1. 10 FREEPRESS di ENOGASTRONOMIA ABRUZZESE
ANNO 2 - NUMERO 10 - Dicembre 2009/Gennaio 2010
SPECIALE CIOCCOLATO
Per chi sa resistere a tutto, tranne che alle tentazioni…
C COME STAGIONI
Ogni prodotto spontaneo ha il suo tempo
C COME B2B
Tutti pazzi per la Panarda
C COME MASSIMO TAVOLETTA
Quando la magia è nelle piccole cose
2. >> Editore >> Ufficio fotografico
Modiv s.n.c. Mario Sabatini, Chiara Viviani, Daniele Di Vittorio,
www.modiv.it - info@modiv.it Marco Di Edoardo, Walter De Berardinis, Nadia Mi-
riello, Valerio Simeone.
>> Direttore responsabile
Cristina Mosca (non fumatrice) >> Stampa
se volete dirle qualcosa fatelo a: redazione@c-magazine.it AGP Arti Grafiche Picene - Maltignano (Ap)
>> Area marketing e commerciale
Daniele Di Vittorio (ex fumatore) In questo numero si sono infreddoliti, sprincipiati, scapi-
marketing@c-magazine.it - 3887960830 collati, smemorati, spensierati insieme a noi Monica An-
dreucci, Roberto Ardizzi, Andrea Beccaceci, Lanfranco
Maurizio Di Battista (ex fumatore) Centofanti, Antonio Di Giacomo, Gabriele Di Giovannan-
maurizio@modiv.it - 3296249283 tonio, Roberto Ferrari, Massimo Giuliano, Guernica, An-
tonello Maietta, Ludovica Persichitti, Elisabetta Resini,
Anita Righetti e Annunziata Taraschi.
>> Editore: Modiv s.n.c.
Viale Matrino 36, 65013 Marina di Città Sant’Angelo (Pe)
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Registrazione presso il Tribunale di Pescara n° 7/08 del
31/03/2008
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come
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magazine 3
3. C COME SOMMARIO
Foto copertina: Sabatini-Viviani
C come RUBRICHE
cosa c’è nel numero DIECI
05 >> C come Sommario
07 >> C come Editoriale
09 >> C come Informazione
28 >> C come Food Design
51 >> C come Ricette
61 >> C come Guernica
64 >> C come News
66 >> C come Controeditoriale
SPECIALE CIOCCOLATO
30 >> C come Massimo Tavoletta
34 >> C come Proprietà
38 >> C come Premi
C come ABRUZZO
12 >> C come Vi consigliamo
14 >> C come Tradizione
22 >> C come Mototurismo
40 >> C come Sant’Antonio
42 >> C come Marrone
44 >> C come Stagioni
49 >> C come Recupero
C come REPORTAGE
8 >> C come Fotoeventi
18 >> C come B2B
56 >> C come Fuori menù
58 >> C come Fotoreportage
magazine 5
4. C COME EDITORIALE
Dai semi migliori di Cristina Mosca
C COME AMORE
I raccolti migliori
Cristina Mosca
Direttore responsabile di C come Magazine
Un commento sul 2009: poteva andare meglio
Un commento sul 2010: dovrà andare meglio
Un commento: sì.
C’è l’amore dei piccoli gesti; c’è l’amore del Natale che si na-
sconde sempre dietro la porta per poi balzare fuori all’ultimo
momento, riuscendo sempre – e chissà come – a coglierci
I mangimi migliori
di sorpresa; c’è l’amore verso un anno che è stato doloroso
e importante; c’è l’amore dei figli verso i propri genitori e dei
genitori verso i propri figli. C’è l’amore della pazienza; c’è
l’amore della sopportazione; il silenzio che accarezza una
quieta distrazione; c’è l’amore di una vacanza desiderata;
l’amore per la terra, per i suoi prodotti; l’amore per l’armo-
nia delle stagioni; l’amore per un pollo allevato di persona e
che magari viene anche chiamato per nome; l’amore per un
tartufo grattato su un piatto di pasta con un movimento pre-
ciso della mano; l’amore nel riconoscere da lontano il giusto
riccio di castagna.
C’è la prudenza di un nuovo inizio, la conquista di un nuovo
traguardo, il disagio di un addio e il conforto di un arriveder-
ci. C’è l’avventura di un vino, la passione di tanti produttori,
la magia dei rituali, il calore della tradizione, l’abbraccio della
solidarietà. C’è la voglia di conoscersi, la necessità di farsi
conoscere; c’è una quotidianità che lentamente viene rico-
struita, ricomposta, reinventata. C’è un nuovo e instancabile
grazie che facciamo a voi che ci leggete, e a voi che scrivete,
e a voi che mangiate e acquistate in maniera più consape-
vole.
In questo numero di C come Magazine c’è il nostro augurio
per un 2010 coraggioso e forte; pronto a sorridere, a testa
www.sagem.coop - info@sagem.coop alta, orgoglioso, cocciuto quasi; un 2010 luminoso.
magazine 7
5. A TAVOLA CON I VESTINI
Si è svolta a Pescara a metà novembre il consueto
C COME FOTOEVENTI dii Daniele Di Vittorio - Foto: Modiv
appuntamento l’Archeoclub provinciale: per “A
tavola con i Vestini” la Cantina di Jozz ha proposto
per cinque giorni gli antichi piatti del popolo
vestino, come tisane, fracchiate, maialini al miele e
tartugo e agnelli. Un’iniziativa culinaria basata sulla
rievocazione storica della cucina antica.
CANTINA CIAVOLICH GRAN GALÀ DEL VINO D’ABRUZZO
Presso la “Vineria di Salnitro” si è svolta una Il 30 novembre è stata presentata al Romantik Hotel Villa Maria
degustazione dei vini della Cantina Ciavolich. la guida Duemila vini 2010 dell’Ais. I cinque grappoli sono andati
All’interno del locale la responsabile al Montepulciano d’Abruzzo, al Cerasuolo 2008 di Valentini, al
della cantina ha spiegato ai commensali le Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, alla Riserva 2006
proprietà dei vini che hanno degustato mentre di Farnese, al Montepulciano d’Abruzzo Mazzamurello 2006
assaporavamo i piatti preparati dall’originale della cantina Torre dei Beati, al Montepulciano d’Abruzzo San
locale di San Martino alla Marrucina. Calisto 2006 di Valle Reale e al Montepulciano d’Abruzzo Villa
Gemma 2006 di Masciarelli.
PRIMA STELLA MICHELIN AL
CAFÈ LES PAILLOTES
Gli chef Antonio Strammiello e Heinz Beck
all’opera per festeggiare l’assegnazione della
prima stella Michelin al ristorante “Cafè les
Paillottes”. Il Cafè Les Paillotes è oggi il
primo ristorante della costa abruzzese a
raggiungere questo importante traguardo.
DEGUSTAZIONE TULLUM
Bianco, Passerina e Pecorino sono stati i
protagonisti della serata di degustazione che si
è svolta all’inizio di dicembre presso l’enoteca
Viné di Stefano Guaglione. Le caratteristiche
organolettiche dei vini sono stati illustrati da
Andrea Di Fabio, responsabile della società magazine 55
“Feudo Antico”, che commercializza il marchio
Tullum, e l’enologo Riccardo Brighigna.
6. C COME INFORMAZIONE
di Roberto Ardizzi, consulente SGQ
STELLE, QUALITÀ E ALBERGHI
Ecco gli standard di accoglienza
Lo standard è un parametro di
valutazione che deve essere
CATEGORIA * ** *** **** *****
Servizio ricevimento 12 h su 24 12 h su 24 16 h su 24 16 h su 24 24 h su 24
riconosciuto come tale in ogni
momento e luogo, senza possibilità Servizio di notte a chiamata a chiamata a chiamata portiere portiere
d’interpretazione soggettiva dal Servizio custodia in cassaforte in cassaforte in cassaforte in cassaforte in cassaforte
centralizzata centralizzata centralizzata nelle camere nelle camere
momento che esso risponde a dettami
Pulizia delle camere 1 volta al 1 volta al 1 volta al 1 volta al 1 volta al
pratici e tecnici universalmente giorno giorno giorno giorno con giorno con
riassetto riassetto po-
applicabili. pomeridiano meridiano
Ma a tutti noi è capitato almeno una Cambio biancheria camere 1 volta a 2 volte a setti- 2 volte a setti- tutti i giorni tutti i giorni
volta di giudicare le notevoli differenze settimana mana mana
tra una struttura alberghiera e un’altra, Cambio biancheria bagno 2 volte a 3 volte a setti- 3 volte a setti- tutti i giorni tutti i giorni
settimana mana mana
a fronte di una uguale codifica, cioè a
Bagni privati nelle camere 40% delle 80% delle 100% delle 100% delle 100% delle
pari numero di stelle. camere camere camere camere camere
Senza voler scendere nel merito Numero minimo camere 7 7 7 7 7
delle modalità di assegnazione e
Superficie camera singola 8 mq 8 mq 8 mq 9 mq 9 mq
della libertà di valutazione lasciata
Superficie camera doppia 14 mq 14 mq 14 mq 15 mq 16 mq
alle singole regioni, siamo giunti oggi
ad avere (finalmente) uno standard Superficie per ulteriore 6 mq 6 mq 6 mq 6 mq 6 mq
posto letto
applicativo che dovrebbe eliminare
Superficie bagno privato 3 mq 3 mq 3 mq 4 mq 5 mq
ogni dubbio: l”Italy Stars and Rating”,
completo
ratificato con DCPM del 21.10.2008.
