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L’arco Di Costantino
        A cura di:
      Alex Grifalconi
     Davide Paradiso
       Luca Gentile
     Simone Giorda
Menù
Inizio pagina          Il Fregio Costatiniano

L’arco                 I Pannelli Aureliani

Le iscrizioni          Gli elementi architettonici

La Struttura           Datazione storica

I rilievi              L’arco ed il Cristianesimo

Il Fregio Traianeo     Foto del cast

I tondi
L’arco
     L'Arco di Costantino è un arco trionfale a tre
      fornici (con un passaggio centrale affiancato da
      due passaggi laterali più piccoli), sito a Roma, a
      breve distanza dal Colosseo. Fu dedicato dal
      Senato per commemorare la vittoria
      dell'imperatore romano Costantino contro
      Massenzio nella Battaglia di Ponte Milvio (28
      ottobre del 312) e inaugurato ufficialmente nel
      315 (nei decennalia) o nel 325 DC (vicennalia).
     L'arco è costruito in opera quadrata di marmo
      bianco di diverse qualità, con blocchi reimpiegati
      da monumenti più antichi. Sono riutilizzati anche
      buona parte degli elementi architettonici e delle
      sculture della sua decorazione. Con l'attico l'arco
      raggiunge l'altezza di 25 m.
     La struttura architettonica riprende molto da
      vicino quella dell'Arco di Settimio Severo nel
      Foro Romano, con i tre fornici inquadrati da
      colonne sporgenti su alti piedistalli; anche alcuni
      temi decorativi, come le Vittorie dei pennacchi
      del fornice centrale, sono ripresi dal medesimo
      modello.
Le Iscrizioni
           Al centro dei due lati dell'attico è presente la
           seguente iscrizione:
          IMP · CAES · FL · CONSTANTINO ·
           MAXIMO · P · F · AVGUSTO · S · P · Q · R ·
           QVOD · INSTINCTV · DIVINATATIS ·
           MENTIS · MAGNITVDINE · CVM ·
           EXERCITV · SVO · TAM · DE · TYRANNO
           · QVAM · DE · OMNI · EIVS · FACTIONE ·
           VNO · TEMPORE · IVSTIS · REM-
           PUBLICAM · VLTVS · EST · ARMIS ·
           ARCVM · TRIVMPHIS · INSIGNEM ·
           DICAVIT ·
          Altre iscrizioni sono presenti sulle pareti
           interne del fornice centrale (LIBERATORI ·
           VRBIS e FVNDATORI · QVIETIS) e al di
           sopra dei fornici laterali (sulla facciata nord:
           VOTIS · X · VOTIS · XX e sulla facciata sud:
           SIC · X · SIC · XX ): queste ultime si
           riferiscono ai decennalia e ai vicennalia,
           ossia ai festeggiamenti per i dieci o venti anni
           di regno.
La Struttura
Sono riconducibili all'epoca della costruzione dell'arco (età
costantiniana) le seguenti sculture situate sulle due facciate:
 quelle situate sui plinti delle colonne (1) scolpiti sui tre lati
che ritraggono delle Vittorie; quelle presenti sugli archivolti
    del fornice centrale (2) sempre ritraenti delle Vittorie;
 quelle sugli archivolti dei fornici minori (3) che ritraggono
 divinità fluviali; quelle presenti sulle chiavi degli archi (4),
   con figure allegoriche sfortunatamente molto rovinate;
 quelle presenti sulle pareti interne dei fornici minori, con 8
  grossi busti di imperatori in rilievo anche questi rovinati;
     quelle presenti sopra gli stessi fornici minori e, alla
  medesima altezza, sui due lati corti (5-10), con sei lunghi
  pannelli che illustrano la campagna contro Massenzio. In
     questi, iniziando dal lato corto occidentale (verso il
     Palatino), si susseguono i seguenti episodi: partenza
dell’esercito di Costantino da Milano (5), assedio di Verona
  (6), battaglia di Ponte Milvio (7), entrata di Costantino a
    Roma (8), discorso di Costantino dai Rostri del Foro
 Romano (9), distribuzione di denaro al popolo nel Foro di
      Cesare (10). Sui due lati corti sono infine di epoca
   costantiniana i due tondi con la rappresentazione della
    Luna, nel lato ovest (11), e del Sole, nel lato est (12).
   Appartengono invece all'età di Traiano, provenienti dal
  Foro di quell'imperatore: le otto statue di Daci prigionieri
(con le teste rifatte nel Settecento) nell'attico sui plinti sopra
 le colonne (13-20), i due pannelli sui lati minori dell'attico
    con scene di battaglia (21-22) e gli altri due che sono
    all'interno del fornice centrale (23-24), tutti e quattro
appartenenti a un unico grande fregio (alto circa 3 metri e in
   origine lungo oltre 35) che forse decorava l'attico della
                         Basilica Ulpia.
