazione, che viene inquadrata
come una necessaria securitizzazione
della nazione Israeliana contro
l'intrusione di valori omofobici e arretrati
e "prevalenti" in Medio Oriente.
6. Tale legittimazione dell'occupazione
occulta l'ineguaglianza di base alle
dinamiche di potere tra Palestinesi ed
Israele, che impone una occupazione e
apartheid di matrice statale.
29. LA SITUAZIONE ATTUALE 6
DEI QUEER IN PALESTINA
I queer, come tutti i palestinesi, soffrono
dell'occupazione israeliana, e quelli in Cis-
Giordania e Gaza non possono chiedere asilo
in Israele.
I queer confrontano problemi universali di identità,
accettazione, ruoli di genere...
Inoltre i Queer hanno problemi nella società
palestinese:
una società tradizionale con norme collettive ed
una morale che lasciano poco spazio
all’espressione individuale;
strutture familiari patriarcali;
taboo sulla sessualità in genere;
eteronormatività e ruoli di genere gerarchizzati;
omofobia;
30. LA SITUAZIONE ATTUALE 6
DEI QUEER IN PALESTINA
Ciònonostante sin dal 1957 non ci sono leggi
che criminalizzano ufficialmente
l'omosessualità nei Territori Occupati;
L'omofobia esiste dappertutto e non è certo
un fenomeno isolato alla società araba o
palestinese;
Combattere l'omofobia ed esprimersi contro di
essa nella società palestinese è
responsabilità dei queer palestinesi;
Ci sono organizzazioni queer palestinesi
come Al Qaws, Aswat e PQBDS, che si
stanno occupando di questi problemi e
sono ormai attive da una decina di anni;
31. BUONE INTENZIONI E 31
COMPLICITA' INTERNAZIONALE
Lo slogan mette sullo stesso piano l'occupazione illegale della
terra palestinese con l'omofobia in Palestina come se
Marcia "Free Palestine" 2005, Londra:
fossero lo stesso tipo di violenza.
"Israele: stop persecuzioni contro i
palestinesi, Palestina: stop persecuzioni
contro i queer" Questo slogan partecipa delle suggestioni della
securitizzazione, e sembra implicare che per essere liberi i
Palestinesi devono prima smettere di essere omofobici.
Associa una intera popolazione all'omofobia e riarticola
l'immagine dell' eccezionalismo occidentale.
L'omofobia è una fenomeno da cui Israele ed altri paesi non
sono ovviamente immuni.
Il discorso sull'omofobia è di provenienza occidentale, ed
impone una unica strategia di visibilità alle communità
queer quando questa non è necessariamente adatta alle
loro società.
Questo discorso divide il mondo secondo la banalizzazione del
dualismo omofobia vs. LGBT ed i loro alleati, ignorando il
contesto sociale e politico dell'omofobia, ed il suo
radicamento in strutture più ampie di discriminazione
sessuale e di genere.
32. COME COMBATTERE 32
PINKWASHING
Intersezioni tra le lotte: combattendo per i diritti delle
minoranze queer oppresse e marginalizzate non può
essere separato dalla lotta contro tutte le forme di
oppressione, quindi combattere per i nostri diritti gay
non può essere separato dalla nostra lotta contro
l'occupazione.
Individualmente:
Impara a conoscere il pinkwashing: il primo passo per
poterlo combattere é saperlo riconoscere.
Puntagli il dito contro: spiega il Pinkwashing ad altri e Judith Butler ha rifiutato il Civil Courage
chiedi loro il loro sostegno per resistergli. Award nel Christopher Street Day a Berlino.
Gruppi queer radicali l'avevano allertata a
Rifiutati di partecipare al Pinkwashing: non lavorare per rifiutare il premio, a causa delle tendenze
organizzazioni complici con il Pinkwashing. razziste, islamofobiche e nazionaliste degli
organizzatori dell'evento. Gli organizzatori
Collettivamente: hanno pubblicamente respinto queste
Organizza eventi sul pinkwashing nella tua comunità. rivendicazioni, affermando pubblicamente
Unisciti a gruppi dedicati a supporto del BDS ed a che "queste persone non sono la
contrastare il Pinkwashing. maggioranza qui".
Avvia un nuovo gruppo.
33. COME COMBATTERE 33
PINKWASHING
BDS - Boycott, Disvestment and Sanction against
Israel. Questo è un metodo ben avviato di resistenza
non violenta. La lotta contro il pinkwashing è parte
della lotta contro l'occupazione israeliana, e BDS è
uno dei mezzi più diffusi e più organizzati per
resistere all'Occupazione Israeliana.
Perché BDS?
E' espressione della società civile, con l'adesione di più di
170 gruppi, organizzazione ed unioni.
Una forma di resistenza ben costruita: non violenta,
definita, con chiare strategie.
Storicamente ha funzionato per mettere fine all'apartheid in
Sud Africa e risulta sempre più attuale.
Ideologie e strategie quali processi di pace, negoziazione
e coesistenza risultano non pertinenti, e non hanno
dato risultati negli ultimi 63 anni.
Solo la pressione economica, culturale e accademica a
livello internazionale può dare degli effetti.
34. PINKWASHING 34
IN BREVE
Pinkwashing è il cinico uso dei diritti gay e delle
rivendicazioni queer per occultare le violazioni dei
diritti umani da parte di Israele.
Pinkwashing ritrae Israele come un paradiso per i gay in
Medio Oriente, mentre demonizza i paesi e le società
circostanti.
Pinkwashing tenta di rimpiazzare i diritti umani con i diritti
omosessuali quale metro di una società progressista.
Pinkwashing fornisce una copertura ideologica ed un
esplicito supporto al militarismo ed all'occupaizone
israeliana.
Pinkwashing permette la soppressione e la diffusa
stereotipizzazione delle comunità Palestinesi
associate all'immagine dei "terroristi" Palestinesi.
Homonationalism, usando pinkwashing, nega la possibilità
che qualcuno possa indentificarsi allo stesso tempo
come queer e Palestinese.
35. NOTE 36
• Slide 3
BBC
Amnesty International
MidEastWeb
• Slide 4-6
OCHA
Btselem 1
Btselem 2
• Slide 7-14:
Jasbir K. Puar: Terrorist Assemblages: homonationalism in queer times
• Slide 20
Electronic Intifada
• Slide 33:
No Homonationalism Blogspot
Notas del editor
Maybe we can find a stronger image? (couldn’t find any so far… ideas? No stronger images yet. For now, kwayis
Make it look like a video
Need more info – about the second point and maybe adding more points – any ideas?
Can one shorten link names but keep the link??? Hyperlinks, Haneen? For some reason the links seem to have disappeared for me. We can just pull them from an earlier version, I think