Quello della presenza di condannati o inquisiti nell’ultimo parlamento è uno dei temi che piú hanno acceso l’indignazione pubblica e la campagna elettorale. Ma quali sono i numeri di questo fenomeno? Come funziona nel resto d’Europa? E quanto pulito sará il prossimo parlamento?
2. Parlamento pulito: un tema infuocato
Parole come “liste pulite” e “impresentabili”
popolano da tempo la cronaca politica, anche
grazie alle battaglie di alcuni partiti e di movimenti
di protesta come quello del Parlamento Pulito di
Beppe Grillo.
Con la campagna elettorale quello dei guai
giudiziari dei politici è diventato un tema ancora
più infuocato, sull’onda degli scandali che hanno
colpito sia il Parlamento sia Consigli e Giunte
regionali come in Lazio e Lombardia, nonché per
la nuova candidatura di Silvio Berlusconi,
condannato in primo grado a 4 anni di carcere per
frode fiscale e altri reati.
2
3. Parlamento e reati: cosa dice la legge
Fino al 31 dicembre 2012 la legge non prevedeva limiti al
diritto dei cittadini di candidarsi in caso di processi in
corso o condanne definitive, se non per condannati
con interdizione dai pubblici uffici, una pena
accessoria generalmente prevista per:
reati contro la pubblica
amministrazione (es. concussione)
sentenze di reclusione
superiori ai 3 anni1.
1 Rivosecchi (2010). 3
4. Parlamento e reati: qualche cifra (1)
In assenza di divieti formali, i partiti hanno goduto di ampia autonomia nel
decidere se candidare e sostenere in parlamento persone con guai
giudiziari - ultimamente aiutati anche dalle liste bloccate del “Porcellum”.
Tra questi, il Popolo della Libertà ha avuto il maggior numero di
parlamentari coinvolti in casi giudiziari nella legislatura che si chiude.
LEGENDA:
PdL: Popolo della Libertà
PD: Partito Democratico
UdC: Unione di Centro
MpA: Movimento per
l’Autonomia
RI: Radicali Italiani
IdV: Italia dei Valori
NB: le sentenze patteggiate
sono conteggiate sotto la
voce “Condannati”.
FONTI: I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti, IlFattoQuotidiano.it, 30/9/2012
(agg. 21/11/2012); Il Parlamento degli inquisiti, RE Le Inchieste, Repubblica.it, 22/7/2011; Archivi Corriere 4
della Sera, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Il Messaggero; Wikipedia.
5. Parlamento e reati: qualche cifra (2)
In totale, tra il 2008 e oggi 105 parlamentari su 945 hanno fatto i conti
con la giustizia: il 11,1% del totale.
Di questi, attualmente 14 sono prescritti e 72 sono indagati o sotto
processo – un dato inferiore solo a quello degli anni di
Tangentopoli (1992-94), quando i parlamentari
coinvolti furono il 47% del totale (447 su 945)2.
In questa legislatura si è anche toccato il record
post-Tangentopoli di richieste d’arresto di
parlamentari: 9 (28 tra il 1992 e il 1994)3.
2 F. Bechis, Onorevole l’arresto!, Roma, Newton Compton, 1996
3 Il Parlamento degli inquisiti, RE Le Inchieste, Repubblica.it, 22/7/2011 5
6. Un trend in crescita
Se consideriamo solo i parlamentari con condanne penali definitive,
notiamo che nel corso dell’ultima legislatura il loro numero è salito del
50%, come mostra il grafico.
ELEZIONI ELEZIONI
Alla fine della legislatura
2006 2008
2001-2006, erano 25 i
condannati che sedevano in
parlamento.
Nel 2006 ne furono eletti
24, e 22 nel 2008. A oggi i
condannati sono 33, di cui
30 rimasti in parlamento
fino al termine del mandato.
FONTI: I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti, IlFattoQuotidiano.it, 30/9/2012 (aggiornato il
21/11/2012); Il Parlamento degli inquisiti, RE Le Inchieste, Repubblica.it, 22/7/2011; Archivi Corriere della Sera, La 6
Repubblica, Il Fatto Quotidiano; Wikipedia; Vendramel (2012).
7. Politica e giustizia: tre scuole di pensiero
Il rapporto tra politica e giustizia è ormai un tema centrale in Italia.
