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Enrico Gianotti
   presents
Masaccio
Indice
La Vita

Le Opere

i crediti
La Vita
Tommaso ("Masaccio") nacque a
San Giovanni in Altura (oggi San
Giovanni Valdarno) il 21 Dicembre
1401 da Giovanni di Mone Cassai di
professione notaio e da Monna
Jacopa di Martinozzo. Il nome di
battesimo deriva dal fatto che
Tommaso era il Santo festeggiato
in quel giorno. Il nome del casato
Cassai deriva dall’attività di
falegnami svolta dalla famiglia del
padre, falegnami mobilieri coloro
cioè che facevano casse "cassai".
Tommaso rimase orfano di padre a
soli 5 anni nel 1406. Nello stesso
anno a Tommaso nacque un
fratello a cui viene dato il nome
del padre morto Giovanni. Anche
Giovanni come Masaccio diventerà
pittore con il soprannome dello
Scheggia.
La madre si risposò a Tedesco
del maestro Feo vedovo
anch’egli e molto più anziano
di lei. Il patrigno, speziale
benestante, garantì comunque
a Masaccio ed alla sua famiglia
un’infanzia piuttosto agiata.
Tommaso trascorse l’infanzia e
la giovinezza a San Giovanni in
Altura. Il soprannome di
Masaccio gli deriva non tanto
perché Tommaso fosse una
persona viziosa o cattiva ma,
come ci spiega il Vasari nelle
Vite, per la grande
trascuratezza che egli aveva
per le cose del mondo e per sè
stesso forse perché fino da
giovanissimo attratto e preso
completamente per le cose
dell’arte.
Si trasferì con la famiglia a Firenze nel 1417, dove nel 1422 si
iscrisse come pittore all'arte dei medici e degli speziali. Dei
cinque anni intercorsi e della sua formazione pittorica non
abbiamo notizie certe: sono comunque estremamente probabili
sia l’apprendistato nella attivissima bottega di Bicci di Lorenzo,
che l’esecuzione di opere per il suo territorio d’origine, ricordate
genericamente dal Vasari. Il trittico di San Giovenale è
indubbiamente tra queste e rappresenta non solo un punto fermo
nell’ambito dell’attività giovanile dell’artista, ma anche un
caposaldo della pittura del primissimo Rinascimento.
Con il dipinto Sant'Anna
Metterza iniziò comunque una
collaborazione fra i due pittori.
La pala d'altare fu realizzata
per la chiesa di Sant'Ambrogio a
Firenze intorno al 1424-1425,
oggi si trova alla galleria degli
Uffizi. La critica attribuisce a
Masolino la figura di Sant'Anna
e di tutti gli angeli tranne forse
quello centrale in alto e quello
reggicortina di destra che sono
attribuito a Masaccio come la
Vergine e il Bambino.
In queste figure sono evidenti i
caratteri distintivi dell'arte di
Masaccio con il suo modo di
concepire le figure poste
saldamente in uno spazio reale
creato dalla volumetria delle
figure stesse.
L'affiatamento tra i due è
comunque grande, tanto che
vengono incaricati da Felice
Brancacci di affrescare la
cappella di famiglia nella
chiesa del Carmine a
Firenze. Gli affreschi, aventi
per soggetto Storie della
Vita di San Pietro al quale si
affiancano alcune Storie
della Genesi, vengono
realizzati a partire dal 1424;
i due pittori si distribuiscono
le scene da rappresentare in
modo che i due diversi modi
di dipingere non entrino in
contrasto tra loro.
Masolino abbandona i lavori
nel 1425 a quel tempo erano
già completate la volta,
affrescata con i simboli degli
evangelisti, le pareti di fondo
con il Pentimento di San
Pietro, Pasce agnos, pasce
oves meas, le lunette a destra
e a sinistra con la Chiamata e
il Naufragio. Queste parti
purtroppo però sono andate
perdute durante un incendio
sviluppatosi nella chiesa nel
1771, ancora era completato
il registro decorativo
superiore con i Progenitori nel
paradiso terrestre e la
Tentazione, la Guarigione
dello zoppo e la Resurrezione
di Tabia di Masolino e il
Battesimo dei neofiti di
Masaccio.
Ancora nel registro superiore
abbiamo la Predica di San
Pietro di Masolino e il Tributo
e la Cacciata di Adamo ed
Eva dal Paradiso terrestre di
Masaccio. Quindi dal 1425
Masaccio continua da solo la
decorazione del registro
inferiore dove dipinge San
Pietro risana con l'ombra, la
Distribuzione dei beni e la
morte di Anania e una parte
della Resurrezione del figlio
di Teofilo e San Pietro in
cattedra che finirà verso la
fine del 1426 quando
abbandona anche lui i lavori
che saranno completati più
tardi da Filippino Lippi.
Nello stesso periodo gli fu
commissionato dal notaio Giuliano
di Colino degli Scarsi un polittico
per l'altare della cappella di
famiglia nella chiesa del Carmine
a Pisa. L'opera si compone di 25
pannelli oggi smembrati e sparsi
in vari musei. Tra questi abbiamo
il pannello centrale che
rappresenta la Madonna in trono
con Bambino e quattro angeli,
oggi alla National Gallery di
Londra, nella quale, come per la
pala di Sant'Anna Metterza, la
definizione volumetrica dei
personaggi e il chiaroscuro dei
panneggi, definisce lo spazio in
modo realistico; il bambino è
rappresentato nell'atto di
mangiare un acino d'uva
immettendo la raffigurazione
sacra nella realtà, cosa
impensabile per un pittore suo
precedente.
Fa parte del polittico la
Crocifissione, che oggi si trova
al museo Nazionale di
Capodimonte di Napoli, anche
in questo caso il fatto sacro
viene rappresentato con intento
realistico, basti guardare il
capo del Cristo incassato nelle
spalle a rappresentare
l'abbandono della morte;
inoltre se pur è presente il
fondo in oro, cosa che chiude
ogni possibilità di
rappresentazione spaziale, qui
l'illusione della profondità è
ben rappresentata per esempio
dalla Maddalena in primo piano,
della quale Masaccio riesce a
far intuire il dolore anche se
viene rappresentata di spalle.
L'ultima opera da lui
realizzata fu la Trinità per la
basilica di Santa Maria Novella
a Firenze. La scena avviene su
tre piani distinti: in basso il
sarcofago con lo scheletro
adagiato sopra che
simboleggia la transitorietà
delle cose terrene, poi un
secondo piano con le figure
dei committenti inginocchiate
e all'interno della complessa
struttura architettonica della
cappella, in terzo piano, ci
sono la Vergine e San Giovanni
e il Cristo sulla Croce sorretto
dal Creatore.
Masaccio morirà
prematuramente a Roma alla
fine del 1428 a soli 27 anni, la
leggenda dice fu avvelenato
da un suo rivale.
Le Opere
   Trittico di S.Giovenale
   S. Anna Metterza
   Cappella Brancacci
   Polittico di Pisa
   La Trinità
   Altre Opere
Il Trittico di S.Giovenale




