L’Ospedale dei Bambini di Parma:
il bambino al centro.
ARTISTICAMENTE CONTEMPORANEA
Idee, Artisti e Arti Contemporanee
Sella di Lodrignano – 24 agosto 2013
L’Ospedale dei Bambini di Parma: il bambino al centro
1. L’Ospedale dei Bambini di Parma:L’Ospedale dei Bambini di Parma:
il bambino al centroil bambino al centro
Giancarlo Izzi
Pediatria e Oncoematologia
Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma
ARTISTICAMENTE CONTEMPORANEA
Idee, Artisti e Arti Contemporanee
Sella di Lodrignano – 24 agosto 2013
3. Pediatria e Oncoematologia Parma
Categorie dellaCategorie della
comunicazionecomunicazione
P. Watzlawick
• Comunicazione: donazione incrociata
di esistenza e di senso
• Non si può non comunicare
• Ogni comunicazione ha un aspetto di:
• contenuto
• relazione
4. Saper fare nel comunicare
Percorso complesso che necessità dell’introiezioni delle
informazioni e delle capacità acquisite per farle diventare
modalità operative consuete.
Comunicazione: base della attività UMANE.
F. Schulz von Thun
gcizzi@ao.pr.it 4
5. Comunicazione
• Verbale e non verbaleVerbale e non verbale
• Comunicazione comunqueComunicazione comunque
• Ogni aspetto visibile e non visibileOgni aspetto visibile e non visibile deldel
reparto è comunicazione:reparto è comunicazione:
• Spazi, pareti, arredi, colori, ma anche
rumori, odori, contatti, silenzi, ecc.
• Figure professionali presenti o assenti,
divise, vestimenti, portamento, routine
ecc..
6. Definizioni: Ospedale
Luogo nel quale i bambini sono accolti per
ritrovare la salute perduta grazie all’intervento di
adulti/esperti (i sanitari), che applicano la Scienza
medica, e con il sostegno di adulti/affetto (i
familiari), che li aiutano a comprendere i limiti e i
valori dell’esperienza di malattia.
Edificio, o complesso di edifici, destinato
all’assistenza sanitaria dei cittadini, adeguatamente
attrezzato per il ricovero, il mantenimento e le cure, sia
cliniche sia chirurgiche, di ammalati o feriti.
Vocabolario Treccani
Giancarlo Izzi
6
7. Ospedale
• Mille vite tracciano il loro percorso e attraversano
Parma. Iniziano chissà dove e si incontrano qui, nella
nostra città, mentre passano sull’autostrada o
perché ci vivono o sono qui per lavoro.
• L’ospedale li accoglie, come un albergo.
• Spesso si confronta l’ospedale con un albergo e
spesso di valuta l’ospedale sulla qualità alberghiera.
8. Ma …
• In albergo si arriva per lasciare le proprie cose,
intanto che si seguono i propri interessi.
• In ospedale si arriva per depositare i propri dolori, le
proprie ambasce, le proprie speranze e attese, con la
volontà di ripartire per la propria vita e per il proprio
futuro, ma con la paura di non farcela.
• In ospedale si portano gli aspetti meno sociali di noi
stessi: il corpo dolente, le paure, le preoccupazioni, le
ansie, ma anche le speranze, le illusioni e i segreti
intimi della propria vita.
9. Ospedale come …
• L’ospedale come luogo dell’Uomo per eccellenza,
non dell’apparenza o dell’appartenenza (che cosa
rappresento per e nella società).
• La malattia e l’ospedale rappresentano il time out
della vita: un momento di sospensione dagli
impegni correnti, dagli affanni quotidiani per
ritornare ai bisogni dell’uomo, alle domande
ultime sul presente e sul futuro, personale o/e dei
propri cari.
10. “mondo fatto
di innumerevoli mondi”
• Ospedale come “mondo fatto di innumerevoli
mondi”, nel quale la vita scorre e che molte
persone sono coinvolte in questa vita fatta da
tante vite.
