3. • Perché studiare i media ?
• Il Sé mediale (non più Soggetto e
ambiguamente Sé ideale) in una Società
mediale (e la sua cultura della
contemporaneità)
• Studiare i media è studiare la società
contemporanea (la società post-moderna)
(vedi figura)
4. • I media danno (la parte prevalente) il “materiale grezzo”
per la costruzione del Sé: i “frammenti” come
suggerimenti-suggestioni (continui e suggestivi) per la
costruzione “in fieri” della personalità individuale.
• Essere “attivi” o “passivi”: cosa scegliere, come
interpretarla e che uso farne.
• L”entropia” da troppa comunicazione
• La personalità polimorfa e ambigua dell’attore (poco)
sociale contemporaneo: “clone” vs. “esploratore del
presente”
5. • I “frammenti” parlano al singolo, ma si
riferiscono al “mondo; ne sono un
riferimento importante (l’individuo se ne è
fatto coinvolgere).
• Per questa via ogni individuo si costruisce
(molto o poco) come un “particolare”
attore sociale
6. • I media “danno voce” ad alcuni fatti-personaggi
(o tematiche), altri non li considerano.
• Emerge “spontaneamente” una particolare
rappresentazione del mondo, diversa nel tempo
ne per ogni grupposociale/individuo; qualcosa si
deposita nel tempo….cosa? Valori, credenze
collettive…….
• Unja rappresentazione parziale, sommaria,
provvisoria, impressionistica, di parte…….
7. • I frammenti che si depositano nel tempo (a livello individuale o
collettivo) vanno a depositarsi nella “memoria”.
• I frammenti si “accumulano” senza ordine (rilevanza), sulla base di
un soggettivo “universo simbolico” (le passioni sostituiscono la
ragione o gli “schemi” appresi nella socializzazione “formale”)
• La memoria (“mediale”) come “immaginario” collettivo (le foto e le
storie) che conserva solo una minima parte di ciò che è accaduto
(ed è stato importante) nel sociale “di riferimento”.
• Esempio i “150” della storia d’Italia.
• (esercitazione)
• (cosa domina, cosa “manca”, la costellazione complessiva)
8. La comunicazione (2)
• La comunicazione tra “testo” e “processo” (l’atto
del comunicare
• Il sociale (networking) come rete di
comunicazioni tra individui “in relazione”
• Il sociale si fonda sulla comunicazione
• Ogni comunicazione è uno “scambio” di
informazioni-significati, ad alto tasso emotivo-
simbolico (si vive di comunicazione)
(saluto, dialogo tra amici-parenti, discorso di un
leader, pubblicità, reality, fiction…. )
9. • Le (principali) funzioni della
comunicazione
• collante sociale (diversi tipi di “relazioni)
• problem solving
• performativa-manipolativa(a livello
individuale, persuasione-convincimento)
10. • Dai media si ricevono tutte le informazioni
necessarie per vivere in un sociale
“organizzato”, ma anche tutti i
suggerimenti che “guidano” ai significati
più profondi e al “non già detto” o all’ignoto
(l’inconscio e il fantastico)
11. • La comunicazione è sempre razionale (un
aspetto tipico della razionalità limitata
dell’agire individuale-sociale) e
intenzionale
• esempi: convincere un amico (perché e
come) un tentativo non sempre riuscito,
studiare per un esame, “guardarsi dentro”
12. I due principali tipi di
comunicazione
• Consideriamo inizialmente
la comunicazione interpersonale.
Essa avviene quando:
Q1 dice qualcosa a Q2
Q1 e Q2 sono “socialmente” caratterizzati
(hanno uno status sociale), hanno
particolari motivazioni e scopi, una
maggiore o minore abilità-capacità
comunicativa
13. • La CtM
• Analisi dello skema relativo e di quelli attinenti
all’incrocio tra CI e CtM.
• In particolare
• Analisi degli incroci tra CI e CtM (vedi skemi
relativi)
• CI e CtM si incontrano:
• nella quotidianità
• come (prima) verifica e “valutazione” della CtM
14. La comunicazione come processo
cognitivo
• Il lavoro del ricevente “attivo” è entrare nel
testo (o in suo frammento)
• Processare un testo (o un suo frammento)
è indiduare-raccogliere-connettere
informazioni (utili per un particolare scopo
o circostanza)
• (la comunicazione o, meglio, il suo “uso” è
sempre finalizzata)
15. • Il “processamento” parte dall’attenzione-
coinvolgimento del ricevente (“attivo”)
• Nella sequenza:
• attenzione-interesse
• riconoscimento di rilevanza
• coinvolgimento
• comprensione-interpretazione
• valutazione
• accettazione-resistenza
16. • Il “processamento” è l’attività di decodifica,
come attività organizzata razionale
• Che si realizza come:
• individuazione dei “tratti salienti” (o U.E.S.)
