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Stintino è una delle mete favorite dal turismo
grazie alle sue meravigliose spiagge
E’ una delle spiagge più belle
della Sardegna e d’Italia.
È situata ai piedi di Capo
Falcone, di fronte all’isola Piana
e all’Asinara. A nord è
delimitata da un’imponente
torre aragonese, costruzione
seicentesca che domina il
litorale.
Le caratteristiche che la
rendono unica, tanto da fare
invidia a una spiaggia tropicale,
sono la finissima sabbia bianca,
il mare limpido e i fondali
suggestivi.
E’ un litorale sabbioso ed è circondato
dalla macchia mediterranea. La spiaggia è
formata da ciottoli per lo più della
grandezza di un piccolo fagiolo.
Si tratta di una spiaggia di sabbia chiara
mista a sassolini candidi, affacciata su un
bel mare trasparente e dalle cangianti
tonalità dell'azzurro. È circondata da
suggestive formazioni di dune ricoperte di
vegetazione ed in generale è immersa in un
contesto naturalistico dall'indubbio fascino
selvaggio e solitario.
Altre spiagge che meritano di essere nominate sono: la Pazzona, la spiaggia Tamerici,
Cala Coscia e Cala Lupo, Punta Negra. In questo tratto di costa il mare alterna colori
meravigliosi dettati dalle differenze dei fondali, le spiagge sono caratterizzate da sabbia
bianchissima.
LE SPECIALITÀ DEL BORGO SONO A BASE DI PESCE, IN
PARTICOLARE CROSTACEI E LA PRELIBATA ARAGOSTA
Polpo in agliata
Polpo alla Stintinese
Zuppa di patate ed aragosta
Dolce di ricotta che si usa nel periodo pasquale. È un parente stretto delle più famose seadas,
da cui differisce per pochi ingredienti.
La pasta viene preparata con la semola di grano duro, sale, zucchero e strutto. Il ripieno è
costituito da ricotta sarda, buccia d'arancia, uva passa, zucchero, cannella e vanillina.
Sin dall’antichità svolge per il nord Sardegna un ruolo di primaria importanza nel
settore dei trasporti marittimi e degli scambi commerciali.
La cittadina è situata all'interno
del Golfo dell'Asinara.
La presenza umana nel territorio risale all'epoca preistorica, come testimoniano
alcuni villaggi e i numerosi nuraghi necropoli presenti nell’area turritana. La città di
"Turris Lybisonis", unica colonia di cittadini romani della provincia "Sardinia", era
chiamata "Iulia".
Dal periodo romano a quello medievale Porto Torres ha un passato glorioso che
riemerge attraverso i siti archeologici, i monumenti e i musei.
Troviamo complessi archeologici
come le Terme Centrali, dette "Palazzo
di Re Barbaro".
Vicino all'area archeologica troviamo il
museo "Antiquarium Turritano", dove
sono esposti i reperti venuti alla luce
durante gli scavi.
La Basilica di San Gavino, la chiesa romanica
più grande dell'Isola, è stata innalzata su un
santuario di cui fu salvata solo una vecchia
cripta. Essa custodisce tre sarcofagi.
I tre sarcofagi contengono i resti dei santi
Proto, Gianuario e Gavino, martiri
durante il regno di Diocleziano.
Le Terme Maetzke
Il Ponte Romano
La piccola chiesa di San Gavino a Mare (o "di
Balai"), eretta sul luogo dove si narra essere
localizzata la prima sepoltura dei martiri turritani.
Nel percorrere il lungomare Balai, una delle spiagge più caratteristiche di
Porto Torres, si può ammirare la riva circondata da rocce e l’acqua color
smeraldo.
Tergu è un piccolo centro della regione storica dell’Anglona, conosciuto per la presenza della
Chiesa di Nostra Signora di Tergu costruita in stile romanico/pisano agli inizi del 1200. La sua
spettacolarità risiede nell’effetto dato dall’utilizzo di mattoni in trachite rossastri e in candido
calcare.
In prossimità della chiesa si trovano le rovine di un
convento di Benedettini, i quali furono i fautori
della celebrazione del Lunissanti.
Cultura e tradizioni
Il caratteristico borgo medievale di
Osilo è situato all’estremo limite
occidentale dell’Anglona e del
Turritano. Arroccato su una delle
tre cime del monte Tuffudesu,
comprende nel territorio anche le
frazioni di Santa Vittoria e San
Lorenzo.
L’abitato è caratterizzato dalla presenza
del castello Malaspina, costruito alla fine
del XII secolo.
È una corsa a cavallo che unisce abilità equestre e
spettacolo, dove i cavalieri lanciati al galoppo con
il loro cavallo devono infilare uno spadino di
legno in uno dei tre anelli sospesi lungo i cento
metri che costituiscono il percorso della
manifestazione.
L’ artigianato tipico di Osilo è caratterizzato dalla produzione
dell’abbigliamento tradizionale femminile fra i più apprezzati
dell’Isola. Il costume, riccamente adornato e ricamato, ha subito
varie trasformazioni nel corso dei secoli. Merita una particolare
attenzione quello utilizzato per le cerimonie più importanti come
il matrimonio. Nella sua versione definitiva è composto da una
gonna di velluto di seta rosso con motivi floreali e decorativi
ricamati con lamine d’oro e da un copricapo, denominato “sa
capitta”, di forma semicircolare che arriva fino alla vita con il
medesimo ricamo floreale.
D o l c e t r a d i z i o n a l e c o mu n e m e n t e ch i a m at o
“Formaggella” fatto col formaggio a pasta semicotta
Pecorino riconosciuto a livello
internazionale, di cui è in via di
definizione il marchio DOP.
la tipica pagnotta di Osilo detto Pane
di “San lorenzo”
Comune della provincia di Sassari, situato
nell'antica regione del Logudoro, fu una delle
dimore fisse dei giudici di Torres Torres tra i
secoli XI e XII. A quel periodo risalgono, infatti, i
principali monumenti.
I sovrani decisero di lasciare Torres a causa delle
continue minacce dei barbareschi: scelsero Ardara
per passarvi gran parte dell'anno.
A loro si deve la costruzione di diverse opere.
STORIA
Il palazzo
della
provincia
Situato nella vasta Piazza
d’Italia costruito a partire
dal 1872
L'insigne	
   Basilica	
   pala.na	
   di	
  
Santa	
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   del	
   Regno,	
  
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   integralmente	
   a	
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dove	
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   celebra.	
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   della	
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  Gunale.	
  	
  
La	
   Basilica	
   	
   venne	
  
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   nel	
   1107,	
  
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   romanico	
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Sardegna,	
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   del	
   Regno	
   di	
  
Torres	
   e	
   residenza	
   del	
  
vescovo	
  di	
  Bisarcio.	
  	
  
L’Isola dell’Asinara, posizionata nella parte occidentale del golfo omonimo, ha delle
vicissitudini storiche estremamente singolari ma ha sempre mantenuto inalterato il
proprio fascino naturalistico.
Popolata sin dal IV Millennio a.C., presso l’area di Campu Perdu è possibile visitare
le Domus de Janas, antiche tombe pre-nuragiche scavate nella roccia.
Successivamente, durante la prima e la seconda guerra mondiale, l’isola svolse il
ruolo di campo di prigionia. Finiti i conflitti mondiali l’isola continuò a svolgere il
ruolo di carcere , data la chiusura del lazzaretto. Nel 1885 l’Asinara divenne colonia
penale contro il volere dei cittadini i quali consideravano esagerato concedere tutta
l’isola al carcere. Nel 1970 fu avanzata la prima proposta di far diventare l’isola
Parco Nazionale ma lo divenne soltanto nel 1997.
C e n t o a n n i d i
interdizione, divieti e
vincoli che se da una
parte hanno impedito
ogni velleità, pure
legittima, dall’altra
hanno garantito la più
ferrea salvaguardia e la
conservazione di un
p a t r i m o n i o
n a t u r a l i s t i c o -
ambientale di valore
scientifico inestimabile.
Sul fronte faunistico nell’isola sono presenti
diverse colonie animali, alcune ripopolate
negl’anni , altre sempre presenti come
l’asinello bianco, ormai divenuto simbolo
dell’Asinara.
Nel 2001 l’Asinara fu inclusa nel
“Santuario dei Cetacei”, un
accordo di protezione dei
mammiferi marini firmato da
Francia, Italia e principato di
Monaco.
Per arrivarci ci si può imbarcare a Stintino e Porto Torres, otre che con le
motonavi si può arrivare sull’isola anche con mezzi privati, comunque autorizzati
dal parco. Sulla terraferma ci si sposta con i mezzi pubblici, oppure è possibile
affittare biciclette presso gli scali.
E’ presente infatti
u n o d e i p i ù
importanti esempi
d i R o m a n i c o -
P i s a n o d e l l a
Sardegna.
Sin dal Medioevo è ricca di insediamenti monastici importanti
la Chiesa di "San Pietro delle Immagini" o
de “Su Rughifissu” (del Crocifisso), facente
parte di un complesso Monastico di rilievo
del quale non rimangono che pochissime
tracce.
Tra le rocce immerse nelle
campagne si possono
ammirare gli immensi
tronchi ( sa linna appedrada)
della Foresta pietrificata.
La foresta risale al Miocene
inferiore, circa venti milioni
di anni fa, quando, durante
un'eruzione vulcanica le
foreste si inabissarono nei
laghi circostanti.
Il meraviglioso borgo di Castelsardo fondato dalla famiglia genovese dei
Doria nel 1102, sorge su di un promontorio trachitico che venne
fortificato e reso inespugnabile, noto col nome di Castel Genovese. Qui
vi dimorò anche la famosa Eleonora d’Arborea giudicessa del giudicato
di Torres e moglie di Brancaleone III Doria, nota per aver promulgato
la “Carta de Logu” un codice di leggi scritto in lingua sarda.
Nel 1448, dopo circa dieci anni di assedio, venne conquistata dagli
Aragonesi e da quel momento la fortezza mutò il nome in Castel
Aragonese, ottenendo il titolo di “Città Regia” insieme ad altre sei città
sarde.
STORIA
Nel 1502 diviene sede vescovile e per questo
motivo vennero iniziati i lavori di costruzione della
Cattedrale dedicata a Sant’Antonio Abate.
Il periodo di dominio spagnolo fu
caratterizzato da continue incursioni
da parte di saraceni, ottomani e turchi,
che spinse, nel 1625 ad effettuare
lavori di restauro dell’intera cinta
muraria, assumendo la forma che
attualmente si può vedere.
Nel 1720 ha inizio il periodo sabaudo, periodo durante il quale vennero istituite le scuole, il
primo ufficio postale e migliorate le vie di comunicazione stradali, come quella che
conduceva a Sassari. Finalmente nel 1769, grazie ad una petizione da parte della popolazione
di Castel Aragonese, venne accordato il cambiamento del nome in Castelsardo.
Tra i monumenti civili più importanti
ricordiamo il palazzo di Nicolò Doria,
che conserva nella sua facciata l’antica
meridiana e la Loggia, sede della
dogana e dei magazzini per il deposito
delle merci, oggi palazzo comunale.
Attualmente la fortezza ospita una
mostra etnografica dedicata
all’intreccio mediterraneo.
Segnaliamo tra gli edifici sacri, l’antica
chiesa romanica di Santa Maria delle
Grazie, la più antica del borgo, sede della
confraternita Santa Croce e custode di uno
dei crocifissi lignei più antichi dell’isola,
denominato “Lu Criltu Nieddu”.
La	
  CaBedrale	
  di	
  Sant’Antonio	
  Abate,	
  patrono	
  
della	
  ciBà,	
  accoglie	
  al	
  suo	
  interno	
  le	
  preziose	
  
tavole	
   del	
   Maestro	
   di	
   Castelsardo,	
   vissuto	
  
tra	
  1400	
  e	
  gli	
  inizi	
  del	
  1500	
  e	
  l’organo	
  ligneo	
  
decorato	
   in	
   oro	
   zecchino	
   risalente	
   al	
   1760.	
  
