2. TUTTI I LINK IN QUESTA
RIVISTA SONO ATTIVI! USALI!
Subvertising CONTENUTI
Anno VI, numero 53 del 18/07/2012
BLOG AND FACEBOOK MINIATURES 3
Editoriale
Direttore Responsabile
rock the summer
PIETRO PIERANGELI di Pietro Pierangeli 5
pietro@subvertising.it
Fondatore e direttore editoriale Quali social amano i blogger?
diego perrone di Sara Villa 7
diego@subvertising.it
dimmi che marketing fai e ti dirò chi sei
Art direction and design
di Stefania Boleso 18
ALEX PERRONE
Comunicati stampa, informazioni o altre richieste:
redazione@subvertising.it
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registrata presso il tribunale di Bologna
numero 7803 del 16/10/2007
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P.I. e C.F. 02247751205 - Chill Net Sas
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3. Blog and Facebook miniatures Subvertising luglio/agosto 2012
DailyBreak, an interactive web serie
by BBDO for HTC One X/AT&T. Stunning!
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4. Blog and Facebook miniatures Subvertising luglio/agosto 2012
Beat Girl, the first story told on Pinterest. (Agency: beActive)
Teen Wolf, the interactive
transmedia serie by MTV US.
Magnum Pleasure Hunt 2 - Advergame
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5. Editoriale Subvertising luglio/agosto 2012
Rock
the summer
di: Pietro Pierangeli - Direttore responsabile
pietro@subvertising.it
“Ciao, sò Enzo ci siamo visti cinque, sei settimane fa alla fila per l’estate, bisogna sbattersi e molto, trovando nuove soluzioni senza porre limiti alla creatività
farci toglierete multe, ti ricordi?” Un Verdone in uno dei suoi per- ... Quelli di Radio Globo, i creatori di Ostia Beach, si sono ripetuti aggiungendo al ‘pro-
sonaggi più riusciti apre, più o meno così, il video-tormentone dotto’ Resto a Roma un testimonial come Verdone, sfruttando il tema della crisi in chiave
‘Resto a Roma’, la versione un pò meno cafona di Ostia Beach, ironica e positiva e affidandosi in modo più strutturato alla rete con qualche iniezione di pr
fenomeno virale dell’estate 2011. digitali. Tutti gli altri che sono entrati nelle nostre timeline di FB dell’estate o compilation
M
a tormentone per chi? Se senti la radio i tormentoni sono altri, alcuni giornali sui nostri lettori mp3 (o di Spotify, Deezer ... ) sappiamo che lo hanno fatto sudando e
parlano di successi estivi di altro genere, per non parlare di amici vari che condi- quindi se lo sono meritato. Una buona notizia quindi per i migliaia di rocker nostrani che
vidono pezzi di artisti sconosciuti gridando al miracolo dell’estate 2012. su inventiva e creativita’ non sono secondi a nessuno.
Se fino a qualche anno fa a decidere la colonna sonora dell’estate ci pensava qualche grande E questo vale per tutti i mercati e in ogni stagione. Anche per questo 2012 avere sottobrac-
major mandando i prescelti a rotazione nelle poche emittenti radio e tv che contavano, cio l’edizione estiva di Subvertising potrebbe, speriamo, portare qualche buona idea per
oggi con la progressiva scomparsa dei media ‘mainstream’ l’ingresso nella playlist estiva è ripartire, dopo il meritato riposo, con l’obiettivo di entrare nel più alto numero di classi-
sempre più accessibile. Solo che la playlist estiva non c’è più. Sta scomparendo nello stesso fiche dei propri clienti, puntando sulla qualità dei propri servizi o prodotti e su soluzioni
modo...o meglio non ce n’è più una sola come negli anni ‘80, ‘90, ma centinaia, a seconda creative per farli conoscere e apprezzare. Buone riflessioni e buona estate a tutti da parte
dei canali che si ascoltano. Resto a Roma, in quante di queste entrerà? Difficile saperlo, uni- della redazione di Subvertising.
ca certezza è che ora, e da qui in avanti, per entrare nel piu’ alto numero di iPod caricati per
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7. CONTENT TAGS Subvertising luglio/agosto 2012
social media, bloggers, blog, italia, facebook, pinterest, google+, twitter, intervista
Quali social amano i blogger?
Intervista a 4 blogger (noti e vicini al mondo del marketing) sui social network:
quali ritengono davvero utili, come e perché li usano.
di Sara Villa
sara@subvertising.it
Negli ultimi anni si fa un gran parlare di tutti i social networks che continuano a spuntare come funghi cercando di intercettare
nicchie non coperte dai big delle reti sociali. Per approfondire l’argomento abbiamo chiesto a quattro professionisti, consulenti
web e navigati utenti delle piattaforme social, di comparare i social networks attualmente più usati e svelarci qualche segreto.
Ne è venuto fuori che: Twitter è il più usato e quello che piace di più; Facebook è un po’ come il primo amore: non si scorda mai,
però poi si cresce e nella vita si cerca altro; Linkedin è utile e serioso; Pinterest il luna park per immagino e Google+ potenzial-
mente destinato a cambiare le carte in tavola, non ci resta che aspettare.
