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HELPING TO MAKE FUNDAMENTAL RIGHTS
A REALITY FOR EVERYONE IN THE EUROPEAN UNION

DIGNITÀ

Violenza contro le donne:
un’indagine a livello di Unione europea

L’articolo 1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea
stabilisce che la dignità umana è inviolabile; essa deve essere
rispettata e tutelata. L’articolo 2 garantisce il diritto alla vita
e l’articolo 4 la proibizione della tortura e delle pene o trattamenti
inumani o degradanti. L’articolo 21 riconosce il diritto alla non
discriminazione fondata sul sesso e l’articolo 47 assicura il diritto di
accesso alla giustizia.

Contesto
La violenza contro le donne comprende reati che hanno sulle donne un
impatto sproporzionato, come la violenza sessuale, lo stupro e la «violenza domestica». Si tratta di una violazione dei diritti fondamentali delle
donne relativamente a dignità e uguaglianza. L’impatto della violenza contro le donne non tocca soltanto le vittime, ma riguarda anche le famiglie,
gli amici e la società intera. Richiede una visione critica di come la società
e lo Stato rispondono a questo abuso. Sono dunque necessarie a livello
di Unione europea (UE) e nazionale misure per combattere e prevenire la
violenza contro le donne.

e altri servizi. È dunque chiaro che le necessità e i diritti di molte donne
all’interno dell’UE non vengono al momento rispettati.
Considerato l’impatto significativo della violenza contro le donne, è deplorevole che i responsabili delle politiche e gli operatori di molti Stati membri dell’UE debbano ancora porre rimedio alla mancanza di dati completi
sulla portata e la natura di questo problema. Poiché la maggior parte delle
donne non denuncia la violenza e non si sente incoraggiata a farlo dai
sistemi, che spesso non vengono considerati di aiuto, i dati ufficiali della
giustizia penale registrano solo i pochi casi segnalati. Di conseguenza, le
risposte politiche e pratiche alla violenza contro le donne non sono sempre sostenute da prove esaustive. Sebbene alcuni Stati membri e istituti di
ricerca dell’UE abbiano svolto indagini e altri studi sulla violenza contro le
donne, in tutta l’UE continuano a mancare dati esaurienti e comparabili in
questo settore rispetto ad altri, come quello dell’occupazione, per il quale
vari Stati membri raccolgono dati in relazione al genere.
L’indagine europea della FRA risponde a una richiesta di dati sulla violenza
contro le donne avanzata dal Parlamento europeo, reiterata dal Consiglio
dell’Unione europea nelle sue Conclusioni relative allo sradicamento della
violenza contro le donne nell’Unione Europea.I risultati delle interviste condotte nell’ambito dell’indagine possono essere esaminati parallelamente ai
dati esistenti e alle lacune nella conoscenza sulla violenza contro le donne
a livello di UE e Stati membri. Tali risultati sono pronti per essere utilizzati
nello sviluppo di politiche e interventi concreti per combattere questa violazione dei diritti umani.

Le misure a livello europeo che possono servire ad affrontare la violenza
contro le donne includono: la direttiva UE sulle vittime (2012/29/UE) e la
Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la
violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di
Istanbul). La direttiva UE sulle vittime, adottata nel 2012, stabilisce norme
minime in materia di diritti, protezione e assistenza delle vittime di reati
nell’UE e si riferisce nello specifico alle vittime di violenza di genere, violenza
sessuale e violenza in una relazione stretta. La Convenzione di Istanbul,
che il Consiglio d’Europa ha adottato nel 2011, è il
primo strumento regionale giuridicamente vinFigura 1:	 Donne che hanno subito violenza fisica e/o sessuale dall’età di 15 anni nei 12 mesi
colante in Europa ad affrontare in maniera gloprecedenti l’intervista, UE-28 (%)
bale diverse forme di violenza contro le donne,
come la violenza psicologica, gli atti persecutori,
la violenza fisica, la violenza sessuale e le molestie sessuali. L’entrata in vigore della Convenzione
è soggetta alla ratifica da parte di dieci stati.
Nonostante questi incoraggianti sviluppi giuridici,
i risultati di un’indagine condotta a livello europeo dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti
fondamentali (FRA) in materia di violenza contro le donne rivelano che la maggior parte delle
donne vittime di violenza non denuncia la propria esperienza alla polizia o a organizzazioni di
sostegno alle vittime. Di conseguenza, la maggioranza delle donne che subiscono atti di violenza
non entra in contatto con il sistema giudiziario

Nessuna violenza
fisica e/o sessuale
dall’età di 15 anni
25 %
67 %

33 %

Sì, vittima più
di 12 mesi fa

8%

Nota:	 Basato su tutte le intervistate (N=42 002).
Fonte:	 Dati dell’indagine della FRA sulla violenza di genere contro le donne, 2012

