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10 FREEPRESS di ENOGASTRONOMIA ABRUZZESE
                        ANNO 2 - NUMERO 10 - Dicembre 2009/Gennaio 2010




                                                                                                 SPECIALE CIOCCOLATO
                                                                          Per chi sa resistere a tutto, tranne che alle tentazioni…

                                                                                                               C COME STAGIONI
                                                                                         Ogni prodotto spontaneo ha il suo tempo
                                                                                                                      C COME B2B
                                                                                                        Tutti pazzi per la Panarda
                                                                                                   C COME MASSIMO TAVOLETTA
                                                                                            Quando la magia è nelle piccole cose
>> Editore                                                       >> Ufficio fotografico
Modiv s.n.c.                                                     Mario Sabatini, Chiara Viviani, Daniele Di Vittorio,
www.modiv.it - info@modiv.it                                     Marco Di Edoardo, Walter De Berardinis, Nadia Mi-
                                                                 riello, Valerio Simeone.
>> Direttore responsabile
Cristina Mosca (non fumatrice)                                   >> Stampa
se volete dirle qualcosa fatelo a: redazione@c-magazine.it       AGP Arti Grafiche Picene - Maltignano (Ap)

>> Area marketing e commerciale
Daniele Di Vittorio (ex fumatore)                                In questo numero si sono infreddoliti, sprincipiati, scapi-
marketing@c-magazine.it - 3887960830                             collati, smemorati, spensierati insieme a noi Monica An-
                                                                 dreucci, Roberto Ardizzi, Andrea Beccaceci, Lanfranco
Maurizio Di Battista          (ex fumatore)                      Centofanti, Antonio Di Giacomo, Gabriele Di Giovannan-
maurizio@modiv.it - 3296249283                                   tonio, Roberto Ferrari, Massimo Giuliano, Guernica, An-
                                                                 tonello Maietta, Ludovica Persichitti, Elisabetta Resini,
                                                                 Anita Righetti e Annunziata Taraschi.
>> Editore: Modiv s.n.c.
Viale Matrino 36, 65013 Marina di Città Sant’Angelo (Pe)
Tel/fax 085.959746 - cell. 388.7960830
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Registrazione presso il Tribunale di Pescara n° 7/08 del
31/03/2008


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                                       Vieni a trovarci su Facebook: diventa fan della pagina “C come Magazine”




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C COME SOMMARIO



                                  Foto copertina: Sabatini-Viviani
            C come RUBRICHE




                                                                         cosa c’è nel numero DIECI
       05 >> C come Sommario
        07 >> C come Editoriale
     09 >> C come Informazione
     28 >> C come Food Design
          51 >> C come Ricette
        61 >> C come Guernica
            64 >> C come News
  66 >> C come Controeditoriale

       SPECIALE CIOCCOLATO
30 >> C come Massimo Tavoletta
        34 >> C come Proprietà
           38 >> C come Premi

             C come ABRUZZO
   12 >> C come Vi consigliamo
       14 >> C come Tradizione
     22 >> C come Mototurismo
     40 >> C come Sant’Antonio
         42 >> C come Marrone
         44 >> C come Stagioni
        49 >> C come Recupero

          C come REPORTAGE
        8 >> C come Fotoeventi
             18 >> C come B2B
      56 >> C come Fuori menù
    58 >> C come Fotoreportage




                                                                     magazine 5
C COME EDITORIALE
Dai semi migliori                                                                                        di Cristina Mosca




                                   C COME AMORE



I raccolti migliori
                                         Cristina Mosca

                                         Direttore responsabile di C come Magazine
                                         Un commento sul 2009: poteva andare meglio
                                         Un commento sul 2010: dovrà andare meglio
                                         Un commento: sì.




                                   C’è l’amore dei piccoli gesti; c’è l’amore del Natale che si na-
                                   sconde sempre dietro la porta per poi balzare fuori all’ultimo
                                   momento, riuscendo sempre – e chissà come – a coglierci



I mangimi migliori
                                   di sorpresa; c’è l’amore verso un anno che è stato doloroso
                                   e importante; c’è l’amore dei figli verso i propri genitori e dei
                                   genitori verso i propri figli. C’è l’amore della pazienza; c’è
                                   l’amore della sopportazione; il silenzio che accarezza una
                                   quieta distrazione; c’è l’amore di una vacanza desiderata;
                                   l’amore per la terra, per i suoi prodotti; l’amore per l’armo-
                                   nia delle stagioni; l’amore per un pollo allevato di persona e
                                   che magari viene anche chiamato per nome; l’amore per un
                                   tartufo grattato su un piatto di pasta con un movimento pre-
                                   ciso della mano; l’amore nel riconoscere da lontano il giusto
                                   riccio di castagna.
                                   C’è la prudenza di un nuovo inizio, la conquista di un nuovo
                                   traguardo, il disagio di un addio e il conforto di un arriveder-
                                   ci. C’è l’avventura di un vino, la passione di tanti produttori,
                                   la magia dei rituali, il calore della tradizione, l’abbraccio della
                                   solidarietà. C’è la voglia di conoscersi, la necessità di farsi
                                   conoscere; c’è una quotidianità che lentamente viene rico-
                                   struita, ricomposta, reinventata. C’è un nuovo e instancabile
                                   grazie che facciamo a voi che ci leggete, e a voi che scrivete,
                                   e a voi che mangiate e acquistate in maniera più consape-
                                   vole.
                                   In questo numero di C come Magazine c’è il nostro augurio
                                   per un 2010 coraggioso e forte; pronto a sorridere, a testa
www.sagem.coop - info@sagem.coop   alta, orgoglioso, cocciuto quasi; un 2010 luminoso.



                                                                                                                             magazine 7
A TAVOLA CON I VESTINI
                                                                                                            Si è svolta a Pescara a metà novembre il consueto
                                       C COME FOTOEVENTI            dii Daniele Di Vittorio - Foto: Modiv
                                                                                                            appuntamento l’Archeoclub provinciale: per “A
                                                                                                            tavola con i Vestini” la Cantina di Jozz ha proposto
                                                                                                            per cinque giorni gli antichi piatti del popolo
                                                                                                            vestino, come tisane, fracchiate, maialini al miele e
                                                                                                            tartugo e agnelli. Un’iniziativa culinaria basata sulla
                                                                                                            rievocazione storica della cucina antica.




CANTINA CIAVOLICH                                                                                                                                 GRAN GALÀ DEL VINO D’ABRUZZO
Presso la “Vineria di Salnitro” si è svolta una                                                                                                   Il 30 novembre è stata presentata al Romantik Hotel Villa Maria
degustazione dei vini della Cantina Ciavolich.                                                                                                    la guida Duemila vini 2010 dell’Ais. I cinque grappoli sono andati
All’interno del locale la responsabile                                                                                                            al Montepulciano d’Abruzzo, al Cerasuolo 2008 di Valentini, al
della cantina ha spiegato ai commensali le                                                                                                        Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, alla Riserva 2006
proprietà dei vini che hanno degustato mentre                                                                                                     di Farnese, al Montepulciano d’Abruzzo Mazzamurello 2006
assaporavamo i piatti preparati dall’originale                                                                                                    della cantina Torre dei Beati, al Montepulciano d’Abruzzo San
locale di San Martino alla Marrucina.                                                                                                             Calisto 2006 di Valle Reale e al Montepulciano d’Abruzzo Villa
                                                                                                                                                  Gemma 2006 di Masciarelli.

                                        PRIMA STELLA MICHELIN AL
                                        CAFÈ LES PAILLOTES
                                        Gli chef Antonio Strammiello e Heinz Beck
                                        all’opera per festeggiare l’assegnazione della
                                        prima stella Michelin al ristorante “Cafè les
                                        Paillottes”. Il Cafè Les Paillotes è oggi il
                                        primo ristorante della costa abruzzese a
                                        raggiungere questo importante traguardo.
                                                                                                            DEGUSTAZIONE TULLUM
                                                                                                            Bianco, Passerina e Pecorino sono stati i
                                                                                                            protagonisti della serata di degustazione che si
                                                                                                            è svolta all’inizio di dicembre presso l’enoteca
                                                                                                            Viné di Stefano Guaglione. Le caratteristiche
                                                                                                            organolettiche dei vini sono stati illustrati da
                                                                                                            Andrea Di Fabio, responsabile della società                                                                magazine 55
                                                                                                            “Feudo Antico”, che commercializza il marchio
                                                                                                            Tullum, e l’enologo Riccardo Brighigna.
C COME INFORMAZIONE
                                                            di Roberto Ardizzi, consulente SGQ




                                                STELLE, QUALITÀ E ALBERGHI
                                                                                            Ecco gli standard di accoglienza
Lo standard è un parametro di
valutazione      che     deve      essere
                                            CATEGORIA                       *                **                 ***                ****                *****
                                            Servizio ricevimento            12 h su 24       12 h su 24         16 h su 24         16 h su 24          24 h su 24
riconosciuto come tale in ogni
momento e luogo, senza possibilità          Servizio di notte               a chiamata       a chiamata         a chiamata         portiere            portiere

d’interpretazione      soggettiva     dal   Servizio custodia               in cassaforte    in cassaforte      in cassaforte      in cassaforte       in cassaforte
                                                                            centralizzata    centralizzata      centralizzata      nelle camere        nelle camere
momento che esso risponde a dettami
                                            Pulizia delle camere            1 volta al       1 volta al         1 volta al         1 volta al          1 volta al
pratici e tecnici universalmente                                            giorno           giorno             giorno             giorno con          giorno con
                                                                                                                                   riassetto           riassetto po-
applicabili.                                                                                                                       pomeridiano         meridiano
Ma a tutti noi è capitato almeno una        Cambio biancheria camere        1 volta a        2 volte a setti-   2 volte a setti-   tutti i giorni      tutti i giorni
volta di giudicare le notevoli differenze                                   settimana        mana               mana

tra una struttura alberghiera e un’altra,   Cambio biancheria bagno         2 volte a        3 volte a setti-   3 volte a setti-   tutti i giorni      tutti i giorni
                                                                            settimana        mana               mana
a fronte di una uguale codifica, cioè a
                                            Bagni privati nelle camere      40% delle        80% delle          100% delle         100% delle          100% delle
pari numero di stelle.                                                      camere           camere             camere             camere              camere
Senza voler scendere nel merito             Numero minimo camere            7                7                  7                  7                   7
delle modalità di assegnazione e
                                            Superficie camera singola       8 mq             8 mq               8 mq               9 mq                9 mq
della libertà di valutazione lasciata
                                            Superficie camera doppia        14 mq            14 mq              14 mq              15 mq               16 mq
alle singole regioni, siamo giunti oggi
ad avere (finalmente) uno standard          Superficie per ulteriore        6 mq             6 mq               6 mq               6 mq                6 mq
                                            posto letto
applicativo che dovrebbe eliminare
                                            Superficie bagno privato        3 mq             3 mq               3 mq               4 mq                5 mq
ogni dubbio: l”Italy Stars and Rating”,
                                            completo
ratificato con DCPM del 21.10.2008.
Questo disposto identifica i servizi
minimi richiesti per la codifica delle      Servizio bar                    no               no                 12 h su 24         16 h su 24          16 h su 24
                                                                                                                                   anche nelle         (nelle camere
strutture alberghiere, secondo una                                                                                                 camere              24 su 24)

griglia di valutazione che elimina ogni     Servizio prima colazione        si               si                 si                 si                  si

dubbio ed interpretazione, definendo        Servizio ristorante             no               no                 se presente        se presente         se presente

nel minimo dettaglio ogni singolo           Lingue estere                   no               no                 1                  2                   3
punto.                                      Divise per il personale         no               no                 si                 si                  si
Eccone un piccolo abstract, che
                                            Servizio fax e fotocopiatrice   si               si                 si                 si                  si
naturalmente è solo un riassunto del
                                            Servizio internet per gli       no               no                 si                 si                  si
disposto normativo, ma è di certo
                                            alloggiati
già sufficiente per dare a noi “utenti”
                                            Servizio lavaggio e stira-      no               no                 no                 si                  si
uno strumento valido per giudicare se
                                            tura
la qualità attesa coincide con quella
                                            Servizio parcheggio             no               no                 no                 dalle 8 alle 22     24 ore su 24
erogata e con quella percepita. Ad
ognuno la sua valutazione…                  Ascensore                       no               si                 si                 si                  si




                                                                                                                                                     magazine 11
C COME VI CONSIGLIAMO
                                                                                Comunicazione istituzionale




              Quando la passione dà i suoi frutti migliori
                                SS 553 Km 13,6
                          64024 Notaresco (TE) - Italy
                             Tel:0039/085.898894
                             Fax:0039/085.898895
                               www.villacervia.it
                                                                                 UN TESORO TRA LE
                                                                                COLLINE TERAMANE
                                                                                                              I prodotti di Villa Cervia
              Villa Cervia Com nella provincia teramana significa:                     Un Montepulciano d’Abruzzo esuberante, per grandi arrosti
              Notaresco, Albano Cianelli, vitigni abruzzesi. Notaresco è               e cacciagione. Gradevole anche nella sua versione Trebbiano
              un paese al centro della Vallata del Vomano, sulla sinistra              D’Abruzzo Doc.
              il fiume omonimo, a pochi chilometri dalla marina adriatica.             Villa Cervia, altra linea di Montepulciano, Trebbiano e
              Albano Cianelli è il presidente di Villa Cervia Com, è enologo           Cerasuolo delle colline tramane, invecchiato ed imbottigliato
              e grazie all’apporto del collega enologo Rino Moretti e                  a freddo con procedimento sterile.
              di altri collaboratori ha avviato la produzione in bottiglia             Spumante Corte dessert, da vitigni pregiati come Chardonnay
              di un’articolata gamma di vini. Vitigni abruzzesi per vini               e Moscato, sempre delle colline teramane, che troviamo
              straordinari, che anche grazie a Villa Cervia Com sono                   anche nella versione Spumante Corte Brut, ottenuto da
              diventati prodotti apprezzati in tutto il mondo. L’azienda               vitigni Chardonnay, Passerina e Sangiovese.
              infatti distribuisce prevalentemente sui mercati nazionali ed            Casa Moretti, linea prodotta in occasione del 75esimo anno
              internazionali con linee doc e docg, eppure non si è fermata             di attività nel settore enologico di casa Moretti che, con il
              a questo: ha tanta voglia di andare avanti ed ha mantenuto               capostipite Domenico, nel 1927 ha dato inizio alla sua attività
              inalterata la filosofia e l’approccio al vino. Oggi ha un                nel settore. La linea comprende il Cerasuolo IGT, il Trebbiano
              centro di imbottigliamento curato e all’avanguardia, che si              D’Abruzzo IGT e il Montepulciano d’Abruzzo Doc.
              è specializzato nella produzione di vini frizzanti e spumanti            Gli altri vini prodotti dall’azienda sono il Sangiovese IGT,
              naturali. La produzione viene esportata per l’80%. I mercati             Chardonnay Terre di Chieti IGT, Rubiro Giovane IGT, il
              più significativi sono in Inghilterra, USA, Germania, Svizzera,          Pecorino e tante altre produzioni dall’abbigliaggio estroso.
              Belgio, Svezia, Danimarca, Olanda, e recentemente sono                   L’azienda Villa Cervia Com si è prefissato come obiettivo
              iniziate le esportazioni in Canada, Giappone ed altri piccoli            prioritario quello di divenire l’azienda enologica più
              paesi extra UE.                                                          importante della provincia e tra le primissime aziende private
              I vini:                                                                  del settore nell’ambito regionale. Grazie anche ad una terra
              Rocca dei Bottari, uno dei primi prodotti di Villa Cervia Com.           ricca e speciale come quella abruzzese.



magazine 12                                                                                                                               magazine 13
C COME TRADIZIONE
                                                                  di Anita Righetti - Foto: Mario Sabatini




                                           METTI UN CARDONE A NATALE...
                                                                                                             I segreti di un buon brodo




              Il brodo di carne con il cardone è il piatto natalizio per              non solo dalla varietà scelta, ma soprattutto dalla cura nel
              eccellenza.                                                             coltivarlo con la paglia lunga tenuta in piedi dalle canne
              Ci sono sfumature, piccoli distinguo, variabili di poco conto           legate tra loro. L’acqua data in quantità e il buio al quale lo si
              ma riguardano tutte il cardone.                                         deve tenere riparandolo permettono al cardone di sviluppare
              Il brodo di carne è il piatto principe: può essere di carne di          foglie costolute ampie ma compatte all’interno e tenere al
              vitello, di carne di gallina o di carni miste, ma è sempre              gusto. Se il cardone riceve poca acqua, l’interno della foglia
              saporito e non grasso, arricchito da polpettine di carne di             si svuota creando una fibrosità filamentosa che fa perdere
              vitello macinata molto sottile, che nel Teramano vengono                consistenza e gusto.
              impastate solo col parmigiano e la noce moscata grattugiata             La singola foglia va spellata dolcemente intaccando la
              fine, senza l’uovo che invece viene usato nelle altre province.         superficie lanuginosa che la ricopre e una volta tagliata a
              Senza uovo sono molto più leggere. Poi al brodo si aggiunge             pezzetti va immersa in abbondante acqua fredda dove è stato
              il cardone, solo bollito oppure mescolato a uova, parmigiano            sciolto un cucchiaio di farina bianca: questo accorgimento
              e un odore di noce moscata grattugiata.                                 non fa annerire il cardone che, essendo molto ricco di ferro,
              Detta così sembra semplice. Invece per un cardone di qualità            si ossida facilmente con l’aria. La tradizione vuole il cardone
              c’è un percorso molto complesso.                                        molto chiaro e a volte si fa l’errore di scartare le foglie esterne
              Intanto è uno dei pochi cibi presente sulla tavola di tutta             per usare le foglie interne che, anche se bianchissime, sono
              la regione che ne racconta l’importanza e si presenta                   molto meno saporite. Quando il cardone è bell’e pronto,
              dappertutto allo stesso modo. Il cardone è una pianta                   spellato e immerso in una bacinella con acqua e farina,
              coltivata col freddo e al riparo dalla luce per cui assume quel         si lascia riposare al fresco fino al momento del consumo.
              tipico colore verde…cardone!, cioè verde con dei riflessi               Quando non c’era la televisione, e quindi molto tempo fa,
              argentei, come quello della salvia che usiamo in cucina:                la sera della vigilia di Natale questa operazione avveniva
              stesso tono di verde e stesso tono di argento.                          mentre le donne erano attorno al focolare e gli uomini al
              Il cardone deve essere tenero e dolce e questo dipende                  tavolo a giocare a carte con vino e castagne. Dimenticavo: il



magazine 30                                                                                                                                 magazine 15
procedimento della spellatura lascia sulle mani un nero che
si può alleggerire con succo di limone, ma che andrà via solo
dopo qualche giorno di frequenti lavaggi.
Il giorno dopo, mentre il brodo sobbolle, si lessa il cardone
in acqua già bollente facendolo ben cuocere ma senza farlo
ammollare. Da ricordare che il punto di cottura fa la differenza
per la sua fragranza.
Il cardone va scolato e strizzato per bene con le mani. Si può
mettere direttamente così com’è nel brodo pronto, filtrato
e con le polpettine di carne, oppure si aggiunge a uova e
parmigiano che una volta nel brodo formano una stracciatella
ripiena di cardone, gustosissima. Il cardone strizzato viene
anche aggiunto alla pastella lievitata del baccalà della vigilia,
per delle fragranti frittelle di magro. Ancora oggi chi ha la
possibilità si coltiva la sua personale pianta di cardone
per Natale per averlo tenero e bianchissimo come tutti lo
vorrebbero.

