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NOTE SUL CINEMA DOCUMENTARIO E SUI CINEGIORNALI
                  NELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA

                                    di Paola Olivetti


La Guerra civile spagnola, oltre a essere un evento chiave, per tutte le conseguenze
militari e politiche che ha determinato nella storia del '90, è stata anche l'evento in cui
ha cominciato a dispiegarsi in massimo grado la potenza mediatica del cinema come
veicolo di trasmissione di diverse ideologie. I tre anni di guerra sono stati infatti
coperti in modo soprendente da cinegiornali e documentari realizzati da differenti
istituzioni produttive spagnole e straniere, tanto più sorprendente se si pensa che la
cinematografia spagnola alla vigilia della guerra aveva conosciuto un certo sviluppo
ma era estremamente fragile e principalmente legata alla produzione di film popolari
e commerciali.
Allo scoppio della guerra si forma immediatamente un servizio di cinegiornalismo,
prevalentemente da parte repubblicana e anarchica, evidentemente già motivato dalla
consapevolezza che le news sono un formidabile strumento e veicolo di propaganda e
di orientamento. Molto meno sensibile a questo mezzo sono invece i franchisti che
opereranno soprattutto nelle produzione di documentari di guerra (ne saranno fatti in
tutto 32) cercando di copiare il modello del documentarismo politico e di propaganda
nazista.
Un'altra novità che la guerra di Spagna introduce è la presenza dei grandi reporter di
tutto il mondo che corrono a filmare l'evento. Per lo più sono di parte repubblicana e
uniscono quindi alla competenza professionale la motivazione ideologica. Possiamo
citare alcuni nomi: Josè Escandell che filma a Siviglia il 20 luglio la resa dei lealisti
a Queipo de Llano e viene poi ucciso ad agosto nei pressi di Saragozza, Felix
Marquet, un ex legionario francese passato dalla parte repubblicana “che compensava
con un coraggio al limite della follia la sua mancanza di maturità professionale”,
Ramon Biadiu che dichiarava” per poter filmare delle scene di guerra che abbiano un
impatto, bisogna rischiare la vita.”. Ricordiamo quelli che accorrono dall'estero, Joris
Ivens con la sua troupe, il grande documentarista sovietico Roman Karmen che
lavora in copia con il giornalista Boris Viŝnevskij e il grande fotografo americano
Robert Kapa. Va ricordato anche che le novità tecniche dei primi anni trenta,
l'introduzione delle pellicola supersensibile, che permetteva di filmare anche negli
ambienti bui, l'introduzione delle macchine 35 mm compatte e portatili (la Arriflex è
esattamente del '36) e l'uso ormai generalizzato del sonoro, proprio nella guerra di
Spagna furono ampiamente utilizzate, determinando praticamente la nascita del
cinema d'intervento bellico moderno, nelle sue modalità audiovisive.
Allo scoppio della guerra a Barcellona e a Madrid i sindacati anarchici
monopolizzano la realizzazione delle immagini, dal momento che la maggior parte
degli artigiani e tecnici degli studi (quasi tutti legati alla grande centrale sindacale
anarchica, la CNT) erano le sole persone competenti e disponevano della pellicola.

Nei tre anni di guerra si può articolare il quadro della produzione dei cinegiornali o
documentari sulla guerra in questo modo.

Cinegiornali anarchici: questi furono realizzati per mezzo della CNT (la
Confederacion Nazional del Trabajo) e della sua articolazione il Suep (Sindacato
unico degli spettacoli pubblici). Uno dei primi documentari sull'inizio del conflitto è
il Reportaje del Movimento revolucionario en Barcelona, diretto dal giornalista
Mateo Santos (che era il direttore della rivista “Popular Film”) e prodotto da la
Oficina de informacion y propaganda de la CNT-FAI. Ripreso nelle vie di Barcellona
è un documento diretto della risposta popolare al golpe militare e segue poi la
partenza delle prime colonne per il fronte. Le immagini più famose di questo
reportage sono forse quelle degli scheletri di monache esposti fuori dal convento
delle Salesiane nelle proprie bare, con la voce off che proclama che esse furono
martirizzate dalle stesso compagne. L'anticlericalismo radicale del reportage lo rese
logicamente molto vulnerabile e finì quindi per essere strumentalizzato dalla
contropropaganda franchista.
