ITINERARIO 1 Tutte le strade portano a Castelsardo
Presentazione della Provincia di Sassari all'EXPO SARDEGNA sulle NAVI DA CROCIERA
1.
2. Stintino è una delle mete favorite dal turismo
grazie alle sue meravigliose spiagge
E’ una delle spiagge più belle
della Sardegna e d’Italia.
È situata ai piedi di Capo
Falcone, di fronte all’isola Piana
e all’Asinara. A nord è
delimitata da un’imponente
torre aragonese, costruzione
seicentesca che domina il
litorale.
Le caratteristiche che la
rendono unica, tanto da fare
invidia a una spiaggia tropicale,
sono la finissima sabbia bianca,
il mare limpido e i fondali
suggestivi.
3. E’ un litorale sabbioso ed è circondato
dalla macchia mediterranea. La spiaggia è
formata da ciottoli per lo più della
grandezza di un piccolo fagiolo.
Si tratta di una spiaggia di sabbia chiara
mista a sassolini candidi, affacciata su un
bel mare trasparente e dalle cangianti
tonalità dell'azzurro. È circondata da
suggestive formazioni di dune ricoperte di
vegetazione ed in generale è immersa in un
contesto naturalistico dall'indubbio fascino
selvaggio e solitario.
Altre spiagge che meritano di essere nominate sono: la Pazzona, la spiaggia Tamerici,
Cala Coscia e Cala Lupo, Punta Negra. In questo tratto di costa il mare alterna colori
meravigliosi dettati dalle differenze dei fondali, le spiagge sono caratterizzate da sabbia
bianchissima.
4. LE SPECIALITÀ DEL BORGO SONO A BASE DI PESCE, IN
PARTICOLARE CROSTACEI E LA PRELIBATA ARAGOSTA
Polpo in agliata
Polpo alla Stintinese
Zuppa di patate ed aragosta
5. Dolce di ricotta che si usa nel periodo pasquale. È un parente stretto delle più famose seadas,
da cui differisce per pochi ingredienti.
La pasta viene preparata con la semola di grano duro, sale, zucchero e strutto. Il ripieno è
costituito da ricotta sarda, buccia d'arancia, uva passa, zucchero, cannella e vanillina.
6.
7. Sin dall’antichità svolge per il nord Sardegna un ruolo di primaria importanza nel
settore dei trasporti marittimi e degli scambi commerciali.
La cittadina è situata all'interno
del Golfo dell'Asinara.
8. La presenza umana nel territorio risale all'epoca preistorica, come testimoniano
alcuni villaggi e i numerosi nuraghi necropoli presenti nell’area turritana. La città di
"Turris Lybisonis", unica colonia di cittadini romani della provincia "Sardinia", era
chiamata "Iulia".
Dal periodo romano a quello medievale Porto Torres ha un passato glorioso che
riemerge attraverso i siti archeologici, i monumenti e i musei.
Troviamo complessi archeologici
come le Terme Centrali, dette "Palazzo
di Re Barbaro".
Vicino all'area archeologica troviamo il
museo "Antiquarium Turritano", dove
sono esposti i reperti venuti alla luce
durante gli scavi.
9. La Basilica di San Gavino, la chiesa romanica
più grande dell'Isola, è stata innalzata su un
santuario di cui fu salvata solo una vecchia
cripta. Essa custodisce tre sarcofagi.
I tre sarcofagi contengono i resti dei santi
Proto, Gianuario e Gavino, martiri
durante il regno di Diocleziano.
Le Terme Maetzke
Il Ponte Romano
La piccola chiesa di San Gavino a Mare (o "di
Balai"), eretta sul luogo dove si narra essere
localizzata la prima sepoltura dei martiri turritani.
10. Nel percorrere il lungomare Balai, una delle spiagge più caratteristiche di
Porto Torres, si può ammirare la riva circondata da rocce e l’acqua color
smeraldo.
11.
12. Tergu è un piccolo centro della regione storica dell’Anglona, conosciuto per la presenza della
Chiesa di Nostra Signora di Tergu costruita in stile romanico/pisano agli inizi del 1200. La sua
spettacolarità risiede nell’effetto dato dall’utilizzo di mattoni in trachite rossastri e in candido
calcare.
13. In prossimità della chiesa si trovano le rovine di un
convento di Benedettini, i quali furono i fautori
della celebrazione del Lunissanti.
15. Il caratteristico borgo medievale di
Osilo è situato all’estremo limite
occidentale dell’Anglona e del
Turritano. Arroccato su una delle
tre cime del monte Tuffudesu,
comprende nel territorio anche le
frazioni di Santa Vittoria e San
Lorenzo.
L’abitato è caratterizzato dalla presenza
del castello Malaspina, costruito alla fine
del XII secolo.
16. È una corsa a cavallo che unisce abilità equestre e
spettacolo, dove i cavalieri lanciati al galoppo con
il loro cavallo devono infilare uno spadino di
legno in uno dei tre anelli sospesi lungo i cento
metri che costituiscono il percorso della
manifestazione.
L’ artigianato tipico di Osilo è caratterizzato dalla produzione
dell’abbigliamento tradizionale femminile fra i più apprezzati
dell’Isola. Il costume, riccamente adornato e ricamato, ha subito
varie trasformazioni nel corso dei secoli. Merita una particolare
attenzione quello utilizzato per le cerimonie più importanti come
il matrimonio. Nella sua versione definitiva è composto da una
gonna di velluto di seta rosso con motivi floreali e decorativi
ricamati con lamine d’oro e da un copricapo, denominato “sa
capitta”, di forma semicircolare che arriva fino alla vita con il
medesimo ricamo floreale.
