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Un Parlamento pulito per il 2013?


di Riccardo Patrian



                                Febbraio 2013
Parlamento pulito: un tema infuocato
Parole come “liste pulite” e “impresentabili”
popolano da tempo la cronaca politica, anche
grazie alle battaglie di alcuni partiti e di movimenti
di protesta come quello del Parlamento Pulito di
Beppe Grillo.
Con la campagna elettorale quello dei guai
giudiziari dei politici è diventato un tema ancora
più infuocato, sull’onda degli scandali che hanno
colpito sia il Parlamento sia Consigli e Giunte
regionali come in Lazio e Lombardia, nonché per
la nuova candidatura di Silvio Berlusconi,
condannato in primo grado a 4 anni di carcere per
frode fiscale e altri reati.
                                                         2
Parlamento e reati: cosa dice la legge

Fino al 31 dicembre 2012 la legge non prevedeva limiti al
diritto dei cittadini di candidarsi in caso di processi in
corso o condanne definitive, se non per condannati
con interdizione dai pubblici uffici, una pena
accessoria generalmente prevista per:
 reati contro la pubblica
  amministrazione (es. concussione)
 sentenze di reclusione
  superiori ai 3 anni1.


1   Rivosecchi (2010).                                       3
Parlamento e reati: qualche cifra (1)
In assenza di divieti formali, i partiti hanno goduto di ampia autonomia nel
decidere se candidare e sostenere in parlamento persone con guai
giudiziari - ultimamente aiutati anche dalle liste bloccate del “Porcellum”.
Tra questi, il Popolo della Libertà ha avuto il maggior numero di
parlamentari coinvolti in casi giudiziari nella legislatura che si chiude.
                                                                                                                LEGENDA:
                                                                                                                PdL: Popolo della Libertà
                                                                                                                PD: Partito Democratico
                                                                                                                UdC: Unione di Centro
                                                                                                                MpA: Movimento per
                                                                                                                l’Autonomia
                                                                                                                RI: Radicali Italiani
                                                                                                                IdV: Italia dei Valori

                                                                                                                NB: le sentenze patteggiate
                                                                                                                sono conteggiate sotto la
                                                                                                                voce “Condannati”.

FONTI: I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti, IlFattoQuotidiano.it, 30/9/2012
(agg. 21/11/2012); Il Parlamento degli inquisiti, RE Le Inchieste, Repubblica.it, 22/7/2011; Archivi Corriere                          4
della Sera, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Il Messaggero; Wikipedia.
Parlamento e reati: qualche cifra (2)
In totale, tra il 2008 e oggi 105 parlamentari su 945 hanno fatto i conti
con la giustizia: il 11,1% del totale.
Di questi, attualmente 14 sono prescritti e 72 sono indagati o sotto
processo – un dato inferiore solo a quello degli anni di
Tangentopoli (1992-94), quando i parlamentari
coinvolti furono il 47% del totale (447 su 945)2.
In questa legislatura si è anche toccato il record
post-Tangentopoli di richieste d’arresto di
parlamentari: 9 (28 tra il 1992 e il 1994)3.


2 F. Bechis, Onorevole l’arresto!, Roma, Newton Compton, 1996
3 Il Parlamento degli inquisiti, RE Le Inchieste, Repubblica.it, 22/7/2011   5
Un trend in crescita
Se consideriamo solo i parlamentari con condanne penali definitive,
notiamo che nel corso dell’ultima legislatura il loro numero è salito del
50%, come mostra il grafico.
     ELEZIONI ELEZIONI
                                            Alla fine della legislatura
      2006      2008
                                            2001-2006, erano 25 i
                                            condannati che sedevano in
                                            parlamento.
                                                                           Nel 2006 ne furono eletti
                                                                           24, e 22 nel 2008. A oggi i
                                                                           condannati sono 33, di cui
                                                                           30 rimasti in parlamento
                                                                           fino al termine del mandato.
FONTI: I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti, IlFattoQuotidiano.it, 30/9/2012 (aggiornato il
21/11/2012); Il Parlamento degli inquisiti, RE Le Inchieste, Repubblica.it, 22/7/2011; Archivi Corriere della Sera, La    6
Repubblica, Il Fatto Quotidiano; Wikipedia; Vendramel (2012).
Politica e giustizia: tre scuole di pensiero
Il rapporto tra politica e giustizia è ormai un tema centrale in Italia.
Nel tempo si sono cristallizzate tre principali posizioni:
    ① Una posizione “giustizialista”: i partiti non dovrebbero candidare –
      o dovrebbero allontanare, se già elette – persone coinvolte in
      qualsiasi modo con la giustizia, perché il parlamentare deve
      essere sempre al di sopra di ogni sospetto
    ② Una posizione “garantista”, per la quale ogni caso giudiziario è
      diverso e va valutato singolarmente, in quanto alcuni
      procedimenti giudiziari potrebbero avere motivazioni politiche
    ③ Infine, una posizione intermedia: i partiti dovrebbero prendere
      provvedimenti solamente in presenza di una sentenza di
      condanna definitiva o almeno di un rinvio a giudizio