Il protagonismo cinematografico della CNT nei primi momenti si spiega con la
grande diffusione dell'industria cinematografica in Catalogna. La CNT espropriò le
116 sale di Barcellona, che furono quindi dirette dal Comité economico de cines,
come pure furono espropriati gli studi, i laboratori e le strutture tecniche. Gli incassi
delle sale venivano reinvestiti nella produzione e questo permise di fondare l'impresa
di produzione Sie Films (Sindicato de la industria del espectàculo-films) che
monopolizzò la produzione e l'esercizio in Catalogna.
La produzione fu articolata in 4 categorie: reportages di guerra e retroguardia; film di
propaganda; documentari di complemento; film base, cioè lungometraggi a soggetto.
Tralasciando quest'ultima categoria si può dire che la produzione anarchica di
carattere documentario fu molto importante sia per la quantità( superiore a quella di
qualunque altra organizzazione di partito repubblicana), sia per la sua originalità e
soprattutto spontaneità. La serie documentaria di Los aguiluchos de la Fai por tierras
de Aragon, iniziata con due reportages per seguire l'avanzata della colonna Durruti
mostra bene l'apprendistato della tecnica cinematografica in un contesto in cui molto
scarsa era la preparazione di base.
Molti altri furono i cinegiornali e documentari realizzati fino all'estate del 1937,
quando la produzione anarcosindacalista conobbe un significativo declino per il
consolidarsi del partito comunista catalano a seguito degli scontri armati nel maggio
del 1937 a Barcellona, da cui la CNT uscì profondamente indebolita. La CNT aveva
comunque anche realizzato una produzione sul fronte di Madrid, quantitativamente
meno voluminosa e realizzata dalla Friep (Federacion Regional de la Industria de
Espectaculos Publicos). Alcuni numeri di un cinegiornale furono prodotti da
un'impresa anarchica madrilena Spartacus film e saltuariamente apparvero anche i
notiziari Momentos de España e España grafica.
Per quello che è possibile ricostruire dalle fonti spagnole si può quantificare così la
produzione della CNT durante la guerra: Film di guerra: a Barcellona in totale 48
film; a Madrid 14; Film di propaganda: a Barcellona 7; a Madrid 2; Film di
complemento: a Barcellona 4; Lungometraggi a soggetto: a Barcellona 4; a Madrid 1.
Produzioni delle organizzazioni marxiste. Anche le organizzazioni marxiste
(Partito comunista di Spagna, Partito socialista unificato di Catalogna, la Gioventù
socialista unificata di Valencia, l'impresa di produzione e distribuzione Film Popular
di Barcellona, l'Alleanza degli intellettuali antifascisti per la difesa della cultura, il
Soccorso Rosso internazionale e alcuni corpi dell'esercito di matrice comunista) si
lanciarono nella produzione di cinegiornali e documentari che, oltre a documentare
gli eventi, fossero veicolo delle loro ideologie e parole d'ordine. A differenza degli
anarchici che ponevano l'accento sulla rivoluzione sociale, sulla costruzione delle
collettività, sul fatto che bisognava non solo vincere la guerra ma
contemporaneamente fare la rivoluzione, la parola d'ordine comunista era solo quella
di vincere la guerra, che comportava poi chiare conseguenze nella strategia militare,
in particolare la tesi della militarizzazione dell'esercito, contrapposta alle milizie
popolari anarchiche e del “comando unico” che fu espressa in molti documentari, in
generale sul modello del film sovietico Ĉapaev. La propaganda era curiosamente
basata anche su una matrice nazionalista (il nemico era definito invasore straniero) in
questo senso di segno eguale e opposto alla propaganda franchista.
La principale impresa di produzione di orientamento comunista fu Film Popular,
ubicata a Barcellona e come impresa anche di distribuzione importò molti film a
soggetto sovietici: Ĉapaev, Tre canti su Lenin, Il circo, La linea generale, In
particolare realizzò l'edizione a partire dal gennaio 1937 del notiziario settimanale
España al dia, che era realizzato dalla casa di produzione della Generalit Catalana
Laya, mentre Film popular provvedeva a doppiarlo in castigliano e anche in inglese e
francese per l'estero. Da aprile 1937 però Film popular produsse in proprio il
cinegiornale, con propri contenuti e commenti, che continuò a esistere
contemporaneamente a quello della Laya Film.
Molti documentari furono dedicati al tema della mobilitazione dei contadini nelle
campagne, sul modello sovietico, in particolare dei film di Dovĉenko.