ALESSANDRA FARABEGOLI
Si occupa di internet dalla fine degli anni ‘90 ed è una web strategist freelance. Su www.alessandrafarabegoli.
it definisce la sua attività come una trasmissione di idee e conoscenza per aiutare i clienti a integrare la cultura
digitale nel loro lavoro. Suoi sono i manuali Sopravvivere alle informazioni su internet e Manuale di buonsenso
in rete.
1. usabilità
FB: 7/10 intuitivo nonostante le numerose funzioni esistenti, i continui cambiamenti a volte ci complicano la
vita, a volte ce la facilitano. Che sia, tutto sommato, facilmente usabile, lo dimostra la strepitosa diffusione che
ha avuto. Dà la possibilità sia di contribuire con contenuti “pesanti” che di aderire-diffondere con un semplice
click.
Twitter: 9/10 elementare, come i Lego permette di fare tantissime cose, tutte diverse fra loro. Non sempre l’in-
terfaccia “nativa” è il massimo dell’usabilità, ma ci sono talmente tante alternative che glielo si perdona.
G+: 7/10 usabile è usabile, il fatto è che io lo uso poco, perché non ho mai mandato giù la pretesa di Google di
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8. Subvertising luglio/agosto 2012
farmi rimappare le mie reti anche a casa sua. A che pro?
LinkedIn: 5/10 interfaccia spesso macchinosa, ci sta per un servizio che si usa, tutto sommato, meno di frequente degli altri.
Pinterest: 9/10 immediato, facile, divertente, veloce.
2. facilità di viralizzazione dei contenuti
FB: 10/10 - fra condivisioni, like, inviti e commenti che fanno mostrare un post anche sulla bacheca di chi non ne segue l’autore, far girare i contenuti
su FB è (fin troppo) facile
Twitter: 9/10 - i Retweet sono immediati, citare un tweet aggiungendo qualcosa di tuo è solo lievemente più macchinoso, il meccanismo degli hashtag è
geniale
G+ - non riesco a valutarne la “potenzialità di viralizzazione”, ho l’impressione che le persone ci passino meno tempo che su Fb e che quindi la probabilità
di diffusione di un contenuto resti più bassa.
LinkedIn: siamo seri, non è cosa! LinkedIn non è il posto del passaparola e delle campagne flash
Pinterest: 10/10 - repinnare è immediato, e le immagini interessanti viaggiano alla velocità della luce
3. engagement
FB: 8/10 - da una parte le persone ci passano tanto tempo, spesso accalorandosi in lunghe discussioni, e la facilità di interazione e condivisione aiutano a
sollecitare l’interazione; dall’altra, via via che aumentano i soggetti e i contenuti, “bucare” la soglia dell’attenzione diventa sempre più difficile.
Twitter: 8/10 - più elementare e veloce di Facebook, il meccanismo delle @mentions aiuta a entrare in contatto anche con soggetti che difficilmente si
sarebbero potuti contattare per altre vie; d’altra parte, le conversazioni (specie fra più di due persone) a suon di scambi di tweet sono più difficoltose che
in un thread di commenti.
G+: 6/10 lo trovo piuttosto freddo per suscitare “engagement”, ma forse è un limite mio
LinkedIn: 4/10 non è il posto per l’engagement, ma per lo scambio di informazioni funzionali.
Pinterest: 6/10 il livello di engagement resta piuttosto superficiale, è più un mostrarsi a vicenda le proprie collezioni...
4. empowerment sociale
FB: 8/10 - vale il discorso fatto per l’engagement. Su FB ciascuno ha a disposizione molti strumenti da usare per generare discussioni, sollecitare cambia-
menti, influenzare le opinioni, aggregare soggetti, ma occorre saperli usare e bucare la soglia dell’attenzione.
Twitter: 7/10 - non basta un hashtag per fare le rivoluzioni - benché diffonderle in tempo reale e confrontarsi in modo diretto sulla timeline sia un bel
cambiamento
G+ - 5/10 (parlando per l’Italia) non è, e penso non diventerà, uno strumento di massa. Ci si discute per circoli, non lo vedo come uno strumento per
attivare dinamiche di cambiamento.
LinkedIn - 4/10 - sarà che non lo uso per creare link con persone che non conosco (come peraltro si dovrebbe fare stando ai termini di servizio), ma solo
per descrivere le mie relazioni effettive e riportare il mio percorso lavorativo, ma non sento LinkedIn come uno strumento per attivare dinamiche sociali
o di empowerment.
Pinterest - non applicabile.
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9. Subvertising luglio/agosto 2012
5. efficacia in campagne adv
FB: 8/10 - le campagne su Facebook, se ben progettate funzionano (an-
che se io all’inizio ci credevo poco).
Twitter: 4/10 - mi chiedo quanto siano letti o seguiti gli sponsored twe-
ets, a prescindere dalla soglia (altissima) di attivazione di una campa-
gna...
LinkedIn: 6/10 - ci si va poco di frequente, anche se la possibilità di
profilare i destinatari in base a criteri professionali è molto interessante.
Per la ricerca personale, ovviamente, è il top
G+ e Pinterest: non applicabile
6. costruzione delle relazioni
FB: 9/10 - ormai FB riproduce molte delle dinamiche dei rapporti uma-
ni, e permette di consolidare - mantenere - ravvivare relazioni, mesco-
landosi con le sue metafore anche alla vita offline.