Scoperto nel 1961 da Luciano Berti, questo polittico, conservato nella
chiesetta di campagna di San Giovenale a Cascia di Reggello, è da
considerarsi l'opera più antica di Masaccio.
Se nella composizione tradisce
una certa convenzionalità che
lo avvicina ai numerosi
polittici dell'epoca,
nell'impianto spaziale del
pannello centrale si nota
l'avvio di un percorso
autonomo, incentrato sulla
ricerca di una più consapevole
distribuzione dei volumi; per
questo si ritiene che il
riquadro centrale sia stato
eseguito per ultimo, tradendo
una riflessione più matura
sull'esperienza di Giotto,
rispetto ai pannelli laterali,
dalla linea più sinuosa e
dall'effetto più "piatto". A
sinistra della Maestà sono
raffigurati i santi Bartolomeo
e Biagio, nel pannello di
destra sono i santi Giovenale
e Antonio abate.
Analisi del Trittico




tempera su tavola;
misure: 88 x 44 (laterali),108 x 65 (parte centrale)
Cascia di Reggello (Firenze), San Pietro
Particolare con i santi
Bartolomeo e Biagio
Particolare
dei volti dei
due santi
Particolare di
Madonna con
bambino e angeli
Particolare di
Madonna con
bambino, al centro
dell’opera
Particolare di
angeli, in basso
Particolare con i
santi Giovenale ed
Antonio abate
Particolare
dei volti dei
due santi
Sant’Anna Metterza
Ritenuta fino al nostro secolo opera
del solo Masaccio, la tavola è oggi
concordemente ascrivibile alla
collaborazione fra il pittore e
Masolino, anche se pure in questo
caso non esiste una
documentazione sufficiente. A
Roberto Longhi si deve
l’assegnazione delle figure alla
mano dell’uno o dell’altro pittore:
a Masaccio spetterebbero la
Madonna col Bambino e l’angelo
reggicortina di destra, con un forte
accento sul valore spaziale che
discende da Giotto, mentre
Masolino avrebbe eseguito la
Sant’Anna e gli altri quattro angeli.
Analisi dell’opera