Importanti poi furono le produzioni dell'Alleanza degli intellettuali antifascisti per la
difesa della cultura, di cui facevano parte Malraux, Aragon, Alberti, Neruda, la
maggior parte delle quali dedicate alla difesa di Madrid. Fu poi in particolare
documentato il secondo congresso di scrittori per la difesa della cultura, che si svolse
a Valencia nel luglio del 1937 e nel cui ambito fu realizzato il cortometraggio
Cantando en las trinceras con un concerto del cantante nero nord americano Paul
Robeson per le milizie. Significativa anche la produzione dei corpi dell'esercito
comunisti con film anche di carattere didattico per insegnare l'uso delle armi.
La produzioni marxiste si possono confrontare con quelle anarchiche e forse si può
dire che al relativo spontaneismo e sperimentalismo anarchico le formazioni marxiste
opposero un cinema che intendeva essere didattico e programmatico al servizio delle
parole d'ordine unitarie e antifasciste orientate a vincere la guerra.

Produzioni del governo repubblicano. Anche il governo ufficiale cercò di utilizzare
il cinema. A tale fine sin dal 1936 fu creato un Ministero di Propaganda che fu
collocato a Valencia e retto da Carlos Esplà. Il governo Negrín nel maggio 1937 abolì
il Ministero i cui compiti furono attribuiti a un sottosegretariato al cui interno esisteva
un settore di servizi cinematografici. Questi servizi dall'ottobre 1937 furono dislocati
a Barcellona.
La produzione di questo servizio fu costituita soprattutto da brevi cortometraggi di
due-tre minuti, su temi precisi, che si configuravano come momenti di propaganda o
agitazione e venivano proiettati nell'intervallo delle normali proiezioni. Altri
documentari erano fatti per promuovere le attività o parole d'ordine dei vari Ministeri,
in particolare quello dell'Istruzione e della Sanità. I servizi cinematografici
governativi infine produssero due film importanti Sierra de Teruel di André Malraux
e España 1936, generalmente attribuito a Buñuel, ma in realtà, a dir dello stesso
Buñuel, montato a Parigi con vari materiali documentari realizzati in Spagna da Jean
Paul Le Chanois.
Altra produzione governativa fu quella della Generalit di Catalogna e del governo di
Euskadi.
La Generalit si dotò di un commissariato di Propaganda, in cui erano comunque
rappresentate le centrali sindacali CNT e UGT. Così nel novembre 1936 fu creata una
sezione di cinema denominata Laya Films, diretta da Joan Castanyer che riuscì a
equipaggiare il nuovo servizio con attrezzature francesi. La Laya film fu attiva anche
nella distribuzione, importando soprattutto film sovietici. Laya film produsse più di
100 documentari non solo di guerra ma anche folkloristici e pedagogici e realizzò un
cinegiornale settimanale España al dia. Noticiario Nacional di cui uscirono 100
numeri dal gennaio 1937 al gennaio 1939.
Molto più modesta fu la produzione del governo autonomo di Euskadi, sia perché
Bilbao venne già occupata il 14 luglio 1937 sia perchè non disponeva di un'adeguata
struttura cinematografica. Furono solo realizzati due documentari e in più il regista
Nemesio Sobrevila realizzò Guernica, un documentario montato con il materiale
girato da diversi operatori ma che subì gravi traversie nella stampa del film (la casa
tedesca Agfa durante la lavorazione sostituì la bobina del bombardamento di
Guernica con immagini di artistici paesaggi italiani).

Produzione franchista: al momento della rivolta nella parte occupata dai franchisti
non vi era industria cinematografica. I ribelli tuttavia riuscirono a incamerare le
attrezzature della casa di produzione Cifesa, che stava producendo due film a Cadice
e a Cordova. In seguito ricevettero aiuti in attrezzature e servizi tecnici dalla
Germania nazista, dall'Italia di Mussolini e dal Portogallo.
In ogni caso comunque, specialmente all'inizio, fu data poco importanza al cinema,
considerato, a differenza di quanto avveniva nel campo avverso dove si aveva
consapevolezza e rispetto della sua funzione di documentazione, solo uno strumento
di propaganda e adatto a rappresentare l'ufficialità. Fu comunque organizzato già nel
1936 un apparato di diffusione e di propaganda ma solo nel 1938 verrà creato il
Dipartimento nazionale di cinema.
