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PITIGLIANO
Giungere a Pitigliano è come entrare tra le pagine
di un libro di fiabe ambientate nel Medioevo
Dalla statale 74 si giunge al Santuario della
Madonna delle Grazie, dal cui belvedere non si può
fare a meno di restare incantati e quasi increduli per
lo spettacolo: il borgo di Pitigliano sospeso sulla sua
rupe di tufo tra valli verdeggianti
E’ una visione magica,
un’illuminazione.
L’abitato di Pitigliano, tutto costruito
in tufo, è inserito nel
paesaggio con una compattezza
tale che è quasi impossibile
separare l’opera dell’uomo
da quella della natura.
L’impressione che dà Pitigliano, distesa sulla sua rupe a forma
di mezzaluna, isolata dall’erosione millenaria di tre fiumi che le
scorrono intorno e difesa da fortificazioni cinquecentesche, è
quella di un complesso ferrigno e gagliardo, segnato dall’arte
della guerra ma ingentilito dal tocco del Rinascimento
Sorta da insediamenti preistorici, Pitigliano si è sviluppata
come villaggio etrusco, ed è stata protagonista della storia
d’Italia, con vestigia e rovine romane, case e costruzioni
Medievali e Rinascimentali e un’attiva
comunità ebraica.
La città è costruita su un promontorio circondato da
verdi vallate luminose, orgogliosa del suo patrimonio
Il periodo preistorico, con le sue tombe scoperto lungo le mura della città
e dell'area circostante
Il periodo romano che ha lasciato dietro il nome della città, Gens Petilia
Il periodo medievale degli Aldobrandeschi, signori per quasi 500 anni
La grandiosità del Rinascimento portata
dalla nobile famiglia romana, gli Orsini.
Dopo un breve interludio senese, i Medici
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stimolato una fase di
modernizzazione.
Sconosciuto il nome etrusco, quello attuale deriva dalla
gens Petilia, importante famiglia romana. Leggendaria
la fondazione del villaggio da parte di due romani,
Petilio e Celiano, da cui – unendo i
loro nomi – sarebbe
derivato Pitigliano
Palazzo Orsini è il maggiore
monumento di Pitigliano: di
origine medievale (XIV
secolo), la residenza dei conti
Orsini fu ristrutturata per
Niccolò III, nella prima metà
del Cinquecento,
dall’architetto Antonio da
Sangallo secondo i canoni
rinascimentali, evidenti negli
stemmi, nelle porte bugnate,
nella piazzetta con colonnato,
nel pozzo esagonale,
nell’elegante portale
d’ingresso e nelle sale interne,
ora sede del museo d’arte
sacra.
Sulla piazza retrostante, che si estende con
vedute spettacolari, si trova la fontana
medicea a cinque archi, preceduta
dall’acquedotto seicentesco che scavalca
l’antico fossato con un maestoso arco in tufo.
Dalla piazza tre vie parallele si inoltrano nell’abitato, intersecate da
una serie di vicoli pittoreschi, caratterizzati da scalinate, loggette e
decorazioni cinquecentesche. Portali e finestre delle case antiche del
centro sono spesso ornati di elementi decorativi in bugnato rustico.
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un’altra piazza, dove si trova la
Cattedrale, ampliata nel
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Pietro Aldi e di Francesco
Vanni. A fianco della
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profilo urbano dell’abitato. In
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ursinea (1490). 
Da qui si raggiunge un’altra piazzetta, cuore dell’antico rione di Capisotto, con la chiesa di
S. Rocco, ricordata già nel 1274 come chiesa di S. Maria. Ha una sobria facciata
rinascimentale e un interno decorato con affreschi e stemmi dipinti. Proseguendo si giunge
alla punta estrema della rupe e alla Porta di Capisotto (o di Sovana), di fianco alla quale
è conservato un tratto di mura etrusche del VI secolo a.C.
A metà di via Zuccarelli si trova il Ghetto. Molti sono i ricordi della comunità ebraica,
vissuta per mezzo millennio a Pitigliano, che fu luogo di rifugio per gli israeliti ed
esempio di convivenza tra ebrei e cristiani, tanto da meritarsi la definizione di “Piccola
Gerusalemme”.