dipinto probabilmente attorno
al periodo 1424-1425.
tempera su tavola;
misura: 175 x 103 cm
Firenze, Galleria degli Uffizi
Particolare di
Madonna con
bambino, al centro
dell’opera
Particolare del
volto di Sant’Anna
Particolare degli
angeli alla sinistra
della Madonna
(dalla nostra posizione)
Particolare dell’angelo
posto sopra la Madonna
Particolare degli
angeli alla destra
della Madonna
(dalla nostra posizione)
Cappella Brancacci
Nella Chiesa di Santa Maria
del Carmine si conserva una
delle più alte testimonianze
della pittura di tutti i tempi:
gli affreschi della Cappella
Brancacci eseguiti da Masolino
e Masaccio e completati, dopo
la morte di quest’ultimo, da
Filippino Lippi. Il recente
impegnativo restauro ha
messo in luce l’unitarietà del
grande ciclo decorativo, che
fu concepito ed eseguito dai
primi due artisti in stretta
collaborazione.
Attraverso le dodici scene
con il Peccato Originale e
le Storie della vita di San
Pietro si illustra la storia
della salvezza realizzata
dalla Chiesa attraverso
Pietro. Accanto alla
elevata qualità pittorica
dell’opera di Masolino, gli
affreschi rivelano tutta la
grandezza di Masaccio nel
rigore prospettico delle
scene e nella potenza
volumetrica delle figure:
celebri fra tutti la
drammatica Cacciata dal
Paradiso e l’episodio del
Pagamento del tributo.
Analisi della Cappella




Ricostruzione virtuale della Cappella Brancacci.
La Parte Sinistra
          Sono di Masaccio:
          • La Cacciata di Adamo ed
             Eva, in alto a sinistra;
          • Il Tributo, in alto al centro;
          • Il figlio di Teofilo e San
             Pietro in trono, in basso al
             centro;
          • San Pietro sana con la sua
             ombra, in basso a destra.

             È infine di Masolino “la
             Resurrezione di Tabita”,
             in alto a destra.
Questa è l’opera più
celebrata del
Masaccio: la Cacciata
di Adamo ed Eva dal
Paradiso terrestre.

Da notare che le zone pubiche
dei due personaggi sono frutto
di recenti restauri, dopo che,
nelle epoche precedenti,
erano stati disegnati dei
rametti con foglie per coprirli.


   cLicca qui per Vedere
L’Opera prima deL restaurO
Particolare del
cherubino, nella
parte superiore
dell’affresco
Questa è un’altra
opera famosa del
Masaccio: Il Tributo
Particolare:
San Pietro dà il Tributo
Particolare: Il
volto di S.Pietro
Particolare:
la consegna del
tributo
Nel particolare:
La scena centrale
del Tributo
Particolare del
volto del Cristo
Particolare dei volti alla destra di Cristo e Pietro
Particolare del
volto di S.Pietro
Particolare dei volti alla
sinistra di Cristo e Pietro
Particolare di altri due
  volti dei presenti
San Pietro estrae la
moneta da un pesce
Particolare del
volto di Pietro
Particolare delle
mani di Pietro
Il figlio di Teofilo e
San Pietro in trono
Particolare di
San Pietro sul trono
Nel particolare il
centro della scena,
 il figlio di Teofilo
Particolare dell’affresco
“San Pietro sana con la
sua ombra”
Particolare del
volto di Pietro
La Parte Destra
Su questa facciata sono presenti:
• Il Battesimo dei Neofiti, in
   alto a sinistra;
• Pietro distribuisce l’elemosina
   e la morte di Anania, in basso
   a sinistra;
• La tentazione.

