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16 PARMA economica
focus economia
Riforma Pac, il contesto normativo
Il dibattito sulla futura Politica Agrico-
la Comune (Pac) 2014-2020 avviato nel
2011 sta giungendo alle battute finali: la
riforma della Pac, dopo essere stata ap-
provata dall’Europarlamento nell’ultima
sessione plenaria del 13 marzo scorso (25
ministri dell’Agricoltura su 27 hanno tro-
vato una posizione in comune), si avvia
a una fase di negoziazione che coinvolge
nelle trattativa il Consiglio e la Commis-
sione. La speranza è quella di giungere a
un accordo politico entro fine giugno così
da poter emanare il nuovo testo normativo
definitivo.
Sul fronte del bilancio europeo (che inclu-
de i fondi da destinare all’agricoltura) la
situazione invece appare ancora
particolarmente incerta dato che
l’accordo settennale, nella sua ul-
tima proposta, è stato nuovamen-
te bocciato, riaprendo le trattative
con il Consiglio. In questo con-
testo particolarmente fluido, non
essendo disponibili nuovi docu-
menti ufficiali, il presente lavoro
intende fornire una prima valutazione dei
possibili impatti che la Pac 2014-2020 po-
trebbe generare nei territori della provincia
di Parma. L’analisi effettuata si basa sulla
proposta di regolamento COM(2011) 625
della Commissione Europea (cfr. riqua-
dro), che seppur datata, consente di avere
un primo quadro d’insieme delle proposte
L'Europa ripensa
al settore agricolo
La riforma della Pac 2014-2020 sta arrivando: ecco, da una prima valutazione
d’impatto1
, alcuni spunti di riflessione sul futuro della nostra agricoltura
Roberto Gigante
1 Per la valutazione d’impatto a
livello regionale è possibile consultare
il report completo realizzato da R.
Gigante in collaborazione con il
dipartimento di economia dell’Uni-
versità degli Studi di Parma (febbraio
2013) presente sul sito della Rete
Rurale Nazionale all’indirizzo www.
reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.
php/L/IT/IDPagina/10695.
La riforma della Pac
è stata approvata
dal Parlamento
europeo e sarà ora
vagliata da Consiglio
e Commissione
PARMA economica
focus ECONOMIA
17
di riforma attualmente in discussione: va-
lutazioni presentate, pertanto, quindi, non
possono essere considerate definitive ed
esaustive, ma semplicemente uno spunto di
riflessione in grado di evidenziare le dina-
miche strutturali, territoriali e settoriali che
potrebbero generarsi a seguito dell’intro-
duzione dei nuovi meccanismi di politica
agricola nel sistema agricolo di Parma.
Il modello e le componenti analizzate
Per valutare gli impatti della futura Pac è
stato utilizzato il modello di programma-
zione matematica denominato Agrisp2
(un modello di simulazione di impat-
to definito a livello regionale e
provinciale) perché in un unico
ambiente di risoluzione simula
gli effetti delle politiche agricole
sulle differenti zone omogenee
costituenti le singole regioni
amministrative, descrivendo le
caratteristiche produttive, strut-
turali ed economiche di ogni
singola regione agraria. La par-
ticolare struttura del modello, affiancata
da un elevato dettaglio dei dati disaggre-
gati consente di ottenere diverse chiavi di
lettura dei risultati:
1)	 a livello di regione agraria (macro-aree
territoriali);
2)	 in base alle caratteristiche strutturali
(le aziende agricole sono suddivise in
7 classi di dimensione per ogni macro-
area territoriale);
3)	 per specializzazione produttiva (orti-
cole, seminativi, zootecnia).
Il modello si caratterizza per l’utilizzo con-
giunto della banca dati europea Rica (Rete
di Informazione Contabile Agricola), dalla
quale vengono reperite le principali infor-
mazioni economiche, e della banca dati dei
pagamenti in agricoltura Agrea, dalla quale
sono state estratte le informazioni relative
all’uso del suolo e gli aiuti erogati. La com-
binazione delle due banche dati permette di
ottenere una perfetta rappresentatività del
territorio oggetto di analisi, che nel caso in
esame noi è la provincia di Parma.
Fig. 1 – Variazioni delle superfici, provincia di Parma
Fonte: elaborazioni dell’autore utilizzando il modello Agrisp
2 F. Arfini, M. Donati, M. Zuppiroli
(2005), Agrisp: un modello di simula-
zione regionale per valutare gli effetti
per l’Italia delle modifiche delle politiche
agricole, in G. Anania, La riforma delle
politiche agricole dell’UE ed il negoziato
WTO, Milano, Franco Angeli.
Tra le principali
novità della riforma
si trova il greening,
un aiuto che sarà
erogato a fini
ambientalistici
18 PARMA economica
focus economia
Come anticipato, le componenti della fu-
tura Pac utilizzate nell’analisi si basano sul
testo del Regolamento COM(2011) 625
della Commissione Europea, e includono
le tre principali novità che saranno intro-
dotte dalla riforma.
1)	 Il greening, che costituisce la quota di
aiuti che verranno erogati a fini am-
bientali, presenta i seguenti vincoli:
l’implementazione di tre differenti col-
ture sulle superfici a seminativo supe-
riori a 3 ettari, ove nessuna di queste
può coprire meno del 5% e più del 70%
della superficie; l’obbligo di destinazio-
ne ad aree ecologiche, cioè per scopi di
natura ambientale e paesaggistica, del
7% della superficie ammissibile agli
aiuti; il mantenimento dei prati perma-
nenti presenti in azienda. La quota dei
pagamenti per il greening costituirà il
30% degli aiuti diretti al reddito e, nel
caso in cui non vengano adempiuti i
relativi obblighi, sono previste sanzio-
ni che possono portare fino alla revoca
totale di tutti gli aiuti. Tale condizione
rende il greening un adempimento ob-
bligatorio al fine di ottenere l’erogazio-
ne del premio di base, vale a dire quella
parte degli aiuti diretti legata a ciascun
ettaro di superficie agricola utilizzata
(Sau) posseduta.
2)	 I pagamenti regionalizzati che saranno
introdotti con la nuova programmazio-
ne prevedono il passaggio a un nuovo
criterio di assegnazione degli aiuti che
non è più in funzione di quanto stori-
camente maturato (l’attuale regime di
pagamento unico) ma si basa sull’ero-
gazione di un importo uguale a livello
regionale (o di zone agrarie3
) conces-
so in modo forfetario a tutti gli agri-
coltori in base agli ettari di superficie
agricola posseduta. Il valore degli aiuti
per ettaro applicati nel modello è quel-
lo elaborato dall’Istituto Nazionale di
Economia Agraria che ha quantifica-
to4
per la regione Emilia-Romagna un
pagamento di base regionalizzato pari
a 148,4 euro/Ha, mentre per la com-
ponente greening il valore stimato è di
89,4 euro/Ha.