• Ci sono anche le nostre vite. Anche noi operatori
abbiamo le nostre illusioni, le speranze disattese,
le malattie nostre e dei nostri cari, gli affanni e le
disperazioni, come tutti.
• Ma siamo lì a cercare di aiutare.
Giancarlo Izzi 10
11. Ospedale dei Bambini – Stanza 1
• Nella stanza di degenza il b. porta "il suo mondo"
di affetti, di emozioni, di proposte (gioco, scuola,
incontri) che lo aiutano a ritrovare la salute con il
sostegno degli adulti - tecnici (sanitari) e degli
adulti - affetto ( i genitori)
• La stanza diviene la "casa temporanea" dove
trovare le risorse personali (sicurezza, coraggio,
fantasia, forza, volontà), gli stimoli emozionali
(affetto, scambi emozionali, rapporti intrafamiliari
e interfamiliari) che gli permettono di confrontarsi
con la malattia e controllarne l'evoluzione e la
cura;
gcizzi@ao.pr.it 11
12. Ospedale dei Bambini – Stanza 2
•La stanza è la sede delle sue "lunghe" (anche se con
tempi brevi!) attese di eventi sanitari: prelievi,
punture, terapie, radiografie, ecc. tutti eventi carichi
di preoccupazioni e di "fantasmi".
•La stanza deve essere rassicurante, flessibile alle sue
esigenze di proiezioni fantastiche "buone" (colori,
giochi, ecc.), sicura perché «protettiva» dall'esterno
(finestre), ma "chiusa" per vivere la propria malattia
senza "temere" le esperienze degli altri (pianti,
carrelli, lettighe, ecc.).
gcizzi@ao.pr.it 12
13. Motto (Gc. Izzi -1981)
• NON TUTTO DEL BAMBINO
MALATO, E’ MALATO
• È necessario avere attenzione e rispetto anche
del resto …
• che è la maggior parte della sua persona.
gcizzi@ao.pr.it 13
14. Molte parti del BAMBINO malato sono
preservate dalla malattia e restano sane e
normali:
l’intelligenza, la voglia di apprendere, la
capacità di affrontare nuovi compiti, la
fantasia, le sua attitudini, le sue prospettive,
le sue aspettative, la resilienza, ecc.
E’ necessario salvaguardare queste parti
sane e dare spazio al loro crescere, anche
durante il ricovero e la malattia.
“Non tutto, del bambino malato,
è malato”
gcizzi@ao.pr.it 14
15. Non tutto del bambino malato,
è malato.
• Questo motto ha portato alla rivoluzione
silenziosa dell’organizzazione della struttura
ospedaliera:
– Centralità del bambino
– Presenza della famiglia
– Assistenza globale
– Presenza delle parti sociali: scuola – gioco -
volontariato
gcizzi@ao.pr.it 15
17. LEGGE REGIONALE dell’Emilia Romagna del
23 dicembre 2004, n. 29
NORME GENERALI SULL'ORGANIZZAZIONE ED IL
FUNZIONAMENTO DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE
(Srr)
Testo coordinato con le modifiche apportate da:
•L.R. 3 marzo 2006 n. 2
•L.R. 26 luglio 2007 n. 13
•L.R. 19 febbraio 2008 n. 4
•L.R. 23 luglio 2010 n. 7
gcizzi@ao.pr.it 17
18. Il Ssr si ispira ai seguenti principi:
a) La centralità del cittadino, in quanto titolare
del diritto alla salute e partecipe della
definizione delle prestazioni, della
organizzazione dei servizi e della loro
valutazione.
b) La responsabilità pubblica per la tutela del
diritto alla salute della persona e delle
comunità locali;
gcizzi@ao.pr.it 18
20. Attenzione alla persona
• Il programma di ASSISTENZA GLOBALE prevede una visione
allargata del compito assistenziale:
– Diagnosi, terapia, assistenza, ma anche
– Attenzione agli aspetti psico-sociali
– Supporto ai genitori
– Integrazione con la Società civile
– Progetto di vita e di qualità di vita
gcizzi@ao.pr.it 20
• Ma non è nostro compito dare risposta a TUTTIMa non è nostro compito dare risposta a TUTTI
questi aspetti.questi aspetti.