  Due affreschi non sono di
  Masaccio, ma di Masolino:
• la Guarigione dello zoppo, in
  alto al centro;
• La Morte di San Pietro, in
  basso al centro.
Nel particolare il
battesimo dei neofiti
Nel particolare San
Pietro distribuisce
l’elemosina e morte
di Anania
Particolare del
volto di Pietro
Nel particolare la
tentazione, sul filone
delle storie della Genesi
Il Polittico di Pisa
Nel 1426 Masaccio riceve una importante commissione
da ser Giuliano di Colino degli Scarsi di San Giusto: una
pala d’altare per la cappella della chiesa di Santa Maria
del Carmine a Pisa. Il polittico, pur nella struttura
classica a scomparti e nel fondo oro, ci dà la misura
della vera rivoluzione apportata da Masaccio nella
pittura fiorentina: l’uso già sapiente e programmatico
della prospettiva con la "Madonna in trono"; il forte
rilievo plastico delle figure, modellate dalla luce
studiata nella sua reale incidenza con la caratteristica
linea rossa che contorna le figure come era uso fare
Donatello nei suoi dipinti (scene della pradella disperse
in diversi musei); l’interpretazione profondamente
umana e drammatica del fatto sacro nella cimasa con la
"Crocefissione".
Ma questo polittico avrà
vita travagliata:
rimangono, oggi, una
decina di pannelli sparsi
tra i Musei di Londra,
Napoli e Berlino ed una
sua ipotetica
ricomposizione sarebbe
problematica per la
mancanza di diversi
pannelli laterali
Il Polittico di Pisa è stato smembrato in più parti, di cui:
   - Madonna in trono col Bambino e quattro angeli,
   al Londra National Gallery
   - Crocifissione a Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di
   Capodimonte
   - 4 pannelli con Sant’Agostino, San Girolamo, due Santi
   Carmelitani a Berlino, Staatliche Museen
   - 2 pannelli con San Paolo e Sant’Andrea a Berlino,
   Staatliche Museen
   - Martirio di San Pietro e San Giovanni Battista a
   Berlino, Staatliche Museen
   - Adorazione dei Magi a Berlino, Staatliche Museen
   - Storie di San Giuliano e di San Nicola a Berlino,
   Staatliche Museen
Questa è la Madonna
in trono con bambino,
originariamente posta
al centro del polittico.
È conservata alla
National Gallery di
Londra
Fa parte del
Polittico anche La
Crocifissione,
conservata al Museo
Capodimonte a
Napoli
Quelli nella
diapositiva
precedente sono
San Girolamo,
Sant’Agostino e due
santi carmelitani,
mentre questi sono
San Paolo e
Sant’Andrea.
Tutte queste opere
sono conservate al
Staatliche Museen di
Berlino
La predella che raffigura il martirio di Pietro e San
Giovanni Battista, conservata anch’essa al Staatliche
Museen di Berlino
L’Adorazione dei Magi, conservata anch’essa al
Staatliche Museen di Berlino
Nel particolare le storie di San Giuliano e di San
Nicola, conservate al Staatliche Museen di Berlino
La Trinità
La Trinità fu dipinta da Masaccio,
probabilmente nell'anno 1424,
sulla parete della terza campata
nella navata sinistra della chiesa
di Santa Maria Novella in Firenze,
dove oggi, alla fine di diverse
vicende, si trova. L'opera si pone
sicuramente come uno dei
capisaldi dell'arte occidentale,
uno dei massimi emblemi della
cultura umanistica e, con buona
certezza, la pittura su muro che
più mostra i segni della ricerca
prospettica al limite
dell'esasperazione.
Analisi dell’opera


L’affresco è di grandi
dimensioni, e si trova
nella chiesa di Santa
Maria Novella, a
Firenze
Nel particolare la parte bassa dell’opera
Nel particolare
la parte alta
dell’opera
Nel particolare le
due figure più
lontane dal Cristo,
i committenti.
Nel particolare la
Madonna, ai piedi
del crocifisso
Nel particolare San
Giovanni, ai piedi
della croce anch’egli
Nel particolare il
Cristo crocifisso
Nel particolare il
volto di Cristo




  cLicca qui per Vedere
iL VOLtO a tuttO schermO
Questo è Dio; si noti la colomba vicino al collo (Spirito Santo)
Le altre opere
                         Ritratto di Giovane

Queste non sono          Madonna con Bambino
le uniche altre
opere, ma sono
sicuramente le
principali tra esse      Autoritratto

                         San Girolamo e San
                          Giovanni Battista
Considerata autografa, anche se vi
                             sono ancora dei dubbi, questa tavola
                             risponde al nuovo gusto per il ritratto,
                             inauguratosi all'epoca sulla scia di
                             un'altra opera di Masaccio, oggi
                             perduta, la Sagra, dipinta in una
                             lunetta del primo chiostro del Carmine
                             (rifatto fra il 1597 e il 1614), in cui era
                             rappresentata la consacrazione della
                             chiesa nel 1422 al cospetto dei nobili
                             fiorentini, evento al quale forse lo
                             stesso pittore partecipò. La
                             documentazione puntuale della
                             cerimonia e delle presenze, secondo
                             quanto riportato dalle fonti e da
                             Vasari in particolare, dovette avere
                             una gran fortuna all'epoca, stimolando
                             l'interesse per i soggetti
                             contemporanei, fra cui il ritratto delle
                             personalità del tempo.