3)	 Il meccanismo di degressività. Il tota-
le degli aiuti viene ridotto in base al
meccanismo di degressività, che pre-
vede riduzioni progressive dei paga-
menti alle aziende secondo specifici
scaglioni: -20% per gli aiuti compre-
si tra 150.000 e 200.000 euro, -40%
per quelli tra 200.000 e 250.000
euro, -70% la parte di aiuti compre-
sa tra 250.000 e 300.000 euro e, infi-
ne, -100% per la le somme eccedenti
300.000 euro.
Per la lettura dei risultati si fa riferimento
a due scenari: il baseline, che rappresenta lo
scenario di riferimento, e cioè quello che
rispecchia la situazione produttiva osser-
vata e che servirà da raffronto per valutare
gli scostamenti in seguito alla stima degli
effetti della nuova politica agricola; lo sce-
nario green, che invece considera i nuovi
meccanismi della Pac precedentemente
esposti.
I risultati dell’analisi
1)	 Come cambieranno le superifici
coltivate. Il confronto tra gli scenari base-
line e green evidenzia come le prescrizioni
imposte dalle pratiche di “inverdimento”
comportino nella provincia di Parma una
riduzione delle superfici investite pari a
circa 3.200 ettari per la pianura, 2.100 per
la collina e 1.200 per la montagna, per un
totale a livello provinciale di 6.621 ettari
complessivi. L’incidenza delle riduzioni per
le singole colture appare differen-
ziata in quanto l’imprenditore,
davanti al vincolo di introdurre
la superficie a greening, cerca di
scegliere le colture più profittevoli
tenuto conto dei costi e dei prez-
zi dati (fig. 1), sacrificando quelle
meno redditizie.
Da un’analisi dettagliata dei
valori elaborati dal modello si
registrano (in termini di variazioni asso-
lute) delle contrazioni abbastanza con-
tenute per quasi tutte le colture: solo in
alcuni casi specifici (frumento, mais e
altri cereali) nelle aree collinari e mon-
tane si registra un effettivo incremento.
Sostanzialmente, a catalizzare gran par-
te della riduzione in tutte le fasce alti-
metriche sono le superfici destinate alle
foraggere: in pianura passano da 27.707
ettari a 25.281 ettari (-8,76%); in collina
30.654 ettari a 26.395 ettari (-13,9%); e
in montagna da 10.889 a circa 7.900 etta-
ri (-27,42%). Complessivamente la ridu-
zione delle superfici a foraggere nella sola
provincia di Parma risulta particolarmen-
te consistente, circa 10.000 ettari, valore
Gli impegni “verdi”
a Parma potrebbero
comportare la
riduzione delle
superfici foraggere di
circa 100.000 ettari
3 Attualmente non è ancora stato
deciso quale criterio verrà adottato in
via definitiva per l’applicazione della
regionalizzazione
4 Dati reperibili sul sito www.rica.
inea.it/PAC_2014_2020
PARMA economica
focus ECONOMIA
19
particolarmente significativo, un terzo
della contrazione complessiva stimata a
livello regionale pari a 30.000 Ha.
La diminuzione delle superfici a foraggere
a fronte di un incremento delle superfici
cerealicole è dovuta a un duplice fattore:
il costante aumento (soprattutto in questi
ultimi anni) della convenienza economica
dei cereali, mentre per le foraggere si regi-
stra una scarsa redditività per la
quota di produzione destinata al
mercato. Le foraggere, infatti, se
non legate all’attività zootecnica
rappresentano un processo che,
soprattutto nelle aree montane,
precede l’abbandono, rendendole
al contempo la coltura principale
da destinare al raggiungimento
del 7% di superficie che il gree-
ning richiede venga riservato a
pratiche ambientali. Nel caso in cui in-
vece tali superfici siano destinate all’al-
levamento bisogna considerare che pro-
prio nelle aree montane i maggiori costi
di questa attività la rendono scarsamen-
te competitiva, pertanto anche in questo
caso è giustificabile la scelta di destinare
queste superfici all’adempimento del vin-
colo di greening del 7%.
2)	 L’incidenza della nuova Pac sul-
la produzione lattiero/casearia. È faci-
le intuire che le dinamiche sopra esposte
risultano direttamente connesse al settore
zootecnico che appare quello maggior-
mente colpito dalle nuove misure della Pac
a livello regionale, ma soprattutto a livel-
lo provinciale: per la provincia di Parma
la consistenza dei capi bovini passerebbe
da 76.376 unità a 64.434 unità, gene-
rando una riduzione pari a 11.942 capi,
(-15,64%). A livello di fasce altimetriche
la situazione appare però particolarmen-
te eterogenea: in pianura la contrazione
si aggira attorno al 9%, in collina al 21%
e in montagna quasi raggiunge il 31%.
A soffrire del processo di riforma saran-
no soprattutto le piccole e medie aziende
agricole collocate nelle aree montane che,
seppur avvantaggiate dalla nuova distribu-
zione degli aiuti diretti, sono quelle su cui
grava maggiormente la scarsa competitivi-
tà dell’allevamento da latte, affiancata da
una scarsa possibilità di attivare altri pro-
cessi produttivi.
3)	 I risultati economici. Nella ta-
bella 1 sono riportate le variazioni del-
le componenti economiche dell’attività
agricola per ettaro a livello provinciale
Tab. 1 – Variazioni degli indicatori economici, provincia di Parma
Pianura Collina Montagna
Valori in €/Ha
Baseline Green Var % Baseline Green Var % Baseline Green Var %
Plv 4.086 3.821 -6,5% 3.692 3.121 -15,5% 2.809 2.051 -27,0%
Costi var. tot. 2.981 2.771 -7,0% 2.664 2.205 -17,2% 1.785 1.559 -12,6%
Ml 1° livello 1.105 1.050 -5,0% 1.028 916 -11,0% 1.024 492 -52,0%
Pagamenti 351 238 -32,2% 256 238 -7,3% 163 238 46,1%
Ml 2° livello 1.456 1.288 -11,6% 1.285 1.153 -10,2% 1.187 729 -38,6%
Fonte: elaborazioni dell’autore utilizzando il modello Agrisp. Legenda: Plv = produzione lorda vendibile; Ml 1°livello = mar-
gine lordo di 1° livello; Ml 2° livello = margine lordo di 2° livello.
Fig. 2 – Variazioni del livello di aiuti, provincia di Parma e raffronto media Emilia-Romagna
Fonte: elaborazioni dell’autore utilizzando il modello Agrisp
Il comparto più
colpito dalla
nuova Pac sarà
quello zootecnico,
soprattutto nelle
zone di collina e
montagna
20 PARMA economica
focus economia
per fascia altimetrica. La produzione lor-
da vendibile (Plv), che si riduce a causa
delle dismissioni di parte delle superfici e
delle altre pratiche imposte dal greening,
presenta dei valori molto differenziati per
fasce altimetriche: pianura -6,5%; collina
-15,5%; montagna -27%. Rispetto alle ri-
duzioni stimate a livello regionale (pianura
–5,2%; collina –10,8%; montagna –20,5%)
l’area della provincia di Parma appare
quella maggiormente colpita nelle fasce
altimetriche collinari e montane.