Sì, vittima negli
scorsi 12 mesi
Raccolta e copertura dei dati
I risultati dell’indagine della FRA sulla violenza contro le donne si basano
su interviste faccia a faccia con 42 000 donne in tutti i 28 Stati membri
dell’UE, con una media di 1 500 interviste in ogni Stato membro. Il campione delle intervistate è stato selezionato casualmente. I risultati sono
rappresentativi delle esperienze e dei pareri di donne di età compresa tra
i 18 e i 74 anni che vivono nell’UE. Le interviste standardizzate dell’indagine
includono domande su violenza fisica, sessuale e psicologica, maltrattamenti sui minori, molestie sessuali e  atti persecutori, anche con riferimento a nuovi mezzi di abuso come Internet. Alle donne è stato chiesto
di fornire informazioni sulla loro esperienza personale rispetto alle varie
forme di violenza e di indicare la frequenza con cui hanno subito alcuni
tipi di violenza e quali conseguenze questa ha avuto sulle loro vite. L’indagine ha anche raccolto informazioni sulla scelta o meno di denunciare
la violenza alla polizia e sul ricorso da parte delle donne di altri servizi di
sostegno alle vittime.

Risultati selezionati e vie da percorrere in
risposta alla violenza contro le donne
I risultati dell’indagine della FRA mirano a sostenere i responsabili delle
politiche e le altre parti interessate nell’affrontare il fenomeno della violenza contro le donne in seno all’UE. Sulla base di tali risultati, la FRA ha
elaborato una serie di pareridettagliati , che vengono presentati nella relazione sui dati principali e nella relazione sintetica dell’indagine (si veda il
riquadro «Ulteriori informazioni»).
La presente scheda riporta alcuni esempi dei risultati dell’indagine, accanto
alle considerazioni generali come possibili «vie da percorrere» per rispondere alla violenza contro le donne.

Differenze nei risultati tra paesi e al loro interno
Differenze tra paesi e al loro interno in termini di tasso di violenza
contro le donne sono segnalate anche da altre indagini, come lo
studio sulla salute delle donne e la violenza domestica condotto
in 10 stati dall’Organizzazione mondiale della sanità, , e l’indagine
nazionale sulla violenza da parte del partner e la violenza sessuale
condotta dagli Stati Uniti in 50 Stati USA.
Le divergenze tra i paesi possono riflettere, oltre a differenze reali
nei tassi di vittimizzazione, una serie di altri fattori, ad esempio:
se sia o meno culturalmente accettabile rivelare ad altre persone,
inclusi gli intervistatori coinvolti nelle indagini, esperienze di violenza
contro le donne, e la possibilità che una maggiore parità di genere
in un certo paese possa portare a livelli più elevati di rivelazione
della violenza contro le donne, poiché è più probabile che in
società con migliori condizioni di parità gli abusi vengano affrontati
apertamente.
La relazione sui principali risultati dell’indagine e la relazione
sintetica affrontano alcune delle possibili ragioni alla base delle
differenze osservate. Per un’analisi dettagliata dei risultati a livello
dei singoli Stati membri dell’UE, si veda lo strumento di esplorazione
dei dati online che accompagna l’indagine: http://fra.europa.eu/en/
vaw-survey-results.

Violenza fisica
Circa 13 milioni di donne nell’UE hanno subito violenza fisica nel
corso dei 12 mesi precedenti le interviste dell’indagine. Questo dato
corrisponde al 7 % delle donne di età compresa fra i 18 e i 74 anni
nell’UE1.

Figura  2:	 Dati dell’indagine della FRA sulla violenza di genere contro le donne, 2012

UE-28

22 %

10 %–19 %
20 %–29 %
30 %–39 %

MT

CY

Fonte:	 Dati dell’indagine della FRA sulla violenza di genere contro le donne, 2012

1	 Secondo la banca dati online di Eurostat, il 1° gennaio 2013 nell’UE-28 vivevano
186 590 848 donne tra i 18 e i 74 anni; cfr: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/statistics/search_database (codice dati demo_pjan, dati estratti il
16 agosto 2013).
alle vittime e agli interventi della giustizia penale. Nell’ambito della revisione dell’attuazione della direttiva intrapresa dalla Commissione europea, si potrebbe valutare se la direttiva soddisfi nella pratica le necessità
e i diritti delle donne vittime di violenza.