I fritti di Natale sono ottimi sia con la pastella semplice fatta
di acqua farina, un goccio d’olio e uno di liquore secco, sia
con la pastella lievitata con il lievito di birra o solo con un
po’ di birra. Non possono mancare i carciofi affettati sottili
crudi, il cavolfiore bollito, la zucca affettata sottile cruda, e,
appunto, il cardone. Il pranzo tradizionale di Natale si può
aprire con un antipasto all’italiana, salumi vari, formaggio,
sottaceti e olive verdi in salamoia, ma prosegue sempre col
brodo che con il cardone riesce leggero, e continua con il
lesso accompagnato da sottaceti e dagli odori del brodo,
cioè carota, sedano e finocchio; poi con la chitarra col ragù
“all’abbruzzese” o con la lasagne al forno, poi la galantina di
pollo o il pollo al coccio o al forno con le patate, poi le carni
rosse come un arrosto di vitello o un cosciotto d’agnello.
I contorni sono patate al forno, che non mancano mai, e
insalata mista. Il pranzo è concluso solitamente dalla pizza
dolce, dai calcionetti o cagionetti fritti ripieni di castagne o
di ceci, dai tarallucci ripieni di “uvata” e mandorle, da fritti di
pasta lievitata a base di patate e uvetta sultanina, allungati
con le mani nel metterli nell’olio e passati poi nello zucchero
e cannella e che si chiamano “crispelle” o “bruscinatte”
nel Chietino (è interessante che in francese ci sia un dolce
analogo con un nome molto simile!), “li turcinelle” nel
Pescarese.
Castagne, vino buono e il calore della famiglia sono il nostro
Santo Natale. Auguri!




                                                                      magazine 17
C COME B2B
                                                                           Redazionale. Foto Valerio Simeone




                                                       “A TAVOLA CON L’ABRUZZO”
                                                                                                               Tutti pazzi per la Panarda




              Non dimenticheranno la nostra regione molto presto i quaranta             è stato danneggiato in alcune sue parti legate alla storia e
              ospiti della Camera di Commercio di Pescara, che suddivisi                all’urbanistica, ma per la maggior parte è ancora intatto e
              tra giornalisti della carta stampata o di portali di informazione         assolutamente sicuro – spiega Daniele Becci, presidente
              sul web e tour operator (provenienti dalle altre regioni di Italia        della Camera di Commercio di Pescara – Abbiamo una
              e da Paesi stranieri come Gran Bretagna, Olanda, Danimarca,               risorsa molto preziosa, costituita da aree incontaminate e da
              Romania, Germania e persino Giappone, America e Russia)                   un’eccellente offerta enogastronomica, che trova il suo punto
              sono stati accompagnati tra il 24 e il 28 novembre in visita a            di forza in una materia prima e in una cultura agroalimentare
              città, luoghi e strutture ricettive rappresentativi del territorio,       che nulla ha da invidiare alle altre regioni d’Italia». Non
              alla scoperta di prodotti tipici e di tradizioni.                         a caso ognuno dei quattro giorni dell’educational tour è
              La quarta edizione dell’educational tour “A tavola con                    stato dedicato ad una provincia, a partire dall’Aquilano e
              l’Abruzzo”, organizzata con la collaborazione dell’Aptr                   dalla Ricostruzione per passare alla Costa dei Trabocchi,
              con lo scopo di far conoscere la regione ad operatori del                 al Pescarese e all’entroterra teramano. «Se in termini di
              settore interessati a promuovere il nostro territorio ai loro             mercato ormai si ragiona per macro-aree o per prodotto –
              interlocutori aveva uno scopo ben preciso: affermare                      commenta il vicepresidente Bruno Santori – è altrettanto
              l’immagine di un Abruzzo colpito sì nel cuore, ma volto                   vero che per emergere occorre sempre di più porre in risalto
              decisamente alla ricostruzione e sempre in grado di offrire               le peculiarità e le unicità di un determinato territorio. Tuttavia
              ai visitatori un’accoglienza con tutti i crismi. «L’Abruzzo               bisogna anche essere coscienti del fatto che una singola




magazine 18                                                                                                                                   magazine 19
azione non è sufficiente, ma va affiancata e coordinata
              con altre iniziative sia sul fronte del marketing turistico sia
              su quello della governance regionale, con riferimento in
              particolar modo a tutte le politiche trasversali, ad esempio in
              materia di trasporti, di infrastrutture, di politiche energetiche
              ed ambientali, di agricoltura e via dicendo». Unicità messi in
              risalto con i vini della Cantina Masciarelli, gli oli dell’azienda
              Ursini, le delizie preparate dai collaboratori di Marcello
              Spadone, chef de “La Bandiera”, e naturalmente dal rito
              della Panarda rievocata a Città Sant’Angelo, borgo più bello
              d’Italia: 60 portate alternate a stornelli e brindisi per la bellezza
              di cinque ore seduti a tavola, in un’atmosfera conviviale e
              distesa. Un’occasione per proporre una carrellata di prodotti
              tipici di tutte e quattro le province, come li bummalitte (i
              bomboletti), il siluro di spaghetti ai profumi dell’Adriatico, la
              “fracchiata”, le ventricine di Guilmi e di Crognaleto, i ravioli
              dolci e salati, i formaggi abruzzesi (giuncata, tomino, il
              caciocavallo, il pecorino), i decotti, le scrippelle ‘mbusse e
              naturalmente peperoni arrostiti, coratella e mazzarelle. «Sta
              diventando certezza l’importanza di condividere programmi
              e obiettivi per una progettualità così complessa e vasta.
              Per promuovere un territorio è necessario presentarlo,
              raccontarlo, e coinvolgere le altre realtà oltre confine» è il
              commento di Carmine Salce, vicepresidente vicario. La
              Panarda, intanto, è prenotabile per pacchetti di promozione
              turistica e diventa è anche “esportabile”. Da gennaio 2010
              tutte le informazioni sono su www.panarda.it.
              Nel dettaglio, i quasi cinquanta ospiti hanno visitato piazza
              del Duomo a L’Aquila, per andare poi a scoprire l’Altopiano
              delle Rocche e in particolare l’Albergo Diffuso di Rovere di
              Rocca di Mezzo, nel Parco Sirente-Velino. A L’Aquila sono
              stati accolti dai rappresentanti della Camera di Commercio
              e da Alfredo Moroni, assessore comunale all’ambiente.
              L’educational tour ha proseguito per la Costa dei Trabocchi,
              gustando il brodetto alla vastese e visitando il centro storico
              di Vasto; per la città di Pescara e per Città Sant’Angelo,
              poi ad Atri, Farindola e Castelli. Il tour si è concluso con
              una cena al porto turistico “Marina di Pescara”. «La nostra
              ambizione – spiega il presidente del porto turistico Vincenzo
              Di Baldassarre – è avviare entro il 2010 i lavori per valorizzare
              l’intera struttura con la presenza di un albergo con nuovi
              ristoranti, centri fitness e benessere, e con laboratori-punti
              vendita dedicati agli artigiani. Il porto turistico permette alla
              provincia in particolare ma alla regione tutta di intercettare
              un’utenza molto particolare che, se accolta come da progetto
              originario, avrà un motivo in più per trattenersi. Abbiamo in
              progetto anche degli interventi per il dragaggio dei fondali e
              più servizi di nautica e per il porto». Fotografie e curiosità su
              www.b2babruzzo.it.




magazine 20                                                                           magazine 21
C COME MOTOTURISMO
                                                                      Redazionale. Foto: Modiv/Berik shop




                                                                              «LE DUE RUOTE,
                                                                         LA NOSTRA PASSIONE»
                                                               È a Montesilvano l’unico Berik Shop del Centro-Sud



              Quando un pilota come Loris Capirossi affida la propria                per la nostra sicurezza e poi ci sono molti altri accorgimenti
              sicurezza in pista ad un marchio è convinto che questo possa           che possiamo adottare per stare meglio e per utilizzare
              salvargli la vita. Sintomatico il fatto che Capirex abbia scelto       il materiale a nostra disposizione nel migliore dei modi.
              Berik come proprio fornitore ufficiale: Berik è un marchio di          Partiamo dall’inizio: per l’inverno è indispensabile un casco
              qualità, come di qualità sono i prodotti in vendita al Berik           integrale o modulare: al Berik Shop di Montesilvano sono
              shop di Montesilvano. Per chi ama la moto la pioggia e le              disponibili le ultime collezioni Airoh, Caberg, HJC, Lem,
              temperature basse d’inverno non sono un problema. Bisogna              Premier, Suomy, Vemar per una gamma completa che va
              però attrezzarsi nella maniera giusta e al Berik Shop di               incontro alle esigenze di tutti i motociclisti. Cerchiamone
              Montesilvano (Pe) si trovano tutti gli accorgimenti per essere         uno con una buona ventilazione, sarà utile in estate per non
              protetti e sicuri in strada: ricordatevi sempre che il freddo          sudare e in inverno è indispensabile per non fare appannare
              intorpidisce mani e piedi, la sensibilità cala e spesso, magari        la visiera: il problema più frequente e anche più pericoloso
              dopo un bel pranzo al caldo, i nostri riflessi diminuiscono.           per chi va in moto.
              D’inverno, quindi, vanno prese tutte le misure precauzionali           Il passo successivo è l’abbigliamento: la pelle, si sa, è il
              per fare in modo di andare in moto tranquilli.                         miglior materiale, soprattutto in fatto di sicurezza. Al giorno
              Ci sono capi fondamentali che sono necessari soprattutto               d’oggi, però, anche i capi in tessuto (Cordura®, H2Out®,




              BERIK SHOP OFFICIAL DEALER




magazine 22                                                                                                                             magazine 23
Gore-Tex®…) hanno raggiunto livelli di sicurezza e vestibilità     soulrace.it).
              ottimi e sono anche più versatili per l’utilizzo stradale e        Anche questi sono prodotti dal prezzo contenuto, ideali per
              turistico. Al Berik Shop si possono poi trovare giacche,           un’idea regalo. Ma il regalo perfetto si ha dal momento in
              pantaloni e guanti in pelle o in cordura, con membrane Gore-       cui si acquista un paio di guanti: proteggono dal freddo,
              Tex®, Hipora® e Thinsulate®. Tutta la nuova collezione di          dalle cadute, ed hanno un prezzo adatto per far felice chi
              Motoinfinito (www.motoinfinito.com) rappresenta una delle          acquista.
              ultime belle novità del mondo dell’abbigliamento invernale         Impossibile da ignorare il vasto assortimento di tute intere e
              tecnico per motociclisti. Altri prodotti in pelle e cordura        divisibili: Arlen Ness, Berik, Hy-Fly, Mescolamista, AQL: un
              Berik, Bering, Hy-Fly, e OJ possono risultare il giusto            ‘ampia disponibilità di taglie e colori per soddisfare anche i
              regalo di Natale per chi ama le vacanze avventurose. Una           gusti più difficili. È fondamentale accompagnare la tuta con
              menzione particolare va alla vasta scelta di prodotti Arlen        lo stivale: al Berik Shop si trova una vasta scelta, a partire
              Ness, famosi tra i possessori di Harley Davidson per la loro       da calzature altamente tecniche, fino ad arrivare a comodi
              qualità superiore.                                                 stivaletti di pelle
              D’inverno riuscire a mantenere la temperatura corporea è           Caratteristica       importante   di     tutto     l’abbigliamento
              la prima cosa da fare: un buon abbigliamento underwear è           motociclistico è il grado di versatilità: ogni articolo acquistato
              quello che ci vuole per partire con il piede giusto. Questo        ha caratteristiche tali che lo rende idoneo anche per gli sport
              tipo di abbigliamento va indossato molto vicino alla pelle ed      invernali: in questo modo si riesce a ottimizzare gli acquisti,
              è studiato per essere anche comodo da portare, con forme           riuscendo a utilizzare l’abbigliamento anche in montagna.
              adatte a chi sta tante ore con le ginocchia piegate. Sono          Al Berik Shop di Montesilvano, unico punto vendita esclusivo
              prodotti utilissimi specifici, caldi e idrorepellenti come anti-   Berik in Abruzzo, anche chi non va in moto trova il suo piccolo
              pioggia e sottotuta intere o divisibili in tessuto filamento       paradiso, grazie all’abbigliamento fashion per uomini, donne
              carbonio, sottocaschi, golette termiche, insieme alla nuova        e bambini: jeans, felpe e magliette dal design sportivo e
              collezione Spark (www.sparkbygbr.it) e SIXS (www.sixs.             accattivante, ideale per chi vuole sentirsi motociclista sempre
              com), così come le nuove protezioni SOUL RACE (www.                anche quando non cavalca la sua moto.




magazine 24                                                                                                                            magazine 25
Non solo BERIK
              Al Berik Shop si può trovare anche abbigliamento per gli scooteristi. Sotto la
              pioggia battente o sotto il solleone, per andare in ufficio o per una passeggiata
              fuori porta. Sempre e ovunque. Non ci sono limiti per chi si sposta ogni
              giorno sulle due ruote. Questo è il motto che accompagna tutte le collezioni
              di abbigliamento e accessori che garantiscono sicurezza, comfort e moda
              in qualunque condizione meteorologica. Sono disponibili i marchi Tucano
              Urbano e Armadillo, con una vasta gamma di prodotti capaci di soddisfare
              qualsiasi esigenza e gusto.




magazine 20                                                                                       magazine 27
C COME FOOD DESIGN
                                                        di Ludovica Persichitti - ludovica.architettura@gmail.com




                                                  PROGETTARE UNA CIOCCOLATERIA
                                                                                                    Quando l’ambiente fa la differenza

              Ad implementazione dello scorso articolo, questa volta vorrei                  per il calore della bevanda colando e immergendosi in essa.
              citare alcuni casi progettuali in cui il cioccolato è protagonista             In abbinamento, il menu prevede sofficissimi waffles, muffins,
              assoluto, tanto da ispirare la creazione di locali, bar e luoghi               crêpes ed invitanti mini cakes dal cuore morbido di cioccolato.
              legati sia all’esperienza sensoriale di degustazione sia a quella              Per un’esperienza sensoriale a 360° sul cioccolato
              culturale di apprezzamento e conoscenza del prodotto. Per                      fortunatamente per noi non è necessario espatriare, ma in
              esempio, chi avrebbe mai pensato che il celebre film “Willy                    Italia (a Milano e a Napoli) possiamo vantare un nuovo brand,
              Wonka e la fabbrica di cioccolato”avrebbe potuto tanto                         “Cioccolatitaliani”, il cui concept è stato curato dal direttore
              suggestionare un bambino da portarlo, da adulto, a creare                      creativo e designer Paolo Baricchella. L’ idea è di promuovere
              una serie di chocolate bar di tutto successo? È il caso di Max                 la cultura del cioccolato facendone conoscere la molteplicità
              Brenner, che ha aperto non solo un chocolate bar o un negozio                  di espressioni. Come? Progettando i locali in modo che il
              di cioccolato, ma un vero e proprio “tempio del gusto” per tutti               laboratorio, circondato da vetri, sia a vista, un “acquario” in
              gli appassionati, fondato in Israele nel 1995, poco più tardi                  cui chiunque può assistere alla creazione dei prodotti. Intorno
              approdato negli U.S.A. (New York e Philadelphia), nelle Filippine,             predominano le tonalità calde che rievocano la materia prima, il
              a Singapore e con molto successo in Australia. “Guarda,                        cioccolato, i materiali naturali come il pavimento in legno gres,
              odora, assapora e senti” è il messaggio del brand e l’invito                   la pietra grezza di rivestimento al bancone, le piastrelle bianche
              ad un’esperienza olistica, che si serve di una progettazione                   dei laboratori, i tavoli in legno non trattato e le poltrone disegnate
              dello spazio ad hoc ispirata alla fabbrica di Willy Wonka per                  da Franco Costa appositamente per “Cioccolatitaliani”. Al
              lo scenario in cui scegliere tra varie proposte di degustazione.               centro del locale, fulcro simbolico e spaziale, vi è un “caveau”
              Ciascuna di queste prevede l’utilizzo di tazze speciali, dal design            alto 4 metri con preziosi lingotti di cioccolato. L’angolo dedicato
              studiato per sottolineare la piacevolezza degustativa. Come in                 al gelato prevede una scelta fatta in funzione di una migliore
              un rito, il cappuccino caldo al cioccolato si beve da hug mug,                 qualità del prodotto: quella del banco a pozzetto, che pur
              la tazza avvolgente che bisogna afferrare con entrambe le                      perdendo la visibilità dell’invitante massa cremosa ci guadagna
              mani e portare alle labbra abboccando leggermente e quasi                      nel gusto e nella massima conservazione delle caratteristiche
              versando la bevanda in bocca. Per un approccio più frizzante                   degustative ed olfattive. Infine, suggestive fontane da cui
              si può optare per i frappè al cioccolato serviti in walkie cup                 scorre cioccolato fuso per guarnire dolci e gelati completano
              di ceramica, dalla cannuccia metallica fissa e piegata per un                  l’atmosfera, inebriata dai profumi sprigionati dalla materia prima
              perfetto “tiraggio”. Ai puristi la possibilità di servirsi di ovetti di        selezionata all’origine e garantita in tutta la filiera.
              porcellana nei quali lasciar sciogliere un piccolo blocchetto di               Una riflessione: la progettazione può anche nascere da un unico
              cioccolato concentrato. Chi lo preferisce abbinato al caffè, avrà              elemento, restituendone un’immagine rinnovata e “partecipata”,
              davanti a sé una tazza di ricco caffè bollente con una piega                   emozionale, che punti su valori forti e generalmente accettati,
              sul bordo, nella quale una scaglia di cioccolato si fonderà                    come il comfort e lo stare bene.