Questo disposto identifica i servizi
minimi richiesti per la codifica delle Servizio bar no no 12 h su 24 16 h su 24 16 h su 24
anche nelle (nelle camere
strutture alberghiere, secondo una camere 24 su 24)
griglia di valutazione che elimina ogni Servizio prima colazione si si si si si
dubbio ed interpretazione, definendo Servizio ristorante no no se presente se presente se presente
nel minimo dettaglio ogni singolo Lingue estere no no 1 2 3
punto. Divise per il personale no no si si si
Eccone un piccolo abstract, che
Servizio fax e fotocopiatrice si si si si si
naturalmente è solo un riassunto del
Servizio internet per gli no no si si si
disposto normativo, ma è di certo
alloggiati
già sufficiente per dare a noi “utenti”
Servizio lavaggio e stira- no no no si si
uno strumento valido per giudicare se
tura
la qualità attesa coincide con quella
Servizio parcheggio no no no dalle 8 alle 22 24 ore su 24
erogata e con quella percepita. Ad
ognuno la sua valutazione… Ascensore no si si si si
magazine 11
7. C COME VI CONSIGLIAMO
Comunicazione istituzionale
Quando la passione dà i suoi frutti migliori
SS 553 Km 13,6
64024 Notaresco (TE) - Italy
Tel:0039/085.898894
Fax:0039/085.898895
www.villacervia.it
UN TESORO TRA LE
COLLINE TERAMANE
I prodotti di Villa Cervia
Villa Cervia Com nella provincia teramana significa: Un Montepulciano d’Abruzzo esuberante, per grandi arrosti
Notaresco, Albano Cianelli, vitigni abruzzesi. Notaresco è e cacciagione. Gradevole anche nella sua versione Trebbiano
un paese al centro della Vallata del Vomano, sulla sinistra D’Abruzzo Doc.
il fiume omonimo, a pochi chilometri dalla marina adriatica. Villa Cervia, altra linea di Montepulciano, Trebbiano e
Albano Cianelli è il presidente di Villa Cervia Com, è enologo Cerasuolo delle colline tramane, invecchiato ed imbottigliato
e grazie all’apporto del collega enologo Rino Moretti e a freddo con procedimento sterile.
di altri collaboratori ha avviato la produzione in bottiglia Spumante Corte dessert, da vitigni pregiati come Chardonnay
di un’articolata gamma di vini. Vitigni abruzzesi per vini e Moscato, sempre delle colline teramane, che troviamo
straordinari, che anche grazie a Villa Cervia Com sono anche nella versione Spumante Corte Brut, ottenuto da
diventati prodotti apprezzati in tutto il mondo. L’azienda vitigni Chardonnay, Passerina e Sangiovese.
infatti distribuisce prevalentemente sui mercati nazionali ed Casa Moretti, linea prodotta in occasione del 75esimo anno
internazionali con linee doc e docg, eppure non si è fermata di attività nel settore enologico di casa Moretti che, con il
a questo: ha tanta voglia di andare avanti ed ha mantenuto capostipite Domenico, nel 1927 ha dato inizio alla sua attività
inalterata la filosofia e l’approccio al vino. Oggi ha un nel settore. La linea comprende il Cerasuolo IGT, il Trebbiano
centro di imbottigliamento curato e all’avanguardia, che si D’Abruzzo IGT e il Montepulciano d’Abruzzo Doc.
è specializzato nella produzione di vini frizzanti e spumanti Gli altri vini prodotti dall’azienda sono il Sangiovese IGT,
naturali. La produzione viene esportata per l’80%. I mercati Chardonnay Terre di Chieti IGT, Rubiro Giovane IGT, il
più significativi sono in Inghilterra, USA, Germania, Svizzera, Pecorino e tante altre produzioni dall’abbigliaggio estroso.
Belgio, Svezia, Danimarca, Olanda, e recentemente sono L’azienda Villa Cervia Com si è prefissato come obiettivo
iniziate le esportazioni in Canada, Giappone ed altri piccoli prioritario quello di divenire l’azienda enologica più
paesi extra UE. importante della provincia e tra le primissime aziende private
I vini: del settore nell’ambito regionale. Grazie anche ad una terra
Rocca dei Bottari, uno dei primi prodotti di Villa Cervia Com. ricca e speciale come quella abruzzese.
magazine 12 magazine 13
8. C COME TRADIZIONE
di Anita Righetti - Foto: Mario Sabatini
METTI UN CARDONE A NATALE...
I segreti di un buon brodo
Il brodo di carne con il cardone è il piatto natalizio per non solo dalla varietà scelta, ma soprattutto dalla cura nel
eccellenza. coltivarlo con la paglia lunga tenuta in piedi dalle canne
Ci sono sfumature, piccoli distinguo, variabili di poco conto legate tra loro. L’acqua data in quantità e il buio al quale lo si
ma riguardano tutte il cardone. deve tenere riparandolo permettono al cardone di sviluppare
Il brodo di carne è il piatto principe: può essere di carne di foglie costolute ampie ma compatte all’interno e tenere al
vitello, di carne di gallina o di carni miste, ma è sempre gusto. Se il cardone riceve poca acqua, l’interno della foglia
saporito e non grasso, arricchito da polpettine di carne di si svuota creando una fibrosità filamentosa che fa perdere
vitello macinata molto sottile, che nel Teramano vengono consistenza e gusto.
impastate solo col parmigiano e la noce moscata grattugiata La singola foglia va spellata dolcemente intaccando la
fine, senza l’uovo che invece viene usato nelle altre province. superficie lanuginosa che la ricopre e una volta tagliata a
Senza uovo sono molto più leggere. Poi al brodo si aggiunge pezzetti va immersa in abbondante acqua fredda dove è stato
il cardone, solo bollito oppure mescolato a uova, parmigiano sciolto un cucchiaio di farina bianca: questo accorgimento
e un odore di noce moscata grattugiata. non fa annerire il cardone che, essendo molto ricco di ferro,
Detta così sembra semplice. Invece per un cardone di qualità si ossida facilmente con l’aria. La tradizione vuole il cardone
c’è un percorso molto complesso. molto chiaro e a volte si fa l’errore di scartare le foglie esterne
Intanto è uno dei pochi cibi presente sulla tavola di tutta per usare le foglie interne che, anche se bianchissime, sono
la regione che ne racconta l’importanza e si presenta molto meno saporite. Quando il cardone è bell’e pronto,
dappertutto allo stesso modo. Il cardone è una pianta spellato e immerso in una bacinella con acqua e farina,
coltivata col freddo e al riparo dalla luce per cui assume quel si lascia riposare al fresco fino al momento del consumo.
tipico colore verde…cardone!, cioè verde con dei riflessi Quando non c’era la televisione, e quindi molto tempo fa,
argentei, come quello della salvia che usiamo in cucina: la sera della vigilia di Natale questa operazione avveniva
stesso tono di verde e stesso tono di argento. mentre le donne erano attorno al focolare e gli uomini al
Il cardone deve essere tenero e dolce e questo dipende tavolo a giocare a carte con vino e castagne. Dimenticavo: il
magazine 30 magazine 15
9. procedimento della spellatura lascia sulle mani un nero che
si può alleggerire con succo di limone, ma che andrà via solo
dopo qualche giorno di frequenti lavaggi.
Il giorno dopo, mentre il brodo sobbolle, si lessa il cardone
in acqua già bollente facendolo ben cuocere ma senza farlo
ammollare. Da ricordare che il punto di cottura fa la differenza
per la sua fragranza.
Il cardone va scolato e strizzato per bene con le mani. Si può
mettere direttamente così com’è nel brodo pronto, filtrato
e con le polpettine di carne, oppure si aggiunge a uova e
parmigiano che una volta nel brodo formano una stracciatella
ripiena di cardone, gustosissima. Il cardone strizzato viene
anche aggiunto alla pastella lievitata del baccalà della vigilia,
per delle fragranti frittelle di magro. Ancora oggi chi ha la
possibilità si coltiva la sua personale pianta di cardone
per Natale per averlo tenero e bianchissimo come tutti lo
vorrebbero.