                                                                             7
Il “decreto incandidabilità”
Nel dicembre 2012 il Governo Monti ha promosso un decreto legislativo
che sposa il terzo approccio, introducendo l’incandidabilità al Parlamento
italiano ed europeo e il divieto di ricoprire cariche di governo per tutti i
condannati in via definitiva a pene superiori ai 2 anni di reclusione per:
       reati di allarme sociale (es. mafia, terrorismo)
       reati contro la pubblica amministrazione (es. corruzione)
       altri reati gravi con pena massima di almeno 4 anni
La durata dell’incandidabilità è pari al doppio della pena accessoria
dell’interdizione dai pubblici uffici o, in assenza di quest’ultima, a 6 anni4.



  4Il d.l. ha anche riformato le norme sull’incandidabilità già esistenti per le assemblee e le
  amministrazioni regionali e locali.                                                             8
Una misura troppo morbida?
Pur essendo un intervento inedito nel nostro paese, il decreto
incandidabilità è stato criticato da più parti come insufficiente:
     Secondo il Partito Democratico, l’incandidabilità andava applicata
      anche ai condannati in via non definitiva (primo o secondo grado)
     L’Italia dei Valori ha fatto notare come molte condanne contro la
      pubblica amministrazione raramente raggiungano la soglia dei 2
      anni di reclusione
     Una critica radicale è quella di Beppe Grillo, la cui proposta di legge di
      iniziativa popolare del 2007 proponeva l’incandidabilità perpetua in
      caso di condanna definitiva
Una posizione contraria, invece, è stata quella della Lega Nord, che ha
votato contro il provvedimento, rivendicando il diritto di valutare
autonomamente caso per caso i propri candidati.
                                                                                   9
Gli effetti (trascurabili) del decreto
Alla prova dei numeri, gli effetti del nuovo decreto sono molto limitati.
Solo 1 dei 30 parlamentari uscenti è caduta nella rete delle nuove regole: il
Sen. Giuseppe Ciarrapico (PdL). Per gli altri, la condanna non raggiungeva i
2 anni richiesti, oppure era frutto di un patteggiamento,
su cui la nuova legge non è retroattiva5.

Un caso emblematico è quello del senatore del PdL
Marcello Dell’Utri (foto), che rimaneva candidabile –
anche se non candidato – nonostante una condanna
patteggiata a 2 anni e 3 mesi (false fatture e falso in
bilancio) e una di secondo grado a 7 anni per
concorso esterno in associazione mafiosa6.
5 V. Piccolillo, Quasi tutti salvi. Anche Dell’Utri, Corriere.it, 7/12/2012; Incandidabilità il decreto
del governo? Punirne tre per salvare gli altri cento, ilFattoQuotidiano.it, 7/11/2012.
6 Sentenza poi annullata in Cassazione con richiesta di rifare il processo d’appello, ora in corso.
                                                                                                          10
Come si comporta il resto d’Europa?
Guardando al di là de nostri confini, troviamo situazioni molto
diverse tra loro. In alcuni paesi la legislazione sull’incandidabilità è
più severa che da noi, ad esempio:
 In Gran Bretagna l’incandidabilità scatta
  con condanne di almeno 1 anno
 In Germania si è incandidabili per 5 anni
  con condanne di almeno 1 anno, e a vita
  con condanne per corruzione o falso in
  atto d’ufficio
 In Austria c’è incandidabilità con condanne
  di almeno 1 anno

                                                                           11
Il ruolo dei partiti
In altri paesi, però, la normativa è meno rigida.
In Francia, per esempio, l’incandidabilità scatta solo per evasione
fiscale o irregolarità nei finanziamenti elettorali.
Ciò nonostante, i parlamentari nei guai con la giustizia lì sono solo
una quindicina7.