Tuttavia un cinema documentario dedicato alle notizie di guerra venne in qualche
modo realizzato sin dall'inizio. Ad esempio nel luglio 1936 furono filmati i funerali
del generale Sanjurio. L'attività proseguì con documentari di forte propaganda
nazionalista, ridestando vecchi miti reazionari, quello della reconquista e della
cruzada contro l'invasore straniero, categoria in cui rientravano a pienissimo titolo i
“comunisti”. Alcuni altri film documentari, staccandosi dal tema della guerra
intendevano invece valorizzare i valori della “ispanità” Cifesa produsse in tutto 17
titoli fino a quello finale Ya viene el cortejo, dedicato alla sfilata della vittoria del 1
aprile 1939.
In questi film la propaganda era molto rozza, insistendo, specie nel commento, sulla
contrapposizione assoluta contro i rossi, in cui erano peraltro ammucchiati tutti gli
antifranchisti: liberali, repubblicani, anarchici, comunisti, che erano definiti con gli
epiteti più oltraggiosi. Per quanto riguarda le immagini si prediligevano le sfilate e la
rappresentazioni di masse, geometricamente inquadrate, accompagnate da marce e
inni, sul modello del cinema nazista di Leni Riefenstahl, senza peraltro raggiungere
gli stessi risultati artistici. Con la creazione poi del Dipartimento nazionale di
cinematografia fu realizzato un cinegiornale in cui uscirono 19 numeri.

L'aiuto tedesco
Come è noto l'intervento tedesco a fianco di Franco si concreta nell' invio di una
consistente quantità di aerei, di tecnologie militari moderne e di truppe specializzate,
in particolare tecnici militari che potevano con efficienza promuovere
l'addestramento dell'esercito franchista. Analogamente la Germania intervenne nel
settore del cinema, non senza un calcolo opportunistico, nel senso che promuovere e
contribuire a creare un'industria cinematografica spagnola voleva dire anche poter
penetrare facilmente nel grande mercato dell'America Latina. Fu così creata a
Berlino alla fine del 1937 la Hispano-Film- Produktion, che inizialmente produsse dei
lungometraggi di carattere folkloristico e commerciale. In seguito fu realizzato un
documentario di quasi 90' che si proponeva di rappresentare le vicende della guerra
dal suo inizio con forti intenti di propaganda. Il film fu intitolato Espana heroica-
Helden in Spanien. Un altro documentario fu realizzato dal regista Karl Ritter, che
aveva al suo attivo già diversi film di propaganda per il nazionalsocialismo. Essendo
stato pilota militare durante la prima guerra mondiale, realizzò In Kampf gegen den
Weltfeind, anche noto come Legione Condor, dedicato ai piloti tedeschi che
combattevano in Spagna.

L'aiuto italiano
L'Italia fascista non fu da meno rispetto ai tedeschi. I notiziari italiani furono subito
molto attivi a presentare le notizie della guerra, nettamente connotate con un
commento filofranchista e fortemente anticomunista. Operatori italiani del Luce
seguirono in seguito direttamente la guerra. Oltre a più di 100 notizie nei cinegiornali
Luce dei tre anni di guerra, furono realizzati molti documentari monografici, tra cui
potremo ricordare Los Novios de la muerte , un documentario sull'aviazione italiana
realizzato da Romolo Marcellini e España una grande libre, realizzato da Giorgio
Ferroni subito dopo la fine della guerra a ripercorrerne tutte le vicende.

CONCLUSIONE
Inutile dire che molta parte del cinema della guerra civile realizzato in Spagna è
andato perso: il danno più grosso è stato causato da un gigantesco incendio (non si sa
se doloso o meno), che nel 1945 bruciò i laboratori di Cinematiraje a Madrid,
distruggendo tutte le pellicole della guerra (anarchiche, comuniste, repubblicane,
ecc.) che erano state sequestrate, e lì immagazzinate, dai franchisti dopo la vittoria.
Sparse per il mondo nelle varie cineteche si trovavano pellicole o realizzate dai
servizi stranieri (a Berlino, a Mosca, negli Stati Uniti, in Messico) o che erano state
fortunosamente fatte uscire dalla Spagna al momento della disfatta. Con lavoro
straordinario e certosino la Filmoteca Spagnola, a partire dal 1985, ha messo in
campo un progetto per ricercare e recuperare in tutto il mondo quanto era andato
disperso, provvedendo a realizzare un monumentale catalogo, il Catalogo general del
cine de la guerra civil, uscito 10 anni dopo nel 1996, che raccoglie schede, molto
dettagliate, di 889 titoli, e del Catalogo sta per uscirne una seconda edizione, con
molti nuovi aggiornamenti.