I fritti di Natale sono ottimi sia con la pastella semplice fatta
di acqua farina, un goccio d’olio e uno di liquore secco, sia
con la pastella lievitata con il lievito di birra o solo con un
po’ di birra. Non possono mancare i carciofi affettati sottili
crudi, il cavolfiore bollito, la zucca affettata sottile cruda, e,
appunto, il cardone. Il pranzo tradizionale di Natale si può
aprire con un antipasto all’italiana, salumi vari, formaggio,
sottaceti e olive verdi in salamoia, ma prosegue sempre col
brodo che con il cardone riesce leggero, e continua con il
lesso accompagnato da sottaceti e dagli odori del brodo,
cioè carota, sedano e finocchio; poi con la chitarra col ragù
“all’abbruzzese” o con la lasagne al forno, poi la galantina di
pollo o il pollo al coccio o al forno con le patate, poi le carni
rosse come un arrosto di vitello o un cosciotto d’agnello.
I contorni sono patate al forno, che non mancano mai, e
insalata mista. Il pranzo è concluso solitamente dalla pizza
dolce, dai calcionetti o cagionetti fritti ripieni di castagne o
di ceci, dai tarallucci ripieni di “uvata” e mandorle, da fritti di
pasta lievitata a base di patate e uvetta sultanina, allungati
con le mani nel metterli nell’olio e passati poi nello zucchero
e cannella e che si chiamano “crispelle” o “bruscinatte”
nel Chietino (è interessante che in francese ci sia un dolce
analogo con un nome molto simile!), “li turcinelle” nel
Pescarese.
Castagne, vino buono e il calore della famiglia sono il nostro
Santo Natale. Auguri!
magazine 17
10. C COME B2B
Redazionale. Foto Valerio Simeone
“A TAVOLA CON L’ABRUZZO”
Tutti pazzi per la Panarda
Non dimenticheranno la nostra regione molto presto i quaranta è stato danneggiato in alcune sue parti legate alla storia e
ospiti della Camera di Commercio di Pescara, che suddivisi all’urbanistica, ma per la maggior parte è ancora intatto e
tra giornalisti della carta stampata o di portali di informazione assolutamente sicuro – spiega Daniele Becci, presidente
sul web e tour operator (provenienti dalle altre regioni di Italia della Camera di Commercio di Pescara – Abbiamo una
e da Paesi stranieri come Gran Bretagna, Olanda, Danimarca, risorsa molto preziosa, costituita da aree incontaminate e da
Romania, Germania e persino Giappone, America e Russia) un’eccellente offerta enogastronomica, che trova il suo punto
sono stati accompagnati tra il 24 e il 28 novembre in visita a di forza in una materia prima e in una cultura agroalimentare
città, luoghi e strutture ricettive rappresentativi del territorio, che nulla ha da invidiare alle altre regioni d’Italia». Non
alla scoperta di prodotti tipici e di tradizioni. a caso ognuno dei quattro giorni dell’educational tour è
La quarta edizione dell’educational tour “A tavola con stato dedicato ad una provincia, a partire dall’Aquilano e
l’Abruzzo”, organizzata con la collaborazione dell’Aptr dalla Ricostruzione per passare alla Costa dei Trabocchi,
con lo scopo di far conoscere la regione ad operatori del al Pescarese e all’entroterra teramano. «Se in termini di
settore interessati a promuovere il nostro territorio ai loro mercato ormai si ragiona per macro-aree o per prodotto –
interlocutori aveva uno scopo ben preciso: affermare commenta il vicepresidente Bruno Santori – è altrettanto
l’immagine di un Abruzzo colpito sì nel cuore, ma volto vero che per emergere occorre sempre di più porre in risalto
decisamente alla ricostruzione e sempre in grado di offrire le peculiarità e le unicità di un determinato territorio. Tuttavia
ai visitatori un’accoglienza con tutti i crismi. «L’Abruzzo bisogna anche essere coscienti del fatto che una singola
magazine 18 magazine 19
11. azione non è sufficiente, ma va affiancata e coordinata
con altre iniziative sia sul fronte del marketing turistico sia
su quello della governance regionale, con riferimento in
particolar modo a tutte le politiche trasversali, ad esempio in
materia di trasporti, di infrastrutture, di politiche energetiche
ed ambientali, di agricoltura e via dicendo». Unicità messi in
risalto con i vini della Cantina Masciarelli, gli oli dell’azienda
Ursini, le delizie preparate dai collaboratori di Marcello
Spadone, chef de “La Bandiera”, e naturalmente dal rito
della Panarda rievocata a Città Sant’Angelo, borgo più bello
d’Italia: 60 portate alternate a stornelli e brindisi per la bellezza
di cinque ore seduti a tavola, in un’atmosfera conviviale e
distesa. Un’occasione per proporre una carrellata di prodotti
tipici di tutte e quattro le province, come li bummalitte (i
bomboletti), il siluro di spaghetti ai profumi dell’Adriatico, la
“fracchiata”, le ventricine di Guilmi e di Crognaleto, i ravioli
dolci e salati, i formaggi abruzzesi (giuncata, tomino, il
caciocavallo, il pecorino), i decotti, le scrippelle ‘mbusse e
naturalmente peperoni arrostiti, coratella e mazzarelle. «Sta
diventando certezza l’importanza di condividere programmi
e obiettivi per una progettualità così complessa e vasta.
Per promuovere un territorio è necessario presentarlo,
raccontarlo, e coinvolgere le altre realtà oltre confine» è il
commento di Carmine Salce, vicepresidente vicario. La
Panarda, intanto, è prenotabile per pacchetti di promozione
turistica e diventa è anche “esportabile”. Da gennaio 2010
tutte le informazioni sono su www.panarda.it.
Nel dettaglio, i quasi cinquanta ospiti hanno visitato piazza
del Duomo a L’Aquila, per andare poi a scoprire l’Altopiano
delle Rocche e in particolare l’Albergo Diffuso di Rovere di
Rocca di Mezzo, nel Parco Sirente-Velino. A L’Aquila sono
stati accolti dai rappresentanti della Camera di Commercio
e da Alfredo Moroni, assessore comunale all’ambiente.
L’educational tour ha proseguito per la Costa dei Trabocchi,
gustando il brodetto alla vastese e visitando il centro storico
di Vasto; per la città di Pescara e per Città Sant’Angelo,
poi ad Atri, Farindola e Castelli. Il tour si è concluso con
una cena al porto turistico “Marina di Pescara”. «La nostra
ambizione – spiega il presidente del porto turistico Vincenzo
Di Baldassarre – è avviare entro il 2010 i lavori per valorizzare
l’intera struttura con la presenza di un albergo con nuovi
ristoranti, centri fitness e benessere, e con laboratori-punti
vendita dedicati agli artigiani. Il porto turistico permette alla
provincia in particolare ma alla regione tutta di intercettare
un’utenza molto particolare che, se accolta come da progetto
originario, avrà un motivo in più per trattenersi. Abbiamo in
progetto anche degli interventi per il dragaggio dei fondali e
più servizi di nautica e per il porto». Fotografie e curiosità su
www.b2babruzzo.it.
magazine 20 magazine 21
12. C COME MOTOTURISMO
Redazionale. Foto: Modiv/Berik shop
«LE DUE RUOTE,
LA NOSTRA PASSIONE»
È a Montesilvano l’unico Berik Shop del Centro-Sud
Quando un pilota come Loris Capirossi affida la propria per la nostra sicurezza e poi ci sono molti altri accorgimenti
sicurezza in pista ad un marchio è convinto che questo possa che possiamo adottare per stare meglio e per utilizzare
salvargli la vita. Sintomatico il fatto che Capirex abbia scelto il materiale a nostra disposizione nel migliore dei modi.
Berik come proprio fornitore ufficiale: Berik è un marchio di Partiamo dall’inizio: per l’inverno è indispensabile un casco
qualità, come di qualità sono i prodotti in vendita al Berik integrale o modulare: al Berik Shop di Montesilvano sono
shop di Montesilvano. Per chi ama la moto la pioggia e le disponibili le ultime collezioni Airoh, Caberg, HJC, Lem,
temperature basse d’inverno non sono un problema. Bisogna Premier, Suomy, Vemar per una gamma completa che va
però attrezzarsi nella maniera giusta e al Berik Shop di incontro alle esigenze di tutti i motociclisti. Cerchiamone
Montesilvano (Pe) si trovano tutti gli accorgimenti per essere uno con una buona ventilazione, sarà utile in estate per non
protetti e sicuri in strada: ricordatevi sempre che il freddo sudare e in inverno è indispensabile per non fare appannare
intorpidisce mani e piedi, la sensibilità cala e spesso, magari la visiera: il problema più frequente e anche più pericoloso
dopo un bel pranzo al caldo, i nostri riflessi diminuiscono. per chi va in moto.