All’esterno	
  è	
  possibile	
  ammirare	
  il	
  campanile	
  
con	
   la	
   cupola	
   in	
   	
   maioliche	
   di	
   periodo	
  
spagnolo.
U n ’ a l t r a t a p p a
immancabile è la
f a m o s a R o c c i a
dell’Elefante, antica
domus de janas che
t e s t i m o n i a l a
frequentazione pre-
nuragica nel territorio,
la cui forma singolare è
data dall’erosione del
tempo. Al suo interno
è possibile ammirare
d e c o r a z i o n i i n
b a s s o r i l i e v o c h e
rappresentano divinità
maschili.
L’artigianato di Castelsardo è noto in
tutto il mondo per la particolarità
della lavorazione della palma nana,
con le cui foglie si realizzano
bellissimi cestini.
Ancora oggi è possibile trovare, passeggiando
per gli antichi vicoli del borgo, angoli
caratteristici dove le donne del paese
realizzano questi preziosi manufatti con una
perizia ammirevole. Numerosi sono i negozi
di artigianato, tra i più grandi e forniti
dell’isola.
Tra le diverse tradizioni della città, spiccano per
suggestione ed importanza quelle legate alla
Settimana Santa. Il “lunissanti” (lunedì che
precede la pasqua), in particolare, è la più antica
sacra rappresentazione della Passione di Cristo
in Sardegna. Chiunque l’abbia vissuta da vicino è
stato testimone di un evento unico al mondo,
capace di rievocare un autentico clima
medievale.
LE SPECIALITÀ DEL BORGO SONO A BASE DI PESCE, IN
PARTICOLARE CROSTACEI E LA PRELIBATA ARAGOSTA
Aragosta alla castellanese
Trigle di scoglio e di sabbia
Zuppa alla castellanese
Condimento tipico castellanese per pasta e legumi, si prepara mescolando la panna in un
tegame e aggiungendo farina a pioggia quando arriva ad ebollizione. Quando il composto
diventa consistente, viene aggiunto un bicchiere d’acqua salata e si continua a mescolare finchè
inizia a fare la crosticina. Può venir consumato anche da solo con l’aggiunta di miele. La parte
che rimane attaccata alla pentola, “lu razzicu”, per molti è considerata la parte più buona.
La città sorge su un tavolato calcareo declinante a nord-ovest verso il
Golfo dell'Asinara e la pianura della Nurra. Il territorio è
caratterizzato da valli e gole che incidono profondamente l'altopiano
su cui è adagiata la città. Riguardo alle origini storiche si sa per certo
che intorno al Mille i giudici di Torres iniziarono a soggiornarvi e
che la rafforzarono con un castello, il Castrum Sassaris o Saxi. Nel
corso del medioevo in seguito alle incursioni barbariche la
popolazione andò aumentando poiche’ gli abitanti di Turris e delle
zone costiere furono costretti a spingersi verso l’interno, fino a che
Sassari divenne, agli inizi del XIII secolo, la città più popolosa del
Giudicato di Torres. A metà del XIV secolo si sottomise agli
Aragonesi. Dopo un breve periodo di dominazione austriaca, passò
ai Savoia nel 1720 insieme al resto dell'isola. Nell’ 800 la storia di
Sassari è caratterizzata dagli scontri tra conservatori e democratici e
da allora comincia a formarsi la sua fama di città repubblicana che la
accompagna sino agli inizi del ‘900. Dal punto di vista urbanistico già
all’inizio del XIII secolo era chiusa da una cinta di muraglie con
quattro porte di uscita. Il centro storico è un intrecciarsi di vicoli,
vicoletti, importanti rioni, strade strette che intersecano le arterie
principali. Il centro della citta’ è caratterizzato dalla presenza di
numerose chiese e edifici, musei e monumenti di interesse storico.
STORIA
Il palazzo della provincia situato nella vasta Piazza
d’Italia costruito a partire dal 1872
Palazzo di Citta’ realizzato tra il 1826-1829 in stile
neoclassico, che ospita il teatro civico edificato nel 1830
Palazzo	
  Ducale	
  ereBo	
  nel	
  1775	
  
