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ISTITUTO COMPRENSIVO PASQUALE MATTEJ
SCUOLA PRIMARIA MARCO POLO

Laboratorio Linguistico
A.S. 2012/13

Gli alunni della Classe 3^
presentano

Una fiaba moderna di Educazione alla Legalità
Introduzione
Riflettere
sui
contenuti
offerti
dall'Educazione alla Legalità, oggetto del
Progetto
di
Istituto
di
quest'anno
scolastico, è servito per focalizzare
l'attenzione su alcuni obiettivi importanti
che la Scuola, in quanto Istituzione, deve
offrire:
 Promuovere comportamenti centrati sul rispetto
di sé e dell’altro.
 Favorire negli alunni la costruzione del “senso
etico” ispirato ai valori umani universalmente
condivisi.
 Avviare gli alunni verso l’acquisizione di
atteggiamenti rispettosi delle regole e delle leggi,
come strumenti della pacifica convivenza.
 Avvicinare gli alunni alle istituzioni attraverso
la loro conoscenza e con forme di partecipazione
attiva.
 Prevenire la dispersione scolastica e il disagio,
favorendo la costruzione di un Sé e di un “Altro”
positivi.



Intervenire precocemente per le situazioni di
disagio e di disabilità.
 Ottimizzare le potenzialità di tutti gli alunni con
riferimento
specifico
alle
intelligenze
intrapersonale,
interpersonale,
emotiva
e
morale.
2
La fiaba come narrazione popolare, con il
suo intento formativo di crescita morale e
di monito per sottolineare i comportamenti
sbagliati dell'umana natura, ben si presta
allo scopo di evidenziare una problematica
emersa durante le conversazioni in classe
proprio in tema di Educazione alla
Legalità: i Diritti dei fanciulli.
Diritti spesso violati per cause diverse,
dalla guerra al disagio socio-culturale,
dalla fame allo sfruttamento del lavoro
minorile, situazioni si spera il più lontane
dai vissuti dei bambini "fortunati", i quali,
se giustamente sollecitati,
possono
diventare testimoni di buone condotte di
Educazione alla Legalità.
Il diritto al gioco e allo studio è sembrato
emergere
come
uno
degli
aspetti
importanti
della
crescita
dell'uomo,
quindi, spinti dal desiderio di narrare una
storia che fosse esplicativa di questo
problema, gli alunni si sono dedicati alla
ricerca vicende realmente accadute, di
documenti, di testimonianze a cui riferirsi

3
per costruire una storia sì attuale, ma
sotto una veste narrativa più vicina a loro.
Le ore del laboratorio linguistico si sono
ben prestate all'approfondimento creativo
che ha portato alla stesura della fiaba di
"Jamal e Kubra".
Buona lettura!

4
c'erano una volta due fratelli Jamal e
Kubra, il primo maschio la seconda
femmina rispettivamente di dieci e otto
anni. Di origine nigeriana, erano giunti in

Italia un anno prima con i loro genitori,
per cercare lavoro e per vivere una vita
migliore, dato che nel loro villaggio c'era
molta povertà. Purtroppo i genitori
avevano trovato lavoro solamente come
operai nelle campagne del Basso Lazio e a
stento riuscivano a pagare l'affitto e a
5
coprire tutte le spese mensili. Vivevano ad
Itri, dove avevano affittato una casa senza
riscaldamento, dato che costava di meno.
D'inverno, all'occorrenza, accendevano le

stufette elettriche e preparavano le borse
d'acqua calda.
Spesso andavano alla Caritas per rifornirsi
di cibo e di vestiti. Nonostante questi
disagi i genitori erano sempre molto
dignitosi. Quando non lavoravano alla
raccolta delle olive o nelle serre amavano
6
vestirsi con gli abiti tipici del loro villaggio,
dei camicioni dai colori sgargianti con
meravigliose fantasie batik.
Jamal e Kubra non andavano a scuola
perché ai genitori era scaduto il permesso
di soggiorno e non avevano i soldi per
pagare la tassa necessaria a regolarizzarli.
I due fratelli cosi, nonostante avessero un
gran desiderio di andare a scuola e di
7
giocare, erano costretti a vendere fazzoletti
di carta ed altra piccola merce ai semafori.