                                     Questo accade perché a fare davvero la
                                     differenza, da noi come all’estero, è il
                                     comportamento dei partiti più che la
                                     legge…




7 Iovene   (2012); Martini (2012).
                                                                                12
2013: Verso una politica più pulita?
    I casi di Marcello Dell’Utri (PdL), Nicola Cosentino (PdL), Vladimiro
    Crisafulli (PD) e altri nomi meno “eccellenti” esclusi dalle liste
    elettorali indicavano che il nuovo Parlamento sarebbe stato, con
    ogni probabilità, più pulito del precedente8…


                                                                      … ma anche che questo
                                                                      sarebbe accaduto per
                                                                      scelte di partito più
                                                                      che per gli effetti del
                                                                      decreto incandidabilità.


8   M. Bresolin, Ecco gli impresentabili nel prossimo Parlamento, La Stampa, 27/1/2013.          13
Che Parlamento abbiamo eletto?
Come da aspettative, abbiamo eletto un Parlamento più pulito (vd. Tab.).
Il PdL rimane il partito con più inquisiti, sebbene la loro percentuale sul
totale degli eletti sia scesa (-3,5%), così come per PD e UdC, ma non per la
Lega (+6,4). Il numero di inquisiti è sceso da 105 a 37 (-64,8%), grazie
anche alle liste “immacolate” dei partiti di Grillo, Vendola e Monti.
                                                                                                                    LEGENDA:
                                                                                                                    M5S: Movimento 5
                                                                                                                    Stelle
                                                                                                                    L. Monti: Lista Monti
                                                                                                                    SEL: Sinistra
                                                                                                                    Ecologia e Libertà
                                                                                                                    FdI: Fratelli d’Italia

                                                                                                                    * Lista Monti e UdC
                                                                                                                    presentavano una
                                                                                                                    lista unica al Senato,
                                                                                                                    i cui eletti sono qui
                                                                                                                    conteggiati come
FONTI: I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti, IlFattoQuotidiano.it, 30/9/’12 (agg.       L. Monti.
21/11/’12); Il Parlamento degli inquisiti, RE Le Inchieste, Repubblica.it, 22/7/’11; Archivi Corriere della Sera,
La Repubblica, Il Fatto Quotidiano; Wikipedia; Gli eletti alla Camera, Corriere.it (26/2/’13); L. Abbate, E                          14
questi sono stati rieletti, L’Espresso (27/2/’13); Speciale elezioni 2013, www.Senato.it
Un segnale positivo…
Se ci concentriamo solo sui neoeletti con condanne definitive, i segnali
sono ancora più positivi.
                                           Se alla fine della scorsa
     ELEZIONI ELEZIONI            ELEZIONI
                                           legislatura erano 33 i
      2006      2008                2013
                                           parlamentari condannati, oggi
                                           sono solamente 7: un crollo
                                           verticale (-78,8%).
                                          I 7 parlamentari in questione
                                          siedono tutti nel
                                          centrodestra: 5 nel PdL
                                          (Minardo, Scavone, Sciascia, G.
                             DEC. 2012
                                          Serafini, Formigoni) e 2 nella
                                          Lega (M. Bragantini, Bossi).
                                                                            15
… e uno negativo
Nonostante l’impegno dei partiti a presentare liste più pulite, l’interrogativo
era se questa ritrovata moralità era solo una mossa elettorale o l’inizio di
un vero cambiamento nella cultura politica.
Per questo sarà molto importante il comportamento dei partiti dopo le
elezioni.
I primi segnali non sono incoraggianti. Con il nuovo Parlamento ancora non
insediato ufficialmente, i partiti contano già due nuovi indagati – la
neodeputata Maria Gullo (PD) e il neosenatore Giulio Tremonti (Lega) – e
un nuovo condannato in primo grado (non definitivo), Raffaele Fitto (PdL).

Mentre Gullo è stata sospesa dal PD, Lega e PdL non hanno finora preso
misure nei confronti di Tremonti e Fitto, rispettivamente.