La riduzione dei costi variabili operata
dalle aziende per far fronte agli aggiusta-
menti delle pratiche di greening appare più
che proporzionale rispetto alla contrazione
della Plv per le fasce altimetriche di pianu-
ra e collina (-7% pianura; -17,2% collina),
mentre in montagna la rigidità strutturale
e la ridotta possibilità di diversificazione
delle attività economiche non consentono
alle aziende di effettuare una congrua ri-
duzione dei costi in grado di compensare
le perdite in Plv: si registra, infatti, una
riduzione dei costi variabili di appena il
12,6%. Una chiara indicazione del grado
di efficienza aziendale è rappresentata dal
valore del margine lordo di primo livello
(calcolato sottraendo i costi variabili dalla
Plv) che presenta valori molto preoccu-
panti per le aziende presenti nella fascia
montana, dove a livello provinciale sono
presenti gran parte delle aziende zootec-
niche di dimensioni medio-piccole. Se si
considera, poi, la variazione legata ai paga-
menti totali in base alla regionalizzazione
(fig. 3), che prevedono un importo unico
a livello regionale, la nuova ripartizione
degli aiuti in pianura e collina comporta
una contrazione degli stessi, che incide
negativamente su quello che potremmo
chiamare margine lordo di secondo livel-
lo (comprensivo degli aiuti). Nelle aree di
montagna, invece, la nuova distribuzione
dei pagamenti rappresenta un vantaggio
(+46,1%), dato che in queste aree, oggi,
gli aiuti medi per ettaro sono di gran lun-
ga inferiori (in media 163 euro/ha). La
Tab. 2 – Variazioni degli indicatori economici, provincia di Parma
Orticole Seminativi Zootecnia
P C M P C M P C M
Plv -5,1% -8,6% 0,1% -3,6% -5,0% -15,2% -6,9% -16,9% -24,4%
Costi var. tot -5,0% -10,6% 0,1% -3,5% -5,3% 16,9% -7,6% -18,4% -14,1%
Ml 1° livello -5,4% -5,2% 0,1% -3,7% -4,6% -33,5% -4,9% -12,2% -47,4%
Pagamenti -59,3% -60,9% 62,8% -15,2% 37,1% 121,8% -44,0% -28,4% 12,8%
Ml 2° livello -23,3% -23,5% 10,2% -6,8% 5,1% -11,4% -13,4% -15,2% -39,3%
Legenda: P = pianura; C = collina; M = montagna.
Fig. 4 A/B - Raffronto delle variazioni di produzione lorda vendibile e costi totali variabili in provincia di
Parma e in altre province regionali
Fig. 4-A Fig. 4-B
Nota: il valore della media regionale è rappresentato dalla linea rossa.
PARMA economica
focus ECONOMIA
21
variazione del margine lordo di secon-
do livello in pianura e collina è prossima
l'11%, mentre nel caso della montagna il
valore subisce una contrazione nettamen-
te superiore, che giunge alla preoccupante
percentuale del 38,9%. In complesso il ri-
assetto imposto dalla normativa potrebbe
incidere in modo negativo sull’intero com-
parto agricolo provinciale.
4)	 Le variazioni degli indicatori
economici per fasce produttive. Nella
tab. 2 sono riportati i dati riclassificati per
specializzazione produttiva e fasce altime-
triche. Variazioni negative della produzio-
ne lorda vendibile si registrano in tutti i
settori, e in particolar modo nel comparto
zootecnico per tutte le fasce altimetriche.
Per quanto concerne i costi variabili si os-
serva come questi tendano ad adattarsi ai
nuovi livelli produttivi assecondando le
contrazioni della Plv, ad esclusione però
del settore zootecnico della fascia altime-
trica montana che appare in forti difficoltà
e per il quale si rileva una differenza tra
Plv e costi variabili che supera il 10% (Plv
-24,4% e Ctv -14,1%). Le differenze tra
le variazioni di Plv e Ctv si riflettono nei
valori del margine lordo di primo livello
che appare restringersi per tutti i casi in
esame. Per quanto concerne gli aiuti diret-
ti si osserva come la nuova distribuzione
incida in modo differente nei vari settori e
nelle fasce altimetriche, portando i valori
del Margine Lordo di 2° livello (calcolati
considerando la somma del ML di 1° Li-
vello ed i pagamenti a condizioni di cri-
ticità più o meno elevata) a condizioni di
criticità più o meno elevata.
5)	 La provincia di Parma nel con-
testo regionale. Uno spunto di riflessione
particolarmente interessante fornito dallo
studio consiste nell’analisi delle variazioni
delle componenti economiche in ogni sin-
gola provincia della regione Emilia-Ro-
magna, con dettaglio di disaggregazione
per fasce altimetriche. Nelle aree montane
di Parma, Reggio-Emilia, Modena e Bo-
logna la produzione lorda vendibile (fig.
4A) si riduce in modo molto consisten-
te, con variazioni che oscillano su valori
del -15% e -25%. In particolare il valore
evidenziato da Parma montagna è di ben
-22,88%. Anche nelle rispettive aree col-
linari provinciali (a esclusione di Bologna)
le contrazioni sono particolarmente mar-
cate con valori tra il -15% ed il -20% circa,
mentre il valore specifico per Parma è del
-14,59%.
Nella seconda parte del grafico (fig. 4B)
sono riportate le variazioni dei costi tota-
li variabili che rappresentano la seconda
“faccia della medaglia”: difatti se queste
contrazioni seguissero in maniera propor-
zionale (o più che proporzionale) la ridu-
zione della Plv, l’azienda sarebbe in grado
di attuare strategie adattive in grado di as-
secondare le dinamiche di mercato, bilan-
ciando perfettamente livelli di produzione
e costi sostenuti.
Una rigidità strutturale maggiore, che
tipicamente caratterizza le aziende alta-
mente specializzate, e una collocazione
Fig. 4 C/D - Raffronto delle variazioni del margine lordo di I e II livello in Provincia di Parma e in altre
province regionali
Fig. 4-C Fig. 4-D
Nota: il valore della media regionale è rappresentato dalla linea rossa.
22 PARMA economica
focus economia
territoriale in cui è difficile effettuare una
vera diversificazione economica degli in-
vestimenti, causano alle aziende collocate
nelle aree territoriali di montagna e collina
una forte difficoltà nel riallineamento dei
costi variabili.
