1. INVESTIAMO NEL VOSTRO FUTURO
Sistemi e Materiali innovativi per la conservazione
del patrimonio Archeologico in Siti Sommersi
LEGNO 4
SIMPASS
STORIA DEI MATERIALI
Prof.ssa Philomène Gattuso
2. Nel mondo orientale, soprattutto in Cina e in Giappone, l'architettura lignea tradizionale è
tuttora diffusa accanto a quella di tipo moderno.
Architettura tradizionale giapponese
Le caratteristiche dell'architettura tradizionale giapponese si possono vedere tutte visitando
qualunque tempio: austerità e metodi della costruzione, materiali leggeri e porosi, pareti
interne ed esterne molto sottili.
Gli occidentali, infatti, nel corso dei secoli hanno tradizionalmente scelto la pietra, forte e
resistente, per sopraffare la natura producendo strutture monumentali e torreggianti, mentre i
giapponesi volendo essere più in armonia con la natura, hanno scelto come materiale
predominante il legno.
Inoltre, mentre l'architettura occidentale spesso è stata caratterizzata da guglie e alte proiezioni
verticali mirate a mostrare la potenza di Dio, e dell'uomo, sulla natura, i templi e santuari del
Giappone di solito hanno una struttura orizzontale e spesso sono relativamente piccoli e
nascosti da alberi e altre componenti naturali.
Il Giappone è la patria del design minimalista. Mentre architetti occidentali hanno
tradizionalmente cercato di rendere i loro edifici interessanti con l'aggiunta di decorazioni
accessorie, organizzando moduli di diverse altezze, gli architetti giapponesi si sono impegnati a
rendere le loro strutture sublimi e misteriose cercando l'essenziale semplicità su un piano
orizzontale.
3. I carpentieri giapponesi
tradizionalmente hanno lavorato
maggiormente sulle parti esterne dei
loro edifici, mentre gli occidentali si
sono preoccupati di più degli arredi
interni. Infatti i luoghi di culto e le case
giapponesi tradizionalmente hanno
pochi mobili.
Prima che gli utensili elettrici azionati a
mano fossero introdotti nel paese, nel
1943, la cassetta degli attrezzi del
falegname giapponese conteneva 179
oggetti, per lo più strumenti di
lavorazione del legno.
I carpentieri giapponesi e asiatici
lavorano sulla parte esterna delle
strutture salendo su pali piuttosto che
utilizzando ponteggi di tipo
occidentale.
4. Falegnami e architetti giapponesi utilizzano le loro competenze non per decorare la superficie
del legno, ma piuttosto per massimizzare l'effetto delle superfici disadorne.
Le variazioni sono realizzate con legni diversi e finiture.
Nelle falegnamerie giapponesi i pezzi di legno non sono accatastati in pile grandi, come nei
depositi occidentali, ma sono organizzate per colore e grana.
Gli accostamenti dei vari tipi di legno sono spesso gli stessi che si trovano in natura.
Non ci sono libri che insegnino la carpenteria, le abilità sono tramandate solo attraverso il
sistema dell'apprendistato.
Architettura giapponese, legno, terremoti
e fuoco
Solitamente si pensa che uno dei motivi
principali per cui il legno era dominante
nell'architettura giapponese rispetto alla
pietra è che le strutture in legno erano
meno vulnerabili ai terremoti.
Ma non è sempre così: anche strutture in
legno sono state spesso distrutte dai
terremoti, inoltre sono più vulnerabili al
fuoco e ai tifoni rispetto agli edifici in
pietra.
La pietra utilizzata nei castelli di Osaka,
Nagoya e in altri luoghi per respingere la
minaccia delle armi da fuoco europea,
spesso ha resistito a terremoti meglio di
templi e santuari di legno.
5. Per fornire una spiegazione migliore sul predominio del legno, Edward Morse nel 1885 ha
scritto: "La casa giapponese risponde mirabilmente alle esigenze della gente. Un edificio a prova
di fuoco è sicuramente oltre i mezzi della maggioranza delle persone, come in effetti è anche per
noi, così non avendo la possibilità di costruire una dimora, per necessità costruiscono una casa la
cui stessa struttura consente di essere rapidamente demolita nel percorso di un incendio e poi
facilmente ricostruita“.
