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Geomatica: rischio di consumo del
               suolo degli impianti di energia da
               rinnovabili




Flavio Borfecchia , Emanuela Caiaffa & Maurizio Pollino
Ricercatori ENEA
Alessandro Marucci
PhD Dipartimento di scienze naturali-Università dell’Aquila

6°Workshop Tematico
Telerilevamento nell’analisi dei rischi naturali ed antropici
Bologna, 14-15 Giugno 2012
Introduzione

 L’uso delle fonti rinnovabili per la produzione di energia ha assunto un
                  ruolo significante anche in virtù della


   DIRETTIVA 2009/28/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO sulla
       promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili,
       allo scopo di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.


Sono stati individuati i seguenti obbiettivi da raggiungere entro il 2020:
•riduzione del 20% delle emissioni di gas serra
•incremento del 20% dell’uso delle energie rinnovabili
•incremento del 20% dell’efficienza energetica
Obbiettivi

 In una moderna governance del territorio è diventato indispensabile
condurre accurate valutazioni sugli impatti causati dalla istallazione di
                  impianti di produzione di energia.
Obiettivo del presente studio è stato quello di creare una metodologia,
        basata sul GIS, a supporto dei processi decisionali per:
  1) individuare le potenzialità di una determinata area rispetto alla sua capacità di sostenere
  fonti di energia rinnovabile;


         2) valutare il grado di sostenibilità di un area alle modificazioni lineari ed areali
         delle infrastrutture energetiche;


               3) valutare la percentuale di consumo del suolo provocata da installazioni
               di impianti da rinnovabili.
Infrastrutture energetiche e CONSUMO DI SUOLO
METODO PER IL CALCOLO DELL’INDICE
     DI CRITICITA’ PROPOSTO




               Indice di Criticità
MEZZI E METODI

      Raccolta e controllo dei dati digitali relativi alle
      informazioni territoriali e ambientali di base su
                  scala regionale e locale
• DEM: Modello digitale del terreno per le analisi morfologiche
• Basi territoriali ISTAT-2011
• Copertura Corine Land Cover 2006 (http://www.eea.europa.eu/)
• Base dati vettoriali: aree urbanizzate, viabilità, rete idrografica,
  confini comunali, confini regionali, aree protette, SIC, ZPS, IBA
  (Regione Abruzzo)
• Foto aeree
Analisi spaziali GIS: layer utilizzati

                                  Infrastrutture di
                               Aree protette (ZPS e       • Ortofoto aree
                                      Trasporto
                                  Corine Land Cover
                                       SIC) DTM
                                       Aree Urbanizzate     digitali (PCN)
                                                          • Immagini
                                                            satellitari
                                                          • Corine Land
                                                            Cover (CLC)
                                                            2006
                                                          • Strati prioritari
                                                            (DBPrior10K)
                                                            1:10.000
                                                          • Cartografia
                                                            Tecnica
                                                            Regionale
                                                            (CTR) 1:10.000
                                                          • Infrastrutture di
                                                            trasporto
                                                          • DTM
Raccolta e analisi dei dati di uso del suolo
(Corine Land Cover 2006) e casi di studio




  Le categorie del CLC sono state classificate secondo un
 gradiente di naturalità crescente, da sistemi a forte grado
     di trasformazione a sistemi a elevata naturalità
Risultati casi di studio e confronto Carta della Qualità Ecologica




  Qualità Ecologica                     Complessità strutturale

                  Confronto con Carta della Qualità Ecologica
  Si denota una forte convergenza tra i risultati ottenuti con i casi di studio e la
           Carta della QE in relazione alla struttura dell’ecomosaico.
PROCESSI CONOSCITIVI
La determinazione del valore di qualità ecologica deriva da un duplice processo conoscitivo:
1.Uno relativo allo stato di fatto sulle relazioni ecologiche tra le classi del CLC e la scala
funzionale alla quale poter riconoscere tali relazioni.
2.Uno connesso alla realtà territoriale attraverso una campagna di rilevamento dei caratteri
ambientali salienti (flora, vegetazione e paesaggio) e in particolar modo della loro
“sensibilità” alle trasformazioni, causate dall’inserimento di infrastrutture “energetiche”.
INDICE DI CRITICITA’