Twitter: 8/10 - se dentro a FB parliamo soprattutto con persone che già
conosciamo (bonding), su Twitter discutiamo con gli sconosciuti (brid-
ging), e magari dopo un po’ ci viene voglia di conoscerli “dal vivo” (è bellissimo incontrarsi dopo aver scambiato per mesi, a volte anni, mentions e retweet)
G+: G+ è tendenzialmente bonding, e in circoli ristretti.
LinkedIn: 5/10 su LinkedIn non costruisci relazioni, le dichiari e semmai le evidenzi con le segnalazioni.
Pinterest: 2/10 segui quelli che postano immagini interessanti, magari non li conosci, ma è difficile che si traduca in una nuova relazione sociale
7.entertainment
FB: 9/10 fin troppo entertainment, il problema è staccarsene; il fatto che i criteri che usa FB per decidere cosa farmi vedere siano piuttosto oscuri probabilmente ci priva di
qualche scoperta, ma, se si seguono le persone e le pagine giuste, FB è interessante e divertente
Twitter: 9/10 personalmente non potrei farne a meno, è una fonte strepitosa di informazioni, e alcuni scambi di tweet sono pura letteratura. La necessità di sintesi affina la
scrittura, e i risultati si vedono
G+: 7/10: non riesco a farmelo piacere, si vede eh?
LinkedIn: 2/10
Pinterest: 8/10 - quando voglio rilassarmi guardando qualcosa di bello, vado su Pinterest.
8. censura
FB: il confine fra moderazione e censura, per pagine e gruppi, passa attraverso la chiarezza (definire una policy e comunicarla) e capacità di gestione del confronto. In ogni caso,
se qualcuno non ti fa dire una cosa a casa sua, vai a scriverla da qualche altra parte.
Twitter: non esiste censura, semmai autocensura (a volte mi mordo la lingua)
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G+, LinkedIn, Pinterest: non vedo particolari problemi di censura
9. autorevolezza del singolo profilo
FB: tutto sommato FB, limitando il numero di amici, ha in qualche modo limitato la possibilità di distanziare drammaticamente le star dalle persone “comuni” (anche se adesso
si può anche “seguire gli aggiornamenti” senza chiedere l’amicizia). Potersi fare un’idea di chi è, cosa fa, cosa pensa un altro, scorrendo la sua timeline, è una gran comodità,
anche nel valutare quanto è autorevole rispetto a un certo argomento.
Twitter: è il SN dove, più che in ogni altro, si accentuano le differenze fra gli utenti “top” - che sanno scrivere bene, hanno una forte specializzazione in un settore, e magari
hanno avuto l’intelligenza di cominciare presto - e le “new entry”. Bisogna sempre ricordarsi che il Klout è una misura dell’online, offline è un’altra storia.
G+: lo spazio dei guru, o dei wannabe-guru ;-)
LinkedIn: l’autorevolezza te la guadagni sul campo, non su LinkedIn
Pinterest: selezione meritocratica: se condividi immagini interessanti, molti ti “ripinneranno” e guadagnerai follower, altrimenti resterai a seguire gli altri e a coltivare le tue board
10. valore qualitativo del rapporto con gli altri utenti
FB: ci si osserva reciprocamente, si scambiano opinioni, a volte polemiche, ci si tiene d’occhio, si saggia la compatibilità. FB è definitivamente una delle dimensioni della socialità
di oggi.
Twitter: in modo più sottile e intellettuale, è un luogo di condivisione e consolidamento relazioni. L’immediatezza e la velocità in questo aiutano.
G+: più freddo e meno frequentato, ma questo - ribadisco - è il parere di una che
non lo ama
LinkedIn: non riesco a viverlo come un luogo di relazioni, forse è un limite mio
Pinterest: poca relazione con i soggetti, di più coi contenuti che condividono. Lo
trovo poco “relazionale” come spazio.
Qual è il social network più importante/influente/costruttivo per il tuo lavoro e
la tua attività di blogger?
Il social network che amo di più è decisamente Twitter, che peraltro contribuisce in
maniera importante alla mia visibilità ed è una delle fonti più importanti di traffico
verso il mio sito. Twitter è sintetico, spesso ironico, diretto e veloce; i tweet sono
come i Lego, ci puoi fare qualunque cosa, e io amo alternare il registro “professionale”
a quello personale.
Col tempo, ho apprezzato e apprezzo sempre più anche Facebook, che è anche quello
che uso di più per le attività dei miei clienti. Mi piace l’evoluzione della sua interfac-
cia, la sempre maggior valorizzazione delle immagini, l’articolazione delle relazioni.
Se Twitter è basico, Facebook è vario e incasinato come le relazioni umane, e credo
sia per questo che ha avuto tanto successo.
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GIANLUCA DIEGOLI
Dopo anni passati come marketing manager in azienda, ora è un consulente di marketing strategico
su online ed e-commerce e scrive sul blog www.minimarketing.it dove dice di sé che “abusa di internet
dal 1995, ma ammira quelli che la odiano”. Ha pubblicato l’ebook Minimarketing, 91 discutibili tesi per
un marketing diverso e Vendere Online, scritto per il Sole 24 Ore.