Nel tempo si sono cristallizzate tre principali posizioni:
① Una posizione “giustizialista”: i partiti non dovrebbero candidare –
o dovrebbero allontanare, se già elette – persone coinvolte in
qualsiasi modo con la giustizia, perché il parlamentare deve
essere sempre al di sopra di ogni sospetto
② Una posizione “garantista”, per la quale ogni caso giudiziario è
diverso e va valutato singolarmente, in quanto alcuni
procedimenti giudiziari potrebbero avere motivazioni politiche
③ Infine, una posizione intermedia: i partiti dovrebbero prendere
provvedimenti solamente in presenza di una sentenza di
condanna definitiva o almeno di un rinvio a giudizio
7
8. Il “decreto incandidabilità”
Nel dicembre 2012 il Governo Monti ha promosso un decreto legislativo
che sposa il terzo approccio, introducendo l’incandidabilità al Parlamento
italiano ed europeo e il divieto di ricoprire cariche di governo per tutti i
condannati in via definitiva a pene superiori ai 2 anni di reclusione per:
reati di allarme sociale (es. mafia, terrorismo)
reati contro la pubblica amministrazione (es. corruzione)
altri reati gravi con pena massima di almeno 4 anni
La durata dell’incandidabilità è pari al doppio della pena accessoria
dell’interdizione dai pubblici uffici o, in assenza di quest’ultima, a 6 anni4.
4Il d.l. ha anche riformato le norme sull’incandidabilità già esistenti per le assemblee e le
amministrazioni regionali e locali. 8
9. Una misura troppo morbida?
Pur essendo un intervento inedito nel nostro paese, il decreto
incandidabilità è stato criticato da più parti come insufficiente:
Secondo il Partito Democratico, l’incandidabilità andava applicata
anche ai condannati in via non definitiva (primo o secondo grado)
L’Italia dei Valori ha fatto notare come molte condanne contro la
pubblica amministrazione raramente raggiungano la soglia dei 2
anni di reclusione
Una critica radicale è quella di Beppe Grillo, la cui proposta di legge di
iniziativa popolare del 2007 proponeva l’incandidabilità perpetua in
caso di condanna definitiva
Una posizione contraria, invece, è stata quella della Lega Nord, che ha
votato contro il provvedimento, rivendicando il diritto di valutare
autonomamente caso per caso i propri candidati.
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10. Gli effetti (trascurabili) del decreto
Alla prova dei numeri, gli effetti del nuovo decreto sono molto limitati.
Solo 1 dei 30 parlamentari uscenti è caduta nella rete delle nuove regole: il
Sen. Giuseppe Ciarrapico (PdL). Per gli altri, la condanna non raggiungeva i
2 anni richiesti, oppure era frutto di un patteggiamento,
su cui la nuova legge non è retroattiva5.
Un caso emblematico è quello del senatore del PdL
Marcello Dell’Utri (foto), che rimaneva candidabile –
anche se non candidato – nonostante una condanna
patteggiata a 2 anni e 3 mesi (false fatture e falso in
bilancio) e una di secondo grado a 7 anni per
concorso esterno in associazione mafiosa6.
5 V. Piccolillo, Quasi tutti salvi. Anche Dell’Utri, Corriere.it, 7/12/2012; Incandidabilità il decreto
del governo? Punirne tre per salvare gli altri cento, ilFattoQuotidiano.it, 7/11/2012.
6 Sentenza poi annullata in Cassazione con richiesta di rifare il processo d’appello, ora in corso.
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11. Come si comporta il resto d’Europa?
Guardando al di là de nostri confini, troviamo situazioni molto
diverse tra loro. In alcuni paesi la legislazione sull’incandidabilità è
più severa che da noi, ad esempio:
In Gran Bretagna l’incandidabilità scatta
con condanne di almeno 1 anno
In Germania si è incandidabili per 5 anni
con condanne di almeno 1 anno, e a vita
con condanne per corruzione o falso in
atto d’ufficio
In Austria c’è incandidabilità con condanne
di almeno 1 anno
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12. Il ruolo dei partiti
In altri paesi, però, la normativa è meno rigida.
In Francia, per esempio, l’incandidabilità scatta solo per evasione
fiscale o irregolarità nei finanziamenti elettorali.