Tempera su tavola; 41 x 30
Boston, Isabella Stewart Gardner Museum
Questa è un’altra
Madonna con
bambino
Come ogni artista
che si rispetti, non
poteva mancare
l’autoritratto
Questa è la scena
di San Girolamo
con San Giovanni
Battista, nella
basilica di Santa
Maria Maggiore a
Roma
Un particolare
del Polittico
Il volto di San
Girolamo
Il volto di San
Giovanni Battista
Crediti
Ricerca, Presentazione:
               Enrico Gianotti

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Masaccio

  • 1. Enrico Gianotti presents
  • 4. La Vita Tommaso ("Masaccio") nacque a San Giovanni in Altura (oggi San Giovanni Valdarno) il 21 Dicembre 1401 da Giovanni di Mone Cassai di professione notaio e da Monna Jacopa di Martinozzo. Il nome di battesimo deriva dal fatto che Tommaso era il Santo festeggiato in quel giorno. Il nome del casato Cassai deriva dall’attività di falegnami svolta dalla famiglia del padre, falegnami mobilieri coloro cioè che facevano casse "cassai". Tommaso rimase orfano di padre a soli 5 anni nel 1406. Nello stesso anno a Tommaso nacque un fratello a cui viene dato il nome del padre morto Giovanni. Anche Giovanni come Masaccio diventerà pittore con il soprannome dello Scheggia.
  • 5. La madre si risposò a Tedesco del maestro Feo vedovo anch’egli e molto più anziano di lei. Il patrigno, speziale benestante, garantì comunque a Masaccio ed alla sua famiglia un’infanzia piuttosto agiata. Tommaso trascorse l’infanzia e la giovinezza a San Giovanni in Altura. Il soprannome di Masaccio gli deriva non tanto perché Tommaso fosse una persona viziosa o cattiva ma, come ci spiega il Vasari nelle Vite, per la grande trascuratezza che egli aveva per le cose del mondo e per sè stesso forse perché fino da giovanissimo attratto e preso completamente per le cose dell’arte.
  • 6. Si trasferì con la famiglia a Firenze nel 1417, dove nel 1422 si iscrisse come pittore all'arte dei medici e degli speziali. Dei cinque anni intercorsi e della sua formazione pittorica non abbiamo notizie certe: sono comunque estremamente probabili sia l’apprendistato nella attivissima bottega di Bicci di Lorenzo, che l’esecuzione di opere per il suo territorio d’origine, ricordate genericamente dal Vasari. Il trittico di San Giovenale è indubbiamente tra queste e rappresenta non solo un punto fermo nell’ambito dell’attività giovanile dell’artista, ma anche un caposaldo della pittura del primissimo Rinascimento.
  • 7. Con il dipinto Sant'Anna Metterza iniziò comunque una collaborazione fra i due pittori. La pala d'altare fu realizzata per la chiesa di Sant'Ambrogio a Firenze intorno al 1424-1425, oggi si trova alla galleria degli Uffizi. La critica attribuisce a Masolino la figura di Sant'Anna e di tutti gli angeli tranne forse quello centrale in alto e quello reggicortina di destra che sono attribuito a Masaccio come la Vergine e il Bambino. In queste figure sono evidenti i caratteri distintivi dell'arte di Masaccio con il suo modo di concepire le figure poste saldamente in uno spazio reale creato dalla volumetria delle figure stesse.
  • 8. L'affiatamento tra i due è comunque grande, tanto che vengono incaricati da Felice Brancacci di affrescare la cappella di famiglia nella chiesa del Carmine a Firenze. Gli affreschi, aventi per soggetto Storie della Vita di San Pietro al quale si affiancano alcune Storie della Genesi, vengono realizzati a partire dal 1424; i due pittori si distribuiscono le scene da rappresentare in modo che i due diversi modi di dipingere non entrino in contrasto tra loro.
  • 9. Masolino abbandona i lavori nel 1425 a quel tempo erano già completate la volta, affrescata con i simboli degli evangelisti, le pareti di fondo con il Pentimento di San Pietro, Pasce agnos, pasce oves meas, le lunette a destra e a sinistra con la Chiamata e il Naufragio. Queste parti purtroppo però sono andate perdute durante un incendio sviluppatosi nella chiesa nel 1771, ancora era completato il registro decorativo superiore con i Progenitori nel paradiso terrestre e la Tentazione, la Guarigione dello zoppo e la Resurrezione di Tabia di Masolino e il Battesimo dei neofiti di Masaccio.
