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Business Angels Network
        della Sardegna



       SHORT REPORT SEMINARIO
           BAN SARDEGNA
         Cagliari – 22 aprile 2002


               RELATORE

         Massimo Meneghini
Responsabile del BAN Nordest b-angel.it




                                     A cura del BIC Sardegna
Seminario BAN Sardegna

                                  CAGLIARI
                          22 aprile 2002 ore 15.15
                           BIC Sardegna S.p.A.
                         Sala Conferenze Ilaria Urru
                               Via Jenner, 15




                                 PROGRAMMA
     Brevi cenni al mercato del capitale di rischio: i Business Angel

Criteri ed indicatori per la valutazione di un Business Plan da proporre ad
                  un finanziatore del capitale di rischio

  Cenni sulla valutazione del proponente imprenditore in fase di avvio

                   Alcuni elementi critici di matching

                               RELATORE
                       Dr. Massimo Meneghini
                    Responsabile del BAN Veneto




              In collaborazione con Federmanager/ASSDAI
Si riporta di seguito un breve resoconto contenente dei cenni sugli
 argomenti affrontati nel corso del seminario tenuto da Massimo
       Meneghini – Responsabile del BAN Nord Est b-angel.it


        Le imprese, per crescere, hanno bisogno di capitali. In Italia gli operatori
finanziari che forniscono capitali sono ancora prevalentemente di tipo bancario, anche
se ultimamente esistono alcuni soggetti ed operatori istituzionali che finanziano il
capitale di rischio delle imprese, diventandone soci.
        La storia italiana del capitale di rischio è recente; sulla base dell’esempio offerto
dagli Stati Uniti, dove l'attività di Venture Capital in imprese di start up è un fenomeno
noto da parecchi anni, anche nel nostro Paese molti operatori si sono attrezzati ad
accogliere nel proprio portafoglio, investimenti di start up, sopratutto high tech.
Tuttavia, è da precisare che l’ITC, Information Technology e Communications, pur
rappresentando il settore più importante per il Venture Capitali, non è comunque
l'unico. Per i settori piu' maturi dell'economia esistono numerosi altri operatori
finanziari, Investment Company, Merchant Bank, che operano però spesso ad un ciclo
di vita superiore a quello iniziale e spesso rientrano nella categoria del Private Equity
        Per chiarire che cosa si intenda esattamente con le espressioni "Venture
Capital" e "Private Equity" , va definito che entrambi i termini identificano l'attività
di investimento nel capitale di rischio di imprese industriali e commerciali, effettuata
da parte di operatori specializzati, fondi chiusi di investimento o investment company,
attraverso l'acquisizione di una partecipazione nella società (cd. equity), in un'ottica di
medio - lungo termine e con l'obiettivo di ottenere una plusvalenza (cd. capital gain)
in sede di dismissione della partecipazione stessa.
        Nel contesto statunitense, dove l'attività di Private Equity ha una storia molto
lunga, il termine ha sempre indicato nella sua globalità l'attività di investimento
istituzionale nel capitale di rischio delle imprese in funzione della tipologia di operatore
che effettua l'operazione. All'interno del private equity si distingue poi tra Venture
Capital e buy-out (tecnica finanziaria attraverso la quale il management o un altro
soggetto acquisisce l'impresa, utilizzando per ripianare il finanziamento i flussi di
cassa futuri all'acquisizione dell'impresa stessa). All'interno dell'attività svolta dai
Venture capital funds è poi possibile individuare due sotto classi, che identificano, a
loro volta, numerose tipologie di investimenti. Si parla, infatti, di early stage
financing per indicare il finanziamento delle imprese nei primi stadi di vita, mentre si
fa riferimento all’expansion financing per indicare gli interventi effettuati in imprese
già sviluppate e mature, che necessitano di capitali per consolidare la crescita.
        In Europa è invece in uso una distinzione più netta tra i due termini: con
Venture Capital (VC) si indica l'investimento nel capitale di rischio realizzato
nella fase di avvio dell'impresa, mentre con Private Equity (PE) si fa
riferimento sempre alla partecipazione azionaria, ma effettuata in stadi del
ciclo di vita dell'impresa successivi a quello iniziale.
All’interno del VC è possibile poi distinguere:
    -   Seed financing: questo tipo di investimento è finalizzato allo sviluppo di
        un’idea imprenditoriale di cui non è ancora stata verificata la validità tecnica e