D’inverno, quindi, vanno prese tutte le misure precauzionali Il passo successivo è l’abbigliamento: la pelle, si sa, è il
per fare in modo di andare in moto tranquilli. miglior materiale, soprattutto in fatto di sicurezza. Al giorno
Ci sono capi fondamentali che sono necessari soprattutto d’oggi, però, anche i capi in tessuto (Cordura®, H2Out®,
BERIK SHOP OFFICIAL DEALER
magazine 22 magazine 23
13. Gore-Tex®…) hanno raggiunto livelli di sicurezza e vestibilità soulrace.it).
ottimi e sono anche più versatili per l’utilizzo stradale e Anche questi sono prodotti dal prezzo contenuto, ideali per
turistico. Al Berik Shop si possono poi trovare giacche, un’idea regalo. Ma il regalo perfetto si ha dal momento in
pantaloni e guanti in pelle o in cordura, con membrane Gore- cui si acquista un paio di guanti: proteggono dal freddo,
Tex®, Hipora® e Thinsulate®. Tutta la nuova collezione di dalle cadute, ed hanno un prezzo adatto per far felice chi
Motoinfinito (www.motoinfinito.com) rappresenta una delle acquista.
ultime belle novità del mondo dell’abbigliamento invernale Impossibile da ignorare il vasto assortimento di tute intere e
tecnico per motociclisti. Altri prodotti in pelle e cordura divisibili: Arlen Ness, Berik, Hy-Fly, Mescolamista, AQL: un
Berik, Bering, Hy-Fly, e OJ possono risultare il giusto ‘ampia disponibilità di taglie e colori per soddisfare anche i
regalo di Natale per chi ama le vacanze avventurose. Una gusti più difficili. È fondamentale accompagnare la tuta con
menzione particolare va alla vasta scelta di prodotti Arlen lo stivale: al Berik Shop si trova una vasta scelta, a partire
Ness, famosi tra i possessori di Harley Davidson per la loro da calzature altamente tecniche, fino ad arrivare a comodi
qualità superiore. stivaletti di pelle
D’inverno riuscire a mantenere la temperatura corporea è Caratteristica importante di tutto l’abbigliamento
la prima cosa da fare: un buon abbigliamento underwear è motociclistico è il grado di versatilità: ogni articolo acquistato
quello che ci vuole per partire con il piede giusto. Questo ha caratteristiche tali che lo rende idoneo anche per gli sport
tipo di abbigliamento va indossato molto vicino alla pelle ed invernali: in questo modo si riesce a ottimizzare gli acquisti,
è studiato per essere anche comodo da portare, con forme riuscendo a utilizzare l’abbigliamento anche in montagna.
adatte a chi sta tante ore con le ginocchia piegate. Sono Al Berik Shop di Montesilvano, unico punto vendita esclusivo
prodotti utilissimi specifici, caldi e idrorepellenti come anti- Berik in Abruzzo, anche chi non va in moto trova il suo piccolo
pioggia e sottotuta intere o divisibili in tessuto filamento paradiso, grazie all’abbigliamento fashion per uomini, donne
carbonio, sottocaschi, golette termiche, insieme alla nuova e bambini: jeans, felpe e magliette dal design sportivo e
collezione Spark (www.sparkbygbr.it) e SIXS (www.sixs. accattivante, ideale per chi vuole sentirsi motociclista sempre
com), così come le nuove protezioni SOUL RACE (www. anche quando non cavalca la sua moto.
magazine 24 magazine 25
14. Non solo BERIK
Al Berik Shop si può trovare anche abbigliamento per gli scooteristi. Sotto la
pioggia battente o sotto il solleone, per andare in ufficio o per una passeggiata
fuori porta. Sempre e ovunque. Non ci sono limiti per chi si sposta ogni
giorno sulle due ruote. Questo è il motto che accompagna tutte le collezioni
di abbigliamento e accessori che garantiscono sicurezza, comfort e moda
in qualunque condizione meteorologica. Sono disponibili i marchi Tucano
Urbano e Armadillo, con una vasta gamma di prodotti capaci di soddisfare
qualsiasi esigenza e gusto.
magazine 20 magazine 27
15. C COME FOOD DESIGN
di Ludovica Persichitti - ludovica.architettura@gmail.com
PROGETTARE UNA CIOCCOLATERIA
Quando l’ambiente fa la differenza
Ad implementazione dello scorso articolo, questa volta vorrei per il calore della bevanda colando e immergendosi in essa.
citare alcuni casi progettuali in cui il cioccolato è protagonista In abbinamento, il menu prevede sofficissimi waffles, muffins,
assoluto, tanto da ispirare la creazione di locali, bar e luoghi crêpes ed invitanti mini cakes dal cuore morbido di cioccolato.
legati sia all’esperienza sensoriale di degustazione sia a quella Per un’esperienza sensoriale a 360° sul cioccolato
culturale di apprezzamento e conoscenza del prodotto. Per fortunatamente per noi non è necessario espatriare, ma in
esempio, chi avrebbe mai pensato che il celebre film “Willy Italia (a Milano e a Napoli) possiamo vantare un nuovo brand,
Wonka e la fabbrica di cioccolato”avrebbe potuto tanto “Cioccolatitaliani”, il cui concept è stato curato dal direttore
suggestionare un bambino da portarlo, da adulto, a creare creativo e designer Paolo Baricchella. L’ idea è di promuovere
una serie di chocolate bar di tutto successo? È il caso di Max la cultura del cioccolato facendone conoscere la molteplicità
Brenner, che ha aperto non solo un chocolate bar o un negozio di espressioni. Come? Progettando i locali in modo che il
di cioccolato, ma un vero e proprio “tempio del gusto” per tutti laboratorio, circondato da vetri, sia a vista, un “acquario” in
gli appassionati, fondato in Israele nel 1995, poco più tardi cui chiunque può assistere alla creazione dei prodotti. Intorno
approdato negli U.S.A. (New York e Philadelphia), nelle Filippine, predominano le tonalità calde che rievocano la materia prima, il
a Singapore e con molto successo in Australia. “Guarda, cioccolato, i materiali naturali come il pavimento in legno gres,
odora, assapora e senti” è il messaggio del brand e l’invito la pietra grezza di rivestimento al bancone, le piastrelle bianche
ad un’esperienza olistica, che si serve di una progettazione dei laboratori, i tavoli in legno non trattato e le poltrone disegnate
dello spazio ad hoc ispirata alla fabbrica di Willy Wonka per da Franco Costa appositamente per “Cioccolatitaliani”. Al
lo scenario in cui scegliere tra varie proposte di degustazione. centro del locale, fulcro simbolico e spaziale, vi è un “caveau”
Ciascuna di queste prevede l’utilizzo di tazze speciali, dal design alto 4 metri con preziosi lingotti di cioccolato. L’angolo dedicato
studiato per sottolineare la piacevolezza degustativa. Come in al gelato prevede una scelta fatta in funzione di una migliore
un rito, il cappuccino caldo al cioccolato si beve da hug mug, qualità del prodotto: quella del banco a pozzetto, che pur
la tazza avvolgente che bisogna afferrare con entrambe le perdendo la visibilità dell’invitante massa cremosa ci guadagna
mani e portare alle labbra abboccando leggermente e quasi nel gusto e nella massima conservazione delle caratteristiche
versando la bevanda in bocca. Per un approccio più frizzante degustative ed olfattive. Infine, suggestive fontane da cui
si può optare per i frappè al cioccolato serviti in walkie cup scorre cioccolato fuso per guarnire dolci e gelati completano
di ceramica, dalla cannuccia metallica fissa e piegata per un l’atmosfera, inebriata dai profumi sprigionati dalla materia prima
perfetto “tiraggio”. Ai puristi la possibilità di servirsi di ovetti di selezionata all’origine e garantita in tutta la filiera.
porcellana nei quali lasciar sciogliere un piccolo blocchetto di Una riflessione: la progettazione può anche nascere da un unico
cioccolato concentrato. Chi lo preferisce abbinato al caffè, avrà elemento, restituendone un’immagine rinnovata e “partecipata”,
davanti a sé una tazza di ricco caffè bollente con una piega emozionale, che punti su valori forti e generalmente accettati,
sul bordo, nella quale una scaglia di cioccolato si fonderà come il comfort e lo stare bene.