17.
18. D o l c e t r a d i z i o n a l e c o mu n e m e n t e ch i a m at o
“Formaggella” fatto col formaggio a pasta semicotta
Pecorino riconosciuto a livello
internazionale, di cui è in via di
definizione il marchio DOP.
la tipica pagnotta di Osilo detto Pane
di “San lorenzo”
19.
20. Comune della provincia di Sassari, situato
nell'antica regione del Logudoro, fu una delle
dimore fisse dei giudici di Torres Torres tra i
secoli XI e XII. A quel periodo risalgono, infatti, i
principali monumenti.
I sovrani decisero di lasciare Torres a causa delle
continue minacce dei barbareschi: scelsero Ardara
per passarvi gran parte dell'anno.
A loro si deve la costruzione di diverse opere.
STORIA
22. L'insigne
Basilica
pala.na
di
Santa
Maria
del
Regno,
giunta
integralmente
a
noi,
dove
venivano
celebra.
i
matrimoni,
le
intronizzazioni
e
i
funerali
della
dinas.a
regnante
dei
Lacon
Gunale.
La
Basilica
venne
consacrata
nel
1107,
conserva
i
caraBeri
.pici
del
primo
romanico
in
Sardegna,
fu
la
cappella
pala.na
del
palazzo
giudicale
del
Regno
di
Torres
e
residenza
del
vescovo
di
Bisarcio.
23.
24. L’Isola dell’Asinara, posizionata nella parte occidentale del golfo omonimo, ha delle
vicissitudini storiche estremamente singolari ma ha sempre mantenuto inalterato il
proprio fascino naturalistico.
Popolata sin dal IV Millennio a.C., presso l’area di Campu Perdu è possibile visitare
le Domus de Janas, antiche tombe pre-nuragiche scavate nella roccia.
25. Successivamente, durante la prima e la seconda guerra mondiale, l’isola svolse il
ruolo di campo di prigionia. Finiti i conflitti mondiali l’isola continuò a svolgere il
ruolo di carcere , data la chiusura del lazzaretto. Nel 1885 l’Asinara divenne colonia
penale contro il volere dei cittadini i quali consideravano esagerato concedere tutta
l’isola al carcere. Nel 1970 fu avanzata la prima proposta di far diventare l’isola
Parco Nazionale ma lo divenne soltanto nel 1997.
C e n t o a n n i d i
interdizione, divieti e
vincoli che se da una
parte hanno impedito
ogni velleità, pure
legittima, dall’altra
hanno garantito la più
ferrea salvaguardia e la
conservazione di un
p a t r i m o n i o
n a t u r a l i s t i c o -
ambientale di valore
scientifico inestimabile.
26. Sul fronte faunistico nell’isola sono presenti
diverse colonie animali, alcune ripopolate
negl’anni , altre sempre presenti come
l’asinello bianco, ormai divenuto simbolo
dell’Asinara.
Nel 2001 l’Asinara fu inclusa nel
“Santuario dei Cetacei”, un
accordo di protezione dei
mammiferi marini firmato da
Francia, Italia e principato di
Monaco.
27. Per arrivarci ci si può imbarcare a Stintino e Porto Torres, otre che con le
motonavi si può arrivare sull’isola anche con mezzi privati, comunque autorizzati
dal parco. Sulla terraferma ci si sposta con i mezzi pubblici, oppure è possibile
affittare biciclette presso gli scali.
28.
29. E’ presente infatti
u n o d e i p i ù
importanti esempi
d i R o m a n i c o -
P i s a n o d e l l a
Sardegna.
Sin dal Medioevo è ricca di insediamenti monastici importanti
la Chiesa di "San Pietro delle Immagini" o
de “Su Rughifissu” (del Crocifisso), facente
parte di un complesso Monastico di rilievo
del quale non rimangono che pochissime
tracce.
30. Tra le rocce immerse nelle
campagne si possono
ammirare gli immensi
tronchi ( sa linna appedrada)
della Foresta pietrificata.
La foresta risale al Miocene
inferiore, circa venti milioni
di anni fa, quando, durante
un'eruzione vulcanica le
foreste si inabissarono nei
laghi circostanti.
31.
32. Il meraviglioso borgo di Castelsardo fondato dalla famiglia genovese dei
Doria nel 1102, sorge su di un promontorio trachitico che venne
fortificato e reso inespugnabile, noto col nome di Castel Genovese. Qui
vi dimorò anche la famosa Eleonora d’Arborea giudicessa del giudicato
di Torres e moglie di Brancaleone III Doria, nota per aver promulgato
la “Carta de Logu” un codice di leggi scritto in lingua sarda.
Nel 1448, dopo circa dieci anni di assedio, venne conquistata dagli
Aragonesi e da quel momento la fortezza mutò il nome in Castel
Aragonese, ottenendo il titolo di “Città Regia” insieme ad altre sei città
sarde.
STORIA
33. Nel 1502 diviene sede vescovile e per questo
motivo vennero iniziati i lavori di costruzione della
Cattedrale dedicata a Sant’Antonio Abate.
Il periodo di dominio spagnolo fu
caratterizzato da continue incursioni
da parte di saraceni, ottomani e turchi,
che spinse, nel 1625 ad effettuare
lavori di restauro dell’intera cinta
muraria, assumendo la forma che
attualmente si può vedere.