Short Report Seminario BAN Sardegna – Aprile 2002 - Relatore Massimo Meneghini
-   commerciale ma è stata solo effettuata attività di ricerca, di sperimentazione e
        l’eventuale creazione di prototipi. Letteralmente dall'inglese " seed" significa il
        "seme" di una iniziativa imprenditoriale.
    -   Start up financing : finalizzato ad imprese impegnate nella fase di sviluppo
        di un prodotto e nella verifica della sua validità da un punto di vista
        commerciale.
    -   La realizzabilità tecnica dell’idea è stata già precedentemente testata ma si
        deve verificare la fattibilità economica e di mercato. E’ necessario
        industrializzare il prodotto e il processo e sviluppare un business plan
        dettagliato.


       I dati AIFI sul mercato del VC in Italia parlano di una notevole crescita negli
ultimi anni, anche se nel 2001 si è avuta una discesa del 26% rispetto il massimo del
2000, pur rimanendo superiore ai livelli di investimento del 1999.
       Il maggior numero di operazioni svolto dagli associati AIFI nel 2001 ha
riguardato proprio la fase di avvio delle imprese, anche se la maggior parte delle
risorse finanziarie ha riguardato operazioni di buy out.
       Il comparto delle telecomunicazioni è stato nel 2001 il piu' investito dagli
operatori istituzionali del capitale di rischio; segue poi il manifatturiero e l'energetico.
Tuttavia, si ritiene che, escludendo grosse operazioni legate al settore
telecomunicazioni, il settore manifatturiero rappresenti il settore principale di
investimento, come si registrò nel 2000.
       La distribuzione geografica degli investimenti, vede nel Nord Italia una certa
concentrazione delle operazioni di finanziamento in equity, con la Lombardia la
regione piu' attiva.


       Il cambiamento del mercato del capitale di rischio che sta avvenendo in Italia,
sopratutto per le piccole imprese, si riscontra anche nella presenza di una nuova
figura economica: il Business Angel (BA).
       I BA sono dei privati, degli imprenditori che hanno venduto la loro precedente
impresa, manager in pensione, persone che comunque dispongono di un discreto
patrimonio personale, una buona propensione al rischio, esperienza e contatti
professionali, e vogliono investire in una start up mediante la partecipazione al
capitale di rischio.
       Oltre al giusto modo di far impresa, alla start up risultano preziosi i contatti che
il BA apporta nella società che finanzia: il network di relazioni con altri soggetti
dell’economia locale che l’investitore ha maturato nel tempo, potenziali fornitori,
possibili nuovi clienti, istituzioni finanziarie, centri di ricerca universitaria, autorità
amministrative e, soprattutto, importante è il favorevole rapporto che si instaura con
l’ambiente creditizio, in virtù di quelle garanzie di “bancabilità” che, frequentemente,
sono assenti nell’imprenditore proponente.
       Diverse sono le motivazioni che spingono tali soggetti ad investire nelle nascenti
imprese: conseguire un elevato ritorno dell’investimento effettuato, con una
redditività desiderata almeno pari al 20/30% annua, interesse verso particolari
tecnologie, contribuire allo sviluppo economico della propria comunità e di nuove
generazioni di imprenditori, senso della sfida e il mero piacere di investire.