Appartengono all'età adrianea, forse provenienti da un arco quadrifronte, gli otto tondi (25-32), alti più
di due metri, che rappresentano: nella facciata meridionale, la partenza per la caccia (25), un sacrificio
    a Silva-no (26), la caccia all’orso (27), un sacrificio a Diana (28); nella facciata settentrionale, la
  caccia al cinghiale (29), un sacrificio ad Apollo (30), la caccia al leone (31), un sacrificio ad Ercole
   (32). In questi rilievi, che debbono riferirsi a episodi reali, appare Antinoo ragazzo e poi giovane
mentre le teste di Adriano sono state rilavorate al momento della costruzione dell'arco e trasformate in
  ritratti di Costantino, nelle scene di caccia, e del suo collega Licinio, nelle scene di sacrificio (i due
    ultimi sono ancora incorniciati da lastre di porfido andate invece perdute attorno agli altri). Sono
       infine dell'età di Commodo e provenienti (insieme ad altri tre che si trovano nel Palazzo dei
Conservatori) da un arco onorario dedicato a Marco Aurelio, gli otto pannelli dell'attico (alti più di tre
   metri) ai lati dell'iscrizione (33-40) che rappresentano episodi relativi all'impero di Marco Aurelio
(con le teste dell’imperatore rilavorate nel Settecento): nella facciata meridionale, presentazione di un
       capo barbaro al-l’imperatore (33), prigionieri condotti davanti all’imperatore (34), discorso
dell’imperatore ai soldati (35), sacrificio nell’accampamento (36); nella fac-ciata settentrionale, arrivo
a Roma dell’imperatore (37), partenza da Roma dell'imperatore (38), distribuzione di denaro al popolo
                                      (39), resa di un capo barbaro (40).
I Rilievi
        I rilievi riutilizzati richiamano le figure dei
         "buoni imperatori" del II secolo (Traiano,
         Adriano e Marco Aurelio, a cui viene così
         assimilata la figura di Costantino a fini
         propagandistici: all'imperatore, impegnato
         a stabilire la legittimità della sua
         successione di fronte allo sconfitto
         Massenzio, che aveva esercitato il suo
         potere proprio con l'antica capitale
         imperiale come centro, si propone infatti
         come restitutore di quella epoca felice.
        I rilievi si dispongono, insieme a quelli
         appositamente eseguiti all'epoca, in modo
         simmetrico sulle due facciate (nord e sud)
         e sui due lati corti (est ed ovest) dell'arco.
         Sulla facciata sud, esterna, prevalgono
         scene di guerra, mentre sulla facciata nord,
         interna, scene di pace.
Il Grande fregio Traianeo e
      Daci dell'attico
              Quattro rilievi con scene di battaglia, composti
              ciascuno da due grandi lastre in marmo pentelico, sono
              collocati sulle pareti laterali del fornice centrale e sui
              lati corti dell'attico. In origine si trattava di un unico
              grande fregio, di circa 3 m di altezza, che raffigurava
              le gesta dell'imperatore Traiano durante le campagne
              di conquista della Dacia (102 - 107 DC) e che forse
              proveniva dal Foro di Traiano. Il fregio doveva essere
              completato da altre lastre ora perdute e la ricostruzione
              della sua lunghezza complessiva e l'individuazione
              della sua originaria collocazione sono tuttora discusse.
              Le teste dell'imperatore nelle lastre reimpiegate
              sull'arco sono state tutte rilavorate come ritratti di
              Costantino. Calchi delle lastre sono ricomposti nella
              loro originaria unità nel Museo della Civiltà Romana a
              Roma.
              Sempre dal Foro di Traiano provengono le otto statue
              di Daci in marmo pavonazzetto collocate su basamenti
              in marmo cipollino come decorazione dell'attico (testa
              e mani delle sculture e una delle figure per intero, in
              marmo bianco, sono dovute ad un restauro del XVIII
              secolo).
Tondi adrianei e tondi
   costantiniani
          Otto rilievi circolari dell'epoca dell'imperatore Adriano di oltre
                2 m di altezza) sono collocati al di sopra dei fornici
                laterali, sulle due facciate, inseriti a due a due in un campo
                rettangolare che in origine era ricoperto da lastre di
                porfido. Raffigurano alternativamente scene di caccia
                (partenza per la caccia, cacce all'orso, al cinghiale, al
                leone) e scene di sacrificio a divinità pagane, collegate
                ciascuna ad una delle cacce. Nei tondi collocati sulla
                facciata sud e teste dell'imperatore sono state rilavorate
                come ritratti di Costantino nelle scene di sacrificio e di
                Licinio o di Costanzo Cloro nelle scene di caccia;
                viceversa per i tondi collocati sulla facciata nord. Discussa
                è la provenienza dei rilievi, forse da un monumento
                dedicato ad Antinoo situato sul Palatino.