Ciò nonostante, i parlamentari nei guai con la giustizia lì sono solo
una quindicina7.
Questo accade perché a fare davvero la
differenza, da noi come all’estero, è il
comportamento dei partiti più che la
legge…
7 Iovene (2012); Martini (2012).
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13. 2013: Verso una politica più pulita?
I casi di Marcello Dell’Utri (PdL), Nicola Cosentino (PdL), Vladimiro
Crisafulli (PD) e altri nomi meno “eccellenti” esclusi dalle liste
elettorali indicavano che il nuovo Parlamento sarebbe stato, con
ogni probabilità, più pulito del precedente8…
… ma anche che questo
sarebbe accaduto per
scelte di partito più
che per gli effetti del
decreto incandidabilità.
8 M. Bresolin, Ecco gli impresentabili nel prossimo Parlamento, La Stampa, 27/1/2013. 13
14. Che Parlamento abbiamo eletto?
Come da aspettative, abbiamo eletto un Parlamento più pulito (vd. Tab.).
Il PdL rimane il partito con più inquisiti, sebbene la loro percentuale sul
totale degli eletti sia scesa (-3,5%), così come per PD e UdC, ma non per la
Lega (+6,4). Il numero di inquisiti è sceso da 105 a 37 (-64,8%), grazie
anche alle liste “immacolate” dei partiti di Grillo, Vendola e Monti.
LEGENDA:
M5S: Movimento 5
Stelle
L. Monti: Lista Monti
SEL: Sinistra
Ecologia e Libertà
FdI: Fratelli d’Italia
* Lista Monti e UdC
presentavano una
lista unica al Senato,
i cui eletti sono qui
conteggiati come
FONTI: I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti, IlFattoQuotidiano.it, 30/9/’12 (agg. L. Monti.
21/11/’12); Il Parlamento degli inquisiti, RE Le Inchieste, Repubblica.it, 22/7/’11; Archivi Corriere della Sera,
La Repubblica, Il Fatto Quotidiano; Wikipedia; Gli eletti alla Camera, Corriere.it (26/2/’13); L. Abbate, E 14
questi sono stati rieletti, L’Espresso (27/2/’13); Speciale elezioni 2013, www.Senato.it
15. Un segnale positivo…
Se ci concentriamo solo sui neoeletti con condanne definitive, i segnali
sono ancora più positivi.
Se alla fine della scorsa
ELEZIONI ELEZIONI ELEZIONI
legislatura erano 33 i
2006 2008 2013
parlamentari condannati, oggi
sono solamente 7: un crollo
verticale (-78,8%).
I 7 parlamentari in questione
siedono tutti nel
centrodestra: 5 nel PdL
(Minardo, Scavone, Sciascia, G.
DEC. 2012
Serafini, Formigoni) e 2 nella
Lega (M. Bragantini, Bossi).
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16. … e uno negativo
Nonostante l’impegno dei partiti a presentare liste più pulite, l’interrogativo
era se questa ritrovata moralità era solo una mossa elettorale o l’inizio di
un vero cambiamento nella cultura politica.
Per questo sarà molto importante il comportamento dei partiti dopo le
elezioni.
I primi segnali non sono incoraggianti. Con il nuovo Parlamento ancora non
insediato ufficialmente, i partiti contano già due nuovi indagati – la
neodeputata Maria Gullo (PD) e il neosenatore Giulio Tremonti (Lega) – e
un nuovo condannato in primo grado (non definitivo), Raffaele Fitto (PdL).
Mentre Gullo è stata sospesa dal PD, Lega e PdL non hanno finora preso
misure nei confronti di Tremonti e Fitto, rispettivamente.
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17. Per saperne di più
G. Rivosecchi, L'ineleggibilità sopravvenuta alla carica di membro
del Parlamento, Associazione Italiana dei Costituzionalisti,
2/7/2010
L. Vendramel, Parlamentari poco onorevoli, LeaVendramel.it,
30/9/2012
B. Iovene, Fatta la legge…, Report, puntata del 28/10/2012
S. Martini, ‘Liste pulite’, l’Italia rincorre. Dal rigore Uk alla morale
danese: come funziona in Europa?, Oggi24.it, 14/11/2012
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