Questo fenomeno si osserva in particolar
modo per le aziende di Parma e Modena
montagna, che riescono a contenere i co-
sti totali variabili solo dell’11,16% e del
12,93% rispettivamente. Il differenziale tra
produzione lorda vendibile e costi totali
variabili si riassume nelle dinamiche evi-
denziate dal margine lordo di primo livello
(fig. 4C) che viene a ridimensionarsi mag-
giormente proprio nelle aree montane pre-
cedentemente menzionate: Parma -45%;
Reggio-Emilia -25%; Modena -30%. Infi-
ne, le variazioni del margine lordo di secon-
do livello, tenendo conto della componente
degli aiuti diretti, appaiono “ammorbidite”:
pur presentando diminuzioni più contenu-
te nelle aree montane e collinari (in con-
siderazione dell’effetto redistributivo degli
aiuti sul territorio) si conferma una pena-
lizzazione maggiore per le aree montane di
Parma (-33,4%), Reggio-Emilia (-21,1%) e
Modena (-23,4%), con valori che appaiono
nettamente superiori alla media regionale
(-11,9%).
La nuova struttura del “primo pilastro” della
Pac prevede l’attivazione obbligatoria di al-
cuni regimi di aiuto, mentre altri sono attiva-
bili a discrezione dello Stato membro. Nello
studio in esame, gli importi utilizzati sono cal-
colati considerando attivi tutti i regimi, obbli-
gatori e non.
Il primo pilastro si compone quindi di una
quota definita “pagamento di base” (con va-
lore stimato al 48% delle risorse disponibili)
che andrà a sostituire l’attuale premio unico
aziendale. La seconda componente inve-
ce è quella relative alle misure di greening
(o inverdimento) che intendono sostenere e
incentivare un’agricoltura più sostenibile ero-
gando un pagamento (30%) per le pratiche
agricole benefiche per il clima e l’ambiente.
La terza componente obbligatoria riguarda
l’assegnazione del 2% delle risorse a giova-
ni agricoltori che hanno un’età inferiore a 40
anni con lo scopo di incentivare il ricambio
generazionale in agricoltura.
Le componenti facoltative riguardano invece
la possibilità di erogare degli aiuti specifici
per le aree svantaggiate, e la possibilità di
erogare degli aiuti accoppiati a produzioni
che presentino una particolare rilevanza a li-
vello locale e per le quali sarà effettivamente
necessario agire con un supporto accoppia-
to. Infine per i piccoli agricoltori (coloro che
possono ricevere un ammontare che corri-
sponda al pagamento di base medio per et-
taro moltiplicato per un numero massimo di
3 Ha o pari al 15% del pagamento di base
medio per beneficiario) è previsto un regime
forfetario semplificato.
Fonte: proposta di regolamento dei pagamenti diretti COM UE, Reg. 625 (COM 2011). Ipotesi con
incidenza percentuale degli aiuti su studio Inea.
Il “primo pilastro” e i regimi di aiuto
PARMA economica
focus ECONOMIA
23
Conclusioni e implicazioni territoriali
I risultati elaborati dal modello, nell’ipo-
tesi di mantenere i prezzi costanti, eviden-
ziano come l’introduzione delle pratiche
di greening abbinate alla nuova distri-
buzione dei pagamenti di base porterà a
consistenti riduzioni in termini di Plv e
di reddito aziendale. La componente di
greening genererà non solo una contrazio-
ne delle superfici a coltura, ma anche una
vera e propria riallocazione di superfici e
risorse verso processi più efficienti (tra cui
il pomodoro). Allo stesso tempo la regio-
nalizzazione, estendendo le superfici am-
missibili a quasi tutta la Sau, e prevedendo
un importo di pagamento unico a livello
regionale, porterà, assieme alla riduzione
degli stanziamenti complessivi, alla di-
minuzione degli aiuti medi per ettaro per
le aree storicamente destinatarie di aiuti
maggiori (pianura in primis) favorendo in-
vece le aree montane.
In ogni caso, il bilancio complessivo a li-
vello provinciale appare particolarmente
preoccupante proprio per le aree mon-
tane, dato che l’impatto stimato ipotizza
che sarà l’allevamento da latte il proces-
so maggiormente colpito. È importan-
te sottolineare però che in questa fase di
analisi l’attenzione dovrà essere
focalizzata maggiormente sulle
debolezze strutturali-territoriali,
e non tanto sulla misurazione
meramente numerica, in ragione
del fatto che, come precedente-
mente esposto, il presente lavoro
si basa su quanto indicato nella
bozza di regolamento, e non sul
testo definitivo. Ad oggi, difatti,
non è ancora chiaro quali saran-
no i vincoli che la futura normativa andrà
a implementare sul fronte del greening:
la Commissione europea ha formulato la
proposta di un greening più rigido e vinco-
listico, mentre il Parlamento Europeo ha
rivoluzionato la proposta della Commis-
sione proponendo un greening molto più
leggero e ammorbidito, sia in termini di
vincoli che di accesso al diritto all’aiuto.
Infine, il Consiglio ha assunto una posi-
zione intermedia.
In conclusione l’attuale dibattito per ora
converge solo sulla quota finanziaria (pari
al 30%) degli aiuti che saranno erogati in
base a questo regime. Alla luce di questa
“incertezza normativa” appare perciò im-
portante porre l’accento sui possibili im-
patti che potrebbero generarsi a livello
provinciale (e regionale) a seguito dell’in-
troduzione della nuova Pac, che nella nuo-
va formulazione risulta certamente meno
garantista nei confronti di agricoltori pre-
senti in specifiche realtà territoriali come
quelle montane: osservando la struttura
del “primo pilastro”, i regimi di pagamento
che dovranno essere obbligatoriamente at-
tivati (pagamento di base, greening e gio-
vani agricoltori – cfr. fig. 1) non prevedono
un aiuto mirato per specifiche aree o per
specifiche produzioni, rimandando al po-
licy maker dello Stato membro la facoltà di
scelta nell’attivare degli aiuti mirati (aree
svantaggiate, aiuti accoppiati per alcune
produzioni di rilevanza locale).
Se quindi la logica adottata dalla nuova
Pac risulta innegabilmente in grado di
adattarsi alle molteplici realtà territoria-
li europee, sarà compito del nostro Paese
prevedere l’attivazione degli appositi stru-
menti “facoltativi” ai quali destinare una
adeguata quota di risorse. L’analisi svolta
ha evidenziato come “il mercato” rappre-
senterà il nuovo driver delle scelte produt-
tive delle imprese, che non potranno più
puntare alla massimizzazione dei sussidi,
ma al risultato di gestione.