"Tegole, pareti mobili e anche i soffitti possono essere rapidamente smontati e portati via" ha
scritto Morse. "La copertura è rapidamente spogliata di tegole e tavole, e la struttura rimanente
è di lenta combustione per le fiamme. Gli sforzi dei vigili del fuoco, nel contrastare il progredire di
un incendio, consistono principalmente nell'abbattere queste strutture regolabili e in tal senso è
interessante registrare il fatto curioso che spesso i getti d'acqua non sono rivolti sulle fiamme,
ma sugli uomini impegnati a smontare l'edificio!”
L'utilizzo di materiali leggeri era, quindi, in parte la risposta alla frequenza dei terremoti, in parte
dovuta agli incendi e in parte dovuta alla traduzione dell'insegnamento Buddhista secondo cui
ogni cosa ha una natura effimera, transitoria, caduca (questa filosofia tuttavia non si concretizza
nell'architettura di paesi come India, Cina e Corea, i tre paesi da cui il Buddhismo è arrivato in
Giappone, fatto questo che dimostra che i giapponesi sono sempre stati in grado di arricchire le
varie influenze con elementi distintivi propri).
6. Gojunoto è una pagoda antisismica eretta nel
1407 a Nara.
I cinque piani oscillano in fase opposte quando
ci sono scosse di terremoto, impedendo alla
struttura di spezzarsi.
Le stesse tecniche sono utilizzate in edifici
moderni.
La pagoda Yasaka a Kyoto è sopravvissuta a più
di cinque secoli di terremoti.
Durante un tremore l'intero edificio oscilla e
ogni sezione si muove intorno ad una colonna
indipendente di ancoraggio centrale.
Gli scienziati stanno studiando questa pagoda
per poter rendere più sicure le moderne
costruzioni antisismiche.
7. Architettura giapponese e Meteorologia
Le case tradizionali sono state costruite più per contrastare il calore estivo piuttosto che il freddo
invernale, partendo dal presupposto che i residenti potevano combattere il freddo coprendosi
maggiormente. Quindi sono state costruite con materiali leggeri, legno, bambù, paglia e carta
che forniscono poco isolamento ma che permettono alle brezze di entrare, favorendo la
circolazione dell'aria e la dissipazione del calore. Nei vecchi tempi alcune case, in inverno, erano
così fredde che i bambini andavano fuori a giocare per riscaldarsi.
Alcuni edifici giapponesi sono stati costruiti per
rispondere alle mutevoli condizioni
atmosferiche. Il Tempio Shosoin (a destra), ad
esempio, archivio del tesoro imperiali a Nara,
ha un tetto costituito da travi triangolari che si
espandono durante la pioggia per proteggere
l'interno dalla pioggia e si contraggono con il
caldo secco per favorire la ventilazione.
Case e tetti molto sporgenti offrono protezione dalle forti piogge monsoniche. Durante la calda
e umida estate giapponese, la gente ama mantenere la calma, creando l'illusione di freschezza
con il suono dell'acqua corrente e del vento con campanelli che suonano alla minima brezza.
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9. Sviluppo dell'Architettura in legno
Le costruzione in pietra non mancano: sono state infatti utilizzate sofisticate tecniche per
costruire soprattutto ponti e tombe. Ma nonostante questo, non è rimasto un solo esempio di
antico edificio di pietra.
"Lo sviluppo precoce della metallurgia giapponese può aiutarci a comprendere il loro uso
precoce di legno" scrive Boorstin. La pietra può essere lavorata con la pietra, mentre la
lavorazione del legno e delle costruzioni in legno richiede strumenti di ferro. Attrezzi di ferro,
basati su prototipi portati dal continente asiatico, erano già ampiamente in uso quando
l'architettura giapponese cominciò nell'era primitiva Yayoi (300 aC - 300 dC).
Un'altra componente importante è stata l'abbondanza di alberi di cipresso, un legno tenero,
facile da tagliare. I primi carpentieri giapponesi non hanno nemmeno dovuto sviluppare seghe a
taglio trasversale o piano, necessarie nei boschi con grani irregolari. Il cipresso ha anche una
trama accattivante ideale per superfici disadorne.
Con il 16° secolo la tipica casa giapponese raggiunge elaborati livelli di falegnameria, col
pavimento sollevato da terra, poggiato su pali posati sulle fondamenta di pietra, che
consentivano alla struttura di fluttuare in caso di un terremoto. Questo stile di casa è ancora
dominante oggi nelle aree rurali.