• Sappiamo che esistono nella vita del paziente .Sappiamo che esistono nella vita del paziente .
• Sussidiarietà con tutti coloro che possono essereSussidiarietà con tutti coloro che possono essere
di aiutodi aiuto
21. Ospedale dei Bambini di Parma:
concetti fondamentali
• Centralità del bambino: il bambino è al centro
dell’organizzazione e i professionisti stanno attorno.
• Ospedale graduale: le attività assistenziali sono
suddivise in modo organico e omogeneo nel
padiglione
• Intensità di cure: non si ricovera per patologia
(polmoni, cuore, ecc.), ma per omogeneità di
impegno di risorse assistenziali e sono i
professionisti a spostarsi al letto del paziente.
22. Un bambino è una piccola grande persona, che
ride per farti felice, che piange per farsi
sentire, che si sorprende per le piccole cose,
che si stupisce per le meraviglie del mondo e
che con il suo entusiasmo ti aiuta a ricordare e
recuperare cose che avevi dimenticato.
ROBERTA, MAMMA DI RICCARDO E LEONARDO
Che cos’è un bambino
Scuola materna PEGASO
Un bambino è una finestra aperta su un mondo
dove la fantasia e la realtà si danno la mano, dove
le regole sono semplici ma non banali, dove le
emozioni sono vere, palpabili e per questo così
sorprendenti per noi "grandi". Victoria e Angelica
sono il mio bellissimo mondo!
SABRINA, MAMMA DI VICTORIA E ANGELICA
23. Un bimbo è un sogno, è un pensiero, è un dono
venuto dal cielo.
E' una gioia infinita che ti riempie la vita,
è un musino carino che ti sveglia al mattino,
è un profumo d'amore che ti riempie il cuore.
MAMMA E PAPÀ DI LEOPOLDO
Che cos’è un bambino
Scuola materna PEGASO
Sono la gioia che fa allontanare i problemi
quotidiani.
I bambini sono il futuro, la potenzialità, l'innocenza.
I nostri bambini sono la parte migliore della nostra
vita.
ILARIA E MICHELE, GENITORI DI MIA
24. Il bambino NON È:
• Un piccolo uomo
• Il futuro dell’umanità
• La speranza dei genitori
• “ ‘o piezzo e core “
• Un soggetto in età evolutiva
• …
È un’altra “cosa”…
NO !NO !
25. Convenzione ONU dei Diritti dell'Infanzia (New York 1989)
art. 1 definisce :
fanciullo/a: ogni essere umano da 0 a 18 anni di età.
L‘Unione Europea definisce fanciullo:
““una persona d'età inferiore ai diciotto anni"una persona d'età inferiore ai diciotto anni"..
(decisione del Consiglio 2004/68/GAI)
Definizione di BAMBIN0
26. UN INDIVIDUO:
persona umana considerata
nella sua singolarità.
• UNICO
• IRRIPETIBILE
• INSOSTITUIBILE
• Ma NON NECESSARIO
Che cos’è un bambino
27. Ospedale dei Bambini
Attenzione alla persona
• Scuola in ospedale:Scuola in ospedale: trasformata dal 1985
• Gioco:Gioco: inizia nel 1991 poi GiocamicoGiocamico: dal 1996
• MilleVociMilleVoci: giornale dei bambini: al 17° anno
• Feste:Feste: Capodanno – Epifania - Festa di non-
compleanno – Festa di Primavera - Carnevale -
Pasqua - Saggio Fine scuola -Festa di inizio anno -
Halloween - S. Lucia – Natale – Compleanni, ecc.