          L'ordine attuale dei tondi sull'arco, che differisce dall'originario
                ordine delle scene, è il seguente:
          sulla facciata meridionale: "Partenza per la caccia", "Sacrificio a
                Silvano", "Caccia all'orso", "Sacrificio a Diana";
          sulla facciata settentrionale: "Caccia al cinghiale", "Sacrificio ad
                Apollo", "Caccia al Leone", "Sacrificio ad Ercole".
          Sui lati corti dell'arco il ciclo è completato da due tondi
                appositamente scolpiti per l'arco all'epoca di Costantino;
                sul lato est il Sole-Apollo sulla quadriga sorge dal mare,
                mentre sul lato ovest la Luna-Diana guida invece una biga
                che si immerge nell'Oceano: i due rilievi inquadrano la
                vittoria dell'imperatore in una dimensione cosmica.
Fregio costantiniano ed altri
     rilievi contemporanei all'arco



   Al di sopra dei fornici laterali e sotto i tondi adrianei, un fregio continuo
    (alto poco meno di 1 m) che prosegue anche sui lati corti del monumento
    con il raccordo di elementi angolari, fu scolpito all'epoca di Costantino
    direttamente sui blocchi che compongono la muratura, leggermente
    sporgenti. Il racconto, che riguarda gli episodi della guerra contro
    Massenzio e la celebrazione della vittoria di Costantino a Roma, inizia sul
    lato corto occidentale e prosegue girando intorno all'arco in senso
    antiorario per terminare all'angolo nordoccidentale:
   Il fregio costantiniano sul lato occidentale ("Partenza da Milano").
   sul lato occidentale: "Partenza da Milano";
   sul lato meridionale: "Assedio di Verona" e "Battaglia di Ponte
    Milvio"
   sul lato orientale: "Arrivo a Roma"
   sul lato settentrionale; "Discorso dai rostra" nel Foro Romano e
    "Congiarium" (distribuzione di denaro al popolo).
   Altre decorazioni scultoree eseguite in epoca costantiniana sono:
   i rilievi sui piedistalli delle colonne (Vittorie che scrivono su scudi o
    reggono rami di palma sui lati anteriori e barbari con soldati romani
    sui fianchi);
   gli otto busti su lastre inseriti nella muratura dei passaggi laterali (non
    tutti conservati), con ritratti imperiali e figure di divinità;
   le Vittorie alate con i Geni delle Stagioni nei pennacchi (spazi
    triangolari di risulta) del fornice centrale
   le personificazioni di fiumi nei pennacchi dei fornici laterali;
   le sculture delle chiavi d'arco con raffigurazioni di divinità.
Il fregio costantiniano, da leggere secondo una narrazione continua,
    marcata dalla successione dei singoli episodi, prosegue in questo
    senso la tradizione romana del rilievo storico, e tuttavia se ne
    distacca nettamente dal punto di vista stilistico, segnando
    l'abbandono del naturalismo di origine ellenistica a favore di un
    più marcato carattere simbolico. Le figure si presentano frontali,
    quasi disegnate con il trapano, privilegiando la linea di contorno
    rispetto ad una reale consistenza volumetrica, e i volti con gli
    occhi grandi e sbarrati sono segnati da un marcato espressionismo.
    Mancano i rapporti spaziali e la prospettiva viene ribaltata
    ponendo ai lati della composizione ciò che nella realtà si
    troverebbe in primo piano. La grandezza delle figure non dipende
    più dalla loro posizione nello spazio, ma dalla loro importanza: su
    tutte emerge la figura dell'imperatore, quasi isolata nella sua
    dimensione trascendente e sacrale. Sono tutte, queste,
    caratteristiche dell'arte tardo-antica, che anticipa le realizzazioni
    dell'arte medioevale e a sua volta era in parte stata anticipata dalla
    corrente artistica "plebea" e "provinciale" che si intreccia con l'arte
    ufficiale lungo tutta l'evoluzione dell'arte romana.
Pannelli di Marco Aurelio
                 Sull'attico, ai lati dell'iscrizione, sono murati
                 otto rilievi rettangolari (alti più di 3 m) che
                 raffigurano diversi episodi delle imprese
                 dell'imperatore Marco Aurelio contro i Quadi
                 e i Marcomanni (definitivamente sconfitti nel
                 175 DC). Le teste dell'imperatore sono anche
                 in questo caso state rilavorate come ritratti
                 probabilmente di Costantino e Licinio (oggi
                 le teste sono quelle del restauro del XVIII
                 secolo e raffigurano Traiano, in quanto
                 all'epoca i rilievi erano stati attribuiti
                 all'epoca di questo imperatore).