La Sinagoga è stata recentemente restaurata ed ha recuperato il suo arredo, con l’Aron
(Arca Santa) sul fondo, la Tevà (il pulpito) al centro, il matroneo per le donne in alto, i
lampadari e le decorazioni dipinte, tra cui la scritta che ricorda la fondazione del tempio
nel 1598.
Sotto la sinagoga si
sviluppano vari
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tufo - il bagno rituale,
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etruschi nel tufo tra il muschio, le felci e il fitto fogliame degli alberi, e che finiscono per
intersecare le necropoli dove è stato allestito il Parco archeologico all’aperto. Dalle
mistiche vie etrusche alle stalle e cantine ricavate nel dedalo di gallerie sotterranee, tutto
riconduce alla “civiltà del tufo” di cui la gente di Pitigliano è erede.
Lungo la strada per Sorano, sul costone tufaceo e oltre il torrente che dà
vita a una bella cascata, si trova il rinascimentale Parco Orsini di cui
rimangono, in mezzo alla vegetazione, padiglioni, statue e sedili intagliati
nel tufo. Circondano il borgo verdi declivi, piccole valli con torrentelli e
cascate, rupi su cui il sole al tramonto stempera i suoi colori.
La produzione di vino è un altro buon motivo per
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in Maremma. Le incredibili cantine scavate nel tufo, dove il
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della Cantina Cooperativa.
L'olio di oliva, prodotto dalla spremitura a freddo nei
frantoi della zona, ha pochi rivali sulla scena nazionale e
internazionale. Di ottima qualità, è adatto per la
bruschetta, che qui si chiama “pancrocino”
Tipico di Pitigliano è lo “sfratto”, un dolce natalizio a forma di
lungo bastone, che col suo impasto di miele e noci tradisce
l’antica origine ebraica. L’impronta degli israeliti nella cucina
locale è evidente anche in altri piatti che costituiscono il
Presidio Slow Food “La cucina dei Goym nelle città del tufo”.
Pitigliano è in provincia di Grosseto, Toscana meridionale.
Una posizione ideale per visitare siti come Firenze, Siena, Roma, il lago
di Bolsena, Monte Amiata, la costa tirrenica e lecittà circostanti. Da
visitare nei dintorni è Sovana, nonché Sorano e Saturnia con le loro
terme.
Per chi è interessato, affittiamo una casa nel centro storico di Pitigliano,
affacciata sull’Acquedotto Romano.
La casa compare su molte tra più belle cartoline di Pitigliano, ed è
composta da 3 camere, cucina e bagno, adatta per 2-4 persone.
Per maggiori informazioni, il mio profilo facebook:
http://www.facebook.com/louis.petrella
oppure via e-mail:
louis.petrella@facebook.com
Lungo la strada per Sorano, sul costone tufaceo e oltre il torrente che dà
vita a una bella cascata, si trova il rinascimentale Parco Orsini di cui
rimangono, in mezzo alla vegetazione, padiglioni, statue e sedili intagliati
nel tufo. Circondano il borgo verdi declivi, piccole valli con torrentelli e
cascate, rupi su cui il sole al tramonto stempera i suoi colori.
Grazie e arrivederci a
PITIGLIANO

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Casa dei Lavatoi Pitigliano

  • 2. Giungere a Pitigliano è come entrare tra le pagine di un libro di fiabe ambientate nel Medioevo
  • 3. Dalla statale 74 si giunge al Santuario della Madonna delle Grazie, dal cui belvedere non si può fare a meno di restare incantati e quasi increduli per lo spettacolo: il borgo di Pitigliano sospeso sulla sua rupe di tufo tra valli verdeggianti
  • 4. E’ una visione magica, un’illuminazione. L’abitato di Pitigliano, tutto costruito in tufo, è inserito nel paesaggio con una compattezza tale che è quasi impossibile separare l’opera dell’uomo da quella della natura.
  • 5.