Violenza sessuale
Circa 3,7 milioni di donne nell’UE hanno subito violenza sessuale
nel corso dei 12 mesi precedenti le interviste dell’indagine. Questo
dato corrisponde al 2 % delle donne di età compresa tra i 18 e i
74 anni nell’UE.
Vie da percorrere: Le strategie future dell’UE sull’uguaglianza tra donne
e uomini potranno basarsi sui risultati dell’indagine per occuparsi dei settori chiave relativi alle esperienze di violenza delle donne. Fra i possibili
esempi si annoverano forme nuove o recentemente riconosciute di violenza contro le donne, come gli atti persecutori o l’abuso per mezzo di
nuove tecnologie, nonché aspetti della violenza che le donne non sempre denunciano alla polizia o alle organizzazioni di sostegno alle vittime.
Vie da percorrere: Considerata l’entità della violenza contro le donne segnalata nell’indagine, il panorama dell’UE, dopo il programma di Stoccolma
nel settore della giustizia e degli affari interni, dovrebbe assicurare che la
violenza contro le donne sia riconosciuta quale violazione dei diritti fondamentali nel quadro delle risposte dell’UE alla criminalità e alla vittimizzazione criminale.
Una donna su 20 (5 %) è stata stuprata dall’età di 15 anni. Questo
dato è basato sulle risposte alla domanda dell’indagine «Da quando
avevi 15 anni fino ad oggi, quante volte qualcuno ti ha forzato ad
avere un rapporto sessuale trattenendoti o facendoti in qualche
modo del male?»
In una serie di giurisdizioni dell’UE, la definizione giuridica di stupro
va oltre il requisito che prevede che l’esecutore usi la forza fisica. In
tale ottica, la percentuale di stupri nell’UE potrebbe superare il 5 %.
Vie da percorrere: : La direttiva UE sulle vittime si applica a tutte le vittime di reati facendo riferimento in particolare alle vittime della violenza
di genere, oltre ad altre vittime vulnerabili. Fornisce una solida base sulla
quale costruire risposte mirate, a livello di Stati membri, per soddisfare le
necessità delle donne in quanto vittime di violenza in relazione al sostegno

Vie da percorrere: L’UE dovrebbe valutare la possibilità di aderire alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di
Istanbul). Al momento, si tratta dello strumento regionale più completo per
affrontare la violenza contro le donne. Anche i risultati dell’indagine della
FRA possono sostenere gli Stati membri dell’UE nel ratificare la Convenzione.
Nell’Unione Europea (EU-28), il 18  delle donne ha subito atti
%
persecutori dall’età di 15 anni, mentre il 5 % ne è stata vittima nei
12 mesi precedenti l’indagine. Questo dato corrisponde a 9 milioni di
donne che nell’UE-28 hanno subito atti persecutori in un periodo di
12 mesi.
Per ottenere questo risultato, durante l’intervista condotta nell’ambito
dell’indagine è stato chiesto alle donne se si fossero mai trovate in una
situazione in cui una stessa persona sia stata ripetutamente offensiva
o minacciosa nei loro confronti in una serie di situazioni diverse. Si è per
esempio domandato «Una stessa persona ha ripetutamente indugiato
o ti ha aspettata fuori dalla tua abitazione, dal tuo posto di lavoro o dalla
tua scuola senza una ragione legittima?» o «Ha effettuato chiamate
telefoniche offensive, minacciose o silenziose?»
Vie da percorrere: Gli Stati membri dell’UE sono esortati a elaborare specifici piani d’azione nazionali sulla violenza contro le donne, che utilizzino
i risultati dell’indagine in assenza di dati a livello nazionale. I soggetti della
società civile che lavorano con le donne vittime di violenza possono essere
utilmente coinvolti nello sviluppo dei piani d’azione per contribuire ad assicurare che questi forniscano risultati pratici per le vittime e siano sostenibili.
Vie da percorrere: La politica dell’UE nei settori dell’occupazione, dell’istruzione, della salute e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione dovrebbe affrontare l’impatto della violenza contro le donne nei
rispettivi settori. A livello di Stato membro, ciò dovrebbe trovare riscontro

Figura 3:	 Forme sessuali di violenza virtuale dall’età di 15 anni e nei 12 mesi precedenti l’intervista, incluse e-mail o messaggi SMS sessualmente espliciti
indesiderati e offensivi, suddivise per gruppi d’età, UE-28 (%)
25 %