Nel 1720 ha inizio il periodo sabaudo, periodo durante il quale vennero istituite le scuole, il
primo ufficio postale e migliorate le vie di comunicazione stradali, come quella che
conduceva a Sassari. Finalmente nel 1769, grazie ad una petizione da parte della popolazione
di Castel Aragonese, venne accordato il cambiamento del nome in Castelsardo.
34. Tra i monumenti civili più importanti
ricordiamo il palazzo di Nicolò Doria,
che conserva nella sua facciata l’antica
meridiana e la Loggia, sede della
dogana e dei magazzini per il deposito
delle merci, oggi palazzo comunale.
Attualmente la fortezza ospita una
mostra etnografica dedicata
all’intreccio mediterraneo.
35. Segnaliamo tra gli edifici sacri, l’antica
chiesa romanica di Santa Maria delle
Grazie, la più antica del borgo, sede della
confraternita Santa Croce e custode di uno
dei crocifissi lignei più antichi dell’isola,
denominato “Lu Criltu Nieddu”.
La
CaBedrale
di
Sant’Antonio
Abate,
patrono
della
ciBà,
accoglie
al
suo
interno
le
preziose
tavole
del
Maestro
di
Castelsardo,
vissuto
tra
1400
e
gli
inizi
del
1500
e
l’organo
ligneo
decorato
in
oro
zecchino
risalente
al
1760.
All’esterno
è
possibile
ammirare
il
campanile
con
la
cupola
in
maioliche
di
periodo
spagnolo.
36. U n ’ a l t r a t a p p a
immancabile è la
f a m o s a R o c c i a
dell’Elefante, antica
domus de janas che
t e s t i m o n i a l a
frequentazione pre-
nuragica nel territorio,
la cui forma singolare è
data dall’erosione del
tempo. Al suo interno
è possibile ammirare
d e c o r a z i o n i i n
b a s s o r i l i e v o c h e
rappresentano divinità
maschili.
37.
38. L’artigianato di Castelsardo è noto in
tutto il mondo per la particolarità
della lavorazione della palma nana,
con le cui foglie si realizzano
bellissimi cestini.
Ancora oggi è possibile trovare, passeggiando
per gli antichi vicoli del borgo, angoli
caratteristici dove le donne del paese
realizzano questi preziosi manufatti con una
perizia ammirevole. Numerosi sono i negozi
di artigianato, tra i più grandi e forniti
dell’isola.
39. Tra le diverse tradizioni della città, spiccano per
suggestione ed importanza quelle legate alla
Settimana Santa. Il “lunissanti” (lunedì che
precede la pasqua), in particolare, è la più antica
sacra rappresentazione della Passione di Cristo
in Sardegna. Chiunque l’abbia vissuta da vicino è
stato testimone di un evento unico al mondo,
capace di rievocare un autentico clima
medievale.
40.
41. LE SPECIALITÀ DEL BORGO SONO A BASE DI PESCE, IN
PARTICOLARE CROSTACEI E LA PRELIBATA ARAGOSTA
Aragosta alla castellanese
Trigle di scoglio e di sabbia
Zuppa alla castellanese
42. Condimento tipico castellanese per pasta e legumi, si prepara mescolando la panna in un
tegame e aggiungendo farina a pioggia quando arriva ad ebollizione. Quando il composto
diventa consistente, viene aggiunto un bicchiere d’acqua salata e si continua a mescolare finchè
inizia a fare la crosticina. Può venir consumato anche da solo con l’aggiunta di miele. La parte
che rimane attaccata alla pentola, “lu razzicu”, per molti è considerata la parte più buona.
43.
44. La città sorge su un tavolato calcareo declinante a nord-ovest verso il
Golfo dell'Asinara e la pianura della Nurra. Il territorio è
caratterizzato da valli e gole che incidono profondamente l'altopiano
su cui è adagiata la città. Riguardo alle origini storiche si sa per certo
che intorno al Mille i giudici di Torres iniziarono a soggiornarvi e
che la rafforzarono con un castello, il Castrum Sassaris o Saxi. Nel
corso del medioevo in seguito alle incursioni barbariche la
popolazione andò aumentando poiche’ gli abitanti di Turris e delle
zone costiere furono costretti a spingersi verso l’interno, fino a che
Sassari divenne, agli inizi del XIII secolo, la città più popolosa del
Giudicato di Torres. A metà del XIV secolo si sottomise agli
Aragonesi. Dopo un breve periodo di dominazione austriaca, passò
ai Savoia nel 1720 insieme al resto dell'isola. Nell’ 800 la storia di
Sassari è caratterizzata dagli scontri tra conservatori e democratici e
da allora comincia a formarsi la sua fama di città repubblicana che la
accompagna sino agli inizi del ‘900. Dal punto di vista urbanistico già
all’inizio del XIII secolo era chiusa da una cinta di muraglie con
quattro porte di uscita. Il centro storico è un intrecciarsi di vicoli,
vicoletti, importanti rioni, strade strette che intersecano le arterie
principali. Il centro della citta’ è caratterizzato dalla presenza di
numerose chiese e edifici, musei e monumenti di interesse storico.