La scelta strategica della nuova Pac non
dovrà però prescindere dalla necessità di
tutelare e garantire la sopravvivenza delle
aziende agricole e di interi comparti pro-
duttivi che operano in aree svantaggiate, e
per le quali sarà necessario intervenire con
logiche di sostegno differenti. La scarsa
competitività delle aziende presenti nel-
le aree montane provinciali e regionali è
difatti imputabile in buona parte a fattori
che esulano dall’economicità interna all’a-
zienda stessa, ed è da ricondurre invece a
caratteristiche territoriali di forte svantag-
gio competitivo in cui le aziende si trovano
a operare. Sarà pertanto essenziale che an-
che nel nuovo periodo di programmazio-
ne 2014-2020 vengano attivati e garantiti
aiuti mirati al sostegno delle aree montane
e, nel caso della provincia di Parma, che
si consideri con particolare attenzione un
sostegno alle produzioni lattiero-casearie
presenti in queste aree.
Le superfici e le
risorse saranno
riallocate verso
produzioni più
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L'europa ripensa al settore agricolo

  • 1. 16 PARMA economica focus economia Riforma Pac, il contesto normativo Il dibattito sulla futura Politica Agrico- la Comune (Pac) 2014-2020 avviato nel 2011 sta giungendo alle battute finali: la riforma della Pac, dopo essere stata ap- provata dall’Europarlamento nell’ultima sessione plenaria del 13 marzo scorso (25 ministri dell’Agricoltura su 27 hanno tro- vato una posizione in comune), si avvia a una fase di negoziazione che coinvolge nelle trattativa il Consiglio e la Commis- sione. La speranza è quella di giungere a un accordo politico entro fine giugno così da poter emanare il nuovo testo normativo definitivo. Sul fronte del bilancio europeo (che inclu- de i fondi da destinare all’agricoltura) la situazione invece appare ancora particolarmente incerta dato che l’accordo settennale, nella sua ul- tima proposta, è stato nuovamen- te bocciato, riaprendo le trattative con il Consiglio. In questo con- testo particolarmente fluido, non essendo disponibili nuovi docu- menti ufficiali, il presente lavoro intende fornire una prima valutazione dei possibili impatti che la Pac 2014-2020 po- trebbe generare nei territori della provincia di Parma. L’analisi effettuata si basa sulla proposta di regolamento COM(2011) 625 della Commissione Europea (cfr. riqua- dro), che seppur datata, consente di avere un primo quadro d’insieme delle proposte L'Europa ripensa al settore agricolo La riforma della Pac 2014-2020 sta arrivando: ecco, da una prima valutazione d’impatto1 , alcuni spunti di riflessione sul futuro della nostra agricoltura Roberto Gigante 1 Per la valutazione d’impatto a livello regionale è possibile consultare il report completo realizzato da R. Gigante in collaborazione con il dipartimento di economia dell’Uni- versità degli Studi di Parma (febbraio 2013) presente sul sito della Rete Rurale Nazionale all’indirizzo www. reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB. php/L/IT/IDPagina/10695. La riforma della Pac è stata approvata dal Parlamento europeo e sarà ora vagliata da Consiglio e Commissione
  • 2. PARMA economica focus ECONOMIA 17 di riforma attualmente in discussione: va- lutazioni presentate, pertanto, quindi, non possono essere considerate definitive ed esaustive, ma semplicemente uno spunto di riflessione in grado di evidenziare le dina- miche strutturali, territoriali e settoriali che potrebbero generarsi a seguito dell’intro- duzione dei nuovi meccanismi di politica agricola nel sistema agricolo di Parma. Il modello e le componenti analizzate Per valutare gli impatti della futura Pac è stato utilizzato il modello di programma- zione matematica denominato Agrisp2 (un modello di simulazione di impat- to definito a livello regionale e provinciale) perché in un unico ambiente di risoluzione simula gli effetti delle politiche agricole sulle differenti zone omogenee costituenti le singole regioni amministrative, descrivendo le caratteristiche produttive, strut- turali ed economiche di ogni singola regione agraria. La par- ticolare struttura del modello, affiancata da un elevato dettaglio dei dati disaggre- gati consente di ottenere diverse chiavi di lettura dei risultati: 1) a livello di regione agraria (macro-aree territoriali); 2) in base alle caratteristiche strutturali (le aziende agricole sono suddivise in 7 classi di dimensione per ogni macro- area territoriale); 3) per specializzazione produttiva (orti- cole, seminativi, zootecnia). Il modello si caratterizza per l’utilizzo con- giunto della banca dati europea Rica (Rete di Informazione Contabile Agricola), dalla quale vengono reperite le principali infor- mazioni economiche, e della banca dati dei pagamenti in agricoltura Agrea, dalla quale sono state estratte le informazioni relative all’uso del suolo e gli aiuti erogati. La com- binazione delle due banche dati permette di ottenere una perfetta rappresentatività del territorio oggetto di analisi, che nel caso in esame noi è la provincia di Parma. Fig. 1 – Variazioni delle superfici, provincia di Parma Fonte: elaborazioni dell’autore utilizzando il modello Agrisp 2 F. Arfini, M. Donati, M. Zuppiroli (2005), Agrisp: un modello di simula- zione regionale per valutare gli effetti per l’Italia delle modifiche delle politiche agricole, in G. Anania, La riforma delle politiche agricole dell’UE ed il negoziato WTO, Milano, Franco Angeli. Tra le principali novità della riforma si trova il greening, un aiuto che sarà erogato a fini ambientalistici