10. Case tradizionali
La casa rurale nel secolo diciannovesimo era influenzata dal buddhismo zen: semplice, austera
ed elegante. Caratteristiche comuni comprendono un piano scomponibile creato da schermi
mobili e l'uso dei legnami indigeni, paglia, bambù e carta. Le case con grandi cortili erano
circondate da mura per la privacy.
I tipi di abitazioni tradizionali sono le case di paglia Minka, le residenze dei samurai, le case da
thè, le trattorie tipiche, i rifugi di montagna e i ritiri Haokone.
Stili unici di architettura hanno preso forma nel periodo Heian (794-1185). I palazzi e le case
costruite durante questo periodo avevano elaborate sale di ricevimento, giardini scolpiti e travi
in legno poggianti su pilastri. L'interno aveva pavimenti in legno con divisori fissi, schermi singoli
e pieghevoli, tatami e altri materiali leggeri che permettevano di definire e modificare gli spazi
liberamente.
La casa giapponese tradizionale, come lo conosciamo oggi, ha le sue origini nelle case dei ricchi
agricoltori nei primi anni del periodo Edo (1603-1868) costruite con strumenti e metodi
importati dalla Corea e Cina.
L'interno ha pavimenti in legno con divisori fissi.
La casa tradizionale giapponese è costruita su un'intelaiatura di pali e travi di legno su cui si
inseriscono le pareti esterne, costituite da pannelli scorrevoli in legno e carta di riso che
permettono di areare e ventilare i locali.
Lo spazio interno è organizzato in modo semplice e con ampia flessibilità grazie all'utilizzo di
pannelli e pareti scorrevoli che permettono di trasformarlo in base alle esigenze e alle ore del
giorno.
11. Case con tetti di paglia
Le case coloniche Minka, a più piani, con tetto di paglia venivano progettate con scopi
utilitaristici per grandi famiglie allargate con 40 o più persone, che vivevano ai piani alti, mentre
gli animali domestici erano tenuti al piano inferiore. Il calore e la luce erano forniti dal fuoco di
un camino centrale nel piano conosciuto come irori. La mancanza di finestre rendeva l'interno
simile a una caverna. Il posto migliore per vedere queste case è Shirakawamura. Queste
costruzioni sono anche chiamate gassho-zukuti, in riferimento al fatto che sembrano braccia
nell'atto di pregare.
Edificate con un impegno comune, soprattutto dai seguaci della setta del buddhismo
Jodoshinshu, le gassho-zukuti erano in genere costruite con tavolette non verniciate, con pareti
di fango e senza usare un solo chiodo.
I tetti di paglia possono avere fino a un metro di spessore ed erano intrecciati a mano e legati
alle travi della casa con corde di paglia. Si estendevano quasi fino a terra e le finestre erano solo
nella parte anteriore e posteriore delle case. Le case di grandi dimensioni erano a quattro piani
inclusi gli spazi per l'allevamento dei bachi da seta.
Ai giorni nostri i tetti di paglia sono sostituiti ogni 30 o 40 anni, di solito in aprile. Il lavoro deve
essere fatto rapidamente, in modo che la casa non sia danneggiata dalla pioggia. Fino a 500
persone partecipano a sostituire un unico tetto. Con tutto questo lavoro il costo può arrivare
fino a 170.000 Euro. Ogni anno vengono ristrutturate in questo modo tre o quattro case, con il
generoso assorbimento dei costi da parte del governo.
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18. Caratteristiche di una casa tradizionale
Una casa tradizionale giapponese oggi è di legno con
pavimenti in tatami (copertura per pavimenti
composta di 5 cm. di spessore di paglia pressata,
rivestita da pannelli di canne), porte scorrevoli shoji,
pareti in legno, porte laccate, muri di argilla, soffitto a
cassettoni, un tetto di tegole, muri di legno e gesso.
I giapponesi hanno inventato porte e pareti scorrevoli.
Nelle case tradizionali le pareti scorrevoli sono di
carta pesante, separano una stanza da un'altra e
possono essere aperte o rimosse per creare un unico
grande ambiente. Alcune case hanno muri spessi solo
in inverno che possono essere sostituiti con quelli
estivi sottili.