Per dare un'idea di quanto è andato perso possiamo riportare questi dati:
268 pellicole realizzate durante la guerra sono andate interamente perdute;
complessivamente si può dire che si è perduto circa il 58% delle 360 pellicole
realizzate dalla Repubblica e il 31% delle 93 pellicole realizzate dai nazionalisti.

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Note sul cinema documentario e sui cinegiornali nella guerra civile spagnola

  • 1. NOTE SUL CINEMA DOCUMENTARIO E SUI CINEGIORNALI NELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA di Paola Olivetti La Guerra civile spagnola, oltre a essere un evento chiave, per tutte le conseguenze militari e politiche che ha determinato nella storia del '90, è stata anche l'evento in cui ha cominciato a dispiegarsi in massimo grado la potenza mediatica del cinema come veicolo di trasmissione di diverse ideologie. I tre anni di guerra sono stati infatti coperti in modo soprendente da cinegiornali e documentari realizzati da differenti istituzioni produttive spagnole e straniere, tanto più sorprendente se si pensa che la cinematografia spagnola alla vigilia della guerra aveva conosciuto un certo sviluppo ma era estremamente fragile e principalmente legata alla produzione di film popolari e commerciali. Allo scoppio della guerra si forma immediatamente un servizio di cinegiornalismo, prevalentemente da parte repubblicana e anarchica, evidentemente già motivato dalla consapevolezza che le news sono un formidabile strumento e veicolo di propaganda e di orientamento. Molto meno sensibile a questo mezzo sono invece i franchisti che opereranno soprattutto nelle produzione di documentari di guerra (ne saranno fatti in tutto 32) cercando di copiare il modello del documentarismo politico e di propaganda nazista. Un'altra novità che la guerra di Spagna introduce è la presenza dei grandi reporter di tutto il mondo che corrono a filmare l'evento. Per lo più sono di parte repubblicana e uniscono quindi alla competenza professionale la motivazione ideologica. Possiamo citare alcuni nomi: Josè Escandell che filma a Siviglia il 20 luglio la resa dei lealisti a Queipo de Llano e viene poi ucciso ad agosto nei pressi di Saragozza, Felix Marquet, un ex legionario francese passato dalla parte repubblicana “che compensava con un coraggio al limite della follia la sua mancanza di maturità professionale”, Ramon Biadiu che dichiarava” per poter filmare delle scene di guerra che abbiano un impatto, bisogna rischiare la vita.”. Ricordiamo quelli che accorrono dall'estero, Joris Ivens con la sua troupe, il grande documentarista sovietico Roman Karmen che lavora in copia con il giornalista Boris Viŝnevskij e il grande fotografo americano Robert Kapa. Va ricordato anche che le novità tecniche dei primi anni trenta, l'introduzione delle pellicola supersensibile, che permetteva di filmare anche negli ambienti bui, l'introduzione delle macchine 35 mm compatte e portatili (la Arriflex è esattamente del '36) e l'uso ormai generalizzato del sonoro, proprio nella guerra di Spagna furono ampiamente utilizzate, determinando praticamente la nascita del cinema d'intervento bellico moderno, nelle sue modalità audiovisive. Allo scoppio della guerra a Barcellona e a Madrid i sindacati anarchici monopolizzano la realizzazione delle immagini, dal momento che la maggior parte degli artigiani e tecnici degli studi (quasi tutti legati alla grande centrale sindacale anarchica, la CNT) erano le sole persone competenti e disponevano della pellicola. Nei tre anni di guerra si può articolare il quadro della produzione dei cinegiornali o
  • 2. documentari sulla guerra in questo modo. Cinegiornali anarchici: questi furono realizzati per mezzo della CNT (la Confederacion Nazional del Trabajo) e della sua articolazione il Suep (Sindacato unico degli spettacoli pubblici). Uno dei primi documentari sull'inizio del conflitto è il Reportaje del Movimento revolucionario en Barcelona, diretto dal giornalista Mateo Santos (che era il direttore della rivista “Popular Film”) e prodotto da la Oficina de informacion y propaganda de la CNT-FAI. Ripreso nelle vie di Barcellona è un documento diretto della risposta popolare al golpe militare e segue poi la partenza delle prime colonne per il fronte. Le immagini più famose di questo reportage sono forse quelle degli scheletri di monache esposti fuori dal convento delle Salesiane nelle proprie bare, con la voce off che proclama che esse furono martirizzate dalle stesso compagne. L'anticlericalismo radicale