                L'attuale ordine dei rilievi sull'arco è il
                 seguente:
                sulla facciata meridionale, da sinistra a
                 destra: "Rex datus" (presentazione
                 all'imperatore di un capo barbaro
                 sottomesso), "Captivi" (prigionieri condotti
                 all'imperatore), "Adlocutio" (discorso ai
                 soldati), "Lustratio" (sacrificio al campo)
Pannelli di Marco Aurelio
   Al medesimo ciclo appartenevano anche altri tre rilievi oggi conservati nei Musei
    Capitolini (Palazzo dei Conservatori): "Clementia" (clemenza dell'imperatore verso i
    vinti), "Corteo trionfale" (con Marco Aurelio sul carro, in origine accompagnato dal
    figlio Commodo, la cui figura venne in seguito asportata in seguito alla [[damnatio
    memoriae]]), "Sacificio capitolino" (sacrifico al tempio di Giove sul Campidoglio che
    concludeva la cerimonia trionfale). Questi tre rilievi, e probabilmente un quarto oggi
    perduto, non furono mai riutilizzati nell'arco costantiniano.
   I dodici rilievi originari provenivano forse da un arco, oggi scomparso, dedicato a Marco
    Aurelio sul Campidoglio. In alternativa sono stati collegati al complesso celebrativo
    eretto in onore dell'imperatore dal figlio Commodo nel Campo Marzio di cui oggi
    rimane la Colonna antonina e a cui forse apparteneva anche il celebre cavallo di Marco
    Aurelio in bronzo oggi collocato al centro di Piazza del Campidoglio a Roma.
   L'ordine dei pannelli nel monumento originario era naturalmente diverso da quello
    odierno sull'arco, dove i rilievi furono collocati seguendo non tanto un ordine narrativo,
    quanto la suddivisione delle due facciate per le tematiche di guerra (a sud) e di pace (a
    nord) e ricercando inoltre effetti di insieme (come ad esempio per l'accostamento degli
    episodi della partenza (Profectio) e dell'arrivo (Adventus), che presentavano in tal mondo
    un continuo sfondo di edifici).
Gli elementi architettonici di
        reimpiego
                  La cornice dell'ordine principale è costituita
                   da elementi rettilinei di reimpiego (datati
                   all'età antonina o primo-severiana), integrati
                   da copie costantiniane per gli elementi
                   sporgenti sopra le colonne, più accuratamente
                   scolpiti sulla fronte che sui fianchi. Ancora di
                   reimpiego sono i capitelli corinzi (sempre di
                   epoca antonina), i fusti rudentati in marmo
                   giallo antico, e le basi delle colonne (capitelli
                   e basi delle retrostanti lesene sono invece
                   copie costantiniane, mentre i fusti delle
                   lesene, probabilmente di reimpiego, sono
                   stati quasi tutti sostituiti nei restauri
                   settecenteschi). Ancora di reimpiego sono la
                   cornice di imposta del fornice centrale, di età
                   domizianea, ma con rilavorazioni successive.
                   Di epoca costantiniana sono ancora gli
                   archivolti del fornice centrale e gli elementi
                   lisci (coronamenti e zoccoli, fregio,
                   architrave e basi dell'ordine principale,
                   archivolti e cornici di imposta dei fornici
                   laterali), che presentano spesso modanature
                   semplificate e con andamento non
                   precisamente allineato.
Datazione ed epoca storica
   Sulla base di scavi condotti nelle fondazioni dell'arco, su uno dei
    lati, è stata proposta l'ipotesi che il monumento sia stato
    costruito all'epoca di Adriano e successivamente pesantemente
    rimaneggiato in epoca costantiniana, con lo spostamento in fuori
    delle colonne, il rifacimento dell'intero attico, l'inserimento del
    Grande fregio traianeo sulle pareti interne del passaggio
    centrale, e l'esecuzione dei rilievi e delle decorazioni
    riconosciute di epoca costantiniana, sia per mezzo della
    rilavorazione dei blocchi già inseriti nella muratura, sia con
    l'inserzione di nuovi elementi. All'originaria decorazione del
    monumento apparterrebbero invece i Tondi adrianei.
L’arco ed il Cristianesimo
 Sull'iscrizione dell'attico la frase instinctu divinitatis ("per ispirazione divina"),
  nella terza riga, ha causato lunghe discussioni tra gli studiosi, in relazione alla
  posizione dell'imperatore nei confronti della religione cristiana e al racconto
  dello storico Eusebio di Cesarea, che riferisce l'episodio dell'apparizione della
  croce a Costantino prima della battaglia contro Massenzio. L'allusione è
  probabilmente volutamente oscura: l'imperatore in quest'epoca, pur avendo un
  atteggiamento di benevolenza nei confronti della nuova religione, che con il
  suo monoteismo vede come possibile base ideologica del potere imperiale, e
  affine in questo senso al culto dinastico del Sol Invictus, mantiene ancora una
  certa equidistanza.