Jamal era alto e slanciato, aveva i capelli
corti e molto ricci. Era sempre sorridente e
il bianco dei suoi denti spiccava sul suo
viso molto scuro di pelle. Amava parlare
con tutti e tutti ricambiavano la sua gioia
con tante gentilezze, c'era anche chi gli
offriva il cornetto la mattina al bar.

8
Kubra era più
bassa
del
fratello, con i
capelli ricci, ricci
e gli occhi come
due olive nere
lucenti al sole.
Era più timida e
si
nascondeva
sempre dietro al

fratello
quando
le
facevano
complimenti per la sua bellezza.

dei

9
Un giorno, i due bambini si avvicinarono
ad un'auto ferma al semaforo rosso per
proporre la loro vendita.
Era una giornata ventosa di primavera, il

polline dei fiori si disperdeva nell'aria
facendo starnutire molte persone. Jamal
pensava che era la giornata giusta per
vendere fazzoletti. " Fazzoletti, fazzoletti!
Chi ne ha bisogno? Solo per oggi a 0,50
centesimi la confezione..."

10
Osservò l'automobile da vicino e la
riconobbe: era quella del padrone di casa,
il signor Pezza.
Era un uomo alto e robusto, sui cinquant’
anni, un po' pelato,
ma mascherava la
sua calvizie usando
uno stratagemma:
il riporto. Si era
fatto
crescere
i
capelli
da
lato
sinistro e, appunto,
li riportava sulla
testa
fino
all'orecchio destro.
Indossava
delle
camicie a righe o a
quadroni
sempre
strette
sul
pancione. I pantaloni avevano molte
tasche, piene di ogni genere di oggetti e di
cibo. Fumava come un drago e puzzava di
sudore perché non si lavava mai. La sua
voce era tonante e rimbombava come un
temporale lontano. Era egoista, legato alle
11
cose che possedeva, odiava i bambini,
perché diceva che i loro schiamazzi
turbavano la sua quiete. Inoltre non
sorrideva con le persone, si divertiva solo

nel vedere la Formula1. Poi era razzista.
Insomma
un
tipo
assai
poco
raccomandabile.
Jamal nel vederlo, fece un balzo
all'indietro per evitarlo, ma il signor Pezza

12
lo riconobbe, scese dalla sua auto e si
diresse verso i due fratellini dicendo:

"Mi dovete i soldi dell'affitto! Mi dovete
l'aumento!
Datemi
ciò
che
avete
guadagnato finora... subito!"
I bambini risposero: " Non è giusto, sei un
prepotente! Chè cos'è questo aumento?
Noi non ne sappiamo niente! Dillo ai
nostri genitori e lasciaci in pace!".
13
Ad un tratto però, una folata di vento fece
svolazzare il ciuffo di capelli del signor
Pezza. Sembrava l'ala di un gabbiano che
vola su uno scoglio.

Jamal e Kubra scoppiarono a ridere
facendo infuriare il padrone di casa, che
cercò di acciuffarli. Per fortuna scattò il
verde e gli automobilisti in coda
cominciarono a suonare il clacson.
Il signor Pezza sbraitando entrò in
macchina e partì a tutto gas con una
14
sonora sgommata, ma fece in tempo ad
affacciarsi dal finestrino e a urlare ai due
fratelli:" Tanto so dove trovarvi!" I bambini
fuggirono a gambe levate impauriti.

La sera, a casa, Jamal e Kubra
raccontarono tutto ai genitori che
rassicurarono i figli: " Non preoccupatevi,

15
vi diamo un portafortuna davvero
speciale, uno ciascuno. Basta strofinarlo

e...vedrete...".
Diedero loro due ciondoli, Jamal aveva un
leone, Kubra un elefante, entrambe
scolpiti nel legno e dipinti con colori
brillanti. I due bambini avrebbero dovuto
in caso di pericolo strofinarli con la mano
16
per vedere apparire realmente un leone e
un elefante.
Andarono a letto sereni e tranquilli ed il
giorno dopo indossarono gli amuleti e

ritornarono al
fazzoletti.
I ciondoli erano
soprattutto utili
malintenzionati. Il

semaforo

a

vendere

proprio graziosi, ma
per tenere lontani i
leone si sà, è il re della
17
foresta e l'elefante è dotato di una
incredibile forza. Restava loro il dubbio se

era tutto vero o se quel dono era un modo
per dare loro coraggio immedesimandosi
in quei potenti animali.
18
A metà mattinata arrivò il signor Pezza
con la sua auto rossa e impolverata.