1. usabilità
Di sicuro Pinterest è quello con l’interfaccia più innovativa e probabilmente usabile, tant’è che viene
progressivamente copiata da molti altri siti. Twitter ha il vantaggio che ognuno si sceglie il client che
ritiene più usabile, e questo è un grande vantaggio. Io personalmente trovo poco usabile Linkedin,
Mentre FB, che dire, lo usano 14 milioni di italiani ogni giorno, e hanno ragione loro, di default :)
2. facilità di viralizzazione dei contenuti
Probabilmente Twitter e Facebook hanno una massa critica che li rende più adatti alla circolazione dei
contenuti tra pari, passando per le reti amicali (FB) o per le reti di interessi (TW). Su Linkedin non ho
mai visto nulla di virale (che non è detto sia un male :) G+ e Pinterest, per l’Italia, sono a uno stadio
troppo arretrato di utilizzo per fare considerazioni in merito.
3. engagement
Ovviamente Facebook È l’engagement, l’ha inventato lui in pratica. Gli altri network producono en-
gagement più temporanei, legati a fatti, episodi, eventi. Su G+, almeno per l’Italia, dopo l’entusiasmo
iniziale di alcuni brand non mi sembra di vedere risultati di rilievo.
4. empowerment sociale
Non so bene cosa significhi: se significa rendere le persone abili di trasferire informazioni, auto-organizzarsi, trasmettere velocemente la propria opinione
al di là degli steccati dei grafi sociali, di sicuro Twitter è lo strumento privilegiato. Anche se su Pinterest si sono formate comunità di pratica in cui l’ele-
mento dell’auto-aiuto e della trasmissione della conoscenza e dell’organizzazione della propria vita in funzione di determinati valori è molto importante e
fondante delle relazioni stesse.
5. efficacia in campagne adv
Su Linkedin non ho esperienza diretta. G+, Pinterest al momento non hanno pubblicità, come anche Twitter, in pratica, se non riservata a grandissime
aziende. Facebook può diventare uno strumento interessante per arrivare a particolari nicchie di persone, sia quanto a interessi, che a profilazione socio-
demografica e geografica.
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12. Subvertising luglio/agosto 2012
6. costruzione delle relazioni
Le relazioni si costruiscono con qualsiasi strumento: purché que-
sto contenga in sé un’utilità specifica per la community di cui si
fa parte. Inutile mettere router su PInterest, o twittare promozio-
ni e basta. Serve elargire qualcosa prima di raccogliere: e questo
lo puoi fare con qualsiasi strumento (anche se non è detto, anzi,
che tu debba usarli tutti).
7.entertainment
Di sicuro il multimedia, che spesso è strumento propedeutico,
vive più su Facebook e su Pinterest, in parte su G+, meno su
Twitter, ed è quasi nullo su Linkedin. Anche se leggendo discus-
sioni su Linkedin rido molto. Ma forse la domanda non intende-
va questo.
8. censura
La censura delle aziende o quella della piattaforma? Di sicuro per
le aziende è più facile cancellare commenti sulla propria pagina
fan, che fermare la diffusione in rete di tweet scomodi. In questo
Twitter è di sicurò più anarchico. Anche se poi a volte le aziende
fanno finta di non sapere (o non sanno proprio) quello che suc-
cede e che si dice nei profili privati di Facebook. Per fortuna, per
loro e per gli utenti.
9. autorevolezza del singolo profilo
L’autorevolezza si conquista con i contenuti, con la content curation associata a una competenza specifica. Se non sei un VIP, meglio farsela con Twitter o
su Pinterest (se i tuoi “punti di competenza” sono affini a quella piattaforma). Linkedin sarebbe un’ottima base di partenza per il B2B, ma spesso l’ignoran-
za con cui viene usata trasforma gruppi potenzialmente interessati nella fiera dell’ autopromozione, che li svuota quasi in automatico in poco tempo.
10. valore qualitativo del rapporto con gli altri utenti
Il valore qualitativo non credo dipenda dalla piattaforma che si usa. Dipende da cosa intendiamo per qualità. Per me la qualità è avere un rapporto privi-
legiato con persone che so sapranno “restituirmi” quello che ho donato loro, e viceversa. Per mia utilità, uso quasi solo Facebook e Twitter (ovviamente se
non consideriamo il blog e l’email) e una volta FriendFeed. Ma ripeto, gli strumenti cambiano, i legami veri restano. Come nella vita prima della rete.
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13. Subvertising luglio/agosto 2012
RUDY BANDIERA
è un giornalista, professionista dell’IT e consulente web. Ha fondato una social media agency
ed è molto attivo sul suo blog www.rudybandiera.com.
1. usabilità
L’usabilità è il massimo su Pinterest: i comandi da utilizzare sono pochi e semplici oltre al fatto
di essere intuitivo per via delle immagini. Poi abbiamo Facebook per via dell’abitudine, Goo-
gle+ perchè semplice e ben fatto, Linkedin (poco conosciuto e non semplicissimo) e Twitter,
che anche sembrando il più banale, è quello dalle dinamiche più complesse.
2. facilità di viralizzazione dei contenuti
Sicuramente Twitter è quello che “converte” di più, ovvero quello che ha più click sui link. Solo
che si deve sapere usare altrimenti è un macello. Poi Facebook per una questione numerica,
Pinterest molto buono -in proporzione- ma ha numeri bassi, Google Plus e Linkedin.
3. engagement
Penso che Facebook in questo caso sia il migliore: la massa enorme di utenti lo rende terribil-
mente “ingaggiante” :) G+ secondo me ha ottime potenzialità, Twitter a sua volta (sempre se si
usa come si deve) poi Pinterest e Linkedin.