 Tra i rilievi dell'arco sono presenti scene di sacrificio a diverse divinità pagane
  (nei tondi adrianei) e busti di divinità sono presenti anche nei passaggi laterali,
  mentre altre divinità erano raffigurate sulle chiavi dell'arco, ma
  significativamente tra i pannelli dell'epoca di Marco Aurelio sono tralasciati
  nel reimpiego proprio quelli che si riferiscono al trionfo e al sacrificio
  capitolino, la più alta cerimonia della religione di stato pagana.
Fine   Indice
Arco di Constantino
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Arco di Constantino
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Arco di Constantino

  • 1. L’arco Di Costantino A cura di: Alex Grifalconi Davide Paradiso Luca Gentile Simone Giorda
  • 2. Menù Inizio pagina Il Fregio Costatiniano L’arco I Pannelli Aureliani Le iscrizioni Gli elementi architettonici La Struttura Datazione storica I rilievi L’arco ed il Cristianesimo Il Fregio Traianeo Foto del cast I tondi
  • 3. L’arco  L'Arco di Costantino è un arco trionfale a tre fornici (con un passaggio centrale affiancato da due passaggi laterali più piccoli), sito a Roma, a breve distanza dal Colosseo. Fu dedicato dal Senato per commemorare la vittoria dell'imperatore romano Costantino contro Massenzio nella Battaglia di Ponte Milvio (28 ottobre del 312) e inaugurato ufficialmente nel 315 (nei decennalia) o nel 325 DC (vicennalia).  L'arco è costruito in opera quadrata di marmo bianco di diverse qualità, con blocchi reimpiegati da monumenti più antichi. Sono riutilizzati anche buona parte degli elementi architettonici e delle sculture della sua decorazione. Con l'attico l'arco raggiunge l'altezza di 25 m.  La struttura architettonica riprende molto da vicino quella dell'Arco di Settimio Severo nel Foro Romano, con i tre fornici inquadrati da colonne sporgenti su alti piedistalli; anche alcuni temi decorativi, come le Vittorie dei pennacchi del fornice centrale, sono ripresi dal medesimo modello.
  • 4. Le Iscrizioni Al centro dei due lati dell'attico è presente la seguente iscrizione:  IMP · CAES · FL · CONSTANTINO · MAXIMO · P · F · AVGUSTO · S · P · Q · R · QVOD · INSTINCTV · DIVINATATIS · MENTIS · MAGNITVDINE · CVM · EXERCITV · SVO · TAM · DE · TYRANNO · QVAM · DE · OMNI · EIVS · FACTIONE · VNO · TEMPORE · IVSTIS · REM- PUBLICAM · VLTVS · EST · ARMIS · ARCVM · TRIVMPHIS · INSIGNEM · DICAVIT ·  Altre iscrizioni sono presenti sulle pareti interne del fornice centrale (LIBERATORI · VRBIS e FVNDATORI · QVIETIS) e al di sopra dei fornici laterali (sulla facciata nord: VOTIS · X · VOTIS · XX e sulla facciata sud: SIC · X · SIC · XX ): queste ultime si riferiscono ai decennalia e ai vicennalia, ossia ai festeggiamenti per i dieci o venti anni di regno.
  • 6. Sono riconducibili all'epoca della costruzione dell'arco (età costantiniana) le seguenti sculture situate sulle due facciate: quelle situate sui plinti delle colonne (1) scolpiti sui tre lati che ritraggono delle Vittorie; quelle presenti sugli archivolti del fornice centrale (2) sempre ritraenti delle Vittorie; quelle sugli archivolti dei fornici minori (3) che ritraggono divinità fluviali; quelle presenti sulle chiavi degli archi (4), con figure allegoriche sfortunatamente molto rovinate; quelle presenti sulle pareti interne dei fornici minori, con 8 grossi busti di imperatori in rilievo anche questi rovinati; quelle presenti sopra gli stessi fornici minori e, alla medesima altezza, sui due lati corti (5-10), con sei lunghi pannelli che illustrano la campagna contro Massenzio. In questi, iniziando dal lato corto occidentale (verso il Palatino), si susseguono i seguenti episodi: partenza dell’esercito di Costantino da Milano (5), assedio di Verona (6), battaglia di Ponte Milvio (7), entrata di Costantino a Roma (8), discorso di Costantino dai Rostri del Foro Romano (9), distribuzione di denaro al popolo nel Foro di Cesare (10). Sui due lati corti sono infine di epoca costantiniana i due tondi con la rappresentazione della Luna, nel lato ovest (11), e del Sole, nel lato est (12). Appartengono invece all'età di Traiano, provenienti dal Foro di quell'imperatore: le otto statue di Daci prigionieri (con le teste rifatte nel Settecento) nell'attico sui plinti sopra le colonne (13-20), i due pannelli sui lati minori dell'attico con scene di battaglia (21-22) e gli altri due che sono all'interno del fornice centrale (23-24), tutti e quattro appartenenti a un unico grande fregio (alto circa 3 metri e in origine lungo oltre 35) che forse decorava l'attico della Basilica Ulpia.