del reportage lo rese logicamente molto vulnerabile e finì quindi per essere strumentalizzato dalla contropropaganda franchista. Il protagonismo cinematografico della CNT nei primi momenti si spiega con la grande diffusione dell'industria cinematografica in Catalogna. La CNT espropriò le 116 sale di Barcellona, che furono quindi dirette dal Comité economico de cines, come pure furono espropriati gli studi, i laboratori e le strutture tecniche. Gli incassi delle sale venivano reinvestiti nella produzione e questo permise di fondare l'impresa di produzione Sie Films (Sindicato de la industria del espectàculo-films) che monopolizzò la produzione e l'esercizio in Catalogna. La produzione fu articolata in 4 categorie: reportages di guerra e retroguardia; film di propaganda; documentari di complemento; film base, cioè lungometraggi a soggetto. Tralasciando quest'ultima categoria si può dire che la produzione anarchica di carattere documentario fu molto importante sia per la quantità( superiore a quella di qualunque altra organizzazione di partito repubblicana), sia per la sua originalità e soprattutto spontaneità. La serie documentaria di Los aguiluchos de la Fai por tierras de Aragon, iniziata con due reportages per seguire l'avanzata della colonna Durruti mostra bene l'apprendistato della tecnica cinematografica in un contesto in cui molto scarsa era la preparazione di base. Molti altri furono i cinegiornali e documentari realizzati fino all'estate del 1937, quando la produzione anarcosindacalista conobbe un significativo declino per il consolidarsi del partito comunista catalano a seguito degli scontri armati nel maggio del 1937 a Barcellona, da cui la CNT uscì profondamente indebolita. La CNT aveva comunque anche realizzato una produzione sul fronte di Madrid, quantitativamente meno voluminosa e realizzata dalla Friep (Federacion Regional de la Industria de Espectaculos Publicos). Alcuni numeri di un cinegiornale furono prodotti da un'impresa anarchica madrilena Spartacus film e saltuariamente apparvero anche i notiziari Momentos de España e España grafica. Per quello che è possibile ricostruire dalle fonti spagnole si può quantificare così la produzione della CNT durante la guerra: Film di guerra: a Barcellona in totale 48 film; a Madrid 14; Film di propaganda: a Barcellona 7; a Madrid 2; Film di complemento: a Barcellona 4; Lungometraggi a soggetto: a Barcellona 4; a Madrid 1.
  • 3. Produzioni delle organizzazioni marxiste. Anche le organizzazioni marxiste (Partito comunista di Spagna, Partito socialista unificato di Catalogna, la Gioventù socialista unificata di Valencia, l'impresa di produzione e distribuzione Film Popular di Barcellona, l'Alleanza degli intellettuali antifascisti per la difesa della cultura, il Soccorso Rosso internazionale e alcuni corpi dell'esercito di matrice comunista) si lanciarono nella produzione di cinegiornali e documentari che, oltre a documentare gli eventi, fossero veicolo delle loro ideologie e parole d'ordine. A differenza degli anarchici che ponevano l'accento sulla rivoluzione sociale, sulla costruzione delle collettività, sul fatto che bisognava non solo vincere la guerra ma contemporaneamente fare la rivoluzione, la parola d'ordine comunista era solo quella di vincere la guerra, che comportava poi chiare conseguenze nella strategia militare, in particolare la tesi della militarizzazione dell'esercito, contrapposta alle milizie popolari anarchiche e del “comando unico” che fu espressa in molti documentari, in generale sul modello del film sovietico Ĉapaev. La propaganda era curiosamente basata anche su una matrice nazionalista (il nemico era definito invasore straniero) in questo senso di segno eguale e opposto alla propaganda franchista. La principale impresa di produzione di orientamento comunista fu Film Popular, ubicata a Barcellona e come impresa anche di distribuzione importò molti film a soggetto sovietici: Ĉapaev, Tre canti su Lenin, Il circo, La linea generale, In particolare realizzò l'edizione a partire dal gennaio 1937 del notiziario settimanale España al dia, che era realizzato dalla casa di produzione della Generalit Catalana Laya, mentre Film popular provvedeva a doppiarlo in castigliano e anche in inglese e francese per l'estero. Da aprile 1937 però Film popular produsse in proprio il cinegiornale, con propri contenuti e commenti, che continuò a esistere contemporaneamente a quello della Laya Film. Molti documentari furono dedicati al tema della mobilitazione dei contadini nelle