20
20 %

15 %

13
11

11

11

10 %
6

6

5

5

5%

3

3
2

0%
18–29 anni

30–39 anni

40–49 anni

Dall’età di 15 anni

50–59 anni

60 + anni

Totale

Negli ultimi 12 mesi

Note:	 Su tutte le donne, esclusi i casi nei quali la risposta alle domande sulla violenza virtuale non era applicabile, n=35 820); 6 084 intervistate hanno indicato come risposta la
categoria «non applicabile» perentrambe le voci; le informazioni riguardanti l’età non sono state riportate in 98 casi.
Fonte: 	 Dati dell’indagine della FRA sulla violenza di genere contro le donne, 2012
in specifici interventi politici e piani d’azione nazionali incentrati su questi
diversi ambiti.
Circa il 12 % delle donne ha indicato di avere subito una forma
di abuso o atto sessuale da parte di un adulto prima dei 15 anni,
percentuale che corrisponderebbe a 21 milioni di donne nell’UE.
I risultati mostrano che il 30  delle donne che ha subito
%
vittimizzazione sessuale da parte di un partner precedente
o  attuale ha anche subito violenza sessuale durante l’infanzia,
mentre il 10 % delle donne che non ha subito vittimizzazione
sessuale durante la relazione attuale oprecedente indica di avere
subito violenza sessuale durante l’infanzia.
Vie da percorrere: L’UE dovrebbe garantire che i meccanismi di finanziamento che continuano il lavoro del programma DAPHNE e di altri programmi, i quali contribuiscono in vario modo alla protezione di bambini,
giovani e donne contro ogni forma di violenza, possano essere utilizzati
per sostenere ulteriormente la ricerca e le attività delle organizzazioni
della società civile che affrontano la violenza contro le donne. In particolare, sono necessari finanziamenti per servizi mirati al sostegno delle vittime nel campo della violenza contro le donne.
Vie da percorrere: È necessario rafforzare a livello di UE e Stati membri un
approccio centrato sulle vittime e sui diritti in relazione alle donne in quanto
vittime di violenza. Negli ultimi anni, in alcuni Stati membri sono emersi
esempi positivi che riconoscono la violenza «domestica» o «da parte del

partner» come una questione che richiede l’intervento dello Stato piuttosto che una questione privata.
Vie da percorrere: L’UE e gli Stati membri potrebbero mostrare il loro impegno nella raccolta periodica dei dati sulle diverse forme di violenza contro
le donne. In questo modo si avrebbero prove per lo sviluppo di risposte
politiche e interventi concreti. Tale processo potrebbe essere sostenuto
da Eurostat e dai suoi gruppi di esperti pertinenti e potrebbe essere utilizzato per fornire dati agli organismi di monitoraggio specifici dell’ONU e al
Consiglio d’Europa, nonché all’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere.
La metà di tutte le donne all’interno dell’UE (53 %) evita certe
situazioni o determinati luoghi, almeno occasionalmente, per paura
di essere aggredita fisicamente o  sessualmente. In confronto,
le indagini sulla vittimizzazione e  il timore nei confronti della
criminalità mostrano che molti meno uomini limitano i  loro
spostamenti per questo motivo.
Vie da percorrere: Le politiche dell’UE e degli Stati membri nonché i piani
d’azione nazionali per combattere la violenza contro le donne devono
essere elaborati sulla base di prove tratte direttamente dalle esperienze
di violenza delle donne. I dati sulle esperienze di donne che hanno subito
violenza dovrebbero essere raccolti in aggiunta a quelli amministrativi e di
giustizia penale, che non comprendono la maggior parte delle violenze non
denunciate. L’UE e gli Stati membri dovrebbero promuovere e finanziare le
indagini in uno sforzo concertato per approfondire l’informazione sull’entità e la natura della violenza subita dalle donne. Queste indagini possono
essere ripetute a intervalli di alcuni anni per valutare gli sviluppi nel tempo.

Ulteriori informazioni
La relazione sintetica della FRA sui risultati dell’indagine Violenza contro le donne: un’indagine
a livello di Unione europea. Panoramica dei risultati fornisce un quadro generale dei risultati
dell’indagine selezionati e include i principali pareri derivanti da tali risultati: http://fra.europa.eu/en/
publication/2014/vaw-survey-results-at-a-glance.
La relazione sui principali risultati dell’indagine Violenza contro le donne: un’indagine a livello di Unione
europea. Relazione sui principali risultati (Violence against women: an EU-wide survey. Main
results) presenta un resoconto completo dei risultati ottenuti sulla base dei dati dell’indagine, nonché
una serie di pareri dettagliati, segnatamente in risposta ai risultati relativi a varie forme di violenza
contro le donne, come la violenza fisica e quella sessuale, le molestie sessuali e gli atti persecutori, le
quali vengono affrontate capitolo per capitolo nella relazione: http://fra.europa.eu/en/publication/2014/
vaw-survey-main-results.
Per l’esplorazione dei dati online relativi ai risultati dell’indagine sulla violenza di genere contro le
donne, cfr. http://fra.europa.eu/en/vaw-survey-results.
Per informazioni sulla metodologia dell’indagine Violenza contro le donne: un’indagine a livello di Unione
europea. Relazione tecnica (Violence against women: An EU-wide survey. Technical report),
cfr. http://fra.europa.eu/en/publication/2014/vaw-survey-technical-report.