Parcheggiò nei pressi del semaforo ed
andò dritto verso i due
fratellini urlando
parole incomprensibili.
Jamal fece un grosso
respiro,
afferrò
il
ciondolo con il leone, se
lo sfilò dal collo e
lo strofinò. L'amuleto di
legno cominciò a ruotare

19
su sé stesso e si trasformò in un leone
grosso e minaccioso che ruggì davanti al
padrone di casa prepotente, facendogli

saltare tutti i bottoni della camicia per la
paura; dopodiché l'uomo scappò lontano.
Jamal non credeva ai suoi occhi, si
sentiva forte e coraggioso, così gli gridò:
" Scappa, scappa, tanto il leone sta
sempre con me!"
Il giorno seguente egli ritornò travestito da
cespuglio, ma Kubra, che se ne era
accorta, fece un grosso respiro come il
20
fratello, afferrò il ciondolo, se lo sfilò dal
collo e lo strofinò. L'amuleto di legno
cominciò a ruotare su sé stesso e
all'improvviso si trasformò in un maestoso
elefante.
Il pachiderma, con la proboscide, sfilò il

cespuglio al signor Pezza che fuggì
urlando: "Aiutooo!"
Kubra era divertita dalla scena e sottovoce
disse: " Ecco, ti sta bene, brutto
prepotente, devi imparare i buoni modi
soprattutto con i bambini!"
21
Per
caso,
nei
pressi
dell'incrocio,
passeggiava con il suo cane un'anziana
signora, che aveva osservato quanto era

appena accaduto, anche perché il suo
cane aveva incominciato ad abbaiare e a
tirare il guinzaglio.
Ella aveva un aspetto molto distinto ed
uno sguardo dolce e amorevole. Le piaceva
indossare i vestiti con appuntati dei fiori
primaverili raccolti durante le sue

22
passeggiate. Quella signora era il sindaco
del paese.

Incuriosita da tutto quello che aveva visto,
si avvicinò ai due bambini che le
raccontarono tutto quello che era loro
successo da giorni.
Le dissero di quando erano partiti dal
villaggio in Nigeria
con i genitori per
cercare di migliorare la loro qualità della
vita. Rimase colpita del fatto che non

23
andavano a scuola e dei sacrifici
quotidiani profusi per andare avanti.

La signora Maria Civita Addessi, così si
chiamava, commossa per la loro storia,
decise di aiutarli, ma soprattutto di levarli
dalla strada.

24
Trovò un impiego fisso ai loro genitori in
un supermercato. La mamma alla cassa
ed il papà come magazziniere.

Con il lavoro fisso poterono pagare la
tassa per il soggiorno e iscrivere Jamal e
Kubra a scuola. I due bambini si
sentivano felici e fortunati, perchè
finalmente era stata data loro la
possibilità di studiare. I compagni li
accolsero con gioia e loro continuavano a
ripetere che i bambini italiani erano
25
fortunati perché potevano aprire un libro e
leggere, potevano usare il computer e
avere tutto quello di cui avevano bisogno

per diventare grandi.
Il signor Pezza fu additato nella piazza del
paese come un uomo intollerante e
cattivo.
Profondamente
umiliato,
piangendo chiese scusa a Jamal, Kubra e
ai loro genitori. Promise che non avrebbe
mai
più
giudicato
qualcuno
per
pregiudizio, per la diversità e anzi che
avrebbe aiutato chi era in difficoltà.
26
Passarono alcuni
mesi e le cose
migliorarono.
Qualcuno giurò addirittura di aver visto
Jamal e Kubra giocare con il signor Pezza

nei giardini pubblici del paese.
I genitori ora si potevano anche
permettere una casa con il riscaldamento.
Riuscivano a pagare in tempo ogni mese
l’affitto anche se con qualche sacrificio e

27
come nella migliore delle fiabe... vissero
tutti felici e contenti.
Essere disponibili verso gli altri, aiutare
chi è in difficoltà, ma soprattutto tutelare,
difendere i diritti dei i bambini è una cosa
importante.