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Per saperne di più

 G. Rivosecchi, L'ineleggibilità sopravvenuta alla carica di membro
  del Parlamento, Associazione Italiana dei Costituzionalisti,
  2/7/2010
 L. Vendramel, Parlamentari poco onorevoli, LeaVendramel.it,
  30/9/2012
 B. Iovene, Fatta la legge…, Report, puntata del 28/10/2012
 S. Martini, ‘Liste pulite’, l’Italia rincorre. Dal rigore Uk alla morale
  danese: come funziona in Europa?, Oggi24.it, 14/11/2012



                                                                             17
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      Ringraziamo la prof. Daniela Giannetti (Università di Bologna)
                        per i commenti ricevuti.



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Un Parlamento pulito per il 2013?

  • 1. Un Parlamento pulito per il 2013? di Riccardo Patrian Febbraio 2013
  • 2. Parlamento pulito: un tema infuocato Parole come “liste pulite” e “impresentabili” popolano da tempo la cronaca politica, anche grazie alle battaglie di alcuni partiti e di movimenti di protesta come quello del Parlamento Pulito di Beppe Grillo. Con la campagna elettorale quello dei guai giudiziari dei politici è diventato un tema ancora più infuocato, sull’onda degli scandali che hanno colpito sia il Parlamento sia Consigli e Giunte regionali come in Lazio e Lombardia, nonché per la nuova candidatura di Silvio Berlusconi, condannato in primo grado a 4 anni di carcere per frode fiscale e altri reati. 2
  • 3. Parlamento e reati: cosa dice la legge Fino al 31 dicembre 2012 la legge non prevedeva limiti al diritto dei cittadini di candidarsi in caso di processi in corso o condanne definitive, se non per condannati con interdizione dai pubblici uffici, una pena accessoria generalmente prevista per:  reati contro la pubblica amministrazione (es. concussione)  sentenze di reclusione superiori ai 3 anni1. 1 Rivosecchi (2010). 3
  • 4. Parlamento e reati: qualche cifra (1) In assenza di divieti formali, i partiti hanno goduto di ampia autonomia nel decidere se candidare e sostenere in parlamento persone con guai giudiziari - ultimamente aiutati anche dalle liste bloccate del “Porcellum”. Tra questi, il Popolo della Libertà ha avuto il maggior numero di parlamentari coinvolti in casi giudiziari nella legislatura che si chiude. LEGENDA: PdL: Popolo della Libertà PD: Partito Democratico UdC: Unione di Centro MpA: Movimento per l’Autonomia RI: Radicali Italiani IdV: Italia dei Valori NB: le sentenze patteggiate sono conteggiate sotto la voce “Condannati”. FONTI: I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti, IlFattoQuotidiano.it, 30/9/2012 (agg. 21/11/2012); Il Parlamento degli inquisiti, RE Le Inchieste, Repubblica.it, 22/7/2011; Archivi Corriere 4 della Sera, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Il Messaggero; Wikipedia.
  • 5. Parlamento e reati: qualche cifra (2) In totale, tra il 2008 e oggi 105 parlamentari su 945 hanno fatto i conti con la giustizia: il 11,1% del totale. Di questi, attualmente 14 sono prescritti e 72 sono indagati o sotto processo – un dato inferiore solo a quello degli anni di Tangentopoli (1992-94), quando i parlamentari coinvolti furono il 47% del totale (447 su 945)2. In questa legislatura si è anche toccato il record post-Tangentopoli di richieste d’arresto di parlamentari: 9 (28 tra il 1992 e il 1994)3. 2 F. Bechis, Onorevole l’arresto!, Roma, Newton Compton, 1996 3 Il Parlamento degli inquisiti, RE Le Inchieste, Repubblica.it, 22/7/2011 5
  • 6. Un trend in crescita Se consideriamo solo i parlamentari con condanne penali definitive, notiamo che nel corso dell’ultima legislatura il loro numero è salito del 50%, come mostra il grafico. ELEZIONI ELEZIONI Alla fine della legislatura 2006 2008 2001-2006, erano 25 i condannati che sedevano in parlamento. Nel 2006 ne furono eletti 24, e 22 nel 2008. A oggi i condannati sono 33, di cui 30 rimasti in parlamento fino al termine del mandato. FONTI: I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti, IlFattoQuotidiano.it, 30/9/2012 (aggiornato il 21/11/2012); Il Parlamento degli inquisiti, RE Le Inchieste, Repubblica.it, 22/7/2011; Archivi Corriere della Sera, La 6 Repubblica, Il Fatto Quotidiano; Wikipedia; Vendramel (2012).