Molte case hanno gli shoji (schermi scorrevoli di carta pesante) al posto delle pareti.
Gli Shoji diffondono una luce morbida e naturale.
19. Casa del thè
Nel periodo Ashikaga (1338-1573), le classi superiori amavano sedere con gli amici in un
ambiente del tutto separato dalle preoccupazioni della vita, ascoltando il suono dolce
dell'acqua. I membri dell'aristocrazia crearono speciali sale da thè nei loro palazzi o case da thè
nei loro giardini, costruzioni in apparenza semplici, ma progettate con estrema cura in ogni
dettaglio. I Daimyo (la carica feudale più importante) tennero importanti riunioni proprio nelle
case da thé, spesso realizzate per mostrare la loro ricchezza.
L'idea era quella di creare un'atmosfera di calma e di meditazione. Le case progettate dal grande
architetto del 15° secolo Senno Rikyu (1522-1591) erano piccole con un tetto di bambù, pareti
nude, porte scorrevoli di carta traslucida bianca e pilastri in legno. L'unico ornamento era un
cartiglio di calligrafia appeso o una composizione floreale nel tokonoma, la nicchia destinata ai
fiori o all'esposizione di un'opera d'arte.
L'obiettivo era di creare qualcosa di simile alla capanna di un eremita con un senso di Wabi
(gusto tranquillo) e Shibumi (sobrietà). Anche il percorso per arrivare alla casa da thè era curato
con particolare attenzione per preparare lo spirito alla cerimonia.
20. Santuari shintoisti
I santuari Shintoisti consistono in un edificio circondato da alberi.
Queste costruzioni erano realizzate per armonizzare con la natura circostante. Spesso di piccole
dimensioni, a volte inseriti dentro alberi, risultano anche difficili da vedere. Niente a che vedere
con le grandi cattedrali occidentali.
In Giappone ci sono circa 80.000 santuari Shinto. Quasi ogni quartiere ne ha uno.Agli albori dello
shintoismo non vi erano santuari. I fedeli si raccoglievano per semplici riti eseguiti in prossimità
di oggetti sacri come gli alberi di sakaki (ora presenti in ogni santuario). I più antichi santuari
shintoisti erano luoghi contrassegnati con corde speciali (shimenawa) e strisce di carta bianca
(gohei). Recinzioni e cancelli Torii (ora caratteristiche comuni a tutti i santuari) sono state
introdotti in seguito.
I santuari shintoisti hanno varie forme e dimensioni. L'architettura della maggior parte di loro si
crede che sia basata su quella dei magazzini e delle abitazioni in legno dei tempi preistorici. I
santuari che rispettano rigorosamente l'architettura di questi antichi edifici sono definiti in stile
"puro".
Il miglior esempio di stile "puro" è il santuario di Ise, l più venerato tra tutti i santuari del
Giappone.
I frammenti di legno degli edifici distrutti vengono distribuiti come reliquie in tutto il Giappone.
22. Il Santuario di Ise (伊勢神宮 Ise-jingū), situato nella città di Ise, è il più importante santuario
scintoista del Giappone ed è uno dei migliori esempi di architettura tradizionale giapponese.
Fondato nel 690 dC, è stato ricostruito ogni 20 anni (con alcune eccezioni), con una procedurà
che è metà rito e metà ricostruzione vera e propria.
Dedicato alla dea scintoista Ise è composto da strutture austere di hinoke (Cipresso
giapponese) in quello che si dice sia lo stile più puro e più semplice dell'architettura shintoista.
La sua storia è ricca di fascino e mistero. Si racconta che esso sia sorto all'interno del "Sacro
Bosco di Ise Jingu," un fitto bosco di cipressi giapponesi (hinoki) che copre 5500 ettari.
In tempi remoti questi cipressi erano considerati sacri ed adorati come divinità.
Successivamente, uno di questi alberi “speciali” fu tagliato e intorno al suo tronco fu edificato
il santuario.
In realtà il Santuario è costituito da più di un centinaio di templi autonomi, ognuno dei quali
circondato da decine di ettari di foresta.
Gli edifici hanno la forma del tradizionale deposito di riso. Le colonne di sostegno passano
attraverso un piano rialzato e sono inserite direttamente nel terreno. Rispondendo più a principi
naturali che a quelli architettonici, queste colonne sono molto più spesse di quanto sia
necessario per sostenere la struttura. Infatti hanno la forma e lo spessore di un albero vivo e
sono collocati nel terreno per aspirare l'umidità proprio come un albero vivo.