Come è scritto nella Dichiarazione di
Ginevra dei Diritti del Fanciullo, essi
devono
vivere
la
loro
infanzia
serenamente, andare a scuola e godere di
28
tutti i diritti umani "senza distinzione e
discriminazione fondata sulla razza, il
colore, il sesso, la lingua la religione o
opinioni politiche o di altro genere,
l'origine nazionale o sociale, le condizioni
economiche, la nascita, o ogni altra
condizione sia che si riferisca al fanciullo
stesso o alla sua famiglia."
Gli alunni della classe 3^

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Jamal e Kubra

  • 1. ISTITUTO COMPRENSIVO PASQUALE MATTEJ SCUOLA PRIMARIA MARCO POLO Laboratorio Linguistico A.S. 2012/13 Gli alunni della Classe 3^ presentano Una fiaba moderna di Educazione alla Legalità
  • 2. Introduzione Riflettere sui contenuti offerti dall'Educazione alla Legalità, oggetto del Progetto di Istituto di quest'anno scolastico, è servito per focalizzare l'attenzione su alcuni obiettivi importanti che la Scuola, in quanto Istituzione, deve offrire:  Promuovere comportamenti centrati sul rispetto di sé e dell’altro.  Favorire negli alunni la costruzione del “senso etico” ispirato ai valori umani universalmente condivisi.  Avviare gli alunni verso l’acquisizione di atteggiamenti rispettosi delle regole e delle leggi, come strumenti della pacifica convivenza.  Avvicinare gli alunni alle istituzioni attraverso la loro conoscenza e con forme di partecipazione attiva.  Prevenire la dispersione scolastica e il disagio, favorendo la costruzione di un Sé e di un “Altro” positivi.  Intervenire precocemente per le situazioni di disagio e di disabilità.  Ottimizzare le potenzialità di tutti gli alunni con riferimento specifico alle intelligenze intrapersonale, interpersonale, emotiva e morale. 2
  • 3. La fiaba come narrazione popolare, con il suo intento formativo di crescita morale e di monito per sottolineare i comportamenti sbagliati dell'umana natura, ben si presta allo scopo di evidenziare una problematica emersa durante le conversazioni in classe proprio in tema di Educazione alla Legalità: i Diritti dei fanciulli. Diritti spesso violati per cause diverse, dalla guerra al disagio socio-culturale, dalla fame allo sfruttamento del lavoro minorile, situazioni si spera il più lontane dai vissuti dei bambini "fortunati", i quali, se giustamente sollecitati, possono diventare testimoni di buone condotte di Educazione alla Legalità. Il diritto al gioco e allo studio è sembrato emergere come uno degli aspetti importanti della crescita dell'uomo, quindi, spinti dal desiderio di narrare una storia che fosse esplicativa di questo problema, gli alunni si sono dedicati alla ricerca vicende realmente accadute, di documenti, di testimonianze a cui riferirsi 3
  • 4. per costruire una storia sì attuale, ma sotto una veste narrativa più vicina a loro. Le ore del laboratorio linguistico si sono ben prestate all'approfondimento creativo che ha portato alla stesura della fiaba di "Jamal e Kubra". Buona lettura! 4
  • 5. c'erano una volta due fratelli Jamal e Kubra, il primo maschio la seconda femmina rispettivamente di dieci e otto anni. Di origine nigeriana, erano giunti in Italia un anno prima con i loro genitori, per cercare lavoro e per vivere una vita migliore, dato che nel loro villaggio c'era molta povertà. Purtroppo i genitori avevano trovato lavoro solamente come operai nelle campagne del Basso Lazio e a stento riuscivano a pagare l'affitto e a 5
  • 6. coprire tutte le spese mensili. Vivevano ad Itri, dove avevano affittato una casa senza riscaldamento, dato che costava di meno. D'inverno, all'occorrenza, accendevano le stufette elettriche e preparavano le borse d'acqua calda. Spesso andavano alla Caritas per rifornirsi di cibo e di vestiti. Nonostante questi disagi i genitori erano sempre molto dignitosi. Quando non lavoravano alla raccolta delle olive o nelle serre amavano 6
  • 7. vestirsi con gli abiti tipici del loro villaggio, dei camicioni dai colori sgargianti con meravigliose fantasie batik. Jamal e Kubra non andavano a scuola perché ai genitori era scaduto il permesso di soggiorno e non avevano i soldi per pagare la tassa necessaria a regolarizzarli. I due fratelli cosi, nonostante avessero un gran desiderio di andare a scuola e di 7