STORIA
45. Il palazzo della provincia situato nella vasta Piazza
d’Italia costruito a partire dal 1872
Palazzo di Citta’ realizzato tra il 1826-1829 in stile
neoclassico, che ospita il teatro civico edificato nel 1830
Palazzo
Ducale
ereBo
nel
1775
46. i resti del Castello Aragonese costruito
dagli aragonesi nel 1300
il museo nazionale G.A. Sanna istituito
nel 1878
47. La chiesa del Duomo sorge nella piazza
omonima, dedicata a San Nicola di Bari.
L’ edificio presenta una parte costruita nel
XIII Sec. In stile romanico, l’interno in stile
gotico- catalano e la facciata, interamente
rifatta nel XVII Sec. In stile barocco
coloniale spagnolo.
La chiesa di Santa Caterina
edificata dai Gesuiti tra il 1580 e i
1607.
48. Santa Maria in Betlem edificio in stile
gotico risalente all’ultimo quarto del
XIII Secolo con facciata duecentesca.
Tra i monumenti storici piu’
importanti della citta’ spicca la
duecentesca Fontana di Rosello.
49.
50. Una meravigliosa testimonianza della cultura preistorica è rappresentata dal complesso
megalitico di Monte d’Accoddi, costituito da un altare un villaggio e una necropoli. L’altare
unico in Sardegna presenta analogie con le ziggurat della Mesopotamia del III millennio.
Tempio a gradoni, costruito con grandi blocchi, ha forma tronco-piramidale ed è preceduto da
una rampa. Nell’area si celebravano riti legati alla fertilita’.
51. Un esempio di archeologia industriale e mineraria è rappresentato dal villaggio e dalle miniere
dell’Argentiera frequentato e sfruttato sin dal periodo dei fenici.
52.
53. La penultima domenica di maggio si tiene una
delle maggiori feste folcloriche dell'isola: la
Cavalcata Sarda, sfilata dei numerosi costumi
tradizionali sardi, con balli, canti e degustazione
di prodotti tipici.
La festa più sentita dai Sassaresi è quella dei
Candelieri (patrimonio dell’Unesco) che si svolge il
14 agosto. Qui i rappresentanti degli otto gremi che
rappresentano le antiche arti e i mestieri della citta’
rinnovano il voto fatto dalla città alla Madonna, al
cessare di una feroce pestilenza, portando a braccia
pesanti candelieri di legno dalla Chiesa del Rosario a
quella di Santa Maria in Betlem.
54.
55. E’ il più tradizionale tra i piatti della cucina sassarese.
Esistono diverse ricette che contraddistinguono questo piatto: La ciogga, Ciogga Minuta,
Lumache, lumaconi e monzette.
La “Ciogga Minuddda”, il più semplice nella sua preparazione in quanto le lumachine vengono
bollite e servite con peperoncino, olio, aglio e prezzemolo.
Da questo piatto ha origine la manifestazione “Ciogghitta d’Oro” gara di “succiaddura di ciogga
minudda” ossia il mollusco viene succhiato praticando un piccolo foro sulla cima del guscio, per
lasciar passare l'aria e permettere una vigorosa aspirazione. Si aggiudica il titolo chi riesce a
mangiare il maggior numero di lumachine.
56. Una variante molto conosciuta è la ricetta di fave bollite
servite con un soffritto di olio, aglio, peperoncino e
prezzemolo.
La favata è un’altra ricetta caratteristica di
Sassari che viene preparata con cavoli verza e
insaporita da cotechino, lardo e salsiccia locale.
57. Piatto caratteristico della città sono le interiora di vitello arrosto.
U n a v a r i a n t e è
r a p p re s e n t at a d a l l a
cordula, dove gli organi
del vitello vengono
arrotolati nelle interiora e
il tutto viene arrostito alla
brace.
58. La ricetta più diffusa è l'anguilla
arrosto, cotta sulla brace dopo averla
marinata, o più semplicemente
condita con un filo d'olio a fine
cottura.
La melenzana viene tagliata in due e praticate una serie d’incisioni a scacchi nella polpa,
condita con aglio, prezzemolo, olio, sale e peperoncino rosso secco;
Sistemate su una teglia, vengono infornate alla temperatura massima per circa mezz'ora.
E s i s t e a n c h e u n a
dissacrante canzone
tradizionale sassarese che
ne decanta la bontà “La
mirinzana in forru”.
59. Sono proprie della città “le frittelle lunghe”, lunghi cordoni di pasta
fritta insaporita da anice e scorza d’arancia, preparate principalmente
durante il periodo carnevalesco.
60.
61. L’etimologia del nome Alghero deriva dalla presenza delle
alghe (posidonia oceanica) e tuttora viene chiamata così nel
dialetto locale. La cittadina è stata fondata dai Doria nel
1102 divenendo un’importante piazzaforte del nord
Sardegna, con la conquista aragonese nel 1355 vennero
portati nuclei di coloni catalani che donarono sembianze
gotico-catalane all’intera architettura della città. I
conquistatori dedicarono un costante impegno economico
alle fortificazioni costruendo lunghe mura, possenti torri e
bastioni ancora oggi ben conservate grazie ai percorsi in
ciottolato dai quali è possibile ammirare l’intero golfo,
dominato dalla sagoma imponente di Capo Caccia. Alla
fine del dominio aragonese durato oltre 300 anni, il
catalano continuò ad essere parlato, infatti la città ha
conservato l’uso della lingua catalana. Alghero rappresenta
una meta turistica di grande richiamo grazie alla sua antica
storia, alle bellezza naturali e paesaggistiche, che fanno
della città uno dei centri di maggior richiamo turistico per
l’intera isola.
STORIA
62.
63.