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16. C COME MASSIMO TAVOLETTA
di Cristina Mosca – Foto: Mario Sabatini
DOLCISSIMO, MA CON ETICA
Quando la magia è nelle piccole cose
Nomen omen, dicevano i Latini: il presagio, il destino è nel gustato («Il caffè è un vizio: visto che nessuno lo faceva
nome. Perciò non ci stupiremo se a Pescara c’è un cioccolataio come-dico-io, ho aperto un angolo di degustazione»); e
che si chiama Massimo Tavoletta, e che un bel giorno ha anche la pazienza con cui si cerca il giusto fico secco o il
smontato baracca e burattini e ha ripreso il bandolo di una marrone da ricoprire di cioccolato fondente fa la differenza.
vecchia matassa custodita nel baule di famiglia. Essere nato «Devono essere il più naturale possibile, senza sbiancanti o
Tavoletta lo ha avvantaggiato, ad esempio, nella scelta del antiossidanti – spiega – Il lavoro di un artigiano è anche saper
nome del negozio: sono in pochi ad avere il marchio registrato cercare e selezionare il prodotto, a costo di aspettare diversi
già all’anagrafe. Eppure la storia del suo mestiere appartiene mesi per trovare l’interlocutore giusto». Lavorando nel settore
alla famiglia di sua madre e comincia quando nel 1918 nonno del cioccolato, infatti, e andando quindi a prediligere zone
Luigi Colella, pasticcere e artigiano del gusto, fondò uno dei come Brasile, Venezuela, Colombia, Ecuador, Indonesia,
primi laboratori di pasticceria di Torre de’ Passeri. Parliamo Sri Lanka, ma anche Ghana, Nigeria e Costa d’Avorio, c’è
di un periodo in cui Pescara era solo un piccolo concentrato l’alto rischio di incappare in aziende che sfruttano i coltivatori
di case di pescatori a sud dell’Aterno e i punti nevralgici impiegati nella manodopera, senza obbedire ai canoni del
dell’economia erano, oltre a Torre de’ Passeri, Chieti e Popoli. commercio etico. Anche entrare in laboratorio può voler dire
Un tempo in cui non c’era sbattitore automatico che tenesse fare politica: «Il cioccolato non ha una nazionalità ma solo un
alla sapienza di lavorare le uova a mano, su una sedia dalle microambiente adatto – conclude Tavoletta – l’importante è
gambe segate all’altezza giusta per poter meglio imbracciare poter essere sicuri di stare dando dignità ad un contadino e
il contenitore di ceramica, scegliendo il ritmo giusto in base non di stare permettendo a qualcuno di sfruttarlo. Per questo
alla temperatura delle uova. «Non ci sono chissà quali grandi scegliamo di lavorare con aziende che ci garantiscono un
segreti in questo mestiere – racconta Massimo Tavoletta commercio etico». E non è vero che ogni cioccolata è “bella
– l’unica cosa necessaria è l’amore nell’apprenderlo e nel a mamma soje”, perché assume pregio diverso a seconda
portarlo avanti. La differenza sta nella scelta delle materie dell’uniformità dell’area e delle piantagioni di provenienza,
prime, nella voglia e nella fantasia di lavorarle». Un amore fino al “Grand Cru” del cioccolato: quello controllato passo
conservato nei piccoli gesti, nelle forme delicate, nella cura passo, dal momento in cui la fava di cacao viene colta a
dei particolari, e riscoperto a 36 anni: dopo una vita nel mondo quando viene fatta fermentare, essiccare (all’aria e al sole è
dell’editoria, nel 2001 Massimo ha deciso di ricominciare la maniera ideale), insaccare e spedire in Occidente, dove
da zero e di tornare alle origini, rimettendosi a studiare, a viene ridotta in poltiglia attraverso varie fasi. È il cioccolataio
conoscere, a capire, iniziando un percorso di formazione a fare i piccoli miracoli di dolcezza che tanto ci piacciono:
professionale in costante aggiornamento. «Ogni ricordo di sì, cioccolataio, e non cioccolatiere, nonostante qualcuno lo
mio nonno in cucina è ancora molto vivido – racconta – Ogni ritenga poco elegante. Il detto “Fare la figura del cioccolataio”,
scelta veniva motivata, ogni movimento era sottolineato: lo infatti, risale a degli aneddoti dell’Ottocento e sta ad indicare
guardavo lavorare con passione e imparavo a non scendere comportamenti fuori luogo… Ma noi sappiamo oggi più
a compromessi nella scelta degli ingredienti. La qualità va che mai che in questa definizione non è solo racchiuso il
prima di ogni cosa». Ecco che da Massimo Tavoletta non sinonimo di maestro artigiano, bensì, come scrive Patrizia
si va a prendere “un” caffè, bensì “il” caffè, fatto per essere Sanvitale, di vero e proprio alchimista.
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17. Torta al Cacao Cioccolata
in tazza
Ingredienti per 4 persone: Ingredienti per 4 persone:
125 g di farina; 40 g di polvere di cacao; 100 g di zucchero semolato; 100 g di burro; due uova; un tazzina di Ingredienti: 500 g. latte intero; 200 g. cioccolato fondente 55% di cacao minimo;
latte; un cucchiaino di lievito in polvere; un pizzico di sale
Preparazione: Preparazione:
Lavorare in una terrina il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa. Unire le due uova, la farina, il lievito, il cacao, Portare il latte a ebollizione in un pentolino; mettere il cioccolato fondente precedentemente rotto in piccoli pezzi e aggiungere piano piano il latte. Una volta che
un pizzico di sale e il latte. Lavorare l’amalgama fino ad ottenere un composto omogeneo. Foderare con la carta oleata uno stampo il cioccolato comincia a sciogliersi mettere il cioccolato col latte sul fuoco, molto basso, e aggiungere, mescolando, il rimanente latte. Una volta inserito tutto il
di pirex, versarvi il composto e cuocere per 30 minuti nel forno a 180°. Lasciare raffreddare la torta e sformarla. latte portare a bollore ed ecco pronta la cioccolata in tazza. Servire in tazza con una spolverata di cacao non zuccherato.
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18. Speciale Cioccolato
C COME PROPRIETÀ
di Monica Andreucci. Foto: Sabatini - Viviani
UN PIACERE VERO E… SANO
Per chi sa resistere a tutto, tranne che alle tentazioni
Di solito i principi attivi il cui nome finisce in -ina vanno pre- fa intuire i grandi riflessi geopolitici (oltre quelli economici)
si con cautela perché o fanno danni al nostro organismo o che può avere l’orientamento del mercato. Scegliere con
creano pericolose dipendenze. Per fortuna, però, esistono criterio, poi, permette di usufruire a pieno dei suoi benefici
eccezioni: la più bella si chiama teobromina, è davvero po- effetti sulla salute: gli archeologi hanno appurato che l’impe-
tente ed, usata consapevolmente, garantisce effetti piace- ratore Montezuma ne consumava fino a 50 tazze al giorno.
volissimi. Dimenticate pastigliette e fiale da iniettare, perché Probabilmente non condivideremmo il modo di bere “cibo
questa autentica – ma sana – “droga” si assume col cioc- degli dei” in uso tra gli Aztechi, visto che le fave di cacao
colato! venivano messe in infusione nell’acqua bollente e spruzzate
Ormai è risaputo che la fava (il seme, per intenderci) di the- di peperoncino... Pare che per oltre due secoli dal 1640,
obroma cacao è un concentrato di proprietà benefiche in quando quel frutto curioso approdò in Sicilia, la sua polvere
continua scoperta; l’ultima novità, per esempio, è il potere marroncina fu usata solo come spezia. Fu poi Bonajuto di
anticarie, che viene subito dopo la capacità – comprovata Modica a sperimentarla come cioccolata abbastanza simi-
– di allontanare il rischio di infarto. Eppure stiamo parlando le all’attuale. Il primo scalo mediterraneo dal Nuovo Mondo
di un cardiotonico, eccitante, dopante, energetico, assue- fu però la Spagna dove, un po’ alla maniera degli Aztechi,
facente, intrigante e via così, mettendoci pure i sospetti di si consumava come bevanda liquida. La prima tavoletta di
ipercalorico, cefaleico, affaticante del fegato, a rischio in- cioccolato fu prodotta in Gran Bretagna da Cadbury, che è
tolleranze e rallentante della digestione se mangiato a fine ancora oggi una famosa fabbrica di dolciumi.
pasto… Il cioccolato di qualità si riconosce dalla lettura degli ingre-
Ci sono troppi luoghi comuni da sfatare sul “cibo degli déi” dienti: ad esempio un “extra fondente” deve avere un mini-
(non a caso è questa la traduzione letterale del nome dato mo di 46% di massa cacao e contenere solo burro di cacao:
al cacao da Linneo). Intanto è un prodotto a cui è meglio è il cioccolatiere ad effettuare la selezione delle varietà e dei
accostarsi consapevolmente: già la provenienza da Paesi tipi di provenienza delle fave di cacao, a curare le delicate
non opulenti, oltre al fatto di essere merce quotata in borsa, fasi del processo di lavorazione, a dosare aromi e sapori. Gli
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19. Speciale Cioccolato
esperti consigliano di fare più assaggi, intervallandoli con
acqua liscia e pane non salato, possibilmente a stomaco
vuoto e ad una temperatura non superiore ai 20°.