i resti del Castello Aragonese costruito
dagli aragonesi nel 1300
il museo nazionale G.A. Sanna istituito
nel 1878
La chiesa del Duomo sorge nella piazza
omonima, dedicata a San Nicola di Bari.
L’ edificio presenta una parte costruita nel
XIII Sec. In stile romanico, l’interno in stile
gotico- catalano e la facciata, interamente
rifatta nel XVII Sec. In stile barocco
coloniale spagnolo.
La chiesa di Santa Caterina
edificata dai Gesuiti tra il 1580 e i
1607.
Santa Maria in Betlem edificio in stile
gotico risalente all’ultimo quarto del
XIII Secolo con facciata duecentesca.
Tra i monumenti storici piu’
importanti della citta’ spicca la
duecentesca Fontana di Rosello.
Una meravigliosa testimonianza della cultura preistorica è rappresentata dal complesso
megalitico di Monte d’Accoddi, costituito da un altare un villaggio e una necropoli. L’altare
unico in Sardegna presenta analogie con le ziggurat della Mesopotamia del III millennio.
Tempio a gradoni, costruito con grandi blocchi, ha forma tronco-piramidale ed è preceduto da
una rampa. Nell’area si celebravano riti legati alla fertilita’.
Un esempio di archeologia industriale e mineraria è rappresentato dal villaggio e dalle miniere
dell’Argentiera frequentato e sfruttato sin dal periodo dei fenici.
La penultima domenica di maggio si tiene una
delle maggiori feste folcloriche dell'isola: la
Cavalcata Sarda, sfilata dei numerosi costumi
tradizionali sardi, con balli, canti e degustazione
di prodotti tipici.
La festa più sentita dai Sassaresi è quella dei
Candelieri (patrimonio dell’Unesco) che si svolge il
14 agosto. Qui i rappresentanti degli otto gremi che
rappresentano le antiche arti e i mestieri della citta’
rinnovano il voto fatto dalla città alla Madonna, al
cessare di una feroce pestilenza, portando a braccia
pesanti candelieri di legno dalla Chiesa del Rosario a
quella di Santa Maria in Betlem.
E’ il più tradizionale tra i piatti della cucina sassarese.
Esistono diverse ricette che contraddistinguono questo piatto: La ciogga, Ciogga Minuta,
Lumache, lumaconi e monzette.
La “Ciogga Minuddda”, il più semplice nella sua preparazione in quanto le lumachine vengono
bollite e servite con peperoncino, olio, aglio e prezzemolo.
Da questo piatto ha origine la manifestazione “Ciogghitta d’Oro” gara di “succiaddura di ciogga
minudda” ossia il mollusco viene succhiato praticando un piccolo foro sulla cima del guscio, per
lasciar passare l'aria e permettere una vigorosa aspirazione. Si aggiudica il titolo chi riesce a
mangiare il maggior numero di lumachine.
Una variante molto conosciuta è la ricetta di fave bollite
servite con un soffritto di olio, aglio, peperoncino e
prezzemolo.
La favata è un’altra ricetta caratteristica di
Sassari che viene preparata con cavoli verza e
insaporita da cotechino, lardo e salsiccia locale.
Piatto caratteristico della città sono le interiora di vitello arrosto.
U n a v a r i a n t e è
r a p p re s e n t at a d a l l a
cordula, dove gli organi
del vitello vengono
arrotolati nelle interiora e
il tutto viene arrostito alla
brace.
La ricetta più diffusa è l'anguilla
arrosto, cotta sulla brace dopo averla
marinata, o più semplicemente
condita con un filo d'olio a fine
cottura. 
La melenzana viene tagliata in due e praticate una serie d’incisioni a scacchi nella polpa,
condita con aglio, prezzemolo, olio, sale e peperoncino rosso secco;
Sistemate su una teglia, vengono infornate alla temperatura massima per circa mezz'ora. 
E s i s t e a n c h e u n a
dissacrante canzone
tradizionale sassarese che
ne decanta la bontà “La
mirinzana in forru”.
Sono proprie della città “le frittelle lunghe”, lunghi cordoni di pasta
fritta insaporita da anice e scorza d’arancia, preparate principalmente
durante il periodo carnevalesco.
L’etimologia del nome Alghero deriva dalla presenza delle
alghe (posidonia oceanica) e tuttora viene chiamata così nel
dialetto locale. La cittadina è stata fondata dai Doria nel
1102 divenendo un’importante piazzaforte del nord
Sardegna, con la conquista aragonese nel 1355 vennero
portati nuclei di coloni catalani che donarono sembianze
gotico-catalane all’intera architettura della città. I
conquistatori dedicarono un costante impegno economico
alle fortificazioni costruendo lunghe mura, possenti torri e
bastioni ancora oggi ben conservate grazie ai percorsi in
ciottolato dai quali è possibile ammirare l’intero golfo,
dominato dalla sagoma imponente di Capo Caccia. Alla
fine del dominio aragonese durato oltre 300 anni, il
catalano continuò ad essere parlato, infatti la città ha
conservato l’uso della lingua catalana. Alghero rappresenta
una meta turistica di grande richiamo grazie alla sua antica
storia, alle bellezza naturali e paesaggistiche, che fanno
della città uno dei centri di maggior richiamo turistico per
l’intera isola.
STORIA
Il complesso nuragico di Palmavera (XV- VIII secolo a. C) composto da
due torri portato alla principali attorno alle quali si sviluppa il villaggio
interamente realizzato in pietra calcarea e arenaria, costituisce
un’importante attrattiva per gli appassionati di archeologia.
La Settimana Santa ad Alghero è curata dalla confraternita della Misericordia custode nella sua
chiesa del prezioso Sancristus, la statua lignea del Cristo, snodabile, che si dice essere giunta in
condizioni miracolose e anticamente utilizzata nel Venerdì Santo. Questi riti, di origine
spagnola, ogni anno coinvolgono e attraggono un gran numero di cittadini e stranieri.
Un elemento caratteristico del litorale algherese è dato dalle falesie, le scogliere a
strapiombo che dominano il paesaggio, il tratto più conosciuto è quello
rappresentato dal promontorio di Capo Caccia, che si allunga all’orizzonte
davanti alla città.
La lunghezza delle Grotte di Nettuno è stimata approssimativamente intorno ai 4 km, ma
solo alcune centinaia di metri sono visitabili dal pubblico. All'interno è finemente ricamata
da incantevoli stalattiti e stalagmiti e dal lago “Lamarmora” di circa 120 metri di lunghezza,
il cui livello è lo stesso di quello del mare.
Le Spiagge di Alghero
Maria Pia
Porto Ferro
Mugoni
Antipasto a base di crostacei, acciughe, uova sode e frutti
di mare, o la bottarga (la famosa salsa di uova di muggine),
ottima se spalmata su croccanti crostini di pane
abbrustolito.
Sono fatti semplicemente con la polpa dei ricci freschi
Viene bollita e servita in tavola con sale, pepe e olio
d'oliva. Dopo aver tagliato a dadi una parte della
polpa dell'aragosta, quest'ultima viene tritata e
mescolata insieme alla salsa marroncina ricavata
dalla testa. Con l'aggiunta di un pizzico di sale,
pepe e il succo di due limoni si otterrà, infine, una
salsina deliziosa da versare sull'aragosta stessa.
Lessata e accompagnata da una salsetta a base di pomodoro,
prezzemolo e aglio.
Una sorta di zuppa fatta con fave, cavolfiori, salsicce,
pancetta tritata, piedini di maiale, sedano, carote, cipolla,
aglio, pomodori secchi e finocchietto selvatico. 
Fatta con pesci freschi di diverse specie. E' fantastica, grazie
anche al gusto particolare di alcune spezie come il
peperoncino rosso.
Cotte al forno con aglio, prezzemolo e olio d'oliva e
gustate in tavola insieme a delle ottime “pumatas
camona”, pomodori freschi della campagna algherese.
Particolari biscotti fatti con uva sultanina, mandorle e noci. 
Le tipiche focaccine fritte ripiene di formaggio
morbido dolce e servite in tavola con miele, zucchero
o con una leggera melassa di fichi e fichidindia. 
Propriamente i "biscotti che si mangiano
in bianco". In passato, infatti, tale
specialità era quasi esclusivamente un
dolce dei poveri, visti e considerati i
pochi e non costosi ingredienti che
bisogna utilizzare per poterli cucinare.
I vini più rinomati e conosciuti, a livello nazionale e internazionale, che provengono dalla
provincia di Sassari sono quelli Algheresi delle Cantine Sella&Mosca che oggi fa parte del
Gruppo Campari.
Il Torbato, vino storico della provincia di Alghero è il simbolo dell’impegno della
Sella&Mosca sul territorio.
Dalle uve di Torbato, vinificate in Sardegna da Sella&Mosca, nascono 4 vini:
TORBATO, leggero e fresco, il compagno ideale di un aperitivo
informale o dei piatti leggeri della cucina mediterranea.
TERRE BIANCHE, fruttato e deciso, si sposa con 
grande naturalezza alla cucina di mare.
TERRE BIANCHE CUVEE 161, la massima espressione aziendale del Torbato,
corposo e sapido, strutturato e complesso, è insostituibile
nell’abbinamento con i meravigliosi crostacei del mare della Sardegna.
TORBATO BRUT, vino spumante a fermentazione naturale metodo “cuve close”, 
la versione in “bollicina” del Torbato, perfetta per accompagnare il momento dell’aperitivo.
Cala reale (Vermentino) - Da abbinare alla migliore gastronomia di mare. 
Marchese di Villamarina (Rosso) - Premiato per 14 volte con i TRE
BICCHIERI del Gambero Rosso, Consigliato con carni rosse arrosto o in umido e
selvaggina.
Tanca Farrà (Rosso) - 2 Bicchieri rossi del Gambero Rosso, ideale accostamento ad
arrosti, carni rosse, cacciagione ed impegnati intingoli di tutte le tradizioni culinarie. 
A fine pasto si accompagna a tanti formaggi, prediligendo quelli a pasta dura ed a
moderata stagionatura. 
Le Arenarie (Filu e ferru - Grappa) - Si beve in accompagnamento a minestre,
soprattutto creme e vellutate, zuppe di cipolla, a soufflé e sformati di verdura 
e ad elaborati piatti di pesce. 
Canonau (Rosso) - Si abbina alle carni rosse, arrosto ed in umido, selvaggina e
formaggi forti.
Canonau riserva (Rosso) - Esalta ogni pietanza di carni rosse ed è al meglio
quando accompagna la cacciagione.
Bonorva è situato nella regione storica del
Logudoro e nella sub-regione del Meilogu. Meta
di grande rilevanza sono gli insediamenti primitivi
e le strutture difensive di età nuragica presenti sul
territorio. L'architettura urbana è tipica dei paesi a
cultura agro-pastorale, con strade strette e con
case con ampi cortili, che in passato potevano
servire per ospitare una parte del bestiame.
Nel paese è ancora molto viva la tradizione della
tessitura con telaio orizzontale: utilizzando la
tecnica "a punta de agu", ossia a ricamo, e si
possono ammirare tappeti e disegni molto raffinati
e particolari. Di sicuro interesse per il visitatore
possono essere: gli affreschi di Sant'Andrea Priu, la
chiesa della Natività di Maria e la fonte
archeologica di Su Lumarzu.
 
STORIA
L e d o m u s d e j a n a s c h e
compongono questa necropoli,
una delle più estese ed importanti
della Sardegna cronologicamente
sono inquadrabili nel neo-
eneolitico, fra IV e III millennio
a.C. Si contano circa una ventina
di sepolture disposte per lo più ad
una certa altezza rispetto al livello
di campagna. Le sepolture sono
costituite da ambienti comunicanti
tra loro, riproducenti sia la
consueta tipologia della casa con
tetto sia tipologie più articolate e
complesse. Tra queste la “tomba
del Capo” così detta per le sue
d i m e n s i o n i , ch e s v i l u p p a
complessivamente 18 ambienti. 
 