Short Report Seminario BAN Sardegna – Aprile 2002 - Relatore Massimo Meneghini
La categoria dei Business Angel ha origine e si è sviluppata negli Stati Uniti.
Inizialmente erano finanziatori degli spettacoli di Broadway; in seguito hanno esteso il
loro ambito di intervento ad altre tipologie di attività imprenditoriali, tanto da essere
considerati, nel 1933 “investitori accreditati”, secondo la definizione che di tale
categoria viene fornita già dal Security Act. Per agevolare la diffusione del fenomeno,
negli USA è stata creata una rete telematica, denominata Ace-Net, gestita da enti
universitari e di ricerca, che funge da punto di contatto tra finanziatori e finanziati
imprenditori. E' una specie di piazza di incontro, non ancora proprio un mercato di
scambi, creata in Internet dal SBA (Small Business Amministration), il Ministero
americano della piccola media impresa.
       Esperienze successive a quella statunitense si sono sviluppate in Europa, e
precisamente in Gran Bretagna dove la cultura d'impresa è piu' simile a quella USA, in
Olanda, dove esiste un sviluppato network di Business Angel, e solo recentemente con
l'impulso e la sensibilità delle autorità della Comunità Economica Europea, anche in
Germania, Francia Belgio e Italia.
        Da circa due anni infatti, dalla fine del 1999 e inizio 2000, anche in Italia, esiste
un Network denominato Italian Business Angel Network (IBAN www.iban.it), una
associazione a cui aderiscono sul territorio italiano diversi BAN (Business Angel
Network) con competenza territoriale. Ogni singolo BAN raccoglie sul territorio i
progetti d'impresa, li seleziona, li assiste se necessario nella redazione di un business
plan che supporta la presentazione del progetto d'impresa in un Forum degli
Investimenti, dove partecipano gli aderenti al network.
        I Business Angel sono definiti anche investitori informali, di finanziamento
alle piccole imprese, in opposizione agli investitori formali, ossia il formal Venture
Capital tradizionale.
        I VC generalmente trascurano le start up di piccole dimensioni in quanto
l'intervento finanziario è troppo modesto per giustificare i costi di una adeguata due
diligence. Ecco allora che il Business Angel si inserisce in un vuoto di mercato del
capitale di rischio; acquisisce quote di piccole società a responsabilità limitata (s.r.l),
oppure partecipazioni di società per azioni (S.p.A), favorendo la creazione dal basso di
imprese, rischiose ma ad alto tasso di rendimento atteso che possono essere cedute
dopo 3-5 anni all'imprenditore con clausola di riacquisto oppure ad un Fondo di VC, il
quale può trovare nella Borsa l'exit way ideale, tramite l'IPO I    nitial Pubblic Offering,
chiamata in italiano OPV, Offerta Pubblica Sottoscrizione - ossia nuova quotazione in
Borsa.




Short Report Seminario BAN Sardegna – Aprile 2002 - Relatore Massimo Meneghini
I Business Angel risultano quindi complementari e non concorrenziali ai VC
istituzionali o alle Merchant Bank, in quanto coprono una dimensione di interevento
diversa, inferiore, del capitale di rischio, generalmente dai 50 ai 500.000 Euro, anche
se la divisione fra un segmento ed un altro non è sempre così definita e chiara.
        Per quanto riguarda le fasi del ciclo di vita delle imprese in cui investe il BA,
un recente report sull’attività di investimento dei business angel, redatto dalla British
        Venture Capital Association, rileva che nel Regno Unito le imprese in fase di
seed e start up raggiungono da sole il 60% dell’ammontare totale investito dal BA ed
il rimanente nelle altri fasi.
        I settori in cui i BA generalmente investono riguardano soprattutto le imprese
con un certo grado di innovazione, solitamente coinvolte in progetti che riguardano i
settori collegati a ITC, l’energia, le biotecnologie, il software e le innovazioni in settori
tradizionali. Tuttavia, il BA investe nei settori che conosce, e proprio questo
rappresenta un suo punto di forza, assieme alla giusta mentalità nel " fare impresa".
Si trovano così BA attivi nei settori piu' tradizionali e maturi dell'economia: da una
recente ricerca italiana1 il 70% degli interventi di BA riguarda il settore manifatturiero.
        Dal punto di vista del territorio, il BA solitamente preferisce occuparsi di
imprese presenti nella propria regione di residenza. Da un’indagine svedese emerge
che più del 60% degli investimenti hanno luogo, al massimo, ad un’ora di viaggio dalla
residenza dell’Angel. Questo crea quindi una circolazione della ricchezza all’interno
della regione, favorendo il moltiplicarsi del reddito locale.
        La carta d'identità del BA italiano sembra sia costituita da una persona di sesso
maschile nel 95% dei casi con una età media di poco inferiore ai 50 anni2 .
      Le tipologie di BA si possono dividere in 2 diversi gruppi:
   1. un primo filone è costituito da ex imprenditori dotati di un discreto patrimonio
      personale, ma un attuale basso reddito, oppure da imprenditori in attività, che
      hanno ormai raggiunto una situazione di agiatezza e desiderano investire in
      nuove aziende ottenendo il controllo, come conseguenza della loro mentalità
      professionale. Questo filone è tipicamente ambizioso, profondamente radicato
      nella realtà degli affari. Orientato ai risultati, molto attento al profilo umano del
      proponente, è in grado di prevedere il potenziale di crescita di una start up che
      opera nel settore che conosce.
   2. Come seconda figura ci sono i BA con forte cultura finanziaria che non cercano
      la maggioranza della società. Ci sono anche gli advisor di piccoli fondi chiusi che
      investono in start up, amministratori di piccole S.p.A., delle holding
      specializzate negli investimenti di partecipazioni aziendali e piccole S.a.S., che
      per le ridotte dimensioni e per la mentalità operativa rientrano nella categoria
      dei Business Angel e non dei fondi istituzionali.
      Per completezza, è da precisare che esistono anche delle divisioni di realtà
industriali importanti che hanno costituito una sezione specializzata negli investimenti
in capitale di rischio, avendo la conoscenza specifica del settore in cui investono,
generando una nuova figura definita Corporate Venture Capitalist (CVC) o

