Passaggi di memoria. Le donne, la Resistenza, la storia
Scheda di presentazione del diario di Giuliano Iannotta
1. SCHEDA DI PRESENTAZIONE
Il testo che qui si presenta fa parte di un gruppo di documenti inediti che narrano la
parte avuta nelle ultime azioni dell’Esercito meridionale di Garibaldi da una
formazione volontaria di Terra di Lavoro, la Legione del Matese. Scoperti per caso,
sono in corso di stampa nel libro di Aurora Delmonaco, Centonovantuno cappotti.
Inediti garibaldini dalla Terra di Lavoro. Ringraziamo per la concessione l'Editore
Zona di Civitella in Val di Chiana (Arezzo).
La pubblicazione in questa sede di uno dei documenti ritrovati è stata auspicata
dalla Commissione Formazione dell'Insmli, perché insegnanti e studenti possano
avvicinarsi all'aspetto più affascinante dell'attività dello storico, la scoperta delle
fonti, e magari al successivo lavoro di tematizzazione, analisi, contestualizzazione,
interpretazione. E al senso della transizione dalla nascita del nostro stato alla sua
transizione al sistema democratico, al nostro vivere in esso. In sintesi, al laboratorio
didattico di storia.
Queste pagine inedite sono stati trovate anni fa nel solaio della famiglia Iannotta a
Sant’Andrea del Pizzone, frazione del comune di Francolise (Caserta); sono state
segnalate da Eugenio Iannotta, e ora sono rese pubbliche con l’assenso dei
discendenti.
Il ritrovamento consisteva in due sciabole marcate con lo stemma dei Savoia, una
spada borbonica su cui è impressa la data 1843, un berretto da capitano
garibaldino, una buffetteria militare e un astuccio in cui erano conservati due
fascicoli firmati l’uno “Giuliano Iannotta” e l’altro “Giuliano Iannotta ex-capitano
della Legione del Matese”, un congedo militare e due fogli di mano diversa dagli
scritti precedenti, frammenti uno dell’elogio funebre per Giuliano Iannotta che
ricorda la sua prigionia a Procida seguita alla condanna a morte commutata in
vent’anni di carcere per aver preso parte ai moti del 1848, l’altro del racconto della
rotta disastrosa di Pettoranello in cui il capitano fu tra i garibaldini comandati da
Francesco Nullo che si scontrarono con i cafoni molisani insorti al fianco delle
truppe borboniche.
Il primo dei due fascicoli trovati integri, evidentemente una minuta, reca sul
frontespizio Narrazione della guerra fatta da Giuliano Iannotta nel 1860. Il secondo si
intitola La Legione del Matese - Il giorno 1° e 2 ottobre e reca la data “novembre
1879”. L’occasione per la stesura delle memorie fu un articolo sulla battaglia del
Volturno pubblicato dal giornale “La Verità”, in cui non si faceva alcun cenno alla
parte sostenuta dalla Legione.
La Narrazione, ossia la prima stesura, inizia dall’uscita di Iannotta dal carcere e
dalla formazione della Legione del Matese, copre poi tutto il percorso compiuto nel
mese di settembre in cui la Legione si spostò con lunghe marce tra le province di
Avellino, Benevento e Caserta per sostenere i movimenti liberali e per contrastare i
primi moti reazionari; continua con il racconto della battaglia del Volturno fino al
riconoscimento per cui Garibaldi dispose che fossero dati in premio ai militi della
Legione un cappotto ciascuno. Poi l’autore stralciò il racconto della battaglia che
ricopiò nel secondo scritto, La Legione. 1° e 2 ottobre 1860, versione definitiva che
2. qui si presenta.
Il confronto fra le due stesure è di aiuto nei punti in cui il testo è illeggibile ed è utile
per comprendere l’atteggiamento con cui Giuliano Iannotta si pone davanti alla
pagina bianca. Ad esempio nella Narrazione dov’era scritto "i fatti come andarono" è
stata preferita la variante "i fatti come li vidi", per segnalare i limiti soggettivi della
testimonianza ma anche per fornire la certezza che dovrebbe dare l’esperienza
vissuta. C’è, ancora, una scena in cui i garibaldini si spingono per andare all'assalto
dei regi dopo aver visto l'amato capitano ferito, scena disordinata, impetuosa,
realistica nella Narrazione; nella Legione è alleggerita degli aspetti meno edificanti
(urti, disordini, bestemmie) per renderla più dignitosa, come Iannotta pensava
dovesse essere la sua relazione.
La lingua è abbastanza sciolta, ma incorre in alcune sviste ortografiche ripetute più
volte, ad esempio "camino" invece di "cammino", "Regia" invece di "Reggia"; ci sono
alcune debolezze sintattiche, errori occasionali (“isulto” invece di “insulto”) e forme
in disuso che segnano la distanza dei tempi.
L’analisi di questa storia garibaldina nel suo insieme permette di scorgere gli sfondi
complessi in cui va inserita, le diverse correnti del liberalismo che attraversavano il
paese da nord a sud, i contrasti e i compromessi attraverso cui si arrivò all'incontro
nei pressi di Teano, le logiche militari che si affrontarono nell’ultima battaglia, il
volontarismo impulsivo delle Camicie rosse, l’audace strategia dell’irregolare
Garibaldi, le crepe dell’esercito di un re avviato alla sconfitta. E la parte avuta in
queste vicende dalla borghesia che stava crescendo nel regno delle Due Sicilie, le
lotte interne a élite di recente o antica formazione, i contrasti che inevitabilmente
assumevano colori politici e la resa dei conti tentata dalla parte borbonica facendo
presa sulla collera dei senzaterra esplosa nella transizione verso il nuovo regime.
Giuliano Iannotta assisteva, così, all’aprirsi della ferita meridionale nello stato
unitario.
Per inquadrare lo specifico del testo qui presentato e per la verifica delle
informazioni fattuali e di dettaglio, si ritiene utile segnalare una bibliografia minima.
Fra parentesi quadre si indica la data della prima pubblicazione degli scritti
contemporanei, o quasi, all’epoca dell’autore. Per alcune verifiche di dettaglio è di
aiuto il web. Per fare solo un esempio, è stato identificato il maggiore “Guadagni di
Firenze”, che è citato soltanto da Giuseppe Bandi con il titolo di marchese, grazie al
sito http://www.guadagnifamily.com/history/isabellaguadagni.html) creato dai suoi
discendenti.
BIBLIOGRAFIA
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