Burgos, nella regione storica del
Goceano, risulta oggi distinto in due
parti, quella nelle immediate
vicinanze del castello, che con le sue
strette viuzze ha un aspetto
tipicamente medievale, con case in
mattoni con il tetto a doppio
spiovente, e quella più recente, di
impianto moderno.
Di particolare interesse
storico e strategico è il suo
castello, risalente al 1129,
costruito ad opera del
Giudice di Torres Gonario.
Sono rimaste intatte le
mura, una torre e la fossa
per l'acqua.
A metà strada tra Burgos e Bono si trova
l'area verde della Foresta di Burgos, zona
molto curata e varia di rimboschimento, meta
apprezzata da turisti e abitanti della zona. Tra
le piante spiccano lecci e conifere, querce e
sughere, cedri e qualche castagno isolato.
Qui l'Istituto di Incremento Ippico si occupa
dell'allevamento dell'asinello sardo, dell'asinello
bianco dell'Asinara e del cavallo di razza anglo-
arabo-sarda. Si alleva inoltre il pony sardo,
denominato Giarab, perché nato dall'incrocio
tra fattrici della Giara e stalloni arabi. 
Codrongianos deve la sua fama alla Basilica abbaziale della Santissima Trinità di
Saccargia una delle chiese romanico- pisane più famose della Sardegna. Edificata nel
corso del XII secolo ad opera dei Camadolesi, sorge su un promontorio accanto ai
resti dell'antico monastero camaldolese.
Si presenta al visitatore come uno straordinario
monumento in cui si fondono varianti cromatiche e
stili architettonici diversi. Sono in essa armonizzati,
oltre a quelli evidenti toscani, elementi lombardi,
motivi bizantini derivati dalla Calabria e altri islamici di
mediazione siciliana
La chiesa che oggi possiamo ammirare ha anche
subito numerosi restauri, che ne hanno in parte
modificato l'originaria fisionomia, ciononostante la
Basilica di Saccargia conserva intatti il suo fascino e
la sua importanza nella storia e nella cultura della
Sardegna.
  L’antico borgo di Sedini si trova in una zona collinare al centro dell’Anglona. Nel
centro abitato si trova una meravigliosa Domus de Janas, costituita da un insieme di
tombe scavate nella roccia risalenti al neolitico. Nei secoli ha subito varie trasformazioni:
tomba, prigione, abitazione e attualmente è impiegata come Museo delle tradizioni
etnografiche dell’Anglona.
Merita di essere visitato il centro storico tipicamente medievale e la valle
del Silanis, che prende il nome dal Rio che vi scorre, con i vecchi mulini, i
monasteri medievali, le chiese e le cascatelle incastonate nelle rocce a
strapiombo.
San Nicola di Silanis, piccolo gioiello
d'architettura romanica del XII sec.
Santa Barbara costruita su un
precedente insediamento punico.
Il monastero di San Pancrazio (XII sec.), del quale resta intatta l'antica
aula del fuoco, raro esempio di grangia fortificata dei monaci
Templari, sita in prossimità di una strada medievale di pellegrinaggio.
Il paese di Siligo è situato nel cuore del Meilogu, luogo noto per i bellissimi paesaggi, le tante
formazioni geologiche, uniche nel loro genere e le grandi cattedrali romaniche. Questo
territorio conserva anche uno degli esempi più antichi di architettura religiosa altomedievale in
Sardegna: la chiesa Nostra Signora di Mesumundu.
Il comune di Siligo è famoso per aver dato i natali ad alcuni personaggi noti a livello
nazionale come Maria Carta, straordinaria interprete e custode delle tradizioni
canore della sua terra, che qui nacque e trascorse parte della sua esistenza. Di
particolare interesse è il museo a lei dedicato. Il centro del paese offre anche la
possibilità di visitare i luoghi che videro l’ambientazione letteraria del famoso
romanzo autobiografico di Gavino Ledda, “Padre padrone”.
Nulvi è un piccolo paese di origine medievale situato nell’Anglona, caratterizzato da
un centro storico piuttosto esteso con stretti vicoli e piccoli edifici addossati tra loro.
E’ un territorio collinare ricco di pascoli campi coltivati e boschi di querce. Nelle
campagne circostanti sono localizzati quasi 100 nuraghi alcuni inesplorati e da
scoprire.
Il 14 agosto di ogni anno
a Nulvi, si svolge una
delle manifestazioni civili
e religiose più rilevanti
del territorio, “Sa essida
de sos Candhaleris”. La
tradizione dei candelieri
affonda le sue radici nel
medioevo, tre simulacri
sfilano nelle vie del
centro storico fino alla
chiesa principale per
onorare la Beata Vergine
Assunta.
Ogni candeliere ha un peso di
9 quintali e un’altezza di 7-8
metri, viene trasportato a
spalla da almeno 20 persone.
Sono Realizzati con materiali
poveri, come legno, canne e
cartapesta, modellati per dare
spazio a immagini sacre e
decorazioni preziose su fondi
colorati. Ogni simulacro è
caratterizzato da un colore:
“Giallo” per il gremio degli
agricoltori, “Azzurro” per il
gremio degli artigiani e “il
Verde” per quello dei pastori.
Pozzomaggiore è situato nella suggestiva regione
del Logudoro – Mejlogu.
Si caratterizza per la suggestiva manifestazione nota come l'Ardia, dove abilità
equestri e orgogliosa esposizione di selezionati cavalli, testimoniano un mondo
di religiosità e tradizione straordinariamente autentiche. L’intento è quello di
compiere tre giri in senso orario e tre giri in senso antiorario intorno alla
chiesa di San Costantino.
I cavalieri sono divisi in due gruppi che rappresentano rispettivamente il bene e il
male; il capo corsa, vestito con una camicia rossa e un copricapo a forma di
corona, rappresenta simbolicamente l’imperatore Costantino, difensore della
cristianità, ed è consuetudine che vinca. Principale caratteristica della sagra è la
rievocazione della battaglia vinta da Costantino il Grande nel 312 a Ponte Milvio
contro le truppe di Massenzio.
Centro agricolo del territorio del Meilogu, dalle antiche origini preistoriche, Torralba si
trova in una zona collinare circondata da vallate in una delle quali sorge la chiesa
parrocchiale di San Pietro Apostolo. Il territorio è ricco di sorgenti e torrenti.
Il periodo di maggiore importanza per Torralba è stato sicuramente quello nuragico,
infatti nel suo territorio troviamo circa 30 nuraghi e una decina di tombe dei giganti.
Queste testimonianze archeologiche hanno finito per dare a questo luogo la
denominazione di "Valle dei Nuraghi", tra i quali spicca la Reggia Nuragica di Santu
Antine, il secondo complesso nuragico di tutta la Sardegna dopo quello di Barumini.
Il litorale di Valledoria comprende circa una ventina di chilometri di spiagge, la cui bellezza
non ha niente da invidiare alle famose spiagge delle isole caraibiche. La costa è compresa in
un lungo tratto che inizia con le scogliere di Castelsardo e finisce all’altezza di Isola Rossa
incorniciata da imponenti gruppi di rocce granitiche dai colori cangianti. Le spiagge di
Valledoria sono ampiamente conosciute dai turisti di tutto il mondo, e quindi
particolarmente affollate, ma si possono trovare anche alcuni tratti che presentano ancora
oggi un paesaggio assolutamente immacolato e selvaggio, l’ideale per chi è alla ricerca di
tranquillità e relax.
Interessante anche la foce del fiume Coghinas, che in vista del mare si apre in un bacino ricco
di attrattive naturali. Le sue sponde presentano una vegetazione praticamente continua fatta
soprattutto da canneti che via via vengono sostituiti da splendidi tamerici. Durante il periodo
estivo si può assistere ad uno spettacolo unico ed estremamente suggestivo, infatti in questi
momenti si ha la fortuna di poter osservare quasi tutte le specie di uccelli che vivono in questo
fiume, esaltato dalla splendida cornice fatta dei colori tipici del sole .
Pattada è un piccolo centro immerso nelle bellezze naturalistiche dell’antico
territorio del Logudoro. Paese di montagna possiede un particolare centro storico
con vicoli lastricati o in ciottolato che regalano affascinanti angolature.
Caratteristiche sono le abitazioni in granito con elementi architettonici a vista.
Oltre agli edifici in pietra si segnalano piccoli palazzi di stile neoclassico con
signorili facciate e preziosi elementi ornamentali e alcune particolari costruzioni in
stile liberty.
Pattada conserva con orgoglio il culto di antiche tradizioni artigianali: le stesse
che hanno contribuito a renderne celebre il nome in tutto il mondo grazie
alle sue Resolzas, ovvero i meravigliosi coltelli artigianali a serramanico
caratterizzati da lame in acciaio di ottima fattura e manici di corna di muflone
finemente decorato. Questi piccoli capolavori dell’artigianato locale si
possono ammirare nel museo del coltello.
Situata nella regione del
Logudoro, vanta una storia
millenaria tra le più interessanti
d e l l a S a r d e g n a , l e g a t a
all’insediamento del neolitico
che ha dato vita ad una civiltà
considerata una delle più
importanti del periodo nel
Mediterraneo.
Denominata cultura di Ozieri o San
Michele, prende il nome dalle grotte
dove sono state rinvenute ceramiche
finemente decorate
La cittadina dal punto di vista
urbanistico e architettonico è
c a r a t t e r i z z a t a d a u n a
disposizione ad anfiteatro che
consente di godere di bellissimi
panorami coronati da boschi e
folta vegetazione e da un
insieme di ripide strade
gradonate, arricchite da
pavimentazioni che si aprono in
numerosi slarghi e piazzette.	
  
Prevalgono i palazzetti a quattro o
cinque piani dal gusto neoclassico,
con qualche elegante edificio in stile
decò e alcune abitazioni di epoca
gotico-catalana.
Tra gli edifici religiosi presenti nella
cittadina, spicca la basilica romanica di
Bisarcio una delle più grandi della
Sardegna. Fu cattedrale dell'omonima
diocesi dall'XI al XVI secolo.. La basilica
presenta un interno affrescato che
conserva la famosa opera del Maestro di
Ozieri.
Si può inoltre,
ammirare l'altare
di S.Andrea e
q u e l l o d e l
S a n t i s s i m o
Sacramento la
c u i t e l a
r a p p r e s e n t a
l'Ultima Cena.
L a p i a n t a è
trinavata con
abside e la navata
c e n t r a l e h a
copertura lignea;
mentre quelle
laterali sono
v o l t a t e a
crociera.
Formaggio vaccino tipo la
“Greviere” piemontese, da
cui prende il nome. 
Tipo di pasta condita con sugo di
lepre o cinghiale, fave e lardo, le fave
con joddu (yogurt), su tattaliu
(corattella), e la carne arrosto di
porcetto e agnello.
I vini 

sono prodotti con vitigni tipici
coltivati in collina e vengono
consumati nelle cantine e
nelle sedi dei gremi nelle
strette e caratteristiche vie del
centro.
Ora si sta cercando di
valorizzare gli antichi vitigni
autoctoni ed in particolare
"Alvarega", "Redagliadu" e
"Muristellu". Tra le cantine
più importanti ricordiamo
“Nobile Tola”.
La Spianata di Ozieri

Pane antichissimo, consumato in
antichità da contadini e pastori,
oggi viene confezionato nei
panifici moderni con acqua, sale,
lievito e semolato di grano. 
È adatto ad accompagnare
zuppe, minestre, insalate, carni,
latte o yogurt. 
Pratico per veloci spuntini, come
“puppias” (bamboline di
salsiccia o formaggio), è
largamente usato a modo di
tagliere per la carne arrosto. Può
rappresentare un’ottima base per
piatti tradizionali e rivisitati.
Deliziosi bon bon di pasta di mandorle, miele, limone,
ricoperti di glassa fine ed avvolti in carta colorata.
Barchette ripiene di leggero pan di spagna e mandorle,
ricoperto da glassa bianchissima. 
Molti altri dolci della tradizione sarda possono essere degustati a Ozieri,
riscoprendo antichi e genuini sapori: casadinas, teliccas, papassinos, seadas,
origliettas, cattas e biscotti "savoiardi".
Sport e tempo libero
Cap d'Any di Alghero ricco di
concerti nelle piazze e dei spettacoli
pirotecnici
Il capodanno castellanese che da
oltre 10 anni attira numerose persone
da tutta la Sardegna e non solo
Famose Band e Cantanti animano
Alghero e Castelsardo
Evento sportivo di fama mondiale è il
Rally del Corallo nella splendida cornice
dell'algherese
Nei pressi della foce del Coghinas è possibile fare la
discesa in kayak immersi nella natura dell'omonimo
fiume 
Storiche e
splendide regate a
vela latina nel
Golfo dell'Asinara
Free climbing a stretto contatto con la
natura e l'avventura
Ammirare i nostri paesaggi è uno spettacolo
più unico che raro
Escursioni montane e costiere a
cavallo
Gustose pietanze tradizionali si
presentano nelle numerose Sagre
locali; spiccano i piatti a base di
carne di pecora, cinghiale e
maialetto
Ricche pietanze a base di ortaggi, legumi e il
famoso carciofo sardo spinoso
Una menzione speciale meritano le ciliegie
di Bonnanaro famose in tutta l'isola
La Sagra del Bogamarì (riccio di mare) ad
Alghero in primavera 
Grandi eventi enologici in quasi tutto il nord
Sardegna, tra i quali merita menzione “Ajò a
ippuntare” ad Usini
Tra i vitigni autoctoni DOC
ricordiamo il rosso Cannonau
e il bianco Vermentino
Il Nord- Ovest Sardegna offre numerosi e
confortevoli centri di benessere immersi
nella natura 
Le acque sulfuree di Benettutti sgorgano sulle
antiche terme di epoca romana e sfruttano l'acqua
dalle numerose sorgenti
Terme di Casteldoria
situate sotto i ruderi
dell'antica dimora dei
Doria
Realizzato dal gruppo del corso
ISOGEA: 

“Tecnico per la progettazione, definizione
e promozione di piani di sviluppo
turistico e promozione del territorio”. 