4. empowerment sociale
Qui il discorso si complica: diciamo che Twitter ha la maggiore potenzialità. Non essendo “di massa” ed essendo piuttosto complesso, ha un livello intrin-
seco maggiore. Ma gli utenti sono molti meno che in Facebook, social nel quale però la qualità contenutistica tende a calare. Dall’altra parte abbiamo un
Linkedin in Cui la qualità dei prodotti postati è spesso molto alta ma la socialità è bassa quindi anche l’empowerment. Pinterest ha un aspetto molto ludico
ed immediato e non ho ancora visto esempio di empowerment sociale, e G+ continua ad essere un border line con straordinarie possibilità ma con limiti
dovuti al settore saturato da Facebook.
5. efficacia in campagne adv
Facebook, per via del numero di utenti, non ha rivali. Anche se le persone che cliccano su banner e link in FB sono davvero poche.
6. costruzione delle relazioni
Anche qui molto dipende da quante persone usano una cosa: Facebook porta le relazioni in una parentesi contestualizzata e temporale. La gente scrive, gli
altri rispondono poi tutti si legge tutto. Twitter, al contrario, svincola la comunicazione dalle lungaggini e tiene la stessa nell’ambito di poche battute flash.
Dipende da chi si è e da con chi si vuole comunicare. Linkedin offre ottimi spunti di lavoro, e G+ è molto più potente di quanto si possa immaginare, gra-
zie alle sue caratteristiche sociali. Pinterest è un po’ fuori dai giochi.
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14. Subvertising luglio/agosto 2012
7.entertainment
Diciamo che Pinterest ha potenzialità straordinarie, ma software come Instagram lo potrebbero relega-
re in un angolo. Twitter rimane il più divertente secondo me, e Linkedin in meno divertente.
8. censura
Non esiste un luogo dove non possa essere associata la censura. Facebook tende a mantenere i propri contenuti “puliti” secondo dei canoni
assurdi che solo lui conosce. Twitter è certamente molto più aperto, così come Pinterest e, paradossalmente, Linkedin. G+ ha avuto alcuni problemi in tal
senso.. speriamo non ci ricaschi.
9. autorevolezza del singolo profilo
Facebook per via della popolazione media e Twitter per chi vive la
Rete. G+ sta crescendo ma non è ancora arrivato ad impensierire e gli
altri sono molto meno influenti. Non è un caso che il Klout si misuri in
gran parte su Facebook e Twitter.
10. valore qualitativo del rapporto con gli altri
utenti
Qua dipende solo da un fattore ovvero da come noi ci comportiamo
con gli utenti, cioè con gli altri. Esattamente come nella vita vera.
Qual è il social network più importante/influente/costruttivo per il
tuo lavoro e la tua attività di blogger?
In conclusione: il social perfetto non esiste. Una sola cosa porta visite
ad un sito e un certo grado di popolarità, ovvero l’uso di tutti i social,
sinergicamente e in maniera differenziata. Non posso scrivere su Twit-
ter quello che scrivo su Facebook e viceversa, così non ha senso postare
le foto di Piterest su Instagram ma semmai il contrario. Quando vi
chiedete “cosa è meglio?” vi dovete rispondere sempre con “la cosa più
faticosa”.
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15. Subvertising luglio/agosto 2012
GIANLUCA FIORELLI
Consulente SEO giramondo, su www.gianlucafiorelli.com, ovvero The random blog, scrive pensieri multilingue su
tutto e su tutti. Per lui, da alcuni anni a questa parte, Social Media e SEO hanno profonde sinergie e, pur mantenen-
do le loro specificità, l’uno non può pensare di fare a meno dell’altro per ottenere il massimo risultato possibile.
1. Usabilità
In Twitter è eccellente infatti è il social che uso di più. Poi, per un uso professionale esistono tools (Hootsuite, Twe-
etdeck, SocialBro e Buffer). Di FB non sopporto il suo essere racchiuso in se stesso ma amo la facilità con cui per-
mette di mantenere relazioni con persone e brand. G+ non credo possa essere considerarlo solo un SN. È un sistema
di profilazione, uno framework in cui utilizzare tutti i prodotti di Google. Linkedin presenta le maggiori pecche a
livello di usabilità. Pinterest è tra i Social più semplici da utilizzare. Intuitivo, facile e alla portata di tutti. Questa sicu-
ramente una delle chiavi del suo successo.
2. Facilità di viralizzazione dei contenuti
Su Twitter è piuttosto semplice viralizzare dei contenuti soprattutto se si rispettano buone pratiche. La viralità non
è correlata tanto al numero dei followers che il profilo ha, ma alla somma dei followers che i tuoi followers hanno.
E’ più complesso virilizzare un contenuto su FB, anche perché la gente tende a fermarsi al Like e a non compiere un’azione di Share. Poi, è talmente alto il
rumore bianco in Facebook che il rischio che un contenuto passi inosservato è alto.
G+ è particolarmente efficace per rendere un contenuto virale grazie alla possibilità di creare Circoli. Inoltre, G+ ha qualcosa che nessun altro SN possie-
de a livello di analitica: i Ripples, grazie ai quali scoprire come un contenuto si è diffuso all’interno di G+, vedere le connessioni tra i profili che lo hanno
condiviso il nostro share e scoprire nuovi influencer. In Linkedln non è enorme ma la percentuale di ROI molto alta.