campagne, sul modello sovietico, in particolare dei film di Dovĉenko. Importanti poi furono le produzioni dell'Alleanza degli intellettuali antifascisti per la difesa della cultura, di cui facevano parte Malraux, Aragon, Alberti, Neruda, la maggior parte delle quali dedicate alla difesa di Madrid. Fu poi in particolare documentato il secondo congresso di scrittori per la difesa della cultura, che si svolse a Valencia nel luglio del 1937 e nel cui ambito fu realizzato il cortometraggio Cantando en las trinceras con un concerto del cantante nero nord americano Paul Robeson per le milizie. Significativa anche la produzione dei corpi dell'esercito comunisti con film anche di carattere didattico per insegnare l'uso delle armi. La produzioni marxiste si possono confrontare con quelle anarchiche e forse si può dire che al relativo spontaneismo e sperimentalismo anarchico le formazioni marxiste opposero un cinema che intendeva essere didattico e programmatico al servizio delle parole d'ordine unitarie e antifasciste orientate a vincere la guerra. Produzioni del governo repubblicano. Anche il governo ufficiale cercò di utilizzare il cinema. A tale fine sin dal 1936 fu creato un Ministero di Propaganda che fu collocato a Valencia e retto da Carlos Esplà. Il governo Negrín nel maggio 1937 abolì il Ministero i cui compiti furono attribuiti a un sottosegretariato al cui interno esisteva un settore di servizi cinematografici. Questi servizi dall'ottobre 1937 furono dislocati
  • 4. a Barcellona. La produzione di questo servizio fu costituita soprattutto da brevi cortometraggi di due-tre minuti, su temi precisi, che si configuravano come momenti di propaganda o agitazione e venivano proiettati nell'intervallo delle normali proiezioni. Altri documentari erano fatti per promuovere le attività o parole d'ordine dei vari Ministeri, in particolare quello dell'Istruzione e della Sanità. I servizi cinematografici governativi infine produssero due film importanti Sierra de Teruel di André Malraux e España 1936, generalmente attribuito a Buñuel, ma in realtà, a dir dello stesso Buñuel, montato a Parigi con vari materiali documentari realizzati in Spagna da Jean Paul Le Chanois. Altra produzione governativa fu quella della Generalit di Catalogna e del governo di Euskadi. La Generalit si dotò di un commissariato di Propaganda, in cui erano comunque rappresentate le centrali sindacali CNT e UGT. Così nel novembre 1936 fu creata una sezione di cinema denominata Laya Films, diretta da Joan Castanyer che riuscì a equipaggiare il nuovo servizio con attrezzature francesi. La Laya film fu attiva anche nella distribuzione, importando soprattutto film sovietici. Laya film produsse più di 100 documentari non solo di guerra ma anche folkloristici e pedagogici e realizzò un cinegiornale settimanale España al dia. Noticiario Nacional di cui uscirono 100 numeri dal gennaio 1937 al gennaio 1939. Molto più modesta fu la produzione del governo autonomo di Euskadi, sia perché Bilbao venne già occupata il 14 luglio 1937 sia perchè non disponeva di un'adeguata struttura cinematografica. Furono solo realizzati due documentari e in più il regista Nemesio Sobrevila realizzò Guernica, un documentario montato con il materiale girato da diversi operatori ma che subì gravi traversie nella stampa del film (la casa tedesca Agfa durante la lavorazione sostituì la bobina del bombardamento di Guernica con immagini di artistici paesaggi italiani). Produzione franchista: al momento della rivolta nella parte occupata dai franchisti non vi era industria cinematografica. I ribelli tuttavia riuscirono a incamerare le attrezzature della casa di produzione Cifesa, che stava producendo due film a Cadice e a Cordova. In seguito ricevettero aiuti in attrezzature e servizi tecnici dalla Germania nazista, dall'Italia di Mussolini e dal Portogallo. In ogni caso comunque, specialmente all'inizio, fu data poco importanza al cinema, considerato, a differenza di quanto avveniva nel campo avverso dove si aveva consapevolezza e rispetto della sua funzione di documentazione, solo uno strumento di propaganda e adatto a rappresentare l'ufficialità. Fu comunque organizzato già nel 1936 un apparato di diffusione e di propaganda ma solo nel 1938 verrà creato il Dipartimento nazionale di cinema. Tuttavia un cinema documentario dedicato alle notizie di guerra venne in qualche modo realizzato sin dall'inizio. Ad esempio nel luglio 1936 furono filmati i funerali del generale Sanjurio. L'attività proseguì con documentari di forte propaganda nazionalista, ridestando vecchi miti reazionari, quello della reconquista e della cruzada contro l'invasore straniero, categoria in cui rientravano a pienissimo titolo i “comunisti”. Alcuni altri film documentari, staccandosi dal tema della guerra
