I sistemi elettorali nel dibattito italiano: un' introduzione
1. di Piero Tortola
I sistemi elettorali nel dibattito
italiano: un’introduzione
2. Cos’è un sistema elettorale?
Il sistema elettorale di un paese è
l’insieme delle norme che regolano la
formazione della sua rappresentanza
parlamentare.
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3. Gli elementi principali che distinguono i sistemi elettorali sono:
• La formula elettorale, che determina come i voti presi dai vari partiti
vengono ‘tradotti’ in seggi parlamentari.
Sistemi proporzionali à ogni partito prende una percentuale di seggi
uguale alla percentuale di voti ottenuti.
Sistemi maggioritari à il vincitore ‘prende tutto’. Questi sistemi sono di
solito abbinati a circoscrizioni uninominali, dove viene eletto un solo
parlamentare.
Sistemi misti à sono composti da una parte di proporzionale e una
parte di maggioritario.
• La soglia di sbarramento, che stabilisce una percentuale minima di voti
che un partito deve prendere per poter entrare in parlamento.
Gli elementi dei sistemi elettorali
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4. • Il voto di preferenza, che permette di scegliere uno o più
candidati nella lista di partito che si vota. I sistemi dove
questa possibilità non c’è (e dunque si può scegliere solo il
partito) sono detti a liste bloccate.
• La grandezza delle circoscrizioni: nei sistemi
proporzionali, più sono grandi le circoscrizioni, più la
percentuale di seggi di ciascun partito sarà in linea con i suoi
voti.
Gli elementi dei sistemi elettorali
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5. Il sistema elettorale di un paese è importante perchè agisce su diversi aspetti
della vita democratica:
• Determina quanto è ampia la rappresentanza parlamentare delle
idee che convivono nella società e che sono espresse dai vari partiti:
questa rappresentanza è più ampia nei sistemi proporzionali ed è più
limitata nei sistemi maggioritari o con soglie di sbarramento.
• Influisce sulla stabilità dei governi e sulla frammentazione del
sistema partitico: in genere, il proporzionale crea un parlamento
frammentato, mentre i sistemi maggioritari tendono a ridurre il
numero di partiti.
(NB: il sistema elettorale è solo uno dei fattori che influiscono sul
numero dei partiti: un altro fattore importante è il numero di fratture
sociali e ideologiche presenti nel paese).
Perché il sistema elettorale è importante?
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6. • Determina il tipo di voto e la sua interpretazione: nei sistemi
proporzionali si tende a votare per un partito, mentre nei sistemi
maggioritari contano molto il candidato e le sue caratteristiche personali.
• Definisce quanto controllo ha il cittadino sulla scelta dei singoli
parlamentari: nei sistemi a liste bloccate sono le segreterie di partito che
scelgono l’ordine dei candidati, e quindi degli eletti. Nei sistemi
uninominali o proporzionali con voto di preferenza l’elettore può
premiare o punire i vari candidati con il suo voto.
à E’ da notare, però, che nei sistemi uninominali i partiti mantengono un
certo potere di selezione nei ‘collegi sicuri’, dove possono contare sulla
maggioranza dei voti anche presentando candidati non troppo graditi agli
elettori.
Perché il sistema elettorale è importante?
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7. Nelle ultime tre elezioni politiche (2006, 2008 e 2013) il Parlamento italiano è
stato eletto con un sistema proporzionale ‘corretto’ le cui caratteristiche
principali sono:
• Premio di maggioranza: al partito o alla coalizione che ottiene il maggior
numero dei voti viene assegnato automaticamente circa il 55% dei seggi
(salvo che i voti presi non siano già superiori al 55%, nel qual caso il
premio non è dato). Per la Camera questo calcolo è fatto su base
nazionale, per il Senato su base regionale.
• Soglie di sbarramento: per la Camera il 2% per i partiti coalizzati e il 4%
per i partiti che corrono da soli o la cui coalizione è sotto il 10%. Per il
Senato le soglie regionali sono rispettivamente 3%, 8% e 20%.
• Liste bloccate: l’elettore può scegliere solo il partito o la coalizione per
cui votare, non i singoli candidati.
L’attuale sistema italiano, il ‘Porcellum’
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8. Gli effetti del ‘Porcellum’ (così chiamato dal suo stesso ideatore Roberto
Calderoli) sono principalmente tre:
• La frammentazione politica è ridotta grazie al premio di maggioranza e
alle soglie di sbarramento, che spingono i partiti a formare coalizioni
elettorali. (Anche se nulla impedisce alle coalizioni di sfaldarsi una volta
entrate in Parlamento).
• Il meccanismo dei premi di maggioranza regionali per il Senato aumenta le
probabilità di avere maggioranze diverse nelle due camere.
• Le liste bloccate tolgono ogni controllo sui candidati da pare degli elettori. Il
risultato è di fatto un parlamento di ‘nominati’ piuttosto che di eletti.
Gli effetti del ‘Porcellum’
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9. Le alternative possibili al nostro sistema elettorale sono
praticamente infinite. Sono tre, però, i modelli di
riferimento che ricorrono con più insistenza nel dibattito
politico italiano:
• Il ‘Mattarellum’
• Il modello francese
• Il modello tedesco
Vediamo meglio di cosa si tratta...
Quali sono le alternative?
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10. Il cosiddetto ‘Mattarellum’ (da Sergio Mattarella, relatore di quella
legge elettorale) era il sistema in vigore in Italia tra il 1993 e il 2005.