  • 7. Politica e giustizia: tre scuole di pensiero Il rapporto tra politica e giustizia è ormai un tema centrale in Italia. Nel tempo si sono cristallizzate tre principali posizioni: ① Una posizione “giustizialista”: i partiti non dovrebbero candidare – o dovrebbero allontanare, se già elette – persone coinvolte in qualsiasi modo con la giustizia, perché il parlamentare deve essere sempre al di sopra di ogni sospetto ② Una posizione “garantista”, per la quale ogni caso giudiziario è diverso e va valutato singolarmente, in quanto alcuni procedimenti giudiziari potrebbero avere motivazioni politiche ③ Infine, una posizione intermedia: i partiti dovrebbero prendere provvedimenti solamente in presenza di una sentenza di condanna definitiva o almeno di un rinvio a giudizio 7
  • 8. Il “decreto incandidabilità” Nel dicembre 2012 il Governo Monti ha promosso un decreto legislativo che sposa il terzo approccio, introducendo l’incandidabilità al Parlamento italiano ed europeo e il divieto di ricoprire cariche di governo per tutti i condannati in via definitiva a pene superiori ai 2 anni di reclusione per:  reati di allarme sociale (es. mafia, terrorismo)  reati contro la pubblica amministrazione (es. corruzione)  altri reati gravi con pena massima di almeno 4 anni La durata dell’incandidabilità è pari al doppio della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici o, in assenza di quest’ultima, a 6 anni4. 4Il d.l. ha anche riformato le norme sull’incandidabilità già esistenti per le assemblee e le amministrazioni regionali e locali. 8
  • 9. Una misura troppo morbida? Pur essendo un intervento inedito nel nostro paese, il decreto incandidabilità è stato criticato da più parti come insufficiente:  Secondo il Partito Democratico, l’incandidabilità andava applicata anche ai condannati in via non definitiva (primo o secondo grado)  L’Italia dei Valori ha fatto notare come molte condanne contro la pubblica amministrazione raramente raggiungano la soglia dei 2 anni di reclusione  Una critica radicale è quella di Beppe Grillo, la cui proposta di legge di iniziativa popolare del 2007 proponeva l’incandidabilità perpetua in caso di condanna definitiva Una posizione contraria, invece, è stata quella della Lega Nord, che ha votato contro il provvedimento, rivendicando il diritto di valutare autonomamente caso per caso i propri candidati. 9
  • 10. Gli effetti (trascurabili) del decreto Alla prova dei numeri, gli effetti del nuovo decreto sono molto limitati. Solo 1 dei 30 parlamentari uscenti è caduta nella rete delle nuove regole: il Sen. Giuseppe Ciarrapico (PdL). Per gli altri, la condanna non raggiungeva i 2 anni richiesti, oppure era frutto di un patteggiamento, su cui la nuova legge non è retroattiva5. Un caso emblematico è quello del senatore del PdL Marcello Dell’Utri (foto), che rimaneva candidabile – anche se non candidato – nonostante una condanna patteggiata a 2 anni e 3 mesi (false fatture e falso in bilancio) e una di secondo grado a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa6. 5 V. Piccolillo, Quasi tutti salvi. Anche Dell’Utri, Corriere.it, 7/12/2012; Incandidabilità il decreto del governo? Punirne tre per salvare gli altri cento, ilFattoQuotidiano.it, 7/11/2012. 6 Sentenza poi annullata in Cassazione con richiesta di rifare il processo d’appello, ora in corso. 10
  • 11. Come si comporta il resto d’Europa? Guardando al di là de nostri confini, troviamo situazioni molto diverse tra loro. In alcuni paesi la legislazione sull’incandidabilità è più severa che da noi, ad esempio:  In Gran Bretagna l’incandidabilità scatta con condanne di almeno 1 anno  In Germania si è incandidabili per 5 anni con condanne di almeno 1 anno, e a vita con condanne per corruzione o falso in atto d’ufficio  In Austria c’è incandidabilità con condanne di almeno 1 anno 11