  • 7. Appartengono all'età adrianea, forse provenienti da un arco quadrifronte, gli otto tondi (25-32), alti più di due metri, che rappresentano: nella facciata meridionale, la partenza per la caccia (25), un sacrificio a Silva-no (26), la caccia all’orso (27), un sacrificio a Diana (28); nella facciata settentrionale, la caccia al cinghiale (29), un sacrificio ad Apollo (30), la caccia al leone (31), un sacrificio ad Ercole (32). In questi rilievi, che debbono riferirsi a episodi reali, appare Antinoo ragazzo e poi giovane mentre le teste di Adriano sono state rilavorate al momento della costruzione dell'arco e trasformate in ritratti di Costantino, nelle scene di caccia, e del suo collega Licinio, nelle scene di sacrificio (i due ultimi sono ancora incorniciati da lastre di porfido andate invece perdute attorno agli altri). Sono infine dell'età di Commodo e provenienti (insieme ad altri tre che si trovano nel Palazzo dei Conservatori) da un arco onorario dedicato a Marco Aurelio, gli otto pannelli dell'attico (alti più di tre metri) ai lati dell'iscrizione (33-40) che rappresentano episodi relativi all'impero di Marco Aurelio (con le teste dell’imperatore rilavorate nel Settecento): nella facciata meridionale, presentazione di un capo barbaro al-l’imperatore (33), prigionieri condotti davanti all’imperatore (34), discorso dell’imperatore ai soldati (35), sacrificio nell’accampamento (36); nella fac-ciata settentrionale, arrivo a Roma dell’imperatore (37), partenza da Roma dell'imperatore (38), distribuzione di denaro al popolo (39), resa di un capo barbaro (40).
  • 8. I Rilievi  I rilievi riutilizzati richiamano le figure dei "buoni imperatori" del II secolo (Traiano, Adriano e Marco Aurelio, a cui viene così assimilata la figura di Costantino a fini propagandistici: all'imperatore, impegnato a stabilire la legittimità della sua successione di fronte allo sconfitto Massenzio, che aveva esercitato il suo potere proprio con l'antica capitale imperiale come centro, si propone infatti come restitutore di quella epoca felice.  I rilievi si dispongono, insieme a quelli appositamente eseguiti all'epoca, in modo simmetrico sulle due facciate (nord e sud) e sui due lati corti (est ed ovest) dell'arco. Sulla facciata sud, esterna, prevalgono scene di guerra, mentre sulla facciata nord, interna, scene di pace.
  • 9. Il Grande fregio Traianeo e Daci dell'attico Quattro rilievi con scene di battaglia, composti ciascuno da due grandi lastre in marmo pentelico, sono collocati sulle pareti laterali del fornice centrale e sui lati corti dell'attico. In origine si trattava di un unico grande fregio, di circa 3 m di altezza, che raffigurava le gesta dell'imperatore Traiano durante le campagne di conquista della Dacia (102 - 107 DC) e che forse proveniva dal Foro di Traiano. Il fregio doveva essere completato da altre lastre ora perdute e la ricostruzione della sua lunghezza complessiva e l'individuazione della sua originaria collocazione sono tuttora discusse. Le teste dell'imperatore nelle lastre reimpiegate sull'arco sono state tutte rilavorate come ritratti di Costantino. Calchi delle lastre sono ricomposti nella loro originaria unità nel Museo della Civiltà Romana a Roma. Sempre dal Foro di Traiano provengono le otto statue di Daci in marmo pavonazzetto collocate su basamenti in marmo cipollino come decorazione dell'attico (testa e mani delle sculture e una delle figure per intero, in marmo bianco, sono dovute ad un restauro del XVIII secolo).