Con la supervisione del
Sig. Vittorio Spano 
Presidente Pro loco di Castelsardo
A cura dei corsisti:

Luca Unali
Rosella Serra
Manuela Cavaglieri
Antonella Luccia
Marianna Solinas
Piera Passaghe
Alessandro Cossu
Anna Giavesu
Sergio Pisano
Cristian Bianco
Carlo Sini
Antonello Mela
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Presentazione della Provincia di Sassari all'EXPO SARDEGNA sulle NAVI DA CROCIERA

  • 1.
  • 2. Stintino è una delle mete favorite dal turismo grazie alle sue meravigliose spiagge E’ una delle spiagge più belle della Sardegna e d’Italia. È situata ai piedi di Capo Falcone, di fronte all’isola Piana e all’Asinara. A nord è delimitata da un’imponente torre aragonese, costruzione seicentesca che domina il litorale. Le caratteristiche che la rendono unica, tanto da fare invidia a una spiaggia tropicale, sono la finissima sabbia bianca, il mare limpido e i fondali suggestivi.
  • 3. E’ un litorale sabbioso ed è circondato dalla macchia mediterranea. La spiaggia è formata da ciottoli per lo più della grandezza di un piccolo fagiolo. Si tratta di una spiaggia di sabbia chiara mista a sassolini candidi, affacciata su un bel mare trasparente e dalle cangianti tonalità dell'azzurro. È circondata da suggestive formazioni di dune ricoperte di vegetazione ed in generale è immersa in un contesto naturalistico dall'indubbio fascino selvaggio e solitario. Altre spiagge che meritano di essere nominate sono: la Pazzona, la spiaggia Tamerici, Cala Coscia e Cala Lupo, Punta Negra. In questo tratto di costa il mare alterna colori meravigliosi dettati dalle differenze dei fondali, le spiagge sono caratterizzate da sabbia bianchissima.
  • 4. LE SPECIALITÀ DEL BORGO SONO A BASE DI PESCE, IN PARTICOLARE CROSTACEI E LA PRELIBATA ARAGOSTA Polpo in agliata Polpo alla Stintinese Zuppa di patate ed aragosta
  • 5. Dolce di ricotta che si usa nel periodo pasquale. È un parente stretto delle più famose seadas, da cui differisce per pochi ingredienti. La pasta viene preparata con la semola di grano duro, sale, zucchero e strutto. Il ripieno è costituito da ricotta sarda, buccia d'arancia, uva passa, zucchero, cannella e vanillina.
  • 6.
  • 7. Sin dall’antichità svolge per il nord Sardegna un ruolo di primaria importanza nel settore dei trasporti marittimi e degli scambi commerciali. La cittadina è situata all'interno del Golfo dell'Asinara.
  • 8. La presenza umana nel territorio risale all'epoca preistorica, come testimoniano alcuni villaggi e i numerosi nuraghi necropoli presenti nell’area turritana. La città di "Turris Lybisonis", unica colonia di cittadini romani della provincia "Sardinia", era chiamata "Iulia". Dal periodo romano a quello medievale Porto Torres ha un passato glorioso che riemerge attraverso i siti archeologici, i monumenti e i musei. Troviamo complessi archeologici come le Terme Centrali, dette "Palazzo di Re Barbaro". Vicino all'area archeologica troviamo il museo "Antiquarium Turritano", dove sono esposti i reperti venuti alla luce durante gli scavi.
  • 9. La Basilica di San Gavino, la chiesa romanica più grande dell'Isola, è stata innalzata su un santuario di cui fu salvata solo una vecchia cripta. Essa custodisce tre sarcofagi. I tre sarcofagi contengono i resti dei santi Proto, Gianuario e Gavino, martiri durante il regno di Diocleziano. Le Terme Maetzke Il Ponte Romano La piccola chiesa di San Gavino a Mare (o "di Balai"), eretta sul luogo dove si narra essere localizzata la prima sepoltura dei martiri turritani.
  • 10. Nel percorrere il lungomare Balai, una delle spiagge più caratteristiche di Porto Torres, si può ammirare la riva circondata da rocce e l’acqua color smeraldo.
  • 11.
  • 12. Tergu è un piccolo centro della regione storica dell’Anglona, conosciuto per la presenza della Chiesa di Nostra Signora di Tergu costruita in stile romanico/pisano agli inizi del 1200. La sua spettacolarità risiede nell’effetto dato dall’utilizzo di mattoni in trachite rossastri e in candido calcare.
  • 13. In prossimità della chiesa si trovano le rovine di un convento di Benedettini, i quali furono i fautori della celebrazione del Lunissanti.
  • 15. Il caratteristico borgo medievale di Osilo è situato all’estremo limite occidentale dell’Anglona e del Turritano. Arroccato su una delle tre cime del monte Tuffudesu, comprende nel territorio anche le frazioni di Santa Vittoria e San Lorenzo. L’abitato è caratterizzato dalla presenza del castello Malaspina, costruito alla fine del XII secolo.
  • 16. È una corsa a cavallo che unisce abilità equestre e spettacolo, dove i cavalieri lanciati al galoppo con il loro cavallo devono infilare uno spadino di legno in uno dei tre anelli sospesi lungo i cento metri che costituiscono il percorso della manifestazione. L’ artigianato tipico di Osilo è caratterizzato dalla produzione dell’abbigliamento tradizionale femminile fra i più apprezzati dell’Isola. Il costume, riccamente adornato e ricamato, ha subito varie trasformazioni nel corso dei secoli. Merita una particolare attenzione quello utilizzato per le cerimonie più importanti come il matrimonio. Nella sua versione definitiva è composto da una gonna di velluto di seta rosso con motivi floreali e decorativi ricamati con lamine d’oro e da un copricapo, denominato “sa capitta”, di forma semicircolare che arriva fino alla vita con il medesimo ricamo floreale.
  • 17.
  • 18. D o l c e t r a d i z i o n a l e c o mu n e m e n t e ch i a m at o “Formaggella” fatto col formaggio a pasta semicotta Pecorino riconosciuto a livello internazionale, di cui è in via di definizione il marchio DOP. la tipica pagnotta di Osilo detto Pane di “San lorenzo”
  • 19.
  • 20. Comune della provincia di Sassari, situato nell'antica regione del Logudoro, fu una delle dimore fisse dei giudici di Torres Torres tra i secoli XI e XII. A quel periodo risalgono, infatti, i principali monumenti. I sovrani decisero di lasciare Torres a causa delle continue minacce dei barbareschi: scelsero Ardara per passarvi gran parte dell'anno. A loro si deve la costruzione di diverse opere. STORIA
  • 21. Il palazzo della provincia Situato nella vasta Piazza d’Italia costruito a partire dal 1872
  • 22. L'insigne   Basilica   pala.na   di   Santa   Maria   del   Regno,   giunta   integralmente   a   noi,   dove   venivano   celebra.   i   matrimoni,   le   intronizzazioni   e   i   funerali   della   dinas.a   regnante  dei  Lacon  Gunale.     La   Basilica     venne   consacrata   nel   1107,   conserva  i  caraBeri  .pici   del   primo   romanico   in   Sardegna,   fu   la   cappella   pala.na   del   palazzo   giudicale   del   Regno   di   Torres   e   residenza   del   vescovo  di  Bisarcio.    
  • 23.
  • 24. L’Isola dell’Asinara, posizionata nella parte occidentale del golfo omonimo, ha delle vicissitudini storiche estremamente singolari ma ha sempre mantenuto inalterato il proprio fascino naturalistico. Popolata sin dal IV Millennio a.C., presso l’area di Campu Perdu è possibile visitare le Domus de Janas, antiche tombe pre-nuragiche scavate nella roccia.
  • 25. Successivamente, durante la prima e la seconda guerra mondiale, l’isola svolse il ruolo di campo di prigionia. Finiti i conflitti mondiali l’isola continuò a svolgere il ruolo di carcere , data la chiusura del lazzaretto. Nel 1885 l’Asinara divenne colonia penale contro il volere dei cittadini i quali consideravano esagerato concedere tutta l’isola al carcere. Nel 1970 fu avanzata la prima proposta di far diventare l’isola Parco Nazionale ma lo divenne soltanto nel 1997. C e n t o a n n i d i interdizione, divieti e vincoli che se da una parte hanno impedito ogni velleità, pure legittima, dall’altra hanno garantito la più ferrea salvaguardia e la conservazione di un p a t r i m o n i o n a t u r a l i s t i c o - ambientale di valore scientifico inestimabile.
  • 26. Sul fronte faunistico nell’isola sono presenti diverse colonie animali, alcune ripopolate negl’anni , altre sempre presenti come l’asinello bianco, ormai divenuto simbolo dell’Asinara. Nel 2001 l’Asinara fu inclusa nel “Santuario dei Cetacei”, un accordo di protezione dei mammiferi marini firmato da Francia, Italia e principato di Monaco.
  • 27. Per arrivarci ci si può imbarcare a Stintino e Porto Torres, otre che con le motonavi si può arrivare sull’isola anche con mezzi privati, comunque autorizzati dal parco. Sulla terraferma ci si sposta con i mezzi pubblici, oppure è possibile affittare biciclette presso gli scali.
  • 28.
  • 29. E’ presente infatti u n o d e i p i ù importanti esempi d i R o m a n i c o - P i s a n o d e l l a Sardegna. Sin dal Medioevo è ricca di insediamenti monastici importanti la Chiesa di "San Pietro delle Immagini" o de “Su Rughifissu” (del Crocifisso), facente parte di un complesso Monastico di rilievo del quale non rimangono che pochissime tracce.
  • 30. Tra le rocce immerse nelle campagne si possono ammirare gli immensi tronchi ( sa linna appedrada) della Foresta pietrificata. La foresta risale al Miocene inferiore, circa venti milioni di anni fa, quando, durante un'eruzione vulcanica le foreste si inabissarono nei laghi circostanti.
  • 31.
  • 32. Il meraviglioso borgo di Castelsardo fondato dalla famiglia genovese dei Doria nel 1102, sorge su di un promontorio trachitico che venne fortificato e reso inespugnabile, noto col nome di Castel Genovese. Qui vi dimorò anche la famosa Eleonora d’Arborea giudicessa del giudicato di Torres e moglie di Brancaleone III Doria, nota per aver promulgato la “Carta de Logu” un codice di leggi scritto in lingua sarda. Nel 1448, dopo circa dieci anni di assedio, venne conquistata dagli Aragonesi e da quel momento la fortezza mutò il nome in Castel Aragonese, ottenendo il titolo di “Città Regia” insieme ad altre sei città sarde. STORIA