                      IC=D+QE+ILC+FQ+IP

I fattori che intervengono nella definizione dell’indice di criticità sono:

•Struttura dell’ecomosaico: la presenza di più habitat in uno spazio
definito determina la formazione di maggiori zone ecotonali (Densità)
•Uso del suolo: Carta della Qualità Ecologica (QE)
•Naturalità: l’indice di conservazione paesaggistica (ILC)
•Fattore di quota: (FQ)
•Interferenza positiva: il grado di qualità delle classi CLC, in rapporto
alla superficie, come fattore di espressione della continuità ambientale (IP)
INSERIRE FILMATO
Particolare: Provincia di Chieti, area Frentana. Valutazione
qualitativa del consumo di suolo lineare da infrastrutture



                                          Aree urbanizzate:
                                    incremento del consumo di suolo


                                                Linee di possibile sviluppo:
                                                  Intercettano aree critiche
                                             per l’inserimento di infrastrutture
                                                            lineari




                             Asta fluviale: alta sensibilità ecologica
Particolare: Provincia di L’Aquila – Valutazione qualitativa del
consumo di suolo da infrastrutture energetiche (eolico)

Tracciato 5      Classe CLC
T5.1             324                            *6210 Formazioni
                                    Possibili criticità:
                                                erbose secche
T5.2             321
                                                 seminaturali e facies
T5.3             321                •Consumo     di suolo in aree
                                                 coperte da cespugli su   ad alta
T5.4             324                             substrato calcareo    Bosco misto a
                                    naturalità   (Festuco-Brometea)    dominanza di carpino
T5.5             321                 A
                                                                       nero
T5.6             321                           5130 Formazioni di
                                    •Interferenze con sistemi naturali complessi
                                                                       Mantelli ed arbusteti
                                               Juniperus cmmunis L. su
T5.7             321
                                               lande alpine e prati
T5.8             324                •Microframmentazione ambientale
                                               calcarei
T5.9             324
Tracciato 6      Classe CLC         •Incremento della polverizzazione delle
T6.1             324                strutture antropiche
T6.2             321
T6.3             321
T6.4          Valutazione qualitativa a scala di dettaglio a
                321                   Mantelli ed arbusteti
                                                            Bosco misto
                               B                            dominanza di carpino
T6.5            321       del “CONSUMO”
                                      Pascoli secondari
                                                            nero
T6.6             322
T6.7             321
T6.8             322
CONCLUSIONI

1. le aree interne, data la compresenza di più fattori, presentano valori di criticità più
   alti rispetto alle aree costiere;
2. nelle aree costiere è facile distinguere il sistema principale delle aste fluviali che
   nella fattispecie sono tra le più importanti connessioni ecologiche;
3. i livelli di dettaglio dell’indicatore sono tali da poter permettere delle analisi sia a
   scala ampia sia a quella locale;
4. il valore intrinseco di criticità dei sistemi biologici nei confronti di un processo di
   trasformazione è slegato dalla produzione di energia da FER, dunque l’indice ha
   valore per tutte le azioni che intervengono sul territorio e lo modificano;
5. la polverizzazione degli interventi sul territorio, anche se ritenuti virtuosi dato che
   servono alla produzione di energia pulita, è un fenomeno da evitare o comunque da
   controllare;
6. l’effetto cumulo, unito alla polverizzazione, potrebbe rappresentare un fattore di
   rischio per gli habitat naturali poiché, non controllando il fenomeno, potrebbero
   intaccare le aree ad alta naturalità o la aree residuali rimaste ancora integre o
   parzialmente integre.
CONCLUSIONI


                             ULTERIORI APPLICAZIONI


DESERTIFICAZIONE: tra le cause del processo di desertificazione si annoverano i
fenomeni di erosione meccanica e fisica, degrado chimico e biologico (FAO), dai
cambiamenti climatici. Il clima influenza la desertificazione tramite tre fattori – piogge,
radiazione solare e vento.


AGRICOLTURA: studio e distribuzione dei parametri climatici per la produzione delle
culture e per la loro localizzazione nel territorio.