• SpettacoliSpettacoli : musica e teatro in reparto –
manifestazioni esterne – visite di artisti e sportivi
gcizzi@ao.pr.it 27
28. Sono state attivate le necessarie attività:
* La Scuola in Ospedale (I.C. Ferrari)La Scuola in Ospedale (I.C. Ferrari)
per il suo valore per il presente e il futuro
del bambino.
* GiocamicoGiocamico, come diritto a elaborare la
complessa realtà che sta vivendo
attraverso l’esperienza del gioco.
* L’ Associazione Noi per LoroNoi per Loro Onlus
(1984), per il sostegno alla famiglia, l’aiuto
ai bambini e la disponibilità di appartamenti
per accoglierli (La Casa di NpL).
Attività sussidiarie
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29. Scuola in ospedale
• Scuola AFFIANCATA
• Scuola INTEGRATA
• Scuola in ASSISTENZA GLOBALE:
– Svolta nelle stanze
– Per ogni singolo percorso didattico
– Per ogni singola scuola
– Per la classe di riferimento
– Domiciliazione
– Triangolazione: scuola – casa – ospedale
– Insegnanti inserito NELL’ATTIVITA’ di reparto
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30. Definizione: Scuola
• Istituzione sociale, pubblica o privata, preposta
all’istruzione, quale trasmissione del patrimonio di
conoscenze proprio della cultura d’appartenenza, o
alla trasmissione di una formazione specifica in una
determinata disciplina, arte, tecnica, professione,
mediante un’attività didattica organizzata secondo
regole condivise.
Vocabolario Treccani
Giancarlo Izzi 30
31. Definizione di Scuola (Gc Izzi)
• Luogo nel quale persone, che conoscono i
principi, i valori, le nozioni che la Storia
dell’Umanità ha prodotto nel tempo, li
mette a disposizione di persone in età
evolutiva, per permettere loro di plasmare
la mente e poter costruire la propria storia
personale.
Giancarlo Izzi 31
32. La scuola
• INCONTRA LE RISORSE E LE POSSIBILITA’, I
FATTORI PROTETTIVI E PROMOTIVI
DELLA SALUTE.
• Ha l’obiettivo di riconoscere e ampliare le
competenze, facendo leva sui punti di
forza e di eccellenza di ogni persona …
(Vailant, 2000; Anolli, 2005).
Giancarlo Izzi 32
33. • … il piccolo paziente propone le sue soluzioni,
utilizza ciò che è a sua disposizione…
• l’altro (l’insegnante) assume inevitabilmente
una posizione secondaria, predispone
occasioni, aspetta; è scenografo di un palco
dove il protagonista è il bambino.
• E’ un operare delicato, che si fa guidare, che sa
tener conto di dove è l’altro.
• Bisogna restare un passo indietro, attendendo
e restando in ascolto, COSTRUENDO E
RICOSTRUENDO.
Giancarlo Izzi 33
34. Gioco
“Ogni bambino/ragazzo ha diritto al riposo
e al gioco e di avere l’opportunità di
prendere parte ad un’ampia gamma di
attività”
(art.31 Convenzione Europea diritti dei
fanciulli.)
gcizzi@ao.pr.it 34
35. IL Gioco
• “Giocamico”
• Come espressione del sè
• Come modo di interpretare la realtà vissuta
– Modalità di “esperienza” (progetti speciali)
– Come passatempo
– Come spazio in cui “sono ancora io a decidere
se…”
– “serve per diventare grandi” (Priscilla – 6 anni)
37. Gite e feste
Spettacoli realizzati
dal personale per i
pazienti
Millevoci
Attività nei
reparti
Domiciliazione
dell’intervento
Progetti
speciali
Progetti
futuri
Giocamico
e la stampa
Convegni
Relazioni
Formazione
41. Seconda parte:Seconda parte:
la struttura e le soluzionela struttura e le soluzione
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Idee, Artisti e Arti Contemporanee
Sella di Lodrignano – 24 agosto 2013