  • 33. Nel 1502 diviene sede vescovile e per questo motivo vennero iniziati i lavori di costruzione della Cattedrale dedicata a Sant’Antonio Abate. Il periodo di dominio spagnolo fu caratterizzato da continue incursioni da parte di saraceni, ottomani e turchi, che spinse, nel 1625 ad effettuare lavori di restauro dell’intera cinta muraria, assumendo la forma che attualmente si può vedere. Nel 1720 ha inizio il periodo sabaudo, periodo durante il quale vennero istituite le scuole, il primo ufficio postale e migliorate le vie di comunicazione stradali, come quella che conduceva a Sassari. Finalmente nel 1769, grazie ad una petizione da parte della popolazione di Castel Aragonese, venne accordato il cambiamento del nome in Castelsardo.
  • 34. Tra i monumenti civili più importanti ricordiamo il palazzo di Nicolò Doria, che conserva nella sua facciata l’antica meridiana e la Loggia, sede della dogana e dei magazzini per il deposito delle merci, oggi palazzo comunale. Attualmente la fortezza ospita una mostra etnografica dedicata all’intreccio mediterraneo.
  • 35. Segnaliamo tra gli edifici sacri, l’antica chiesa romanica di Santa Maria delle Grazie, la più antica del borgo, sede della confraternita Santa Croce e custode di uno dei crocifissi lignei più antichi dell’isola, denominato “Lu Criltu Nieddu”. La  CaBedrale  di  Sant’Antonio  Abate,  patrono   della  ciBà,  accoglie  al  suo  interno  le  preziose   tavole   del   Maestro   di   Castelsardo,   vissuto   tra  1400  e  gli  inizi  del  1500  e  l’organo  ligneo   decorato   in   oro   zecchino   risalente   al   1760.   All’esterno  è  possibile  ammirare  il  campanile   con   la   cupola   in     maioliche   di   periodo   spagnolo.
  • 36. U n ’ a l t r a t a p p a immancabile è la f a m o s a R o c c i a dell’Elefante, antica domus de janas che t e s t i m o n i a l a frequentazione pre- nuragica nel territorio, la cui forma singolare è data dall’erosione del tempo. Al suo interno è possibile ammirare d e c o r a z i o n i i n b a s s o r i l i e v o c h e rappresentano divinità maschili.
  • 37.
  • 38. L’artigianato di Castelsardo è noto in tutto il mondo per la particolarità della lavorazione della palma nana, con le cui foglie si realizzano bellissimi cestini. Ancora oggi è possibile trovare, passeggiando per gli antichi vicoli del borgo, angoli caratteristici dove le donne del paese realizzano questi preziosi manufatti con una perizia ammirevole. Numerosi sono i negozi di artigianato, tra i più grandi e forniti dell’isola.
  • 39. Tra le diverse tradizioni della città, spiccano per suggestione ed importanza quelle legate alla Settimana Santa. Il “lunissanti” (lunedì che precede la pasqua), in particolare, è la più antica sacra rappresentazione della Passione di Cristo in Sardegna. Chiunque l’abbia vissuta da vicino è stato testimone di un evento unico al mondo, capace di rievocare un autentico clima medievale.
  • 40.
  • 41. LE SPECIALITÀ DEL BORGO SONO A BASE DI PESCE, IN PARTICOLARE CROSTACEI E LA PRELIBATA ARAGOSTA Aragosta alla castellanese Trigle di scoglio e di sabbia Zuppa alla castellanese
  • 42. Condimento tipico castellanese per pasta e legumi, si prepara mescolando la panna in un tegame e aggiungendo farina a pioggia quando arriva ad ebollizione. Quando il composto diventa consistente, viene aggiunto un bicchiere d’acqua salata e si continua a mescolare finchè inizia a fare la crosticina. Può venir consumato anche da solo con l’aggiunta di miele. La parte che rimane attaccata alla pentola, “lu razzicu”, per molti è considerata la parte più buona.
  • 43.
  • 44. La città sorge su un tavolato calcareo declinante a nord-ovest verso il Golfo dell'Asinara e la pianura della Nurra. Il territorio è caratterizzato da valli e gole che incidono profondamente l'altopiano su cui è adagiata la città. Riguardo alle origini storiche si sa per certo che intorno al Mille i giudici di Torres iniziarono a soggiornarvi e che la rafforzarono con un castello, il Castrum Sassaris o Saxi. Nel corso del medioevo in seguito alle incursioni barbariche la popolazione andò aumentando poiche’ gli abitanti di Turris e delle zone costiere furono costretti a spingersi verso l’interno, fino a che Sassari divenne, agli inizi del XIII secolo, la città più popolosa del Giudicato di Torres. A metà del XIV secolo si sottomise agli Aragonesi. Dopo un breve periodo di dominazione austriaca, passò ai Savoia nel 1720 insieme al resto dell'isola. Nell’ 800 la storia di Sassari è caratterizzata dagli scontri tra conservatori e democratici e da allora comincia a formarsi la sua fama di città repubblicana che la accompagna sino agli inizi del ‘900. Dal punto di vista urbanistico già all’inizio del XIII secolo era chiusa da una cinta di muraglie con quattro porte di uscita. Il centro storico è un intrecciarsi di vicoli, vicoletti, importanti rioni, strade strette che intersecano le arterie principali. Il centro della citta’ è caratterizzato dalla presenza di numerose chiese e edifici, musei e monumenti di interesse storico. STORIA
  • 45. Il palazzo della provincia situato nella vasta Piazza d’Italia costruito a partire dal 1872 Palazzo di Citta’ realizzato tra il 1826-1829 in stile neoclassico, che ospita il teatro civico edificato nel 1830 Palazzo  Ducale  ereBo  nel  1775  
  • 46. i resti del Castello Aragonese costruito dagli aragonesi nel 1300 il museo nazionale G.A. Sanna istituito nel 1878
  • 47. La chiesa del Duomo sorge nella piazza omonima, dedicata a San Nicola di Bari. L’ edificio presenta una parte costruita nel XIII Sec. In stile romanico, l’interno in stile gotico- catalano e la facciata, interamente rifatta nel XVII Sec. In stile barocco coloniale spagnolo. La chiesa di Santa Caterina edificata dai Gesuiti tra il 1580 e i 1607.
  • 48. Santa Maria in Betlem edificio in stile gotico risalente all’ultimo quarto del XIII Secolo con facciata duecentesca. Tra i monumenti storici piu’ importanti della citta’ spicca la duecentesca Fontana di Rosello.
  • 49.
  • 50. Una meravigliosa testimonianza della cultura preistorica è rappresentata dal complesso megalitico di Monte d’Accoddi, costituito da un altare un villaggio e una necropoli. L’altare unico in Sardegna presenta analogie con le ziggurat della Mesopotamia del III millennio. Tempio a gradoni, costruito con grandi blocchi, ha forma tronco-piramidale ed è preceduto da una rampa. Nell’area si celebravano riti legati alla fertilita’.
  • 51. Un esempio di archeologia industriale e mineraria è rappresentato dal villaggio e dalle miniere dell’Argentiera frequentato e sfruttato sin dal periodo dei fenici.
  • 52.
  • 53. La penultima domenica di maggio si tiene una delle maggiori feste folcloriche dell'isola: la Cavalcata Sarda, sfilata dei numerosi costumi tradizionali sardi, con balli, canti e degustazione di prodotti tipici. La festa più sentita dai Sassaresi è quella dei Candelieri (patrimonio dell’Unesco) che si svolge il 14 agosto. Qui i rappresentanti degli otto gremi che rappresentano le antiche arti e i mestieri della citta’ rinnovano il voto fatto dalla città alla Madonna, al cessare di una feroce pestilenza, portando a braccia pesanti candelieri di legno dalla Chiesa del Rosario a quella di Santa Maria in Betlem.
  • 54.
  • 55. E’ il più tradizionale tra i piatti della cucina sassarese. Esistono diverse ricette che contraddistinguono questo piatto: La ciogga, Ciogga Minuta, Lumache, lumaconi e monzette. La “Ciogga Minuddda”, il più semplice nella sua preparazione in quanto le lumachine vengono bollite e servite con peperoncino, olio, aglio e prezzemolo. Da questo piatto ha origine la manifestazione “Ciogghitta d’Oro” gara di “succiaddura di ciogga minudda” ossia il mollusco viene succhiato praticando un piccolo foro sulla cima del guscio, per lasciar passare l'aria e permettere una vigorosa aspirazione. Si aggiudica il titolo chi riesce a mangiare il maggior numero di lumachine.
  • 56. Una variante molto conosciuta è la ricetta di fave bollite servite con un soffritto di olio, aglio, peperoncino e prezzemolo. La favata è un’altra ricetta caratteristica di Sassari che viene preparata con cavoli verza e insaporita da cotechino, lardo e salsiccia locale.
  • 57. Piatto caratteristico della città sono le interiora di vitello arrosto. U n a v a r i a n t e è r a p p re s e n t at a d a l l a cordula, dove gli organi del vitello vengono arrotolati nelle interiora e il tutto viene arrostito alla brace.
  • 58. La ricetta più diffusa è l'anguilla arrosto, cotta sulla brace dopo averla marinata, o più semplicemente condita con un filo d'olio a fine cottura. La melenzana viene tagliata in due e praticate una serie d’incisioni a scacchi nella polpa, condita con aglio, prezzemolo, olio, sale e peperoncino rosso secco; Sistemate su una teglia, vengono infornate alla temperatura massima per circa mezz'ora. E s i s t e a n c h e u n a dissacrante canzone tradizionale sassarese che ne decanta la bontà “La mirinzana in forru”.
  • 59. Sono proprie della città “le frittelle lunghe”, lunghi cordoni di pasta fritta insaporita da anice e scorza d’arancia, preparate principalmente durante il periodo carnevalesco.
  • 60.
  • 61. L’etimologia del nome Alghero deriva dalla presenza delle alghe (posidonia oceanica) e tuttora viene chiamata così nel dialetto locale. La cittadina è stata fondata dai Doria nel 1102 divenendo un’importante piazzaforte del nord Sardegna, con la conquista aragonese nel 1355 vennero portati nuclei di coloni catalani che donarono sembianze gotico-catalane all’intera architettura della città. I conquistatori dedicarono un costante impegno economico alle fortificazioni costruendo lunghe mura, possenti torri e bastioni ancora oggi ben conservate grazie ai percorsi in ciottolato dai quali è possibile ammirare l’intero golfo, dominato dalla sagoma imponente di Capo Caccia. Alla fine del dominio aragonese durato oltre 300 anni, il catalano continuò ad essere parlato, infatti la città ha conservato l’uso della lingua catalana. Alghero rappresenta una meta turistica di grande richiamo grazie alla sua antica storia, alle bellezza naturali e paesaggistiche, che fanno della città uno dei centri di maggior richiamo turistico per l’intera isola. STORIA
  • 62.
  • 63.