  • 8. giocare, erano costretti a vendere fazzoletti di carta ed altra piccola merce ai semafori. Jamal era alto e slanciato, aveva i capelli corti e molto ricci. Era sempre sorridente e il bianco dei suoi denti spiccava sul suo viso molto scuro di pelle. Amava parlare con tutti e tutti ricambiavano la sua gioia con tante gentilezze, c'era anche chi gli offriva il cornetto la mattina al bar. 8
  • 9. Kubra era più bassa del fratello, con i capelli ricci, ricci e gli occhi come due olive nere lucenti al sole. Era più timida e si nascondeva sempre dietro al fratello quando le facevano complimenti per la sua bellezza. dei 9
  • 10. Un giorno, i due bambini si avvicinarono ad un'auto ferma al semaforo rosso per proporre la loro vendita. Era una giornata ventosa di primavera, il polline dei fiori si disperdeva nell'aria facendo starnutire molte persone. Jamal pensava che era la giornata giusta per vendere fazzoletti. " Fazzoletti, fazzoletti! Chi ne ha bisogno? Solo per oggi a 0,50 centesimi la confezione..." 10
  • 11. Osservò l'automobile da vicino e la riconobbe: era quella del padrone di casa, il signor Pezza. Era un uomo alto e robusto, sui cinquant’ anni, un po' pelato, ma mascherava la sua calvizie usando uno stratagemma: il riporto. Si era fatto crescere i capelli da lato sinistro e, appunto, li riportava sulla testa fino all'orecchio destro. Indossava delle camicie a righe o a quadroni sempre strette sul pancione. I pantaloni avevano molte tasche, piene di ogni genere di oggetti e di cibo. Fumava come un drago e puzzava di sudore perché non si lavava mai. La sua voce era tonante e rimbombava come un temporale lontano. Era egoista, legato alle 11
  • 12. cose che possedeva, odiava i bambini, perché diceva che i loro schiamazzi turbavano la sua quiete. Inoltre non sorrideva con le persone, si divertiva solo nel vedere la Formula1. Poi era razzista. Insomma un tipo assai poco raccomandabile. Jamal nel vederlo, fece un balzo all'indietro per evitarlo, ma il signor Pezza 12
  • 13. lo riconobbe, scese dalla sua auto e si diresse verso i due fratellini dicendo: "Mi dovete i soldi dell'affitto! Mi dovete l'aumento! Datemi ciò che avete guadagnato finora... subito!" I bambini risposero: " Non è giusto, sei un prepotente! Chè cos'è questo aumento? Noi non ne sappiamo niente! Dillo ai nostri genitori e lasciaci in pace!". 13
  • 14. Ad un tratto però, una folata di vento fece svolazzare il ciuffo di capelli del signor Pezza. Sembrava l'ala di un gabbiano che vola su uno scoglio. Jamal e Kubra scoppiarono a ridere facendo infuriare il padrone di casa, che cercò di acciuffarli. Per fortuna scattò il verde e gli automobilisti in coda cominciarono a suonare il clacson. Il signor Pezza sbraitando entrò in macchina e partì a tutto gas con una 14
  • 15. sonora sgommata, ma fece in tempo ad affacciarsi dal finestrino e a urlare ai due fratelli:" Tanto so dove trovarvi!" I bambini fuggirono a gambe levate impauriti. La sera, a casa, Jamal e Kubra raccontarono tutto ai genitori che rassicurarono i figli: " Non preoccupatevi, 15
  • 16. vi diamo un portafortuna davvero speciale, uno ciascuno. Basta strofinarlo e...vedrete...". Diedero loro due ciondoli, Jamal aveva un leone, Kubra un elefante, entrambe scolpiti nel legno e dipinti con colori brillanti. I due bambini avrebbero dovuto in caso di pericolo strofinarli con la mano 16
  • 17. per vedere apparire realmente un leone e un elefante. Andarono a letto sereni e tranquilli ed il giorno dopo indossarono gli amuleti e ritornarono al fazzoletti. I ciondoli erano soprattutto utili malintenzionati. Il semaforo a vendere proprio graziosi, ma per tenere lontani i leone si sà, è il re della 17
  • 18. foresta e l'elefante è dotato di una incredibile forza. Restava loro il dubbio se era tutto vero o se quel dono era un modo per dare loro coraggio immedesimandosi in quei potenti animali. 18