  • 10. Ancora nel registro superiore abbiamo la Predica di San Pietro di Masolino e il Tributo e la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre di Masaccio. Quindi dal 1425 Masaccio continua da solo la decorazione del registro inferiore dove dipinge San Pietro risana con l'ombra, la Distribuzione dei beni e la morte di Anania e una parte della Resurrezione del figlio di Teofilo e San Pietro in cattedra che finirà verso la fine del 1426 quando abbandona anche lui i lavori che saranno completati più tardi da Filippino Lippi.
  • 11. Nello stesso periodo gli fu commissionato dal notaio Giuliano di Colino degli Scarsi un polittico per l'altare della cappella di famiglia nella chiesa del Carmine a Pisa. L'opera si compone di 25 pannelli oggi smembrati e sparsi in vari musei. Tra questi abbiamo il pannello centrale che rappresenta la Madonna in trono con Bambino e quattro angeli, oggi alla National Gallery di Londra, nella quale, come per la pala di Sant'Anna Metterza, la definizione volumetrica dei personaggi e il chiaroscuro dei panneggi, definisce lo spazio in modo realistico; il bambino è rappresentato nell'atto di mangiare un acino d'uva immettendo la raffigurazione sacra nella realtà, cosa impensabile per un pittore suo precedente.
  • 12. Fa parte del polittico la Crocifissione, che oggi si trova al museo Nazionale di Capodimonte di Napoli, anche in questo caso il fatto sacro viene rappresentato con intento realistico, basti guardare il capo del Cristo incassato nelle spalle a rappresentare l'abbandono della morte; inoltre se pur è presente il fondo in oro, cosa che chiude ogni possibilità di rappresentazione spaziale, qui l'illusione della profondità è ben rappresentata per esempio dalla Maddalena in primo piano, della quale Masaccio riesce a far intuire il dolore anche se viene rappresentata di spalle.
  • 13. L'ultima opera da lui realizzata fu la Trinità per la basilica di Santa Maria Novella a Firenze. La scena avviene su tre piani distinti: in basso il sarcofago con lo scheletro adagiato sopra che simboleggia la transitorietà delle cose terrene, poi un secondo piano con le figure dei committenti inginocchiate e all'interno della complessa struttura architettonica della cappella, in terzo piano, ci sono la Vergine e San Giovanni e il Cristo sulla Croce sorretto dal Creatore. Masaccio morirà prematuramente a Roma alla fine del 1428 a soli 27 anni, la leggenda dice fu avvelenato da un suo rivale.
  • 14. Le Opere  Trittico di S.Giovenale  S. Anna Metterza  Cappella Brancacci  Polittico di Pisa  La Trinità  Altre Opere
  • 15. Il Trittico di S.Giovenale Scoperto nel 1961 da Luciano Berti, questo polittico, conservato nella chiesetta di campagna di San Giovenale a Cascia di Reggello, è da considerarsi l'opera più antica di Masaccio.
  • 16. Se nella composizione tradisce una certa convenzionalità che lo avvicina ai numerosi polittici dell'epoca, nell'impianto spaziale del pannello centrale si nota l'avvio di un percorso autonomo, incentrato sulla ricerca di una più consapevole distribuzione dei volumi; per questo si ritiene che il riquadro centrale sia stato eseguito per ultimo, tradendo una riflessione più matura sull'esperienza di Giotto, rispetto ai pannelli laterali, dalla linea più sinuosa e dall'effetto più "piatto". A sinistra della Maestà sono raffigurati i santi Bartolomeo e Biagio, nel pannello di destra sono i santi Giovenale e Antonio abate.
  • 17. Analisi del Trittico tempera su tavola; misure: 88 x 44 (laterali),108 x 65 (parte centrale) Cascia di Reggello (Firenze), San Pietro
  • 18. Particolare con i santi Bartolomeo e Biagio
  • 21. Particolare di Madonna con bambino, al centro dell’opera
  • 23. Particolare con i santi Giovenale ed Antonio abate
  • 25. Sant’Anna Metterza Ritenuta fino al nostro secolo opera del solo Masaccio, la tavola è oggi concordemente ascrivibile alla collaborazione fra il pittore e Masolino, anche se pure in questo caso non esiste una documentazione sufficiente. A Roberto Longhi si deve l’assegnazione delle figure alla mano dell’uno o dell’altro pittore: a Masaccio spetterebbero la Madonna col Bambino e l’angelo reggicortina di destra, con un forte accento sul valore spaziale che discende da Giotto, mentre Masolino avrebbe eseguito la Sant’Anna e gli altri quattro angeli.