magazine 28                                                                                                                                           magazine 29
C COME MASSIMO TAVOLETTA
                                                                  di Cristina Mosca – Foto: Mario Sabatini




                                                                      DOLCISSIMO, MA CON ETICA
                                                                                           Quando la magia è nelle piccole cose


              Nomen omen, dicevano i Latini: il presagio, il destino è nel            gustato («Il caffè è un vizio: visto che nessuno lo faceva
              nome. Perciò non ci stupiremo se a Pescara c’è un cioccolataio          come-dico-io, ho aperto un angolo di degustazione»); e
              che si chiama Massimo Tavoletta, e che un bel giorno ha                 anche la pazienza con cui si cerca il giusto fico secco o il
              smontato baracca e burattini e ha ripreso il bandolo di una             marrone da ricoprire di cioccolato fondente fa la differenza.
              vecchia matassa custodita nel baule di famiglia. Essere nato            «Devono essere il più naturale possibile, senza sbiancanti o
              Tavoletta lo ha avvantaggiato, ad esempio, nella scelta del             antiossidanti – spiega – Il lavoro di un artigiano è anche saper
              nome del negozio: sono in pochi ad avere il marchio registrato          cercare e selezionare il prodotto, a costo di aspettare diversi
              già all’anagrafe. Eppure la storia del suo mestiere appartiene          mesi per trovare l’interlocutore giusto». Lavorando nel settore
              alla famiglia di sua madre e comincia quando nel 1918 nonno             del cioccolato, infatti, e andando quindi a prediligere zone
              Luigi Colella, pasticcere e artigiano del gusto, fondò uno dei          come Brasile, Venezuela, Colombia, Ecuador, Indonesia,
              primi laboratori di pasticceria di Torre de’ Passeri. Parliamo          Sri Lanka, ma anche Ghana, Nigeria e Costa d’Avorio, c’è
              di un periodo in cui Pescara era solo un piccolo concentrato            l’alto rischio di incappare in aziende che sfruttano i coltivatori
              di case di pescatori a sud dell’Aterno e i punti nevralgici             impiegati nella manodopera, senza obbedire ai canoni del
              dell’economia erano, oltre a Torre de’ Passeri, Chieti e Popoli.        commercio etico. Anche entrare in laboratorio può voler dire
              Un tempo in cui non c’era sbattitore automatico che tenesse             fare politica: «Il cioccolato non ha una nazionalità ma solo un
              alla sapienza di lavorare le uova a mano, su una sedia dalle            microambiente adatto – conclude Tavoletta – l’importante è
              gambe segate all’altezza giusta per poter meglio imbracciare            poter essere sicuri di stare dando dignità ad un contadino e
              il contenitore di ceramica, scegliendo il ritmo giusto in base          non di stare permettendo a qualcuno di sfruttarlo. Per questo
              alla temperatura delle uova. «Non ci sono chissà quali grandi           scegliamo di lavorare con aziende che ci garantiscono un
              segreti in questo mestiere – racconta Massimo Tavoletta                 commercio etico». E non è vero che ogni cioccolata è “bella
              – l’unica cosa necessaria è l’amore nell’apprenderlo e nel              a mamma soje”, perché assume pregio diverso a seconda
              portarlo avanti. La differenza sta nella scelta delle materie           dell’uniformità dell’area e delle piantagioni di provenienza,
              prime, nella voglia e nella fantasia di lavorarle». Un amore            fino al “Grand Cru” del cioccolato: quello controllato passo
              conservato nei piccoli gesti, nelle forme delicate, nella cura          passo, dal momento in cui la fava di cacao viene colta a
              dei particolari, e riscoperto a 36 anni: dopo una vita nel mondo        quando viene fatta fermentare, essiccare (all’aria e al sole è
              dell’editoria, nel 2001 Massimo ha deciso di ricominciare               la maniera ideale), insaccare e spedire in Occidente, dove
              da zero e di tornare alle origini, rimettendosi a studiare, a           viene ridotta in poltiglia attraverso varie fasi. È il cioccolataio
              conoscere, a capire, iniziando un percorso di formazione                a fare i piccoli miracoli di dolcezza che tanto ci piacciono:
              professionale in costante aggiornamento. «Ogni ricordo di               sì, cioccolataio, e non cioccolatiere, nonostante qualcuno lo
              mio nonno in cucina è ancora molto vivido – racconta – Ogni             ritenga poco elegante. Il detto “Fare la figura del cioccolataio”,
              scelta veniva motivata, ogni movimento era sottolineato: lo             infatti, risale a degli aneddoti dell’Ottocento e sta ad indicare
              guardavo lavorare con passione e imparavo a non scendere                comportamenti fuori luogo… Ma noi sappiamo oggi più
              a compromessi nella scelta degli ingredienti. La qualità va             che mai che in questa definizione non è solo racchiuso il
              prima di ogni cosa». Ecco che da Massimo Tavoletta non                  sinonimo di maestro artigiano, bensì, come scrive Patrizia
              si va a prendere “un” caffè, bensì “il” caffè, fatto per essere         Sanvitale, di vero e proprio alchimista.



magazine 30                                                                                                                                 magazine 31
Torta al Cacao                                                                                                                           Cioccolata
                                                                                                                                                                                                                                       in tazza




                                                         Ingredienti per 4 persone:                                                                                                                         Ingredienti per 4 persone:
                  125 g di farina; 40 g di polvere di cacao; 100 g di zucchero semolato; 100 g di burro; due uova; un tazzina di                                                   Ingredienti: 500 g. latte intero; 200 g. cioccolato fondente 55% di cacao minimo;
                                            latte; un cucchiaino di lievito in polvere; un pizzico di sale
                                                             Preparazione:                                                                                                                                             Preparazione:
Lavorare in una terrina il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa. Unire le due uova, la farina, il lievito, il cacao,   Portare il latte a ebollizione in un pentolino; mettere il cioccolato fondente precedentemente rotto in piccoli pezzi e aggiungere piano piano il latte. Una volta che
un pizzico di sale e il latte. Lavorare l’amalgama fino ad ottenere un composto omogeneo. Foderare con la carta oleata uno stampo          il cioccolato comincia a sciogliersi mettere il cioccolato col latte sul fuoco, molto basso, e aggiungere, mescolando, il rimanente latte. Una volta inserito tutto il
         di pirex, versarvi il composto e cuocere per 30 minuti nel forno a 180°. Lasciare raffreddare la torta e sformarla.                                     latte portare a bollore ed ecco pronta la cioccolata in tazza. Servire in tazza con una spolverata di cacao non zuccherato.



 magazine 32                                                                                                                                                                                                                                                                                      magazine 33
Speciale Cioccolato
                                              C COME PROPRIETÀ
                                                                di Monica Andreucci. Foto: Sabatini - Viviani




                                                          UN PIACERE VERO E… SANO
                                                                 Per chi sa resistere a tutto, tranne che alle tentazioni




              Di solito i principi attivi il cui nome finisce in -ina vanno pre-         fa intuire i grandi riflessi geopolitici (oltre quelli economici)
              si con cautela perché o fanno danni al nostro organismo o                  che può avere l’orientamento del mercato. Scegliere con
              creano pericolose dipendenze. Per fortuna, però, esistono                  criterio, poi, permette di usufruire a pieno dei suoi benefici
              eccezioni: la più bella si chiama teobromina, è davvero po-                effetti sulla salute: gli archeologi hanno appurato che l’impe-
              tente ed, usata consapevolmente, garantisce effetti piace-                 ratore Montezuma ne consumava fino a 50 tazze al giorno.
              volissimi. Dimenticate pastigliette e fiale da iniettare, perché           Probabilmente non condivideremmo il modo di bere “cibo
              questa autentica – ma sana – “droga” si assume col cioc-                   degli dei” in uso tra gli Aztechi, visto che le fave di cacao
              colato!                                                                    venivano messe in infusione nell’acqua bollente e spruzzate
              Ormai è risaputo che la fava (il seme, per intenderci) di the-             di peperoncino... Pare che per oltre due secoli dal 1640,
              obroma cacao è un concentrato di proprietà benefiche in                    quando quel frutto curioso approdò in Sicilia, la sua polvere
              continua scoperta; l’ultima novità, per esempio, è il potere               marroncina fu usata solo come spezia. Fu poi Bonajuto di
              anticarie, che viene subito dopo la capacità – comprovata                  Modica a sperimentarla come cioccolata abbastanza simi-
              – di allontanare il rischio di infarto. Eppure stiamo parlando             le all’attuale. Il primo scalo mediterraneo dal Nuovo Mondo
              di un cardiotonico, eccitante, dopante, energetico, assue-                 fu però la Spagna dove, un po’ alla maniera degli Aztechi,
              facente, intrigante e via così, mettendoci pure i sospetti di              si consumava come bevanda liquida. La prima tavoletta di
              ipercalorico, cefaleico, affaticante del fegato, a rischio in-             cioccolato fu prodotta in Gran Bretagna da Cadbury, che è
              tolleranze e rallentante della digestione se mangiato a fine               ancora oggi una famosa fabbrica di dolciumi.
              pasto…                                                                     Il cioccolato di qualità si riconosce dalla lettura degli ingre-
              Ci sono troppi luoghi comuni da sfatare sul “cibo degli déi”               dienti: ad esempio un “extra fondente” deve avere un mini-
              (non a caso è questa la traduzione letterale del nome dato                 mo di 46% di massa cacao e contenere solo burro di cacao:
              al cacao da Linneo). Intanto è un prodotto a cui è meglio                  è il cioccolatiere ad effettuare la selezione delle varietà e dei
              accostarsi consapevolmente: già la provenienza da Paesi                    tipi di provenienza delle fave di cacao, a curare le delicate
              non opulenti, oltre al fatto di essere merce quotata in borsa,             fasi del processo di lavorazione, a dosare aromi e sapori. Gli



magazine 26                                                                                                                                   magazine 35
Speciale Cioccolato
              esperti consigliano di fare più assaggi, intervallandoli con
              acqua liscia e pane non salato, possibilmente a stomaco
              vuoto e ad una temperatura non superiore ai 20°.
              Pare che il mondo del cioccolato sia una festa per le papille
              assai più di quello del vino, visto che esistono 16.000 diversi
              tipi di fave, ognuna con sue peculiarità, da moltiplicare per
              i tanti modi di lavorarle. In teoria se ne potrebbe consumare
              ogni giorno – purché al 70% almeno di cacao – ma attenti
              agli effetti collaterali: chi lamenta che fa venire il mal di te-
              sta, può provare a mangiarla in condizioni diverse, come a
              digiuno o no; se ci sono intolleranze, massima attenzione
              agli ingredienti; la fondente è ottima per i celiaci, purché
              non contenga tracce di glutine, ed è buona anche per chi
              ha difficoltà col lattosio. Altro mito da sfatare: i brufoli sono
              legati al quantitativo di grassi animali che ingurgitiamo. Con
              o senza la cioccolata (che non dovrebbe averne) sarebbe
              lo stesso!
              Nota a parte sui prezzi: è difficile pensare che una tavoletta
              costata intorno ad 1 euro sia totalmente valida, se al produt-
              tore il cacao di minor pregio viene pagato 2.500/2.600 $ a
              tonnellata. Le confezioni da 100 gr dei prodotti di fascia alta
              (quelli che oltre ad esser buoni sono davvero sani perché
              non contengono additivi) stanno dai 6/7 euro in su. Tra i siti
              più indicati per ogni altra utile informazione c’è www.cioc-
              colato.it, curato dalla Compagnia del Cioccolato, che meri-
              toriamente si è battuta, in sede Comunitaria, per concedere
              la denominazione di “cioccolato” solo ai prodotti che non
              contenessero altri grassi oltre al proprio, il pregiato burro
              di cacao.




magazine 28                                                                       magazine 37
Speciale Cioccolato                                                                                                                  Speciale Cioccolato                                                                Speciale Cioccolato
1                                                                 2
                                                                                                                                                                                  C COME PREMI
                                                                                                                                                                                  di Massimo Giuliano. Foto: Sabatini, Di Vittorio




                                                                                                                                                                        CHE VINCA IL … PIÙ CALORICO
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                                                                                                                                                                                                                                     Due chocofeste nel teatino
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                                                                  5
                                                                                                                                     Possiamo dirlo: la provincia di Chieti aspira ad essere,                 celebre trasmissione tv di Barbara D’Urso. Il “Chocofestival”
                                                                                                                                     nella nostra regione, il punto di riferimento indiscusso                 ha coinvolto pasticceri provenienti da tutta Italia e pronti a
                                                                                                                                     per gli amanti del cioccolato. Non a caso nel capoluogo                  gareggiare per la solidarietà riproducendo monumenti italiani
                                                                                                                                     teatino, in corso Marrucino, si è tenuta la prima edizione               in cioccolato, che sono stati esposti nel Teatro Marrucino.
                                                                                                                                     del “Chocofestival”, che ha registrato buoni numeri: 23                  Alla fine ha vinto Armando Felice di Guardiagrele, che si è
                                                                                                                                     espositori con un percorso degustativo all’insegna delle                 aggiudicato il suo peso in cioccolato, concorso abbinato
6                                                                                                                                    tipicità abruzzesi, circa 15.000 visitatori, di cui 1.700 hanno          con il percorso degustativo: il fortunato ne ha riportati a casa
                                                                                                                                     effettuato il percorso de gustativo, 2.175 euro raccolti con             100 kg. Oltre alle degustazioni, agli stand degli artigiani e dei
                                                                                                                                     un’asta di beneficenza in favore di “30 Ore Per La Vita”, alla           commercianti, i visitatori hanno potuto assistere ad eventi,
                                                                                                                                     presenza della madrina Lorella Cuccarini. Spazio, anche, ad              massaggi e trucchi al cioccolato, esposizioni, animazione
                                                                                                                                     uno speciale guinness, quello della caffettiera più grande,              e laboratori per i più piccoli. L’obiettivo? Offrire ad adulti e
                                                                                                                                     con un’altezza di 2,20 metri e un peso di circa 15 quintali.             bambini una concreta occasione di studio e approfondimento
                                                                  7                                                                  Ora questa caffettiera verrà trasferita a Rimini dal 23 al 27            di uno dei cibi più amati al mondo: il cioccolato, appunto. In
                                                                                                                                     gennaio 2010 per la finale del Campionato Italiano Seniores,             questa circostanza, Chieti si è coperta di delizie e il suo centro
                                                                                                                                     che si svolgerà durante il Sigep, e sarà poi riproposta dalla            storico si è trasformato in un’enorme pasticceria all’aperto
                                                                                                                                     Bialetti come “Caffettiera della solidarietà”; si è parlato              con vetrine tematiche. In cabina di regia al “Chocofestival”
                                                                                                                                     anche di una sua partecipazione a “Lo show dei record”, la               vi è stata la Confederazione Pasticceri Italiani, presieduta



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                                                                  9