  • 12. Il ruolo dei partiti In altri paesi, però, la normativa è meno rigida. In Francia, per esempio, l’incandidabilità scatta solo per evasione fiscale o irregolarità nei finanziamenti elettorali. Ciò nonostante, i parlamentari nei guai con la giustizia lì sono solo una quindicina7. Questo accade perché a fare davvero la differenza, da noi come all’estero, è il comportamento dei partiti più che la legge… 7 Iovene (2012); Martini (2012). 12
  • 13. 2013: Verso una politica più pulita? I casi di Marcello Dell’Utri (PdL), Nicola Cosentino (PdL), Vladimiro Crisafulli (PD) e altri nomi meno “eccellenti” esclusi dalle liste elettorali indicavano che il nuovo Parlamento sarebbe stato, con ogni probabilità, più pulito del precedente8… … ma anche che questo sarebbe accaduto per scelte di partito più che per gli effetti del decreto incandidabilità. 8 M. Bresolin, Ecco gli impresentabili nel prossimo Parlamento, La Stampa, 27/1/2013. 13
  • 14. Che Parlamento abbiamo eletto? Come da aspettative, abbiamo eletto un Parlamento più pulito (vd. Tab.). Il PdL rimane il partito con più inquisiti, sebbene la loro percentuale sul totale degli eletti sia scesa (-3,5%), così come per PD e UdC, ma non per la Lega (+6,4). Il numero di inquisiti è sceso da 105 a 37 (-64,8%), grazie anche alle liste “immacolate” dei partiti di Grillo, Vendola e Monti. LEGENDA: M5S: Movimento 5 Stelle L. Monti: Lista Monti SEL: Sinistra Ecologia e Libertà FdI: Fratelli d’Italia * Lista Monti e UdC presentavano una lista unica al Senato, i cui eletti sono qui conteggiati come FONTI: I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti, IlFattoQuotidiano.it, 30/9/’12 (agg. L. Monti. 21/11/’12); Il Parlamento degli inquisiti, RE Le Inchieste, Repubblica.it, 22/7/’11; Archivi Corriere della Sera, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano; Wikipedia; Gli eletti alla Camera, Corriere.it (26/2/’13); L. Abbate, E 14 questi sono stati rieletti, L’Espresso (27/2/’13); Speciale elezioni 2013, www.Senato.it
  • 15. Un segnale positivo… Se ci concentriamo solo sui neoeletti con condanne definitive, i segnali sono ancora più positivi. Se alla fine della scorsa ELEZIONI ELEZIONI ELEZIONI legislatura erano 33 i 2006 2008 2013 parlamentari condannati, oggi sono solamente 7: un crollo verticale (-78,8%). I 7 parlamentari in questione siedono tutti nel centrodestra: 5 nel PdL (Minardo, Scavone, Sciascia, G. DEC. 2012 Serafini, Formigoni) e 2 nella Lega (M. Bragantini, Bossi). 15
  • 16. … e uno negativo Nonostante l’impegno dei partiti a presentare liste più pulite, l’interrogativo era se questa ritrovata moralità era solo una mossa elettorale o l’inizio di un vero cambiamento nella cultura politica. Per questo sarà molto importante il comportamento dei partiti dopo le elezioni. I primi segnali non sono incoraggianti. Con il nuovo Parlamento ancora non insediato ufficialmente, i partiti contano già due nuovi indagati – la neodeputata Maria Gullo (PD) e il neosenatore Giulio Tremonti (Lega) – e un nuovo condannato in primo grado (non definitivo), Raffaele Fitto (PdL). Mentre Gullo è stata sospesa dal PD, Lega e PdL non hanno finora preso misure nei confronti di Tremonti e Fitto, rispettivamente. 16
  • 17. Per saperne di più  G. Rivosecchi, L'ineleggibilità sopravvenuta alla carica di membro del Parlamento, Associazione Italiana dei Costituzionalisti, 2/7/2010  L. Vendramel, Parlamentari poco onorevoli, LeaVendramel.it, 30/9/2012  B. Iovene, Fatta la legge…, Report, puntata del 28/10/2012  S. Martini, ‘Liste pulite’, l’Italia rincorre. Dal rigore Uk alla morale danese: come funziona in Europa?, Oggi24.it, 14/11/2012 17
  • 18. Grazie! Se hai apprezzato la presentazione, inoltra il link ai tuoi amici e sostieni il nostro progetto! Ringraziamo la prof. Daniela Giannetti (Università di Bologna) per i commenti ricevuti. Contatti: quattrogatti@quattrogatti.info | @_quattrogatti | facebook.com/quattrogatti.info