  • 26. Analisi dell’opera dipinto probabilmente attorno al periodo 1424-1425. tempera su tavola; misura: 175 x 103 cm Firenze, Galleria degli Uffizi
  • 27. Particolare di Madonna con bambino, al centro dell’opera
  • 29. Particolare degli angeli alla sinistra della Madonna (dalla nostra posizione)
  • 31. Particolare degli angeli alla destra della Madonna (dalla nostra posizione)
  • 32. Cappella Brancacci Nella Chiesa di Santa Maria del Carmine si conserva una delle più alte testimonianze della pittura di tutti i tempi: gli affreschi della Cappella Brancacci eseguiti da Masolino e Masaccio e completati, dopo la morte di quest’ultimo, da Filippino Lippi. Il recente impegnativo restauro ha messo in luce l’unitarietà del grande ciclo decorativo, che fu concepito ed eseguito dai primi due artisti in stretta collaborazione.
  • 33. Attraverso le dodici scene con il Peccato Originale e le Storie della vita di San Pietro si illustra la storia della salvezza realizzata dalla Chiesa attraverso Pietro. Accanto alla elevata qualità pittorica dell’opera di Masolino, gli affreschi rivelano tutta la grandezza di Masaccio nel rigore prospettico delle scene e nella potenza volumetrica delle figure: celebri fra tutti la drammatica Cacciata dal Paradiso e l’episodio del Pagamento del tributo.
  • 34. Analisi della Cappella Ricostruzione virtuale della Cappella Brancacci.
  • 35. La Parte Sinistra Sono di Masaccio: • La Cacciata di Adamo ed Eva, in alto a sinistra; • Il Tributo, in alto al centro; • Il figlio di Teofilo e San Pietro in trono, in basso al centro; • San Pietro sana con la sua ombra, in basso a destra. È infine di Masolino “la Resurrezione di Tabita”, in alto a destra.
  • 36. Questa è l’opera più celebrata del Masaccio: la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre. Da notare che le zone pubiche dei due personaggi sono frutto di recenti restauri, dopo che, nelle epoche precedenti, erano stati disegnati dei rametti con foglie per coprirli. cLicca qui per Vedere L’Opera prima deL restaurO
  • 37. Particolare del cherubino, nella parte superiore dell’affresco
  • 38.
  • 39.
  • 40. Questa è un’altra opera famosa del Masaccio: Il Tributo
  • 44. Nel particolare: La scena centrale del Tributo
  • 46. Particolare dei volti alla destra di Cristo e Pietro
  • 48. Particolare dei volti alla sinistra di Cristo e Pietro
  • 49. Particolare di altri due volti dei presenti
  • 50. San Pietro estrae la moneta da un pesce
  • 53. Il figlio di Teofilo e San Pietro in trono
  • 55. Nel particolare il centro della scena, il figlio di Teofilo
  • 56. Particolare dell’affresco “San Pietro sana con la sua ombra”
  • 58. La Parte Destra Su questa facciata sono presenti: • Il Battesimo dei Neofiti, in alto a sinistra; • Pietro distribuisce l’elemosina e la morte di Anania, in basso a sinistra; • La tentazione. Due affreschi non sono di Masaccio, ma di Masolino: • la Guarigione dello zoppo, in alto al centro; • La Morte di San Pietro, in basso al centro.
  • 60. Nel particolare San Pietro distribuisce l’elemosina e morte di Anania
  • 62. Nel particolare la tentazione, sul filone delle storie della Genesi
  • 63. Il Polittico di Pisa Nel 1426 Masaccio riceve una importante commissione da ser Giuliano di Colino degli Scarsi di San Giusto: una pala d’altare per la cappella della chiesa di Santa Maria del Carmine a Pisa. Il polittico, pur nella struttura classica a scomparti e nel fondo oro, ci dà la misura della vera rivoluzione apportata da Masaccio nella pittura fiorentina: l’uso già sapiente e programmatico della prospettiva con la "Madonna in trono"; il forte rilievo plastico delle figure, modellate dalla luce studiata nella sua reale incidenza con la caratteristica linea rossa che contorna le figure come era uso fare Donatello nei suoi dipinti (scene della pradella disperse in diversi musei); l’interpretazione profondamente umana e drammatica del fatto sacro nella cimasa con la "Crocefissione".