 1 Visitatori al Chocovillage di Lanciano 2 Emanuele Forcone con la proprietà della pasticceria Pannamore vincitore del concorso
“La miglior tavoletta di cioccolato fondente” 3 Il guerriero di Capestrano di cioccolato della Pasticceria Veronese 4 Un po’ di
torrone a Chieti 5 Scorcio della gioielleria Mozia che ha vinto il concorso “La miglior vetrina al cioccolato” 6 Lorella Cuccarini
madrina d’eccezione al Chocofestival di Chieti 7 La folla lungo Corso Marrucino durante il Chocofestival 8 Il team della
Confederazione Pasticceri Italiani con la caffettiera moka alta mt. 2,2 di circa 20 quintali di cioccolato 9 Pasticceri all’opera
    magazine 38                                                                                                                                                                                                                                                     magazine 39
Speciale Cioccolato
              da Federico Anzellotti, che con C come Magazine si mostra
              soddisfatto ma non evita di togliersi un sassolino dalla scarpa:
              «Ci saremmo aspettati un’attenzione maggiore da parte delle
              istituzioni, ma l’Abruzzo probabilmente non è ancora aperto
              a simili iniziative». Eppure l’evento, che è stato promosso
              anche dalla Confartigianato Chieti, ha ottenuto il patrocinio
              del Comune, della Provincia, della Regione e della Camera di
              Commercio. Solo chiacchiere?
              A Lanciano, invece, è tornato il “Chocovillage”, tenutosi tra
              l’auditorium Diocleziano e piazza del Plebiscito. Giunta alla
              sua terza edizione, la manifestazione è stata organizzata
              dall’associazione “L’arte del cioccolato”. In termini di
              presenze il dato è incoraggiante, almeno stando a quanto
              dichiarato dalla vicepresidente Maria Pia Salvatore: «Per
              quanto ci risulta, da una prima analisi fatta sono confermate
              le presenze dell’anno scorso: siamo quindi intorno ai 15.000
              visitatori». In pratica, lo stesso numero del “Chocofestival”
              di Chieti. La rassegna lancianese ha proposto agli espositori
              un concorso dedicato alla miglior tavoletta di cioccolato
              fondente, a cui hanno partecipato circa 15 artigiani
              cioccolatai: alla fine si è imposta la pasticceria “Pannamore”
              di Vasto. Il premio di quest’anno è stata una scultura-
              trofeo in bronzo che rappresenta la cabosside aperta,
              dalla quale fuoriesce una tavoletta di cioccolato. L’opera
              è stata realizzata dall’artista Francesca Graziani. Con la
              collaborazione della Camera di Commercio di Chieti è stato
              indetto anche un altro concorso, quello per la miglior vetrina
              al cioccolato, al quale hanno partecipato molti negozi di
              Lanciano: ha vinto la gioielleria “Mozia”. «“Chocovillage” –
              continua la vicepresidente Salvatore – vuole differenziarsi
              dai più blasonati eventi di Perugia, Torino, Milano e Bologna
              perché dedica particolare attenzione all’artigiano e alla sua
              maestria nel lavorare esclusivamente materie prime di alta
              qualità. Un evento di questo genere, completamente basato
              sulla tradizione artigianale e sulla manualità dei migliori
              mastri cioccolatai d’Italia, non potrebbe trovare scenario
              migliore di Lanciano, che già in epoca medievale era
              rinomata per i suoi artigiani. Con i suoi agorai, vasai, tessitori
              di lane e sete e produttori di candele, solo per citarne
              alcuni, Lanciano dava vita a fiere che attiravano mercanti
              dalla provenienza più disparata, rendendola famosa a livello
              internazionale e inducendo, nel 1212, l’imperatore Federico
              II di Svevia a conferirle lo status di università demaniale, cioè
              città non sottoposta ad alcun feudatario, ma amministrata
              direttamente dal re». Elementi che, senza dubbio, la dicono
              lunga su molte cose. A “Chocovillage” sono stati collegati
              pure alcuni eventi collaterali, tra cui uno spettacolo musicale
              che è andato in scena presso il teatro comunale “Fedele
              Fenaroli”, con i brani di Goran Bregovic rielaborati dal gruppo
              bolognese “Le Quartier Tzigane”, e una particolarissima
              “Chocoacconciatura”.

magazine 40                                                                        magazine 25
C COME MARRONE
                                                                         Foto e testo di Marco Di Edoardo




                     A LEOFARA TRENT’ANNI DI CASTAGNE
                                                                                                            Una festa tutta autunnale.
              Avete presente il detto popolare “essere preso in castagna”?           attualmente utilizzato come materiale da costruzione. Tuttora
              Pare che derivi ufficialmente dalla locuzione originaria               i castagneti non vengono sottoposti a nessuna concimazione
              “prendere in marrone”, perché marrone dal latino antico                chimica e la raccolta avviene in autunno tramite battitura dei
              ‘marro, marronis’ vuol dire errore. Il popolo però ha poi              ricci e successiva costituzione delle “ricciare”, grosse buche
              confuso il marrone-errore con il marrone-frutto del castagno           nel terreno dove si depongono i ricci pieni e ne si attende
              e ha utilizzato sempre più l’espressione “prendere in                  l’apertura: in questo modo le castagne fresche potevano
              castagna”. Ci sono però altre interpretazioni che evidenziano          essere utilizzate per la preparazione di dolci di Natale o
              che l’espressione possa derivare anche dall’atto dell’essere           addirittura di Carnevale. Oggi le castagne non fanno più
              sorpresi a rubare castagne e da qui appunto “essere presi              parte della sfera degli alimenti cosiddetti “poveri” consumati
              in castagna”. Nell’ultimo week-end di ottobre Leofara, una             dalle popolazioni montane, ma hanno ormai assunto la
              piccola frazione del comune di Valle Castellana in provincia           connotazione di prodotto tipico e oggetto di una vera e
              di Teramo si veste a festa e celebra questo protagonista della         propria celebrazione, come nel caso di Leofara. Possono
              stagione autunnale. Promossa e organizzata dall’associazione           essere consumate arrosto (caldarroste), bollite con tutta la
              culturale “I’fere” (Leofara, in dialetto locale), la festa della       pelle o spelate (le cosiddette “casciole”) e vengono spesso
              castagna è giunta alla sua XXX edizione e si è ormai da                utilizzate come sfarinati o per la preparazione di marmellate
              anni consolidata come una delle manifestazioni più riuscite            e dolci. Inoltre, le castagne fresche o secche possono
              della provincia teramana. Così anche quest’anno il 24 e il 25          essere impiegate in cucina anche per la preparazione di
              ottobre il piccolissimo paesino nel parco nazionale del Gran           antipasti, primi o secondi piatti. La festa della castagna però
              sasso e Monti della Laga è divenuto meta di moltissimi turisti         è anche l’occasione per vivere la montagna e riscoprire i
              e appassionati di cultura enogastronomica. Nel suggestivo              piatti della tradizione montana abruzzese. Infatti oltre alle
              panorama montano si respira l’aria della tradizione e della            prelibate caldarroste si possono degustare gnocchi, polenta
              riscoperta dei piatti tradizionali, e il piccolo borgo diventa         con salsiccia e porcini, formaggi e salumi vari, zuppa di
              scenario di un evento all’insegna della valorizzazione del             castagne, ceci e funghi, formaggio fritto, arrosticini, sfritta
              marrone di Valle Castellana e dei prodotti del territorio.             di maiale con castagne e miele, granoturco arrosto, frittelle e
              Il castagno è caratteristico dei Monti della Laga e la sua             molti dolci, tra cui il tradizionale “castagnaccio”. All’interno
              presenza è favorita dalle condizioni climatiche di quest’area.         della manifestazione si può effettuare anche una visita
              Per gli abitanti di questa zona la pianta ha rappresentato e           guidata ai castagneti di Leofara e per i più curiosi è allestito
              rappresenta non solo una fonte di alimentazione e sussistenza          uno spazio espositivo dove vengono spiegati gli utilizzi e
              ma anche un vero e proprio tratto di identità culturale. Il            le tradizioni legate alla pianta e al frutto del castagno. Le
              marrone di Valle Castellana infatti, grazie ai suoi alti valori        strade del piccolo borgo montano sono allestite anche con
              nutrizionali, nell’antichità era alla base dell’alimentazione          piccoli banchetti di artigianato locale, il tutto accompagnato
              popolare e veniva utilizzato anche per il nutrimento animale. Il       da musica rigorosamente popolare per allietare i moltissimi
              legno della pianta, essendo di lunga durata, semi duro e poco          turisti giunti a Leofara, contenti per una volta di essere stati
              sensibile alle variazioni di umidità e temperatura, veniva ed è        “presi in castagna”.



magazine 42                                                                                                                              magazine 43
C COME STAGIONI
                                                                                      di Cristina Mosca




                                                A CACCIA DI TARTUFI, A PESCA
                                                            NELL’ADRIATICO
                                                                                   Ogni prodotto spontaneo ha il suo tempo


              E il carovita, e la bontà dei prodotti, e la qualità della materia    Di Giacomo, meriterebbe un marchio Doc. La stagione del
              prima. Argomenti all’ordine del giorno per chiunque debba             tartufo (bianco, scorzone d’autunno e tartufo nero) è l’autunno,
              occuparsi di fare la spesa per i pasti quotidiani, dallo studente     anche se può capitare di trovarlo nella prima neve e di poterlo
              universitario al libero professionista, passando per massaie,         raccogliere fino a marzo: ma attenzione, è vietato raccogliere
              single, fooders e pensionati. La missione più ardua è conciliare      il tartufo bianco a gennaio. Cresce in prossimità di querce,
              due priorità ex aequo: mangiare bene e stare nel budget. La           pioppi e salici, mentre lungo i sentieri i peri e i meli selvatici si
              notizia è: non è poi così difficile e noi vi diciamo come.            riempiono di frutti profumatissimi che, custoditi tra la paglia in
              Il segreto sta nella stagionalità dei prodotti. È quasi scontato      luoghi freschi e areati durante l’inverno diventano ottimi per
              affermare che le colture di serra sono più costose di quelle          fare marmellate.
              che la terra ci dà spontaneamente, ma non lo è altrettanto            Erbe spontanee come la valeriana, il tarassaco, la cicoria, il
              affermare che i prodotti naturali sono sostanzialmente al             crispigno, la rucola e la pimpinella prediligono la primavera,
              meglio della loro forma quando è il “momento” giusto. Vale            che è la stagione in cui comincia a formarsi lo scorzone, ossia
              per alcuni animali da allevamento come il pollo (chi sa ad            il tartufo nero estivo, da cogliere a giugno.
              esempio che la nidiata di polli è pronta per il macello quando il     Qualche idea sul pesce: la stagionalità è un valore essenziale,
              primo canta?) o come l’agnello e il maialino da latte: la pecora      ma a volte il percorso di una specie ittica dalla barca alla
              partorisce due volte all’anno e quindi la tradizione lo abbina        nostra tavola può influire sulla sua qualità organolettica,
              con naturalezza alla Pasqua e al Natale, mentre il capretto è         perché può risentire del trattamento che subisce in questo
              collegato alla Pasqua perché il parto è unico annuale. Vale           – a volte lungo – tragitto. In estate, per esempio, esistono
              anche per il sapore e le proprietà organolettiche del formaggio,      condizioni climatiche tali che portano i pesci a stazionare
              che vanno di pari passo con le erbe spontanee di cui gli              per periodi più o meno lunghi, subito dopo la cattura, in
              animali si nutrono. Interessante è l’argomento tartufo bianco,        temperature che ne favoriscono il rapido deterioramento:
              collocato tradizionalmente a massimo 600 metri sul livello del        gioco forza fa la presenza di frigoriferi e ghiaccio a bordo,
              mare: ma in Abruzzo, come ci svela il professore Antonio Di           per l’immediata conservazione del pescato. Purtroppo è più
              Giacomo, può vegetare anche fino a 1000 metri, attirando le           difficile che un piccolo peschereccio, re della pesca estiva, si
              brame di cavatori anche di altre regioni. Cosa lo rende così          doti di queste attrezzature: ecco che una sogliola pescata nella
              pregiato? Crescendo in terreni più calcarei, ha un odore più          sua stagione, e cioè l’estate, con le retine non lontano dalla
              intenso e una ridotta presenza d’acqua, che gli permettono            costa finisce per non avere quella saporosità maggiore che
              una resa migliore in cucina, tanto che, secondo il professore         le spetterebbe, rispetto ad una sogliola presa in inverno o ad



magazine 44                                                                                                                                 magazine 45
CALENDARIO DEI PRODOTTI DI STAGIONE
                        Gen   Feb   Mar   Apr   Mag   Giu   Lug   Ago   Set   Ott   Nov   Dic
                                                                                                una sogliola pescata dalle grandi barche al largo. Ecco perché    loro differenze organolettiche in base al periodo del ciclo vitale,
MARE                                                                                            la stagione fredda si presta meglio al consumo del pesce. Non     ma mentre in tutte le altre specie animali (suini, ovini, bovini e
ALICI                                                                                           meno importanti sono le zone in cui i pesci vengono pescati:      pollame che siano) è presente una distinzione netta, spesso
CALAMARI                                                                                        ci sono delle variabili legate alla profondità delle acque ,      anche legiferata, fra le varie fasi di vita, nei pesci – eccezion
                                                                                                alla loro temperatura, alla salinità e – purtroppo – anche        fatta per il novellame – questo normalmente non avviene.
COZZE
                                                                                                all’inquinamento . Per esempio gli scampi pescati in alcune       Il resto, anche se non tutto, è riassunto nelle tabelle, buone da
LUMACHINE                                                                                       “fosse” presenti nel Medio-Adriatico hanno caratteristiche        conservare per tutto l’anno.
MAZZANCOLLE                                                                                     gustative rispetto a zone diverse. Ultimo aspetto riguarda        (Con la gentile collaborazione di Andrea Beccaceci, Lanfranco
NASELLO                                                                                         “l’età” delle specie ittiche: naturalmente esistono anche per     Centofanti, Antonio Di Giacomo, Roberto Ferrari, Elisabetta Resini)

PANOCCHIE
RANA PESCATRICE                                                                                  MESI                                                 LE RACCOLTE NELL’ORTO
RICCIOLA                                                                                         GENNAIO          Carota,catalogna, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, indivia,
ROMBO                                                                                                             porro, radicchio,
SAN PIETRO                                                                                       FEBBRAIO         Bietola, catalogna, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, porro,
                                                                                                                  radicchio di Verona e Treviso, finocchio, porro, ravanello, rucola, spinacio invernale, valerianella.
SCAMPI
                                                                                                                  Piante aromatiche ed officinali: prezzemolo
SCORFANO
                                                                                                 MARZO            Agretto, asparago, carciofo, cicoria da taglio, cipollotto, lattuga cappuccio e da taglio, porro, ,
SEPPIE                                                                                                            radicchio di Verona e da taglio, ravanello, spinacio invernale, valerianella. Piante aromatiche ed
SOGLIOLA                                                                                                          officinali: genziana, prezzemolo
SPIGOLA                                                                                          APRILE           Asparago, carciofo, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cicoria
                                                                                                                  da taglio, cipollotto, fava, rucola, valerianella. Piante aromatiche ed officinali: calendula, erba
TONNO
                                                                                                                  cipollina, tarassaco.
TRIGLIE
                                                                                                 MAGGIO           Agretto, asparago, bietola da coste, carota, cavolo cappuccio, cetriolo, cicoria da taglio, cipolla
VONGOLE                                                                                                           bianca, fava, pisello, ravanello, rucola, spinacio. Piante aromatiche ed officinali: acetosella, ane-
SGOMBRO                                                                                                           to, camomilla, camomilla romana, erba cipollina, levistico ( sedano di monte ), malva, prezzemolo,
                                                                                                                  rabarbaro.
MONTI
                                                                                                 GIUGNO           Aglio, asparago, barbabietola, bietola da coste, carciofo, carota, cicoria, cipolla bianca, crescione,
BIANCOSPINO
                                                                                                                  fagiolino, fava, finocchio, indivia riccia, lattuga ( tutte) , patata, pisello, radicchio da taglio, sedano,
BROCCOLETTO SELVATICO
                                                                                                                  spinacio, zucchina. Piante aromatiche ed officinali: achillea, aneto, basilico, borragine, dra-
CARDO MARIANO                                                                                                     goncello, lavanda, maggiorana, malva, melissa, menta, nepitella, origano,prezzemolo, rabarbaro,
                                                                                                                  rosmarino, ruta, salvia, timo.
CASTAGNE
                                                                                                 LUGLIO           Aglio, barbabietola, bietola da coste, cardo, barbabietola, bietola da coste, cece, cetriolo, cicoria,
CICORIA
                                                                                                                  cipolla colorata,cipollina, fagiolino, fagiolo, indivia riccia e scarola, lattuga, lenticchia, melanzana,
CRISPIGNO DI CAMPO                                                                                                melone, peperone, pisello, pomodoro, radicchio da taglio , ravanello, sedano , zucchina. Piante
GENZIANA                                                                                                          aromatiche ed officinali: alloro, assenzio, basilico, cumino, erba cipollina, issopo, lavanda, melis-
                                                                                                                  sa, menta, origano, prezzemolo, senape , timo.
GINEPRO
                                                                                                 AGOSTO           Anguria, barbabietola, bietola da costa, cardo, cavolo cappuccio, cetriolo, fagiolino, fagiolo, indivia
MELE SELVATICHE
                                                                                                                  riccia e scarola, fagiolino, fagiolo, indivia riccia e scarola, melanzana, melone, peperone, pomo-
ORAPI                                                                                                             doro, radicchio da taglio , sedano , zucca, zucchina. Piante aromatiche ed officinali: basilico,
PERE SELVATICHE                                                                                                   coriandolo, luppolo, maggiorana, origano, prezzemolo, santoreggia.
PIMPINELLA                                                                                       SETTEMBRE Anguria, bietola da coste e da taglio, carota, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, ca-
                                                                                                           volo cappuccio, cetriolo, cicoria catalogna , fagiolino, fagiolo, finocchio, lattuga, melanzana, melo-
ROSA CANINA
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ZAFFERANO                                                                                        DICEMBRE         Cardo, carota, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza,
                                                                                                                  finocchio, porro, rafano, rapa, scarola, spinacio, tarassaco.
C COME SANT’ANTONIO
                                                                                 Annunziata Taraschi
                 “Sant’Antonio Abate. il fuoco, gli animali, i canti”, ed. Tinari, Bucchianico, 2009.