  • 3. 18 PARMA economica focus economia Come anticipato, le componenti della fu- tura Pac utilizzate nell’analisi si basano sul testo del Regolamento COM(2011) 625 della Commissione Europea, e includono le tre principali novità che saranno intro- dotte dalla riforma. 1) Il greening, che costituisce la quota di aiuti che verranno erogati a fini am- bientali, presenta i seguenti vincoli: l’implementazione di tre differenti col- ture sulle superfici a seminativo supe- riori a 3 ettari, ove nessuna di queste può coprire meno del 5% e più del 70% della superficie; l’obbligo di destinazio- ne ad aree ecologiche, cioè per scopi di natura ambientale e paesaggistica, del 7% della superficie ammissibile agli aiuti; il mantenimento dei prati perma- nenti presenti in azienda. La quota dei pagamenti per il greening costituirà il 30% degli aiuti diretti al reddito e, nel caso in cui non vengano adempiuti i relativi obblighi, sono previste sanzio- ni che possono portare fino alla revoca totale di tutti gli aiuti. Tale condizione rende il greening un adempimento ob- bligatorio al fine di ottenere l’erogazio- ne del premio di base, vale a dire quella parte degli aiuti diretti legata a ciascun ettaro di superficie agricola utilizzata (Sau) posseduta. 2) I pagamenti regionalizzati che saranno introdotti con la nuova programmazio- ne prevedono il passaggio a un nuovo criterio di assegnazione degli aiuti che non è più in funzione di quanto stori- camente maturato (l’attuale regime di pagamento unico) ma si basa sull’ero- gazione di un importo uguale a livello regionale (o di zone agrarie3 ) conces- so in modo forfetario a tutti gli agri- coltori in base agli ettari di superficie agricola posseduta. Il valore degli aiuti per ettaro applicati nel modello è quel- lo elaborato dall’Istituto Nazionale di Economia Agraria che ha quantifica- to4 per la regione Emilia-Romagna un pagamento di base regionalizzato pari a 148,4 euro/Ha, mentre per la com- ponente greening il valore stimato è di 89,4 euro/Ha. 3) Il meccanismo di degressività. Il tota- le degli aiuti viene ridotto in base al meccanismo di degressività, che pre- vede riduzioni progressive dei paga- menti alle aziende secondo specifici scaglioni: -20% per gli aiuti compre- si tra 150.000 e 200.000 euro, -40% per quelli tra 200.000 e 250.000 euro, -70% la parte di aiuti compre- sa tra 250.000 e 300.000 euro e, infi- ne, -100% per la le somme eccedenti 300.000 euro. Per la lettura dei risultati si fa riferimento a due scenari: il baseline, che rappresenta lo scenario di riferimento, e cioè quello che rispecchia la situazione produttiva osser- vata e che servirà da raffronto per valutare gli scostamenti in seguito alla stima degli effetti della nuova politica agricola; lo sce- nario green, che invece considera i nuovi meccanismi della Pac precedentemente esposti. I risultati dell’analisi 1) Come cambieranno le superifici coltivate. Il confronto tra gli scenari base- line e green evidenzia come le prescrizioni imposte dalle pratiche di “inverdimento” comportino nella provincia di Parma una riduzione delle superfici investite pari a circa 3.200 ettari per la pianura, 2.100 per la collina e 1.200 per la montagna, per un totale a livello provinciale di 6.621 ettari complessivi. L’incidenza delle riduzioni per le singole colture appare differen- ziata in quanto l’imprenditore, davanti al vincolo di introdurre la superficie a greening, cerca di scegliere le colture più profittevoli tenuto conto dei costi e dei prez- zi dati (fig. 1), sacrificando quelle meno redditizie. Da un’analisi dettagliata dei valori elaborati dal modello si registrano (in termini di variazioni asso- lute) delle contrazioni abbastanza con- tenute per quasi tutte le colture: solo in alcuni casi specifici (frumento, mais e altri cereali) nelle aree collinari e mon- tane si registra un effettivo incremento. Sostanzialmente, a catalizzare gran par- te della riduzione in tutte le fasce alti- metriche sono le superfici destinate alle foraggere: in pianura passano da 27.707 ettari a 25.281 ettari (-8,76%); in collina 30.654 ettari a 26.395 ettari (-13,9%); e in montagna da 10.889 a circa 7.900 etta- ri (-27,42%). Complessivamente la ridu- zione delle superfici a foraggere nella sola provincia di Parma risulta particolarmen- te consistente, circa 10.000 ettari, valore Gli impegni “verdi” a Parma potrebbero comportare la riduzione delle superfici foraggere di circa 100.000 ettari 3 Attualmente non è ancora stato deciso quale criterio verrà adottato in via definitiva per l’applicazione della regionalizzazione 4 Dati reperibili sul sito www.rica. inea.it/PAC_2014_2020
  • 4. PARMA economica focus ECONOMIA 19 particolarmente significativo, un terzo della contrazione complessiva stimata a livello regionale pari a 30.000 Ha. La diminuzione delle superfici a foraggere a fronte di un incremento delle superfici cerealicole è dovuta a un duplice fattore: il costante aumento (soprattutto in questi ultimi anni) della convenienza economica dei cereali, mentre per le foraggere si regi- stra una scarsa redditività per la quota di produzione destinata al mercato. Le foraggere, infatti, se non legate all’attività zootecnica rappresentano un processo che, soprattutto nelle aree montane, precede l’abbandono, rendendole al contempo la coltura principale da destinare al raggiungimento del 7% di superficie che il gree- ning richiede venga riservato a pratiche ambientali. Nel caso in cui in- vece tali superfici siano destinate all’al- levamento bisogna considerare che pro- prio nelle aree montane i maggiori costi di questa attività la rendono scarsamen- te competitiva, pertanto anche in questo caso è giustificabile la scelta di destinare queste superfici all’adempimento del vin- colo di greening del 7%. 2) L’incidenza della nuova Pac sul- la produzione lattiero/casearia. È faci- le intuire che le dinamiche sopra esposte risultano direttamente connesse al settore zootecnico che appare quello maggior- mente colpito dalle nuove misure della Pac a livello regionale, ma soprattutto a livel- lo provinciale: per la provincia di Parma la consistenza dei capi bovini passerebbe da 76.376 unità a 64.434 unità, gene- rando una riduzione pari a 11.942 capi, (-15,64%). A livello di fasce altimetriche la situazione appare però particolarmen- te eterogenea: in pianura la contrazione si aggira attorno al 9%, in collina al 21% e in montagna quasi raggiunge il 31%. A soffrire del processo di riforma saran- no soprattutto le piccole e medie aziende agricole collocate nelle aree montane che, seppur avvantaggiate dalla nuova distribu- zione degli aiuti diretti, sono quelle su cui grava maggiormente la scarsa competitivi- tà dell’allevamento da latte, affiancata da una scarsa possibilità di attivare altri pro- cessi produttivi. 3) I risultati economici. Nella ta- bella 1 sono riportate le variazioni del- le componenti economiche dell’attività agricola per ettaro a livello provinciale Tab. 1 – Variazioni degli indicatori economici, provincia di Parma Pianura Collina Montagna Valori in €/Ha Baseline Green Var % Baseline Green Var % Baseline Green Var % Plv 4.086 3.821 -6,5% 3.692 3.121 -15,5% 2.809 2.051 -27,0% Costi var. tot. 2.981 2.771 -7,0% 2.664 2.205 -17,2% 1.785 1.559 -12,6% Ml 1° livello 1.105 1.050 -5,0% 1.028 916 -11,0% 1.024 492 -52,0% Pagamenti 351 238 -32,2% 256 238 -7,3% 163 238 46,1% Ml 2° livello 1.456 1.288 -11,6% 1.285 1.153 -10,2% 1.187 729 -38,6% Fonte: elaborazioni dell’autore utilizzando il modello Agrisp. Legenda: Plv = produzione lorda vendibile; Ml 1°livello = mar- gine lordo di 1° livello; Ml 2° livello = margine lordo di 2° livello. Fig. 2 – Variazioni del livello di aiuti, provincia di Parma e raffronto media Emilia-Romagna Fonte: elaborazioni dell’autore utilizzando il modello Agrisp Il comparto più colpito dalla nuova Pac sarà quello zootecnico, soprattutto nelle zone di collina e montagna