64. Il complesso nuragico di Palmavera (XV- VIII secolo a. C) composto da
due torri portato alla principali attorno alle quali si sviluppa il villaggio
interamente realizzato in pietra calcarea e arenaria, costituisce
un’importante attrattiva per gli appassionati di archeologia.
65.
66. La Settimana Santa ad Alghero è curata dalla confraternita della Misericordia custode nella sua
chiesa del prezioso Sancristus, la statua lignea del Cristo, snodabile, che si dice essere giunta in
condizioni miracolose e anticamente utilizzata nel Venerdì Santo. Questi riti, di origine
spagnola, ogni anno coinvolgono e attraggono un gran numero di cittadini e stranieri.
67.
68. Un elemento caratteristico del litorale algherese è dato dalle falesie, le scogliere a
strapiombo che dominano il paesaggio, il tratto più conosciuto è quello
rappresentato dal promontorio di Capo Caccia, che si allunga all’orizzonte
davanti alla città.
69. La lunghezza delle Grotte di Nettuno è stimata approssimativamente intorno ai 4 km, ma
solo alcune centinaia di metri sono visitabili dal pubblico. All'interno è finemente ricamata
da incantevoli stalattiti e stalagmiti e dal lago “Lamarmora” di circa 120 metri di lunghezza,
il cui livello è lo stesso di quello del mare.
72. Antipasto a base di crostacei, acciughe, uova sode e frutti
di mare, o la bottarga (la famosa salsa di uova di muggine),
ottima se spalmata su croccanti crostini di pane
abbrustolito.
Sono fatti semplicemente con la polpa dei ricci freschi
Viene bollita e servita in tavola con sale, pepe e olio
d'oliva. Dopo aver tagliato a dadi una parte della
polpa dell'aragosta, quest'ultima viene tritata e
mescolata insieme alla salsa marroncina ricavata
dalla testa. Con l'aggiunta di un pizzico di sale,
pepe e il succo di due limoni si otterrà, infine, una
salsina deliziosa da versare sull'aragosta stessa.
73. Lessata e accompagnata da una salsetta a base di pomodoro,
prezzemolo e aglio.
Una sorta di zuppa fatta con fave, cavolfiori, salsicce,
pancetta tritata, piedini di maiale, sedano, carote, cipolla,
aglio, pomodori secchi e finocchietto selvatico.
Fatta con pesci freschi di diverse specie. E' fantastica, grazie
anche al gusto particolare di alcune spezie come il
peperoncino rosso.
Cotte al forno con aglio, prezzemolo e olio d'oliva e
gustate in tavola insieme a delle ottime “pumatas
camona”, pomodori freschi della campagna algherese.
74. Particolari biscotti fatti con uva sultanina, mandorle e noci.
Le tipiche focaccine fritte ripiene di formaggio
morbido dolce e servite in tavola con miele, zucchero
o con una leggera melassa di fichi e fichidindia.
Propriamente i "biscotti che si mangiano
in bianco". In passato, infatti, tale
specialità era quasi esclusivamente un
dolce dei poveri, visti e considerati i
pochi e non costosi ingredienti che
bisogna utilizzare per poterli cucinare.
75.
76. I vini più rinomati e conosciuti, a livello nazionale e internazionale, che provengono dalla
provincia di Sassari sono quelli Algheresi delle Cantine Sella&Mosca che oggi fa parte del
Gruppo Campari.
Il Torbato, vino storico della provincia di Alghero è il simbolo dell’impegno della
Sella&Mosca sul territorio.
Dalle uve di Torbato, vinificate in Sardegna da Sella&Mosca, nascono 4 vini:
TORBATO, leggero e fresco, il compagno ideale di un aperitivo
informale o dei piatti leggeri della cucina mediterranea.
TERRE BIANCHE, fruttato e deciso, si sposa con
grande naturalezza alla cucina di mare.
TERRE BIANCHE CUVEE 161, la massima espressione aziendale del Torbato,
corposo e sapido, strutturato e complesso, è insostituibile
nell’abbinamento con i meravigliosi crostacei del mare della Sardegna.
TORBATO BRUT, vino spumante a fermentazione naturale metodo “cuve close”,
la versione in “bollicina” del Torbato, perfetta per accompagnare il momento dell’aperitivo.
77. Cala reale (Vermentino) - Da abbinare alla migliore gastronomia di mare.
Marchese di Villamarina (Rosso) - Premiato per 14 volte con i TRE
BICCHIERI del Gambero Rosso, Consigliato con carni rosse arrosto o in umido e
selvaggina.
Tanca Farrà (Rosso) - 2 Bicchieri rossi del Gambero Rosso, ideale accostamento ad
arrosti, carni rosse, cacciagione ed impegnati intingoli di tutte le tradizioni culinarie.
A fine pasto si accompagna a tanti formaggi, prediligendo quelli a pasta dura ed a
moderata stagionatura.
Le Arenarie (Filu e ferru - Grappa) - Si beve in accompagnamento a minestre,
soprattutto creme e vellutate, zuppe di cipolla, a soufflé e sformati di verdura
e ad elaborati piatti di pesce.
Canonau (Rosso) - Si abbina alle carni rosse, arrosto ed in umido, selvaggina e
formaggi forti.
Canonau riserva (Rosso) - Esalta ogni pietanza di carni rosse ed è al meglio
quando accompagna la cacciagione.
78.