 A GENNAIO ARRIVANO GLI UCCELLETTI
                                                                                                               Una devozione antica


Gli “uccelletti” o, in dialetto, li cillìttë costituiscono il cibo
rituale più rappresentativo della festa di Sant’Antonio
Abate; si tratta di tipici dolcetti a forma di uccellini dalle ali
distese sul corpo, la cui immagine più stilizzata richiama
la mezzaluna. La soggettività delle nostre massaie crea
prodotti diversi per dimensione e dettagli, ma non intacca il
significato profondo del cibo rituale, ancorato a concezioni
cosmologiche arcaiche.
L’interpretazione dei devoti rispetto alla forma di questi
dolcetti trova un aggancio psicologico nel protettorato del
Santo sugli animali domestici, di cui gli uccelli sarebbero
una rappresentanza. In realtà per comprendere il significato
di questa forma, così come di altre forme applicate al cibo
rituale, bisogna partire dal substrato antropologico che ha                        “Uccelletti” di Sant’Antonio.
determinato i caratteri originari della circostanza festiva;                       Nella Antonacci, Tossicia 1999.
alle forme del cibo infatti erano affidati codici simbolici che                    (Da “L’antica cucina teramana”, Annunziata Taraschi,
sfuggono alla conoscenza dell’uomo contemporaneo.                                  Multimedia, Teramo, 2003)
Gli uccellini rappresentano una costante iconografica del
mondo popolare abruzzese: sono raffigurati sui carri agricoli,                     Disporre la farina a fontana ed aggiungere l’olio ed il
sui piatti di ceramica, sulle conche dei mastri ramai, sulle stoffe                vino bianco. Dopo aver dimenato l’impasto in modo
tessute al telaio e in altri prodotti della cultura materiale. La                  che risulti abbastanza duro, dividerlo in parti tonde dalla
rappresentazione di volatili è presente presso molte culture;                      forma di bocce. Queste vanno stese col matterello in
per loro natura questi animali sono destinati a rappresentare                      quadratini sottili di sfoglia larghi 14 centimetri circa, al cui
gli Dei o ad esserne messaggeri. Secondo Alfredo Cattabiani                        centro va poggiato un cucchiaio di ripieno già preparato
(Volario, Mondadori, Milano, 2003) “il loro regno è il cielo,                      (marmellata d’uva, mandorle tostate e tritate, cannella in
luogo trascendente per eccellenza, dove attraverso il                              polvere, una scorza di limone grattugiato e poche gocce
volo ricongiungono il tempo terreno a quello eterno e                              di anisetta). Avvolgere il ripieno in un involtino dalla forma
attraverso i loro canti annunciano la primavera e la gioia                         triangolare. Distendere verso l’alto i due vertici della
del rinnovamento”. L’associazione volatili-fertilità, applicata                    base del triangolo ed abbassare la punta verso il centro.
a Sant’Antonio Abate, rivela un ulteriore collegamento, più                        Si otterrà così facilmente la forma di un uccellino con la
profondo e più significativo: quello col mondo dei morti.                          pancia piena di marmellata; tagliuzzare la superficie dei
Infatti l’anima del defunto, nelle culture agrarie, si manifesta                   dolcetti e metterli in forno.
allo sguardo umano in forma di volatile.



                                                                                                                                        magazine 49
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C come magazine n.10