Non sono stati utilizzati chiodi, solo tasselli e giunti di collegamento. Il tetto è di paglia, il legno
non è verniciato, mostra la bellezza selvaggia della trama naturale del cipresso.
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24. Principali edifici Shinto
All'interno del santuario si possono
trovare:
1) il santuario (Haiden), un luogo di
culto dove si prega
2) il santuario principale (Honden),
vale a dire un luogo sacro inibito ai
laici, dove si ritiene risieda il kami
(l'oggetto di venerazione) del
santuario.
3) un padiglione a capanna, per la
purificazion dei fedeli, dove la
gente lava le mani e la bocca con
acqua prelevata da un bacino
(chozuya).
25. Caratteristiche dei santuari shintoisti
Caratteristiche dei santuari in stile "puro" sono le colonne e le pareti in legno naturale (in
contrasto con quelli dipinti di rosso e bianco), tetti di paglia, le corna (Chigi) che sporgono dalla
sommità del tetto.
La maggior parte dei santuari hanno elementi dell'architettura cinese che sono stati inseriti nei
santuari dopo che il buddhismo fu introdotto in Giappone nel 6° secolo. Queste caratteristiche
"cinesi" includono le colorazioni in rosso, pareti e colonne bianchi, tetti di tegole, gronde
rovesciate e sculture dettagliate e ornamenti del sottogronda.
Funi speciali e nappe pendenti (shimenawa) e strisce di carta bianca (gohei) risalgono ai tempi
antichi quando venivano usate per delimitare i luoghi sacri.
Le Shimenawa sono state tradizionalmente collocate sopra l'ingresso dei templi principali per
segnalare il luogo come sacro. Possono essere enormi: le corde possono pesare 200 kg e le
nappe, che assomigliano a fasci di essiccazione del riso, misurano anche 1,5 metri di altezza.
Sono messe in atto con una gru.
Le corde più larghe sono al santuario di Izumo, uno dei più antichi del Giappone. Pesano sei
tonnellate, sono fatte con fili intrecciati di paglia di riso. Versioni più piccole di queste corde
sono conservate in quasi tutti i santuari shintoisti per allontanare gli spiriti maligni. La corda più
grande del mondo è di 15 metri di lunghezza, 5 metri di diametro, è stata realizzata in paglia di
riso per il festival annuale di Naha a Okinawa nel mese di ottobre del 1995.
26. L'ingresso dei santuari spesso è protetto da statue in pietra di leoni cinesi o cani coreani. Queste
statue di aspetto minaccioso di solito appaiono in coppia. Su un lato della porta una ha la bocca
aperta, sputando buona fortuna. Sull'altro lato l'altra, con la bocca chiusa, cattura il male.
27. Porte Torii
Un cancello rosso arancio Torii segnala che si sta per
entrare in un luogo sacro.
Spesso i grandi santuari hanno molte porte Torii.
Le porte antiche erano di cipresso colorato, in seguito
sono state realizzate anche in legno, pietra, bronzo o
persino cemento. Una porta dipinta in rosso mostra
l'influenza cinese-buddhista.
28. Templi buddhisti
In Giappone ci sono circa 70.000 templi buddhisti (mentre i luoghi di culto shintoisti sono
definiti santuari). Un tempio contiene generalmente un'immagine di Buddha e ha un posto dove
i buddhisti praticano attività devozionali. Spesso sono utilizzati come luoghi per la meditazione
silenziosa, mentre molti atti di culto e di devozione avvengono davanti a un altare privato in
casa.
Templi buddisti sono in genere gruppi di edifici, il cui numero e dimensione dipende
dall'importanza del tempio. Quelli più piccoli hanno una sala e una casa per un monaco
residente. Alcuni templi comprendono anche un cimitero.
L'architettura dei templi buddhisti è influenzata dall'architettura di Corea e Cina, i due paesi che
hanno introdotto il Buddhismo in Giappone.
I primi templi buddhisti giapponesi consistevano di pagode, che sono stati modellate in stile
cinese (a loro volta erano stati modellate sulle stupa indiane). Col passare del tempo queste
pagode divennero parte di un complesso di grandi dimensioni con molti edifici.