1
 Dato diffuso dalla ricerca del Prof. Sorrentino durante la 3 ^ Convention IBAN di Milano il 12 aprile
2002.

2
    Il dato fa riferimento alla ricerca del Prof. Sorrentino su un ca mpione di 41 Business Angel italiani.


Short Report Seminario BAN Sardegna – Aprile 2002 - Relatore Massimo Meneghini
Corporate Angel          se le dimensioni di intervento finanziario sono da BA.
L’investimento di questi soggetti viene realizzato acquisendo una partecipazione, non
necessariamente di minoranza, in una impresa-obiettivo, instaurando dei rapporti di
collaborazione industriale per il futuro sviluppo strategico del business, sia del CVC
che della partecipata. Gli obiettivi che si propone il CVC, oltre al capital gain (quando
la partecipazione non sarà più considerata strategica), sono principalmente
l’integrazione dell’attività dell’impresa partecipata con le altre attività “core” e
l’allargamento degli orizzonti tecnologici e commerciali.
        Come operano i BA? I BA sono soliti richiedere un Business Plan
all'imprenditore prima di svolgere qualsiasi investimento finanziario ed analizzare
alcuni elementi con particolare attenzione. Alcuni elementi sono:
-   L'originalita' del progetto ed il rapporto tra originalita' e fattibilita'.
-   I ricavi e la grandezze del mercato potenziale.
-   Quanto focalizzato e' il business.
-   Le difficolta' all'imitazione dell' idea e vantaggio competitivo.
-   Riproducibilità del prodotto.
-   L'analisi del piano degli investimenti.
-   L'analisi del piano delle assunzioni.
-   Proiezioni economiche a 6-12-18 e poi -24-36 mesi.
-   La gestione della liquidita'.
-   Rendimento atteso dell'investimento richiesto nell'arco di 3-5 anni?
-   Cosa si chiede al nuovo partner oltre che ai capitali.
-   Percentuale della societa' corrispondente all'apporto di capitale.
-   Numero di round in cui e' richiesto il finanziamento e le tranche di equity
    corrispondenti.
-   Quanto si investirà personalmente o si è già investito?
-   Come si intende dar liquidità all'investimento.
   Il BA finchè ascoltano i proponenti d'impresa valutano oltre il progetto anche il
team e sono costantemente alla ricerca di ragioni per "non fare" l'investimento più che
per farlo. Si segnalano alcuni elementi critici di matching nelle trattative fra BA ed
imprenditori.
 - Il fattore tempo entro il quale avviene il matching è importante: se supera una
    certo periodo le probabilità di chiusura diminuiscono. Finché c'è entusiasmo da
    parte di un BA può avvenire il finanziamento. Mediamente il matching dura da 1 a
    4 mesi.
 - L’incompatibilità caratteriale è un altro fattore importante per la buona riuscita
    delle trattative. Il rapporto tra BA e imprenditore è basato su una alchimia
    difficilmente formalizzabile. Già dai primi incontri " occorre sentirsi bene assieme",
    poiché il percorso da fare e sempre caratterizzato da difficoltà e imprevisti.
 - L’esito della due diligence è un altro elemento di rottura, soprattutto la
    valutazioni tecniche e tecnologica.
-   Lo sviluppo del Business Plan, la diversa visione provoca incompatibilità.


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-   Le problematiche giuridico - societarie sono altre fonti di possibile rottura di
    trattative.
-   Il controllo della società e le cariche sociali. Maggior esposizione finanziaria
    corrisponde a maggior presenza nel CDA da parte del BA.
-   Paternità su brevetti e marchi (% sul fatturato, usufrutto del brevetto …), gelosie
    e affetti legati al progetto.
-   Modalità di finanziamento (scambio azionario, cash, garanzie bancarie...).
-   La differenza di prezzo richiesto e offerto è la principale causa di rottura nelle
    trattative.
-   Il criterio da usare per la valutazione del "futuro".




