IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
Il ruolo dei social media nella comunicazione e nel no-profit
1. IL RUOLO DEI SOCIAL MEDIA
NELLA COMUNICAZIONE
Luca Marinelli
2. AGENDA
• INTERNET OGGI
• DAL WEB 1.0 AL WEB 2.0
• IL RUOLO DEI SOCIAL MEDIA
• COMUNICARE CON I SOCIAL MEDIA
• LA COMUNICAZIONE DIGITALE NEL TERZO
SETTORE
• CASI PRATICI
3. INTERNET OGGI
“Internet è il solo media con fatturato in costante crescita anche
in tempo di crisi, con stime di incrementi dal 10 al 20%”
Neelie Kroes, Commissario Europeo per l’agenda digitale
• Facebook ha più di 1 miliardo di utenti attivi mensilmente che generano
3.2 miliardi di interazioni quotidiane.
• Il 90% delle imprese con più di 100 dipendenti utilizza i social media nel
proprio marketing mix.
• Il 46% degli utenti internet adulti condivide contenuti creati da sé.
Fonte: WebHostingBuzz, 2013
4. LA DIFFUSIONE DI INTERNET
L’Italia è il Paese che cresce più velocemente
Con il 17%, l’Italia è il
Paese europeo con la più
rapida crescita di utenti
Internet nel 2012.
5. WEB 2.0 LA RIVOLUZIONE
L’insieme delle innovazioni avvenute sulla Rete a partire
dalla seconda metà degli anni 2000 che, grazie
all’introduzione di nuovi strumenti e tecnologie, ne
hanno modificato le modalità di accesso e di utilizzo.
6. Dal Web 1.0 al Web 2.0
3 passaggi fondamentali
#1.
Dalla comunicazione di massa
generata dai mainstream ai wiki
basati sui contenuti collaborativi
generati dagli utenti.
7. #2.
Dalla classificazione dei contenuti
attraverso la tassonomia (classificazione
top-down) all’utilizzo della folksonomia
(bottom – up).
8. #3.
Dalla gestione dei contenuti
affidata esclusivamente ai
professionisti, alla possibilità
di pubblicare, condividere e
gestire i contenuti da parte
dei singoli individui.
9. Le principali implicazioni
• Chiunque abbia un collegamento ad Internet può
creare contenuti, indipendentemente dagli altri
parametri socioeconomici (età, professione,
dotazione economica);
• I contenuti generati possono essere condivisi ed
identificati attraverso un sistema di indicizzazione
spontanea e popolare che parte dal basso;
• Tutti possono replicare al contenuto proposto
dagli altri utenti con un semplice commento
scritto o con altri contenuti multimediali o
esprimendo un parere.
10. Che cosa accade alla comunicazione?
One to Many One to One
Many to Many
11. I SOCIAL MEDIA
“I social media sono tutti gli strumenti digitali
utili alla creazione e alla diffusione dei flussi di
comunicazione partecipativa tra le persone”.
Prunesti, 2009
12. GLI OBIETTIVI DI UNA COMUNICAZIONE
SOCIAL
#1. PRODUZIONE DI CONTENUTI INTERESSANTI
#2. DIFFUSIONE DEI CONTENUTI (reperibilità sui motori di ricerca)
#3. AZIONE E INTERAZIONE CON GLI UTENTI CHE SI AVVICINANO
ALL’ORGANIZZAZIONE
#4. CONVERSIONE DEGLI UTENTI IN MEMBRI DELL’ORGANIZZAZIONE O
POTENZIALI DONATORI
#5. ENGAGEMENT: L’UTENTE SI FA PORTAVOCE DELL’ORGANIZZAZIONE
(Advocacy)
13. BLOG
• Strumento utile per avvicinare gli utenti
all’organizzazione;
• Le organizzazioni non bloggano, bloggano le
persone;
• E’ il diario quotidiano dell’organizzazione;
• La forma di comunicazione da adottare è il
dialogo.
14. Strumento di conversazione e dialogo, è uno dei
social media con cui le organizzazioni
ottengono più engagement.
15. Oltre ad essere una piattaforma dedicata a
contenuti di intrattenimento, Youtube è un’
ottima risorsa per quegli utenti che sono alla
ricerca di video contenenti informazioni o
istruzioni.
16. Twitter è l’unica piattaforma che ha come
limitazione testuale 140 caratteri per
messaggio. La sua attrattività deriva dalla
possibilità di leggere rapidamente le ultime
notizie ed altre informazioni. È il luogo ideale
per comunicare in tempo reale eventi e
iniziative.
17. • Social network professionale;
• Gli utenti costruiscono reti professionali, aggiornano i loro
profili lavorativi e cercano opportunità di lavoro;
• Le organizzazioni comunicano, promuovendo eventi,
bandi, pubblicando white papers o offrendo opportunità
lavorative.
18. • Uno dei network in più rapida crescita;
• Gli utenti caricano e visualizzano immagini relative ai
loro interessi;
• E’ un opportunità per raccontare agli utenti concetti
che solitamente rimangono offline come stile e
ispirazione.
19. IL TERZO SETTORE
NO-PROFIT
Complesso d’istituzioni che all’interno del sistema economico si
collocano tra lo Stato e il mercato, ma non sono riconducibili
né all’uno né all’altro.
• Assenza di distribuzione dei profitti;
• Natura giuridica privata;
• Accordo esplicito fra gli aderenti;
• Basata sull’autogoverno;
• Dispone di una certa quota di lavoro volontario;
• Organizzazione a base democratica.