Pare che il mondo del cioccolato sia una festa per le papille
assai più di quello del vino, visto che esistono 16.000 diversi
tipi di fave, ognuna con sue peculiarità, da moltiplicare per
i tanti modi di lavorarle. In teoria se ne potrebbe consumare
ogni giorno – purché al 70% almeno di cacao – ma attenti
agli effetti collaterali: chi lamenta che fa venire il mal di te-
sta, può provare a mangiarla in condizioni diverse, come a
digiuno o no; se ci sono intolleranze, massima attenzione
agli ingredienti; la fondente è ottima per i celiaci, purché
non contenga tracce di glutine, ed è buona anche per chi
ha difficoltà col lattosio. Altro mito da sfatare: i brufoli sono
legati al quantitativo di grassi animali che ingurgitiamo. Con
o senza la cioccolata (che non dovrebbe averne) sarebbe
lo stesso!
Nota a parte sui prezzi: è difficile pensare che una tavoletta
costata intorno ad 1 euro sia totalmente valida, se al produt-
tore il cacao di minor pregio viene pagato 2.500/2.600 $ a
tonnellata. Le confezioni da 100 gr dei prodotti di fascia alta
(quelli che oltre ad esser buoni sono davvero sani perché
non contengono additivi) stanno dai 6/7 euro in su. Tra i siti
più indicati per ogni altra utile informazione c’è www.cioc-
colato.it, curato dalla Compagnia del Cioccolato, che meri-
toriamente si è battuta, in sede Comunitaria, per concedere
la denominazione di “cioccolato” solo ai prodotti che non
contenessero altri grassi oltre al proprio, il pregiato burro
di cacao.
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20. Speciale Cioccolato Speciale Cioccolato Speciale Cioccolato
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C COME PREMI
di Massimo Giuliano. Foto: Sabatini, Di Vittorio
CHE VINCA IL … PIÙ CALORICO
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Due chocofeste nel teatino
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Possiamo dirlo: la provincia di Chieti aspira ad essere, celebre trasmissione tv di Barbara D’Urso. Il “Chocofestival”
nella nostra regione, il punto di riferimento indiscusso ha coinvolto pasticceri provenienti da tutta Italia e pronti a
per gli amanti del cioccolato. Non a caso nel capoluogo gareggiare per la solidarietà riproducendo monumenti italiani
teatino, in corso Marrucino, si è tenuta la prima edizione in cioccolato, che sono stati esposti nel Teatro Marrucino.
del “Chocofestival”, che ha registrato buoni numeri: 23 Alla fine ha vinto Armando Felice di Guardiagrele, che si è
espositori con un percorso degustativo all’insegna delle aggiudicato il suo peso in cioccolato, concorso abbinato
6 tipicità abruzzesi, circa 15.000 visitatori, di cui 1.700 hanno con il percorso degustativo: il fortunato ne ha riportati a casa
effettuato il percorso de gustativo, 2.175 euro raccolti con 100 kg. Oltre alle degustazioni, agli stand degli artigiani e dei
un’asta di beneficenza in favore di “30 Ore Per La Vita”, alla commercianti, i visitatori hanno potuto assistere ad eventi,
presenza della madrina Lorella Cuccarini. Spazio, anche, ad massaggi e trucchi al cioccolato, esposizioni, animazione
uno speciale guinness, quello della caffettiera più grande, e laboratori per i più piccoli. L’obiettivo? Offrire ad adulti e
con un’altezza di 2,20 metri e un peso di circa 15 quintali. bambini una concreta occasione di studio e approfondimento
7 Ora questa caffettiera verrà trasferita a Rimini dal 23 al 27 di uno dei cibi più amati al mondo: il cioccolato, appunto. In
gennaio 2010 per la finale del Campionato Italiano Seniores, questa circostanza, Chieti si è coperta di delizie e il suo centro
che si svolgerà durante il Sigep, e sarà poi riproposta dalla storico si è trasformato in un’enorme pasticceria all’aperto
Bialetti come “Caffettiera della solidarietà”; si è parlato con vetrine tematiche. In cabina di regia al “Chocofestival”
anche di una sua partecipazione a “Lo show dei record”, la vi è stata la Confederazione Pasticceri Italiani, presieduta
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1 Visitatori al Chocovillage di Lanciano 2 Emanuele Forcone con la proprietà della pasticceria Pannamore vincitore del concorso
“La miglior tavoletta di cioccolato fondente” 3 Il guerriero di Capestrano di cioccolato della Pasticceria Veronese 4 Un po’ di
torrone a Chieti 5 Scorcio della gioielleria Mozia che ha vinto il concorso “La miglior vetrina al cioccolato” 6 Lorella Cuccarini
madrina d’eccezione al Chocofestival di Chieti 7 La folla lungo Corso Marrucino durante il Chocofestival 8 Il team della
Confederazione Pasticceri Italiani con la caffettiera moka alta mt. 2,2 di circa 20 quintali di cioccolato 9 Pasticceri all’opera
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21. Speciale Cioccolato
da Federico Anzellotti, che con C come Magazine si mostra
soddisfatto ma non evita di togliersi un sassolino dalla scarpa:
«Ci saremmo aspettati un’attenzione maggiore da parte delle
istituzioni, ma l’Abruzzo probabilmente non è ancora aperto
a simili iniziative». Eppure l’evento, che è stato promosso
anche dalla Confartigianato Chieti, ha ottenuto il patrocinio
del Comune, della Provincia, della Regione e della Camera di
Commercio. Solo chiacchiere?
A Lanciano, invece, è tornato il “Chocovillage”, tenutosi tra
l’auditorium Diocleziano e piazza del Plebiscito. Giunta alla
sua terza edizione, la manifestazione è stata organizzata
dall’associazione “L’arte del cioccolato”. In termini di
presenze il dato è incoraggiante, almeno stando a quanto
dichiarato dalla vicepresidente Maria Pia Salvatore: «Per
quanto ci risulta, da una prima analisi fatta sono confermate
le presenze dell’anno scorso: siamo quindi intorno ai 15.000
visitatori». In pratica, lo stesso numero del “Chocofestival”
di Chieti. La rassegna lancianese ha proposto agli espositori
un concorso dedicato alla miglior tavoletta di cioccolato
fondente, a cui hanno partecipato circa 15 artigiani
cioccolatai: alla fine si è imposta la pasticceria “Pannamore”
di Vasto. Il premio di quest’anno è stata una scultura-
trofeo in bronzo che rappresenta la cabosside aperta,
dalla quale fuoriesce una tavoletta di cioccolato. L’opera
è stata realizzata dall’artista Francesca Graziani. Con la
collaborazione della Camera di Commercio di Chieti è stato
indetto anche un altro concorso, quello per la miglior vetrina
al cioccolato, al quale hanno partecipato molti negozi di
Lanciano: ha vinto la gioielleria “Mozia”. «“Chocovillage” –
continua la vicepresidente Salvatore – vuole differenziarsi
dai più blasonati eventi di Perugia, Torino, Milano e Bologna
perché dedica particolare attenzione all’artigiano e alla sua
maestria nel lavorare esclusivamente materie prime di alta
qualità. Un evento di questo genere, completamente basato
sulla tradizione artigianale e sulla manualità dei migliori
mastri cioccolatai d’Italia, non potrebbe trovare scenario
migliore di Lanciano, che già in epoca medievale era
rinomata per i suoi artigiani. Con i suoi agorai, vasai, tessitori
di lane e sete e produttori di candele, solo per citarne
alcuni, Lanciano dava vita a fiere che attiravano mercanti
dalla provenienza più disparata, rendendola famosa a livello
internazionale e inducendo, nel 1212, l’imperatore Federico
II di Svevia a conferirle lo status di università demaniale, cioè
città non sottoposta ad alcun feudatario, ma amministrata
direttamente dal re». Elementi che, senza dubbio, la dicono
lunga su molte cose. A “Chocovillage” sono stati collegati
pure alcuni eventi collaterali, tra cui uno spettacolo musicale
che è andato in scena presso il teatro comunale “Fedele
Fenaroli”, con i brani di Goran Bregovic rielaborati dal gruppo
bolognese “Le Quartier Tzigane”, e una particolarissima
“Chocoacconciatura”.