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Business Angel in Sardegna

  • 1. Business Angels Network della Sardegna SHORT REPORT SEMINARIO BAN SARDEGNA Cagliari – 22 aprile 2002 RELATORE Massimo Meneghini Responsabile del BAN Nordest b-angel.it A cura del BIC Sardegna
  • 2. Seminario BAN Sardegna CAGLIARI 22 aprile 2002 ore 15.15 BIC Sardegna S.p.A. Sala Conferenze Ilaria Urru Via Jenner, 15 PROGRAMMA Brevi cenni al mercato del capitale di rischio: i Business Angel Criteri ed indicatori per la valutazione di un Business Plan da proporre ad un finanziatore del capitale di rischio Cenni sulla valutazione del proponente imprenditore in fase di avvio Alcuni elementi critici di matching RELATORE Dr. Massimo Meneghini Responsabile del BAN Veneto In collaborazione con Federmanager/ASSDAI
  • 3. Si riporta di seguito un breve resoconto contenente dei cenni sugli argomenti affrontati nel corso del seminario tenuto da Massimo Meneghini – Responsabile del BAN Nord Est b-angel.it Le imprese, per crescere, hanno bisogno di capitali. In Italia gli operatori finanziari che forniscono capitali sono ancora prevalentemente di tipo bancario, anche se ultimamente esistono alcuni soggetti ed operatori istituzionali che finanziano il capitale di rischio delle imprese, diventandone soci. La storia italiana del capitale di rischio è recente; sulla base dell’esempio offerto dagli Stati Uniti, dove l'attività di Venture Capital in imprese di start up è un fenomeno noto da parecchi anni, anche nel nostro Paese molti operatori si sono attrezzati ad accogliere nel proprio portafoglio, investimenti di start up, sopratutto high tech. Tuttavia, è da precisare che l’ITC, Information Technology e Communications, pur rappresentando il settore più importante per il Venture Capitali, non è comunque l'unico. Per i settori piu' maturi dell'economia esistono numerosi altri operatori finanziari, Investment Company, Merchant Bank, che operano però spesso ad un ciclo di vita superiore a quello iniziale e spesso rientrano nella categoria del Private Equity Per chiarire che cosa si intenda esattamente con le espressioni "Venture Capital" e "Private Equity" , va definito che entrambi i termini identificano l'attività di investimento nel capitale di rischio di imprese industriali e commerciali, effettuata da parte di operatori specializzati, fondi chiusi di investimento o investment company, attraverso l'acquisizione di una partecipazione nella società (cd. equity), in un'ottica di medio - lungo termine e con l'obiettivo di ottenere una plusvalenza (cd. capital gain) in sede di dismissione della partecipazione stessa. Nel contesto statunitense, dove l'attività di Private Equity ha una storia molto lunga, il termine ha sempre indicato nella sua globalità l'attività di investimento istituzionale nel capitale di rischio delle imprese in funzione della tipologia di operatore che effettua l'operazione. All'interno del private equity si distingue poi tra Venture Capital e buy-out (tecnica finanziaria attraverso la quale il management o un altro soggetto acquisisce l'impresa, utilizzando per ripianare il finanziamento i flussi di cassa futuri all'acquisizione dell'impresa stessa). All'interno dell'attività svolta dai Venture capital funds è poi possibile individuare due sotto classi, che identificano, a loro volta, numerose tipologie di investimenti. Si parla, infatti, di early stage financing per indicare il finanziamento delle imprese nei primi stadi di vita, mentre si fa riferimento all’expansion financing per indicare gli interventi effettuati in imprese già sviluppate e mature, che necessitano di capitali per consolidare la crescita. In Europa è invece in uso una distinzione più netta tra i due termini: con Venture Capital (VC) si indica l'investimento nel capitale di rischio realizzato nella fase di avvio dell'impresa, mentre con Private Equity (PE) si fa riferimento sempre alla partecipazione azionaria, ma effettuata in stadi del ciclo di vita dell'impresa successivi a quello iniziale. All’interno del VC è possibile poi distinguere: - Seed financing: questo tipo di investimento è finalizzato allo sviluppo di un’idea imprenditoriale di cui non è ancora stata verificata la validità tecnica e Short Report Seminario BAN Sardegna – Aprile 2002 - Relatore Massimo Meneghini