  • 5. 20 PARMA economica focus economia per fascia altimetrica. La produzione lor- da vendibile (Plv), che si riduce a causa delle dismissioni di parte delle superfici e delle altre pratiche imposte dal greening, presenta dei valori molto differenziati per fasce altimetriche: pianura -6,5%; collina -15,5%; montagna -27%. Rispetto alle ri- duzioni stimate a livello regionale (pianura –5,2%; collina –10,8%; montagna –20,5%) l’area della provincia di Parma appare quella maggiormente colpita nelle fasce altimetriche collinari e montane. La riduzione dei costi variabili operata dalle aziende per far fronte agli aggiusta- menti delle pratiche di greening appare più che proporzionale rispetto alla contrazione della Plv per le fasce altimetriche di pianu- ra e collina (-7% pianura; -17,2% collina), mentre in montagna la rigidità strutturale e la ridotta possibilità di diversificazione delle attività economiche non consentono alle aziende di effettuare una congrua ri- duzione dei costi in grado di compensare le perdite in Plv: si registra, infatti, una riduzione dei costi variabili di appena il 12,6%. Una chiara indicazione del grado di efficienza aziendale è rappresentata dal valore del margine lordo di primo livello (calcolato sottraendo i costi variabili dalla Plv) che presenta valori molto preoccu- panti per le aziende presenti nella fascia montana, dove a livello provinciale sono presenti gran parte delle aziende zootec- niche di dimensioni medio-piccole. Se si considera, poi, la variazione legata ai paga- menti totali in base alla regionalizzazione (fig. 3), che prevedono un importo unico a livello regionale, la nuova ripartizione degli aiuti in pianura e collina comporta una contrazione degli stessi, che incide negativamente su quello che potremmo chiamare margine lordo di secondo livel- lo (comprensivo degli aiuti). Nelle aree di montagna, invece, la nuova distribuzione dei pagamenti rappresenta un vantaggio (+46,1%), dato che in queste aree, oggi, gli aiuti medi per ettaro sono di gran lun- ga inferiori (in media 163 euro/ha). La Tab. 2 – Variazioni degli indicatori economici, provincia di Parma Orticole Seminativi Zootecnia P C M P C M P C M Plv -5,1% -8,6% 0,1% -3,6% -5,0% -15,2% -6,9% -16,9% -24,4% Costi var. tot -5,0% -10,6% 0,1% -3,5% -5,3% 16,9% -7,6% -18,4% -14,1% Ml 1° livello -5,4% -5,2% 0,1% -3,7% -4,6% -33,5% -4,9% -12,2% -47,4% Pagamenti -59,3% -60,9% 62,8% -15,2% 37,1% 121,8% -44,0% -28,4% 12,8% Ml 2° livello -23,3% -23,5% 10,2% -6,8% 5,1% -11,4% -13,4% -15,2% -39,3% Legenda: P = pianura; C = collina; M = montagna. Fig. 4 A/B - Raffronto delle variazioni di produzione lorda vendibile e costi totali variabili in provincia di Parma e in altre province regionali Fig. 4-A Fig. 4-B Nota: il valore della media regionale è rappresentato dalla linea rossa.
  • 6. PARMA economica focus ECONOMIA 21 variazione del margine lordo di secon- do livello in pianura e collina è prossima l'11%, mentre nel caso della montagna il valore subisce una contrazione nettamen- te superiore, che giunge alla preoccupante percentuale del 38,9%. In complesso il ri- assetto imposto dalla normativa potrebbe incidere in modo negativo sull’intero com- parto agricolo provinciale. 4) Le variazioni degli indicatori economici per fasce produttive. Nella tab. 2 sono riportati i dati riclassificati per specializzazione produttiva e fasce altime- triche. Variazioni negative della produzio- ne lorda vendibile si registrano in tutti i settori, e in particolar modo nel comparto zootecnico per tutte le fasce altimetriche. Per quanto concerne i costi variabili si os- serva come questi tendano ad adattarsi ai nuovi livelli produttivi assecondando le contrazioni della Plv, ad esclusione però del settore zootecnico della fascia altime- trica montana che appare in forti difficoltà e per il quale si rileva una differenza tra Plv e costi variabili che supera il 10% (Plv -24,4% e Ctv -14,1%). Le differenze tra le variazioni di Plv e Ctv si riflettono nei valori del margine lordo di primo livello che appare restringersi per tutti i casi in esame. Per quanto concerne gli aiuti diret- ti si osserva come la nuova distribuzione incida in modo differente nei vari settori e nelle fasce altimetriche, portando i valori del Margine Lordo di 2° livello (calcolati considerando la somma del ML di 1° Li- vello ed i pagamenti a condizioni di cri- ticità più o meno elevata) a condizioni di criticità più o meno elevata. 5) La provincia di Parma nel con- testo regionale. Uno spunto di riflessione particolarmente interessante fornito dallo studio consiste nell’analisi delle variazioni delle componenti economiche in ogni sin- gola provincia della regione Emilia-Ro- magna, con dettaglio di disaggregazione per fasce altimetriche. Nelle aree montane di Parma, Reggio-Emilia, Modena e Bo- logna la produzione lorda vendibile (fig. 4A) si riduce in modo molto consisten- te, con variazioni che oscillano su valori del -15% e -25%. In particolare il valore evidenziato da Parma montagna è di ben -22,88%. Anche nelle rispettive aree col- linari provinciali (a esclusione di Bologna) le contrazioni sono particolarmente mar- cate con valori tra il -15% ed il -20% circa, mentre il valore specifico per Parma è del -14,59%. Nella seconda parte del grafico (fig. 4B) sono riportate le variazioni dei costi tota- li variabili che rappresentano la seconda “faccia della medaglia”: difatti se queste contrazioni seguissero in maniera propor- zionale (o più che proporzionale) la ridu- zione della Plv, l’azienda sarebbe in grado di attuare strategie adattive in grado di as- secondare le dinamiche di mercato, bilan- ciando perfettamente livelli di produzione e costi sostenuti. Una rigidità strutturale maggiore, che tipicamente caratterizza le aziende alta- mente specializzate, e una collocazione Fig. 4 C/D - Raffronto delle variazioni del margine lordo di I e II livello in Provincia di Parma e in altre province regionali Fig. 4-C Fig. 4-D Nota: il valore della media regionale è rappresentato dalla linea rossa.