  • 64. Il complesso nuragico di Palmavera (XV- VIII secolo a. C) composto da due torri portato alla principali attorno alle quali si sviluppa il villaggio interamente realizzato in pietra calcarea e arenaria, costituisce un’importante attrattiva per gli appassionati di archeologia.
  • 65.
  • 66. La Settimana Santa ad Alghero è curata dalla confraternita della Misericordia custode nella sua chiesa del prezioso Sancristus, la statua lignea del Cristo, snodabile, che si dice essere giunta in condizioni miracolose e anticamente utilizzata nel Venerdì Santo. Questi riti, di origine spagnola, ogni anno coinvolgono e attraggono un gran numero di cittadini e stranieri.
  • 67.
  • 68. Un elemento caratteristico del litorale algherese è dato dalle falesie, le scogliere a strapiombo che dominano il paesaggio, il tratto più conosciuto è quello rappresentato dal promontorio di Capo Caccia, che si allunga all’orizzonte davanti alla città.
  • 69. La lunghezza delle Grotte di Nettuno è stimata approssimativamente intorno ai 4 km, ma solo alcune centinaia di metri sono visitabili dal pubblico. All'interno è finemente ricamata da incantevoli stalattiti e stalagmiti e dal lago “Lamarmora” di circa 120 metri di lunghezza, il cui livello è lo stesso di quello del mare.
  • 70. Le Spiagge di Alghero Maria Pia Porto Ferro Mugoni
  • 71.
  • 72. Antipasto a base di crostacei, acciughe, uova sode e frutti di mare, o la bottarga (la famosa salsa di uova di muggine), ottima se spalmata su croccanti crostini di pane abbrustolito. Sono fatti semplicemente con la polpa dei ricci freschi Viene bollita e servita in tavola con sale, pepe e olio d'oliva. Dopo aver tagliato a dadi una parte della polpa dell'aragosta, quest'ultima viene tritata e mescolata insieme alla salsa marroncina ricavata dalla testa. Con l'aggiunta di un pizzico di sale, pepe e il succo di due limoni si otterrà, infine, una salsina deliziosa da versare sull'aragosta stessa.
  • 73. Lessata e accompagnata da una salsetta a base di pomodoro, prezzemolo e aglio. Una sorta di zuppa fatta con fave, cavolfiori, salsicce, pancetta tritata, piedini di maiale, sedano, carote, cipolla, aglio, pomodori secchi e finocchietto selvatico. Fatta con pesci freschi di diverse specie. E' fantastica, grazie anche al gusto particolare di alcune spezie come il peperoncino rosso. Cotte al forno con aglio, prezzemolo e olio d'oliva e gustate in tavola insieme a delle ottime “pumatas camona”, pomodori freschi della campagna algherese.
  • 74. Particolari biscotti fatti con uva sultanina, mandorle e noci. Le tipiche focaccine fritte ripiene di formaggio morbido dolce e servite in tavola con miele, zucchero o con una leggera melassa di fichi e fichidindia. Propriamente i "biscotti che si mangiano in bianco". In passato, infatti, tale specialità era quasi esclusivamente un dolce dei poveri, visti e considerati i pochi e non costosi ingredienti che bisogna utilizzare per poterli cucinare.
  • 75.
  • 76. I vini più rinomati e conosciuti, a livello nazionale e internazionale, che provengono dalla provincia di Sassari sono quelli Algheresi delle Cantine Sella&Mosca che oggi fa parte del Gruppo Campari. Il Torbato, vino storico della provincia di Alghero è il simbolo dell’impegno della Sella&Mosca sul territorio. Dalle uve di Torbato, vinificate in Sardegna da Sella&Mosca, nascono 4 vini: TORBATO, leggero e fresco, il compagno ideale di un aperitivo informale o dei piatti leggeri della cucina mediterranea. TERRE BIANCHE, fruttato e deciso, si sposa con grande naturalezza alla cucina di mare. TERRE BIANCHE CUVEE 161, la massima espressione aziendale del Torbato, corposo e sapido, strutturato e complesso, è insostituibile nell’abbinamento con i meravigliosi crostacei del mare della Sardegna. TORBATO BRUT, vino spumante a fermentazione naturale metodo “cuve close”, la versione in “bollicina” del Torbato, perfetta per accompagnare il momento dell’aperitivo.
  • 77. Cala reale (Vermentino) - Da abbinare alla migliore gastronomia di mare. Marchese di Villamarina (Rosso) - Premiato per 14 volte con i TRE BICCHIERI del Gambero Rosso, Consigliato con carni rosse arrosto o in umido e selvaggina. Tanca Farrà (Rosso) - 2 Bicchieri rossi del Gambero Rosso, ideale accostamento ad arrosti, carni rosse, cacciagione ed impegnati intingoli di tutte le tradizioni culinarie. A fine pasto si accompagna a tanti formaggi, prediligendo quelli a pasta dura ed a moderata stagionatura. Le Arenarie (Filu e ferru - Grappa) - Si beve in accompagnamento a minestre, soprattutto creme e vellutate, zuppe di cipolla, a soufflé e sformati di verdura e ad elaborati piatti di pesce. Canonau (Rosso) - Si abbina alle carni rosse, arrosto ed in umido, selvaggina e formaggi forti. Canonau riserva (Rosso) - Esalta ogni pietanza di carni rosse ed è al meglio quando accompagna la cacciagione.
  • 78.
  • 79. Bonorva è situato nella regione storica del Logudoro e nella sub-regione del Meilogu. Meta di grande rilevanza sono gli insediamenti primitivi e le strutture difensive di età nuragica presenti sul territorio. L'architettura urbana è tipica dei paesi a cultura agro-pastorale, con strade strette e con case con ampi cortili, che in passato potevano servire per ospitare una parte del bestiame. Nel paese è ancora molto viva la tradizione della tessitura con telaio orizzontale: utilizzando la tecnica "a punta de agu", ossia a ricamo, e si possono ammirare tappeti e disegni molto raffinati e particolari. Di sicuro interesse per il visitatore possono essere: gli affreschi di Sant'Andrea Priu, la chiesa della Natività di Maria e la fonte archeologica di Su Lumarzu.   STORIA
  • 80.
  • 81. L e d o m u s d e j a n a s c h e compongono questa necropoli, una delle più estese ed importanti della Sardegna cronologicamente sono inquadrabili nel neo- eneolitico, fra IV e III millennio a.C. Si contano circa una ventina di sepolture disposte per lo più ad una certa altezza rispetto al livello di campagna. Le sepolture sono costituite da ambienti comunicanti tra loro, riproducenti sia la consueta tipologia della casa con tetto sia tipologie più articolate e complesse. Tra queste la “tomba del Capo” così detta per le sue d i m e n s i o n i , ch e s v i l u p p a complessivamente 18 ambienti.  
  • 82.
  • 83. Burgos, nella regione storica del Goceano, risulta oggi distinto in due parti, quella nelle immediate vicinanze del castello, che con le sue strette viuzze ha un aspetto tipicamente medievale, con case in mattoni con il tetto a doppio spiovente, e quella più recente, di impianto moderno. Di particolare interesse storico e strategico è il suo castello, risalente al 1129, costruito ad opera del Giudice di Torres Gonario. Sono rimaste intatte le mura, una torre e la fossa per l'acqua.
  • 84. A metà strada tra Burgos e Bono si trova l'area verde della Foresta di Burgos, zona molto curata e varia di rimboschimento, meta apprezzata da turisti e abitanti della zona. Tra le piante spiccano lecci e conifere, querce e sughere, cedri e qualche castagno isolato. Qui l'Istituto di Incremento Ippico si occupa dell'allevamento dell'asinello sardo, dell'asinello bianco dell'Asinara e del cavallo di razza anglo- arabo-sarda. Si alleva inoltre il pony sardo, denominato Giarab, perché nato dall'incrocio tra fattrici della Giara e stalloni arabi. 
  • 85.
  • 86. Codrongianos deve la sua fama alla Basilica abbaziale della Santissima Trinità di Saccargia una delle chiese romanico- pisane più famose della Sardegna. Edificata nel corso del XII secolo ad opera dei Camadolesi, sorge su un promontorio accanto ai resti dell'antico monastero camaldolese. Si presenta al visitatore come uno straordinario monumento in cui si fondono varianti cromatiche e stili architettonici diversi. Sono in essa armonizzati, oltre a quelli evidenti toscani, elementi lombardi, motivi bizantini derivati dalla Calabria e altri islamici di mediazione siciliana La chiesa che oggi possiamo ammirare ha anche subito numerosi restauri, che ne hanno in parte modificato l'originaria fisionomia, ciononostante la Basilica di Saccargia conserva intatti il suo fascino e la sua importanza nella storia e nella cultura della Sardegna.
  • 87.
  • 88.
  • 89.   L’antico borgo di Sedini si trova in una zona collinare al centro dell’Anglona. Nel centro abitato si trova una meravigliosa Domus de Janas, costituita da un insieme di tombe scavate nella roccia risalenti al neolitico. Nei secoli ha subito varie trasformazioni: tomba, prigione, abitazione e attualmente è impiegata come Museo delle tradizioni etnografiche dell’Anglona.
  • 90. Merita di essere visitato il centro storico tipicamente medievale e la valle del Silanis, che prende il nome dal Rio che vi scorre, con i vecchi mulini, i monasteri medievali, le chiese e le cascatelle incastonate nelle rocce a strapiombo. San Nicola di Silanis, piccolo gioiello d'architettura romanica del XII sec. Santa Barbara costruita su un precedente insediamento punico.
  • 91. Il monastero di San Pancrazio (XII sec.), del quale resta intatta l'antica aula del fuoco, raro esempio di grangia fortificata dei monaci Templari, sita in prossimità di una strada medievale di pellegrinaggio.
  • 92.
  • 93.
  • 94. Il paese di Siligo è situato nel cuore del Meilogu, luogo noto per i bellissimi paesaggi, le tante formazioni geologiche, uniche nel loro genere e le grandi cattedrali romaniche. Questo territorio conserva anche uno degli esempi più antichi di architettura religiosa altomedievale in Sardegna: la chiesa Nostra Signora di Mesumundu.
  • 95. Il comune di Siligo è famoso per aver dato i natali ad alcuni personaggi noti a livello nazionale come Maria Carta, straordinaria interprete e custode delle tradizioni canore della sua terra, che qui nacque e trascorse parte della sua esistenza. Di particolare interesse è il museo a lei dedicato. Il centro del paese offre anche la possibilità di visitare i luoghi che videro l’ambientazione letteraria del famoso romanzo autobiografico di Gavino Ledda, “Padre padrone”.
  • 96.