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22. C COME MARRONE
Foto e testo di Marco Di Edoardo
A LEOFARA TRENT’ANNI DI CASTAGNE
Una festa tutta autunnale.
Avete presente il detto popolare “essere preso in castagna”? attualmente utilizzato come materiale da costruzione. Tuttora
Pare che derivi ufficialmente dalla locuzione originaria i castagneti non vengono sottoposti a nessuna concimazione
“prendere in marrone”, perché marrone dal latino antico chimica e la raccolta avviene in autunno tramite battitura dei
‘marro, marronis’ vuol dire errore. Il popolo però ha poi ricci e successiva costituzione delle “ricciare”, grosse buche
confuso il marrone-errore con il marrone-frutto del castagno nel terreno dove si depongono i ricci pieni e ne si attende
e ha utilizzato sempre più l’espressione “prendere in l’apertura: in questo modo le castagne fresche potevano
castagna”. Ci sono però altre interpretazioni che evidenziano essere utilizzate per la preparazione di dolci di Natale o
che l’espressione possa derivare anche dall’atto dell’essere addirittura di Carnevale. Oggi le castagne non fanno più
sorpresi a rubare castagne e da qui appunto “essere presi parte della sfera degli alimenti cosiddetti “poveri” consumati
in castagna”. Nell’ultimo week-end di ottobre Leofara, una dalle popolazioni montane, ma hanno ormai assunto la
piccola frazione del comune di Valle Castellana in provincia connotazione di prodotto tipico e oggetto di una vera e
di Teramo si veste a festa e celebra questo protagonista della propria celebrazione, come nel caso di Leofara. Possono
stagione autunnale. Promossa e organizzata dall’associazione essere consumate arrosto (caldarroste), bollite con tutta la
culturale “I’fere” (Leofara, in dialetto locale), la festa della pelle o spelate (le cosiddette “casciole”) e vengono spesso
castagna è giunta alla sua XXX edizione e si è ormai da utilizzate come sfarinati o per la preparazione di marmellate
anni consolidata come una delle manifestazioni più riuscite e dolci. Inoltre, le castagne fresche o secche possono
della provincia teramana. Così anche quest’anno il 24 e il 25 essere impiegate in cucina anche per la preparazione di
ottobre il piccolissimo paesino nel parco nazionale del Gran antipasti, primi o secondi piatti. La festa della castagna però
sasso e Monti della Laga è divenuto meta di moltissimi turisti è anche l’occasione per vivere la montagna e riscoprire i
e appassionati di cultura enogastronomica. Nel suggestivo piatti della tradizione montana abruzzese. Infatti oltre alle
panorama montano si respira l’aria della tradizione e della prelibate caldarroste si possono degustare gnocchi, polenta
riscoperta dei piatti tradizionali, e il piccolo borgo diventa con salsiccia e porcini, formaggi e salumi vari, zuppa di
scenario di un evento all’insegna della valorizzazione del castagne, ceci e funghi, formaggio fritto, arrosticini, sfritta
marrone di Valle Castellana e dei prodotti del territorio. di maiale con castagne e miele, granoturco arrosto, frittelle e
Il castagno è caratteristico dei Monti della Laga e la sua molti dolci, tra cui il tradizionale “castagnaccio”. All’interno
presenza è favorita dalle condizioni climatiche di quest’area. della manifestazione si può effettuare anche una visita
Per gli abitanti di questa zona la pianta ha rappresentato e guidata ai castagneti di Leofara e per i più curiosi è allestito
rappresenta non solo una fonte di alimentazione e sussistenza uno spazio espositivo dove vengono spiegati gli utilizzi e
ma anche un vero e proprio tratto di identità culturale. Il le tradizioni legate alla pianta e al frutto del castagno. Le
marrone di Valle Castellana infatti, grazie ai suoi alti valori strade del piccolo borgo montano sono allestite anche con
nutrizionali, nell’antichità era alla base dell’alimentazione piccoli banchetti di artigianato locale, il tutto accompagnato
popolare e veniva utilizzato anche per il nutrimento animale. Il da musica rigorosamente popolare per allietare i moltissimi
legno della pianta, essendo di lunga durata, semi duro e poco turisti giunti a Leofara, contenti per una volta di essere stati
sensibile alle variazioni di umidità e temperatura, veniva ed è “presi in castagna”.
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23. C COME STAGIONI
di Cristina Mosca
A CACCIA DI TARTUFI, A PESCA
NELL’ADRIATICO
Ogni prodotto spontaneo ha il suo tempo
E il carovita, e la bontà dei prodotti, e la qualità della materia Di Giacomo, meriterebbe un marchio Doc. La stagione del
prima. Argomenti all’ordine del giorno per chiunque debba tartufo (bianco, scorzone d’autunno e tartufo nero) è l’autunno,
occuparsi di fare la spesa per i pasti quotidiani, dallo studente anche se può capitare di trovarlo nella prima neve e di poterlo
universitario al libero professionista, passando per massaie, raccogliere fino a marzo: ma attenzione, è vietato raccogliere
single, fooders e pensionati. La missione più ardua è conciliare il tartufo bianco a gennaio. Cresce in prossimità di querce,
due priorità ex aequo: mangiare bene e stare nel budget. La pioppi e salici, mentre lungo i sentieri i peri e i meli selvatici si
notizia è: non è poi così difficile e noi vi diciamo come. riempiono di frutti profumatissimi che, custoditi tra la paglia in
Il segreto sta nella stagionalità dei prodotti. È quasi scontato luoghi freschi e areati durante l’inverno diventano ottimi per
affermare che le colture di serra sono più costose di quelle fare marmellate.
che la terra ci dà spontaneamente, ma non lo è altrettanto Erbe spontanee come la valeriana, il tarassaco, la cicoria, il
affermare che i prodotti naturali sono sostanzialmente al crispigno, la rucola e la pimpinella prediligono la primavera,
meglio della loro forma quando è il “momento” giusto. Vale che è la stagione in cui comincia a formarsi lo scorzone, ossia
per alcuni animali da allevamento come il pollo (chi sa ad il tartufo nero estivo, da cogliere a giugno.
esempio che la nidiata di polli è pronta per il macello quando il Qualche idea sul pesce: la stagionalità è un valore essenziale,
primo canta?) o come l’agnello e il maialino da latte: la pecora ma a volte il percorso di una specie ittica dalla barca alla
partorisce due volte all’anno e quindi la tradizione lo abbina nostra tavola può influire sulla sua qualità organolettica,
con naturalezza alla Pasqua e al Natale, mentre il capretto è perché può risentire del trattamento che subisce in questo
collegato alla Pasqua perché il parto è unico annuale. Vale – a volte lungo – tragitto. In estate, per esempio, esistono
anche per il sapore e le proprietà organolettiche del formaggio, condizioni climatiche tali che portano i pesci a stazionare
che vanno di pari passo con le erbe spontanee di cui gli per periodi più o meno lunghi, subito dopo la cattura, in
animali si nutrono. Interessante è l’argomento tartufo bianco, temperature che ne favoriscono il rapido deterioramento:
collocato tradizionalmente a massimo 600 metri sul livello del gioco forza fa la presenza di frigoriferi e ghiaccio a bordo,
mare: ma in Abruzzo, come ci svela il professore Antonio Di per l’immediata conservazione del pescato. Purtroppo è più
Giacomo, può vegetare anche fino a 1000 metri, attirando le difficile che un piccolo peschereccio, re della pesca estiva, si
brame di cavatori anche di altre regioni. Cosa lo rende così doti di queste attrezzature: ecco che una sogliola pescata nella
pregiato? Crescendo in terreni più calcarei, ha un odore più sua stagione, e cioè l’estate, con le retine non lontano dalla
intenso e una ridotta presenza d’acqua, che gli permettono costa finisce per non avere quella saporosità maggiore che
una resa migliore in cucina, tanto che, secondo il professore le spetterebbe, rispetto ad una sogliola presa in inverno o ad
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24. CALENDARIO DEI PRODOTTI DI STAGIONE
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
una sogliola pescata dalle grandi barche al largo. Ecco perché loro differenze organolettiche in base al periodo del ciclo vitale,
MARE la stagione fredda si presta meglio al consumo del pesce. Non ma mentre in tutte le altre specie animali (suini, ovini, bovini e
ALICI meno importanti sono le zone in cui i pesci vengono pescati: pollame che siano) è presente una distinzione netta, spesso
CALAMARI ci sono delle variabili legate alla profondità delle acque , anche legiferata, fra le varie fasi di vita, nei pesci – eccezion
alla loro temperatura, alla salinità e – purtroppo – anche fatta per il novellame – questo normalmente non avviene.