79. Bonorva è situato nella regione storica del
Logudoro e nella sub-regione del Meilogu. Meta
di grande rilevanza sono gli insediamenti primitivi
e le strutture difensive di età nuragica presenti sul
territorio. L'architettura urbana è tipica dei paesi a
cultura agro-pastorale, con strade strette e con
case con ampi cortili, che in passato potevano
servire per ospitare una parte del bestiame.
Nel paese è ancora molto viva la tradizione della
tessitura con telaio orizzontale: utilizzando la
tecnica "a punta de agu", ossia a ricamo, e si
possono ammirare tappeti e disegni molto raffinati
e particolari. Di sicuro interesse per il visitatore
possono essere: gli affreschi di Sant'Andrea Priu, la
chiesa della Natività di Maria e la fonte
archeologica di Su Lumarzu.
STORIA
80.
81. L e d o m u s d e j a n a s c h e
compongono questa necropoli,
una delle più estese ed importanti
della Sardegna cronologicamente
sono inquadrabili nel neo-
eneolitico, fra IV e III millennio
a.C. Si contano circa una ventina
di sepolture disposte per lo più ad
una certa altezza rispetto al livello
di campagna. Le sepolture sono
costituite da ambienti comunicanti
tra loro, riproducenti sia la
consueta tipologia della casa con
tetto sia tipologie più articolate e
complesse. Tra queste la “tomba
del Capo” così detta per le sue
d i m e n s i o n i , ch e s v i l u p p a
complessivamente 18 ambienti.
82.
83. Burgos, nella regione storica del
Goceano, risulta oggi distinto in due
parti, quella nelle immediate
vicinanze del castello, che con le sue
strette viuzze ha un aspetto
tipicamente medievale, con case in
mattoni con il tetto a doppio
spiovente, e quella più recente, di
impianto moderno.
Di particolare interesse
storico e strategico è il suo
castello, risalente al 1129,
costruito ad opera del
Giudice di Torres Gonario.
Sono rimaste intatte le
mura, una torre e la fossa
per l'acqua.
84. A metà strada tra Burgos e Bono si trova
l'area verde della Foresta di Burgos, zona
molto curata e varia di rimboschimento, meta
apprezzata da turisti e abitanti della zona. Tra
le piante spiccano lecci e conifere, querce e
sughere, cedri e qualche castagno isolato.
Qui l'Istituto di Incremento Ippico si occupa
dell'allevamento dell'asinello sardo, dell'asinello
bianco dell'Asinara e del cavallo di razza anglo-
arabo-sarda. Si alleva inoltre il pony sardo,
denominato Giarab, perché nato dall'incrocio
tra fattrici della Giara e stalloni arabi.
85.
86. Codrongianos deve la sua fama alla Basilica abbaziale della Santissima Trinità di
Saccargia una delle chiese romanico- pisane più famose della Sardegna. Edificata nel
corso del XII secolo ad opera dei Camadolesi, sorge su un promontorio accanto ai
resti dell'antico monastero camaldolese.
Si presenta al visitatore come uno straordinario
monumento in cui si fondono varianti cromatiche e
stili architettonici diversi. Sono in essa armonizzati,
oltre a quelli evidenti toscani, elementi lombardi,
motivi bizantini derivati dalla Calabria e altri islamici di
mediazione siciliana
La chiesa che oggi possiamo ammirare ha anche
subito numerosi restauri, che ne hanno in parte
modificato l'originaria fisionomia, ciononostante la
Basilica di Saccargia conserva intatti il suo fascino e
la sua importanza nella storia e nella cultura della
Sardegna.
87.
88.
89. L’antico borgo di Sedini si trova in una zona collinare al centro dell’Anglona. Nel
centro abitato si trova una meravigliosa Domus de Janas, costituita da un insieme di
tombe scavate nella roccia risalenti al neolitico. Nei secoli ha subito varie trasformazioni:
tomba, prigione, abitazione e attualmente è impiegata come Museo delle tradizioni
etnografiche dell’Anglona.
90. Merita di essere visitato il centro storico tipicamente medievale e la valle
del Silanis, che prende il nome dal Rio che vi scorre, con i vecchi mulini, i
monasteri medievali, le chiese e le cascatelle incastonate nelle rocce a
strapiombo.
San Nicola di Silanis, piccolo gioiello
d'architettura romanica del XII sec.
Santa Barbara costruita su un
precedente insediamento punico.
91. Il monastero di San Pancrazio (XII sec.), del quale resta intatta l'antica
aula del fuoco, raro esempio di grangia fortificata dei monaci
Templari, sita in prossimità di una strada medievale di pellegrinaggio.
92.
93.
94. Il paese di Siligo è situato nel cuore del Meilogu, luogo noto per i bellissimi paesaggi, le tante
formazioni geologiche, uniche nel loro genere e le grandi cattedrali romaniche. Questo
territorio conserva anche uno degli esempi più antichi di architettura religiosa altomedievale in
Sardegna: la chiesa Nostra Signora di Mesumundu.
95. Il comune di Siligo è famoso per aver dato i natali ad alcuni personaggi noti a livello
nazionale come Maria Carta, straordinaria interprete e custode delle tradizioni
canore della sua terra, che qui nacque e trascorse parte della sua esistenza. Di
particolare interesse è il museo a lei dedicato. Il centro del paese offre anche la
possibilità di visitare i luoghi che videro l’ambientazione letteraria del famoso
romanzo autobiografico di Gavino Ledda, “Padre padrone”.
96.