  • 4. - commerciale ma è stata solo effettuata attività di ricerca, di sperimentazione e l’eventuale creazione di prototipi. Letteralmente dall'inglese " seed" significa il "seme" di una iniziativa imprenditoriale. - Start up financing : finalizzato ad imprese impegnate nella fase di sviluppo di un prodotto e nella verifica della sua validità da un punto di vista commerciale. - La realizzabilità tecnica dell’idea è stata già precedentemente testata ma si deve verificare la fattibilità economica e di mercato. E’ necessario industrializzare il prodotto e il processo e sviluppare un business plan dettagliato. I dati AIFI sul mercato del VC in Italia parlano di una notevole crescita negli ultimi anni, anche se nel 2001 si è avuta una discesa del 26% rispetto il massimo del 2000, pur rimanendo superiore ai livelli di investimento del 1999. Il maggior numero di operazioni svolto dagli associati AIFI nel 2001 ha riguardato proprio la fase di avvio delle imprese, anche se la maggior parte delle risorse finanziarie ha riguardato operazioni di buy out. Il comparto delle telecomunicazioni è stato nel 2001 il piu' investito dagli operatori istituzionali del capitale di rischio; segue poi il manifatturiero e l'energetico. Tuttavia, si ritiene che, escludendo grosse operazioni legate al settore telecomunicazioni, il settore manifatturiero rappresenti il settore principale di investimento, come si registrò nel 2000. La distribuzione geografica degli investimenti, vede nel Nord Italia una certa concentrazione delle operazioni di finanziamento in equity, con la Lombardia la regione piu' attiva. Il cambiamento del mercato del capitale di rischio che sta avvenendo in Italia, sopratutto per le piccole imprese, si riscontra anche nella presenza di una nuova figura economica: il Business Angel (BA). I BA sono dei privati, degli imprenditori che hanno venduto la loro precedente impresa, manager in pensione, persone che comunque dispongono di un discreto patrimonio personale, una buona propensione al rischio, esperienza e contatti professionali, e vogliono investire in una start up mediante la partecipazione al capitale di rischio. Oltre al giusto modo di far impresa, alla start up risultano preziosi i contatti che il BA apporta nella società che finanzia: il network di relazioni con altri soggetti dell’economia locale che l’investitore ha maturato nel tempo, potenziali fornitori, possibili nuovi clienti, istituzioni finanziarie, centri di ricerca universitaria, autorità amministrative e, soprattutto, importante è il favorevole rapporto che si instaura con l’ambiente creditizio, in virtù di quelle garanzie di “bancabilità” che, frequentemente, sono assenti nell’imprenditore proponente. Diverse sono le motivazioni che spingono tali soggetti ad investire nelle nascenti imprese: conseguire un elevato ritorno dell’investimento effettuato, con una redditività desiderata almeno pari al 20/30% annua, interesse verso particolari tecnologie, contribuire allo sviluppo economico della propria comunità e di nuove generazioni di imprenditori, senso della sfida e il mero piacere di investire. Short Report Seminario BAN Sardegna – Aprile 2002 - Relatore Massimo Meneghini
  • 5. La categoria dei Business Angel ha origine e si è sviluppata negli Stati Uniti. Inizialmente erano finanziatori degli spettacoli di Broadway; in seguito hanno esteso il loro ambito di intervento ad altre tipologie di attività imprenditoriali, tanto da essere considerati, nel 1933 “investitori accreditati”, secondo la definizione che di tale categoria viene fornita già dal Security Act. Per agevolare la diffusione del fenomeno, negli USA è stata creata una rete telematica, denominata Ace-Net, gestita da enti universitari e di ricerca, che funge da punto di contatto tra finanziatori e finanziati imprenditori. E' una specie di piazza di incontro, non ancora proprio un mercato di scambi, creata in Internet dal SBA (Small Business Amministration), il Ministero americano della piccola media impresa. Esperienze successive a quella statunitense si sono sviluppate in Europa, e precisamente in Gran Bretagna dove la cultura d'impresa è piu' simile a quella USA, in Olanda, dove esiste un sviluppato network di Business Angel, e solo recentemente con l'impulso e la sensibilità delle autorità della Comunità Economica Europea, anche in Germania, Francia