Su Pinterest è meno semplice di quello che si crede. I siti che vogliono che i loro contenuti visuali divengano virali, devono dimenticarsi di immagini a
scarsa risoluzione o di servirsi di immagini di stock.
3. Engagement
Twitter è ideale per l’engagement. La natura “real time”, la facilità che si ha nel rispondere in ogni momento e in ogni luogo sono la chiave. Se su FB i fan si
ingaggiano in modo creativo, il livello di engagement può essere molto alto. Altrimenti no e la tua pagina sarà una specie di zombie confusa tra una gran
marea di zombies. In Italia G+ non è molto utilizzato ma in altri mercati e nicchie è possibile vedere come permetta un livello molto alto di engagement,
grazie soprattutto a qualcosa che nessun altro ha: gli Hangouts e gli Eventi. Su Linkedin può essere alto, soprattutto se si fa un’integrazione di altri media
all’interno. Su Pinterest è buono ma di scarsa durata.
4. Empowerment sociale
Il lo chiamo “diventare un thoughtful leader” nella tua nicchia di mercato. Twitter è fantastico, sopratutto se ti mostri disponibile a rispondere e ad aiutare
i tuoi follower. Engagement e empowerment sociale sono sinonimi in FB. Difficile valutare ora quello di G+, penso si debba aspettare ancora un po’, fino
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16. Subvertising luglio/agosto 2012
a quando la “plussificazione” di Google potrà considerarsi completa con l’integrazione di molti prodotti che sono ancora fuori dall’orbita di G+. Data la
natura professionale di Linkedin, un’attività costante, di qualità ed efficace può permettere di creare un profilo che possa aiutare a raggiungere l’obiettivo di
essere il thoughtful leader nella nostra nicchia di mercato. Pinterest produce un empowerment minore rispetto agli altri SN.
5. Efficacia in campagne adv
Per me Twitter non ha ancora trovato la formula ideale. Io non ne faccio un grande uso, perché preferisco suggerire e istruire i miei clienti a come essere
presenti, attivi e, quindi, avere un ritorno simile a quello che darebbe un promoted tweet, grazie all’uso di hashtag e/o al following e. Se ben pianificata,
una campagna di advertisement su FB può essere d’enorme aiuto. Aprrezzo le sponsored stories e le utilizzo soprattutto nel fine settimana, quando la gente
ha più tempo a disposizione. Su G+ non è presente pubblicità e le marche devono fare leva sull’efficacia delle loro azioni Sociali e di Content per ottenere
visibilità. Ma Google è anche sinonimo di Adwords e Doubleclick, quindi in futuro G+ potrebbe intergrarli. Pinterest non ha ancora un sistema di advert-
sing ma in futuro immagino che questo si baserà su pubblicità contestuale alle ricerche effettuate all’interno.
6. Costruzione delle relazioni
Twitter è ottimo per creare delle relazioni. Una volta lessi un tweet in cui si diceva che Facebook è come uno stand in una fiera,
What’s App il salotto di casa e Twitter, invece, un bar. Entri, bevi una birra con gli amici, discuti, conosci nuove persone grazie ai
tuoi amici e crei nuovi legami. Informalità e rispetto. In FB questo aspetto è buono, ma più complesso che suTwitter.
G+ permette di creare dialoghi molto più ricchi e creare relazioni meno superficiali e più durature.
Linkedin è ottimo, soprattutto se si considera come una estensione online del networking tipico dei congressi e delle fiere.
Se su Pinterest si riesce a fare Image Content Curation di valore, allora sì che è possibile costruirsi una rete di “amici” fedeli.
7. Entertainment
Su Twitter dipende dai followers che uno ha e dalla nicchia in cui opera. A livello intellettuale, è probabilmente il SN più divertente, soprattutto grazie agli
hashtag.
La natura di FB e la sua integrazione con apps di ogni tipo e la facilità stessa di crearne nuove e specifiche, rende il fattore entertainment uno dei fattori
chiave del suo successo.
Il fatto che G+ abbia riportato in auge qualcosa di archeologico come le Gif animate la dice lunga sulle capacità variegate di intrattenimento che offre. Gli
hangouts, privati o pubblici, e gli eventi sono altri elementi che fanno di G+ un luogo in cui intrattenersi. Inoltre è presente Zynga con i suoi odiosi giochini.
Linkedin è solo di tipo intellettuale, sarebbe piuttosto imbarazzante vedere giochini e intrattenimento leggeri. Su Pinterest è enorme…Pinterest è additivo.
8. Censura
Eventi passati (la primavera araba per esempio) ma anche la maggior trasparenza di Twitter stesso, mi fanno pensare che la censura, per lo meno quella di
natura politica, non sia così presente. Credo che siano gli utenti stessi che tendono ad auto censurarsi. Credo che FB stia migliorando, ma ha ancora ampli
margini di miglioramento, non solo sulla censura ma anche sulla privacy. Tra i valori di G+ c’è quello di non censurare mai, se non quegli argomenti che
sono contro i suoi stessi core values.
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17. Subvertising luglio/agosto 2012
9. Autorevolezza del singolo profilo
Un profilo Twitter ben mantenuto, attualizzato e rafforzato da una costante attività di qualità è un ottimo elemento di branding anche personale. Anche
per FB tutto dipende dall’uso più o meno intelligente che se ne fa. A livello di personal branding, ritengo sia molto più potente ed efficace un buon profilo
Twitter che un equivalente in Facebook.