COZZE
all’inquinamento . Per esempio gli scampi pescati in alcune Il resto, anche se non tutto, è riassunto nelle tabelle, buone da
LUMACHINE “fosse” presenti nel Medio-Adriatico hanno caratteristiche conservare per tutto l’anno.
MAZZANCOLLE gustative rispetto a zone diverse. Ultimo aspetto riguarda (Con la gentile collaborazione di Andrea Beccaceci, Lanfranco
NASELLO “l’età” delle specie ittiche: naturalmente esistono anche per Centofanti, Antonio Di Giacomo, Roberto Ferrari, Elisabetta Resini)
PANOCCHIE
RANA PESCATRICE MESI LE RACCOLTE NELL’ORTO
RICCIOLA GENNAIO Carota,catalogna, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, indivia,
ROMBO porro, radicchio,
SAN PIETRO FEBBRAIO Bietola, catalogna, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, porro,
radicchio di Verona e Treviso, finocchio, porro, ravanello, rucola, spinacio invernale, valerianella.
SCAMPI
Piante aromatiche ed officinali: prezzemolo
SCORFANO
MARZO Agretto, asparago, carciofo, cicoria da taglio, cipollotto, lattuga cappuccio e da taglio, porro, ,
SEPPIE radicchio di Verona e da taglio, ravanello, spinacio invernale, valerianella. Piante aromatiche ed
SOGLIOLA officinali: genziana, prezzemolo
SPIGOLA APRILE Asparago, carciofo, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cicoria
da taglio, cipollotto, fava, rucola, valerianella. Piante aromatiche ed officinali: calendula, erba
TONNO
cipollina, tarassaco.
TRIGLIE
MAGGIO Agretto, asparago, bietola da coste, carota, cavolo cappuccio, cetriolo, cicoria da taglio, cipolla
VONGOLE bianca, fava, pisello, ravanello, rucola, spinacio. Piante aromatiche ed officinali: acetosella, ane-
SGOMBRO to, camomilla, camomilla romana, erba cipollina, levistico ( sedano di monte ), malva, prezzemolo,
rabarbaro.
MONTI
GIUGNO Aglio, asparago, barbabietola, bietola da coste, carciofo, carota, cicoria, cipolla bianca, crescione,
BIANCOSPINO
fagiolino, fava, finocchio, indivia riccia, lattuga ( tutte) , patata, pisello, radicchio da taglio, sedano,
BROCCOLETTO SELVATICO
spinacio, zucchina. Piante aromatiche ed officinali: achillea, aneto, basilico, borragine, dra-
CARDO MARIANO goncello, lavanda, maggiorana, malva, melissa, menta, nepitella, origano,prezzemolo, rabarbaro,
rosmarino, ruta, salvia, timo.
CASTAGNE
LUGLIO Aglio, barbabietola, bietola da coste, cardo, barbabietola, bietola da coste, cece, cetriolo, cicoria,
CICORIA
cipolla colorata,cipollina, fagiolino, fagiolo, indivia riccia e scarola, lattuga, lenticchia, melanzana,
CRISPIGNO DI CAMPO melone, peperone, pisello, pomodoro, radicchio da taglio , ravanello, sedano , zucchina. Piante
GENZIANA aromatiche ed officinali: alloro, assenzio, basilico, cumino, erba cipollina, issopo, lavanda, melis-
sa, menta, origano, prezzemolo, senape , timo.
GINEPRO
AGOSTO Anguria, barbabietola, bietola da costa, cardo, cavolo cappuccio, cetriolo, fagiolino, fagiolo, indivia
MELE SELVATICHE
riccia e scarola, fagiolino, fagiolo, indivia riccia e scarola, melanzana, melone, peperone, pomo-
ORAPI doro, radicchio da taglio , sedano , zucca, zucchina. Piante aromatiche ed officinali: basilico,
PERE SELVATICHE coriandolo, luppolo, maggiorana, origano, prezzemolo, santoreggia.
PIMPINELLA SETTEMBRE Anguria, bietola da coste e da taglio, carota, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, ca-
volo cappuccio, cetriolo, cicoria catalogna , fagiolino, fagiolo, finocchio, lattuga, melanzana, melo-
ROSA CANINA
ne, patata, peperoncino, peperone, pomodoro, porro, radicchio da taglio, sedano, spinacio, zucca,
TAPINAMBUR zucchina. Piante aromatiche ed officinali: aneto, angelica, basilico, calendula, rafano, tarassaco.
TARASSACO OTTOBRE Bietola, cardo, carota, cavolo, fagiolino, fagiolo, finocchio, indivia riccia e scarola, lattuga, melan-
TARTUFO BIANCO zana, peperone, pomodoro, porro, radicchio, ravanello, sedano, spinacio, valerianella, zucca, zuc-
china.Piante aromatiche ed officinali: basilico, genziana, ginepro, levistico, malva, prezzemolo.
TARTUFO NERO
NOVEMBRE "Bietola da coste, carciofo, cardo, carota, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo
TARTUFO NERO ESTIVO
cappuccio, cavolo verza, cicoria catalogna, finocchio, indivia riccia e scarola, lattuga da taglio, por-
TIMO ro, radicchio da taglio, rafano, rapa, sedano, spinacio, valerianella. Piante aromatiche ed offici-
VALERIANA nali: alloro, prezzemolo.
ZAFFERANO DICEMBRE Cardo, carota, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza,
finocchio, porro, rafano, rapa, scarola, spinacio, tarassaco.
25. C COME SANT’ANTONIO
Annunziata Taraschi
“Sant’Antonio Abate. il fuoco, gli animali, i canti”, ed. Tinari, Bucchianico, 2009.
A GENNAIO ARRIVANO GLI UCCELLETTI
Una devozione antica
Gli “uccelletti” o, in dialetto, li cillìttë costituiscono il cibo
rituale più rappresentativo della festa di Sant’Antonio
Abate; si tratta di tipici dolcetti a forma di uccellini dalle ali
distese sul corpo, la cui immagine più stilizzata richiama
la mezzaluna. La soggettività delle nostre massaie crea
prodotti diversi per dimensione e dettagli, ma non intacca il
significato profondo del cibo rituale, ancorato a concezioni
cosmologiche arcaiche.
L’interpretazione dei devoti rispetto alla forma di questi
dolcetti trova un aggancio psicologico nel protettorato del
Santo sugli animali domestici, di cui gli uccelli sarebbero
una rappresentanza. In realtà per comprendere il significato
di questa forma, così come di altre forme applicate al cibo
rituale, bisogna partire dal substrato antropologico che ha “Uccelletti” di Sant’Antonio.
determinato i caratteri originari della circostanza festiva; Nella Antonacci, Tossicia 1999.
alle forme del cibo infatti erano affidati codici simbolici che (Da “L’antica cucina teramana”, Annunziata Taraschi,
sfuggono alla conoscenza dell’uomo contemporaneo. Multimedia, Teramo, 2003)
Gli uccellini rappresentano una costante iconografica del
mondo popolare abruzzese: sono raffigurati sui carri agricoli, Disporre la farina a fontana ed aggiungere l’olio ed il
sui piatti di ceramica, sulle conche dei mastri ramai, sulle stoffe vino bianco. Dopo aver dimenato l’impasto in modo
tessute al telaio e in altri prodotti della cultura materiale. La che risulti abbastanza duro, dividerlo in parti tonde dalla
rappresentazione di volatili è presente presso molte culture; forma di bocce. Queste vanno stese col matterello in
per loro natura questi animali sono destinati a rappresentare quadratini sottili di sfoglia larghi 14 centimetri circa, al cui
gli Dei o ad esserne messaggeri. Secondo Alfredo Cattabiani centro va poggiato un cucchiaio di ripieno già preparato
(Volario, Mondadori, Milano, 2003) “il loro regno è il cielo, (marmellata d’uva, mandorle tostate e tritate, cannella in
luogo trascendente per eccellenza, dove attraverso il polvere, una scorza di limone grattugiato e poche gocce
volo ricongiungono il tempo terreno a quello eterno e di anisetta). Avvolgere il ripieno in un involtino dalla forma
attraverso i loro canti annunciano la primavera e la gioia triangolare. Distendere verso l’alto i due vertici della
del rinnovamento”. L’associazione volatili-fertilità, applicata base del triangolo ed abbassare la punta verso il centro.
a Sant’Antonio Abate, rivela un ulteriore collegamento, più Si otterrà così facilmente la forma di un uccellino con la
profondo e più significativo: quello col mondo dei morti. pancia piena di marmellata; tagliuzzare la superficie dei
Infatti l’anima del defunto, nelle culture agrarie, si manifesta dolcetti e metterli in forno.
allo sguardo umano in forma di volatile.
magazine 49