Schwarzenbergplatz 11   1040 Vienna   Austria   Tel. +43 158030-0  Fax +43 158030-699 
 fra.europa.eu   info@fra.europa.eu  facebook.com/fundamentalrights 
 linkedin.com/company/eu-fundamental-rights-agency  twitter.com/EURightsAgency

TK-01-13-851-IT‑C doi:10.2811/6348

FRA – Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali

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Indagine Unione europea sulla violenza contro le donne

  • 1. HELPING TO MAKE FUNDAMENTAL RIGHTS A REALITY FOR EVERYONE IN THE EUROPEAN UNION DIGNITÀ Violenza contro le donne: un’indagine a livello di Unione europea L’articolo 1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea stabilisce che la dignità umana è inviolabile; essa deve essere rispettata e tutelata. L’articolo 2 garantisce il diritto alla vita e l’articolo 4 la proibizione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti. L’articolo 21 riconosce il diritto alla non discriminazione fondata sul sesso e l’articolo 47 assicura il diritto di accesso alla giustizia. Contesto La violenza contro le donne comprende reati che hanno sulle donne un impatto sproporzionato, come la violenza sessuale, lo stupro e la «violenza domestica». Si tratta di una violazione dei diritti fondamentali delle donne relativamente a dignità e uguaglianza. L’impatto della violenza contro le donne non tocca soltanto le vittime, ma riguarda anche le famiglie, gli amici e la società intera. Richiede una visione critica di come la società e lo Stato rispondono a questo abuso. Sono dunque necessarie a livello di Unione europea (UE) e nazionale misure per combattere e prevenire la violenza contro le donne. e altri servizi. È dunque chiaro che le necessità e i diritti di molte donne all’interno dell’UE non vengono al momento rispettati. Considerato l’impatto significativo della violenza contro le donne, è deplorevole che i responsabili delle politiche e gli operatori di molti Stati membri dell’UE debbano ancora porre rimedio alla mancanza di dati completi sulla portata e la natura di questo problema. Poiché la maggior parte delle donne non denuncia la violenza e non si sente incoraggiata a farlo dai sistemi, che spesso non vengono considerati di aiuto, i dati ufficiali della giustizia penale registrano solo i pochi casi segnalati. Di conseguenza, le risposte politiche e pratiche alla violenza contro le donne non sono sempre sostenute da prove esaustive. Sebbene alcuni Stati membri e istituti di ricerca dell’UE abbiano svolto indagini e altri studi sulla violenza contro le donne, in tutta l’UE continuano a mancare dati esaurienti e comparabili in questo settore rispetto ad altri, come quello dell’occupazione, per il quale vari Stati membri raccolgono dati in relazione al genere. L’indagine europea della FRA risponde a una richiesta di dati sulla violenza contro le donne avanzata dal Parlamento europeo, reiterata dal Consiglio dell’Unione europea nelle sue Conclusioni relative allo sradicamento della violenza contro le donne nell’Unione Europea.I risultati delle interviste condotte nell’ambito dell’indagine possono essere esaminati parallelamente ai dati esistenti e alle lacune nella conoscenza sulla violenza contro le donne a livello di UE e Stati membri. Tali risultati sono pronti per essere utilizzati nello sviluppo di politiche e interventi concreti per combattere questa violazione dei diritti umani. Le misure a livello europeo che possono servire ad affrontare la violenza contro le donne includono: la direttiva UE sulle vittime (2012/29/UE) e la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul). La direttiva UE sulle vittime, adottata nel 2012, stabilisce norme minime in materia di diritti, protezione e assistenza delle vittime di reati nell’UE e si riferisce nello specifico alle vittime di violenza di genere, violenza sessuale e violenza in una relazione stretta. La Convenzione di Istanbul, che il Consiglio d’Europa ha adottato nel 2011, è il primo strumento regionale giuridicamente vinFigura 1: Donne che hanno subito violenza fisica e/o sessuale dall’età di 15 anni nei 12 mesi colante in Europa ad affrontare in maniera gloprecedenti l’intervista, UE-28 (%) bale diverse forme di violenza contro le donne, come la violenza psicologica, gli atti persecutori, la violenza fisica, la violenza sessuale e le molestie sessuali. L’entrata in vigore della Convenzione è soggetta alla ratifica da parte di dieci stati. Nonostante questi incoraggianti sviluppi giuridici, i risultati di un’indagine condotta a livello europeo dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) in materia di violenza contro le donne rivelano che la maggior parte delle donne vittime di violenza non denuncia la propria esperienza alla polizia o a organizzazioni di sostegno alle vittime. Di conseguenza, la maggioranza delle donne che subiscono atti di violenza non entra in contatto con il sistema giudiziario Nessuna violenza fisica e/o sessuale dall’età di 15 anni 25 % 67 % 33 % Sì, vittima più di 12 mesi fa 8% Nota: Basato su tutte le intervistate (N=42 002). Fonte: Dati dell’indagine della FRA sulla violenza di genere contro le donne, 2012 Sì, vittima negli scorsi 12 mesi