  • 6. L’impressione che dà Pitigliano, distesa sulla sua rupe a forma di mezzaluna, isolata dall’erosione millenaria di tre fiumi che le scorrono intorno e difesa da fortificazioni cinquecentesche, è quella di un complesso ferrigno e gagliardo, segnato dall’arte della guerra ma ingentilito dal tocco del Rinascimento
  • 7. Sorta da insediamenti preistorici, Pitigliano si è sviluppata come villaggio etrusco, ed è stata protagonista della storia d’Italia, con vestigia e rovine romane, case e costruzioni Medievali e Rinascimentali e un’attiva comunità ebraica.
  • 8.
  • 9. La città è costruita su un promontorio circondato da verdi vallate luminose, orgogliosa del suo patrimonio
  • 10. Il periodo preistorico, con le sue tombe scoperto lungo le mura della città e dell'area circostante Il periodo romano che ha lasciato dietro il nome della città, Gens Petilia Il periodo medievale degli Aldobrandeschi, signori per quasi 500 anni
  • 11. La grandiosità del Rinascimento portata dalla nobile famiglia romana, gli Orsini. Dopo un breve interludio senese, i Medici e loro eredi, i Lorena, che hanno stimolato una fase di modernizzazione.
  • 12.
  • 13.
  • 14.
  • 15.
  • 16. Sconosciuto il nome etrusco, quello attuale deriva dalla gens Petilia, importante famiglia romana. Leggendaria la fondazione del villaggio da parte di due romani, Petilio e Celiano, da cui – unendo i loro nomi – sarebbe derivato Pitigliano
  • 17.
  • 18.
  • 19.
  • 20.
  • 21. Palazzo Orsini è il maggiore monumento di Pitigliano: di origine medievale (XIV secolo), la residenza dei conti Orsini fu ristrutturata per Niccolò III, nella prima metà del Cinquecento, dall’architetto Antonio da Sangallo secondo i canoni rinascimentali, evidenti negli stemmi, nelle porte bugnate, nella piazzetta con colonnato, nel pozzo esagonale, nell’elegante portale d’ingresso e nelle sale interne, ora sede del museo d’arte sacra.
  • 22.
  • 23. Sulla piazza retrostante, che si estende con vedute spettacolari, si trova la fontana medicea a cinque archi, preceduta dall’acquedotto seicentesco che scavalca l’antico fossato con un maestoso arco in tufo.
  • 24.
  • 25. Dalla piazza tre vie parallele si inoltrano nell’abitato, intersecate da una serie di vicoli pittoreschi, caratterizzati da scalinate, loggette e decorazioni cinquecentesche. Portali e finestre delle case antiche del centro sono spesso ornati di elementi decorativi in bugnato rustico.
  • 26. La via principale conduce a un’altra piazza, dove si trova la Cattedrale, ampliata nel Settecento in forme barocche, con bella facciata e grandioso altare all’interno. Tra stucchi e dorature, spiccano le tele di Pietro Aldi e di Francesco Vanni. A fianco della Cattedrale si eleva la torre campanaria che caratterizza il profilo urbano dell’abitato. In fondo alla piazza si erge una stele in travertino recante sculture rinascimentali e sormontata da un piccolo orso araldico, nota come monumento alla progenie ursinea (1490). 
  • 27.
  • 28.
  • 29. Da qui si raggiunge un’altra piazzetta, cuore dell’antico rione di Capisotto, con la chiesa di S. Rocco, ricordata già nel 1274 come chiesa di S. Maria. Ha una sobria facciata rinascimentale e un interno decorato con affreschi e stemmi dipinti. Proseguendo si giunge alla punta estrema della rupe e alla Porta di Capisotto (o di Sovana), di fianco alla quale è conservato un tratto di mura etrusche del VI secolo a.C.
  • 30.
  • 31.
  • 32.
  • 33.
  • 34.
  • 35.
  • 36.
  • 37. A metà di via Zuccarelli si trova il Ghetto. Molti sono i ricordi della comunità ebraica, vissuta per mezzo millennio a Pitigliano, che fu luogo di rifugio per gli israeliti ed esempio di convivenza tra ebrei e cristiani, tanto da meritarsi la definizione di “Piccola Gerusalemme”.