  • 10. Tondi adrianei e tondi costantiniani Otto rilievi circolari dell'epoca dell'imperatore Adriano di oltre 2 m di altezza) sono collocati al di sopra dei fornici laterali, sulle due facciate, inseriti a due a due in un campo rettangolare che in origine era ricoperto da lastre di porfido. Raffigurano alternativamente scene di caccia (partenza per la caccia, cacce all'orso, al cinghiale, al leone) e scene di sacrificio a divinità pagane, collegate ciascuna ad una delle cacce. Nei tondi collocati sulla facciata sud e teste dell'imperatore sono state rilavorate come ritratti di Costantino nelle scene di sacrificio e di Licinio o di Costanzo Cloro nelle scene di caccia; viceversa per i tondi collocati sulla facciata nord. Discussa è la provenienza dei rilievi, forse da un monumento dedicato ad Antinoo situato sul Palatino. L'ordine attuale dei tondi sull'arco, che differisce dall'originario ordine delle scene, è il seguente: sulla facciata meridionale: "Partenza per la caccia", "Sacrificio a Silvano", "Caccia all'orso", "Sacrificio a Diana"; sulla facciata settentrionale: "Caccia al cinghiale", "Sacrificio ad Apollo", "Caccia al Leone", "Sacrificio ad Ercole". Sui lati corti dell'arco il ciclo è completato da due tondi appositamente scolpiti per l'arco all'epoca di Costantino; sul lato est il Sole-Apollo sulla quadriga sorge dal mare, mentre sul lato ovest la Luna-Diana guida invece una biga che si immerge nell'Oceano: i due rilievi inquadrano la vittoria dell'imperatore in una dimensione cosmica.
  • 11. Fregio costantiniano ed altri rilievi contemporanei all'arco  Al di sopra dei fornici laterali e sotto i tondi adrianei, un fregio continuo (alto poco meno di 1 m) che prosegue anche sui lati corti del monumento con il raccordo di elementi angolari, fu scolpito all'epoca di Costantino direttamente sui blocchi che compongono la muratura, leggermente sporgenti. Il racconto, che riguarda gli episodi della guerra contro Massenzio e la celebrazione della vittoria di Costantino a Roma, inizia sul lato corto occidentale e prosegue girando intorno all'arco in senso antiorario per terminare all'angolo nordoccidentale:
  • 12. Il fregio costantiniano sul lato occidentale ("Partenza da Milano").  sul lato occidentale: "Partenza da Milano";  sul lato meridionale: "Assedio di Verona" e "Battaglia di Ponte Milvio"  sul lato orientale: "Arrivo a Roma"  sul lato settentrionale; "Discorso dai rostra" nel Foro Romano e "Congiarium" (distribuzione di denaro al popolo).
  • 13. Altre decorazioni scultoree eseguite in epoca costantiniana sono:  i rilievi sui piedistalli delle colonne (Vittorie che scrivono su scudi o reggono rami di palma sui lati anteriori e barbari con soldati romani sui fianchi);  gli otto busti su lastre inseriti nella muratura dei passaggi laterali (non tutti conservati), con ritratti imperiali e figure di divinità;  le Vittorie alate con i Geni delle Stagioni nei pennacchi (spazi triangolari di risulta) del fornice centrale  le personificazioni di fiumi nei pennacchi dei fornici laterali;  le sculture delle chiavi d'arco con raffigurazioni di divinità.
  • 14. Il fregio costantiniano, da leggere secondo una narrazione continua, marcata dalla successione dei singoli episodi, prosegue in questo senso la tradizione romana del rilievo storico, e tuttavia se ne distacca nettamente dal punto di vista stilistico, segnando l'abbandono del naturalismo di origine ellenistica a favore di un più marcato carattere simbolico. Le figure si presentano frontali, quasi disegnate con il trapano, privilegiando la linea di contorno rispetto ad una reale consistenza volumetrica, e i volti con gli occhi grandi e sbarrati sono segnati da un marcato espressionismo. Mancano i rapporti spaziali e la prospettiva viene ribaltata ponendo ai lati della composizione ciò che nella realtà si troverebbe in primo piano. La grandezza delle figure non dipende più dalla loro posizione nello spazio, ma dalla loro importanza: su tutte emerge la figura dell'imperatore, quasi isolata nella sua dimensione trascendente e sacrale. Sono tutte, queste, caratteristiche dell'arte tardo-antica, che anticipa le realizzazioni dell'arte medioevale e a sua volta era in parte stata anticipata dalla corrente artistica "plebea" e "provinciale" che si intreccia con l'arte ufficiale lungo tutta l'evoluzione dell'arte romana.