  • 2. Raccolta e copertura dei dati I risultati dell’indagine della FRA sulla violenza contro le donne si basano su interviste faccia a faccia con 42 000 donne in tutti i 28 Stati membri dell’UE, con una media di 1 500 interviste in ogni Stato membro. Il campione delle intervistate è stato selezionato casualmente. I risultati sono rappresentativi delle esperienze e dei pareri di donne di età compresa tra i 18 e i 74 anni che vivono nell’UE. Le interviste standardizzate dell’indagine includono domande su violenza fisica, sessuale e psicologica, maltrattamenti sui minori, molestie sessuali e  atti persecutori, anche con riferimento a nuovi mezzi di abuso come Internet. Alle donne è stato chiesto di fornire informazioni sulla loro esperienza personale rispetto alle varie forme di violenza e di indicare la frequenza con cui hanno subito alcuni tipi di violenza e quali conseguenze questa ha avuto sulle loro vite. L’indagine ha anche raccolto informazioni sulla scelta o meno di denunciare la violenza alla polizia e sul ricorso da parte delle donne di altri servizi di sostegno alle vittime. Risultati selezionati e vie da percorrere in risposta alla violenza contro le donne I risultati dell’indagine della FRA mirano a sostenere i responsabili delle politiche e le altre parti interessate nell’affrontare il fenomeno della violenza contro le donne in seno all’UE. Sulla base di tali risultati, la FRA ha elaborato una serie di pareridettagliati , che vengono presentati nella relazione sui dati principali e nella relazione sintetica dell’indagine (si veda il riquadro «Ulteriori informazioni»). La presente scheda riporta alcuni esempi dei risultati dell’indagine, accanto alle considerazioni generali come possibili «vie da percorrere» per rispondere alla violenza contro le donne. Differenze nei risultati tra paesi e al loro interno Differenze tra paesi e al loro interno in termini di tasso di violenza contro le donne sono segnalate anche da altre indagini, come lo studio sulla salute delle donne e la violenza domestica condotto in 10 stati dall’Organizzazione mondiale della sanità, , e l’indagine nazionale sulla violenza da parte del partner e la violenza sessuale condotta dagli Stati Uniti in 50 Stati USA. Le divergenze tra i paesi possono riflettere, oltre a differenze reali nei tassi di vittimizzazione, una serie di altri fattori, ad esempio: se sia o meno culturalmente accettabile rivelare ad altre persone, inclusi gli intervistatori coinvolti nelle indagini, esperienze di violenza contro le donne, e la possibilità che una maggiore parità di genere in un certo paese possa portare a livelli più elevati di rivelazione della violenza contro le donne, poiché è più probabile che in società con migliori condizioni di parità gli abusi vengano affrontati apertamente. La relazione sui principali risultati dell’indagine e la relazione sintetica affrontano alcune delle possibili ragioni alla base delle differenze osservate. Per un’analisi dettagliata dei risultati a livello dei singoli Stati membri dell’UE, si veda lo strumento di esplorazione dei dati online che accompagna l’indagine: http://fra.europa.eu/en/ vaw-survey-results. Violenza fisica Circa 13 milioni di donne nell’UE hanno subito violenza fisica nel corso dei 12 mesi precedenti le interviste dell’indagine. Questo dato corrisponde al 7 % delle donne di età compresa fra i 18 e i 74 anni nell’UE1. Figura  2: Dati dell’indagine della FRA sulla violenza di genere contro le donne, 2012 UE-28 22 % 10 %–19 % 20 %–29 % 30 %–39 % MT CY Fonte: Dati dell’indagine della FRA sulla violenza di genere contro le donne, 2012 1 Secondo la banca dati online di Eurostat, il 1° gennaio 2013 nell’UE-28 vivevano 186 590 848 donne tra i 18 e i 74 anni; cfr: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/statistics/search_database (codice dati demo_pjan, dati estratti il 16 agosto 2013).