• “inferenza” con esperienze precedenti
(testali o extratestuali)
• tradotte in skemi
• (esercitazione “lago”)
17. • Uno skema va inteso come “una struttura
(mentale) adeguata a descrivere una sequenza
appropriata di azioni (o elementi) in un dato
contesto”
• E sono:
• modelli interpretativi
• “generalizzanti”
• non neutrali
• guida o orientamento per interpretazioni
successive
18. • I principali skemi sono:
• categorie-concetti
• script o piani
• processi
19. • Per interpretare il sociali sono necessari skemi più
complessi come: le “rappresentazioni sociali” o le “storie-
narrazioni”
• Le R.S.
• Sono costrutti che nascono e si modificano nel sociale
(sono una componente fondamentale del “senso
comune”
• Si “leggono” attraverso:
• “oggettivazione” (figurativizzazione)
• “ancoraggio”
• Si compongono come un “nucleo” e una “periferia”
20. Le cerimonie dei media
• Le GCM hanno il potere di “trasformare” la
natura del coinvolgimento degli spettatori
con il mezzo
• come coinvolgimento (e attese)
• come lavoro sulla testualità del prodotto e
dei suoi contenuti simbolici (alla ricerca
dei messaggi simbolici latenti)
21. • Trasformano l’”audience” in una comunità
virtuale ad alto tasso di comunicazione
simbolica (come in una celebrazione
religiosa partecipata).
• “Arrestano la quotidianità” e trasportano
l’audience in una particolare dimensione
con un proprio spazio-tempo
22. • Sono particolarmente prossime ad una
cultura “neo-romantica” (dove
predominano i sentimenti e la “fuga dalla
realtà”)
• E’ la “realtà felice dei sentimenti”
23. • Appartengono ad un genere particolare di
“infotainment”: la storia “popolare”.
• La tradizione “riconsiderata” (specialmente
se “legittimata” da una lunga storia e da
un carisma narrativo consolidato)
• (la famiglia reale inglese e la Religione-
Chiesa cattolica, come personaggi-
precedenti)
24. • La comunità si “costruisce” nella negoziazione dei
significati attribuiti alla storia (vedere le stesse cose, i
particolari come UES, e darvi uno stesso significato)
• “Cenerentola” come schema narrativo condiviso (“ogni
coppia di sposi è una coppia regale…..)
• Isolare i particolari e “ricostruire” la storia
(decontestualizzare e ricontestualizzare)
(soggettivamente e collettivamente) con quali schemi
ulteriori isolare alcuni particolari-significativi (e non altri)?
(Pippa, i capellini, la folla composta e devota, i
personaggi famosi, ….)
25. • La “mediazione” (televisiva) è un “guida-aiuto)
per la “decodifica”, sia come particolari-
angolature della ripresa, sia come intervento del
conduttore ed esperti (significati aggiunti,
contestualizzazione, ecc.)
• La decodifica (cosa si è visto, ricostruzione della
storia, partecipazione-commenti, “valutazione”)
resta pur sempre personale e “deriva” da
biografia-competenze del singolo soggetto.
• “Resta” comunque una “lettura collettiva” e
“mediaticamente” accettata e trasmessa nel
tempo.
26. Ancora sugli effetti dei media
• Abbiamo visto come gli effetti dei media
possano essere considerati “forti e potenti”
anche senza abbandonarsi ad un totale
“neo-apocalittismo”
• Per riprendere il nostro discorso,
riprendiamo tre concetti o parole-chiave:
• Mainstream
• Frames interpretativi
• egemonia
27. • Ricordiamo che la fruizione mediale è un aspetto
(sempre più importante) della “razionalità limitata”
dell’attore (sempre meno) sociale.
• La fruizione mediale avviene, in tempo reale con il
coinvolgimento dell’”interprete-performer” (si pensi ad
altre sue attività come nel caso dello lo spettacolo, lo
sport, il teatro, ecc.)
• I personaggi e le situazioni che “attraggono” (il piacere)
innescano processi di “identificazione”, “imitazione”,
proiezione”
• sulla base di “lavoro sul frammento” ad alto tasso
emotivo-estetico
• specialmente sui frammenti che attraggono, fanno
spettacolo (piacciono)
28. • Cosa è il “piacere”?
• “involvement” su “usi e gratificazioni”?