PIANIFICAZIONE ENERGETICA: politiche di sviluppo e promozione delle e FER sul
territorio.
6°Workshop Tematico
Telerilevamento nell’analisi dei rischi naturali ed antropici
Bologna, 14-15 Giugno 2012


 Geomatica: rischio di consumo del suolo degli impianti di
                  energia da rinnovabili


                           Grazie per l’attenzione


   Flavio Borfecchia , Emanuela Caiaffa & Maurizio Pollino
   Ricercatori ENEA
   Alessandro Marucci
   PhD Dipartimento di scienze naturali-Università dell’Aquila

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  • 1. Geomatica: rischio di consumo del suolo degli impianti di energia da rinnovabili Flavio Borfecchia , Emanuela Caiaffa & Maurizio Pollino Ricercatori ENEA Alessandro Marucci PhD Dipartimento di scienze naturali-Università dell’Aquila 6°Workshop Tematico Telerilevamento nell’analisi dei rischi naturali ed antropici Bologna, 14-15 Giugno 2012
  • 2. Introduzione L’uso delle fonti rinnovabili per la produzione di energia ha assunto un ruolo significante anche in virtù della DIRETTIVA 2009/28/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, allo scopo di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Sono stati individuati i seguenti obbiettivi da raggiungere entro il 2020: •riduzione del 20% delle emissioni di gas serra •incremento del 20% dell’uso delle energie rinnovabili •incremento del 20% dell’efficienza energetica
  • 3. Obbiettivi In una moderna governance del territorio è diventato indispensabile condurre accurate valutazioni sugli impatti causati dalla istallazione di impianti di produzione di energia. Obiettivo del presente studio è stato quello di creare una metodologia, basata sul GIS, a supporto dei processi decisionali per: 1) individuare le potenzialità di una determinata area rispetto alla sua capacità di sostenere fonti di energia rinnovabile; 2) valutare il grado di sostenibilità di un area alle modificazioni lineari ed areali delle infrastrutture energetiche; 3) valutare la percentuale di consumo del suolo provocata da installazioni di impianti da rinnovabili.
  • 4. Infrastrutture energetiche e CONSUMO DI SUOLO
  • 5. METODO PER IL CALCOLO DELL’INDICE DI CRITICITA’ PROPOSTO Indice di Criticità
  • 6. MEZZI E METODI Raccolta e controllo dei dati digitali relativi alle informazioni territoriali e ambientali di base su scala regionale e locale • DEM: Modello digitale del terreno per le analisi morfologiche • Basi territoriali ISTAT-2011 • Copertura Corine Land Cover 2006 (http://www.eea.europa.eu/) • Base dati vettoriali: aree urbanizzate, viabilità, rete idrografica, confini comunali, confini regionali, aree protette, SIC, ZPS, IBA (Regione Abruzzo) • Foto aeree
  • 7. Analisi spaziali GIS: layer utilizzati Infrastrutture di Aree protette (ZPS e • Ortofoto aree Trasporto Corine Land Cover SIC) DTM Aree Urbanizzate digitali (PCN) • Immagini satellitari • Corine Land Cover (CLC) 2006 • Strati prioritari (DBPrior10K) 1:10.000 • Cartografia Tecnica Regionale (CTR) 1:10.000 • Infrastrutture di trasporto • DTM
  • 8. Raccolta e analisi dei dati di uso del suolo (Corine Land Cover 2006) e casi di studio Le categorie del CLC sono state classificate secondo un gradiente di naturalità crescente, da sistemi a forte grado di trasformazione a sistemi a elevata naturalità
  • 9. Risultati casi di studio e confronto Carta della Qualità Ecologica Qualità Ecologica Complessità strutturale Confronto con Carta della Qualità Ecologica Si denota una forte convergenza tra i risultati ottenuti con i casi di studio e la Carta della QE in relazione alla struttura dell’ecomosaico.
  • 10. PROCESSI CONOSCITIVI La determinazione del valore di qualità ecologica deriva da un duplice processo conoscitivo: 1.Uno relativo allo stato di fatto sulle relazioni ecologiche tra le classi del CLC e la scala funzionale alla quale poter riconoscere tali relazioni. 2.Uno connesso alla realtà territoriale attraverso una campagna di rilevamento dei caratteri ambientali salienti (flora, vegetazione e paesaggio) e in particolar modo della loro “sensibilità” alle trasformazioni, causate dall’inserimento di infrastrutture “energetiche”.