  • 3. alle vittime e agli interventi della giustizia penale. Nell’ambito della revisione dell’attuazione della direttiva intrapresa dalla Commissione europea, si potrebbe valutare se la direttiva soddisfi nella pratica le necessità e i diritti delle donne vittime di violenza. Violenza sessuale Circa 3,7 milioni di donne nell’UE hanno subito violenza sessuale nel corso dei 12 mesi precedenti le interviste dell’indagine. Questo dato corrisponde al 2 % delle donne di età compresa tra i 18 e i 74 anni nell’UE. Vie da percorrere: Le strategie future dell’UE sull’uguaglianza tra donne e uomini potranno basarsi sui risultati dell’indagine per occuparsi dei settori chiave relativi alle esperienze di violenza delle donne. Fra i possibili esempi si annoverano forme nuove o recentemente riconosciute di violenza contro le donne, come gli atti persecutori o l’abuso per mezzo di nuove tecnologie, nonché aspetti della violenza che le donne non sempre denunciano alla polizia o alle organizzazioni di sostegno alle vittime. Vie da percorrere: Considerata l’entità della violenza contro le donne segnalata nell’indagine, il panorama dell’UE, dopo il programma di Stoccolma nel settore della giustizia e degli affari interni, dovrebbe assicurare che la violenza contro le donne sia riconosciuta quale violazione dei diritti fondamentali nel quadro delle risposte dell’UE alla criminalità e alla vittimizzazione criminale. Una donna su 20 (5 %) è stata stuprata dall’età di 15 anni. Questo dato è basato sulle risposte alla domanda dell’indagine «Da quando avevi 15 anni fino ad oggi, quante volte qualcuno ti ha forzato ad avere un rapporto sessuale trattenendoti o facendoti in qualche modo del male?» In una serie di giurisdizioni dell’UE, la definizione giuridica di stupro va oltre il requisito che prevede che l’esecutore usi la forza fisica. In tale ottica, la percentuale di stupri nell’UE potrebbe superare il 5 %. Vie da percorrere: : La direttiva UE sulle vittime si applica a tutte le vittime di reati facendo riferimento in particolare alle vittime della violenza di genere, oltre ad altre vittime vulnerabili. Fornisce una solida base sulla quale costruire risposte mirate, a livello di Stati membri, per soddisfare le necessità delle donne in quanto vittime di violenza in relazione al sostegno Vie da percorrere: L’UE dovrebbe valutare la possibilità di aderire alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul). Al momento, si tratta dello strumento regionale più completo per affrontare la violenza contro le donne. Anche i risultati dell’indagine della FRA possono sostenere gli Stati membri dell’UE nel ratificare la Convenzione. Nell’Unione Europea (EU-28), il 18  delle donne ha subito atti % persecutori dall’età di 15 anni, mentre il 5 % ne è stata vittima nei 12 mesi precedenti l’indagine. Questo dato corrisponde a 9 milioni di donne che nell’UE-28 hanno subito atti persecutori in un periodo di 12 mesi. Per ottenere questo risultato, durante l’intervista condotta nell’ambito dell’indagine è stato chiesto alle donne se si fossero mai trovate in una situazione in cui una stessa persona sia stata ripetutamente offensiva o minacciosa nei loro confronti in una serie di situazioni diverse. Si è per esempio domandato «Una stessa persona ha ripetutamente indugiato o ti ha aspettata fuori dalla tua abitazione, dal tuo posto di lavoro o dalla tua scuola senza una ragione legittima?» o «Ha effettuato chiamate telefoniche offensive, minacciose o silenziose?» Vie da percorrere: Gli Stati membri dell’UE sono esortati a elaborare specifici piani d’azione nazionali sulla violenza contro le donne, che utilizzino i risultati dell’indagine in assenza di dati a livello nazionale. I soggetti della società civile che lavorano con le donne vittime di violenza possono essere utilmente coinvolti nello sviluppo dei piani d’azione per contribuire ad assicurare che questi forniscano risultati pratici per le vittime e siano sostenibili. Vie da percorrere: La politica dell’UE nei settori dell’occupazione, dell’istruzione, della salute e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione dovrebbe affrontare l’impatto della violenza contro le donne nei rispettivi settori. A livello di Stato membro, ciò dovrebbe trovare riscontro Figura 3: Forme sessuali di violenza virtuale dall’età di 15 anni e nei 12 mesi precedenti l’intervista, incluse e-mail o messaggi SMS sessualmente espliciti indesiderati e offensivi, suddivise per gruppi d’età, UE-28 (%) 25 % 20 20 % 15 % 13 11 11 11 10 % 6 6 5 5 5% 3 3 2 0% 18–29 anni 30–39 anni 40–49 anni Dall’età di 15 anni 50–59 anni 60 + anni Totale Negli ultimi 12 mesi Note: Su tutte le donne, esclusi i casi nei quali la risposta alle domande sulla violenza virtuale non era applicabile, n=35 820); 6 084 intervistate hanno indicato come risposta la categoria «non applicabile» perentrambe le voci; le informazioni riguardanti l’età non sono state riportate in 98 casi. Fonte: Dati dell’indagine della FRA sulla violenza di genere contro le donne, 2012