Come SEO considero il profilo G+ più autorevole di tutti. Il motivo è semplice: il profilo G+ condiziona e condizionerà sempre più anche il Search. Ciò si
deve a un grafo che probabilmente non è ancora del tutto noto al di fuori del mondo SEO: l’author rank. L’author rank è quella metrica che si basa sull’au-
torevolezza di un autore di un contenuto, autore che è tale perché così ha dichiarato a Google di essere utilizzando un’etichetta speciale (rel=”author”)
collegata al suo profilo G+. Quando, per esempio, s’incontrano snippet con la foto di una persona nei risultati di ricerca, quella foto è conseguenza dell’uso
del rel=”author” e della sua connessione col profilo Google.
Ebbene, se Google individua che un profilo è collegato a siti che ritiene trusted seed, se il profilo è “encircled” da un alto numero di profili (tra cui altri
profili influenti), allora ottenere menzioni, links dai siti di quel profilo o addirittura avere la persona di quel profilo creando contenuto per il tuo sito, sarà
un vantaggio competitivo sia a livello Social ma, e soprattutto, a livello Search.
L’autorevolezza è alta su Linkedin.
Per l’autorevolezza di Pinterest mi rifaccio alla risposta sull’empowerment sociale e a quella sulle costruzioni delle relazioni.
10. Valore qualitativo del rapporto con gli altri utenti
Se ben utilizzato, ovvero se non si usa Twitter come semplice spammoso ventilatore di messaggi lanciati in altri networks, allora la qualità dei rapporti con
altri utenti può essere davvero grande
Per Facebook vale lo stesso discorso fatto per l’autorevolezza del singolo profilo del social.
In G+ è possibile creare rapporti di qualità eccelsa e la qualità è alta anche su Linkedin.
Su Pinterest la qualità dei rapporti instaurabile è piuttosto buona e se i contenuti delle immagini sono di valore, si riesce a instaurare una rete di fedeli.
VOTI GENERALI
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DIMMI CHE
MARKETING FAI
E TI DIRò CHI SEI
Intervista doppia a due manager sulla fiducia nei (tanti)
mezzi di comunicazione, convenzionale e non
di Stefania Boleso
www.stefaniaboleso.com
CONTENT TAGS
guerrilla marketing, transmedia storytelling, reebok, adidas, alegra o’hare, simona colombo, vitec,
manfrotto, pubblicità, comunicazione, advertising, intervista doppia 18
19. Subvertising luglio/agosto 2012
C
hi lavora nello stesso settore da molto tempo, e magari è anche appassionato di ciò che fa, rischia di avere una percezione distorta
della realtà. Si è portati a pensare che tutti conoscano (e magari apprezzino) ciò che apprezziamo noi, mentre magari non è così.
Per questo motivo noi di Subvertising, da sempre appassionati di marketing non convenzionale e più recentemente di transmedia storytelling, abbiamo voluto capire
quanto questi strumenti siano conosciuti e utilizzati dalle aziende italiane. Abbiamo chiesto qua e là a vari responsabili marketing e comunicazione; qualcuno ci ha risposto, altri no.
Ciò che abbiamo capito è che non sempre sono le aziende più grandi o famose quelle più all'avanguardia. Anzi, come spesso succede quando si parla di innovazione, sono le realtà
più piccole o comunque non "mainstream" le più inclini a voler sperimentare.
Ecco a voi un'intervista doppia a Alegra O'Hare, brand director di Reebok (Adidas Group) e Simona Colombo, Divisional Marketing Communications Director di Vitec Group.
Cos’è per Reebok il guerrilla marketing Cos’è per Manfrotto il guerrilla
e cosa ha rappresentato (e rappresen- marketing e cosa ha rappresen-
ta) nelle vostre strategie di marketing? tato (e rappresenta) nelle vostre
Secondo me il guerrilla marketing è un po’ passa- strategie di marketing?
to di moda, soprattutto quando si pensa ad azioni In una recente conversazione piuttosto
“fini a se stesse” e con grande dispendio di risor- sbilenca, qualcuno mi ha chiesto se mi
se. Credo che abbia a che fare con il momento interessasse il gorilla marketing. Sono ri-
di austerità nel quale stiamo vivendo, legato ad masta un po’ così, ed ho risposto di si,
un interesse sempre maggiore per tutto ciò che è certo che si, che diamine! In fondo, tra
biologico e “green”. Le azioni di marketing adesso gorilla e guerrilla, che differenza c’è?
vanno orientate al valore aggiunto che il brand può
portare all’acquirente per guadagnarne la fiducia ed Qual è la vostra presenza so-
il rispetto. Integrare questi valori nelle attività di cial? Qual è la piattaforma che
guerrilla è una tra le nuove frontiere della comu- utilizzate di più e perché? Quale
nicazione. invece vi ha deluso?
Mi piace pensare all’universo social,
Qual è la vostra presenza social? Qual è la piattaforma che utilizzate di come ad un dedalo sotterraneo ed anche leggermente anarchico, di immagini
più e perché? Quale invece vi ha deluso? e di suoni. Dal nostro sito manfrotto.com partono tunnel di contenuti verso
Siamo presenti su tutte le piattaforme di social marketing, Facebook è quella maggiormen- facebook, twitter, vimeo, you-tube, vimeo.
te utilizzata ma anche Twitter attraverso i nostri brand ambassadors (Elisabetta Canalis, Abbiamo due macro-contenitori, quello professionale, della manfrotto school of
Maurizio Felugo, Planet Funk). excellence e quello interamente dedicato all’immaginazione, che si rivolge a tutti,
a tutti quelli che sanno immaginare.