  • 1. 10 FREEPRESS di ENOGASTRONOMIA ABRUZZESE ANNO 2 - NUMERO 10 - Dicembre 2009/Gennaio 2010 SPECIALE CIOCCOLATO Per chi sa resistere a tutto, tranne che alle tentazioni… C COME STAGIONI Ogni prodotto spontaneo ha il suo tempo C COME B2B Tutti pazzi per la Panarda C COME MASSIMO TAVOLETTA Quando la magia è nelle piccole cose
  • 2. >> Editore >> Ufficio fotografico Modiv s.n.c. Mario Sabatini, Chiara Viviani, Daniele Di Vittorio, www.modiv.it - info@modiv.it Marco Di Edoardo, Walter De Berardinis, Nadia Mi- riello, Valerio Simeone. >> Direttore responsabile Cristina Mosca (non fumatrice) >> Stampa se volete dirle qualcosa fatelo a: redazione@c-magazine.it AGP Arti Grafiche Picene - Maltignano (Ap) >> Area marketing e commerciale Daniele Di Vittorio (ex fumatore) In questo numero si sono infreddoliti, sprincipiati, scapi- marketing@c-magazine.it - 3887960830 collati, smemorati, spensierati insieme a noi Monica An- dreucci, Roberto Ardizzi, Andrea Beccaceci, Lanfranco Maurizio Di Battista (ex fumatore) Centofanti, Antonio Di Giacomo, Gabriele Di Giovannan- maurizio@modiv.it - 3296249283 tonio, Roberto Ferrari, Massimo Giuliano, Guernica, An- tonello Maietta, Ludovica Persichitti, Elisabetta Resini, Anita Righetti e Annunziata Taraschi. >> Editore: Modiv s.n.c. Viale Matrino 36, 65013 Marina di Città Sant’Angelo (Pe) Tel/fax 085.959746 - cell. 388.7960830 www.modiv.it - info@modiv.it Registrazione presso il Tribunale di Pescara n° 7/08 del 31/03/2008 www.ccomemagazine.it come Vieni a trovarci su Facebook: diventa fan della pagina “C come Magazine” magazine 3
  • 3. C COME SOMMARIO Foto copertina: Sabatini-Viviani C come RUBRICHE cosa c’è nel numero DIECI 05 >> C come Sommario 07 >> C come Editoriale 09 >> C come Informazione 28 >> C come Food Design 51 >> C come Ricette 61 >> C come Guernica 64 >> C come News 66 >> C come Controeditoriale SPECIALE CIOCCOLATO 30 >> C come Massimo Tavoletta 34 >> C come Proprietà 38 >> C come Premi C come ABRUZZO 12 >> C come Vi consigliamo 14 >> C come Tradizione 22 >> C come Mototurismo 40 >> C come Sant’Antonio 42 >> C come Marrone 44 >> C come Stagioni 49 >> C come Recupero C come REPORTAGE 8 >> C come Fotoeventi 18 >> C come B2B 56 >> C come Fuori menù 58 >> C come Fotoreportage magazine 5
  • 4. C COME EDITORIALE Dai semi migliori di Cristina Mosca C COME AMORE I raccolti migliori Cristina Mosca Direttore responsabile di C come Magazine Un commento sul 2009: poteva andare meglio Un commento sul 2010: dovrà andare meglio Un commento: sì. C’è l’amore dei piccoli gesti; c’è l’amore del Natale che si na- sconde sempre dietro la porta per poi balzare fuori all’ultimo momento, riuscendo sempre – e chissà come – a coglierci I mangimi migliori di sorpresa; c’è l’amore verso un anno che è stato doloroso e importante; c’è l’amore dei figli verso i propri genitori e dei genitori verso i propri figli. C’è l’amore della pazienza; c’è l’amore della sopportazione; il silenzio che accarezza una quieta distrazione; c’è l’amore di una vacanza desiderata; l’amore per la terra, per i suoi prodotti; l’amore per l’armo- nia delle stagioni; l’amore per un pollo allevato di persona e che magari viene anche chiamato per nome; l’amore per un tartufo grattato su un piatto di pasta con un movimento pre- ciso della mano; l’amore nel riconoscere da lontano il giusto riccio di castagna. C’è la prudenza di un nuovo inizio, la conquista di un nuovo traguardo, il disagio di un addio e il conforto di un arriveder- ci. C’è l’avventura di un vino, la passione di tanti produttori, la magia dei rituali, il calore della tradizione, l’abbraccio della solidarietà. C’è la voglia di conoscersi, la necessità di farsi conoscere; c’è una quotidianità che lentamente viene rico- struita, ricomposta, reinventata. C’è un nuovo e instancabile grazie che facciamo a voi che ci leggete, e a voi che scrivete, e a voi che mangiate e acquistate in maniera più consape- vole. In questo numero di C come Magazine c’è il nostro augurio per un 2010 coraggioso e forte; pronto a sorridere, a testa www.sagem.coop - info@sagem.coop alta, orgoglioso, cocciuto quasi; un 2010 luminoso. magazine 7
  • 5. A TAVOLA CON I VESTINI Si è svolta a Pescara a metà novembre il consueto C COME FOTOEVENTI dii Daniele Di Vittorio - Foto: Modiv appuntamento l’Archeoclub provinciale: per “A tavola con i Vestini” la Cantina di Jozz ha proposto per cinque giorni gli antichi piatti del popolo vestino, come tisane, fracchiate, maialini al miele e tartugo e agnelli. Un’iniziativa culinaria basata sulla rievocazione storica della cucina antica. CANTINA CIAVOLICH GRAN GALÀ DEL VINO D’ABRUZZO Presso la “Vineria di Salnitro” si è svolta una Il 30 novembre è stata presentata al Romantik Hotel Villa Maria degustazione dei vini della Cantina Ciavolich. la guida Duemila vini 2010 dell’Ais. I cinque grappoli sono andati All’interno del locale la responsabile al Montepulciano d’Abruzzo, al Cerasuolo 2008 di Valentini, al della cantina ha spiegato ai commensali le Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, alla Riserva 2006 proprietà dei vini che hanno degustato mentre di Farnese, al Montepulciano d’Abruzzo Mazzamurello 2006 assaporavamo i piatti preparati dall’originale della cantina Torre dei Beati, al Montepulciano d’Abruzzo San locale di San Martino alla Marrucina. Calisto 2006 di Valle Reale e al Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma 2006 di Masciarelli. PRIMA STELLA MICHELIN AL CAFÈ LES PAILLOTES Gli chef Antonio Strammiello e Heinz Beck all’opera per festeggiare l’assegnazione della prima stella Michelin al ristorante “Cafè les Paillottes”. Il Cafè Les Paillotes è oggi il primo ristorante della costa abruzzese a raggiungere questo importante traguardo. DEGUSTAZIONE TULLUM Bianco, Passerina e Pecorino sono stati i protagonisti della serata di degustazione che si è svolta all’inizio di dicembre presso l’enoteca Viné di Stefano Guaglione. Le caratteristiche organolettiche dei vini sono stati illustrati da Andrea Di Fabio, responsabile della società magazine 55 “Feudo Antico”, che commercializza il marchio Tullum, e l’enologo Riccardo Brighigna.
  • 6. C COME INFORMAZIONE di Roberto Ardizzi, consulente SGQ STELLE, QUALITÀ E ALBERGHI Ecco gli standard di accoglienza Lo standard è un parametro di valutazione che deve essere CATEGORIA * ** *** **** ***** Servizio ricevimento 12 h su 24 12 h su 24 16 h su 24 16 h su 24 24 h su 24 riconosciuto come tale in ogni momento e luogo, senza possibilità Servizio di notte a chiamata a chiamata a chiamata portiere portiere d’interpretazione soggettiva dal Servizio custodia in cassaforte in cassaforte in cassaforte in cassaforte in cassaforte centralizzata centralizzata centralizzata nelle camere nelle camere momento che esso risponde a dettami Pulizia delle camere 1 volta al 1 volta al 1 volta al 1 volta al 1 volta al pratici e tecnici universalmente giorno giorno giorno giorno con giorno con riassetto riassetto po- applicabili. pomeridiano meridiano Ma a tutti noi è capitato almeno una Cambio biancheria camere 1 volta a 2 volte a setti- 2 volte a setti- tutti i giorni tutti i giorni volta di giudicare le notevoli differenze settimana mana mana tra una struttura alberghiera e un’altra, Cambio biancheria bagno 2 volte a 3 volte a setti- 3 volte a setti- tutti i giorni tutti i giorni settimana mana mana a fronte di una uguale codifica, cioè a Bagni privati nelle camere 40% delle 80% delle 100% delle 100% delle 100% delle pari numero di stelle. camere camere camere camere camere Senza voler scendere nel merito Numero minimo camere 7 7 7 7 7 delle modalità di assegnazione e Superficie camera singola 8 mq 8 mq 8 mq 9 mq 9 mq della libertà di valutazione lasciata Superficie camera doppia 14 mq 14 mq 14 mq 15 mq 16 mq alle singole regioni, siamo giunti oggi ad avere (finalmente) uno standard Superficie per ulteriore 6 mq 6 mq 6 mq 6 mq 6 mq posto letto applicativo che dovrebbe eliminare Superficie bagno privato 3 mq 3 mq 3 mq 4 mq 5 mq ogni dubbio: l”Italy Stars and Rating”, completo ratificato con DCPM del 21.10.2008. Questo disposto identifica i servizi minimi richiesti per la codifica delle Servizio bar no no 12 h su 24 16 h su 24 16 h su 24 anche nelle (nelle camere strutture alberghiere, secondo una camere 24 su 24) griglia di valutazione che elimina ogni Servizio prima colazione si si si si si dubbio ed interpretazione, definendo Servizio ristorante no no se presente se presente se presente nel minimo dettaglio ogni singolo Lingue estere no no 1 2 3 punto. Divise per il personale no no si si si Eccone un piccolo abstract, che Servizio fax e fotocopiatrice si si si si si naturalmente è solo un riassunto del Servizio internet per gli no no si si si disposto normativo, ma è di certo alloggiati già sufficiente per dare a noi “utenti” Servizio lavaggio e stira- no no no si si uno strumento valido per giudicare se tura la qualità attesa coincide con quella Servizio parcheggio no no no dalle 8 alle 22 24 ore su 24 erogata e con quella percepita. Ad ognuno la sua valutazione… Ascensore no si si si si magazine 11
  • 7. C COME VI CONSIGLIAMO Comunicazione istituzionale Quando la passione dà i suoi frutti migliori SS 553 Km 13,6 64024 Notaresco (TE) - Italy Tel:0039/085.898894 Fax:0039/085.898895 www.villacervia.it UN TESORO TRA LE COLLINE TERAMANE I prodotti di Villa Cervia Villa Cervia Com nella provincia teramana significa: Un Montepulciano d’Abruzzo esuberante, per grandi arrosti Notaresco, Albano Cianelli, vitigni abruzzesi. Notaresco è e cacciagione. Gradevole anche nella sua versione Trebbiano un paese al centro della Vallata del Vomano, sulla sinistra D’Abruzzo Doc. il fiume omonimo, a pochi chilometri dalla marina adriatica. Villa Cervia, altra linea di Montepulciano, Trebbiano e Albano Cianelli è il presidente di Villa Cervia Com, è enologo Cerasuolo delle colline tramane, invecchiato ed imbottigliato e grazie all’apporto del collega enologo Rino Moretti e a freddo con procedimento sterile. di altri collaboratori ha avviato la produzione in bottiglia Spumante Corte dessert, da vitigni pregiati come Chardonnay di un’articolata gamma di vini. Vitigni abruzzesi per vini e Moscato, sempre delle colline teramane, che troviamo straordinari, che anche grazie a Villa Cervia Com sono anche nella versione Spumante Corte Brut, ottenuto da diventati prodotti apprezzati in tutto il mondo. L’azienda vitigni Chardonnay, Passerina e Sangiovese. infatti distribuisce prevalentemente sui mercati nazionali ed Casa Moretti, linea prodotta in occasione del 75esimo anno internazionali con linee doc e docg, eppure non si è fermata di attività nel settore enologico di casa Moretti che, con il a questo: ha tanta voglia di andare avanti ed ha mantenuto capostipite Domenico, nel 1927 ha dato inizio alla sua attività inalterata la filosofia e l’approccio al vino. Oggi ha un nel settore. La linea comprende il Cerasuolo IGT, il Trebbiano centro di imbottigliamento curato e all’avanguardia, che si D’Abruzzo IGT e il Montepulciano d’Abruzzo Doc. è specializzato nella produzione di vini frizzanti e spumanti Gli altri vini prodotti dall’azienda sono il Sangiovese IGT, naturali. La produzione viene esportata per l’80%. I mercati Chardonnay Terre di Chieti IGT, Rubiro Giovane IGT, il più significativi sono in Inghilterra, USA, Germania, Svizzera, Pecorino e tante altre produzioni dall’abbigliaggio estroso. Belgio, Svezia, Danimarca, Olanda, e recentemente sono L’azienda Villa Cervia Com si è prefissato come obiettivo iniziate le esportazioni in Canada, Giappone ed altri piccoli prioritario quello di divenire l’azienda enologica più paesi extra UE. importante della provincia e tra le primissime aziende private I vini: del settore nell’ambito regionale. Grazie anche ad una terra Rocca dei Bottari, uno dei primi prodotti di Villa Cervia Com. ricca e speciale come quella abruzzese. magazine 12 magazine 13
  • 8. C COME TRADIZIONE di Anita Righetti - Foto: Mario Sabatini METTI UN CARDONE A NATALE... I segreti di un buon brodo Il brodo di carne con il cardone è il piatto natalizio per non solo dalla varietà scelta, ma soprattutto dalla cura nel eccellenza. coltivarlo con la paglia lunga tenuta in piedi dalle canne Ci sono sfumature, piccoli distinguo, variabili di poco conto legate tra loro. L’acqua data in quantità e il buio al quale lo si ma riguardano tutte il cardone. deve tenere riparandolo permettono al cardone di sviluppare Il brodo di carne è il piatto principe: può essere di carne di foglie costolute ampie ma compatte all’interno e tenere al vitello, di carne di gallina o di carni miste, ma è sempre gusto. Se il cardone riceve poca acqua, l’interno della foglia saporito e non grasso, arricchito da polpettine di carne di si svuota creando una fibrosità filamentosa che fa perdere vitello macinata molto sottile, che nel Teramano vengono consistenza e gusto. impastate solo col parmigiano e la noce moscata grattugiata La singola foglia va spellata dolcemente intaccando la fine, senza l’uovo che invece viene usato nelle altre province. superficie lanuginosa che la ricopre e una volta tagliata a Senza uovo sono molto più leggere. Poi al brodo si aggiunge pezzetti va immersa in abbondante acqua fredda dove è stato il cardone, solo bollito oppure mescolato a uova, parmigiano sciolto un cucchiaio di farina bianca: questo accorgimento e un odore di noce moscata grattugiata. non fa annerire il cardone che, essendo molto ricco di ferro, Detta così sembra semplice. Invece per un cardone di qualità si ossida facilmente con l’aria. La tradizione vuole il cardone c’è un percorso molto complesso. molto chiaro e a volte si fa l’errore di scartare le foglie esterne Intanto è uno dei pochi cibi presente sulla tavola di tutta per usare le foglie interne che, anche se bianchissime, sono la regione che ne racconta l’importanza e si presenta molto meno saporite. Quando il cardone è bell’e pronto, dappertutto allo stesso modo. Il cardone è una pianta spellato e immerso in una bacinella con acqua e farina, coltivata col freddo e al riparo dalla luce per cui assume quel si lascia riposare al fresco fino al momento del consumo. tipico colore verde…cardone!, cioè verde con dei riflessi Quando non c’era la televisione, e quindi molto tempo fa, argentei, come quello della salvia che usiamo in cucina: la sera della vigilia di Natale questa operazione avveniva stesso tono di verde e stesso tono di argento. mentre le donne erano attorno al focolare e gli uomini al Il cardone deve essere tenero e dolce e questo dipende tavolo a giocare a carte con vino e castagne. Dimenticavo: il magazine 30 magazine 15
  • 9. procedimento della spellatura lascia sulle mani un nero che si può alleggerire con succo di limone, ma che andrà via solo dopo qualche giorno di frequenti lavaggi. Il giorno dopo, mentre il brodo sobbolle, si lessa il cardone in acqua già bollente facendolo ben cuocere ma senza farlo ammollare. Da ricordare che il punto di cottura fa la differenza per la sua fragranza. Il cardone va scolato e strizzato per bene con le mani. Si può mettere direttamente così com’è nel brodo pronto, filtrato e con le polpettine di carne, oppure si aggiunge a uova e parmigiano che una volta nel brodo formano una stracciatella ripiena di cardone, gustosissima. Il cardone strizzato viene anche aggiunto alla pastella lievitata del baccalà della vigilia, per delle fragranti frittelle di magro. Ancora oggi chi ha la possibilità si coltiva la sua personale pianta di cardone per Natale per averlo tenero e bianchissimo come tutti lo vorrebbero. I fritti di Natale sono ottimi sia con la pastella semplice fatta di acqua farina, un goccio d’olio e uno di liquore secco, sia con la pastella lievitata con il lievito di birra o solo con un po’ di birra. Non possono mancare i carciofi affettati sottili crudi, il cavolfiore bollito, la zucca affettata sottile cruda, e, appunto, il cardone. Il pranzo tradizionale di Natale si può aprire con un antipasto all’italiana, salumi vari, formaggio, sottaceti e olive verdi in salamoia, ma prosegue sempre col brodo che con il cardone riesce leggero, e continua con il lesso accompagnato da sottaceti e dagli odori del brodo, cioè carota, sedano e finocchio; poi con la chitarra col ragù “all’abbruzzese” o con la lasagne al forno, poi la galantina di pollo o il pollo al coccio o al forno con le patate, poi le carni rosse come un arrosto di vitello o un cosciotto d’agnello. I contorni sono patate al forno, che non mancano mai, e insalata mista. Il pranzo è concluso solitamente dalla pizza dolce, dai calcionetti o cagionetti fritti ripieni di castagne o di ceci, dai tarallucci ripieni di “uvata” e mandorle, da fritti di pasta lievitata a base di patate e uvetta sultanina, allungati con le mani nel metterli nell’olio e passati poi nello zucchero e cannella e che si chiamano “crispelle” o “bruscinatte” nel Chietino (è interessante che in francese ci sia un dolce analogo con un nome molto simile!), “li turcinelle” nel Pescarese. Castagne, vino buono e il calore della famiglia sono il nostro Santo Natale. Auguri! magazine 17
  • 10. C COME B2B Redazionale. Foto Valerio Simeone “A TAVOLA CON L’ABRUZZO” Tutti pazzi per la Panarda Non dimenticheranno la nostra regione molto presto i quaranta è stato danneggiato in alcune sue parti legate alla storia e ospiti della Camera di Commercio di Pescara, che suddivisi all’urbanistica, ma per la maggior parte è ancora intatto e tra giornalisti della carta stampata o di portali di informazione assolutamente sicuro – spiega Daniele Becci, presidente sul web e tour operator (provenienti dalle altre regioni di Italia della Camera di Commercio di Pescara – Abbiamo una e da Paesi stranieri come Gran Bretagna, Olanda, Danimarca, risorsa molto preziosa, costituita da aree incontaminate e da Romania, Germania e persino Giappone, America e Russia) un’eccellente offerta enogastronomica, che trova il suo punto sono stati accompagnati tra il 24 e il 28 novembre in visita a di forza in una materia prima e in una cultura agroalimentare città, luoghi e strutture ricettive rappresentativi del territorio, che nulla ha da invidiare alle altre regioni d’Italia». Non alla scoperta di prodotti tipici e di tradizioni. a caso ognuno dei quattro giorni dell’educational tour è La quarta edizione dell’educational tour “A tavola con stato dedicato ad una provincia, a partire dall’Aquilano e l’Abruzzo”, organizzata con la collaborazione dell’Aptr dalla Ricostruzione per passare alla Costa dei Trabocchi, con lo scopo di far conoscere la regione ad operatori del al Pescarese e all’entroterra teramano. «Se in termini di settore interessati a promuovere il nostro territorio ai loro mercato ormai si ragiona per macro-aree o per prodotto – interlocutori aveva uno scopo ben preciso: affermare commenta il vicepresidente Bruno Santori – è altrettanto l’immagine di un Abruzzo colpito sì nel cuore, ma volto vero che per emergere occorre sempre di più porre in risalto decisamente alla ricostruzione e sempre in grado di offrire le peculiarità e le unicità di un determinato territorio. Tuttavia ai visitatori un’accoglienza con tutti i crismi. «L’Abruzzo bisogna anche essere coscienti del fatto che una singola magazine 18 magazine 19
  • 11. azione non è sufficiente, ma va affiancata e coordinata con altre iniziative sia sul fronte del marketing turistico sia su quello della governance regionale, con riferimento in particolar modo a tutte le politiche trasversali, ad esempio in materia di trasporti, di infrastrutture, di politiche energetiche ed ambientali, di agricoltura e via dicendo». Unicità messi in risalto con i vini della Cantina Masciarelli, gli oli dell’azienda Ursini, le delizie preparate dai collaboratori di Marcello Spadone, chef de “La Bandiera”, e naturalmente dal rito della Panarda rievocata a Città Sant’Angelo, borgo più bello d’Italia: 60 portate alternate a stornelli e brindisi per la bellezza di cinque ore seduti a tavola, in un’atmosfera conviviale e distesa. Un’occasione per proporre una carrellata di prodotti tipici di tutte e quattro le province, come li bummalitte (i bomboletti), il siluro di spaghetti ai profumi dell’Adriatico, la “fracchiata”, le ventricine di Guilmi e di Crognaleto, i ravioli dolci e salati, i formaggi abruzzesi (giuncata, tomino, il caciocavallo, il pecorino), i decotti, le scrippelle ‘mbusse e naturalmente peperoni arrostiti, coratella e mazzarelle. «Sta diventando certezza l’importanza di condividere programmi e obiettivi per una progettualità così complessa e vasta. Per promuovere un territorio è necessario presentarlo, raccontarlo, e coinvolgere le altre realtà oltre confine» è il commento di Carmine Salce, vicepresidente vicario. La Panarda, intanto, è prenotabile per pacchetti di promozione turistica e diventa è anche “esportabile”. Da gennaio 2010 tutte le informazioni sono su www.panarda.it. Nel dettaglio, i quasi cinquanta ospiti hanno visitato piazza del Duomo a L’Aquila, per andare poi a scoprire l’Altopiano delle Rocche e in particolare l’Albergo Diffuso di Rovere di Rocca di Mezzo, nel Parco Sirente-Velino. A L’Aquila sono stati accolti dai rappresentanti della Camera di Commercio e da Alfredo Moroni, assessore comunale all’ambiente. L’educational tour ha proseguito per la Costa dei Trabocchi, gustando il brodetto alla vastese e visitando il centro storico di Vasto; per la città di Pescara e per Città Sant’Angelo, poi ad Atri, Farindola e Castelli. Il tour si è concluso con una cena al porto turistico “Marina di Pescara”. «La nostra ambizione – spiega il presidente del porto turistico Vincenzo Di Baldassarre – è avviare entro il 2010 i lavori per valorizzare l’intera struttura con la presenza di un albergo con nuovi ristoranti, centri fitness e benessere, e con laboratori-punti vendita dedicati agli artigiani. Il porto turistico permette alla provincia in particolare ma alla regione tutta di intercettare un’utenza molto particolare che, se accolta come da progetto originario, avrà un motivo in più per trattenersi. Abbiamo in progetto anche degli interventi per il dragaggio dei fondali e più servizi di nautica e per il porto». Fotografie e curiosità su www.b2babruzzo.it. magazine 20 magazine 21