97. Nulvi è un piccolo paese di origine medievale situato nell’Anglona, caratterizzato da
un centro storico piuttosto esteso con stretti vicoli e piccoli edifici addossati tra loro.
E’ un territorio collinare ricco di pascoli campi coltivati e boschi di querce. Nelle
campagne circostanti sono localizzati quasi 100 nuraghi alcuni inesplorati e da
scoprire.
98. Il 14 agosto di ogni anno
a Nulvi, si svolge una
delle manifestazioni civili
e religiose più rilevanti
del territorio, “Sa essida
de sos Candhaleris”. La
tradizione dei candelieri
affonda le sue radici nel
medioevo, tre simulacri
sfilano nelle vie del
centro storico fino alla
chiesa principale per
onorare la Beata Vergine
Assunta.
99. Ogni candeliere ha un peso di
9 quintali e un’altezza di 7-8
metri, viene trasportato a
spalla da almeno 20 persone.
Sono Realizzati con materiali
poveri, come legno, canne e
cartapesta, modellati per dare
spazio a immagini sacre e
decorazioni preziose su fondi
colorati. Ogni simulacro è
caratterizzato da un colore:
“Giallo” per il gremio degli
agricoltori, “Azzurro” per il
gremio degli artigiani e “il
Verde” per quello dei pastori.
102. Si caratterizza per la suggestiva manifestazione nota come l'Ardia, dove abilità
equestri e orgogliosa esposizione di selezionati cavalli, testimoniano un mondo
di religiosità e tradizione straordinariamente autentiche. L’intento è quello di
compiere tre giri in senso orario e tre giri in senso antiorario intorno alla
chiesa di San Costantino.
103. I cavalieri sono divisi in due gruppi che rappresentano rispettivamente il bene e il
male; il capo corsa, vestito con una camicia rossa e un copricapo a forma di
corona, rappresenta simbolicamente l’imperatore Costantino, difensore della
cristianità, ed è consuetudine che vinca. Principale caratteristica della sagra è la
rievocazione della battaglia vinta da Costantino il Grande nel 312 a Ponte Milvio
contro le truppe di Massenzio.
104.
105. Centro agricolo del territorio del Meilogu, dalle antiche origini preistoriche, Torralba si
trova in una zona collinare circondata da vallate in una delle quali sorge la chiesa
parrocchiale di San Pietro Apostolo. Il territorio è ricco di sorgenti e torrenti.
106.
107. Il periodo di maggiore importanza per Torralba è stato sicuramente quello nuragico,
infatti nel suo territorio troviamo circa 30 nuraghi e una decina di tombe dei giganti.
Queste testimonianze archeologiche hanno finito per dare a questo luogo la
denominazione di "Valle dei Nuraghi", tra i quali spicca la Reggia Nuragica di Santu
Antine, il secondo complesso nuragico di tutta la Sardegna dopo quello di Barumini.
108.
109. Il litorale di Valledoria comprende circa una ventina di chilometri di spiagge, la cui bellezza
non ha niente da invidiare alle famose spiagge delle isole caraibiche. La costa è compresa in
un lungo tratto che inizia con le scogliere di Castelsardo e finisce all’altezza di Isola Rossa
incorniciata da imponenti gruppi di rocce granitiche dai colori cangianti. Le spiagge di
Valledoria sono ampiamente conosciute dai turisti di tutto il mondo, e quindi
particolarmente affollate, ma si possono trovare anche alcuni tratti che presentano ancora
oggi un paesaggio assolutamente immacolato e selvaggio, l’ideale per chi è alla ricerca di
tranquillità e relax.
110.
111.
112. Interessante anche la foce del fiume Coghinas, che in vista del mare si apre in un bacino ricco
di attrattive naturali. Le sue sponde presentano una vegetazione praticamente continua fatta
soprattutto da canneti che via via vengono sostituiti da splendidi tamerici. Durante il periodo
estivo si può assistere ad uno spettacolo unico ed estremamente suggestivo, infatti in questi
momenti si ha la fortuna di poter osservare quasi tutte le specie di uccelli che vivono in questo
fiume, esaltato dalla splendida cornice fatta dei colori tipici del sole .
113.
114. Pattada è un piccolo centro immerso nelle bellezze naturalistiche dell’antico
territorio del Logudoro. Paese di montagna possiede un particolare centro storico
con vicoli lastricati o in ciottolato che regalano affascinanti angolature.
Caratteristiche sono le abitazioni in granito con elementi architettonici a vista.
Oltre agli edifici in pietra si segnalano piccoli palazzi di stile neoclassico con
signorili facciate e preziosi elementi ornamentali e alcune particolari costruzioni in
stile liberty.
115.
116. Pattada conserva con orgoglio il culto di antiche tradizioni artigianali: le stesse
che hanno contribuito a renderne celebre il nome in tutto il mondo grazie
alle sue Resolzas, ovvero i meravigliosi coltelli artigianali a serramanico
caratterizzati da lame in acciaio di ottima fattura e manici di corna di muflone
finemente decorato. Questi piccoli capolavori dell’artigianato locale si
possono ammirare nel museo del coltello.
117.
118. Situata nella regione del
Logudoro, vanta una storia
millenaria tra le più interessanti
d e l l a S a r d e g n a , l e g a t a
all’insediamento del neolitico
che ha dato vita ad una civiltà
considerata una delle più
importanti del periodo nel
Mediterraneo.