20. SOCIAL MEDIA E NO-PROFIT
OBIETTIVI
• CONSAPEVOLEZZA (AWARENESS)
• VISIBILITA’
• GENERARE CONTATTI
• FUNDRAISING
• RAPPORTI COL DONATORE
• RAPPORTI CON L’UTENTE
21. FUNZIONALITA’
• Connessione con giovani e differenti audience;
• Reclutamento volontari;
• Diffusione di informazioni inerenti alla causa;
• Contatti con più donatori;
• Confronto con altre organizzazioni simili;
• Promozione di eventi per la raccolta fondi;
• Aumento del portafoglio di mezzi di comunicazione;
• Miglioramento della comunicazione esterna;
• Aggregazione del sostegno di massa;
• Aumento del traffico web verso il sito dell’organizzazione;
• Sensibilizzazione e mobilitazione delle persone per la propria causa
22. I CANALI UTILIZZATI
76.80%
46.70% 44.50%
19.50% 13.80% 14.80%
FACEBOOK YOUTUBE TWITTER NESSUNO GOOGLE + LINKEDIN
Fonte: Sodalitas, 2013
23. I VANTAGGI RISCONTRATI
90%
56%
16.20% 16.20% 10.30%
2.90%
Miglioramento della
visibilità
Sensibilizzazione alla
propria causa
Acquisizione nuovi
volontari
Approfondimento di
tematiche specifiche
Aumento delle
donazioni
Intercettazione di
professionisti
qualificati
24. CRITICITA’
76.80%
49.50%
35.80% 33.70%
18.90%
12.60% 11.60%
Difficoltà nel dedicare
tempo adeguato
Difficoltà nel dedicare
risorse umane
Difficoltà
nell'aggiornamento
costante dei
contenuti
Difficoltà nella
gestione tempestiva
delle risposte
Scarsa conoscenza
dello strumento
Gestione delle
critiche
Difficoltà nel far
conoscere la propria
presenza
25. ALCUNI CONSIGLI DAGLI ESPERTI
“Usare i social media durante tutto l’anno e non solo a ridosso di eventi o campagne”
Katherine Salt
“La prima cosa che il nonprofit dovrebbe ottenere con i social
media è umanizzare lo scopo delle loro cause” April Ennis
“Diventare un membro autorevole della propria comunità” John Haydon
“Racconta la tua storia” Joe Hackman
“Facilita la condivisione della tua storia” Phil Gerbyshak
27. IL POTERE DEL DIALOGO
Amnesty International utilizza i suoi profili social per stimolare i politici e i
legislatori a sostenere le proprie cause.
Coinvolgendo direttamente il politico davanti a una platea di oltre
100.000 seguaci su Twitter, l’organizzazione rende visibili i confronti con
queste figure che sentono inoltre la pressione dell’opinione pubblica.
28. COERENZA NELLA STRATEGIA DI DIFFUSIONE DEI CONTENUTI
I contenuti proposti da Amnesty vengono veicolati contemporaneamente
sulle diverse piattaforme social.
Così facendo si aumentano sia il numero delle persone raggiunte sia il livello
di coinvolgimento.
29. SOSTENERE GLI SFORZI REGIONALI
L’organizzazione, presente in più paesi, valorizza e coordina all’interno della
sua pagina ufficiale di Facebook i diversi profili regionali.
33. IL FUNDRAISING ONLINE
Le donazioni online nel 2012 sono aumentate del 21%
Se si considerano le donazioni periodiche (mensili) l’aumento è
del 43%
34.
35.
36. LA STRATEGIA
#1. SITO OTTIMIZZATO PER DONAZIONI E ACQUISIZIONE DI
NUOVI SOCI
#2. CREARE UNA MAILING LIST PER FIDELIZZARE I DONATORI
CONSOLIDATI
#3. INTEGRARE IL CANALE DI RACCOLTA FONDI ONLINE CON
QUELLI GIA’ ESISTENTI
37. CROCE ROSSA AMERICA
Durante il terremoto di Haiti Croce Rossa
America ha creato un reportage di foto delle
loro operazioni e l’ha condiviso sui social
media. Col profilo Twitter dedicato con oltre
150 mila seguaci e quello Facebook con oltre
190 mila hanno invitato le persone a donare.
La campagna social ha ottenuto 20 milioni di
dollari.
38. FONDAZIONE ABBE PIERRE
Dal 2010 con un profilo su Facebook negli ultimi 6 mesi
la fondazione ha raggiunto i 200 mila seguaci e
ottenuto 50 mila firme per una petizione organizzata
su Facebook.
La petizione online è costata 4 volte meno di una
petizione cartacea, ha richiesto meno tempo e meno
risorse ed ha permesso di generare molti nuovi
contatti.
39. PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE
La WFP ha postato una foto su Facebook affermando:
“Martin, un nostro collaboratore, sta per andare a
fare la spesa in un mercato in Pakistan, ha 100 rupie
(1 $) da spendere, quanto cibo pensi che sarà in
grado di comprare?”
Contemporaneamente hanno pubblicato il video
dell’iniziativa su Youtube.
La WFP con questa campagna ha raccolto 36,000 $ e
aiutato oltre 650,000 bambini.
40. ANMIL 2.0
• Dialogo con i sostenitori
• Dialogo con gli utenti
• Dialogo tra gli utenti