Si trattava di un sistema misto che alla Camera (e in parte al
Senato) funzionava grosso modo così:
• I 3/4 dei parlamentari erano eletti in circoscrizioni uninominali
a turno unico, dove cioè il candidato che prendeva il maggior
numero di voti vinceva l’unico seggio in palio (parte
maggioritaria).
• Il restante 1/4 era eletto con un sistema proporzionale con
soglia di sbarramento al 4% e liste bloccate (parte proporzionale).
• L’elettore, quindi, era chiamato a dare due voti: uno per il
candidato singolo e uno per una lista di partito.
Il ‘Mattarellum’
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11. • Maggiore rappresentanza territoriale.
• Riduzione della frammentazione parlamentare grazie
all’incentivo a formare alleanze elettorali e di governo.
(Tuttavia la parte proporzionale del sistema limitava in
parte questo effetto).
• Maggiore personalizzazione della competizione
elettorale rispetto al sistema proporzionale utilizzato
precedentemente.
Effetti del ‘Mattarellum’
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12. L’Assemblea Nazionale francese (l’equivalente della nostra Camera dei
Deputati) viene eletta con un sistema maggioritario a doppio turno e
circoscrizioni uninominali.
• Al primo turno vince il candidato che ottiene la maggioranza
assoluta (ovvero il 50% + 1) dei voti di circoscrizione.
• Se nessun candidato raggiunge l’obiettivo, si passa al secondo turno,
a cui partecipano tutti i candidati che hanno ottenuto al primo turno
un numero di voti pari al 12,5% degli aventi diritto.
• Al secondo turno, il sistema diventa a maggioranza relativa, quindi il
candidato che prende più voti vince il seggio.
Il modello francese
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13. • Semplificazione del quadro politico e moderazione dei
programmi elettorali grazie al meccanismo maggioritario.
• Questi effetti, però, sono ridotti per la presenza del doppio
turno, poiché in Francia i partiti minori hanno un incentivo a
presentarsi da soli al primo turno per poi negoziare alleanze
al secondo.
• Tuttavia il doppio turno garantisce maggiore
rappresentatività rispetto all’uninominale a turno unico,
perché la parte perdente (e quindi non rappresentata) degli
elettori in ogni circoscrizione è di solito minore al 50%.
Effetti del modello francese
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14. La camera bassa del parlamento tedesco, il Bundestag, è eletta con un sistema
proporzionale corretto da due elementi:
• Una soglia di sbarramento del 5%.
• Il sistema del doppio voto:
o La scheda elettorale tedesca ha due parti: una per la scelta della lista di partito,
l’altra per la scelta di candidati singoli che competono in circoscrizioni
uninominali.
o Il Bundestag è eletto per metà con i collegi uninominali e per l’altra metà con il
voto di lista.
o A differenza di un sistema misto come il Mattarellum, però, il totale di seggi da
assegnare ai ciascun partito si calcola solo in base ai suoi voti di lista. Una
volta determinato questo numero, i vincitori nelle circoscrizioni uninominali
sono i primi ad entrare in parlamento, e i loro seggi vengono sottratti alla quota
totale del partito. I seggi residui sono assegnati ai candidati di lista.
• In questo modo il risultato finale delle elezioni rimane sostanzialmente proporzionale
(salvo che per la soglia di sbarramento).
Il modello tedesco
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15. • Il sistema garantisce sia il pluralismo delle positioni politiche
(con il proporzionale) che una competizione personalizzata e
territoriale (con l’uninominale). Inoltre, la soglia al 5%
semplifica il quadro politico.
• Questo sistema, però, opera su un sistema partitico che è, già
di suo, abbastanza semplice. L’applicazione a un panorama
partitico molto più frammentato come quello italiano
potrebbe non sortire gli stessi effetti.
Effetti del modello tedesco
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16. Quello sulla riforma elettorale è un dibattito che va avanti oramai da
diversi anni, il che dimostra due cose:
• A due decenni dal crollo della ‘prima repubblica’ il nostro sistema
politico deve ancora stabilizzarsi su delle regole del gioco che
siano pienamente accettate da tutti.
• Il sistema elettorale è molto difficile da cambiare perché i vari
partiti hanno interessi contrastanti a seconda delle loro
dimensioni, del loro radicamento territoriale, ecc.
Negli ultimi anni, quindi, abbiamo assistito o a riforme di parte o a
riforme bloccate dai potenziali perdenti.
Quale futuro per l’Italia?
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17. Un buon sistema elettorale non può, da solo, risolvere tutti i problemi
del nostro paese, ma è comunque un ingrediente molto importante
per la qualità della nostra democrazia.
Il sistema elettorale perfetto non esiste. Ma sono in pochi oramai a
negare la necessità di cambiare quello che è oggi in vigore in Italia.
Una seria e stabile riforma elettorale non può che passare da un
cambiamento nella cultura politica dei partiti, che li faccia andare al
di là dei tatticismi e degli interessi di bottega per guardare
all’interesse del paese nel suo complesso.
Quale futuro per l’Italia?
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18. • Arendt Lijphart, Electoral systems and party systems: a study of
twenty-seven democracies, Oxford: Oxford University Press,
1994.
• Pippa Norris, Electoral engineering: voting rules and political
behavior, Cambridge: Cambridge University Press, 2004.
• Gianfranco Pasquino, I sistemi elettorali, Bologna: Il Mulino,
2006.
• Giovanni Sartori, Ingegneria costituzionale comparata:
strutture, incentivi ed esiti, 5a ed., Bologna: Il Mulino, 2002.
Bibliografia essenziale
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