  • 5. intendevano invece valorizzare i valori della “ispanità” Cifesa produsse in tutto 17 titoli fino a quello finale Ya viene el cortejo, dedicato alla sfilata della vittoria del 1 aprile 1939. In questi film la propaganda era molto rozza, insistendo, specie nel commento, sulla contrapposizione assoluta contro i rossi, in cui erano peraltro ammucchiati tutti gli antifranchisti: liberali, repubblicani, anarchici, comunisti, che erano definiti con gli epiteti più oltraggiosi. Per quanto riguarda le immagini si prediligevano le sfilate e la rappresentazioni di masse, geometricamente inquadrate, accompagnate da marce e inni, sul modello del cinema nazista di Leni Riefenstahl, senza peraltro raggiungere gli stessi risultati artistici. Con la creazione poi del Dipartimento nazionale di cinematografia fu realizzato un cinegiornale in cui uscirono 19 numeri. L'aiuto tedesco Come è noto l'intervento tedesco a fianco di Franco si concreta nell' invio di una consistente quantità di aerei, di tecnologie militari moderne e di truppe specializzate, in particolare tecnici militari che potevano con efficienza promuovere l'addestramento dell'esercito franchista. Analogamente la Germania intervenne nel settore del cinema, non senza un calcolo opportunistico, nel senso che promuovere e contribuire a creare un'industria cinematografica spagnola voleva dire anche poter penetrare facilmente nel grande mercato dell'America Latina. Fu così creata a Berlino alla fine del 1937 la Hispano-Film- Produktion, che inizialmente produsse dei lungometraggi di carattere folkloristico e commerciale. In seguito fu realizzato un documentario di quasi 90' che si proponeva di rappresentare le vicende della guerra dal suo inizio con forti intenti di propaganda. Il film fu intitolato Espana heroica- Helden in Spanien. Un altro documentario fu realizzato dal regista Karl Ritter, che aveva al suo attivo già diversi film di propaganda per il nazionalsocialismo. Essendo stato pilota militare durante la prima guerra mondiale, realizzò In Kampf gegen den Weltfeind, anche noto come Legione Condor, dedicato ai piloti tedeschi che combattevano in Spagna. L'aiuto italiano L'Italia fascista non fu da meno rispetto ai tedeschi. I notiziari italiani furono subito molto attivi a presentare le notizie della guerra, nettamente connotate con un commento filofranchista e fortemente anticomunista. Operatori italiani del Luce seguirono in seguito direttamente la guerra. Oltre a più di 100 notizie nei cinegiornali Luce dei tre anni di guerra, furono realizzati molti documentari monografici, tra cui potremo ricordare Los Novios de la muerte , un documentario sull'aviazione italiana realizzato da Romolo Marcellini e España una grande libre, realizzato da Giorgio Ferroni subito dopo la fine della guerra a ripercorrerne tutte le vicende. CONCLUSIONE Inutile dire che molta parte del cinema della guerra civile realizzato in Spagna è andato perso: il danno più grosso è stato causato da un gigantesco incendio (non si sa se doloso o meno), che nel 1945 bruciò i laboratori di Cinematiraje a Madrid, distruggendo tutte le pellicole della guerra (anarchiche, comuniste, repubblicane,
  • 6. ecc.) che erano state sequestrate, e lì immagazzinate, dai franchisti dopo la vittoria. Sparse per il mondo nelle varie cineteche si trovavano pellicole o realizzate dai servizi stranieri (a Berlino, a Mosca, negli Stati Uniti, in Messico) o che erano state fortunosamente fatte uscire dalla Spagna al momento della disfatta. Con lavoro straordinario e certosino la Filmoteca Spagnola, a partire dal 1985, ha messo in campo un progetto per ricercare e recuperare in tutto il mondo quanto era andato disperso, provvedendo a realizzare un monumentale catalogo, il Catalogo general del cine de la guerra civil, uscito 10 anni dopo nel 1996, che raccoglie schede, molto dettagliate, di 889 titoli, e del Catalogo sta per uscirne una seconda edizione, con molti nuovi aggiornamenti. Per dare un'idea di quanto è andato perso possiamo riportare questi dati: 268 pellicole realizzate durante la guerra sono andate interamente perdute; complessivamente si può dire che si è perduto circa il 58% delle 360 pellicole realizzate dalla Repubblica e il 31% delle 93 pellicole realizzate dai nazionalisti.