  • 7. 22 PARMA economica focus economia territoriale in cui è difficile effettuare una vera diversificazione economica degli in- vestimenti, causano alle aziende collocate nelle aree territoriali di montagna e collina una forte difficoltà nel riallineamento dei costi variabili. Questo fenomeno si osserva in particolar modo per le aziende di Parma e Modena montagna, che riescono a contenere i co- sti totali variabili solo dell’11,16% e del 12,93% rispettivamente. Il differenziale tra produzione lorda vendibile e costi totali variabili si riassume nelle dinamiche evi- denziate dal margine lordo di primo livello (fig. 4C) che viene a ridimensionarsi mag- giormente proprio nelle aree montane pre- cedentemente menzionate: Parma -45%; Reggio-Emilia -25%; Modena -30%. Infi- ne, le variazioni del margine lordo di secon- do livello, tenendo conto della componente degli aiuti diretti, appaiono “ammorbidite”: pur presentando diminuzioni più contenu- te nelle aree montane e collinari (in con- siderazione dell’effetto redistributivo degli aiuti sul territorio) si conferma una pena- lizzazione maggiore per le aree montane di Parma (-33,4%), Reggio-Emilia (-21,1%) e Modena (-23,4%), con valori che appaiono nettamente superiori alla media regionale (-11,9%). La nuova struttura del “primo pilastro” della Pac prevede l’attivazione obbligatoria di al- cuni regimi di aiuto, mentre altri sono attiva- bili a discrezione dello Stato membro. Nello studio in esame, gli importi utilizzati sono cal- colati considerando attivi tutti i regimi, obbli- gatori e non. Il primo pilastro si compone quindi di una quota definita “pagamento di base” (con va- lore stimato al 48% delle risorse disponibili) che andrà a sostituire l’attuale premio unico aziendale. La seconda componente inve- ce è quella relative alle misure di greening (o inverdimento) che intendono sostenere e incentivare un’agricoltura più sostenibile ero- gando un pagamento (30%) per le pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente. La terza componente obbligatoria riguarda l’assegnazione del 2% delle risorse a giova- ni agricoltori che hanno un’età inferiore a 40 anni con lo scopo di incentivare il ricambio generazionale in agricoltura. Le componenti facoltative riguardano invece la possibilità di erogare degli aiuti specifici per le aree svantaggiate, e la possibilità di erogare degli aiuti accoppiati a produzioni che presentino una particolare rilevanza a li- vello locale e per le quali sarà effettivamente necessario agire con un supporto accoppia- to. Infine per i piccoli agricoltori (coloro che possono ricevere un ammontare che corri- sponda al pagamento di base medio per et- taro moltiplicato per un numero massimo di 3 Ha o pari al 15% del pagamento di base medio per beneficiario) è previsto un regime forfetario semplificato. Fonte: proposta di regolamento dei pagamenti diretti COM UE, Reg. 625 (COM 2011). Ipotesi con incidenza percentuale degli aiuti su studio Inea. Il “primo pilastro” e i regimi di aiuto
  • 8. PARMA economica focus ECONOMIA 23 Conclusioni e implicazioni territoriali I risultati elaborati dal modello, nell’ipo- tesi di mantenere i prezzi costanti, eviden- ziano come l’introduzione delle pratiche di greening abbinate alla nuova distri- buzione dei pagamenti di base porterà a consistenti riduzioni in termini di Plv e di reddito aziendale. La componente di greening genererà non solo una contrazio- ne delle superfici a coltura, ma anche una vera e propria riallocazione di superfici e risorse verso processi più efficienti (tra cui il pomodoro). Allo stesso tempo la regio- nalizzazione, estendendo le superfici am- missibili a quasi tutta la Sau, e prevedendo un importo di pagamento unico a livello regionale, porterà, assieme alla riduzione degli stanziamenti complessivi, alla di- minuzione degli aiuti medi per ettaro per le aree storicamente destinatarie di aiuti maggiori (pianura in primis) favorendo in- vece le aree montane. In ogni caso, il bilancio complessivo a li- vello provinciale appare particolarmente preoccupante proprio per le aree mon- tane, dato che l’impatto stimato ipotizza che sarà l’allevamento da latte il proces- so maggiormente colpito. È importan- te sottolineare però che in questa fase di analisi l’attenzione dovrà essere focalizzata maggiormente sulle debolezze strutturali-territoriali, e non tanto sulla misurazione meramente numerica, in ragione del fatto che, come precedente- mente esposto, il presente lavoro si basa su quanto indicato nella bozza di regolamento, e non sul testo definitivo. Ad oggi, difatti, non è ancora chiaro quali saran- no i vincoli che la futura normativa andrà a implementare sul fronte del greening: la Commissione europea ha formulato la proposta di un greening più rigido e vinco- listico, mentre il Parlamento Europeo ha rivoluzionato la proposta della Commis- sione proponendo un greening molto più leggero e ammorbidito, sia in termini di vincoli che di accesso al diritto all’aiuto. Infine, il Consiglio ha assunto una posi- zione intermedia. In conclusione l’attuale dibattito per ora converge solo sulla quota finanziaria (pari al 30%) degli aiuti che saranno erogati in base a questo regime. Alla luce di questa “incertezza normativa” appare perciò im- portante porre l’accento sui possibili im- patti che potrebbero generarsi a livello provinciale (e regionale) a seguito dell’in- troduzione della nuova Pac, che nella nuo- va formulazione risulta certamente meno garantista nei confronti di agricoltori pre- senti in specifiche realtà territoriali come quelle montane: osservando la struttura del “primo pilastro”, i regimi di pagamento che dovranno essere obbligatoriamente at- tivati (pagamento di base, greening e gio- vani agricoltori – cfr. fig. 1) non prevedono un aiuto mirato per specifiche aree o per specifiche produzioni, rimandando al po- licy maker dello Stato membro la facoltà di scelta nell’attivare degli aiuti mirati (aree svantaggiate, aiuti accoppiati per alcune produzioni di rilevanza locale). Se quindi la logica adottata dalla nuova Pac risulta innegabilmente in grado di adattarsi alle molteplici realtà territoria- li europee, sarà compito del nostro Paese prevedere l’attivazione degli appositi stru- menti “facoltativi” ai quali destinare una adeguata quota di risorse. L’analisi svolta ha evidenziato come “il mercato” rappre- senterà il nuovo driver delle scelte produt- tive delle imprese, che non potranno più puntare alla massimizzazione dei sussidi, ma al risultato di gestione. La scelta strategica della nuova Pac non dovrà però prescindere dalla necessità di tutelare e garantire la sopravvivenza delle aziende agricole e di interi comparti pro- duttivi che operano in aree svantaggiate, e per le quali sarà necessario intervenire con logiche di sostegno differenti. La scarsa competitività delle aziende presenti nel- le aree montane provinciali e regionali è difatti imputabile in buona parte a fattori che esulano dall’economicità interna all’a- zienda stessa, ed è da ricondurre invece a caratteristiche territoriali di forte svantag- gio competitivo in cui le aziende si trovano a operare. Sarà pertanto essenziale che an- che nel nuovo periodo di programmazio- ne 2014-2020 vengano attivati e garantiti aiuti mirati al sostegno delle aree montane e, nel caso della provincia di Parma, che si consideri con particolare attenzione un sostegno alle produzioni lattiero-casearie presenti in queste aree. Le superfici e le risorse saranno riallocate verso produzioni più remunerative, come il pomodoro