29. • La “cultura del tempo” è “costruire egemonia”
sull’efficacia (subdola ma potente) del Mostro Mite
(evasione e consumi)
• accettarla senza “resistere”, altrimente le alternative
sono:
• tentare di costruirsi un percorso “virtuoso” multimediale
( il palinsesto soggettivo)
• la fuga nel webb
• vivere le proposte dello spettacolo continuo (lasciarsi
andare all’attimo fuggente e “catturante”)
• Il senso di vuoto e di inautenticità nascono anche così.
30. • (ecco perché si deve passare, almeno a
livello teorico, dall’”exposure”
all’”involvement” lavorando sul “lavoro di
interpretazione-decodifica di un particolare
testo da parte di un particolare lettore in
una determinata situazione)
31. Il Se mediale/mediato
• Viviamo in una società dove il ruolo e l’impatto
mediale diventano sempre più importanti (la
politica, i consumi, il tempo libero…..) fino al
punto che gli stili di consumo m/m tendono a
diventare la nuova e più significativa forma di
stratificazione sociale.
• Tradizionalmente i media riflettevano i “valori”
della società: oggi non avviene il contrario?
32. • Il mutato contesto: la società degli individui dove i singoli
sono “obbligati” ad un forte impegno autoriflessivo (a
maggiore-minore responsabilità) in una “società liquida”
dove valori e modelli di comportamento collettivi sono in
profonda crisi.
• Il “mondo del privato” può essere la tentazione di una
moderna forma di alienazione o essere il laboratorio di
una grande trasformazione culturale.
• (per Touraine è nel “privato” che si “sta facendo” la
“rivoluzione” in una società senza classi e “sfruttati”)
33. • Tra i due estremi (rinuncia o rivoluzione) si gioca
lo spazio (i contenuti e gli attori….)
dell’”egemonia”.
• E. come capacità di imporre le cose di cui si
parla e si presentano come importanti,
“lasciandone in ombra” o svilendone altre più
rilevanti e che potrebbero contribuire ad una
“riflessione comune”
• I media “danno voce” e legittimano, non creano
ma impongono nuovi valori e modelli in
mancanza di alternative (eppure a volte…….)
34. • Le mille e mille “piccole storie”, alcuni frammenti,
“suggeriscono” significati utilizzati,
soggettivamente, per la costruzione del Sé
individuale……
• E’ un “gioco” (prendi e lascia, accetta o
trasforma….) o un “processo autoriflessivo” che
procede per prove ed errori?
• Come vengono isolati i frammenti e come
vengono ricomposti? (l’”immaginario”)
35. • Ipotesi:
• La voglia (oscura) di essere liberi e consapevoli
vs. il disimpegno e/o il “sogno ad occhi aperti”
• Il Sé multiplo e flessibile è una conquista
(personale) o una “debolezza”?
• I frammenti (a forte tasso emotivo e
prevalentemente “iconici”) sono la nuova forma
della “memoria”
• (esercitazione)
36. • Nella “società dello spettacolo” tutti “recitano una
parte”
• Scelgono un “character” e/o indossano una
“maschera” (il Carnevalòe mediatico di Fiske)
• Anche per questa “scelta comune” si dice che,
nella società contemporanea, l’”estetica” vince
sull’”etica” (conta ciò che è bello, che piace
“soggettivamente” non ciò che è importante o
utile collettivamente.
37. • L’esasperato gusto estetico trasforma gli
attori (sempre meno) sociali) in Narcisi
che si “specchiano negli altri”, che li
spiano per rubare loro qualche “tratto
vincente”.
• Conta cosa “sembra essere di moda” o
“vincente”: non cosa si “sente dentro”.
• E’ la nuova e più attuale forma di
“eterodirezione”
38. • I fruitori mediali si trasformano in “performer”:
vivono la loro vita come se assistessero ad uno
spettacolo (i tifosi, le mode e gli eventi….).
• L’”art of acting” (dare una immagine di se.
Fornire impressioni, cercare di sedurre più che
convincere……
• Lo stesso avviene nella fruizione mediale, dove
si catturano emotivamente frammenti
“suggestivi” che vengono tradotti in significati
“passionali”
39. • E’ la “quasi realtà” che sostituisce la “realtà” e i
“rapporti quasi reali” suggeriscono (come
comportarsi) quelli “reali” (il “character”).
• Dove si vive “come se…” (il sogno ad occhi
aperti), in “temporeale” senza spazio per
l’autoriflessione (la valutazione, l’accettazione o
il rifiuto)
• Si “naviga a vista”, forse senza una meta o dei
traguardi (il porto è più un rifugio che il luogo
dove si traccia la nuova rotta…..)
40. • Il “disincanto del mondo” (reale) si traduce
nell’incanto del mondo quasi reale……….
…..scelto o subito?
Perché si accetta questa realtà senza
cercare di crearne un’altra (la “rivoluzione
nel privato”)?