  • 19. A metà mattinata arrivò il signor Pezza con la sua auto rossa e impolverata. Parcheggiò nei pressi del semaforo ed andò dritto verso i due fratellini urlando parole incomprensibili. Jamal fece un grosso respiro, afferrò il ciondolo con il leone, se lo sfilò dal collo e lo strofinò. L'amuleto di legno cominciò a ruotare 19
  • 20. su sé stesso e si trasformò in un leone grosso e minaccioso che ruggì davanti al padrone di casa prepotente, facendogli saltare tutti i bottoni della camicia per la paura; dopodiché l'uomo scappò lontano. Jamal non credeva ai suoi occhi, si sentiva forte e coraggioso, così gli gridò: " Scappa, scappa, tanto il leone sta sempre con me!" Il giorno seguente egli ritornò travestito da cespuglio, ma Kubra, che se ne era accorta, fece un grosso respiro come il 20
  • 21. fratello, afferrò il ciondolo, se lo sfilò dal collo e lo strofinò. L'amuleto di legno cominciò a ruotare su sé stesso e all'improvviso si trasformò in un maestoso elefante. Il pachiderma, con la proboscide, sfilò il cespuglio al signor Pezza che fuggì urlando: "Aiutooo!" Kubra era divertita dalla scena e sottovoce disse: " Ecco, ti sta bene, brutto prepotente, devi imparare i buoni modi soprattutto con i bambini!" 21
  • 22. Per caso, nei pressi dell'incrocio, passeggiava con il suo cane un'anziana signora, che aveva osservato quanto era appena accaduto, anche perché il suo cane aveva incominciato ad abbaiare e a tirare il guinzaglio. Ella aveva un aspetto molto distinto ed uno sguardo dolce e amorevole. Le piaceva indossare i vestiti con appuntati dei fiori primaverili raccolti durante le sue 22
  • 23. passeggiate. Quella signora era il sindaco del paese. Incuriosita da tutto quello che aveva visto, si avvicinò ai due bambini che le raccontarono tutto quello che era loro successo da giorni. Le dissero di quando erano partiti dal villaggio in Nigeria con i genitori per cercare di migliorare la loro qualità della vita. Rimase colpita del fatto che non 23
  • 24. andavano a scuola e dei sacrifici quotidiani profusi per andare avanti. La signora Maria Civita Addessi, così si chiamava, commossa per la loro storia, decise di aiutarli, ma soprattutto di levarli dalla strada. 24
  • 25. Trovò un impiego fisso ai loro genitori in un supermercato. La mamma alla cassa ed il papà come magazziniere. Con il lavoro fisso poterono pagare la tassa per il soggiorno e iscrivere Jamal e Kubra a scuola. I due bambini si sentivano felici e fortunati, perchè finalmente era stata data loro la possibilità di studiare. I compagni li accolsero con gioia e loro continuavano a ripetere che i bambini italiani erano 25
  • 26. fortunati perché potevano aprire un libro e leggere, potevano usare il computer e avere tutto quello di cui avevano bisogno per diventare grandi. Il signor Pezza fu additato nella piazza del paese come un uomo intollerante e cattivo. Profondamente umiliato, piangendo chiese scusa a Jamal, Kubra e ai loro genitori. Promise che non avrebbe mai più giudicato qualcuno per pregiudizio, per la diversità e anzi che avrebbe aiutato chi era in difficoltà. 26
  • 27. Passarono alcuni mesi e le cose migliorarono. Qualcuno giurò addirittura di aver visto Jamal e Kubra giocare con il signor Pezza nei giardini pubblici del paese. I genitori ora si potevano anche permettere una casa con il riscaldamento. Riuscivano a pagare in tempo ogni mese l’affitto anche se con qualche sacrificio e 27
  • 28. come nella migliore delle fiabe... vissero tutti felici e contenti. Essere disponibili verso gli altri, aiutare chi è in difficoltà, ma soprattutto tutelare, difendere i diritti dei i bambini è una cosa importante. Come è scritto nella Dichiarazione di Ginevra dei Diritti del Fanciullo, essi devono vivere la loro infanzia serenamente, andare a scuola e godere di 28
  • 29. tutti i diritti umani "senza distinzione e discriminazione fondata sulla razza, il colore, il sesso, la lingua la religione o opinioni politiche o di altro genere, l'origine nazionale o sociale, le condizioni economiche, la nascita, o ogni altra condizione sia che si riferisca al fanciullo stesso o alla sua famiglia." Gli alunni della classe 3^ 29
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