  • 12. C COME MOTOTURISMO Redazionale. Foto: Modiv/Berik shop «LE DUE RUOTE, LA NOSTRA PASSIONE» È a Montesilvano l’unico Berik Shop del Centro-Sud Quando un pilota come Loris Capirossi affida la propria per la nostra sicurezza e poi ci sono molti altri accorgimenti sicurezza in pista ad un marchio è convinto che questo possa che possiamo adottare per stare meglio e per utilizzare salvargli la vita. Sintomatico il fatto che Capirex abbia scelto il materiale a nostra disposizione nel migliore dei modi. Berik come proprio fornitore ufficiale: Berik è un marchio di Partiamo dall’inizio: per l’inverno è indispensabile un casco qualità, come di qualità sono i prodotti in vendita al Berik integrale o modulare: al Berik Shop di Montesilvano sono shop di Montesilvano. Per chi ama la moto la pioggia e le disponibili le ultime collezioni Airoh, Caberg, HJC, Lem, temperature basse d’inverno non sono un problema. Bisogna Premier, Suomy, Vemar per una gamma completa che va però attrezzarsi nella maniera giusta e al Berik Shop di incontro alle esigenze di tutti i motociclisti. Cerchiamone Montesilvano (Pe) si trovano tutti gli accorgimenti per essere uno con una buona ventilazione, sarà utile in estate per non protetti e sicuri in strada: ricordatevi sempre che il freddo sudare e in inverno è indispensabile per non fare appannare intorpidisce mani e piedi, la sensibilità cala e spesso, magari la visiera: il problema più frequente e anche più pericoloso dopo un bel pranzo al caldo, i nostri riflessi diminuiscono. per chi va in moto. D’inverno, quindi, vanno prese tutte le misure precauzionali Il passo successivo è l’abbigliamento: la pelle, si sa, è il per fare in modo di andare in moto tranquilli. miglior materiale, soprattutto in fatto di sicurezza. Al giorno Ci sono capi fondamentali che sono necessari soprattutto d’oggi, però, anche i capi in tessuto (Cordura®, H2Out®, BERIK SHOP OFFICIAL DEALER magazine 22 magazine 23
  • 13. Gore-Tex®…) hanno raggiunto livelli di sicurezza e vestibilità soulrace.it). ottimi e sono anche più versatili per l’utilizzo stradale e Anche questi sono prodotti dal prezzo contenuto, ideali per turistico. Al Berik Shop si possono poi trovare giacche, un’idea regalo. Ma il regalo perfetto si ha dal momento in pantaloni e guanti in pelle o in cordura, con membrane Gore- cui si acquista un paio di guanti: proteggono dal freddo, Tex®, Hipora® e Thinsulate®. Tutta la nuova collezione di dalle cadute, ed hanno un prezzo adatto per far felice chi Motoinfinito (www.motoinfinito.com) rappresenta una delle acquista. ultime belle novità del mondo dell’abbigliamento invernale Impossibile da ignorare il vasto assortimento di tute intere e tecnico per motociclisti. Altri prodotti in pelle e cordura divisibili: Arlen Ness, Berik, Hy-Fly, Mescolamista, AQL: un Berik, Bering, Hy-Fly, e OJ possono risultare il giusto ‘ampia disponibilità di taglie e colori per soddisfare anche i regalo di Natale per chi ama le vacanze avventurose. Una gusti più difficili. È fondamentale accompagnare la tuta con menzione particolare va alla vasta scelta di prodotti Arlen lo stivale: al Berik Shop si trova una vasta scelta, a partire Ness, famosi tra i possessori di Harley Davidson per la loro da calzature altamente tecniche, fino ad arrivare a comodi qualità superiore. stivaletti di pelle D’inverno riuscire a mantenere la temperatura corporea è Caratteristica importante di tutto l’abbigliamento la prima cosa da fare: un buon abbigliamento underwear è motociclistico è il grado di versatilità: ogni articolo acquistato quello che ci vuole per partire con il piede giusto. Questo ha caratteristiche tali che lo rende idoneo anche per gli sport tipo di abbigliamento va indossato molto vicino alla pelle ed invernali: in questo modo si riesce a ottimizzare gli acquisti, è studiato per essere anche comodo da portare, con forme riuscendo a utilizzare l’abbigliamento anche in montagna. adatte a chi sta tante ore con le ginocchia piegate. Sono Al Berik Shop di Montesilvano, unico punto vendita esclusivo prodotti utilissimi specifici, caldi e idrorepellenti come anti- Berik in Abruzzo, anche chi non va in moto trova il suo piccolo pioggia e sottotuta intere o divisibili in tessuto filamento paradiso, grazie all’abbigliamento fashion per uomini, donne carbonio, sottocaschi, golette termiche, insieme alla nuova e bambini: jeans, felpe e magliette dal design sportivo e collezione Spark (www.sparkbygbr.it) e SIXS (www.sixs. accattivante, ideale per chi vuole sentirsi motociclista sempre com), così come le nuove protezioni SOUL RACE (www. anche quando non cavalca la sua moto. magazine 24 magazine 25
  • 14. Non solo BERIK Al Berik Shop si può trovare anche abbigliamento per gli scooteristi. Sotto la pioggia battente o sotto il solleone, per andare in ufficio o per una passeggiata fuori porta. Sempre e ovunque. Non ci sono limiti per chi si sposta ogni giorno sulle due ruote. Questo è il motto che accompagna tutte le collezioni di abbigliamento e accessori che garantiscono sicurezza, comfort e moda in qualunque condizione meteorologica. Sono disponibili i marchi Tucano Urbano e Armadillo, con una vasta gamma di prodotti capaci di soddisfare qualsiasi esigenza e gusto. magazine 20 magazine 27
  • 15. C COME FOOD DESIGN di Ludovica Persichitti - ludovica.architettura@gmail.com PROGETTARE UNA CIOCCOLATERIA Quando l’ambiente fa la differenza Ad implementazione dello scorso articolo, questa volta vorrei per il calore della bevanda colando e immergendosi in essa. citare alcuni casi progettuali in cui il cioccolato è protagonista In abbinamento, il menu prevede sofficissimi waffles, muffins, assoluto, tanto da ispirare la creazione di locali, bar e luoghi crêpes ed invitanti mini cakes dal cuore morbido di cioccolato. legati sia all’esperienza sensoriale di degustazione sia a quella Per un’esperienza sensoriale a 360° sul cioccolato culturale di apprezzamento e conoscenza del prodotto. Per fortunatamente per noi non è necessario espatriare, ma in esempio, chi avrebbe mai pensato che il celebre film “Willy Italia (a Milano e a Napoli) possiamo vantare un nuovo brand, Wonka e la fabbrica di cioccolato”avrebbe potuto tanto “Cioccolatitaliani”, il cui concept è stato curato dal direttore suggestionare un bambino da portarlo, da adulto, a creare creativo e designer Paolo Baricchella. L’ idea è di promuovere una serie di chocolate bar di tutto successo? È il caso di Max la cultura del cioccolato facendone conoscere la molteplicità Brenner, che ha aperto non solo un chocolate bar o un negozio di espressioni. Come? Progettando i locali in modo che il di cioccolato, ma un vero e proprio “tempio del gusto” per tutti laboratorio, circondato da vetri, sia a vista, un “acquario” in gli appassionati, fondato in Israele nel 1995, poco più tardi cui chiunque può assistere alla creazione dei prodotti. Intorno approdato negli U.S.A. (New York e Philadelphia), nelle Filippine, predominano le tonalità calde che rievocano la materia prima, il a Singapore e con molto successo in Australia. “Guarda, cioccolato, i materiali naturali come il pavimento in legno gres, odora, assapora e senti” è il messaggio del brand e l’invito la pietra grezza di rivestimento al bancone, le piastrelle bianche ad un’esperienza olistica, che si serve di una progettazione dei laboratori, i tavoli in legno non trattato e le poltrone disegnate dello spazio ad hoc ispirata alla fabbrica di Willy Wonka per da Franco Costa appositamente per “Cioccolatitaliani”. Al lo scenario in cui scegliere tra varie proposte di degustazione. centro del locale, fulcro simbolico e spaziale, vi è un “caveau” Ciascuna di queste prevede l’utilizzo di tazze speciali, dal design alto 4 metri con preziosi lingotti di cioccolato. L’angolo dedicato studiato per sottolineare la piacevolezza degustativa. Come in al gelato prevede una scelta fatta in funzione di una migliore un rito, il cappuccino caldo al cioccolato si beve da hug mug, qualità del prodotto: quella del banco a pozzetto, che pur la tazza avvolgente che bisogna afferrare con entrambe le perdendo la visibilità dell’invitante massa cremosa ci guadagna mani e portare alle labbra abboccando leggermente e quasi nel gusto e nella massima conservazione delle caratteristiche versando la bevanda in bocca. Per un approccio più frizzante degustative ed olfattive. Infine, suggestive fontane da cui si può optare per i frappè al cioccolato serviti in walkie cup scorre cioccolato fuso per guarnire dolci e gelati completano di ceramica, dalla cannuccia metallica fissa e piegata per un l’atmosfera, inebriata dai profumi sprigionati dalla materia prima perfetto “tiraggio”. Ai puristi la possibilità di servirsi di ovetti di selezionata all’origine e garantita in tutta la filiera. porcellana nei quali lasciar sciogliere un piccolo blocchetto di Una riflessione: la progettazione può anche nascere da un unico cioccolato concentrato. Chi lo preferisce abbinato al caffè, avrà elemento, restituendone un’immagine rinnovata e “partecipata”, davanti a sé una tazza di ricco caffè bollente con una piega emozionale, che punti su valori forti e generalmente accettati, sul bordo, nella quale una scaglia di cioccolato si fonderà come il comfort e lo stare bene. magazine 28 magazine 29
  • 16. C COME MASSIMO TAVOLETTA di Cristina Mosca – Foto: Mario Sabatini DOLCISSIMO, MA CON ETICA Quando la magia è nelle piccole cose Nomen omen, dicevano i Latini: il presagio, il destino è nel gustato («Il caffè è un vizio: visto che nessuno lo faceva nome. Perciò non ci stupiremo se a Pescara c’è un cioccolataio come-dico-io, ho aperto un angolo di degustazione»); e che si chiama Massimo Tavoletta, e che un bel giorno ha anche la pazienza con cui si cerca il giusto fico secco o il smontato baracca e burattini e ha ripreso il bandolo di una marrone da ricoprire di cioccolato fondente fa la differenza. vecchia matassa custodita nel baule di famiglia. Essere nato «Devono essere il più naturale possibile, senza sbiancanti o Tavoletta lo ha avvantaggiato, ad esempio, nella scelta del antiossidanti – spiega – Il lavoro di un artigiano è anche saper nome del negozio: sono in pochi ad avere il marchio registrato cercare e selezionare il prodotto, a costo di aspettare diversi già all’anagrafe. Eppure la storia del suo mestiere appartiene mesi per trovare l’interlocutore giusto». Lavorando nel settore alla famiglia di sua madre e comincia quando nel 1918 nonno del cioccolato, infatti, e andando quindi a prediligere zone Luigi Colella, pasticcere e artigiano del gusto, fondò uno dei come Brasile, Venezuela, Colombia, Ecuador, Indonesia, primi laboratori di pasticceria di Torre de’ Passeri. Parliamo Sri Lanka, ma anche Ghana, Nigeria e Costa d’Avorio, c’è di un periodo in cui Pescara era solo un piccolo concentrato l’alto rischio di incappare in aziende che sfruttano i coltivatori di case di pescatori a sud dell’Aterno e i punti nevralgici impiegati nella manodopera, senza obbedire ai canoni del dell’economia erano, oltre a Torre de’ Passeri, Chieti e Popoli. commercio etico. Anche entrare in laboratorio può voler dire Un tempo in cui non c’era sbattitore automatico che tenesse fare politica: «Il cioccolato non ha una nazionalità ma solo un alla sapienza di lavorare le uova a mano, su una sedia dalle microambiente adatto – conclude Tavoletta – l’importante è gambe segate all’altezza giusta per poter meglio imbracciare poter essere sicuri di stare dando dignità ad un contadino e il contenitore di ceramica, scegliendo il ritmo giusto in base non di stare permettendo a qualcuno di sfruttarlo. Per questo alla temperatura delle uova. «Non ci sono chissà quali grandi scegliamo di lavorare con aziende che ci garantiscono un segreti in questo mestiere – racconta Massimo Tavoletta commercio etico». E non è vero che ogni cioccolata è “bella – l’unica cosa necessaria è l’amore nell’apprenderlo e nel a mamma soje”, perché assume pregio diverso a seconda portarlo avanti. La differenza sta nella scelta delle materie dell’uniformità dell’area e delle piantagioni di provenienza, prime, nella voglia e nella fantasia di lavorarle». Un amore fino al “Grand Cru” del cioccolato: quello controllato passo conservato nei piccoli gesti, nelle forme delicate, nella cura passo, dal momento in cui la fava di cacao viene colta a dei particolari, e riscoperto a 36 anni: dopo una vita nel mondo quando viene fatta fermentare, essiccare (all’aria e al sole è dell’editoria, nel 2001 Massimo ha deciso di ricominciare la maniera ideale), insaccare e spedire in Occidente, dove da zero e di tornare alle origini, rimettendosi a studiare, a viene ridotta in poltiglia attraverso varie fasi. È il cioccolataio conoscere, a capire, iniziando un percorso di formazione a fare i piccoli miracoli di dolcezza che tanto ci piacciono: professionale in costante aggiornamento. «Ogni ricordo di sì, cioccolataio, e non cioccolatiere, nonostante qualcuno lo mio nonno in cucina è ancora molto vivido – racconta – Ogni ritenga poco elegante. Il detto “Fare la figura del cioccolataio”, scelta veniva motivata, ogni movimento era sottolineato: lo infatti, risale a degli aneddoti dell’Ottocento e sta ad indicare guardavo lavorare con passione e imparavo a non scendere comportamenti fuori luogo… Ma noi sappiamo oggi più a compromessi nella scelta degli ingredienti. La qualità va che mai che in questa definizione non è solo racchiuso il prima di ogni cosa». Ecco che da Massimo Tavoletta non sinonimo di maestro artigiano, bensì, come scrive Patrizia si va a prendere “un” caffè, bensì “il” caffè, fatto per essere Sanvitale, di vero e proprio alchimista. magazine 30 magazine 31
  • 17. Torta al Cacao Cioccolata in tazza Ingredienti per 4 persone: Ingredienti per 4 persone: 125 g di farina; 40 g di polvere di cacao; 100 g di zucchero semolato; 100 g di burro; due uova; un tazzina di Ingredienti: 500 g. latte intero; 200 g. cioccolato fondente 55% di cacao minimo; latte; un cucchiaino di lievito in polvere; un pizzico di sale Preparazione: Preparazione: Lavorare in una terrina il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa. Unire le due uova, la farina, il lievito, il cacao, Portare il latte a ebollizione in un pentolino; mettere il cioccolato fondente precedentemente rotto in piccoli pezzi e aggiungere piano piano il latte. Una volta che un pizzico di sale e il latte. Lavorare l’amalgama fino ad ottenere un composto omogeneo. Foderare con la carta oleata uno stampo il cioccolato comincia a sciogliersi mettere il cioccolato col latte sul fuoco, molto basso, e aggiungere, mescolando, il rimanente latte. Una volta inserito tutto il di pirex, versarvi il composto e cuocere per 30 minuti nel forno a 180°. Lasciare raffreddare la torta e sformarla. latte portare a bollore ed ecco pronta la cioccolata in tazza. Servire in tazza con una spolverata di cacao non zuccherato. magazine 32 magazine 33
  • 18. Speciale Cioccolato C COME PROPRIETÀ di Monica Andreucci. Foto: Sabatini - Viviani UN PIACERE VERO E… SANO Per chi sa resistere a tutto, tranne che alle tentazioni Di solito i principi attivi il cui nome finisce in -ina vanno pre- fa intuire i grandi riflessi geopolitici (oltre quelli economici) si con cautela perché o fanno danni al nostro organismo o che può avere l’orientamento del mercato. Scegliere con creano pericolose dipendenze. Per fortuna, però, esistono criterio, poi, permette di usufruire a pieno dei suoi benefici eccezioni: la più bella si chiama teobromina, è davvero po- effetti sulla salute: gli archeologi hanno appurato che l’impe- tente ed, usata consapevolmente, garantisce effetti piace- ratore Montezuma ne consumava fino a 50 tazze al giorno. volissimi. Dimenticate pastigliette e fiale da iniettare, perché Probabilmente non condivideremmo il modo di bere “cibo questa autentica – ma sana – “droga” si assume col cioc- degli dei” in uso tra gli Aztechi, visto che le fave di cacao colato! venivano messe in infusione nell’acqua bollente e spruzzate Ormai è risaputo che la fava (il seme, per intenderci) di the- di peperoncino... Pare che per oltre due secoli dal 1640, obroma cacao è un concentrato di proprietà benefiche in quando quel frutto curioso approdò in Sicilia, la sua polvere continua scoperta; l’ultima novità, per esempio, è il potere marroncina fu usata solo come spezia. Fu poi Bonajuto di anticarie, che viene subito dopo la capacità – comprovata Modica a sperimentarla come cioccolata abbastanza simi- – di allontanare il rischio di infarto. Eppure stiamo parlando le all’attuale. Il primo scalo mediterraneo dal Nuovo Mondo di un cardiotonico, eccitante, dopante, energetico, assue- fu però la Spagna dove, un po’ alla maniera degli Aztechi, facente, intrigante e via così, mettendoci pure i sospetti di si consumava come bevanda liquida. La prima tavoletta di ipercalorico, cefaleico, affaticante del fegato, a rischio in- cioccolato fu prodotta in Gran Bretagna da Cadbury, che è tolleranze e rallentante della digestione se mangiato a fine ancora oggi una famosa fabbrica di dolciumi. pasto… Il cioccolato di qualità si riconosce dalla lettura degli ingre- Ci sono troppi luoghi comuni da sfatare sul “cibo degli déi” dienti: ad esempio un “extra fondente” deve avere un mini- (non a caso è questa la traduzione letterale del nome dato mo di 46% di massa cacao e contenere solo burro di cacao: al cacao da Linneo). Intanto è un prodotto a cui è meglio è il cioccolatiere ad effettuare la selezione delle varietà e dei accostarsi consapevolmente: già la provenienza da Paesi tipi di provenienza delle fave di cacao, a curare le delicate non opulenti, oltre al fatto di essere merce quotata in borsa, fasi del processo di lavorazione, a dosare aromi e sapori. Gli magazine 26 magazine 35
  • 19. Speciale Cioccolato esperti consigliano di fare più assaggi, intervallandoli con acqua liscia e pane non salato, possibilmente a stomaco vuoto e ad una temperatura non superiore ai 20°. Pare che il mondo del cioccolato sia una festa per le papille assai più di quello del vino, visto che esistono 16.000 diversi tipi di fave, ognuna con sue peculiarità, da moltiplicare per i tanti modi di lavorarle. In teoria se ne potrebbe consumare ogni giorno – purché al 70% almeno di cacao – ma attenti agli effetti collaterali: chi lamenta che fa venire il mal di te- sta, può provare a mangiarla in condizioni diverse, come a digiuno o no; se ci sono intolleranze, massima attenzione agli ingredienti; la fondente è ottima per i celiaci, purché non contenga tracce di glutine, ed è buona anche per chi ha difficoltà col lattosio. Altro mito da sfatare: i brufoli sono legati al quantitativo di grassi animali che ingurgitiamo. Con o senza la cioccolata (che non dovrebbe averne) sarebbe lo stesso! Nota a parte sui prezzi: è difficile pensare che una tavoletta costata intorno ad 1 euro sia totalmente valida, se al produt- tore il cacao di minor pregio viene pagato 2.500/2.600 $ a tonnellata. Le confezioni da 100 gr dei prodotti di fascia alta (quelli che oltre ad esser buoni sono davvero sani perché non contengono additivi) stanno dai 6/7 euro in su. Tra i siti più indicati per ogni altra utile informazione c’è www.cioc- colato.it, curato dalla Compagnia del Cioccolato, che meri- toriamente si è battuta, in sede Comunitaria, per concedere la denominazione di “cioccolato” solo ai prodotti che non contenessero altri grassi oltre al proprio, il pregiato burro di cacao. magazine 28 magazine 37