Belgio e Italia. Da circa due anni infatti, dalla fine del 1999 e inizio 2000, anche in Italia, esiste un Network denominato Italian Business Angel Network (IBAN www.iban.it), una associazione a cui aderiscono sul territorio italiano diversi BAN (Business Angel Network) con competenza territoriale. Ogni singolo BAN raccoglie sul territorio i progetti d'impresa, li seleziona, li assiste se necessario nella redazione di un business plan che supporta la presentazione del progetto d'impresa in un Forum degli Investimenti, dove partecipano gli aderenti al network. I Business Angel sono definiti anche investitori informali, di finanziamento alle piccole imprese, in opposizione agli investitori formali, ossia il formal Venture Capital tradizionale. I VC generalmente trascurano le start up di piccole dimensioni in quanto l'intervento finanziario è troppo modesto per giustificare i costi di una adeguata due diligence. Ecco allora che il Business Angel si inserisce in un vuoto di mercato del capitale di rischio; acquisisce quote di piccole società a responsabilità limitata (s.r.l), oppure partecipazioni di società per azioni (S.p.A), favorendo la creazione dal basso di imprese, rischiose ma ad alto tasso di rendimento atteso che possono essere cedute dopo 3-5 anni all'imprenditore con clausola di riacquisto oppure ad un Fondo di VC, il quale può trovare nella Borsa l'exit way ideale, tramite l'IPO I nitial Pubblic Offering, chiamata in italiano OPV, Offerta Pubblica Sottoscrizione - ossia nuova quotazione in Borsa. Short Report Seminario BAN Sardegna – Aprile 2002 - Relatore Massimo Meneghini
  • 6. I Business Angel risultano quindi complementari e non concorrenziali ai VC istituzionali o alle Merchant Bank, in quanto coprono una dimensione di interevento diversa, inferiore, del capitale di rischio, generalmente dai 50 ai 500.000 Euro, anche se la divisione fra un segmento ed un altro non è sempre così definita e chiara. Per quanto riguarda le fasi del ciclo di vita delle imprese in cui investe il BA, un recente report sull’attività di investimento dei business angel, redatto dalla British Venture Capital Association, rileva che nel Regno Unito le imprese in fase di seed e start up raggiungono da sole il 60% dell’ammontare totale investito dal BA ed il rimanente nelle altri fasi. I settori in cui i BA generalmente investono riguardano soprattutto le imprese con un certo grado di innovazione, solitamente coinvolte in progetti che riguardano i settori collegati a ITC, l’energia, le biotecnologie, il software e le innovazioni in settori tradizionali. Tuttavia, il BA investe nei settori che conosce, e proprio questo rappresenta un suo punto di forza, assieme alla giusta mentalità nel " fare impresa". Si trovano così BA attivi nei settori piu' tradizionali e maturi dell'economia: da una recente ricerca italiana1 il 70% degli interventi di BA riguarda il settore manifatturiero. Dal punto di vista del territorio, il BA solitamente preferisce occuparsi di imprese presenti nella propria regione di residenza. Da un’indagine svedese emerge che più del 60% degli investimenti hanno luogo, al massimo, ad un’ora di viaggio dalla residenza dell’Angel. Questo crea quindi una circolazione della ricchezza all’interno della regione, favorendo il moltiplicarsi del reddito locale. La carta d'identità del BA italiano sembra sia costituita da una persona di sesso maschile nel 95% dei casi con una età media di poco inferiore ai 50 anni2 . Le tipologie di BA si possono dividere in 2 diversi gruppi: 1. un primo filone è costituito da ex imprenditori dotati di un discreto patrimonio personale, ma un attuale basso reddito, oppure da imprenditori in attività, che hanno ormai raggiunto una situazione di agiatezza e desiderano investire in nuove aziende ottenendo il controllo, come conseguenza della loro mentalità professionale. Questo filone è tipicamente ambizioso, profondamente radicato nella realtà degli affari. Orientato ai risultati, molto attento al profilo umano del proponente, è in grado di prevedere il potenziale di crescita di una start up che opera nel settore che conosce. 