  • 11. INDICE DI CRITICITA’ IC=D+QE+ILC+FQ+IP I fattori che intervengono nella definizione dell’indice di criticità sono: •Struttura dell’ecomosaico: la presenza di più habitat in uno spazio definito determina la formazione di maggiori zone ecotonali (Densità) •Uso del suolo: Carta della Qualità Ecologica (QE) •Naturalità: l’indice di conservazione paesaggistica (ILC) •Fattore di quota: (FQ) •Interferenza positiva: il grado di qualità delle classi CLC, in rapporto alla superficie, come fattore di espressione della continuità ambientale (IP)
  • 13. Particolare: Provincia di Chieti, area Frentana. Valutazione qualitativa del consumo di suolo lineare da infrastrutture Aree urbanizzate: incremento del consumo di suolo Linee di possibile sviluppo: Intercettano aree critiche per l’inserimento di infrastrutture lineari Asta fluviale: alta sensibilità ecologica
  • 14. Particolare: Provincia di L’Aquila – Valutazione qualitativa del consumo di suolo da infrastrutture energetiche (eolico) Tracciato 5 Classe CLC T5.1 324 *6210 Formazioni Possibili criticità: erbose secche T5.2 321 seminaturali e facies T5.3 321 •Consumo di suolo in aree coperte da cespugli su ad alta T5.4 324 substrato calcareo Bosco misto a naturalità (Festuco-Brometea) dominanza di carpino T5.5 321 A nero T5.6 321 5130 Formazioni di •Interferenze con sistemi naturali complessi Mantelli ed arbusteti Juniperus cmmunis L. su T5.7 321 lande alpine e prati T5.8 324 •Microframmentazione ambientale calcarei T5.9 324 Tracciato 6 Classe CLC •Incremento della polverizzazione delle T6.1 324 strutture antropiche T6.2 321 T6.3 321 T6.4 Valutazione qualitativa a scala di dettaglio a 321 Mantelli ed arbusteti Bosco misto B dominanza di carpino T6.5 321 del “CONSUMO” Pascoli secondari nero T6.6 322 T6.7 321 T6.8 322
  • 15. CONCLUSIONI 1. le aree interne, data la compresenza di più fattori, presentano valori di criticità più alti rispetto alle aree costiere; 2. nelle aree costiere è facile distinguere il sistema principale delle aste fluviali che nella fattispecie sono tra le più importanti connessioni ecologiche; 3. i livelli di dettaglio dell’indicatore sono tali da poter permettere delle analisi sia a scala ampia sia a quella locale; 4. il valore intrinseco di criticità dei sistemi biologici nei confronti di un processo di trasformazione è slegato dalla produzione di energia da FER, dunque l’indice ha valore per tutte le azioni che intervengono sul territorio e lo modificano; 5. la polverizzazione degli interventi sul territorio, anche se ritenuti virtuosi dato che servono alla produzione di energia pulita, è un fenomeno da evitare o comunque da controllare; 6. l’effetto cumulo, unito alla polverizzazione, potrebbe rappresentare un fattore di rischio per gli habitat naturali poiché, non controllando il fenomeno, potrebbero intaccare le aree ad alta naturalità o la aree residuali rimaste ancora integre o parzialmente integre.
  • 16. CONCLUSIONI ULTERIORI APPLICAZIONI DESERTIFICAZIONE: tra le cause del processo di desertificazione si annoverano i fenomeni di erosione meccanica e fisica, degrado chimico e biologico (FAO), dai cambiamenti climatici. Il clima influenza la desertificazione tramite tre fattori – piogge, radiazione solare e vento. AGRICOLTURA: studio e distribuzione dei parametri climatici per la produzione delle culture e per la loro localizzazione nel territorio. PIANIFICAZIONE ENERGETICA: politiche di sviluppo e promozione delle e FER sul territorio.
  • 17. 6°Workshop Tematico Telerilevamento nell’analisi dei rischi naturali ed antropici Bologna, 14-15 Giugno 2012 Geomatica: rischio di consumo del suolo degli impianti di energia da rinnovabili Grazie per l’attenzione Flavio Borfecchia , Emanuela Caiaffa & Maurizio Pollino Ricercatori ENEA Alessandro Marucci PhD Dipartimento di scienze naturali-Università dell’Aquila