  • 64. Ma questo polittico avrà vita travagliata: rimangono, oggi, una decina di pannelli sparsi tra i Musei di Londra, Napoli e Berlino ed una sua ipotetica ricomposizione sarebbe problematica per la mancanza di diversi pannelli laterali
  • 65. Il Polittico di Pisa è stato smembrato in più parti, di cui: - Madonna in trono col Bambino e quattro angeli, al Londra National Gallery - Crocifissione a Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte - 4 pannelli con Sant’Agostino, San Girolamo, due Santi Carmelitani a Berlino, Staatliche Museen - 2 pannelli con San Paolo e Sant’Andrea a Berlino, Staatliche Museen - Martirio di San Pietro e San Giovanni Battista a Berlino, Staatliche Museen - Adorazione dei Magi a Berlino, Staatliche Museen - Storie di San Giuliano e di San Nicola a Berlino, Staatliche Museen
  • 66. Questa è la Madonna in trono con bambino, originariamente posta al centro del polittico. È conservata alla National Gallery di Londra
  • 67. Fa parte del Polittico anche La Crocifissione, conservata al Museo Capodimonte a Napoli
  • 68.
  • 69. Quelli nella diapositiva precedente sono San Girolamo, Sant’Agostino e due santi carmelitani, mentre questi sono San Paolo e Sant’Andrea. Tutte queste opere sono conservate al Staatliche Museen di Berlino
  • 70. La predella che raffigura il martirio di Pietro e San Giovanni Battista, conservata anch’essa al Staatliche Museen di Berlino
  • 71.
  • 72.
  • 73. L’Adorazione dei Magi, conservata anch’essa al Staatliche Museen di Berlino
  • 74. Nel particolare le storie di San Giuliano e di San Nicola, conservate al Staatliche Museen di Berlino
  • 75. La Trinità La Trinità fu dipinta da Masaccio, probabilmente nell'anno 1424, sulla parete della terza campata nella navata sinistra della chiesa di Santa Maria Novella in Firenze, dove oggi, alla fine di diverse vicende, si trova. L'opera si pone sicuramente come uno dei capisaldi dell'arte occidentale, uno dei massimi emblemi della cultura umanistica e, con buona certezza, la pittura su muro che più mostra i segni della ricerca prospettica al limite dell'esasperazione.
  • 76. Analisi dell’opera L’affresco è di grandi dimensioni, e si trova nella chiesa di Santa Maria Novella, a Firenze
  • 77. Nel particolare la parte bassa dell’opera
  • 78. Nel particolare la parte alta dell’opera
  • 79. Nel particolare le due figure più lontane dal Cristo, i committenti.
  • 80. Nel particolare la Madonna, ai piedi del crocifisso
  • 81. Nel particolare San Giovanni, ai piedi della croce anch’egli
  • 83. Nel particolare il volto di Cristo cLicca qui per Vedere iL VOLtO a tuttO schermO
  • 84.
  • 85. Questo è Dio; si noti la colomba vicino al collo (Spirito Santo)
  • 86. Le altre opere  Ritratto di Giovane Queste non sono  Madonna con Bambino le uniche altre opere, ma sono sicuramente le principali tra esse  Autoritratto  San Girolamo e San Giovanni Battista
  • 87. Considerata autografa, anche se vi sono ancora dei dubbi, questa tavola risponde al nuovo gusto per il ritratto, inauguratosi all'epoca sulla scia di un'altra opera di Masaccio, oggi perduta, la Sagra, dipinta in una lunetta del primo chiostro del Carmine (rifatto fra il 1597 e il 1614), in cui era rappresentata la consacrazione della chiesa nel 1422 al cospetto dei nobili fiorentini, evento al quale forse lo stesso pittore partecipò. La documentazione puntuale della cerimonia e delle presenze, secondo quanto riportato dalle fonti e da Vasari in particolare, dovette avere una gran fortuna all'epoca, stimolando l'interesse per i soggetti contemporanei, fra cui il ritratto delle personalità del tempo. Tempera su tavola; 41 x 30 Boston, Isabella Stewart Gardner Museum
  • 89. Come ogni artista che si rispetti, non poteva mancare l’autoritratto
  • 90. Questa è la scena di San Girolamo con San Giovanni Battista, nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma
  • 92. Il volto di San Girolamo
  • 93. Il volto di San Giovanni Battista