  • 15. Pannelli di Marco Aurelio Sull'attico, ai lati dell'iscrizione, sono murati otto rilievi rettangolari (alti più di 3 m) che raffigurano diversi episodi delle imprese dell'imperatore Marco Aurelio contro i Quadi e i Marcomanni (definitivamente sconfitti nel 175 DC). Le teste dell'imperatore sono anche in questo caso state rilavorate come ritratti probabilmente di Costantino e Licinio (oggi le teste sono quelle del restauro del XVIII secolo e raffigurano Traiano, in quanto all'epoca i rilievi erano stati attribuiti all'epoca di questo imperatore).  L'attuale ordine dei rilievi sull'arco è il seguente:  sulla facciata meridionale, da sinistra a destra: "Rex datus" (presentazione all'imperatore di un capo barbaro sottomesso), "Captivi" (prigionieri condotti all'imperatore), "Adlocutio" (discorso ai soldati), "Lustratio" (sacrificio al campo)
  • 16. Pannelli di Marco Aurelio  Al medesimo ciclo appartenevano anche altri tre rilievi oggi conservati nei Musei Capitolini (Palazzo dei Conservatori): "Clementia" (clemenza dell'imperatore verso i vinti), "Corteo trionfale" (con Marco Aurelio sul carro, in origine accompagnato dal figlio Commodo, la cui figura venne in seguito asportata in seguito alla [[damnatio memoriae]]), "Sacificio capitolino" (sacrifico al tempio di Giove sul Campidoglio che concludeva la cerimonia trionfale). Questi tre rilievi, e probabilmente un quarto oggi perduto, non furono mai riutilizzati nell'arco costantiniano.  I dodici rilievi originari provenivano forse da un arco, oggi scomparso, dedicato a Marco Aurelio sul Campidoglio. In alternativa sono stati collegati al complesso celebrativo eretto in onore dell'imperatore dal figlio Commodo nel Campo Marzio di cui oggi rimane la Colonna antonina e a cui forse apparteneva anche il celebre cavallo di Marco Aurelio in bronzo oggi collocato al centro di Piazza del Campidoglio a Roma.  L'ordine dei pannelli nel monumento originario era naturalmente diverso da quello odierno sull'arco, dove i rilievi furono collocati seguendo non tanto un ordine narrativo, quanto la suddivisione delle due facciate per le tematiche di guerra (a sud) e di pace (a nord) e ricercando inoltre effetti di insieme (come ad esempio per l'accostamento degli episodi della partenza (Profectio) e dell'arrivo (Adventus), che presentavano in tal mondo un continuo sfondo di edifici).
  • 17. Gli elementi architettonici di reimpiego  La cornice dell'ordine principale è costituita da elementi rettilinei di reimpiego (datati all'età antonina o primo-severiana), integrati da copie costantiniane per gli elementi sporgenti sopra le colonne, più accuratamente scolpiti sulla fronte che sui fianchi. Ancora di reimpiego sono i capitelli corinzi (sempre di epoca antonina), i fusti rudentati in marmo giallo antico, e le basi delle colonne (capitelli e basi delle retrostanti lesene sono invece copie costantiniane, mentre i fusti delle lesene, probabilmente di reimpiego, sono stati quasi tutti sostituiti nei restauri settecenteschi). Ancora di reimpiego sono la cornice di imposta del fornice centrale, di età domizianea, ma con rilavorazioni successive. Di epoca costantiniana sono ancora gli archivolti del fornice centrale e gli elementi lisci (coronamenti e zoccoli, fregio, architrave e basi dell'ordine principale, archivolti e cornici di imposta dei fornici laterali), che presentano spesso modanature semplificate e con andamento non precisamente allineato.
  • 18. Datazione ed epoca storica  Sulla base di scavi condotti nelle fondazioni dell'arco, su uno dei lati, è stata proposta l'ipotesi che il monumento sia stato costruito all'epoca di Adriano e successivamente pesantemente rimaneggiato in epoca costantiniana, con lo spostamento in fuori delle colonne, il rifacimento dell'intero attico, l'inserimento del Grande fregio traianeo sulle pareti interne del passaggio centrale, e l'esecuzione dei rilievi e delle decorazioni riconosciute di epoca costantiniana, sia per mezzo della rilavorazione dei blocchi già inseriti nella muratura, sia con l'inserzione di nuovi elementi. All'originaria decorazione del monumento apparterrebbero invece i Tondi adrianei.
  • 19. L’arco ed il Cristianesimo  Sull'iscrizione dell'attico la frase instinctu divinitatis ("per ispirazione divina"), nella terza riga, ha causato lunghe discussioni tra gli studiosi, in relazione alla posizione dell'imperatore nei confronti della religione cristiana e al racconto dello storico Eusebio di Cesarea, che riferisce l'episodio dell'apparizione della croce a Costantino prima della battaglia contro Massenzio. L'allusione è probabilmente volutamente oscura: l'imperatore in quest'epoca, pur avendo un atteggiamento di benevolenza nei confronti della nuova religione, che con il suo monoteismo vede come possibile base ideologica del potere imperiale, e affine in questo senso al culto dinastico del Sol Invictus, mantiene ancora una certa equidistanza.  Tra i rilievi dell'arco sono presenti scene di sacrificio a diverse divinità pagane (nei tondi adrianei) e busti di divinità sono presenti anche nei passaggi laterali, mentre altre divinità erano raffigurate sulle chiavi dell'arco, ma significativamente tra i pannelli dell'epoca di Marco Aurelio sono tralasciati nel reimpiego proprio quelli che si riferiscono al trionfo e al sacrificio capitolino, la più alta cerimonia della religione di stato pagana.
  • 20. Fine Indice