  • 97. Nulvi è un piccolo paese di origine medievale situato nell’Anglona, caratterizzato da un centro storico piuttosto esteso con stretti vicoli e piccoli edifici addossati tra loro. E’ un territorio collinare ricco di pascoli campi coltivati e boschi di querce. Nelle campagne circostanti sono localizzati quasi 100 nuraghi alcuni inesplorati e da scoprire.
  • 98. Il 14 agosto di ogni anno a Nulvi, si svolge una delle manifestazioni civili e religiose più rilevanti del territorio, “Sa essida de sos Candhaleris”. La tradizione dei candelieri affonda le sue radici nel medioevo, tre simulacri sfilano nelle vie del centro storico fino alla chiesa principale per onorare la Beata Vergine Assunta.
  • 99. Ogni candeliere ha un peso di 9 quintali e un’altezza di 7-8 metri, viene trasportato a spalla da almeno 20 persone. Sono Realizzati con materiali poveri, come legno, canne e cartapesta, modellati per dare spazio a immagini sacre e decorazioni preziose su fondi colorati. Ogni simulacro è caratterizzato da un colore: “Giallo” per il gremio degli agricoltori, “Azzurro” per il gremio degli artigiani e “il Verde” per quello dei pastori.
  • 100.
  • 101. Pozzomaggiore è situato nella suggestiva regione del Logudoro – Mejlogu.
  • 102. Si caratterizza per la suggestiva manifestazione nota come l'Ardia, dove abilità equestri e orgogliosa esposizione di selezionati cavalli, testimoniano un mondo di religiosità e tradizione straordinariamente autentiche. L’intento è quello di compiere tre giri in senso orario e tre giri in senso antiorario intorno alla chiesa di San Costantino.
  • 103. I cavalieri sono divisi in due gruppi che rappresentano rispettivamente il bene e il male; il capo corsa, vestito con una camicia rossa e un copricapo a forma di corona, rappresenta simbolicamente l’imperatore Costantino, difensore della cristianità, ed è consuetudine che vinca. Principale caratteristica della sagra è la rievocazione della battaglia vinta da Costantino il Grande nel 312 a Ponte Milvio contro le truppe di Massenzio.
  • 104.
  • 105. Centro agricolo del territorio del Meilogu, dalle antiche origini preistoriche, Torralba si trova in una zona collinare circondata da vallate in una delle quali sorge la chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo. Il territorio è ricco di sorgenti e torrenti.
  • 106.
  • 107. Il periodo di maggiore importanza per Torralba è stato sicuramente quello nuragico, infatti nel suo territorio troviamo circa 30 nuraghi e una decina di tombe dei giganti. Queste testimonianze archeologiche hanno finito per dare a questo luogo la denominazione di "Valle dei Nuraghi", tra i quali spicca la Reggia Nuragica di Santu Antine, il secondo complesso nuragico di tutta la Sardegna dopo quello di Barumini.
  • 108.
  • 109. Il litorale di Valledoria comprende circa una ventina di chilometri di spiagge, la cui bellezza non ha niente da invidiare alle famose spiagge delle isole caraibiche. La costa è compresa in un lungo tratto che inizia con le scogliere di Castelsardo e finisce all’altezza di Isola Rossa incorniciata da imponenti gruppi di rocce granitiche dai colori cangianti. Le spiagge di Valledoria sono ampiamente conosciute dai turisti di tutto il mondo, e quindi particolarmente affollate, ma si possono trovare anche alcuni tratti che presentano ancora oggi un paesaggio assolutamente immacolato e selvaggio, l’ideale per chi è alla ricerca di tranquillità e relax.
  • 110.
  • 111.
  • 112. Interessante anche la foce del fiume Coghinas, che in vista del mare si apre in un bacino ricco di attrattive naturali. Le sue sponde presentano una vegetazione praticamente continua fatta soprattutto da canneti che via via vengono sostituiti da splendidi tamerici. Durante il periodo estivo si può assistere ad uno spettacolo unico ed estremamente suggestivo, infatti in questi momenti si ha la fortuna di poter osservare quasi tutte le specie di uccelli che vivono in questo fiume, esaltato dalla splendida cornice fatta dei colori tipici del sole .
  • 113.
  • 114. Pattada è un piccolo centro immerso nelle bellezze naturalistiche dell’antico territorio del Logudoro. Paese di montagna possiede un particolare centro storico con vicoli lastricati o in ciottolato che regalano affascinanti angolature. Caratteristiche sono le abitazioni in granito con elementi architettonici a vista. Oltre agli edifici in pietra si segnalano piccoli palazzi di stile neoclassico con signorili facciate e preziosi elementi ornamentali e alcune particolari costruzioni in stile liberty.
  • 115.
  • 116. Pattada conserva con orgoglio il culto di antiche tradizioni artigianali: le stesse che hanno contribuito a renderne celebre il nome in tutto il mondo grazie alle sue Resolzas, ovvero i meravigliosi coltelli artigianali a serramanico caratterizzati da lame in acciaio di ottima fattura e manici di corna di muflone finemente decorato. Questi piccoli capolavori dell’artigianato locale si possono ammirare nel museo del coltello.
  • 117.
  • 118. Situata nella regione del Logudoro, vanta una storia millenaria tra le più interessanti d e l l a S a r d e g n a , l e g a t a all’insediamento del neolitico che ha dato vita ad una civiltà considerata una delle più importanti del periodo nel Mediterraneo. Denominata cultura di Ozieri o San Michele, prende il nome dalle grotte dove sono state rinvenute ceramiche finemente decorate
  • 119. La cittadina dal punto di vista urbanistico e architettonico è c a r a t t e r i z z a t a d a u n a disposizione ad anfiteatro che consente di godere di bellissimi panorami coronati da boschi e folta vegetazione e da un insieme di ripide strade gradonate, arricchite da pavimentazioni che si aprono in numerosi slarghi e piazzette.   Prevalgono i palazzetti a quattro o cinque piani dal gusto neoclassico, con qualche elegante edificio in stile decò e alcune abitazioni di epoca gotico-catalana.
  • 120. Tra gli edifici religiosi presenti nella cittadina, spicca la basilica romanica di Bisarcio una delle più grandi della Sardegna. Fu cattedrale dell'omonima diocesi dall'XI al XVI secolo.. La basilica presenta un interno affrescato che conserva la famosa opera del Maestro di Ozieri. Si può inoltre, ammirare l'altare di S.Andrea e q u e l l o d e l S a n t i s s i m o Sacramento la c u i t e l a r a p p r e s e n t a l'Ultima Cena. L a p i a n t a è trinavata con abside e la navata c e n t r a l e h a copertura lignea; mentre quelle laterali sono v o l t a t e a crociera.
  • 121.
  • 122. Formaggio vaccino tipo la “Greviere” piemontese, da cui prende il nome. Tipo di pasta condita con sugo di lepre o cinghiale, fave e lardo, le fave con joddu (yogurt), su tattaliu (corattella), e la carne arrosto di porcetto e agnello.
  • 123. I vini sono prodotti con vitigni tipici coltivati in collina e vengono consumati nelle cantine e nelle sedi dei gremi nelle strette e caratteristiche vie del centro. Ora si sta cercando di valorizzare gli antichi vitigni autoctoni ed in particolare "Alvarega", "Redagliadu" e "Muristellu". Tra le cantine più importanti ricordiamo “Nobile Tola”.
  • 124. La Spianata di Ozieri Pane antichissimo, consumato in antichità da contadini e pastori, oggi viene confezionato nei panifici moderni con acqua, sale, lievito e semolato di grano.  È adatto ad accompagnare zuppe, minestre, insalate, carni, latte o yogurt. Pratico per veloci spuntini, come “puppias” (bamboline di salsiccia o formaggio), è largamente usato a modo di tagliere per la carne arrosto. Può rappresentare un’ottima base per piatti tradizionali e rivisitati.
  • 125. Deliziosi bon bon di pasta di mandorle, miele, limone, ricoperti di glassa fine ed avvolti in carta colorata. Barchette ripiene di leggero pan di spagna e mandorle, ricoperto da glassa bianchissima. Molti altri dolci della tradizione sarda possono essere degustati a Ozieri, riscoprendo antichi e genuini sapori: casadinas, teliccas, papassinos, seadas, origliettas, cattas e biscotti "savoiardi".
  • 126. Sport e tempo libero
  • 127. Cap d'Any di Alghero ricco di concerti nelle piazze e dei spettacoli pirotecnici Il capodanno castellanese che da oltre 10 anni attira numerose persone da tutta la Sardegna e non solo Famose Band e Cantanti animano Alghero e Castelsardo
  • 128. Evento sportivo di fama mondiale è il Rally del Corallo nella splendida cornice dell'algherese Nei pressi della foce del Coghinas è possibile fare la discesa in kayak immersi nella natura dell'omonimo fiume Storiche e splendide regate a vela latina nel Golfo dell'Asinara
  • 129. Free climbing a stretto contatto con la natura e l'avventura Ammirare i nostri paesaggi è uno spettacolo più unico che raro Escursioni montane e costiere a cavallo
  • 130. Gustose pietanze tradizionali si presentano nelle numerose Sagre locali; spiccano i piatti a base di carne di pecora, cinghiale e maialetto Ricche pietanze a base di ortaggi, legumi e il famoso carciofo sardo spinoso Una menzione speciale meritano le ciliegie di Bonnanaro famose in tutta l'isola
  • 131. La Sagra del Bogamarì (riccio di mare) ad Alghero in primavera Grandi eventi enologici in quasi tutto il nord Sardegna, tra i quali merita menzione “Ajò a ippuntare” ad Usini Tra i vitigni autoctoni DOC ricordiamo il rosso Cannonau e il bianco Vermentino
  • 132. Il Nord- Ovest Sardegna offre numerosi e confortevoli centri di benessere immersi nella natura Le acque sulfuree di Benettutti sgorgano sulle antiche terme di epoca romana e sfruttano l'acqua dalle numerose sorgenti Terme di Casteldoria situate sotto i ruderi dell'antica dimora dei Doria
  • 133. Realizzato dal gruppo del corso ISOGEA: “Tecnico per la progettazione, definizione e promozione di piani di sviluppo turistico e promozione del territorio”. Con la supervisione del Sig. Vittorio Spano Presidente Pro loco di Castelsardo A cura dei corsisti: Luca Unali Rosella Serra Manuela Cavaglieri Antonella Luccia Marianna Solinas Piera Passaghe Alessandro Cossu Anna Giavesu Sergio Pisano Cristian Bianco Carlo Sini Antonello Mela Paola Canu