2. Come seconda figura ci sono i BA con forte cultura finanziaria che non cercano la maggioranza della società. Ci sono anche gli advisor di piccoli fondi chiusi che investono in start up, amministratori di piccole S.p.A., delle holding specializzate negli investimenti di partecipazioni aziendali e piccole S.a.S., che per le ridotte dimensioni e per la mentalità operativa rientrano nella categoria dei Business Angel e non dei fondi istituzionali. Per completezza, è da precisare che esistono anche delle divisioni di realtà industriali importanti che hanno costituito una sezione specializzata negli investimenti in capitale di rischio, avendo la conoscenza specifica del settore in cui investono, generando una nuova figura definita Corporate Venture Capitalist (CVC) o 1 Dato diffuso dalla ricerca del Prof. Sorrentino durante la 3 ^ Convention IBAN di Milano il 12 aprile 2002. 2 Il dato fa riferimento alla ricerca del Prof. Sorrentino su un ca mpione di 41 Business Angel italiani. Short Report Seminario BAN Sardegna – Aprile 2002 - Relatore Massimo Meneghini
  • 7. Corporate Angel se le dimensioni di intervento finanziario sono da BA. L’investimento di questi soggetti viene realizzato acquisendo una partecipazione, non necessariamente di minoranza, in una impresa-obiettivo, instaurando dei rapporti di collaborazione industriale per il futuro sviluppo strategico del business, sia del CVC che della partecipata. Gli obiettivi che si propone il CVC, oltre al capital gain (quando la partecipazione non sarà più considerata strategica), sono principalmente l’integrazione dell’attività dell’impresa partecipata con le altre attività “core” e l’allargamento degli orizzonti tecnologici e commerciali. Come operano i BA? I BA sono soliti richiedere un Business Plan all'imprenditore prima di svolgere qualsiasi investimento finanziario ed analizzare alcuni elementi con particolare attenzione. Alcuni elementi sono: - L'originalita' del progetto ed il rapporto tra originalita' e fattibilita'. - I ricavi e la grandezze del mercato potenziale. - Quanto focalizzato e' il business. - Le difficolta' all'imitazione dell' idea e vantaggio competitivo. - Riproducibilità del prodotto. - L'analisi del piano degli investimenti. - L'analisi del piano delle assunzioni. - Proiezioni economiche a 6-12-18 e poi -24-36 mesi. - La gestione della liquidita'. - Rendimento atteso dell'investimento richiesto nell'arco di 3-5 anni? - Cosa si chiede al nuovo partner oltre che ai capitali. - Percentuale della societa' corrispondente all'apporto di capitale. - Numero di round in cui e' richiesto il finanziamento e le tranche di equity corrispondenti. - Quanto si investirà personalmente o si è già investito? - Come si intende dar liquidità all'investimento. Il BA finchè ascoltano i proponenti d'impresa valutano oltre il progetto anche il team e sono costantemente alla ricerca di ragioni per "non fare" l'investimento più che per farlo. Si segnalano alcuni elementi critici di matching nelle trattative fra BA ed imprenditori. - Il fattore tempo entro il quale avviene il matching è importante: se supera una certo periodo le probabilità di chiusura diminuiscono. Finché c'è entusiasmo da parte di un BA può avvenire il finanziamento. Mediamente il matching dura da 1 a 4 mesi. - L’incompatibilità caratteriale è un altro fattore importante per la buona riuscita delle trattative. Il rapporto tra BA e imprenditore è basato su una alchimia difficilmente formalizzabile. Già dai primi incontri " occorre sentirsi bene assieme", poiché il percorso da fare e sempre caratterizzato da difficoltà e imprevisti. - L’esito della due diligence è un altro elemento di rottura, soprattutto la valutazioni tecniche e tecnologica. - Lo sviluppo del Business Plan, la diversa visione provoca incompatibilità. Short Report Seminario BAN Sardegna – Aprile 2002 - Relatore Massimo Meneghini
  • 8. - Le problematiche giuridico - societarie sono altre fonti di possibile rottura di trattative. - Il controllo della società e le cariche sociali. Maggior esposizione finanziaria corrisponde a maggior presenza nel CDA da parte del BA. - Paternità su brevetti e marchi (% sul fatturato, usufrutto del brevetto …), gelosie e affetti legati al progetto. - Modalità di finanziamento (scambio azionario, cash, garanzie bancarie...). - La differenza di prezzo richiesto e offerto è la principale causa di rottura nelle trattative. - Il criterio da usare per la valutazione del "futuro". Short Report Seminario BAN Sardegna – Aprile 2002 - Relatore Massimo Meneghini