  • 20. Speciale Cioccolato Speciale Cioccolato Speciale Cioccolato 1 2 C COME PREMI di Massimo Giuliano. Foto: Sabatini, Di Vittorio CHE VINCA IL … PIÙ CALORICO 3 Due chocofeste nel teatino 4 5 Possiamo dirlo: la provincia di Chieti aspira ad essere, celebre trasmissione tv di Barbara D’Urso. Il “Chocofestival” nella nostra regione, il punto di riferimento indiscusso ha coinvolto pasticceri provenienti da tutta Italia e pronti a per gli amanti del cioccolato. Non a caso nel capoluogo gareggiare per la solidarietà riproducendo monumenti italiani teatino, in corso Marrucino, si è tenuta la prima edizione in cioccolato, che sono stati esposti nel Teatro Marrucino. del “Chocofestival”, che ha registrato buoni numeri: 23 Alla fine ha vinto Armando Felice di Guardiagrele, che si è espositori con un percorso degustativo all’insegna delle aggiudicato il suo peso in cioccolato, concorso abbinato 6 tipicità abruzzesi, circa 15.000 visitatori, di cui 1.700 hanno con il percorso degustativo: il fortunato ne ha riportati a casa effettuato il percorso de gustativo, 2.175 euro raccolti con 100 kg. Oltre alle degustazioni, agli stand degli artigiani e dei un’asta di beneficenza in favore di “30 Ore Per La Vita”, alla commercianti, i visitatori hanno potuto assistere ad eventi, presenza della madrina Lorella Cuccarini. Spazio, anche, ad massaggi e trucchi al cioccolato, esposizioni, animazione uno speciale guinness, quello della caffettiera più grande, e laboratori per i più piccoli. L’obiettivo? Offrire ad adulti e con un’altezza di 2,20 metri e un peso di circa 15 quintali. bambini una concreta occasione di studio e approfondimento 7 Ora questa caffettiera verrà trasferita a Rimini dal 23 al 27 di uno dei cibi più amati al mondo: il cioccolato, appunto. In gennaio 2010 per la finale del Campionato Italiano Seniores, questa circostanza, Chieti si è coperta di delizie e il suo centro che si svolgerà durante il Sigep, e sarà poi riproposta dalla storico si è trasformato in un’enorme pasticceria all’aperto Bialetti come “Caffettiera della solidarietà”; si è parlato con vetrine tematiche. In cabina di regia al “Chocofestival” anche di una sua partecipazione a “Lo show dei record”, la vi è stata la Confederazione Pasticceri Italiani, presieduta 8 9 1 Visitatori al Chocovillage di Lanciano 2 Emanuele Forcone con la proprietà della pasticceria Pannamore vincitore del concorso “La miglior tavoletta di cioccolato fondente” 3 Il guerriero di Capestrano di cioccolato della Pasticceria Veronese 4 Un po’ di torrone a Chieti 5 Scorcio della gioielleria Mozia che ha vinto il concorso “La miglior vetrina al cioccolato” 6 Lorella Cuccarini madrina d’eccezione al Chocofestival di Chieti 7 La folla lungo Corso Marrucino durante il Chocofestival 8 Il team della Confederazione Pasticceri Italiani con la caffettiera moka alta mt. 2,2 di circa 20 quintali di cioccolato 9 Pasticceri all’opera magazine 38 magazine 39
  • 21. Speciale Cioccolato da Federico Anzellotti, che con C come Magazine si mostra soddisfatto ma non evita di togliersi un sassolino dalla scarpa: «Ci saremmo aspettati un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni, ma l’Abruzzo probabilmente non è ancora aperto a simili iniziative». Eppure l’evento, che è stato promosso anche dalla Confartigianato Chieti, ha ottenuto il patrocinio del Comune, della Provincia, della Regione e della Camera di Commercio. Solo chiacchiere? A Lanciano, invece, è tornato il “Chocovillage”, tenutosi tra l’auditorium Diocleziano e piazza del Plebiscito. Giunta alla sua terza edizione, la manifestazione è stata organizzata dall’associazione “L’arte del cioccolato”. In termini di presenze il dato è incoraggiante, almeno stando a quanto dichiarato dalla vicepresidente Maria Pia Salvatore: «Per quanto ci risulta, da una prima analisi fatta sono confermate le presenze dell’anno scorso: siamo quindi intorno ai 15.000 visitatori». In pratica, lo stesso numero del “Chocofestival” di Chieti. La rassegna lancianese ha proposto agli espositori un concorso dedicato alla miglior tavoletta di cioccolato fondente, a cui hanno partecipato circa 15 artigiani cioccolatai: alla fine si è imposta la pasticceria “Pannamore” di Vasto. Il premio di quest’anno è stata una scultura- trofeo in bronzo che rappresenta la cabosside aperta, dalla quale fuoriesce una tavoletta di cioccolato. L’opera è stata realizzata dall’artista Francesca Graziani. Con la collaborazione della Camera di Commercio di Chieti è stato indetto anche un altro concorso, quello per la miglior vetrina al cioccolato, al quale hanno partecipato molti negozi di Lanciano: ha vinto la gioielleria “Mozia”. «“Chocovillage” – continua la vicepresidente Salvatore – vuole differenziarsi dai più blasonati eventi di Perugia, Torino, Milano e Bologna perché dedica particolare attenzione all’artigiano e alla sua maestria nel lavorare esclusivamente materie prime di alta qualità. Un evento di questo genere, completamente basato sulla tradizione artigianale e sulla manualità dei migliori mastri cioccolatai d’Italia, non potrebbe trovare scenario migliore di Lanciano, che già in epoca medievale era rinomata per i suoi artigiani. Con i suoi agorai, vasai, tessitori di lane e sete e produttori di candele, solo per citarne alcuni, Lanciano dava vita a fiere che attiravano mercanti dalla provenienza più disparata, rendendola famosa a livello internazionale e inducendo, nel 1212, l’imperatore Federico II di Svevia a conferirle lo status di università demaniale, cioè città non sottoposta ad alcun feudatario, ma amministrata direttamente dal re». Elementi che, senza dubbio, la dicono lunga su molte cose. A “Chocovillage” sono stati collegati pure alcuni eventi collaterali, tra cui uno spettacolo musicale che è andato in scena presso il teatro comunale “Fedele Fenaroli”, con i brani di Goran Bregovic rielaborati dal gruppo bolognese “Le Quartier Tzigane”, e una particolarissima “Chocoacconciatura”. magazine 40 magazine 25
  • 22. C COME MARRONE Foto e testo di Marco Di Edoardo A LEOFARA TRENT’ANNI DI CASTAGNE Una festa tutta autunnale. Avete presente il detto popolare “essere preso in castagna”? attualmente utilizzato come materiale da costruzione. Tuttora Pare che derivi ufficialmente dalla locuzione originaria i castagneti non vengono sottoposti a nessuna concimazione “prendere in marrone”, perché marrone dal latino antico chimica e la raccolta avviene in autunno tramite battitura dei ‘marro, marronis’ vuol dire errore. Il popolo però ha poi ricci e successiva costituzione delle “ricciare”, grosse buche confuso il marrone-errore con il marrone-frutto del castagno nel terreno dove si depongono i ricci pieni e ne si attende e ha utilizzato sempre più l’espressione “prendere in l’apertura: in questo modo le castagne fresche potevano castagna”. Ci sono però altre interpretazioni che evidenziano essere utilizzate per la preparazione di dolci di Natale o che l’espressione possa derivare anche dall’atto dell’essere addirittura di Carnevale. Oggi le castagne non fanno più sorpresi a rubare castagne e da qui appunto “essere presi parte della sfera degli alimenti cosiddetti “poveri” consumati in castagna”. Nell’ultimo week-end di ottobre Leofara, una dalle popolazioni montane, ma hanno ormai assunto la piccola frazione del comune di Valle Castellana in provincia connotazione di prodotto tipico e oggetto di una vera e di Teramo si veste a festa e celebra questo protagonista della propria celebrazione, come nel caso di Leofara. Possono stagione autunnale. Promossa e organizzata dall’associazione essere consumate arrosto (caldarroste), bollite con tutta la culturale “I’fere” (Leofara, in dialetto locale), la festa della pelle o spelate (le cosiddette “casciole”) e vengono spesso castagna è giunta alla sua XXX edizione e si è ormai da utilizzate come sfarinati o per la preparazione di marmellate anni consolidata come una delle manifestazioni più riuscite e dolci. Inoltre, le castagne fresche o secche possono della provincia teramana. Così anche quest’anno il 24 e il 25 essere impiegate in cucina anche per la preparazione di ottobre il piccolissimo paesino nel parco nazionale del Gran antipasti, primi o secondi piatti. La festa della castagna però sasso e Monti della Laga è divenuto meta di moltissimi turisti è anche l’occasione per vivere la montagna e riscoprire i e appassionati di cultura enogastronomica. Nel suggestivo piatti della tradizione montana abruzzese. Infatti oltre alle panorama montano si respira l’aria della tradizione e della prelibate caldarroste si possono degustare gnocchi, polenta riscoperta dei piatti tradizionali, e il piccolo borgo diventa con salsiccia e porcini, formaggi e salumi vari, zuppa di scenario di un evento all’insegna della valorizzazione del castagne, ceci e funghi, formaggio fritto, arrosticini, sfritta marrone di Valle Castellana e dei prodotti del territorio. di maiale con castagne e miele, granoturco arrosto, frittelle e Il castagno è caratteristico dei Monti della Laga e la sua molti dolci, tra cui il tradizionale “castagnaccio”. All’interno presenza è favorita dalle condizioni climatiche di quest’area. della manifestazione si può effettuare anche una visita Per gli abitanti di questa zona la pianta ha rappresentato e guidata ai castagneti di Leofara e per i più curiosi è allestito rappresenta non solo una fonte di alimentazione e sussistenza uno spazio espositivo dove vengono spiegati gli utilizzi e ma anche un vero e proprio tratto di identità culturale. Il le tradizioni legate alla pianta e al frutto del castagno. Le marrone di Valle Castellana infatti, grazie ai suoi alti valori strade del piccolo borgo montano sono allestite anche con nutrizionali, nell’antichità era alla base dell’alimentazione piccoli banchetti di artigianato locale, il tutto accompagnato popolare e veniva utilizzato anche per il nutrimento animale. Il da musica rigorosamente popolare per allietare i moltissimi legno della pianta, essendo di lunga durata, semi duro e poco turisti giunti a Leofara, contenti per una volta di essere stati sensibile alle variazioni di umidità e temperatura, veniva ed è “presi in castagna”. magazine 42 magazine 43
  • 23. C COME STAGIONI di Cristina Mosca A CACCIA DI TARTUFI, A PESCA NELL’ADRIATICO Ogni prodotto spontaneo ha il suo tempo E il carovita, e la bontà dei prodotti, e la qualità della materia Di Giacomo, meriterebbe un marchio Doc. La stagione del prima. Argomenti all’ordine del giorno per chiunque debba tartufo (bianco, scorzone d’autunno e tartufo nero) è l’autunno, occuparsi di fare la spesa per i pasti quotidiani, dallo studente anche se può capitare di trovarlo nella prima neve e di poterlo universitario al libero professionista, passando per massaie, raccogliere fino a marzo: ma attenzione, è vietato raccogliere single, fooders e pensionati. La missione più ardua è conciliare il tartufo bianco a gennaio. Cresce in prossimità di querce, due priorità ex aequo: mangiare bene e stare nel budget. La pioppi e salici, mentre lungo i sentieri i peri e i meli selvatici si notizia è: non è poi così difficile e noi vi diciamo come. riempiono di frutti profumatissimi che, custoditi tra la paglia in Il segreto sta nella stagionalità dei prodotti. È quasi scontato luoghi freschi e areati durante l’inverno diventano ottimi per affermare che le colture di serra sono più costose di quelle fare marmellate. che la terra ci dà spontaneamente, ma non lo è altrettanto Erbe spontanee come la valeriana, il tarassaco, la cicoria, il affermare che i prodotti naturali sono sostanzialmente al crispigno, la rucola e la pimpinella prediligono la primavera, meglio della loro forma quando è il “momento” giusto. Vale che è la stagione in cui comincia a formarsi lo scorzone, ossia per alcuni animali da allevamento come il pollo (chi sa ad il tartufo nero estivo, da cogliere a giugno. esempio che la nidiata di polli è pronta per il macello quando il Qualche idea sul pesce: la stagionalità è un valore essenziale, primo canta?) o come l’agnello e il maialino da latte: la pecora ma a volte il percorso di una specie ittica dalla barca alla partorisce due volte all’anno e quindi la tradizione lo abbina nostra tavola può influire sulla sua qualità organolettica, con naturalezza alla Pasqua e al Natale, mentre il capretto è perché può risentire del trattamento che subisce in questo collegato alla Pasqua perché il parto è unico annuale. Vale – a volte lungo – tragitto. In estate, per esempio, esistono anche per il sapore e le proprietà organolettiche del formaggio, condizioni climatiche tali che portano i pesci a stazionare che vanno di pari passo con le erbe spontanee di cui gli per periodi più o meno lunghi, subito dopo la cattura, in animali si nutrono. Interessante è l’argomento tartufo bianco, temperature che ne favoriscono il rapido deterioramento: collocato tradizionalmente a massimo 600 metri sul livello del gioco forza fa la presenza di frigoriferi e ghiaccio a bordo, mare: ma in Abruzzo, come ci svela il professore Antonio Di per l’immediata conservazione del pescato. Purtroppo è più Giacomo, può vegetare anche fino a 1000 metri, attirando le difficile che un piccolo peschereccio, re della pesca estiva, si brame di cavatori anche di altre regioni. Cosa lo rende così doti di queste attrezzature: ecco che una sogliola pescata nella pregiato? Crescendo in terreni più calcarei, ha un odore più sua stagione, e cioè l’estate, con le retine non lontano dalla intenso e una ridotta presenza d’acqua, che gli permettono costa finisce per non avere quella saporosità maggiore che una resa migliore in cucina, tanto che, secondo il professore le spetterebbe, rispetto ad una sogliola presa in inverno o ad magazine 44 magazine 45
  • 24. CALENDARIO DEI PRODOTTI DI STAGIONE Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic una sogliola pescata dalle grandi barche al largo. Ecco perché loro differenze organolettiche in base al periodo del ciclo vitale, MARE la stagione fredda si presta meglio al consumo del pesce. Non ma mentre in tutte le altre specie animali (suini, ovini, bovini e ALICI meno importanti sono le zone in cui i pesci vengono pescati: pollame che siano) è presente una distinzione netta, spesso CALAMARI ci sono delle variabili legate alla profondità delle acque , anche legiferata, fra le varie fasi di vita, nei pesci – eccezion alla loro temperatura, alla salinità e – purtroppo – anche fatta per il novellame – questo normalmente non avviene. COZZE all’inquinamento . Per esempio gli scampi pescati in alcune Il resto, anche se non tutto, è riassunto nelle tabelle, buone da LUMACHINE “fosse” presenti nel Medio-Adriatico hanno caratteristiche conservare per tutto l’anno. MAZZANCOLLE gustative rispetto a zone diverse. Ultimo aspetto riguarda (Con la gentile collaborazione di Andrea Beccaceci, Lanfranco NASELLO “l’età” delle specie ittiche: naturalmente esistono anche per Centofanti, Antonio Di Giacomo, Roberto Ferrari, Elisabetta Resini) PANOCCHIE RANA PESCATRICE MESI LE RACCOLTE NELL’ORTO RICCIOLA GENNAIO Carota,catalogna, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, indivia, ROMBO porro, radicchio, SAN PIETRO FEBBRAIO Bietola, catalogna, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, porro, radicchio di Verona e Treviso, finocchio, porro, ravanello, rucola, spinacio invernale, valerianella. SCAMPI Piante aromatiche ed officinali: prezzemolo SCORFANO MARZO Agretto, asparago, carciofo, cicoria da taglio, cipollotto, lattuga cappuccio e da taglio, porro, , SEPPIE radicchio di Verona e da taglio, ravanello, spinacio invernale, valerianella. Piante aromatiche ed SOGLIOLA officinali: genziana, prezzemolo SPIGOLA APRILE Asparago, carciofo, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cicoria da taglio, cipollotto, fava, rucola, valerianella. Piante aromatiche ed officinali: calendula, erba TONNO cipollina, tarassaco. TRIGLIE MAGGIO Agretto, asparago, bietola da coste, carota, cavolo cappuccio, cetriolo, cicoria da taglio, cipolla VONGOLE bianca, fava, pisello, ravanello, rucola, spinacio. Piante aromatiche ed officinali: acetosella, ane- SGOMBRO to, camomilla, camomilla romana, erba cipollina, levistico ( sedano di monte ), malva, prezzemolo, rabarbaro. MONTI GIUGNO Aglio, asparago, barbabietola, bietola da coste, carciofo, carota, cicoria, cipolla bianca, crescione, BIANCOSPINO fagiolino, fava, finocchio, indivia riccia, lattuga ( tutte) , patata, pisello, radicchio da taglio, sedano, BROCCOLETTO SELVATICO spinacio, zucchina. Piante aromatiche ed officinali: achillea, aneto, basilico, borragine, dra- CARDO MARIANO goncello, lavanda, maggiorana, malva, melissa, menta, nepitella, origano,prezzemolo, rabarbaro, rosmarino, ruta, salvia, timo. CASTAGNE LUGLIO Aglio, barbabietola, bietola da coste, cardo, barbabietola, bietola da coste, cece, cetriolo, cicoria, CICORIA cipolla colorata,cipollina, fagiolino, fagiolo, indivia riccia e scarola, lattuga, lenticchia, melanzana, CRISPIGNO DI CAMPO melone, peperone, pisello, pomodoro, radicchio da taglio , ravanello, sedano , zucchina. Piante GENZIANA aromatiche ed officinali: alloro, assenzio, basilico, cumino, erba cipollina, issopo, lavanda, melis- sa, menta, origano, prezzemolo, senape , timo. GINEPRO AGOSTO Anguria, barbabietola, bietola da costa, cardo, cavolo cappuccio, cetriolo, fagiolino, fagiolo, indivia MELE SELVATICHE riccia e scarola, fagiolino, fagiolo, indivia riccia e scarola, melanzana, melone, peperone, pomo- ORAPI doro, radicchio da taglio , sedano , zucca, zucchina. Piante aromatiche ed officinali: basilico, PERE SELVATICHE coriandolo, luppolo, maggiorana, origano, prezzemolo, santoreggia. PIMPINELLA SETTEMBRE Anguria, bietola da coste e da taglio, carota, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, ca- volo cappuccio, cetriolo, cicoria catalogna , fagiolino, fagiolo, finocchio, lattuga, melanzana, melo- ROSA CANINA ne, patata, peperoncino, peperone, pomodoro, porro, radicchio da taglio, sedano, spinacio, zucca, TAPINAMBUR zucchina. Piante aromatiche ed officinali: aneto, angelica, basilico, calendula, rafano, tarassaco. TARASSACO OTTOBRE Bietola, cardo, carota, cavolo, fagiolino, fagiolo, finocchio, indivia riccia e scarola, lattuga, melan- TARTUFO BIANCO zana, peperone, pomodoro, porro, radicchio, ravanello, sedano, spinacio, valerianella, zucca, zuc- china.Piante aromatiche ed officinali: basilico, genziana, ginepro, levistico, malva, prezzemolo. TARTUFO NERO NOVEMBRE "Bietola da coste, carciofo, cardo, carota, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo TARTUFO NERO ESTIVO cappuccio, cavolo verza, cicoria catalogna, finocchio, indivia riccia e scarola, lattuga da taglio, por- TIMO ro, radicchio da taglio, rafano, rapa, sedano, spinacio, valerianella. Piante aromatiche ed offici- VALERIANA nali: alloro, prezzemolo. ZAFFERANO DICEMBRE Cardo, carota, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, finocchio, porro, rafano, rapa, scarola, spinacio, tarassaco.
  • 25. C COME SANT’ANTONIO Annunziata Taraschi “Sant’Antonio Abate. il fuoco, gli animali, i canti”, ed. Tinari, Bucchianico, 2009. A GENNAIO ARRIVANO GLI UCCELLETTI Una devozione antica Gli “uccelletti” o, in dialetto, li cillìttë costituiscono il cibo rituale più rappresentativo della festa di Sant’Antonio Abate; si tratta di tipici dolcetti a forma di uccellini dalle ali distese sul corpo, la cui immagine più stilizzata richiama la mezzaluna. La soggettività delle nostre massaie crea prodotti diversi per dimensione e dettagli, ma non intacca il significato profondo del cibo rituale, ancorato a concezioni cosmologiche arcaiche. L’interpretazione dei devoti rispetto alla forma di questi dolcetti trova un aggancio psicologico nel protettorato del Santo sugli animali domestici, di cui gli uccelli sarebbero una rappresentanza. In realtà per comprendere il significato di questa forma, così come di altre forme applicate al cibo rituale, bisogna partire dal substrato antropologico che ha “Uccelletti” di Sant’Antonio. determinato i caratteri originari della circostanza festiva; Nella Antonacci, Tossicia 1999. alle forme del cibo infatti erano affidati codici simbolici che (Da “L’antica cucina teramana”, Annunziata Taraschi, sfuggono alla conoscenza dell’uomo contemporaneo. Multimedia, Teramo, 2003) Gli uccellini rappresentano una costante iconografica del mondo popolare abruzzese: sono raffigurati sui carri agricoli, Disporre la farina a fontana ed aggiungere l’olio ed il sui piatti di ceramica, sulle conche dei mastri ramai, sulle stoffe vino bianco. Dopo aver dimenato l’impasto in modo tessute al telaio e in altri prodotti della cultura materiale. La che risulti abbastanza duro, dividerlo in parti tonde dalla rappresentazione di volatili è presente presso molte culture; forma di bocce. Queste vanno stese col matterello in per loro natura questi animali sono destinati a rappresentare quadratini sottili di sfoglia larghi 14 centimetri circa, al cui gli Dei o ad esserne messaggeri. Secondo Alfredo Cattabiani centro va poggiato un cucchiaio di ripieno già preparato (Volario, Mondadori, Milano, 2003) “il loro regno è il cielo, (marmellata d’uva, mandorle tostate e tritate, cannella in luogo trascendente per eccellenza, dove attraverso il polvere, una scorza di limone grattugiato e poche gocce volo ricongiungono il tempo terreno a quello eterno e di anisetta). Avvolgere il ripieno in un involtino dalla forma attraverso i loro canti annunciano la primavera e la gioia triangolare. Distendere verso l’alto i due vertici della del rinnovamento”. L’associazione volatili-fertilità, applicata base del triangolo ed abbassare la punta verso il centro. a Sant’Antonio Abate, rivela un ulteriore collegamento, più Si otterrà così facilmente la forma di un uccellino con la profondo e più significativo: quello col mondo dei morti. pancia piena di marmellata; tagliuzzare la superficie dei Infatti l’anima del defunto, nelle culture agrarie, si manifesta dolcetti e metterli in forno. allo sguardo umano in forma di volatile. magazine 49