I templi buddisti costruiti nel 7° secolo sono caratterizzati da colonne rosse, grondaie sostenute
e decorate da immagini di animali mitologici scolpiti in strati di tessuto di canapa incollati tra
loro e ricoperti di vernice, oppure in bronzo.
Purtroppo non restano esempi di questo stile originale che aveva una forte influenza indiana.
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30. Tipi di templi e di edifici buddhisti
Ci sono tre tipi principali di templi
buddhisti:
1) stile giapponese (wayo),
2) stile Grande Buddha (daibutsuyo),
3) stile cinese (karayo).
Questi a loro volta, variano secondo
la scuola buddhista e il periodo
storico in cui sono stati costruiti.
La sala principale (Kondo o Hondo) si
trova di solito al centro del tempio.
All'interno ci sono immagini del
Buddha, altre immagini, un altare o
altari con vari oggetti e lo spazio per i
monaci e fedeli. La sala principale è a
volte collegata ad una sala di
conferenze.
31. Altri edifici includono una sala
conferenze (Kodo), dove i monaci si
riuniscono per studiare e cantare i
sutra, il depositario dei sutra (Kyozo), un
luogo in cui sono tenute le scritture
buddhiste, spesso a forma di casetta di
legno su palafitte; ci sono poi gli edifici
dove vivono e lavorano i monaci.
I templi più grandi spesso hanno
apposite sale dove sono conservati ed
esposti i tesori.
Alcuni hanno anche una pagoda.
32. L’edificio di legno più antico del mondo
Una sala di un tempio buddista di Nara potrebbe essere la più antica struttura lignea del mondo
ancora in uso, più vecchia di un secolo dell’Hōryū-ji (法隆寺), costruito tra il 600 e il 700.
Lo afferma un esperto di dendrocronologia, il metodo di datazione delle piante basato sulla
misurazione dei loro anelli di accrescimento
Secondo lo studio condotto da Mitsutani Takumi, visiting professor presso il Research Institute
for Humanity and Nature (総合地球環境学研究所, Sōgō Chikyūkankyō-gaku Kenkyūsha) di
Kyoto, il legno di cipresso giapponese del tetto della Zenshitsu (sala zen) del tempio Gangō-ji (
元興寺) risale all’anno 586.
33. Mitsutani sostiene che le sue ricerche indicano che la struttura della sala è stata realizzata 100
anni prima del tempio Hōryū-ji in Ikaruga (prefettura di Nara), fino ad oggi considerato l’edificio
ligneo più antico del mondo.
I nuovi studi dimostrano che il Gangō-ji, ex tempio Asukadera di Asuka (prefettura di Nara), sia
stato trasferito a Nara dopo che la città divenne capitale nel 710 dove prese il nome di Gangō-ji.
Prima si pensava che il tempio fosse stato costruito direttamente nella nuova sede nel 718,
ma stando a Mitsutani, la struttura della Zenshitsu proviene dal sito di Asuka.
Il tempio originale fu quindi diviso in due: un Gangō-ji nell'area della città di Chiun-cho, ed un
altro Gangō-ji nell'area di Shibanoshin-ya-cho. Il Chuin-cho Gangō-ji è diventato patrimonio
dell'Umanità ed è degno di nota per il suo Kondō (sala principale) e lo Zenshitsu (la sala per la
meditazione zen).
Nel 2000, Mitsutani ha esaminato dei pezzi di legno rimossi dalla Zenshitsu nella metà degli anni
’40 per dei restauri.
Il ricercatore ha scoperto che quel legno proviene da alberi abbattuti nel 582.
Le sue ultime ricerche si riferiscono ad una trave orizzontale in legno ancora in uso.
Nel 2007, ha scattato delle foto a tutto il tetto della sala con una fotocamera digitale e
successivamente ha analizzato gli anelli del legno al computer.
Il legno della trave orizzontale è risultato essere il più vecchio.
Stando al “Nihon Shoki” (日本書紀, Annali del Giappone), compilato nel 720, gli alberi usati per
la costruzione dell’Asukadera furono abbattuti nel 590.
La sala misura 26,8 metri da est-ovest e 12,8 metri da nord-sud, ed è alta 8,4 metri.
La struttura è ad un piano, ed è designata come Tesoro Nazionale.