  • 38. La Sinagoga è stata recentemente restaurata ed ha recuperato il suo arredo, con l’Aron (Arca Santa) sul fondo, la Tevà (il pulpito) al centro, il matroneo per le donne in alto, i lampadari e le decorazioni dipinte, tra cui la scritta che ricorda la fondazione del tempio nel 1598.
  • 39. Sotto la sinagoga si sviluppano vari ambienti scavati nel tufo - il bagno rituale, la macelleria e la cantina kasher, il forno degli azzimi - tutti recuperati negli ultimi anni, quando è stata realizzata la Mostra di cultura ebraica. Poco fuori, il cimitero ebraico custodisce monumenti funebri dell’Ottocento.
  • 40.
  • 41.
  • 42.
  • 43.
  • 44. La città è circondata da importanti siti archeologici, antiche grotte e villaggi primitivi.
  • 45.
  • 46.
  • 47. Emozionante, in questo contesto, è addentrarsi nei cunicoli (le vie cave) scavati dagli etruschi nel tufo tra il muschio, le felci e il fitto fogliame degli alberi, e che finiscono per intersecare le necropoli dove è stato allestito il Parco archeologico all’aperto. Dalle mistiche vie etrusche alle stalle e cantine ricavate nel dedalo di gallerie sotterranee, tutto riconduce alla “civiltà del tufo” di cui la gente di Pitigliano è erede.
  • 48. Lungo la strada per Sorano, sul costone tufaceo e oltre il torrente che dà vita a una bella cascata, si trova il rinascimentale Parco Orsini di cui rimangono, in mezzo alla vegetazione, padiglioni, statue e sedili intagliati nel tufo. Circondano il borgo verdi declivi, piccole valli con torrentelli e cascate, rupi su cui il sole al tramonto stempera i suoi colori.
  • 49. La produzione di vino è un altro buon motivo per visitare questa terra. I vigneti producono prestigiosi vini DOC bianchi.
  • 50. Il “Bianco di Pitigliano” è stato il primo ad ottenere la DOC in Maremma. Le incredibili cantine scavate nel tufo, dove il vino si conserva a temperatura costante, testimoniano i tempi remoti della tradizione vinicola, a conferma dei quali vi è stata anche la produzione di vino kasher per gli ebrei ad opera della Cantina Cooperativa.
  • 51. L'olio di oliva, prodotto dalla spremitura a freddo nei frantoi della zona, ha pochi rivali sulla scena nazionale e internazionale. Di ottima qualità, è adatto per la bruschetta, che qui si chiama “pancrocino”
  • 52. Tipico di Pitigliano è lo “sfratto”, un dolce natalizio a forma di lungo bastone, che col suo impasto di miele e noci tradisce l’antica origine ebraica. L’impronta degli israeliti nella cucina locale è evidente anche in altri piatti che costituiscono il Presidio Slow Food “La cucina dei Goym nelle città del tufo”.
  • 53.
  • 54. Pitigliano è in provincia di Grosseto, Toscana meridionale.
  • 55. Una posizione ideale per visitare siti come Firenze, Siena, Roma, il lago di Bolsena, Monte Amiata, la costa tirrenica e lecittà circostanti. Da visitare nei dintorni è Sovana, nonché Sorano e Saturnia con le loro terme.
  • 56. Per chi è interessato, affittiamo una casa nel centro storico di Pitigliano, affacciata sull’Acquedotto Romano. La casa compare su molte tra più belle cartoline di Pitigliano, ed è composta da 3 camere, cucina e bagno, adatta per 2-4 persone.
  • 57.
  • 58.
  • 59.
  • 60.
  • 61.
  • 62. Per maggiori informazioni, il mio profilo facebook: http://www.facebook.com/louis.petrella oppure via e-mail: louis.petrella@facebook.com
  • 63. Lungo la strada per Sorano, sul costone tufaceo e oltre il torrente che dà vita a una bella cascata, si trova il rinascimentale Parco Orsini di cui rimangono, in mezzo alla vegetazione, padiglioni, statue e sedili intagliati nel tufo. Circondano il borgo verdi declivi, piccole valli con torrentelli e cascate, rupi su cui il sole al tramonto stempera i suoi colori. Grazie e arrivederci a PITIGLIANO