Denominata cultura di Ozieri o San
Michele, prende il nome dalle grotte
dove sono state rinvenute ceramiche
finemente decorate
119. La cittadina dal punto di vista
urbanistico e architettonico è
c a r a t t e r i z z a t a d a u n a
disposizione ad anfiteatro che
consente di godere di bellissimi
panorami coronati da boschi e
folta vegetazione e da un
insieme di ripide strade
gradonate, arricchite da
pavimentazioni che si aprono in
numerosi slarghi e piazzette.
Prevalgono i palazzetti a quattro o
cinque piani dal gusto neoclassico,
con qualche elegante edificio in stile
decò e alcune abitazioni di epoca
gotico-catalana.
120. Tra gli edifici religiosi presenti nella
cittadina, spicca la basilica romanica di
Bisarcio una delle più grandi della
Sardegna. Fu cattedrale dell'omonima
diocesi dall'XI al XVI secolo.. La basilica
presenta un interno affrescato che
conserva la famosa opera del Maestro di
Ozieri.
Si può inoltre,
ammirare l'altare
di S.Andrea e
q u e l l o d e l
S a n t i s s i m o
Sacramento la
c u i t e l a
r a p p r e s e n t a
l'Ultima Cena.
L a p i a n t a è
trinavata con
abside e la navata
c e n t r a l e h a
copertura lignea;
mentre quelle
laterali sono
v o l t a t e a
crociera.
121.
122. Formaggio vaccino tipo la
“Greviere” piemontese, da
cui prende il nome.
Tipo di pasta condita con sugo di
lepre o cinghiale, fave e lardo, le fave
con joddu (yogurt), su tattaliu
(corattella), e la carne arrosto di
porcetto e agnello.
123. I vini
sono prodotti con vitigni tipici
coltivati in collina e vengono
consumati nelle cantine e
nelle sedi dei gremi nelle
strette e caratteristiche vie del
centro.
Ora si sta cercando di
valorizzare gli antichi vitigni
autoctoni ed in particolare
"Alvarega", "Redagliadu" e
"Muristellu". Tra le cantine
più importanti ricordiamo
“Nobile Tola”.
124. La Spianata di Ozieri
Pane antichissimo, consumato in
antichità da contadini e pastori,
oggi viene confezionato nei
panifici moderni con acqua, sale,
lievito e semolato di grano.
È adatto ad accompagnare
zuppe, minestre, insalate, carni,
latte o yogurt.
Pratico per veloci spuntini, come
“puppias” (bamboline di
salsiccia o formaggio), è
largamente usato a modo di
tagliere per la carne arrosto. Può
rappresentare un’ottima base per
piatti tradizionali e rivisitati.
125. Deliziosi bon bon di pasta di mandorle, miele, limone,
ricoperti di glassa fine ed avvolti in carta colorata.
Barchette ripiene di leggero pan di spagna e mandorle,
ricoperto da glassa bianchissima.
Molti altri dolci della tradizione sarda possono essere degustati a Ozieri,
riscoprendo antichi e genuini sapori: casadinas, teliccas, papassinos, seadas,
origliettas, cattas e biscotti "savoiardi".
127. Cap d'Any di Alghero ricco di
concerti nelle piazze e dei spettacoli
pirotecnici
Il capodanno castellanese che da
oltre 10 anni attira numerose persone
da tutta la Sardegna e non solo
Famose Band e Cantanti animano
Alghero e Castelsardo
128. Evento sportivo di fama mondiale è il
Rally del Corallo nella splendida cornice
dell'algherese
Nei pressi della foce del Coghinas è possibile fare la
discesa in kayak immersi nella natura dell'omonimo
fiume
Storiche e
splendide regate a
vela latina nel
Golfo dell'Asinara
129. Free climbing a stretto contatto con la
natura e l'avventura
Ammirare i nostri paesaggi è uno spettacolo
più unico che raro
Escursioni montane e costiere a
cavallo
130. Gustose pietanze tradizionali si
presentano nelle numerose Sagre
locali; spiccano i piatti a base di
carne di pecora, cinghiale e
maialetto
Ricche pietanze a base di ortaggi, legumi e il
famoso carciofo sardo spinoso
Una menzione speciale meritano le ciliegie
di Bonnanaro famose in tutta l'isola
131. La Sagra del Bogamarì (riccio di mare) ad
Alghero in primavera
Grandi eventi enologici in quasi tutto il nord
Sardegna, tra i quali merita menzione “Ajò a
ippuntare” ad Usini
Tra i vitigni autoctoni DOC
ricordiamo il rosso Cannonau
e il bianco Vermentino
132. Il Nord- Ovest Sardegna offre numerosi e
confortevoli centri di benessere immersi
nella natura
Le acque sulfuree di Benettutti sgorgano sulle
antiche terme di epoca romana e sfruttano l'acqua
dalle numerose sorgenti
Terme di Casteldoria
situate sotto i ruderi
dell'antica dimora dei
Doria
133. Realizzato dal gruppo del corso
ISOGEA:
“Tecnico per la progettazione, definizione
e promozione di piani di sviluppo
turistico e promozione del territorio”.
Con la supervisione del
Sig. Vittorio Spano
Presidente Pro loco di Castelsardo
A cura dei corsisti:
Luca Unali
Rosella Serra
Manuela Cavaglieri
Antonella Luccia
Marianna Solinas
Piera Passaghe
Alessandro Cossu
Anna Giavesu
Sergio Pisano
Cristian Bianco
Carlo Sini
Antonello Mela
Paola Canu