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Transmedia storytelling: lo conosci? Lo utilizzate? Pensate di utilizzarlo Tutti, belli e brutti. www.manfrottoimaginemore.com
in futuro? Quali sono a tuo avviso i potenziale e i limiti dello strumento? Lasciamo che siano loro a parlare, in
Ne ho sentito parlare ma non lo conosco bene, mi documenterò! un susseguirsi di storie e di incontri da
approfondire, i più timidi leggono e ri-
E il cosidetto marketing partono, altri si soffermano ed entrano
tradizionale che ruolo nelle conversazioni.
ricopre in tutto ciò? C’è
ancora spazio per la È un progetto nuovo, appena aperto e
cosiddetta “comunica- in fase di costruzione. Vediamo come
zione classica”, oppu- va.
re nel medio periodo è
destinata ad esaurirsi Delusioni? Uhm. Forse un concorso su
e quindi scomparire? twitter di qualche tempo fa.
La radio esiste ancora, pur in Eravamo all’inizio e ci siamo lasciati
questo contesto di evoluzio- prendere alla sprovvista. Comunque, hanno partecipato in quasi un milione in
ne digitale, perché rimane la poche settimane e con fotografie di una bellezza inaudita. Lo rifaremo.
necessità e la voglia di rima-
nere “collegati” tra di noi . La Transmedia storytelling: lo conosci? Lo utilizzate? Pensate di
comunicazione “classica” rim- utilizzarlo in futuro? Quali sono a tuo avviso i potenziale e i limiti
marrà fino a quando il mezzo, dello strumento?
È li che guardiamo, e che facciamo, con curiosità e con interesse.
La potenza dei diversi e perché no, divergenti linguaggi del transmedia è ciò che
che da valore aggiunto fa per noi. Non solo foto, o video, o timelapse ma un dinamico andare e venire
alle persone, non cessarà di azioni, suoni, billboards e testo.
di esistere. Mentre
l’utilizzo della ra- Andiamo verso l’in-
dio è unilaterale, la venzione del conte-
televisione ormai è nuto. Che significa?
affiancata da altri Ancora non lo sappia-
mezzi che ne “distol- mo ma eccoci con un
gono” l’attenzione, progetto di narrazio-
ipad/smartphones/ ne sulla videografia.
etc…, rendendo la Una storia in 20 pun-
p ro g r a m m a z i o n e tatine. Una settimana
pubblicitaria meno dopo l’altra raccontia-
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efficace di prima. mo e suggeriamo come diventare un vero videografo. Dai, anche tu ce la puoi
Ritengo che la centralità del prodotto, e nuovamente del valore aggiunto del brand, catturi fare. www.manfrottoschoolofxcellence.com
l’attenzione più di uno spot ben girato da qualche regista pluripremiato come si faceva Noi siamo partiti con una domanda. ? Il punto interrogativo, che ti invita a par-
spesso negli anni ‘90 e 2000. Prevedo che gli esseri umani arriveranno ad una saturazione lare con noi, a dirci che cosa ne pensi, ad essere coinvolto. La rule of engagement.
fisica delle tecnologie, e consapevolmente, cercheranno di ridurne l’interazione, e conse- Perché hai comprato la tua videocamera, why, why, why?
guentemente la pubblicità sulle stesse. Why did you buy a videocamera?
Lo vediamo già con alcuni trend nel fitness, come CrossFit, dove non esiste nulla a parte te
stesso, gli attrezzi e le persone che ti circondano. E’ la nuova necessità; tornare alle origini E il cosiddetto marketing tradizionale che ruolo ricopre in tut-
come esseri umani, come per esempio seguire diete “paleo” che ci riportano ad un rapporto to ciò? C’è ancora spazio per la cosiddetta “comunicazione
reale con la natura come esseri umani o la frequentazione delle spa e degli hamman che classica”, oppure nel medio periodo è destinata ad esaurirsi e
stanno aprendo ovunque. quindi scomparire?
Una buona percentuale della cara ma molto vecchia comunicazione classica, ri-
Ovviamente in questo contesto, l’unica comunicazione ancora più efficace è quella “classi- mane e permette a Manfrotto di usare un metodo stabilito, quello delle pagine
ca”, e cioè “ il word of mouth “ (la fiducia nel prossimo e nei suoi consigli) che è la miglior da sfogliare. Accade sulle riviste di settore, spesso veri e propri totem di messaggi
forma di pubblicità che possa esistere, ora accelerata dai social media. L’essere umano tecnici e di prodotto.
come mezzo principale di comunicazione per un brand. In ogni campagna stampa, però, rimandiamo ed invitiamo il lettore a venirci a
trovare sui nostri siti, soprattutto sulla manfrottoschoolofexcellence.com e sulle
sue pagine facebook e twitter.
Siamo anche su flickr e su Vimeo, e ci piace lasciare
spazio a chi ci segue, dedicando ai nostri followers
contenuti aggiornati e capaci di aprire le porte del
marchio ad un colloquio con gli altri.
È questo che ci piace nella comunicazione di oggi:
stampa, internet, video, ipertesto. Di medium, tut-
to un po’, ma con qualità.
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