  • 4. in specifici interventi politici e piani d’azione nazionali incentrati su questi diversi ambiti. Circa il 12 % delle donne ha indicato di avere subito una forma di abuso o atto sessuale da parte di un adulto prima dei 15 anni, percentuale che corrisponderebbe a 21 milioni di donne nell’UE. I risultati mostrano che il 30  delle donne che ha subito % vittimizzazione sessuale da parte di un partner precedente o  attuale ha anche subito violenza sessuale durante l’infanzia, mentre il 10 % delle donne che non ha subito vittimizzazione sessuale durante la relazione attuale oprecedente indica di avere subito violenza sessuale durante l’infanzia. Vie da percorrere: L’UE dovrebbe garantire che i meccanismi di finanziamento che continuano il lavoro del programma DAPHNE e di altri programmi, i quali contribuiscono in vario modo alla protezione di bambini, giovani e donne contro ogni forma di violenza, possano essere utilizzati per sostenere ulteriormente la ricerca e le attività delle organizzazioni della società civile che affrontano la violenza contro le donne. In particolare, sono necessari finanziamenti per servizi mirati al sostegno delle vittime nel campo della violenza contro le donne. Vie da percorrere: È necessario rafforzare a livello di UE e Stati membri un approccio centrato sulle vittime e sui diritti in relazione alle donne in quanto vittime di violenza. Negli ultimi anni, in alcuni Stati membri sono emersi esempi positivi che riconoscono la violenza «domestica» o «da parte del partner» come una questione che richiede l’intervento dello Stato piuttosto che una questione privata. Vie da percorrere: L’UE e gli Stati membri potrebbero mostrare il loro impegno nella raccolta periodica dei dati sulle diverse forme di violenza contro le donne. In questo modo si avrebbero prove per lo sviluppo di risposte politiche e interventi concreti. Tale processo potrebbe essere sostenuto da Eurostat e dai suoi gruppi di esperti pertinenti e potrebbe essere utilizzato per fornire dati agli organismi di monitoraggio specifici dell’ONU e al Consiglio d’Europa, nonché all’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere. La metà di tutte le donne all’interno dell’UE (53 %) evita certe situazioni o determinati luoghi, almeno occasionalmente, per paura di essere aggredita fisicamente o  sessualmente. In confronto, le indagini sulla vittimizzazione e  il timore nei confronti della criminalità mostrano che molti meno uomini limitano i  loro spostamenti per questo motivo. Vie da percorrere: Le politiche dell’UE e degli Stati membri nonché i piani d’azione nazionali per combattere la violenza contro le donne devono essere elaborati sulla base di prove tratte direttamente dalle esperienze di violenza delle donne. I dati sulle esperienze di donne che hanno subito violenza dovrebbero essere raccolti in aggiunta a quelli amministrativi e di giustizia penale, che non comprendono la maggior parte delle violenze non denunciate. L’UE e gli Stati membri dovrebbero promuovere e finanziare le indagini in uno sforzo concertato per approfondire l’informazione sull’entità e la natura della violenza subita dalle donne. Queste indagini possono essere ripetute a intervalli di alcuni anni per valutare gli sviluppi nel tempo. Ulteriori informazioni La relazione sintetica della FRA sui risultati dell’indagine Violenza contro le donne: un’indagine a livello di Unione europea. Panoramica dei risultati fornisce un quadro generale dei risultati dell’indagine selezionati e include i principali pareri derivanti da tali risultati: http://fra.europa.eu/en/ publication/2014/vaw-survey-results-at-a-glance. La relazione sui principali risultati dell’indagine Violenza contro le donne: un’indagine a livello di Unione europea. Relazione sui principali risultati (Violence against women: an EU-wide survey. Main results) presenta un resoconto completo dei risultati ottenuti sulla base dei dati dell’indagine, nonché una serie di pareri dettagliati, segnatamente in risposta ai risultati relativi a varie forme di violenza contro le donne, come la violenza fisica e quella sessuale, le molestie sessuali e gli atti persecutori, le quali vengono affrontate capitolo per capitolo nella relazione: http://fra.europa.eu/en/publication/2014/ vaw-survey-main-results. Per l’esplorazione dei dati online relativi ai risultati dell’indagine sulla violenza di genere contro le donne, cfr. http://fra.europa.eu/en/vaw-survey-results. Per informazioni sulla metodologia dell’indagine Violenza contro le donne: un’indagine a livello di Unione europea. Relazione tecnica (Violence against women: An EU-wide survey. Technical report), cfr. http://fra.europa.eu/en/publication/2014/vaw-survey-technical-report. Schwarzenbergplatz 11   1040 Vienna   Austria   Tel. +43 158030-0  Fax +43 158030-699   fra.europa.eu   info@fra.europa.eu  facebook.com/fundamentalrights   linkedin.com/company/eu-fundamental-rights-agency  twitter.com/EURightsAgency TK-01-13-851-IT‑C doi:10.2811/6348 FRA – Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali