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TEVERE
(TRIBUNA) CLARITATEM VESTIG ATIONES !
      EORUM                                      JULY 23, 2005




                                        R AC CON T I D I V I TA , D I C A L-
                                        CIO E DI L AZIO DA E PE R IL
                                        S O DAL I Z IO BI AN COC ELE S TE




      E LA
CHIAMANO
 ESTATE...
                                                                 GIUGNO 2012
                                                                   AN N O 1 - N UM E RO 9
le iniziative dell’Associazione Sodalizio

Scuola di tifo.                                         la nostra SS Lazio. Alla serata erano presenti
L’Associazione ha organizzato, sabato 12 maggio         anche i tifosi del Monopoli, che hanno portato
2012, una serata in cui verrà spiegato come di          alcune delle loro creazioni, sia sotto forma di
facevano e come di fanno le bandiere. Alla sera-        bandiere che di stendardi. Hanno raccontato del-
ta hanno partecipato anche tifosi di altre for-         la loro passione, e della loro ricerca del par-
mazioni calcistiche. Sono state mostrate delle          ticolare nel crearle, cercando sempre di essere
nuove bandiere in anteprima, tra cui la bandiera        originali e comunque legati alle tradizioni dei
dedicata a Giorgio Chinaglia “Oltre il tempo” e         loro colori. Particolarmente bella l’idea di
la bandiera fatta in ricordo del grande giocato-        creare una bandiera con i giocatori della loro
re della Lazio del primo scudetto Luciano Re            formazione abbracciati, in cui si vedono i nume-
Cecconi. E’ stata un interessante serata quella         ri delle casacche, che formano la data di nasci-
al Vecchi Spalti, in un pub stracolmo come nelle        ta del loro gruppo. Nel corso della serata hanno
grandi occasioni, sembrava quasi di essere in           anche ammesso con coerenza, di essersi spesso
Curva Nord in occasione della sfida stracittadi-        ispirati ai tifosi Laziali, nel creare i loro
na. Fabio, creatore di tante nuove bandiere, che        vessilli da esporre o da sventolare. Ci ha poi
vedete ogni domenica garrire spavalde al vento          fatto piacere la presenza alla serata di tanti
nel “nostro” ( è bene ricordarlo in questi tempi        tifosi di altre formazioni, iniziando dai tifosi
), ci ha spiegato come nascono le sue idee e            interisti scesi nella Capitale per la partita di
perché le bandiere sono così importanti oggi, in        oggi, ai tifosi del RCD Espanol, a quelli della
cui il calcio italico sta inesorabilmente cam-          vecchia Salernitana 1919. Erano poi presenti
biando…in peggio. Ci ha fatti tornare indietro          sulle “gradinate” del Vecchi Spalti anche i ti-
con la mente, a quando adolescenti ci recavamo          fosi Laziali provenienti dall’Inghilterra e dal-
alle partite insieme a nostro padre, che ci ha          la Grecia. Grazie a tutti per la bella serata !
infuso linfa Laziale, e gli chiedevamo appena
                                                        Ben Sherman
giunti vicino ai cancelli, che ci avrebbero im-
messo dentro al grande stadio : “ mi compri
quella bandiera ? ”, perché la bandiera era il
nostro primo modo per esprimere la passione,
verso quelle maglie con i colori del cielo di
Roma in un bel giorno di primavera. Era il no-
stro modo per tutti a tutti : “ io sono della
Lazio”. Allora le nostre prime bandiere avevano
pochi trofei al loro interno, addirittura solo
la Coppa Italia del 1958 per i più “grandi” o
Coppa Italia e scudetto del ’74 per tanti di
noi, che siamo arrivati alla fatidica tappa de-
gli “anta”. Oggi invece, ci spiegava Fabio, fare
una bandiera, con tutti i trofei vinti della SS
Lazio è diventato davvero complicato, perché ne-
gli ultimi tempi, grazie a Sergio Cragnotti, nei
abbiamo vinti fin troppi. Qualche volta…si è co-
stretti a mettere più date…sotto un trofeo,
avendo poco spazio sulla bandiera per poterli
mettere tutti. Fabio poi ha giustamente fatto
notare come la bandiera è un bene collettivo di
tutta una tifoseria, in cui in tanti si identi-
ficano, molto di più di uno stendardo, spesso
espressione più di un gruppo di tifosi. La ban-
diera è un bene comune di una tifoseria, è il
vanto di tanti tifosi. Una dietro l’altra così
sono state mostrate, da vicino, ai tanti presen-
ti tante bandiere vecchie e nuove, che in tanti
vediamo sventolare spavalde ogni domenica. Ha
chiuso la carrellata della bandiera, quella con
su scritto “ anni buttati”. Antica bandiera
spettatrice e protagonista in tante partite del-



TRIBUNA   TEVERE
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moviola

La   bandiera       della   S.S.   Lazio           che potete vedere sulle maglie della loro
...svedese.                                        nazionale di hockey su ghiaccio, in bella
La mia prima bandiera della SS Lazio,              evidenza. L’ideatore di codesta bandiera
fatta da me insieme a due miei compagni            fu un ( allora ) giovane tifoso Laziale,
di scuola, fu quella classica a scacchi            che nel corso degli anni avrebbe fatto e
bianco e celesti. Avevamo visto le tante           creato tantissime cose a beneficio dei
bandiere del Liverpool, nella finale di            tifosi della SS Lazio. Bene, il giovane
Coppa dei Campioni giocata da loro qui a           tifoso Laziale, mentre era in un pub, al-
Roma   nel   1977  contro   il   Borussia          l’estero, aveva visto per caso questa
M’Gladbach, e volevamo farne una simile            aquila e subito aveva pensato di trasfor-
alla loro. Dopo aver comprato la stoffa            marla in bandiera. Certo direte voi, ma-
ed averla consegnata alla madre di uno             gari in vacanza, all’estero si potrebbe
dei miei amici, che pur essendo una sar-           pensare a qualcosa d’altro, ma quando si
ta, abile con la macchina da cucire, ci            hanno certe passioni è difficile tenerle
disse con nostro grande dispiacere che             a freno. Ora vorrete certo sapere chi era
era molto difficile fare una bandiera con          il tifoso in questione, beh vi dico che
tanti scacchi, come quelle del Liverpool           non è chi scrive, ma che lo potrete in-
( io ne avevo una che avevo scambiato a            contrare in Tribuna Tevere ancora ogni
fine partita con un tifoso inglese, per            domenica.
una della Lazio. Quella bandiera dei
                                                   Con la stessa passione di allora !
Reds, sarebbe tornata allo stadio solo
nel 1984, in occasione di una serata in-           Giorgio Acerbis
dimenticabile per tanti di noi ) quindi
ci dovemmo accontentare di solo quattro
scacchi, due per colore. Quella bandiera
iniziò male la sua carriera, che durò poi
solo una giornata. Infatti avevamo pensa-
to di portarla allo stadio in occasione
della sfida stracittadina, che a breve
avrebbe atteso la nostra amata SS Lazio.
Era il 1979, noi eravamo degli adolescen-
ti. Quella giornata purtroppo restò alla
storia per un fatto terribile accaduto
nella Curva Nord, la morte del tifoso La-
ziale : Vincenzo Paparelli. La nostra
bandiera sventolò pochissimo quel giorno,
perché arrivò, insieme a noi allo stadio
poco prima dei razzi maledetti. La nostra
bandiera andò smarrita nei concitati mo-
menti dopo il razzo maledetto, prima che
la gara iniziasse, penso che la stoffa
sia finita in terra, mentre l’asta abbia
continuato la sua vita in mano a qualche
tifoso Laziale. I ricordi delle bandiere
però non devono essere tristi, perché il
mondo del tifo è soprattutto gioia di vi-
vere. La bandiera che mi è rimasta nel
cuore è una fatta dagli Eagles’ Suppor-
ters nei primissimi anni ottanta, quando
c’era ancora il Vecchio Muretto, c’erano
ancora i tamburi e la nostra SS Lazio
giocava nella serie cadetta. La bandiera
in questione era fatta di un blu scuro
con al centro l’aquila della …Svezia, si
avete capito bene proprio quella svedese



TRIBUNA   TEVERE
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moviola

Non abbasserò mai la mia bandiera!                 formazione ad 11 calciatori, questa volta
La bandiera, dopo la maglia, è l’oggetto           però del 1972-73, stagione a me partico-
che più incarna l’essere ultras ed il              larmente cara, anche se perdemmo disgra-
senso di appartenenza che ti lega ad una           ziatamente lo scudetto all’ultima giorna-
squadra. Se la sciarpa (naturalmente tu-           ta nella fatal Verona dopo aver combattu-
bolare) ed ovviamente lo striscione, rap-          to (e vinto) tre giorni prima una batta-
presentano un po’ il biglietto da visita           glia in quel di Salonicco contro gli in-
di un Gruppo, la bandiera può dar sfogo a          glesi del Leeds United nella Finale di
mille risorse da parte di giovani e meno           Coppa delle Coppe, grazie anche alla Ju-
giovani, che attraverso un disegno, una            ventus che si interpose con la Lega Cal-
creazione, ostentata poi allo stadio, co-          cio, non concedendo il rinvio della par-
municano il proprio pensiero, i propri             tita, così come chiesto dai vertici ros-
ideali (talvolta non solo sportivi). In            soneri. Ma quella squadra, per me, meri-
questo senso sono tantissime le creazioni          tava comunque di essere celebrata, immor-
attraverso le quali si sfoggiano veri e            talata, vuoi perché è stata comunque una
propri capolavori, frutto dell’ingegno e           splendida stagione da ricordare, vuoi
della passione smisurata. Personalmente            perché erano i miei primi periodi da ti-
ne ho ideata una della quale vado molto            foso, vuoi perché mi innamorai di “quel-
fiero, che rappresenta il Milan degli al-          la” Maglia a strisce strette in lanetta
bori, quello del terzo scudetto datato             pesante con la coccarda della Coppa Ita-
1906-07 (il Vecchio Diavolo era nato               lia ed il colletto a V nero, semplicemen-
qualche anno prima, nel 1899 grazie a Mr.          te strepitosa, vuoi perché conservo anco-
Herbert Kilpin da Nottingham che ne aveva          ra uno splendido poster della William di
imposto anche i bellissimi colori socia-           quell’annata che mi ha dato l’idea rea-
li, “il rosso come il fuoco - ma anche             lizzativa, vuoi perché in quella squadra
per un piccolo omaggio al Nottingham Fo-           ci giocavano, tra gli altri, Gianni Rive-
rest F.C. - ed il nero come la paura che           ra, Romeo Benetti, Luciano Chiarugi, Pie-
incuteremo ai nostri avversari” ed il              rino Prati (ricordo ancora una bellissima
simbolo, inevitabilmente un Diavolo che            bandiera a 4 scacchi rossoneri con i mez-
ne incarnava lo spirito) e che ha riscos-          zibusti disegnati di questi 4 campioni ed
so molto successo tra gli appassionati.            una stella al centro che era stata ap-
E’ un pezzo (unico) che richiama la sana,          prontata per celebrare un evento che pur-
genuina passione dei nostri avi (basti             troppo non si realizzò). Insomma, una
notare la differenza di tenuta da gioco            moltitudine di motivi e motivazioni, che
tra un footballer e l’altro, per non par-          mi hanno portato a pensare di poter (do-
lare poi dei calzettoni, tutti differenti          ver) immortalare i miei Eroi, coloro che
tra loro), i quali per poter giocare in            mi hanno “iniziato” al calcio, e per que-
una squadra di club dovevano versare una           sto li omaggio come meritano. Tra l’altro
quota mensile. Erano gli antesignani de-           sono anche un collezionista, oltre che di
gli attuali calciatori che ormai di pas-           altro materiale calcistico, anche di ban-
sionale e senso di appartenenza hanno ben          diere (ne avrò una sessantina), le quali
poco. Naturalmente questa bandiera è               “raccontano” un po’ tutta la mia vita da
“griffata” Maglia Rossonera, Old Style             tifoso. Ho dei pezzi molto belli, anche
Ultras Casciavìt, cioè quelli di una vol-          precedenti al mio primo periodo da prota-
ta (oserei dire quelli di sempre …),               gonista degli stadi, tipo una bandiera
quelli che nella migliore delle ipotesi            risalente alla conquista della prima Cop-
hanno i capelli brizzolati, quelli che             pa dei Campioni del 1963 a Wembley, oppu-
hanno portato in giro per gli stadi                re dei foulard rossoneri anni ’60, ed an-
d’Italia e d’Europa le proprie bandiere,           cora le mitiche bandiere quadrate anni
la propria voce, il proprio ego. Le due            ’70, alcune un po’ scolorite dal tempo,
cose stanno a significare quindi una fu-           ma per questo ancora più preziose, anche
sione tra l’Old Football e l’Old Style,            perché fatte sventolare là dove gli 11
appunto, tanto amati e tanto apprezzati            ragazzi in Maglia Rossonera mi rappresen-
dai Vecchi Cuori Ultras. Sto progettando           tavano. Una volta, nel giugno del 1978,
un’altra bandiera, sempre relativa ad una          assieme ad un amico, andai a vedere



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moviola
un’amichevole estiva del Milan a Catanza-             Li ho visti...
ro, non c’era molto pubblico, ma ricordo              Li ho visti avvinghiati ad una bandiera a
che quando arrivò il pullman del Milan                sventolare la loro anima, respirare fumo-
quasi mi presero le convulsioni dall’emo-             geni, sbranare tamburi e disintegrare la
zione nel vedere, seduti davanti, uno ac-             loro voce strozzando l’urlo di un goal.
canto all’altro Nereo Rocco e Gianni Ri-              Li ho incontrati in treni distanti, pit-
vera, e mi misi ad agitare, freneticamen-             tati di trasferta, in pellegrinaggio ver-
te, la mia bandiera rossonera, in verità              so un ricordo, un sogno. Li ho scoperti
abbastanza grande (che ovviamente ancora              in algide notti d’inverno, seminudi in
conservo). Loro mi guardavano incuriositi             balaustra, scaldati dal fuoco della fede,
facendo un cenno di saluto, ma una volta              con un megafono in mano e il Toro tra i
che scesero per recarsi negli spogliatoi              denti. Li ho scorti in dure stazioni di
rimasi impietrito e non ebbi il coraggio              guerra, tra alamari di rabbia e il feroce
di avvicinarmi a quei due mostri sacri.               lampeggìo delle sirene, lacrime di lacri-
La gente mi guardava, tra cui qualcuno in             mogeni, in notti d’invasione. Ho udito i
cagnesco, un altro mi disse “qui siamo a              loro cori in curva dal profumo di mari-
Catanzaro, non a Milano, abbassa quella               juana, in cerca di un paradiso mai avuto,
bandiera …”, ma io, imperterrito, senza               di una donna che non attende più, di un
dire nulla – ed anche rischiando, in un               sistema che non può comprenderli. Ho in-
certo senso -, continuai a sventolarla,               tinto la mia penna nell’inchiostro della
alchè un’altra persona, vista la scena,               Maratona, ho bruciato parole, pittato la
ammirò il mio carattere e mi disse “bravo             loro rabbia e ne sono fiero. La curva
ragazzo, hai dimostrato di avere le pal-              lancia il suo richiamo e il tifoso ne
le!”, e sinceramente mi sentii molto or-              viene attratto, nel luogo dove il teschio
goglioso. Si andava formando in me quel               bianco si sposa con il drappo granata ho
carattere che poi avrei forgiato nel cor-             trovato un mondo duro ma autentico, dove
so di tutta un’esistenza dedicata a fre-              i pensieri all’unisono scandiscono i co-
quentare gli stadi e che a distanza di                ri, unici, importanti e veri.    Oltre il
parecchio tempo mi vede ancora, in qual-              confine tra la realtà, oltre l’impalpabi-
che modo, sulla breccia, sempre e comun-              le comprensione, oltre, oltretutto e so-
que orgoglioso dei miei colori.                       prattutto, un solo nome: Ultras Granata.

                                                      Claudio Boffa Tarlatta
Colombo Labate, Maglia     Rossonera,   Old
Style Ultras Casciavìt !




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moviola
Una bandiera, due squadre.                         partecipano ogni anno alla commemorazione
Ogni squadra ha una sua storia, ogni               delle vittime del Gate 7 avvenuta nel
squadra ha i suoi tifosi e tutti i tifosi          1981. Lo scorso anno entrambi i club fan
del mondo esprimono i loro sentimenti,             hanno fatto un grande tributo a questo
per la loro squadra del cuore, con modi            gemellaggio attraverso una grande    ban-
diversi. Il modo più comune è di creare            diera. I tifosi del Delije hanno fatto la
delle bandiere, delle scenografie e degli          prima e poi noi abbiamo fatto la nostra.
striscioni. Alcuni sono piccoli, alcuni            E’ uscita una partita contro il Paok Sa-
sono grandi, ma nascono tutti dalla                lonicco (sono amici con il Partizan per-
passione.Sono un tifoso dell’ Olympiakos           ché hanno gli stessi colori ). Tutti i
in Grecia, ho visto tante partite      in          tifosi presenti nella curva Gate 7 dell
campionato, in Champions League e in Eu-           ‘Olympiakos hanno avuto dei cartoncini
ropa League. Ma non voglio parlare della           colorati blu rosso e bianco. In entrambe
mia squadra e dei miei giocatori ... ma            le curve, attraverso una combinazione
parlerò di una bandiera particolare rea-           cromatica,   c'erano sia lo stemma degli
lizzata dagli ultras della mia il squa-            Ultras del Gate 7 e gli emblemi del Deli-
dra, il Gate 7 insieme ai tifosi della             je uniti insieme. Quando la partita è
Stella Rossa di Belgrado, chiamata Deli-           iniziata tutti i tifosi hanno fatto sali-
je. Il gemellaggio tra il Gate 7 e i ti-           re le bandierine colorate e il risultato
fosi del Delije inizia nel 1992. La Stel-          fu questo che vedete nella foto in alto
la Rossa stava giocando contro il Pa-              del mio articolo. Una grande bandiera. Un
nathinaikos qui in Grecia. Il Gate 7 fan           omaggio perfetto alla grande amicizia che
si è recato in albergo dove c’erano i ti-          c’è tra le due tifoserie.
fosi ultras del Delije chiedendo di dar-
gli dei biglietti per vedere la partita
insieme e sostenerli contro il Panathi-            Nikos Siaflas
naikos spiegando loro, che odiano il Pa-
                                                   Olympiakos - Atene
nathinaikos, nello stesso modo in cui i
tifosi della Stella Rossa di Belgrado
odiano il Partizan Belgrado ( sportiva-
mente parlando si intende ). Gli ultras
del Delije hanno dato i biglietti ai ra-
gazzi del Gate 7 e così durante la parti-
ta gli ultras dell’ Olympiakos e tifosi
Stella Rossa erano insieme in tribuna. Ma
poi c’è stato un seguito. Nella partita
di ritorno giocata in Serbia, i tifosi
dell’ Olympiakos, al fine di ringraziare
gli ultras del Delije per i biglietti ri-
cevuti, sono andati in Serbia, per soste-
nere la Stella Rossa in quella importante
partita. Più di sessanta tifosi dell’
Olympiakos erano andati, facendo rimanere
i tifosi serbi a bocca aperta. Così i ti-
fosi del Delije e del Gate 7 sono diven-
tati amici. Nel 1994 in una partita ami-
chevole a Belgrado tra Stella Rossa e
Olympiakos, la curva del Delije ha fatto
un grande striscione con scritto: “ ben-
venuti fratelli ortodossi del Gate 7”.Da
allora, nel corso degli anni, i fan delle
due squadre vanno e vengono a Belgrado e
in Grecia per sostenersi a vicenda. Sia
nelle gare di campionato che in quelle
europee. I tifosi della Stella Rossa, poi




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moviola

Ma quanto corri Leo ?                                    di qualche mese fa erano solo scontri tra due
Il Mister e' teso. Cerca di spronarci ma si vede         squadre consapevoli di superare entrambe i giro-
lontano un miglio che non vede l'ora che finisca         ni a braccetto. Ci sistemiamo in campo. Mi si-
la partita. In un modo o nell'altro. Eppure noi          stemo i capelli lunghi. Quei capelli che mi han-
siamo il Milan, la squadra più titolata d'Ita-           no accompagnato per una carriera. Mi abbraccio
lia. Accanto a me ci sono ragazzi come Zlatan,           con Ambro. Cerco lo sguardo di Philippe. Scambio
Clarence, Massimo, Christian. Gente abituata a           un cenno d'intesa con Antonini e con Bonera.
stare sotto pressione. E a vincere. Ma lui e'            Faccio il pollice a Christian in porta. Sono
Massimiliano Allegri. E noi lo sentiamo che sta          pronto. E dove non arrivo io, sono sicuro che
per confrontarsi con un avversario più grande di         arriverà un mio compagno. A raddoppiare. Raddop-
lui. Il Barcellona. La squadra più forte del             piare. Raddoppiare. L'arbitro fischia l'inizio.
mondo. Leo Messi. Il giocatore più forte del             E il Barcellona comincia il suo giochetto di
mondo. Io sono Alessandro Nesta. E sono stato il         passaggi. Che mi snervano. Xavi, Keita, Xavi,
difensore più forte del mondo. Scendiamo in cam-         Iniesta, Xavi, Busquets, Iniesta, Xavi. E palla
po con ancora nelle orecchie le ultime parole            a Messi che fa il primo scatto della sua parti-
del Mister: "E' importante non prendere goal,            ta. Veloce. Imprendibile. "Ma quanto corri,
ragazzi..."Questo deve essere il nostro credo,           Leo?"Lo fermo non senza difficoltà. Passo la
oggi. Per noi che siamo cresciuti dominando, e'          palla   a  Massimo.   Mi  pettino.   E  una   e'
un passo indietro. Mentale più che tattico. Noi          andata.Attacchiamo noi. E la carriera mi passa
siamo il Milan. "...e mi raccomando il raddoppio         davanti. La Lazio mi passa davanti. Finale di
di marcatura su Messi. E' fondamentale. Fonda-           Coppa Italia, quattordici anni prima. Lazio con-
mentale. Fondamentale. Fondamentale. E i suoi            tro Milan. Strano il destino. Abbiamo perso uno
occhi attraversano i miei, quelli di Philippe,           a zero all'andata con un goal di Weah all'ultimo
Antonio, Daniele, Massimo, Luca. Sei uomini. Do-         minuto. Al ritorno, Albertini segna su punizione
dici occhi per due gambe. Argentine e corte. Ma          dopo pochi minuti dall'inizio del secondo tempo.
imprendibili. Fino a qualche anno fa, lo avrei           Zero a uno. E tutti a casa. Poi, pero', si ac-
fermato da solo. Magari lasciandolo andare via           cende il Mancio. Che e' sempre stato come quegli
per poi riprenderlo in scivolata. E pettinarmi           amici più grandi che ti risolvono sempre le si-
subito dopo. Fino a qualche anno fa. Entriamo a          tuazioni e sanno sempre ciò che fare nei momenti
San Siro. C'è il pubblico delle grandi occasio-          di difficoltà. Mancio fa segnare Gottardi. Poi,
ni. Record assoluto di presenze. Ci ha informato         Jugovic lancia Guerino che viene steso da Maldi-
il dottor Galliani prima del match. Ma quello            ni. Calcio di rigore. Vladimir non sbaglia mai
non e' un problema. Mi preoccupano solo quelle           un colpo. Non per niente, lo chiamiamo "Mezza-
gambe argentine e corte. Il Barcellona e' per-           squadra". Lo Stadio diventa una bolgia. C'è un
fetto nel suo blaugrana. Elegante e storico. Noi         calcio d'angolo. Io vado in area di rigore. An-
abbiamo la maglia bianca delle grandi occasioni          che se non ho mai segnato. C'è una mischia.
e dei grandi trionfi. Quella degli Invincibili.          Fuser prova a buttarla dentro. C'è una respinta,
Suona l'inno della Champions League e mi guardo          la palla resta lì. Arrivo io. E gonfio la rete.
intorno. San Siro può far paura. Ti può uccidere         Capitano, io capitano. Che sarò, dopo quella se-
ed esaltare. Io sono morto e risorto varie vol-          ra. Esulto con il dito alzato e non ci capisco
te. Non mi fa più paura. È casa mia, ormai. E la         più niente. Diego alza la Coppa Italia al cielo.
mente vola via. A quel pomeriggio d'aprile di            È il primo trionfo di una lunga serie. Ma Xavi
diciotto anni fa. Il campo di calcetto dove sta-         ruba palla. E io torno collegato a San Siro. Xa-
vamo facendo una partitella di allenamento. Io,          vi, Iniesta, Busquets, Sanchez, Messi, Iniesta,
giovane, talentuoso difensore della Primavera            Xavi. Poi Messi che riparte. Ma lo chiudiamo in
laziale. E Paul Gascoigne. L'idolo di una tifo-          due. Philippe e io. Il Mister ci dice bravi.
seria intera. Lui mi entra male. Duro. E si rom-         Perché abbiamo chiuso bene gli spazi. Cominciamo
pe tibia e perone. Io sto sotto shock. La Lazio          a soffrirlo. Ma resta innocuo. Due per uno. Nem-
e i laziali perdono il suo idolo. Il giorno do-          meno al supermercato del calcio, fanno offerte
po, sto su tutti i giornali. "Il giovane Nesta           così. Christian rilancia. Massimo salta di te-
rompe Gazza". Amen. Salutiamo gli avversari. In-         sta. Kevin Prince la prende e imposta l'azione.
crocio i suoi occhi. Lui e' un finto umile. Con-         Io volo a Birmingham. Villa Park. Lazio contro
sapevole della propria forza e della propria su-         Maiorca. Ultima finale di Coppa delle Coppe del-
periorità. Mi saluta con il capo. Ci conosciamo          la Storia. Siamo uno pari. Bobo Vieri ha fatto
già. Ma questo e' un duello definitivo. Quelli           un goal impossibile ma i rossi di Cuper hanno




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pareggiato poco dopo. Mancano pochi minuti alla           consecutivi. Non alla punizione di Veron. No. A
fine. Quando Vieri si avventa su un pallone               "quel" Derby. E a quella difesa a tre mai prova-
sporco e la prepara per Pavel. Che la infila al-          ta. A Dino esterno di centrocampo. A noi che ci
l'angolo. E mi fa alzare l'ennesimo trofeo. Con           guardiamo intorno stupiti. A Montella che mi vo-
la maglia gialla e nera. Xavi, Iniesta, Bu-               la intorno tre volte in pochi minuti. E mi ucci-
squets, Puyol, Dani Alves, Sanchez, Xavi. Non             de. Lui piccolo aeroplano giallorosso. Io kami-
finiscono più. Keita, Iniesta, Messi, Iniesta,            kaze biancazzurro. Mi costringe alla resa nel-
Xavi, Messi, Xavi. Messi. Messi. Messi. Mi fa             l'intervallo. Scappo. E sbaglio. Fernando mi ag-
male la schiena. "Ma quanto corri, Leo?"Gli tiro          gredisce. Io sto sotto shock. Ho la fascia al
la maglia. È piccolo, veloce. Argentino. E im-            braccio. Ma non la sento mia. Non quel giorno. E
prendibile. Lo fermo insieme a Daniele. Lo fer-           sbaglio. Sbaglio. Sbaglio. Ma chi non sbaglia?
mo. E mentre passo la palla a Kevin Prince, ri-           Pure Messi sbaglia uno stop e la palla finisce
penso a Montecarlo e al goal di Salas contro lo           in fallo laterale. Io ritorno sulla terra. Leo
United. Siamo la squadra più forte d'Europa. Ci           e' un UFO. Da vicino ancora di più. Mi costringe
manca solo lo Scudetto. Io, Capitano di una               a scatti che il mio fisico non può più permet-
squadra di Capitani. Sono cose che Capitano. Lu-          tersi. La schiena mi chiede aiuto. Le gambe van-
ca, Paolo, Nestor, Giuseppe, Sinisa, Matias,              no da sole. Ma non ce la fanno a stargli appres-
Diego Pablo, Juan Sebastian, Pavel, Roberto,              so. Nonostante tutto lo contengo. Con la malizia
Dejan, Marcelo, Alen. Carisma, tecnica, ego al-           e l'esperienza. E con l'aiuto dei compagni."Ma
l'ennesima potenza. Mister Sven che miscela il            quanto corri, Leo?"Lui mi guarda, capisce e sor-
tutto. Il trionfo e' dietro l'angolo. Ma l'arbi-          ride. Il Calcio e' una lingua internazionale.
tro fischia la fine del primo tempo. Zero a ze-           Guardo il tabellone e vedo che mancano cinque
ro. Abbiamo tenuto. Chiuso. Raddoppiato. E limi-          minuti. Zero a zero. Non abbiamo segnato. Ma non
tato i danni. Tanti anni fa, il Milan di Capello          abbiamo nemmeno preso goal. Questo era il nostro
ne fece quattro al Barcellona di Crujiff in fi-           obiettivo.Proviamo l'ultimo affondo. E io mi ri-
nale di Coppa Campioni. Ora noi stiamo elemosi-           trovo al 31 di agosto del 2002 a Formello. Manca
nando uno zero a zero. E proteggendolo con le             poco alla fine del calcio mercato. Mi chiama il
unghie. E siamo sempre il Milan e loro sono sem-          nostro Direttore Sportivo. Sono stato venduto
pre il Barcellona. Loro erano sempre blaugrana e          per salvare la Lazio. Salvare la Lazio. Salvare
il Milan aveva sempre la maglia bianca.Negli              la Lazio. Shock. Rewind. Montella che mi uccide.
spogliatoi, il Mister ci fa i complimenti per la          Lo Scudetto del 2000. La Supercoppa con lo Uni-
fase difensiva ma dice che dobbiamo essere più            ted. La Coppa delle Coppe. La Coppa Italia e il
incisivi in avanti. Zlatan e' nervoso. Vuole se-          mio goal. La fascia di Capitano. L'esordio in
gnare a tutti i costi. E chiudere il suo conto            serie A. L'infortunio a Gascoigne. La prima ma-
personale con Guardiola. Mentre il Mister parla,          glia bianco azzurra. La mia vita a ritroso. Tut-
ripenso a quel giorno di Maggio. Ai tre goal al-          ta davanti in pochi secondi.Non posso rifiutare.
la Reggina. Al diluvio di Perugia. Al goal di             Devo accettare. Per forza. La Lazio e' in crisi.
Calori. All'Olimpico invaso e in estasi. A me             Io al Milan. Hernan all'Inter.Piango. Finisce un
che sono il Capitano dello Scudetto. Romano e             Amore. Inizia un lavoro.E mentre Messi prova
laziale. Il massimo della vita. Penso al Mister           l'ultimo allungo della sua partita, trovo la
in lacrime che dice: "Si deve credere sempre".            forza chissa' dove per fermarlo. Gli tolgo la
Al trionfo di una vita. A noi nudi nello spo-             palla. San Siro mi applaude. Passo la palla a
gliatoio che saltiamo e cantiamo. Penso che un            Kevin Prince. E mi sistemo i capelli dietro le
sogno così non ritorni mai più. L'arbitro fi-             orecchie. La schiena mi urla per il dolore. Non
schia l'inizio del secondo tempo. E loro rico-            ce la fa più. Leo corre troppo. E come lui, cor-
minciano. Lo chiamano "tiki-taka" ma sembra una           rono troppo in tanti. Me ne rendo conto oggi. Di
goccia cinese. E' una tortura lenta e costante.           fronte alla squadra più forte del Mondo. Dico
Xavi, Iniesta, Xavi, Busquets, Sanchez, Keita,            basta. Oggi. Il mio corpo me lo chiede. Me lo
Puyol, Alves, Xavi, Messi. E poi ancora Xavi,             urla. L'arbitro fischia la fine della partita.
Iniesta, Busquets, Xavi. San Siro li applaude e           Zero a zero. Missione compiuta. Ancora una vol-
li teme. Dottor Jeckyll sportivo e Mr. Hyde ti-           ta. Contro il più forte del mondo.Perché io sono
foso. Pubblico esigente e mai sazio di vittorie           Alessandro Nesta. Il difensore più forte del
e trionfi. Attacchiamo noi. Zlatan vuole lascia-          mondo. Ed ero il Capitano della mia Città.
re il suo segno. La sua Zeta sulla partita. Men-
                                                          Alessandro Aquilino
tre io ripenso al Derby. Non ai quattro derby




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La bambina ed il Grande Torino.                    Trun fu costruito per volontà di un nobi-
Dimenticate il resto della vostra vita             le spagnolo, nel 1700, spianando un’area
per due minuti. Immaginate. Immaginate la          molto estesa a forza di braccia e poveri
primavera del 1949, appunto. Calatevi              attrezzi. Fra il tempo di un’occupazione
nella realtà di quell’epoca. Chiudete gli          militare in Piemonte, una della tante. La
occhi per un attimo, poi riprendete a              prova della presenza degli spagnoli ? Le
leggere. Il Grande Torino imperversava. I          coltivazioni di alberi da frutto tipici
giocatori di questa meravigliosa squadra           della penisola iberica. La villa in ori-
erano famosissimi. Una bambina li conosce          gine aveva un altro nome che si è perduto
tutti. E’ una bambina molto piccola vive           nel tempo, a favore dell’attuale, in
in mezzo ai prati ed ai boschi. Ogni tan-          quanto è stata sempre identificata come
to li vede arrivare questi ragazzi, pro-           “Villa del Trun” proprio dagli abitanti
prio dove lei abita…. e i suoi occhi so-           della Borgata Rosa. “L’etimo toponomasti-
no carichi di curiosità. Andate al Parco           co” deriva dal fatto che quando le cor-
del Meisino o giù di lì e guardate la              renti calde arrivano dal Levante, evol-
Collina di Superga. Da sotto la Basilica,          vendo in temporali, le prime folgori e i
tracciate una linea immaginaria verso il           primi tuoni ( “trun dal dialetto Torinese
basso. Arriverete senza ostacoli al Trun           ) si scatenano nella zona tra la villa e
o Tron, una misteriosa villa, situata a            la sommità di Superga. Questo era consi-
mezza costa, quasi una sentinella sulla            derato dai locali un “avvertimento” del-
collina e sulle lenzuola bianche messe ad          l’imminente temporale, in arrivo anche
asciugare dalle lavandaie di Bertolla.             sulle rive del Po. Bene, il Trun è di
Villa Trun, con l’annesso antico comples-          proprietà di Civalleri e, quando il Gran-
so agricolo è situata nel tratto di col-           de Torino gioca in casa, capita spesso,
lina tra la Borgata Rosa e Superga, in             il sabato, che la squadra si raduni per
un’area frequentata da tutti gli abitanti          una merenda sinoira, magari nel giardino,
della Borgata, sia per raggiungere la Ba-          nei pressi del viale di malva ed ibisco.
silica, sia per le scampagnate domenicali          La cappelletta, i sentierini. Angoli per
delle famiglie della zona, che trovano             meditare e trovare forza. I giocatori
ampie possibilità di svago, in quest’am-           fanno gruppo, si rilassano, si concentra-
biente molto ricco di vegetazione. Trun,           no. Parlano degli avversari, studiano la
casa padronale e cascina, vigna con l’or-          tattica. Erbstein, parla bene l’italiano
to, mezzadri, animali di proprietà ( muc-          e nel corso della riunione tattica pre-
che, galline, conigli ). Una spianata di           senta ai giocatori la partita dell’indo-
10.000, forse 12.000 mq; muri, muri alti           mani. Nei pressi circolano il cane lupo
fino a 18 metri, muri di pietra e mattoni          di Civalleri e Layla, la cagnetta della
tenuti insieme dalla famosa calce di Su-           figlia del “Civa”. Il Torino si muove con
perga. Gli scoli delle acque, costruiti            il “Conte Rosso” che viene parcheggiato a
con i mattoni. Nella villa ci sono quat-           lato della strada per Superga, a poche
tordici grandi camere, tutte riscaldate            centinaia di metri dalla villa di Cival-
con stufe di Castellamonte. Il Trun è il           leri. L’accesso alla carrareccia è in
palazzotto del dirigente accompagnatore            faccia ai giardini della famiglia Camera-
Ippolito Civalleri, tifosissimo granata e          na, l’arco d’ingresso non c’è ancora, si
braccio destro di Ferruccio Novo, il Pre-          passa dal cancello grosso. I giocatori si
sidente del Grande Torino. Civalleri, di-          fanno una breve passeggiata. Anche la
rigente SNIA Viscosa, è un vero signore,           gente del posto cammina. Tanto cammina
piemontese di vecchio stampo, simpatico,           per il bosco anche il bosco ecco. E’ una
gentile, disposto alla chiacchiera, cor-           ricerca importante. Fornisce cibo. I gio-
diale e di buon carattere ma, quando               catori del Grande Torino. Si divertono,
s’inalbera, è meglio girare a largo. I             ridono, esplorano; discutono tra di loro,
giocatori lo amano, si fidano di lui e lo          ascoltano i tecnici, preparano la parti-
temono, anche. La villa dicevamo è situa-          ta, guardano il passaggio. Guardano in
ta in uno stupendo complesso rurale e An-          basso, verso il fiume, verso Torino, dal-
dreina, la bambina che conosce tutti i             la spettacolare terrazza-belvedere. Guar-
giocatori è la figlia del mezzadro. Il             dano in alto, verso le montagne, verso la



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schegge di storia
Basilica, verso il cielo. Sì guardano la           che, non vedono l’ora di precipitarsi
Basilica. La Basilica di Superga, che è a          nella stalla, interessandosi alla mucca
poche   centinaia  di  metri,   in  linea          tale, al vitellino, a questo, a quello.
d’aria, esattamente sopra di loro. Un’al-          E’ il 4 maggio del 1949. Dal Trun nessuno
tra delle incredibili storie del Toro: i           si accorge di nulla. Nessun rumore, Nien-
nostri eroi preparano le sfide, esatta-            te radio, per il personale. Poco sotto
mente sotto la Basilica dove il Fato li            nell’allagata Borgata Rosa, invece la
vincerà. I 4 dell’Ave Maria. Il personale          gente guarda con apprensione all’acqua
che lavora al Trun li chima così. Sono             che minaccia le case, c’è un po’ di caos
Bacigalupo, Loik, Martelli e Gabetto:              e il ponte di San Mauro è pericolante.
chiacchierano tanto, scherzano e si sfot-          All’improvviso viene avvertito un gran
tono, sempre con garbo, senza usare paro-          boato; qualcuno dice di intravedere un
lacce, frequentano il campo di bocce,              enorme colonna di fumo. E’ successo qual-
sempre ben curato. Antonio è il fratello           cosa di molto grave sicuramente. Molti
di Andreina e fa il raccoglibocce. I vin-          uomini della Borgata si vestono veloce-
citori sono portati in trionfo dai per-            mente e alla meglio, la pioggia è scro-
denti. Il festeggiamento è un po’ criti-           sciante:   s’inerpicano   sulla  collina,
cabile a volte, come nel caso dello stra-          unendosi ai residenti di Superga. Con ri-
no giro d’onore di Baci e Gabetto, ficca-          tardo la notizia arriva anche al Trun : “
ti dentro ad una botte usata come pozzo            Sono morti tutti! Il signore ! il signore
nero per i prati e portati a destra e a            è andato a Lisbona! E’ morto anche lui!
sinistra, su un traballante carretto a             E’ morto il commendatore ! Monsù Civalle-
due ruote. A volte i giocatori del Torino          ri!”. Il resto lo sapete.
sono un po’ bizzarri, anche se ammirati
                                                   Diego Il Condor
ovunque e considerati dai brasiliani come
i migliori del mondo, sono ancora molto
giovani, sono i “ragazzi”. Sono simpati-
ci, ognuno a modo suo. L’esuberante Bal-
larin. Il più che esuberante Rigamonti.
E’ Bacigalupo, però il più scatenato:
batte anche il “Riga”. Valerio per le
bocce, poi impazzisce proprio. Il calcio,
in fondo non gli piace così tanto, anche
se i bocia che abitano vicino a lui lo
invitano sempre a tirare due calci al
pallone e Baci non rifiuta mai: non può
deludere i sui piccoli tifosi. Capitan
Valentino è affidabile, simpatico anche
lui, ma gira da solo, supera le siepi di
bosso, le piante si spirea, il biancospi-
no, i cespugli di aromi, i gusti; il Ca-
pitano cammina per i prati, per poi fare
una breve siesta sotto l’ippocastano. Per
gli antichi Celti, l’ippocastano era sim-
bolo di integrità e lealtà. Ossola è un
po’ schivo, un po’ timido. Casigliano.
Qualcuno dice che è un tipo truce. La
gente che lavora al Trun pensa che non
sia vero, anzi. Il suo famoso numero del-
la monetina, infilata nel taschino con un
colpo di tacco. Maroso è ancora più bra-
vo, però come giocoliere. Maroso è alle-
gro. Maroso con i suoi completini grigini
e Rigamonti con le sue giacche Principe
di Galles, hanno una passione per le muc-




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La bandiera con la rosa dei venti.                 "Via la merda da Firenze" , Paolo pro-
...l'idea di fare una bandiera tutta               pose di fare una mega bandiera, sul
nostra    venne   a  Paolo    ...premetto          modello di quella spettacolare dei
...eravamo tutti 17/18enni. Già da                 milanisti...quella con la rosa dei
qualche anno frequentatori della curva             venti...lo ammetto ...decidemmo di co-
senza affiliazioni specifiche, anzi                piare da chi sicuramente aveva molta
direi piuttosto per conto nostro, in               più storia di noi ragazzetti...i no-
comune il fatto d'essere, un bel nume-             stri Ultras (almeno quelli storici an-
ro di noi, tutti studenti (va beh...è              che se non potevano più esibire quel
una parola grossa) nello stesso Liceo,             nome, fuorilegge dal 1983), infatti,
poi ovviamente dagli studenti ci al-               li vedevamo come esempi irraggiungibi-
largavamo ad altri ragazzi che ognuno              li e talmente tanta era la soggezione
di noi frequentava nell'extra scuola.              che alla fine ci riusciva più semplice
Il nucleo principale era però quello               cercare di essere protagonisti restan-
dei ragazzi del Liceo si ma che prove-             do ai margini piuttosto che cercare di
nivano dalla zona sud occidentale del-             integrare direttamente...poi, alla fi-
la città, e parecchi erano coloro che,             ne, il fare e creare in curva automa-
non della stessa scuola, stavano co-               ticamente   ti   dava  l'occasione   di
munque assieme a loro ritrovandosi nei             integrarti...solo che, ecco, non era
vialoni di periferia a perdere tempo               la nostra finalità principale. Ini-
specialmente nei lunghi pomeriggi pri-             ziammo la colletta questuante a scuola
maverili ed estivi in virtù di un'in-              (e dove sennò?) ...raggiungemmo un di-
fanzia e di una quotidianità comune.               screto gruzzoletto nel giro di una de-
Eravamo, nel massimo splendore, una                cina di giorni ...comprare la stoffa
quarantina anche più di ragazzi inna-              (bianca) e i colori e pennelli (viola
morati della nostra città, della no-               e fucsia) fu un attimo...poi a dise-
stra    squadra    e   soprattutto    del          gnare sul tessuto nel garage del T.
tifo...di quell'essere comunque e sem-             Bandierone bianco di domensioni spa-
pre protagonisti o avere anche solo                ventose, esagerammo, non ponendoci il
l'illusione di esserlo, pur tifando                problema della sventolata che doveva
per una squadra spesso e volentieri                seguire, insomma una roba da oltre 15
perdente anche se di nobili tradizio-              m2...strisce    viola  e    fucsia   ai
ni! Io ero un po' l'isolato ...i miei              bordi...e rosa dei venti viola e fuc-
amici     d'infanzia    stavano     tutti          sia al centro...i bordi li facemmo cu-
altrove...nel senso che avevan tutti               cire a mia mamma che era una sarta so-
smesso di studiare dopo le scuole me-              praffina e si prestò, non senza bofon-
die, tutti fedelissimi ai colori pre-              chiare ("tu stai sempre dietro a que-
feriti in città ovviamente...ma la                 ste bischerate quando tu dovresti stu-
frequentazione assidua di quei ragazzi             diare per l'esame"...di Maturità...)
di Legnaia (il quartiere appunto a sud             ...nel frattempo io e Paolo ci siamo
ovest) mi aveva piano piano reso molto             messi alla ricerca dell'asta...troppo
più familiari , che i vecchi amici del             cara la canna da pesca...alla fine op-
quartiere ...insomma Paolo, uno dei                tammo per i tubi da idraulico in pvc
ragazzi    di   Legnaia,    ebbe   l'idea          ...quelli che si inseriscono uno den-
...avevamo già tutti noi avuto il no-              tro l'altro...opportunamente rafforza-
stro battesimo del fuoco qualche anno              ti con del nastro da pacchi ...insomma
prima in occasione dell'arrivo delle               poteva reggere...esordimmo contro il
valanghe    barbariche   romaniste   (una          Bari...in    casa...il   24    novembre
volta qualche tempo dopo avemmo pure               1985...almeno così mi pare...entrati
il piacere di conoscere anche quelle               in curva ci rendemmo subito conto che
laziali, con quel famoso treno...ma è              NON riuscivamo manco a sollevarla
un'altra storia)...quindi eravamo as-              ...figuriamoci a sventolarla... i no-
sai uniti e sempre entusiasti...dopo               stri sforzi ammirevoli ma nel contempo
lo striscione da noi realizzato in oc-             ridicoli non sfuggirono al resto del
casione di una partita contro la Juve              pubblico di curva...e subito una dele-



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moviola
gazione di quelli che per noi erano              bella bandiera ci ha seguito per un
miti si manifestò per chiederci che              po'...fece anche la trasfertona in
cosa      stavamo       cercando     di          treno a Lecce, dove riuscimmo a perde-
fare...spiegammo, non senza imbarazzo            re 2 a 1...era il Lecce che retrocesse
...si misero a ridere ed ecco uno che            ma vinse alla penultima a Roma contro
prende la bandiera e..."non è roba da            i giallorossi privandoli di uno scu-
ragazzini...". Scavalca l'inferriata,            detto   ormai   quasi   cucito   sulle
entra in campo, se la fa passare tra             maglie...e fornendo a voi laziali
le sbarre (all'epoca non c'era il                l'occasione di una serie di cori com-
plexiglass bensì le sbarre) e entra              memorativi assai divertenti anche se
nella zona tra il campo e la curva do-           feroci...da qualche parte devo avere
ve c'era la pista d'atletica (bellis-            la foto di noi e della nostra bandiera
sima poi eliminata nel corso dell'ob-            a Lecce...la mostrammo, ammainata, du-
brobrioso progetto di ristrutturazione           rante il tragitto dalla stazione allo
per Italia 90...un crimine ancora                stadio...tutto senza scorta...e poi
impunito...vabbè)...inizia a sventola-           approfittando del fatto che il settore
re ...BELLISSIMA...e che soddisfazione           ospiti era nel secondo anello riuscim-
a vedere all'unisono la nostra curva e           mo anche a sventolarla...meglio dire a
il resto dello stadio applaudire la              scenderla e a farla muovere usando co-
nostra bandiera, eravamo gonfi e tron-           me supporto la transenna...dopo il
fi, dopo dieci minuti rientra e ci re-           match venne sfilata dai tubi e messa
stituisce la bandiera..."ragazzi...ma            nello zaino...i tubi servirono come
che siete matti...m'aveta ammazzato              bastoni da passeggio nel difficile ri-
per      far      sventolare     questa          torno al treno...ma questa è un'altra
bandiera...per almeno tre giorni mi              storia...
riuscirà difficile anche bere ì caf-
fè...". Arrotolammo il tutto e assi-
stemmo, sempre tifando ma non svento-            Alessandro Rabbiosi
lando, ad un orrido 0 a 0. La nostra




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Il City a           Newcastle nel 1968.                dinate il campo di gioco si vede bene,
Non sarò in grado di spendere parole di                ma c’erano tanti tifosi del City festanti
saggezza, sulla partita del Man City a                 sugli spalti, che non ho visto quando
Newcastle del 2012, perché l’ho guardata               Summerbee ha segnato. A fine partita una
su Sky e non è proprio come essere allo                volta entrato sul terreno di gioco, per
stadio. Anzi è davvero differente ! "NEW-              festeggiare la nostra vittoria, sono an-
CASTLE, 16:45, 11-5-68", recita così                   dato fino all’area di rigore di fronte
l'etichetta del Dymo label sul mio picco-              all’altra curva, per prendere la zolla
lo pacchetto a tenuta d'aria, dove con-                d’erba dal punto esatto in cui Franny Lee
servo ancora la zolla d’erba presa dal                 aveva segnato la sua rete. Fu davvero
dischetto dell’area di rigore, da cui                  difficile da prendere quella piccola zol-
Franny Lee ha segnato il quarto goal del-              la, perché sul campo era pieno di tifosi
la nostra vittoria. L'erba non è più così              del City….che avevamo avuto la stessa
verde come un tempo, ma visto che è stata              idea.Ovviamente il viaggio verso casa è
nel mio portafoglio ( ho una piccola par-              stato ancora più divertente, il pullman
te “di backup” in un luogo sicuro nel ca-              si fermò un sacco di volte e ovunque
so in cui venga aggredito e derubato )                 c'erano Blues a cantare e a ballare. A un
per gli ultimi 40 anni, il che non è sor-              certo punto fummo raggiunti anche dal
prendente. Nel 1968 ero uno studente di                pullman con i giocatori del City che vi-
ingegneria. Tra gli studenti di allora, i              cino a noi e stavano festeggiando con la
tifosi del City erano solo in tre : io,                stessa intensità di tutti gli altri. Sia-
Dave Cooper e Brian Chapellow. Anche i                 mo finalmente tornati in città, ma i fe-
docenti erano “Rags” ( tifosi del Manche-              steggiamenti sono durati ancora, al punto
ster United ). Quell’anno però li avevamo              tale che sono tornato dentro la mia casa
battuti, per 3-1 nel derby che si era                  solo …. il giorno successivo. Da allora
giocato nel mese di marzo, quindi erano                ho fatto ancora tantissime trasferte sia
un po’ meno arroganti del solito. In quei              in Inghilterra che in Europa ... ma que-
giorni la mia solita routine era di anda-              sta è stata la mia prima esperienza nel
re alla partita, in casa o fuori, e poi                vincere qualcosa di davvero importante.
correre di nuovo al Lowenbrau Bier Keller              Poi sono stato a Wembley per due volte
a Piccadilly dove l'atmosfera era incre-               per la FA Cup e la League Cup, a Vienna
dibile, con tanti tifosi di calcio che                 per la finale di Coppa delle Coppe. Ma ho
intonavano i canti, appresi il sabato                  pensato che quella giornata del 1968 è
sulle gradinate di tutti gli stadi del-                stata la migliore della mia vita!
l’Inghilterra.  Andavamo   spesso  avanti
                                                       PS: Se qualcuno vuole vedere la mia zolla
tutta la notte, senza troppe difficoltà,
                                                       erba…. deve venire fino in Inghilterra.
incuranti della giornata lavorativa o di
studio che ci attendeva. L’organizzazione
della trasferta di Newcastle mi resta                  John
difficile da ricordare con esattezza ora,
                                                       A MCFC fan
ma credo che Brian Chapellow ed io abbia-
mo preso un pullman Fingland da Leven-
shulme. Ricordo bene come eravamo stupiti
che tutto il traffico sembrava essere di-
pinto di blu e bianco. In quei giorni non
so se ho davvero creduto che avremmo po-
tuto vincere il campionato, ma Joe e Mal-
colm rivoluzionarono tutto. Il City vin-
se, quell’11 maggio del 1968, per 4-3 sul
campo del Newcastle. Prima della gara, ci
speravamo, ma temevamo anche il peggio!
Al St James 'Park eravamo in attesa di
entrare all’interno dello stadio, circon-
dati da un sacco di Geordies e tutto sem-
brava essere molto tranquillo. Dalle gra-



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La finale di FA Cup del 1927, un                   formazione   londinese   dell’Arsenal. Il
gatto e una maglia inadatta.                       Cardiff era già stato sconfitto dallo
Re George V e due primi ministri della             Sheffield United nella finale di FA Cup
Gran Bretagna, del 20th secolo in tempo            1925 e non voleva certo ripetersi. Hughie
di guerra, David Lloyd George e Winston            Ferguson segnò però al 74’ minuto di gio-
Churchill, hanno visto il Cardiff battere          co la rete della vittoria. Il portiere
l'Arsenal davanti a 93.000 spettatori su-          dell’Arsenal, Dan Lewis, in questa circo-
gli spalti dello stadio di Wembley,    il          stanza non fu però impeccabile, perché il
23 aprile 1927, in una finale di FA Cup.           tiro di Hughie non era certo imparabile,
Quel giorno una squadra non inglese vin-           e il portiere dei londinesi si fece pas-
se, quella che allora si chiamava la En-           sare il pallone sotto il corpo con un
glish Cup, per l'unica volta nei suoi 137          goffo intervento. I teorici della cospi-
anni di storia. Ad oggi resta ancora               razione dissero che il portiere gallese
l’unica squadra non inglese ad aver vinto          Lewis aveva volutamente aiutato i suoi
questo trofeo. La partita del 1927 è sta-          connazionali, ma Lewis disse che colpa
ta anche molto importante, perché fu la            del suo errore era da imputarsi alla sua
prima finale di coppa che andò in onda in          maglia nuova, che era di un tipo di lana
diretta sulla BBC Radio e perché fu anche          troppo spessa,    che gli impediva di af-
la prima il finale in cui l’ inno della            ferrare la palla correttamente. Da allo-
FA Cup “Abide With Me” fu cantata prima            ra, quelli dell’Arsenal hanno lavato sem-
dell’inizio dei novanta minuti. La frase           pre le maglie dei loro portieri, prima di
'Back to One Square' è stata coniata per           ogni partita. Proprio per evitare dei so-
la finale di FA Cup del 1927, dato che i           spetti. Chissà quando questo prestigioso
commentatori radiofonici utilizzavano una          trofeo tornerà ancora in Galles ? Le for-
griglia pubblicata sul Times per descri-           mazioni di quella finale :
vere l'azione della partita. Era un campo
                                                   Cardiff City: Farquarson; Nelson, Watson;
di calcio, che i giornalisti del tempo,
                                                   Keenor, Sloan, Hardy; Curtis, Irving,
avevano diviso in tanti quadrati numera-
                                                   Ferguson, Davies L., M'Laclan
ti, così alla radio, potevano dire agli
ascoltatori in quale quadrato era in gio-          Arsenal: Lewis; Parker, Kennedy; Baker,
co il pallone in quel momento. L’azione            Butler,   John; Hulme,  Buchan,  Brain,
si svolge in A 4….davvero altri tempi! Il          Blyth, Hoar
Cardiff City aveva adottato un gatto nero
come mascotte, Trixie, per questa impor-
tante gara, perché il suo attaccante Hu-           Charles Harvey Lynch
ghie Ferguson, stella della squadra ed
idolo dei suoi tifosi, aveva pensato che
fosse di buon auspicio. Ferguson l’aveva
trovato a vagare smarrito, sul campo del
Royal Birkdale quando i giocatori del
Cardiff City stavano allenandosi in vista
della partita del quinto turno di FA Cup
contro il Bolton Wanderers. Ferguson
chiese a tutti gli abitanti delle case
nelle vicinanze e finalmente trovò il
proprietario del gatto che accettò la
proposta di farne la mascotte della squa-
dra nella finalissima di Wembley, otte-
nendo in cambio però due biglietti. L’
accordo fu stipulato e il gatto portafor-
tuna consegnato. Al Cardiff furono tirati
degli ortaggi appena il pullman della
squadra arrivò a Wembley, ma l’ agguato
più pericoloso sarebbe stato    sul campo
di gioco. L’attendeva infatti la forte



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era il 19 giugno 1919.                             fosi fecero andare in pensione il " piaz-
Affiancato da Antonio Calabritto, Vincen-          za d'armi". il comune spostò il cimitero
zo Giordano ed Adalgiso Onesti, Schiavone          a Brignano e lo stadio, al centro della
affiliò la Salernitana al comitato campa-          città, prese corpo poco alla volta. il
no. Ci fu l'autorizzazione a giocare, ma           glorioso Vestuti fu inaugurato nel 1932.
non si era pronti. Successivamente in una          Per due stagioni consecutive si sfiorò la
lunga riunione durata tutta una notte, i           serie B. il salto di qualità, dopo un
4 organizzatori ed 11 giocatori decisero           quinquennio di delusioni, arrivò nel
di giocare. Adalgiso Onesti fu nominato            1937/38: nell'ultima giornata, la Saler-
presidente. si approntò la prima casacca:          nitana ottenne la promozione.   A Potenza
maglia a strisce verticali bianco cele-            fu festa grande. La prima volta in una
ste. Il primo campo fu Piazza d' Armi.             serie B a girone unico, i salernitani
Primo campionato: girone a tre squadre             chiusero al penultimo posto, ritornando
oltre la Salernitana, Stabia, Savoia e             in serie C. C'e' un nome che nessuno co-
Pro Italia. Il debutto a Castellammare:            nosce: Kertesz. fu un allenatore unghere-
treno e carrozzelle i mezzi di trasporto           se che, prima di Delio Rossi, infilò 16
della squadra e di un nutrito gruppo di            risultati utili consecutivi, grande serie
tifosi. Lo Stabia era uno squadrone, ma            positive: al Vestuti......nessuno passa-
autorità e cuore portarono la Salernitana          va.   Negli anni trenta i calciatori più
a vincere1-0 con un goal dell' ala Ali-            rappresentativi furono Antonio Valese,
berti. Fu la prima di 6 vittorie, chiusu-          Giovanni Pilato ed il portiere Giovanni
ra del girone a punteggio pieno e quali-           Scannapieco detto " gatto magico". in
ficazione per la finale. Avversario il             questo decennio apparve la figura del
Brasiliano. Si perse 5-0 a napoli. Si              massaggiatore: Angelo Carmando ne inter-
vinse 5-0 a salerno. la bella sul campo            pretò cosi bene il ruolo da non lasciare
neutro di Nocera: il brasiliano non si             più " spugna e secchio granata" per de-
presentò per protesta e la SAalernitana            cenni. I figli Bruno e Salvatore sono
ottenne la prima promozione a tavolino.            stati capostipiti di una famiglia di fi-
Nella prima Serie A non ci fu gloria. Pu-          sioterapisti. Noi over 40 siamo legati
teolana, Naples e Savoia erano molto più           alla figura di bruno come i nostri nonni
forti. Non ci fu retrocessione perchè si           erano legati a quella di angelo: pura Sa-
decise di fare due campionati: uno orga-           lernitanità.
nizzato dalla Figc ed un altro dalla Cci.
La Salernitana si aggregò a quest'ultima
e partecipò al suo secondo campionato di           Roberto Cocozza
Serie A. Non andò bene, fini ultima in-
sieme al Naples. Si tornò, nella stagione
22/23 ad un unico campionato. La Sa-
lernitana partecipò alla 2 divisione
( attuale serie B). Ritornò subito in
Serie A. Ma anche quell'anno, nel mas-
simo campionato, ci fu una magra
figura.....la serie A era fatta per i
blasoni. Crisi di crescita degli ultimi
anni 20, ma almeno ci avevamo provato
ed il cuore salernitano era andato al di
là di tanti ostacoli. Il secondo decen-
nio di vita vide il rilancio della Sa-
lernitana. Sino al 29 i campionati erano
frazionati a gironi, dopo nacque il tor-
neo unico. si privilegiarono le beneme-
renze sportive e la Salernitana fu collo-
cata nel campionato di prima divisione
l'equivalente Serie C. Tornei di alta
classifica e l' aumento smisurato di ti-



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calcio d’angolo

Swindon Town.                                      Cinque fratelli in campo.
Paolo Di Canio in versione singer per la           Siamo davvero nella preistoria, a cavallo
festa finale. Look alla Doctor House,              fra gli anni 10 e 20. Un calcio molto di-
barba incolta e giacchetto di pelle, Pao-          verso da quello odierno, un calcio sicu-
lo Di Canio chiude la festa per la promo-          ramente più genuino. Ed in questo clima
zione in League One cantando, sul palco            romantico, è sicuramente bello raccontare
assieme alla band Toploader, "Dancing in           di cinque fratelli in maglia granata. Di
the moonlight" di King Harvest. Tanta              loro sono arrivati a noi notizie frammen-
gente si è riversata al County Ground              tarie. Alla fine della prima guerra mon-
nella giornata dedicata ai ragazzi in              diale, si riprende anche con l'attività
biancorosso: palco in mezzo al terreno di          calcistica, e un giornale dell'epoca ri-
gioco su cui si sono alternate diversi             porta un amichevole fra Vigor Trapani e
gruppi musicali, tenda vip riservata ai            Palermo F.c. finita 5-0 per i palermita-
tifosi “facoltosi” che, in cambio di con-          ni. In quell'incontro si distingue Zolli
grua offerta, hanno cenato spalla a spal-          secondo. I fratelli Zolli parteciparono
la con i giocatori della loro squadra e            successivamente al campionato 1921-22. In
tanto divertimento, questi gli ingredien-          quell'anno a livello nazionale vennero
ti di una riuscitissima giornata. Ovazio-          disputati due campionati: uno, gestito
ne finale per il singer Di Canio, diven-           dalla FIGC e l'altro gestito dalla CCI.
tato in un solo anno vero e proprio idolo          Quest'ultimo campionato era diviso in tre
locale. Il giusto finale di un anno vis-           leghe: la nord la centro e la sud. La le-
suto alla grande tra sconfitte (terribile          ga sud (che non partecipava però all'as-
la serie negativa iniziale), tante vitto-          segnazione dello scudetto vinto poi dalla
rie (sfiorato il record di vittorie con-           Pro Vercelli) comprendeva una serie di
secutive di una squadra inglese), imprese          gironi regionali, e in quello siciliano
(il passaggio del turno in F.A. Cup), de-          era inserita la Vigor Trapani. Il campio-
lusioni (la finale di Johnstone’s persa a          nato fu ingloriosamente chiuso all'ultimo
Wembley) e dolori (la morte di entrambi i          posto, con dieci sconfitte su dieci par-
genitori del mister italiano) che ha sa-           tite e con ben sei rinunce. Di quel cam-
puto lanciare Di Canio tra gli allenatori          pionato ci arriva notizia di un gol di
emergenti (per lui si è parlato dell’in-           Zolli primo in un Vigor Trapani- Libertas
teressamento di Leeds e West Ham).                 Palermo 2-3. Nel 1924 nasce una nuova so-
                                                   cietà dalla fusione fra Vigor Trapan e
                                                   Drepanum: la U.S. Trapanese, e fra i gio-
Renato Cignoni                                     catori vengono ancora chiamati i cinque
                                                   fratelli. Poi non ci arriva più alcuna
                                                   notizia, ma cinque fratelli in una squa-
                                                   dra per tanti anni se non rappresenta un
                                                   record ...poco ci manca.



                                                   Vito Galuppo




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moviola

30 maggio 1984, scritto neutrale...                Pruzzo fa esplodere lo stadio "pettinan-
Bob Paisley si è ritirato al termine del-          do" di testa un pallone crossato da Bruno
la stagione precedente, il suo posto sul-          Conti, che si insacca alle spalle di
la panchina dei Reds è stato preso dal             Grobbelaar. Il bomber romanista lotta co-
suo secondo, Joe Fagan. Il Liverpool è             me un leone, ma in avvio di ripresa si
alla nona partecipazione consecutiva alla          infortuna e dovrà uscire sostituito dal
Coppa dei Campioni, non salta un'edizione          tornante Chierico. La Roma perde incisi-
dal 1976. La squadra è cambiata rispetto           vità, il Liverpool si rende pericoloso in
a quella che trionfò nel 1981 contro il            contropiede con Dalglish e Neal. Termina-
Real Madrid a Parigi: negli ultimi anni            no in parità i tempi regolamentari e
hanno raggiunto Anfield Road il teatrale           neanche nei supplementari si sblocca il
portiere Grobbelaar, lo stopper Lawren-            risultato. Per la prima volta la Coppa
son, il mediano irlandese Whelan, il tut-          viene assegnata ai calci di rigore. Nicol
tofare Nicol e soprattutto il bomber Ian           sbaglia subito per gli inglesi, Conti
Rush. L'avventura in Coppa comincia con-           fallisce il secondo tentativo dei romani.
tro i danesi dell'OB Odense, superati co-          Dopo tre rigori a testa il risultato è
modamente. Il secondo turno pone di fron-          ancora in parità: tocca a Rush che non
te ai Reds i baschi dell'Athletic Bilbao.          sbaglia, quindi va dal dischetto l'affa-
Il sorprendente pareggio a reti bianche            ticato Ciccio Graziani, che colpisce la
dell'andata a Anfield costringe il Liver-          traversa. Alan Kennedy, che già aveva da-
pool a conquistare la qualificazione in            to ai Reds la coppa del 1981, non trema e
trasferta, grazie a una prodezza di Rush,          infila Franco Tancredi. Per il Liverpool
che comincia a lasciare il segno su que-           è la quarta vittoria in quattro finali.
sta edizione. Nei quarti la squadra di
Fagan incontra il Benfica, che limita i
danni in Inghilterra (0-1) e viene tra-            Claudio Boffa Tarlatta
volto a Lisbona per 4-1 in una delle mi-
gliori prestazioni esterne del Liverpool.
In semifinale è la volta della Dinamo Bu-
carest: Sammy Lee garantisce il primo
round ai Reds in casa, ma è Ian Rush con
due gol in Romania a mettere il timbro
sul passaporto per la finale. Il Liver-
pool torna a Roma dove sette anni prima
aveva vinto la sua prima Coppa Campioni
contro il Borussia Mönchengladbach. Di
fronte c'è la Roma di Falcão, che gioca
in casa. I giallorossi sono al debutto;
nel tunnel che conduce in campo, con gli
atleti già schierati ad aspettare l'in-
gresso sul terreno, le loro facce sono
tesissime, i comportamenti nervosi. Gli
esperti inglesi mostrano invece grande
tranquillità, cantando tutti insieme. Do-
po un leggero predominio della Roma, al
quarto d'ora scende il gelo sull'Olimpi-
co: Johnston "carica" Tancredi uscito per
intercettare un cross, il portiere perde
la palla.Bonetti cerca di allontanare, ma
il rinvio finisce sulla testa di Tancredi
a terra e poi sui piedi di Neal, che por-
ta in vantaggio il Liverpool. La Roma
tenta di reagire, ma è Tancredi a dover
compiere un miracolo su un contropiede di
Rush. Poi, sul finire del primo tempo,



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fuorigioco

Football Rivalries      ...l’importanza            cultura. Sembra di essere, su un treno
del derby.                                         virtuale, in viaggio per l’Europa con la
Tutti quelli che hanno la fortuna di vi-           tua sciarpa al collo. Scendiamo in Olanda
vere in una città che ha due squadre cit-          e scopriamo che il paese dei tulipani e
tadine, conosce bene l’importanza del              dei mulini a vento, non è solo questa
derby. Sappiamo bene che vincere la stra-          cartolina, ma che ci sono tifoserie orga-
cittadina, può cambiare il corso di una            nizzate e sfide infuocate, che talvolta
stagione calcistica, può regalarti sensa-          travalicano i soli motivi calcistici.
zioni ed emozioni uniche, che rimangono            Sentiamo quasi parlare tedesco e ci ve-
indelebili nella tua mente, per anni, en-          diamo nella curva dell’Hertha Berlin men-
trando a far parte del tuo patrimonio di           tre i cori all’unisono con le bandiere di
ricordi più belli. Potremmo dimenticare            alzano dai settori più popolari del vec-
ricorrenze, festività e compleanni, ma             chio stadio della capitale tedesca. Pas-
non scorderemo mai la rete di Nicoli, se-          sione e voglia di stare insieme che acco-
gnata quasi allo scadere, le due gemme di          munano tanti tifosi teutonici, quando la
Vincenzo D’Amico contro una formazione,            fredda e compassata Germania diventa qua-
che sulla carta partiva favorita, la pu-           si un paese latino. Passando per la Fran-
nizione magistrale di Veron, e la zampata          cia ed il suo derby per antonomasia, che
del centrattacco teutonico nei minuti di           infiamma un’ intera nazione, come quello
recupero. Il derby evoca, bandiere al              tra il PSG ed il Marsiglia, si arriva poi
vento, abbracci con persone che neppure            nelle terre in cui la stracittadina è
conosci, il tornare adolescenti per no-            davvero qualcosa che si vive, quasi tutti
vanta lunghissimi minuti, l’odore dei fu-          i giorni dell’anno. Siamo arrivati in
mogeni che salgono forti e spavaldi al             Grecia per poi passare in Turchia. Qui le
cielo, saltare pazzo di gioca sopra un             sfide stracittadine sono qualcosa che non
seggiolino, ma anche uscire disperato con          è solo calcio, ma è una sfida tra quar-
la morte nel cuore. Il derby è tutto que-          tiere e quartiere, tra tradizioni vecchie
sto, nella mia città, ma anche in ogni             ed antiche che risalgono addirittura ad
parte del mondo. Perché noi tifosi di              un secolo fa. Il derby è qualcosa di uni-
calcio, che abitualmente andiamo tutte le          co, in ogni parte della vecchia Europa,
domeniche allo stadio, ci assomigliamo un          vissuto ovunque con la stessa trepidazio-
po’ tutti, in ogni angolo del pianeta.             ne. Perché una vittoria nel derby vale
Vincenzo Paliotto, per Urbone Publishing,          più di ogni altra vittoria, perché in
ha scritto un bel libro intitolato : “             ogni angolo del mondo, vedere i tifosi
Football rivalries – Derby e rivalità              avversari uscire sconfitti e tristi, men-
calcistiche europee“ che parla, per l’ap-          tre tu canti e sventoli i tuoi vessilli,
punto di derby, visti ad ogni latitudine           non ha davvero paragoni. Fate anche voi
del vecchio continente. Si inizia come             questo lungo viaggio nell’Europa calci-
d’obbligo, per ogni appassionato di cal-           stica, ne vale davvero la pena.
cio, dalla Gran Bretagna, analizzando i
motivi, che spesso hanno origini che si
perdono nei meandri della storia, come             Giorgio Acerbis
quella tra il West Ham Utd ed il    Mill-
wall Fc, che portano spesso ad una riva-
lità esasperata che si esaspera ancora di
più con il trascorrere degli anni. Ci fa
immergere nel clima derby di città cono-
sciute nel mondo, solo per la loro forma-
zione di calcio, come il caso di Manche-
ster, ci racconta di cori, striscioni e
trasferte, negli infuocati derby di Gal-
les ed Irlanda. Dalla Gran Bretagna ini-
zia così il nostro viaggio attraverso
città e tifoserie, più o meno conosciute,
di cui apprendiamo storie, tradizioni e



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                     N.9 - GIUGNO 2012 
      
                      PAGINA   18
fuorigioco

Tutto il Catania minuto per minuto.                   Tutti i colori del calcio.
Una passione inossidabile, la stessa che ci           Gli autori Salvi e Savorelli, attraverso
faceva marinare la scuola pur di vedere gli           una storia universale del calcio come
allenamenti dei nostri eroi al vecchio Ciba-          gioco e come istituzione, tracciano una
li. Un sentimento che resiste tutt’oggi in            mappa dei colori di centinaia di squadre
un pianeta del pallone diverso anni luce già          e ne rintraccia l'origine. Dagli usi ca-
da quello di una decina d’anni fa, e canni-           vallereschi della guerra e dei tornei, il
balizzato dalle pay TV. L’amore tramandatoci          calcio ha ereditato il suo aspetto così
dai nostri padri per due incantevoli colori           affascinante di spettacolo a colori. La
“il rosso fuoco dell’Etna e l’azzurro del             scelta dei colori delle sue casacche, e
mare”. La consapevolezza che perfino il più           le regole che la governano, hanno infatti
grande dei successi ha poco significato se            origine nel linguaggio cromatico della
ci si dimentica di quelli raggiunti nel pas-          battaglia medievale, di cui, a sua insa-
sato attraverso tante tribolazioni. Ma so-            puta, il calcio è la più stupefacente in-
prattutto la presa di coscienza che la città          terpretazione moderna, oggi che i cava-
e la squadra meritano un’opera che racconti           lieri si vedono soltanto al cinema. Que-
una storia che ha fatto innamorare centinaia          sto libro, attraverso una storia univer-
di migliaia di catanesi. Queste parole degli          sale del calcio come gioco e come istitu-
autori (Antonio Buemi, Roberto Quartarone,            zione – che è anche la storia dei suoi
Alessandro Russo, Filippo Solarino) sinte-            club più famosi –, traccia una mappa dei
tizzano le motivazioni alle spalle dell’ope-          colori di centinaia di squadre e ne rin-
ra omnia sulla storia del calcio rossazzurro          traccia l'origine; a proposito della qua-
: “Tutto il Catania minuto per minuto” edito          le, innestate su una rigorosa sintassi
dalla GEO edizioni di Carlo Fontanelli e              araldica, la moda, l'appartenenza socia-
giunto alla seconda edizione, dopo il suc-            le, la politica, la religione e soprat-
cesso della prima andata esaurita in pochi            tutto il caso e il gusto sono stati spes-
mesi. Un volume enciclopedico di 500 pagine           so determinanti. Insomma: come e perché
recentemente insignito del patrocinio da              la maglia del Chelsea è azzurra, quella
parte della facoltà di Storia dell’Universi-          del Liverpool rossa, quella del Celtic
tà di Catania per il rigore scientifico nel-          biancoverde? E perche la Juventus ha mu-
la ricerca, e che custodisce gli oltre 3000           tato il suo rosa iniziale nell'ormai tra-
tabellini completi di ogni gara ufficiale             dizionale bianconero? Un capitolo è dedi-
giocata dal 1929, centinaia di foto storiche          cato ai marchi dei club; il sistema dei
inedite, ed il romanzo di ogni stagione. Ma           segni probabilmente più noto al mondo,
soprattutto l’inedito excursus della prei-            che sfata l'opinione comune secondo la
storia del football catanese a partire dal            quale la scienza del blasone sarebbe un
1908, ed il racconto della vera storia del            passatempo per iniziati, incomprensibile
Catania, ch,e rinato del 1946, vede invece            e misterioso.
le sue origini nella S.S Catania fondata nel
1929 su impulso delle autorità politiche del
tempo. Leggendo le 500 pagine dell’opera              Ruben Lombardi
scorreranno le immagini e le gesta degli
“eroi”   contemporanei  Lodi,Maxi   Lopez,Go-
mez,Mascara, ma anche dei loro bisnonni,”i
matti di Piazza d’Armi” capitanati da Tano
Ventimiglia. Si parla del mitico stadio di
Piazza Verga prima culla della passione ros-
sazzurra, del Duca di Misterbianco e del suo
mentore calcistico Geza Kertesz morto da
eroe nel 1945, degli anni d’oro di Marcoc-
cio,di Angelo Massimino, e della squadra che
Nino Pulvirenti ha proiettato definitivamen-
te nel firmamento del calcio nazionale.

Filippo Solarino




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                        N.9 - GIUGNO 2012 
      
                      PAGINA   19
fuorigioco

La nascita del movimento casual in                 chi coffe shop dei primi anni '60, quando
Inghilterra.                                       band come The Beatles, Wayne Fontana and
Il movimento casual inglese è iniziato             the Mindbenders, Billy J. Kramer and The
alla fine del 1970, quando i tifosi del            Dakotas e Herman’s Hermits hanno suonato
Liverpool FC, hanno esibito a tutto il             dal vivo in posti leggendari come il The
resto dell'Inghilterra i migliori marchi           Cavern. Tornando alla polemica con i ti-
europei che avevano trovato seguendo la            fosi dei Red Devils, ci sono discussioni
loro squadra, nel 1977 nella trasferta,            addirittura su come Manchester abbia co-
per i quarti di finale di Coppa dei Cam-           struito i canali navigabili e le ferro-
pioni, contro i francesi del St Etienne.           vie, prima di Liverpool e questo odio tra
I tifosi del Liverpool, dopo quella sto-           le due città si perde nei secoli, ma pen-
rica partita, sono tornati in Inghilterra          so che nei primi anni '60 eravamo entram-
con costosi “sportswear” sia italiani che          bi, dentro una casa in fiamme. Nella sta-
francesi. I tifosi hanno introdotto così           gione 1977-78 direi che le due città han-
molti marchi di abbigliamento che non si           no condiviso, per prime in Gran Bretagna,
erano mai visti nel Regno Unito, fino al           la passione per la moda casual. A metà
allora. Poco dopo però anche gli altri             degli anni '70 in Inghilterra erano ini-
tifosi inglesi volevano poter indossare            ziati a comparire nei negozi sportivi i
sulle loro gradinate, questi rari oggetti          primi capi di abbigliamento firmato, so-
di abbigliamento, come le polo Lacoste o           prattutto sotto forma di repliche delle
Sergio Tacchini e le scarpe da ginnastica          maglie da calcio delle squadre più impor-
Adidas, che sono ancora oggi, dopo tanti           tanti e di borse sportive, le più richie-
anni, associate ai tifosi del Liverpool            ste erano dell’ Adidas. Le prime scarpe
FC. Fino a quel momento sugli spalti bri-          da ginnastica Adidas, ( economiche e doz-
tannici incontravi, in certi punti delle           zinali   ) fecero la loro comparsa, pro-
curve, solo skinheads che indossano gli            prio in quei tempi. Ma solo quando i ti-
anfibi Dr. Martens. Quindi, senza timore           fosi del Liverpool FC sono andati in
di sbagliare si può dire che la cosiddet-          Francia e hanno visto tante boutique
ta “cultura Casual" sia iniziata con i             sportive pieni di giacche, di polo e di
tifosi del Liverpool FC. Ecco proprio da           maglioni Lacoste e Adidas con stili e co-
quei primi giorni gloriosi nasce l'evolu-          lori incredibili mai visti prima, la
zione della moda, negli stadi inglesi.             scintilla è scoccata. Non so, sinceramen-
Oggi alcuni tifosi del Manchester United           te, se queste marche avessero già in men-
si lamentano del fatto che anche loro              te una politica si sviluppo qui in In-
hanno viaggiato all'estero in quegli anni          ghilterra, ma solo grazie ai giovani ti-
e preso gli stessi capi di abbigliamento,          fosi del Liverpool FC hanno iniziato a
ma che però la tifoseria del    Liverpool          produrre ed esportare una grande varietà
gode sempre di maggiore credito presso             di capi di ogni colore. Significava anche
gli altri tifosi. Chi è cresciuto a Man-           che allora, tutti noi, avevamo la libertà
chester è abituato a considerare il resto          di esprimere il nostro gusto. Non c'erano
del paese un po’ più lento di loro, nella          altre regole che avere un buon istinto al
corsa della moda, che iniziò in quei tem-          momento dell’acquisto dei capi di abbi-
pi. Tuttavia prima della fine degli anni           gliamento. Una spilla infilata nel naso e
settanta i londinesi sembravano aver bru-          un paio di calzini verdi luminosi non so-
ciato, anche culturalmente, i tempi. Tut-          no stati più di moda…per fortuna. Il mo-
ti i media li dipingevano come coloro che          vimento post-punk, definito new wave
dettavano i modelli di moda, sia nel ve-           ('78-'79) ha creato un nuovo modo di con-
stire, che addirittura nel parlare. Il             cepire la moda. Se guardate le band in-
resto della Gran Bretagna sembrava non             glesi e americane di quel periodo, è ov-
essere in grado di fare altrettanto, di            vio che avevano un look più semplice di
essere alla loro altezza. Sembra di par-           quanto visto prima, ma era davvero più
te, ma non c'è fumo senza fuoco. L'unica           "in" per gli appassionati. I pantaloni a
città che è stata in grado di sovvertire           zampa d'elefante erano improvvisamente
la loro egemonia è stata Liverpool. Biso-          scomparsi, così come i grandi colletti
gna tornare indietro addirittura ai vec-           "goon" della prima metà degli anni '70. I



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                     N.9 - GIUGNO 2012 
      
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fuorigioco

ragazzi iniziarono a vestirsi come David             mento casual è nato tre o quattro anni
Bowie ed i Roxy Music e sembravano       un          prima nella loro città, rispetto a Liver-
vecchio mod ma soprattutto, nessuno volle            pool e Manchester. Ma credo che il 1979
più indossare    abiti   punk, o skinhead.           fu il primo anno in cui si è visto questo
Questa non fu come le mode giovanili pre-            movimento, non indossare un solo marchio.
cedenti, quelle erano solo un modo per               Alcuni ragazzi di Liverpool avevano ini-
apparire. Ora invece era l’esatto contra-            ziato ad indossare Lacoste, Fila, Adidas,
rio, si cercava di …non apparire. Tutto              ecc.. dai loro viaggi sul continente per
quello che c’era stato prima era conside-            le partite di calcio e siamo nell'autunno
rato vecchio e sorpassato. La musica del             del 1979,: una polo, jeans e scarpe Adi-
tempo era un guazzabuglio di Blondie, The            das. Inizialmente si trattava di una polo
Motors,    Elvis    Costello,   Sham    69,          t-shirt Fred Perry, jeans Levis e scarpe
Buzzcocks, Squeeze, The Stranglers, Boom-            da ginnastica Adidas Kick trainers. Poi,
town Rats, Devo, Ramones, The Jam. Una               verso la fine del '79 divenne una Polo
cosa da ricordare quando si parla di moda            Peter Werth, jeans Lois e Adidas Stan
casual è che questo nuovo tipo di abbi-              Smith. Oggi il calcio ed il mondo del ti-
gliamento ti faceva passare più inosser-             fo in Gran Bretagna è totalmente cambia-
vato quando andavi allo stadio. Era sem-             to. Fa tutto parte del progresso, come
pre stato molto facile, da identificare              sbarazzarsi dei servizi igienici esterni
chi indossava pantaloni a zampa d'elefan-            che avevamo quando eravamo solo dei bam-
te di grandi dimensioni, stivali Doc Mar-            bini, e come il divieto di fumare nei
ten, tagli di capelli skinhead o sciarpe             luoghi pubblici. Gli stadi di calcio sono
da calcio legate intorno ai polsi. A poco            tutti posti a sedere. Tutte le vecchie
a poco (molto poco) tuttavia anche i ca-             gradinate sono scomparse, come la nostra
suals furono ben identificati, non tanto             leggendaria Kop. Ogni posto ha il suo bi-
per il loro abbigliamento ma piuttosto               glietto e il suo numero, e ci sono tele-
per il loro taglio di capelli “The wedge             camere a circuito chiuso, che riprendono
“, a cuneo. The wedge era in realtà un               ogni istante della partita.. La sponta-
taglio di capelli quasi femminile, usato             neità e l'entusiasmo sono stati schiac-
da David Bowie,    ed è stato un completo            ciati, come il succo da un limone. Alcuni
cambiamento dai tagli precedenti tipo                dicono che il movimento casual stia tor-
skinheads e punk. Una vera rivoluzione.              nando…. ma solo nelle partite importanti
L'idea di andare allo stadio sotto menti-            puoi ancora incontrare le vecchie facce
te spoglie, nasce     dal fatto che questi           delle vecchie firms, sulle gradinate e
ragazzi non indossavano i colori del club            prima della partita all’interno del loro
o stivali minacciosi. Ma all'interno del-            pub di riferimento. I tifosi allora ave-
la comunità casual una maglia, un maglio-            vano anche un atteggiamento verso la po-
ne con    una minuscola etichetta poteva             litica diverso. proprio come per l'abbi-
essere individuata da un miglio di di-               gliamento, ognuno aveva il suo modo di
stanza, soprattutto se chi lo indossa                fare e di pensare . Chelsea, Leeds, Gla-
camminava in un certo modo, e indossava              sgow Rangers e Millwall avevano la repu-
anche certi tipi si calzature. Quando si             tazione di essere delle tifoserie nazio-
dice "sfoggiare vestiti costosi allo sta-            naliste. Alcune squadre, come il Manche-
dio", questa frase riassume tutto il mo-             ster City, il Birmingham City e il Car-
vimento casual, per quanto mi riguarda.              diff, erano famose per essere più multi-
Un cosa che non piaceva qui nel nord-o-              razziali. Tra le firms delle squadre di
vest era che i casuals di Londra andavano            Liverpool praticamente non c’erano facce
spesso allo stadio con maglie rosa e lo-             di colore. Il Manchester United aveva in-
ghi enormi. Noi invece, ci siamo concen-             vece una forte tendenza di sinistra e
trati più sulla qualità della stoffa, i              c’erano molti casuals di colore. Oggi
tipi di cuciture, il taglio, ecc… Questo             quel mondo è cambiato, inesorabilmente
non vuol dire però che anche a       Londra          perso. Che nostalgia per quei tempi eroi-
non ci siano stati dei tifosi fantastici,            ci.
solo che vestivano un po’ peggio di noi.
                                                     Bill - 5 times
Oggi, tutti vogliono dirti che il movi-



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                       N.9 - GIUGNO 2012 
      
                      PAGINA   21
la palla

Pasquino e le statue parlanti.                     l’interno del cortile dei Musei Capitoli-
Se a Londra, in Hyde Park, si trova Spea-          ni. Marforio dialogava a distanza con Pa-
ker’s Corner ovvero lo spazio dove chiun-          squino con una sorta di botta e risposta
que può parlare in pubblico per esporre            tipo “ E’ vero che i francesi sono tutti
le sue idee, noi a Roma abbiamo “Pasqui-           ladri?” e Pasquino rispondeva “ Tutti no,
no”. La statua di Pasquino, che dal 1500           ma Bona Parte si!” Scendendo dal Campido-
ha sede nella omonima piazza, tuttavia             glio e avvicinandosi al lato di Palazzo
non è l’unica statua parlante ma, come             Venezia troviamo, adagiata su di un basa-
diceva il principe Antonio de Curtis (ov-          mento in marmo una statua di epoca romana
vero Totò) “abondantis abondantum” ne ab-          rappresentante una sacerdotessa della dea
biamo altre cinque che con Pasquino danno          Iside: quella statua è Madama Lucrezia
vita al cosiddetto “Congresso degli Argu-          che molti identificavano con una dama di
ti”!!! La statua di Pasquino rappresenta           nome Lucrezia che era l’amante del re di
una figura maschile, probabilmente il re           Napoli. In via Lata, invece, c’è la fon-
greco Menelao, con il volto sfigurato e            tana del Facchino (altra statua parlante)
corroso dall’usura del tempo. Purtroppo            mentre su di un muro della chiesa di S.
non è dato conoscere l’origine del nome:           Andrea   della Valle possiamo vedere la
alcuni pensano che forse era quello di un          statua dell’Abate Luigi, altra scultura
barbiere o di un oste che aveva la botte-          di epoca romana che deve il suo nome, pa-
ga nelle vicinanze, altri che il nome gli          re, a quello del sacrestano della chiesa.
sia stato affibbiato dagli studenti della          Ultima statua parlante è il Babuino, nel-
vicina Sapienza (non l’università attuale          la via omonima, una figura di satiro che
ma quella antica) per la somiglianza con           serve da elemento decorativo per una va-
un loro professore. Le Pasquinate, ovvero          sca una volta utilizzata come abbevera-
i cartelli appesi al collo della statua,           toio per i cavalli. Tra le sei statue la
erano sempre dirette contro l’autorità             più importante e conosciuta rimane Pa-
sia temporale che spirituale che nel 1800          squino, voce degli oppressi che sbeffeg-
erano incarnate nel Pontefice Romano, al-          giava il potere con i suoi cartelli iro-
l’epoca “il Papa Re”: a proposito, il re-          nici. In molti pensano che gli autori
gista romano Luigi Magni fece un bel film          delle pasquinate fossero i popolani ma
intitolato “Il Papa Re” il cui protagoni-          dobbiamo ricordare che, all’epoca, quasi
sta era il compianto Nino Manfredi, vale           nessuno era in grado di leggere o scrive-
la pena di rivederlo. Tra le pasquinate            re quindi i cartelli provenivano da poe-
più famose ricordiamo “Quel che non fece-          ti, scrittori o, addirittura, da eccle-
ro i barbari fecero i Barberini” riferi-           siastici che, magari, non avevano ricevu-
ta, appunto, a Papa Urbano VIII della fa-          to i privilegi che si attendevano e quin-
miglia Barberini che nel 1625 fece stac-           di si vendicavano in tal modo. L’ironia
care per fondere gli antichi bronzi roma-          cinica e corrosiva è sempre stata una
ni del Pantheon, per costruire il baldac-          prerogativa dello spirito romano, oltre
chino all’interno della Basilica di S.             alle statue parlanti esisteva anche, in
Pietro e i cannoni per Castel Sant’Ange-           carne ed ossa, un uomo che si prendeva
lo. Ieri si rubava il bronzo oggi ci sono          gioco del potere nella Roma papalina:
i furti di rame…ma, almeno, con i primi            Ghetanaccio. Gaetano Santangelo, questo
se ne ricavavano delle opere d’arte! Un            era il suo vero nome, nacque nel 1872 e
Papa straniero, l’olandese Adriano VI              per vivere faceva il burattinaio ambulan-
tentò di togliere la statua di Pasquino            te, infatti girava per il centro di Roma
ma senza risultato anzi, Pasquino è rima-          portandosi a spalla il “castelletto” cioè
sto e lui è sepolto, ironia della sorte,           il teatro dei burattini: per intenderci
nella chiesa di S. Maria dell’Anima che            quello che c’era (e forse c’è ancora) al
si trova a poca distanza dalla statua me-          Pincio e a villa Borghese con Pulcinella
desima. A Pasquino fungeva da spalla               e Arlecchino. Ghetanaccio spesso, metteva
un’altra statua: quella di Marforio (che           in bocca ai suoi burattini battute pesan-
rappresenta Nettuno o una divinità delle           ti contro il Papa, i preti ed i potenti
acque), una statua gigantesca che possia-          del tempo e per questo molte volte finì
mo ammirare salendo al Campidoglio al-             in prigione; purtroppo morì in miseria



TRIBUNA   TEVERE
                     N.9 - GIUGNO 2012 
      
                      PAGINA   22
la palla

poiché nel 1825 fu proclamato l’Anno San-          stituibile e alla fine siamo tutti uguali
to e, di conseguenza, furono proibiti gli          potenti e non.
spettacolo di ogni genere così Ghetanac-
                                                   Vorrei terminare questo articolo con una
cio si ridusse a chiedere l’elemosina.
                                                   poesia di un altro romano: Giuseppe Gioa-
Gigi Proietti, verso la fine degli anni
                                                   chino Belli.
70, mise in scena uno spettacolo dedicato
a questo personaggio poco conosciuto così
come spesso ha citato e rifatto nei suoi
spettacoli un altro grande attore satiri-          La vita dell’omo”
co romano: il grandissimo Ettore Petroli-          Nove mesi a la puzza: poi in fassciola
ni, altro campione dello sberleffo, che            Tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni:
ricordiamo soprattutto nelle sue mac-              Poi p'er laccio, in ner crino, e in ve-
chiette più famose quelle di Nerone e di           sticciola,
Gastone. L’ ironia romana, dicevo prima,           Cor torcolo e l'imbraghe pe ccarzoni.
è acida, cinica propria di un popolo che
ha fatto la storia e ha visto la storia            Poi comincia er tormento de la scola,
scorrere nelle sue strade e, quindi,               L'abbeccè, le frustate, li ggeloni,
niente gli fa impressione, nulla lo mera-          La rosalìa, la cacca a la ssediola,
viglia perché ha già visto tutto. Quando           E un po' de scarlattina e vvormijjoni.
muore il re gli inglesi dicono “E’ morto           Poi viè ll'arte, er diggiuno, la fatica,
il re, viva il re” a significare la con-           La piggione, le carcere, er governo,
tinuità della monarchia che non finisce            Lo spedale, li debbiti, la fica,
con la morte di un uomo ma continua nei
secoli. I romani, invece, dicono “Morto            Er zol d'istate, la neve d'inverno...
un Papa se ne fa un altro” che oltre al            E pper urtimo, Iddio sce bbenedica,
senso di continuità ne racchiude un al-            Viè la morte, e ffinissce co l'inferno.
tro: che nessuno, anche se Papa, è inso-
                                                   Paola Bracci




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                     N.9 - GIUGNO 2012 
         
                   PAGINA   23
il regista

Il piccolo tifoso, il derby e gli                  mattinata del 6 Maggio, padre e figlio si
Ultras,: una storia a lieto fine.                  imbarcano sull’aereo che dalla Calabria
Ricordate la storia di quel bambino im-            li porta direttamente in quel di Milano.
possibilitato ad andare a vedere il derby          L’appuntamento è alle 19, nei pressi del-
di Milano essendo sprovvisto della tesse-          l’ingresso 3 dello Stadio San Siro, dove
ra del tifoso? Di appena 12 anni, figlio           Angelo gli consegna i biglietti tanto am-
di un mio caro amico in Calabria, era ri-          biti. Sono due tagliandi per il secondo
uscito ad ottenere il consenso, dopo anni          anello arancione, e da qui il piccolo ti-
di rinvii e scuse varie, per poter final-          foso interista ha potuto ammirare, con
mente andare ad assistere alla “partitis-          gli occhi sgranati, la bellissima coreo-
sima” in quel di San Siro e poter, quin-           grafia della Curva Nord, esposta durante
di, ammirare dal vivo, per la prima vol-           l’ingresso in campo delle squadre, e ha
ta, le gesta dei suoi beniamini in maglia          potuto assistere, successivamente, ad uno
nerazzurra. Ma qualcosa aveva spezzato             dei più bei derby di Milano degli ultimi
anticipatamente l’entusiasmo di quel pic-          anni, terminato con la vittoria della
colo tifoso. La burocrazia e le assurde            compagine nerazzurra per 4 a 2. Una volta
disposizioni sulla Tessera del Tifoso              tanto, quindi, una storia a lieto fine,
avevano, di fatto, impedito l’acquisto             grazie, ovviamente, all’interessamento e
dei biglietti al padre e al figlio. L’In-          al fondamentale aiuto di Angelo e del suo
ter, infatti, in qualità di squadra ospi-          gruppo. Quello stesso gruppo che incarna
tante, aveva incredibilmente stabilito             i valori e lo spirito di moltissimi altri
che l’acquisto dei tagliandi per accedere          gruppi di Ultras e di tifosi italiani.
allo stadio in occasione del derby pote-           Quegli stessi gruppi, sparsi in tutta
vano essere acquistati esclusivamente dai          Italia, troppo spesso accusati e addita-
possessori della famigerata tessera del            ti, ingiustamente e quanto mai frettolo-
tifoso. Tessera del tifoso che, per al-            samente, come l’unico male di questo cal-
tro, doveva essere, obbligatoriamente,             cio. Un calcio fatto di scommesse, risul-
sottoscritta entro il 30 Marzo scorso,             tati a tavolino, doping, soldi, partite
nonostante la vendita dei biglietti fosse          comprate, veline, letterine, presidenti
iniziata il 12 Aprile. Sembrava non ci             arroganti,   giornalisti  compiacenti   ed
fosse nulla da fare. Sembrava che il cal-          istituzioni incompetenti. Uno sport dove
cio moderno avesse mietuto l’ennesima              i tifosi sono rimasti, ormai, l’unica
vittima, in nome e per conto del dio de-           parte realmente pulita di tutto il siste-
naro. Ed invece questa volta le cose sono          ma, nonostante i media e gli opinionisti
andate diversamente. L’articolo da me              da salotto vogliano farci credere il con-
scritto e successivamente pubblicato sul           trario. Ma in questo caos generale, men-
sito del Sodalizio, e su vari portali di           tre lo sport più bello del mondo va,
controinformazione, subito dopo, non è             ormai irrimediabilmente, a rotoli, il
passato inosservato. Ed infatti, dopo un           sorriso entusiasta di un bambino che sale
paio di giorni, ecco che, grazie anche al          i gradoni di uno stadio e rimane estasia-
Sodalizio della Lazio che si è da subito           to di fronte a quel turbinio di colori,
attivato per risolvere questo problema,            odori e suoni incessanti, è pur sempre
vengo messo in contatto con Angelo, uno            una bellissima notizia!
dei leader del gruppo dei Templari del-
l’Inter. Angelo, appresa l’intera vicen-
da, mi promette che farà il possibile per          Daniele Caroleo
far si che il sogno del piccolo tifoso
interista si possa realizzare. Passano i
giorni, ed ecco che finalmente arriva la
notizia sperata. Angelo ha ottenuto la
possibilità di fare due biglietti per far
assistere, al giovane nerazzurro e a suo
padre, il tanto agognato derby. Inviamo
quindi la copia dei documenti per acqui-
stare i tagliandi e, finalmente, nella



TRIBUNA   TEVERE
                     N.9 - GIUGNO 2012 
      
                       PAGINA   24
storia schegge di storASSOCIAZIONE    CULTURALE SPORTIVA SODALIZIO BIANCOCELESTE   sstoria storia




           www.SODALIZIOLAZIO.com




                              RADIO ERRE2 ch. 107.65 fm
                              dal LUNEDI al VENERDI - dalle 16.00 alle 18.00



            “ASSOCIAZIONE SODALIZIO BIANCOCELESTE”


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TRIBUNA   TEVERE
                              N.9 - GIUGNO 2012 
   
                   PAGINA   25

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Tevere Sodalizio Lazio - giugno 2012

  • 1. TEVERE (TRIBUNA) CLARITATEM VESTIG ATIONES ! EORUM JULY 23, 2005 R AC CON T I D I V I TA , D I C A L- CIO E DI L AZIO DA E PE R IL S O DAL I Z IO BI AN COC ELE S TE E LA CHIAMANO ESTATE... GIUGNO 2012 AN N O 1 - N UM E RO 9
  • 2. le iniziative dell’Associazione Sodalizio Scuola di tifo. la nostra SS Lazio. Alla serata erano presenti L’Associazione ha organizzato, sabato 12 maggio anche i tifosi del Monopoli, che hanno portato 2012, una serata in cui verrà spiegato come di alcune delle loro creazioni, sia sotto forma di facevano e come di fanno le bandiere. Alla sera- bandiere che di stendardi. Hanno raccontato del- ta hanno partecipato anche tifosi di altre for- la loro passione, e della loro ricerca del par- mazioni calcistiche. Sono state mostrate delle ticolare nel crearle, cercando sempre di essere nuove bandiere in anteprima, tra cui la bandiera originali e comunque legati alle tradizioni dei dedicata a Giorgio Chinaglia “Oltre il tempo” e loro colori. Particolarmente bella l’idea di la bandiera fatta in ricordo del grande giocato- creare una bandiera con i giocatori della loro re della Lazio del primo scudetto Luciano Re formazione abbracciati, in cui si vedono i nume- Cecconi. E’ stata un interessante serata quella ri delle casacche, che formano la data di nasci- al Vecchi Spalti, in un pub stracolmo come nelle ta del loro gruppo. Nel corso della serata hanno grandi occasioni, sembrava quasi di essere in anche ammesso con coerenza, di essersi spesso Curva Nord in occasione della sfida stracittadi- ispirati ai tifosi Laziali, nel creare i loro na. Fabio, creatore di tante nuove bandiere, che vessilli da esporre o da sventolare. Ci ha poi vedete ogni domenica garrire spavalde al vento fatto piacere la presenza alla serata di tanti nel “nostro” ( è bene ricordarlo in questi tempi tifosi di altre formazioni, iniziando dai tifosi ), ci ha spiegato come nascono le sue idee e interisti scesi nella Capitale per la partita di perché le bandiere sono così importanti oggi, in oggi, ai tifosi del RCD Espanol, a quelli della cui il calcio italico sta inesorabilmente cam- vecchia Salernitana 1919. Erano poi presenti biando…in peggio. Ci ha fatti tornare indietro sulle “gradinate” del Vecchi Spalti anche i ti- con la mente, a quando adolescenti ci recavamo fosi Laziali provenienti dall’Inghilterra e dal- alle partite insieme a nostro padre, che ci ha la Grecia. Grazie a tutti per la bella serata ! infuso linfa Laziale, e gli chiedevamo appena Ben Sherman giunti vicino ai cancelli, che ci avrebbero im- messo dentro al grande stadio : “ mi compri quella bandiera ? ”, perché la bandiera era il nostro primo modo per esprimere la passione, verso quelle maglie con i colori del cielo di Roma in un bel giorno di primavera. Era il no- stro modo per tutti a tutti : “ io sono della Lazio”. Allora le nostre prime bandiere avevano pochi trofei al loro interno, addirittura solo la Coppa Italia del 1958 per i più “grandi” o Coppa Italia e scudetto del ’74 per tanti di noi, che siamo arrivati alla fatidica tappa de- gli “anta”. Oggi invece, ci spiegava Fabio, fare una bandiera, con tutti i trofei vinti della SS Lazio è diventato davvero complicato, perché ne- gli ultimi tempi, grazie a Sergio Cragnotti, nei abbiamo vinti fin troppi. Qualche volta…si è co- stretti a mettere più date…sotto un trofeo, avendo poco spazio sulla bandiera per poterli mettere tutti. Fabio poi ha giustamente fatto notare come la bandiera è un bene collettivo di tutta una tifoseria, in cui in tanti si identi- ficano, molto di più di uno stendardo, spesso espressione più di un gruppo di tifosi. La ban- diera è un bene comune di una tifoseria, è il vanto di tanti tifosi. Una dietro l’altra così sono state mostrate, da vicino, ai tanti presen- ti tante bandiere vecchie e nuove, che in tanti vediamo sventolare spavalde ogni domenica. Ha chiuso la carrellata della bandiera, quella con su scritto “ anni buttati”. Antica bandiera spettatrice e protagonista in tante partite del- TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 2
  • 3. moviola La bandiera della S.S. Lazio che potete vedere sulle maglie della loro ...svedese. nazionale di hockey su ghiaccio, in bella La mia prima bandiera della SS Lazio, evidenza. L’ideatore di codesta bandiera fatta da me insieme a due miei compagni fu un ( allora ) giovane tifoso Laziale, di scuola, fu quella classica a scacchi che nel corso degli anni avrebbe fatto e bianco e celesti. Avevamo visto le tante creato tantissime cose a beneficio dei bandiere del Liverpool, nella finale di tifosi della SS Lazio. Bene, il giovane Coppa dei Campioni giocata da loro qui a tifoso Laziale, mentre era in un pub, al- Roma nel 1977 contro il Borussia l’estero, aveva visto per caso questa M’Gladbach, e volevamo farne una simile aquila e subito aveva pensato di trasfor- alla loro. Dopo aver comprato la stoffa marla in bandiera. Certo direte voi, ma- ed averla consegnata alla madre di uno gari in vacanza, all’estero si potrebbe dei miei amici, che pur essendo una sar- pensare a qualcosa d’altro, ma quando si ta, abile con la macchina da cucire, ci hanno certe passioni è difficile tenerle disse con nostro grande dispiacere che a freno. Ora vorrete certo sapere chi era era molto difficile fare una bandiera con il tifoso in questione, beh vi dico che tanti scacchi, come quelle del Liverpool non è chi scrive, ma che lo potrete in- ( io ne avevo una che avevo scambiato a contrare in Tribuna Tevere ancora ogni fine partita con un tifoso inglese, per domenica. una della Lazio. Quella bandiera dei Con la stessa passione di allora ! Reds, sarebbe tornata allo stadio solo nel 1984, in occasione di una serata in- Giorgio Acerbis dimenticabile per tanti di noi ) quindi ci dovemmo accontentare di solo quattro scacchi, due per colore. Quella bandiera iniziò male la sua carriera, che durò poi solo una giornata. Infatti avevamo pensa- to di portarla allo stadio in occasione della sfida stracittadina, che a breve avrebbe atteso la nostra amata SS Lazio. Era il 1979, noi eravamo degli adolescen- ti. Quella giornata purtroppo restò alla storia per un fatto terribile accaduto nella Curva Nord, la morte del tifoso La- ziale : Vincenzo Paparelli. La nostra bandiera sventolò pochissimo quel giorno, perché arrivò, insieme a noi allo stadio poco prima dei razzi maledetti. La nostra bandiera andò smarrita nei concitati mo- menti dopo il razzo maledetto, prima che la gara iniziasse, penso che la stoffa sia finita in terra, mentre l’asta abbia continuato la sua vita in mano a qualche tifoso Laziale. I ricordi delle bandiere però non devono essere tristi, perché il mondo del tifo è soprattutto gioia di vi- vere. La bandiera che mi è rimasta nel cuore è una fatta dagli Eagles’ Suppor- ters nei primissimi anni ottanta, quando c’era ancora il Vecchio Muretto, c’erano ancora i tamburi e la nostra SS Lazio giocava nella serie cadetta. La bandiera in questione era fatta di un blu scuro con al centro l’aquila della …Svezia, si avete capito bene proprio quella svedese TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 3
  • 4. moviola Non abbasserò mai la mia bandiera! formazione ad 11 calciatori, questa volta La bandiera, dopo la maglia, è l’oggetto però del 1972-73, stagione a me partico- che più incarna l’essere ultras ed il larmente cara, anche se perdemmo disgra- senso di appartenenza che ti lega ad una ziatamente lo scudetto all’ultima giorna- squadra. Se la sciarpa (naturalmente tu- ta nella fatal Verona dopo aver combattu- bolare) ed ovviamente lo striscione, rap- to (e vinto) tre giorni prima una batta- presentano un po’ il biglietto da visita glia in quel di Salonicco contro gli in- di un Gruppo, la bandiera può dar sfogo a glesi del Leeds United nella Finale di mille risorse da parte di giovani e meno Coppa delle Coppe, grazie anche alla Ju- giovani, che attraverso un disegno, una ventus che si interpose con la Lega Cal- creazione, ostentata poi allo stadio, co- cio, non concedendo il rinvio della par- municano il proprio pensiero, i propri tita, così come chiesto dai vertici ros- ideali (talvolta non solo sportivi). In soneri. Ma quella squadra, per me, meri- questo senso sono tantissime le creazioni tava comunque di essere celebrata, immor- attraverso le quali si sfoggiano veri e talata, vuoi perché è stata comunque una propri capolavori, frutto dell’ingegno e splendida stagione da ricordare, vuoi della passione smisurata. Personalmente perché erano i miei primi periodi da ti- ne ho ideata una della quale vado molto foso, vuoi perché mi innamorai di “quel- fiero, che rappresenta il Milan degli al- la” Maglia a strisce strette in lanetta bori, quello del terzo scudetto datato pesante con la coccarda della Coppa Ita- 1906-07 (il Vecchio Diavolo era nato lia ed il colletto a V nero, semplicemen- qualche anno prima, nel 1899 grazie a Mr. te strepitosa, vuoi perché conservo anco- Herbert Kilpin da Nottingham che ne aveva ra uno splendido poster della William di imposto anche i bellissimi colori socia- quell’annata che mi ha dato l’idea rea- li, “il rosso come il fuoco - ma anche lizzativa, vuoi perché in quella squadra per un piccolo omaggio al Nottingham Fo- ci giocavano, tra gli altri, Gianni Rive- rest F.C. - ed il nero come la paura che ra, Romeo Benetti, Luciano Chiarugi, Pie- incuteremo ai nostri avversari” ed il rino Prati (ricordo ancora una bellissima simbolo, inevitabilmente un Diavolo che bandiera a 4 scacchi rossoneri con i mez- ne incarnava lo spirito) e che ha riscos- zibusti disegnati di questi 4 campioni ed so molto successo tra gli appassionati. una stella al centro che era stata ap- E’ un pezzo (unico) che richiama la sana, prontata per celebrare un evento che pur- genuina passione dei nostri avi (basti troppo non si realizzò). Insomma, una notare la differenza di tenuta da gioco moltitudine di motivi e motivazioni, che tra un footballer e l’altro, per non par- mi hanno portato a pensare di poter (do- lare poi dei calzettoni, tutti differenti ver) immortalare i miei Eroi, coloro che tra loro), i quali per poter giocare in mi hanno “iniziato” al calcio, e per que- una squadra di club dovevano versare una sto li omaggio come meritano. Tra l’altro quota mensile. Erano gli antesignani de- sono anche un collezionista, oltre che di gli attuali calciatori che ormai di pas- altro materiale calcistico, anche di ban- sionale e senso di appartenenza hanno ben diere (ne avrò una sessantina), le quali poco. Naturalmente questa bandiera è “raccontano” un po’ tutta la mia vita da “griffata” Maglia Rossonera, Old Style tifoso. Ho dei pezzi molto belli, anche Ultras Casciavìt, cioè quelli di una vol- precedenti al mio primo periodo da prota- ta (oserei dire quelli di sempre …), gonista degli stadi, tipo una bandiera quelli che nella migliore delle ipotesi risalente alla conquista della prima Cop- hanno i capelli brizzolati, quelli che pa dei Campioni del 1963 a Wembley, oppu- hanno portato in giro per gli stadi re dei foulard rossoneri anni ’60, ed an- d’Italia e d’Europa le proprie bandiere, cora le mitiche bandiere quadrate anni la propria voce, il proprio ego. Le due ’70, alcune un po’ scolorite dal tempo, cose stanno a significare quindi una fu- ma per questo ancora più preziose, anche sione tra l’Old Football e l’Old Style, perché fatte sventolare là dove gli 11 appunto, tanto amati e tanto apprezzati ragazzi in Maglia Rossonera mi rappresen- dai Vecchi Cuori Ultras. Sto progettando tavano. Una volta, nel giugno del 1978, un’altra bandiera, sempre relativa ad una assieme ad un amico, andai a vedere TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 4
  • 5. moviola un’amichevole estiva del Milan a Catanza- Li ho visti... ro, non c’era molto pubblico, ma ricordo Li ho visti avvinghiati ad una bandiera a che quando arrivò il pullman del Milan sventolare la loro anima, respirare fumo- quasi mi presero le convulsioni dall’emo- geni, sbranare tamburi e disintegrare la zione nel vedere, seduti davanti, uno ac- loro voce strozzando l’urlo di un goal. canto all’altro Nereo Rocco e Gianni Ri- Li ho incontrati in treni distanti, pit- vera, e mi misi ad agitare, freneticamen- tati di trasferta, in pellegrinaggio ver- te, la mia bandiera rossonera, in verità so un ricordo, un sogno. Li ho scoperti abbastanza grande (che ovviamente ancora in algide notti d’inverno, seminudi in conservo). Loro mi guardavano incuriositi balaustra, scaldati dal fuoco della fede, facendo un cenno di saluto, ma una volta con un megafono in mano e il Toro tra i che scesero per recarsi negli spogliatoi denti. Li ho scorti in dure stazioni di rimasi impietrito e non ebbi il coraggio guerra, tra alamari di rabbia e il feroce di avvicinarmi a quei due mostri sacri. lampeggìo delle sirene, lacrime di lacri- La gente mi guardava, tra cui qualcuno in mogeni, in notti d’invasione. Ho udito i cagnesco, un altro mi disse “qui siamo a loro cori in curva dal profumo di mari- Catanzaro, non a Milano, abbassa quella juana, in cerca di un paradiso mai avuto, bandiera …”, ma io, imperterrito, senza di una donna che non attende più, di un dire nulla – ed anche rischiando, in un sistema che non può comprenderli. Ho in- certo senso -, continuai a sventolarla, tinto la mia penna nell’inchiostro della alchè un’altra persona, vista la scena, Maratona, ho bruciato parole, pittato la ammirò il mio carattere e mi disse “bravo loro rabbia e ne sono fiero. La curva ragazzo, hai dimostrato di avere le pal- lancia il suo richiamo e il tifoso ne le!”, e sinceramente mi sentii molto or- viene attratto, nel luogo dove il teschio goglioso. Si andava formando in me quel bianco si sposa con il drappo granata ho carattere che poi avrei forgiato nel cor- trovato un mondo duro ma autentico, dove so di tutta un’esistenza dedicata a fre- i pensieri all’unisono scandiscono i co- quentare gli stadi e che a distanza di ri, unici, importanti e veri. Oltre il parecchio tempo mi vede ancora, in qual- confine tra la realtà, oltre l’impalpabi- che modo, sulla breccia, sempre e comun- le comprensione, oltre, oltretutto e so- que orgoglioso dei miei colori. prattutto, un solo nome: Ultras Granata. Claudio Boffa Tarlatta Colombo Labate, Maglia Rossonera, Old Style Ultras Casciavìt ! TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 5
  • 6. moviola Una bandiera, due squadre. partecipano ogni anno alla commemorazione Ogni squadra ha una sua storia, ogni delle vittime del Gate 7 avvenuta nel squadra ha i suoi tifosi e tutti i tifosi 1981. Lo scorso anno entrambi i club fan del mondo esprimono i loro sentimenti, hanno fatto un grande tributo a questo per la loro squadra del cuore, con modi gemellaggio attraverso una grande ban- diversi. Il modo più comune è di creare diera. I tifosi del Delije hanno fatto la delle bandiere, delle scenografie e degli prima e poi noi abbiamo fatto la nostra. striscioni. Alcuni sono piccoli, alcuni E’ uscita una partita contro il Paok Sa- sono grandi, ma nascono tutti dalla lonicco (sono amici con il Partizan per- passione.Sono un tifoso dell’ Olympiakos ché hanno gli stessi colori ). Tutti i in Grecia, ho visto tante partite in tifosi presenti nella curva Gate 7 dell campionato, in Champions League e in Eu- ‘Olympiakos hanno avuto dei cartoncini ropa League. Ma non voglio parlare della colorati blu rosso e bianco. In entrambe mia squadra e dei miei giocatori ... ma le curve, attraverso una combinazione parlerò di una bandiera particolare rea- cromatica, c'erano sia lo stemma degli lizzata dagli ultras della mia il squa- Ultras del Gate 7 e gli emblemi del Deli- dra, il Gate 7 insieme ai tifosi della je uniti insieme. Quando la partita è Stella Rossa di Belgrado, chiamata Deli- iniziata tutti i tifosi hanno fatto sali- je. Il gemellaggio tra il Gate 7 e i ti- re le bandierine colorate e il risultato fosi del Delije inizia nel 1992. La Stel- fu questo che vedete nella foto in alto la Rossa stava giocando contro il Pa- del mio articolo. Una grande bandiera. Un nathinaikos qui in Grecia. Il Gate 7 fan omaggio perfetto alla grande amicizia che si è recato in albergo dove c’erano i ti- c’è tra le due tifoserie. fosi ultras del Delije chiedendo di dar- gli dei biglietti per vedere la partita insieme e sostenerli contro il Panathi- Nikos Siaflas naikos spiegando loro, che odiano il Pa- Olympiakos - Atene nathinaikos, nello stesso modo in cui i tifosi della Stella Rossa di Belgrado odiano il Partizan Belgrado ( sportiva- mente parlando si intende ). Gli ultras del Delije hanno dato i biglietti ai ra- gazzi del Gate 7 e così durante la parti- ta gli ultras dell’ Olympiakos e tifosi Stella Rossa erano insieme in tribuna. Ma poi c’è stato un seguito. Nella partita di ritorno giocata in Serbia, i tifosi dell’ Olympiakos, al fine di ringraziare gli ultras del Delije per i biglietti ri- cevuti, sono andati in Serbia, per soste- nere la Stella Rossa in quella importante partita. Più di sessanta tifosi dell’ Olympiakos erano andati, facendo rimanere i tifosi serbi a bocca aperta. Così i ti- fosi del Delije e del Gate 7 sono diven- tati amici. Nel 1994 in una partita ami- chevole a Belgrado tra Stella Rossa e Olympiakos, la curva del Delije ha fatto un grande striscione con scritto: “ ben- venuti fratelli ortodossi del Gate 7”.Da allora, nel corso degli anni, i fan delle due squadre vanno e vengono a Belgrado e in Grecia per sostenersi a vicenda. Sia nelle gare di campionato che in quelle europee. I tifosi della Stella Rossa, poi TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 6
  • 7. moviola Ma quanto corri Leo ? di qualche mese fa erano solo scontri tra due Il Mister e' teso. Cerca di spronarci ma si vede squadre consapevoli di superare entrambe i giro- lontano un miglio che non vede l'ora che finisca ni a braccetto. Ci sistemiamo in campo. Mi si- la partita. In un modo o nell'altro. Eppure noi stemo i capelli lunghi. Quei capelli che mi han- siamo il Milan, la squadra più titolata d'Ita- no accompagnato per una carriera. Mi abbraccio lia. Accanto a me ci sono ragazzi come Zlatan, con Ambro. Cerco lo sguardo di Philippe. Scambio Clarence, Massimo, Christian. Gente abituata a un cenno d'intesa con Antonini e con Bonera. stare sotto pressione. E a vincere. Ma lui e' Faccio il pollice a Christian in porta. Sono Massimiliano Allegri. E noi lo sentiamo che sta pronto. E dove non arrivo io, sono sicuro che per confrontarsi con un avversario più grande di arriverà un mio compagno. A raddoppiare. Raddop- lui. Il Barcellona. La squadra più forte del piare. Raddoppiare. L'arbitro fischia l'inizio. mondo. Leo Messi. Il giocatore più forte del E il Barcellona comincia il suo giochetto di mondo. Io sono Alessandro Nesta. E sono stato il passaggi. Che mi snervano. Xavi, Keita, Xavi, difensore più forte del mondo. Scendiamo in cam- Iniesta, Xavi, Busquets, Iniesta, Xavi. E palla po con ancora nelle orecchie le ultime parole a Messi che fa il primo scatto della sua parti- del Mister: "E' importante non prendere goal, ta. Veloce. Imprendibile. "Ma quanto corri, ragazzi..."Questo deve essere il nostro credo, Leo?"Lo fermo non senza difficoltà. Passo la oggi. Per noi che siamo cresciuti dominando, e' palla a Massimo. Mi pettino. E una e' un passo indietro. Mentale più che tattico. Noi andata.Attacchiamo noi. E la carriera mi passa siamo il Milan. "...e mi raccomando il raddoppio davanti. La Lazio mi passa davanti. Finale di di marcatura su Messi. E' fondamentale. Fonda- Coppa Italia, quattordici anni prima. Lazio con- mentale. Fondamentale. Fondamentale. E i suoi tro Milan. Strano il destino. Abbiamo perso uno occhi attraversano i miei, quelli di Philippe, a zero all'andata con un goal di Weah all'ultimo Antonio, Daniele, Massimo, Luca. Sei uomini. Do- minuto. Al ritorno, Albertini segna su punizione dici occhi per due gambe. Argentine e corte. Ma dopo pochi minuti dall'inizio del secondo tempo. imprendibili. Fino a qualche anno fa, lo avrei Zero a uno. E tutti a casa. Poi, pero', si ac- fermato da solo. Magari lasciandolo andare via cende il Mancio. Che e' sempre stato come quegli per poi riprenderlo in scivolata. E pettinarmi amici più grandi che ti risolvono sempre le si- subito dopo. Fino a qualche anno fa. Entriamo a tuazioni e sanno sempre ciò che fare nei momenti San Siro. C'è il pubblico delle grandi occasio- di difficoltà. Mancio fa segnare Gottardi. Poi, ni. Record assoluto di presenze. Ci ha informato Jugovic lancia Guerino che viene steso da Maldi- il dottor Galliani prima del match. Ma quello ni. Calcio di rigore. Vladimir non sbaglia mai non e' un problema. Mi preoccupano solo quelle un colpo. Non per niente, lo chiamiamo "Mezza- gambe argentine e corte. Il Barcellona e' per- squadra". Lo Stadio diventa una bolgia. C'è un fetto nel suo blaugrana. Elegante e storico. Noi calcio d'angolo. Io vado in area di rigore. An- abbiamo la maglia bianca delle grandi occasioni che se non ho mai segnato. C'è una mischia. e dei grandi trionfi. Quella degli Invincibili. Fuser prova a buttarla dentro. C'è una respinta, Suona l'inno della Champions League e mi guardo la palla resta lì. Arrivo io. E gonfio la rete. intorno. San Siro può far paura. Ti può uccidere Capitano, io capitano. Che sarò, dopo quella se- ed esaltare. Io sono morto e risorto varie vol- ra. Esulto con il dito alzato e non ci capisco te. Non mi fa più paura. È casa mia, ormai. E la più niente. Diego alza la Coppa Italia al cielo. mente vola via. A quel pomeriggio d'aprile di È il primo trionfo di una lunga serie. Ma Xavi diciotto anni fa. Il campo di calcetto dove sta- ruba palla. E io torno collegato a San Siro. Xa- vamo facendo una partitella di allenamento. Io, vi, Iniesta, Busquets, Sanchez, Messi, Iniesta, giovane, talentuoso difensore della Primavera Xavi. Poi Messi che riparte. Ma lo chiudiamo in laziale. E Paul Gascoigne. L'idolo di una tifo- due. Philippe e io. Il Mister ci dice bravi. seria intera. Lui mi entra male. Duro. E si rom- Perché abbiamo chiuso bene gli spazi. Cominciamo pe tibia e perone. Io sto sotto shock. La Lazio a soffrirlo. Ma resta innocuo. Due per uno. Nem- e i laziali perdono il suo idolo. Il giorno do- meno al supermercato del calcio, fanno offerte po, sto su tutti i giornali. "Il giovane Nesta così. Christian rilancia. Massimo salta di te- rompe Gazza". Amen. Salutiamo gli avversari. In- sta. Kevin Prince la prende e imposta l'azione. crocio i suoi occhi. Lui e' un finto umile. Con- Io volo a Birmingham. Villa Park. Lazio contro sapevole della propria forza e della propria su- Maiorca. Ultima finale di Coppa delle Coppe del- periorità. Mi saluta con il capo. Ci conosciamo la Storia. Siamo uno pari. Bobo Vieri ha fatto già. Ma questo e' un duello definitivo. Quelli un goal impossibile ma i rossi di Cuper hanno TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 7
  • 8. moviola pareggiato poco dopo. Mancano pochi minuti alla consecutivi. Non alla punizione di Veron. No. A fine. Quando Vieri si avventa su un pallone "quel" Derby. E a quella difesa a tre mai prova- sporco e la prepara per Pavel. Che la infila al- ta. A Dino esterno di centrocampo. A noi che ci l'angolo. E mi fa alzare l'ennesimo trofeo. Con guardiamo intorno stupiti. A Montella che mi vo- la maglia gialla e nera. Xavi, Iniesta, Bu- la intorno tre volte in pochi minuti. E mi ucci- squets, Puyol, Dani Alves, Sanchez, Xavi. Non de. Lui piccolo aeroplano giallorosso. Io kami- finiscono più. Keita, Iniesta, Messi, Iniesta, kaze biancazzurro. Mi costringe alla resa nel- Xavi, Messi, Xavi. Messi. Messi. Messi. Mi fa l'intervallo. Scappo. E sbaglio. Fernando mi ag- male la schiena. "Ma quanto corri, Leo?"Gli tiro gredisce. Io sto sotto shock. Ho la fascia al la maglia. È piccolo, veloce. Argentino. E im- braccio. Ma non la sento mia. Non quel giorno. E prendibile. Lo fermo insieme a Daniele. Lo fer- sbaglio. Sbaglio. Sbaglio. Ma chi non sbaglia? mo. E mentre passo la palla a Kevin Prince, ri- Pure Messi sbaglia uno stop e la palla finisce penso a Montecarlo e al goal di Salas contro lo in fallo laterale. Io ritorno sulla terra. Leo United. Siamo la squadra più forte d'Europa. Ci e' un UFO. Da vicino ancora di più. Mi costringe manca solo lo Scudetto. Io, Capitano di una a scatti che il mio fisico non può più permet- squadra di Capitani. Sono cose che Capitano. Lu- tersi. La schiena mi chiede aiuto. Le gambe van- ca, Paolo, Nestor, Giuseppe, Sinisa, Matias, no da sole. Ma non ce la fanno a stargli appres- Diego Pablo, Juan Sebastian, Pavel, Roberto, so. Nonostante tutto lo contengo. Con la malizia Dejan, Marcelo, Alen. Carisma, tecnica, ego al- e l'esperienza. E con l'aiuto dei compagni."Ma l'ennesima potenza. Mister Sven che miscela il quanto corri, Leo?"Lui mi guarda, capisce e sor- tutto. Il trionfo e' dietro l'angolo. Ma l'arbi- ride. Il Calcio e' una lingua internazionale. tro fischia la fine del primo tempo. Zero a ze- Guardo il tabellone e vedo che mancano cinque ro. Abbiamo tenuto. Chiuso. Raddoppiato. E limi- minuti. Zero a zero. Non abbiamo segnato. Ma non tato i danni. Tanti anni fa, il Milan di Capello abbiamo nemmeno preso goal. Questo era il nostro ne fece quattro al Barcellona di Crujiff in fi- obiettivo.Proviamo l'ultimo affondo. E io mi ri- nale di Coppa Campioni. Ora noi stiamo elemosi- trovo al 31 di agosto del 2002 a Formello. Manca nando uno zero a zero. E proteggendolo con le poco alla fine del calcio mercato. Mi chiama il unghie. E siamo sempre il Milan e loro sono sem- nostro Direttore Sportivo. Sono stato venduto pre il Barcellona. Loro erano sempre blaugrana e per salvare la Lazio. Salvare la Lazio. Salvare il Milan aveva sempre la maglia bianca.Negli la Lazio. Shock. Rewind. Montella che mi uccide. spogliatoi, il Mister ci fa i complimenti per la Lo Scudetto del 2000. La Supercoppa con lo Uni- fase difensiva ma dice che dobbiamo essere più ted. La Coppa delle Coppe. La Coppa Italia e il incisivi in avanti. Zlatan e' nervoso. Vuole se- mio goal. La fascia di Capitano. L'esordio in gnare a tutti i costi. E chiudere il suo conto serie A. L'infortunio a Gascoigne. La prima ma- personale con Guardiola. Mentre il Mister parla, glia bianco azzurra. La mia vita a ritroso. Tut- ripenso a quel giorno di Maggio. Ai tre goal al- ta davanti in pochi secondi.Non posso rifiutare. la Reggina. Al diluvio di Perugia. Al goal di Devo accettare. Per forza. La Lazio e' in crisi. Calori. All'Olimpico invaso e in estasi. A me Io al Milan. Hernan all'Inter.Piango. Finisce un che sono il Capitano dello Scudetto. Romano e Amore. Inizia un lavoro.E mentre Messi prova laziale. Il massimo della vita. Penso al Mister l'ultimo allungo della sua partita, trovo la in lacrime che dice: "Si deve credere sempre". forza chissa' dove per fermarlo. Gli tolgo la Al trionfo di una vita. A noi nudi nello spo- palla. San Siro mi applaude. Passo la palla a gliatoio che saltiamo e cantiamo. Penso che un Kevin Prince. E mi sistemo i capelli dietro le sogno così non ritorni mai più. L'arbitro fi- orecchie. La schiena mi urla per il dolore. Non schia l'inizio del secondo tempo. E loro rico- ce la fa più. Leo corre troppo. E come lui, cor- minciano. Lo chiamano "tiki-taka" ma sembra una rono troppo in tanti. Me ne rendo conto oggi. Di goccia cinese. E' una tortura lenta e costante. fronte alla squadra più forte del Mondo. Dico Xavi, Iniesta, Xavi, Busquets, Sanchez, Keita, basta. Oggi. Il mio corpo me lo chiede. Me lo Puyol, Alves, Xavi, Messi. E poi ancora Xavi, urla. L'arbitro fischia la fine della partita. Iniesta, Busquets, Xavi. San Siro li applaude e Zero a zero. Missione compiuta. Ancora una vol- li teme. Dottor Jeckyll sportivo e Mr. Hyde ti- ta. Contro il più forte del mondo.Perché io sono foso. Pubblico esigente e mai sazio di vittorie Alessandro Nesta. Il difensore più forte del e trionfi. Attacchiamo noi. Zlatan vuole lascia- mondo. Ed ero il Capitano della mia Città. re il suo segno. La sua Zeta sulla partita. Men- Alessandro Aquilino tre io ripenso al Derby. Non ai quattro derby TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 8
  • 9. moviola La bambina ed il Grande Torino. Trun fu costruito per volontà di un nobi- Dimenticate il resto della vostra vita le spagnolo, nel 1700, spianando un’area per due minuti. Immaginate. Immaginate la molto estesa a forza di braccia e poveri primavera del 1949, appunto. Calatevi attrezzi. Fra il tempo di un’occupazione nella realtà di quell’epoca. Chiudete gli militare in Piemonte, una della tante. La occhi per un attimo, poi riprendete a prova della presenza degli spagnoli ? Le leggere. Il Grande Torino imperversava. I coltivazioni di alberi da frutto tipici giocatori di questa meravigliosa squadra della penisola iberica. La villa in ori- erano famosissimi. Una bambina li conosce gine aveva un altro nome che si è perduto tutti. E’ una bambina molto piccola vive nel tempo, a favore dell’attuale, in in mezzo ai prati ed ai boschi. Ogni tan- quanto è stata sempre identificata come to li vede arrivare questi ragazzi, pro- “Villa del Trun” proprio dagli abitanti prio dove lei abita…. e i suoi occhi so- della Borgata Rosa. “L’etimo toponomasti- no carichi di curiosità. Andate al Parco co” deriva dal fatto che quando le cor- del Meisino o giù di lì e guardate la renti calde arrivano dal Levante, evol- Collina di Superga. Da sotto la Basilica, vendo in temporali, le prime folgori e i tracciate una linea immaginaria verso il primi tuoni ( “trun dal dialetto Torinese basso. Arriverete senza ostacoli al Trun ) si scatenano nella zona tra la villa e o Tron, una misteriosa villa, situata a la sommità di Superga. Questo era consi- mezza costa, quasi una sentinella sulla derato dai locali un “avvertimento” del- collina e sulle lenzuola bianche messe ad l’imminente temporale, in arrivo anche asciugare dalle lavandaie di Bertolla. sulle rive del Po. Bene, il Trun è di Villa Trun, con l’annesso antico comples- proprietà di Civalleri e, quando il Gran- so agricolo è situata nel tratto di col- de Torino gioca in casa, capita spesso, lina tra la Borgata Rosa e Superga, in il sabato, che la squadra si raduni per un’area frequentata da tutti gli abitanti una merenda sinoira, magari nel giardino, della Borgata, sia per raggiungere la Ba- nei pressi del viale di malva ed ibisco. silica, sia per le scampagnate domenicali La cappelletta, i sentierini. Angoli per delle famiglie della zona, che trovano meditare e trovare forza. I giocatori ampie possibilità di svago, in quest’am- fanno gruppo, si rilassano, si concentra- biente molto ricco di vegetazione. Trun, no. Parlano degli avversari, studiano la casa padronale e cascina, vigna con l’or- tattica. Erbstein, parla bene l’italiano to, mezzadri, animali di proprietà ( muc- e nel corso della riunione tattica pre- che, galline, conigli ). Una spianata di senta ai giocatori la partita dell’indo- 10.000, forse 12.000 mq; muri, muri alti mani. Nei pressi circolano il cane lupo fino a 18 metri, muri di pietra e mattoni di Civalleri e Layla, la cagnetta della tenuti insieme dalla famosa calce di Su- figlia del “Civa”. Il Torino si muove con perga. Gli scoli delle acque, costruiti il “Conte Rosso” che viene parcheggiato a con i mattoni. Nella villa ci sono quat- lato della strada per Superga, a poche tordici grandi camere, tutte riscaldate centinaia di metri dalla villa di Cival- con stufe di Castellamonte. Il Trun è il leri. L’accesso alla carrareccia è in palazzotto del dirigente accompagnatore faccia ai giardini della famiglia Camera- Ippolito Civalleri, tifosissimo granata e na, l’arco d’ingresso non c’è ancora, si braccio destro di Ferruccio Novo, il Pre- passa dal cancello grosso. I giocatori si sidente del Grande Torino. Civalleri, di- fanno una breve passeggiata. Anche la rigente SNIA Viscosa, è un vero signore, gente del posto cammina. Tanto cammina piemontese di vecchio stampo, simpatico, per il bosco anche il bosco ecco. E’ una gentile, disposto alla chiacchiera, cor- ricerca importante. Fornisce cibo. I gio- diale e di buon carattere ma, quando catori del Grande Torino. Si divertono, s’inalbera, è meglio girare a largo. I ridono, esplorano; discutono tra di loro, giocatori lo amano, si fidano di lui e lo ascoltano i tecnici, preparano la parti- temono, anche. La villa dicevamo è situa- ta, guardano il passaggio. Guardano in ta in uno stupendo complesso rurale e An- basso, verso il fiume, verso Torino, dal- dreina, la bambina che conosce tutti i la spettacolare terrazza-belvedere. Guar- giocatori è la figlia del mezzadro. Il dano in alto, verso le montagne, verso la TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 9
  • 10. schegge di storia Basilica, verso il cielo. Sì guardano la che, non vedono l’ora di precipitarsi Basilica. La Basilica di Superga, che è a nella stalla, interessandosi alla mucca poche centinaia di metri, in linea tale, al vitellino, a questo, a quello. d’aria, esattamente sopra di loro. Un’al- E’ il 4 maggio del 1949. Dal Trun nessuno tra delle incredibili storie del Toro: i si accorge di nulla. Nessun rumore, Nien- nostri eroi preparano le sfide, esatta- te radio, per il personale. Poco sotto mente sotto la Basilica dove il Fato li nell’allagata Borgata Rosa, invece la vincerà. I 4 dell’Ave Maria. Il personale gente guarda con apprensione all’acqua che lavora al Trun li chima così. Sono che minaccia le case, c’è un po’ di caos Bacigalupo, Loik, Martelli e Gabetto: e il ponte di San Mauro è pericolante. chiacchierano tanto, scherzano e si sfot- All’improvviso viene avvertito un gran tono, sempre con garbo, senza usare paro- boato; qualcuno dice di intravedere un lacce, frequentano il campo di bocce, enorme colonna di fumo. E’ successo qual- sempre ben curato. Antonio è il fratello cosa di molto grave sicuramente. Molti di Andreina e fa il raccoglibocce. I vin- uomini della Borgata si vestono veloce- citori sono portati in trionfo dai per- mente e alla meglio, la pioggia è scro- denti. Il festeggiamento è un po’ criti- sciante: s’inerpicano sulla collina, cabile a volte, come nel caso dello stra- unendosi ai residenti di Superga. Con ri- no giro d’onore di Baci e Gabetto, ficca- tardo la notizia arriva anche al Trun : “ ti dentro ad una botte usata come pozzo Sono morti tutti! Il signore ! il signore nero per i prati e portati a destra e a è andato a Lisbona! E’ morto anche lui! sinistra, su un traballante carretto a E’ morto il commendatore ! Monsù Civalle- due ruote. A volte i giocatori del Torino ri!”. Il resto lo sapete. sono un po’ bizzarri, anche se ammirati Diego Il Condor ovunque e considerati dai brasiliani come i migliori del mondo, sono ancora molto giovani, sono i “ragazzi”. Sono simpati- ci, ognuno a modo suo. L’esuberante Bal- larin. Il più che esuberante Rigamonti. E’ Bacigalupo, però il più scatenato: batte anche il “Riga”. Valerio per le bocce, poi impazzisce proprio. Il calcio, in fondo non gli piace così tanto, anche se i bocia che abitano vicino a lui lo invitano sempre a tirare due calci al pallone e Baci non rifiuta mai: non può deludere i sui piccoli tifosi. Capitan Valentino è affidabile, simpatico anche lui, ma gira da solo, supera le siepi di bosso, le piante si spirea, il biancospi- no, i cespugli di aromi, i gusti; il Ca- pitano cammina per i prati, per poi fare una breve siesta sotto l’ippocastano. Per gli antichi Celti, l’ippocastano era sim- bolo di integrità e lealtà. Ossola è un po’ schivo, un po’ timido. Casigliano. Qualcuno dice che è un tipo truce. La gente che lavora al Trun pensa che non sia vero, anzi. Il suo famoso numero del- la monetina, infilata nel taschino con un colpo di tacco. Maroso è ancora più bra- vo, però come giocoliere. Maroso è alle- gro. Maroso con i suoi completini grigini e Rigamonti con le sue giacche Principe di Galles, hanno una passione per le muc- TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 10
  • 11. moviola La bandiera con la rosa dei venti. "Via la merda da Firenze" , Paolo pro- ...l'idea di fare una bandiera tutta pose di fare una mega bandiera, sul nostra venne a Paolo ...premetto modello di quella spettacolare dei ...eravamo tutti 17/18enni. Già da milanisti...quella con la rosa dei qualche anno frequentatori della curva venti...lo ammetto ...decidemmo di co- senza affiliazioni specifiche, anzi piare da chi sicuramente aveva molta direi piuttosto per conto nostro, in più storia di noi ragazzetti...i no- comune il fatto d'essere, un bel nume- stri Ultras (almeno quelli storici an- ro di noi, tutti studenti (va beh...è che se non potevano più esibire quel una parola grossa) nello stesso Liceo, nome, fuorilegge dal 1983), infatti, poi ovviamente dagli studenti ci al- li vedevamo come esempi irraggiungibi- largavamo ad altri ragazzi che ognuno li e talmente tanta era la soggezione di noi frequentava nell'extra scuola. che alla fine ci riusciva più semplice Il nucleo principale era però quello cercare di essere protagonisti restan- dei ragazzi del Liceo si ma che prove- do ai margini piuttosto che cercare di nivano dalla zona sud occidentale del- integrare direttamente...poi, alla fi- la città, e parecchi erano coloro che, ne, il fare e creare in curva automa- non della stessa scuola, stavano co- ticamente ti dava l'occasione di munque assieme a loro ritrovandosi nei integrarti...solo che, ecco, non era vialoni di periferia a perdere tempo la nostra finalità principale. Ini- specialmente nei lunghi pomeriggi pri- ziammo la colletta questuante a scuola maverili ed estivi in virtù di un'in- (e dove sennò?) ...raggiungemmo un di- fanzia e di una quotidianità comune. screto gruzzoletto nel giro di una de- Eravamo, nel massimo splendore, una cina di giorni ...comprare la stoffa quarantina anche più di ragazzi inna- (bianca) e i colori e pennelli (viola morati della nostra città, della no- e fucsia) fu un attimo...poi a dise- stra squadra e soprattutto del gnare sul tessuto nel garage del T. tifo...di quell'essere comunque e sem- Bandierone bianco di domensioni spa- pre protagonisti o avere anche solo ventose, esagerammo, non ponendoci il l'illusione di esserlo, pur tifando problema della sventolata che doveva per una squadra spesso e volentieri seguire, insomma una roba da oltre 15 perdente anche se di nobili tradizio- m2...strisce viola e fucsia ai ni! Io ero un po' l'isolato ...i miei bordi...e rosa dei venti viola e fuc- amici d'infanzia stavano tutti sia al centro...i bordi li facemmo cu- altrove...nel senso che avevan tutti cire a mia mamma che era una sarta so- smesso di studiare dopo le scuole me- praffina e si prestò, non senza bofon- die, tutti fedelissimi ai colori pre- chiare ("tu stai sempre dietro a que- feriti in città ovviamente...ma la ste bischerate quando tu dovresti stu- frequentazione assidua di quei ragazzi diare per l'esame"...di Maturità...) di Legnaia (il quartiere appunto a sud ...nel frattempo io e Paolo ci siamo ovest) mi aveva piano piano reso molto messi alla ricerca dell'asta...troppo più familiari , che i vecchi amici del cara la canna da pesca...alla fine op- quartiere ...insomma Paolo, uno dei tammo per i tubi da idraulico in pvc ragazzi di Legnaia, ebbe l'idea ...quelli che si inseriscono uno den- ...avevamo già tutti noi avuto il no- tro l'altro...opportunamente rafforza- stro battesimo del fuoco qualche anno ti con del nastro da pacchi ...insomma prima in occasione dell'arrivo delle poteva reggere...esordimmo contro il valanghe barbariche romaniste (una Bari...in casa...il 24 novembre volta qualche tempo dopo avemmo pure 1985...almeno così mi pare...entrati il piacere di conoscere anche quelle in curva ci rendemmo subito conto che laziali, con quel famoso treno...ma è NON riuscivamo manco a sollevarla un'altra storia)...quindi eravamo as- ...figuriamoci a sventolarla... i no- sai uniti e sempre entusiasti...dopo stri sforzi ammirevoli ma nel contempo lo striscione da noi realizzato in oc- ridicoli non sfuggirono al resto del casione di una partita contro la Juve pubblico di curva...e subito una dele- TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 11
  • 12. moviola gazione di quelli che per noi erano bella bandiera ci ha seguito per un miti si manifestò per chiederci che po'...fece anche la trasfertona in cosa stavamo cercando di treno a Lecce, dove riuscimmo a perde- fare...spiegammo, non senza imbarazzo re 2 a 1...era il Lecce che retrocesse ...si misero a ridere ed ecco uno che ma vinse alla penultima a Roma contro prende la bandiera e..."non è roba da i giallorossi privandoli di uno scu- ragazzini...". Scavalca l'inferriata, detto ormai quasi cucito sulle entra in campo, se la fa passare tra maglie...e fornendo a voi laziali le sbarre (all'epoca non c'era il l'occasione di una serie di cori com- plexiglass bensì le sbarre) e entra memorativi assai divertenti anche se nella zona tra il campo e la curva do- feroci...da qualche parte devo avere ve c'era la pista d'atletica (bellis- la foto di noi e della nostra bandiera sima poi eliminata nel corso dell'ob- a Lecce...la mostrammo, ammainata, du- brobrioso progetto di ristrutturazione rante il tragitto dalla stazione allo per Italia 90...un crimine ancora stadio...tutto senza scorta...e poi impunito...vabbè)...inizia a sventola- approfittando del fatto che il settore re ...BELLISSIMA...e che soddisfazione ospiti era nel secondo anello riuscim- a vedere all'unisono la nostra curva e mo anche a sventolarla...meglio dire a il resto dello stadio applaudire la scenderla e a farla muovere usando co- nostra bandiera, eravamo gonfi e tron- me supporto la transenna...dopo il fi, dopo dieci minuti rientra e ci re- match venne sfilata dai tubi e messa stituisce la bandiera..."ragazzi...ma nello zaino...i tubi servirono come che siete matti...m'aveta ammazzato bastoni da passeggio nel difficile ri- per far sventolare questa torno al treno...ma questa è un'altra bandiera...per almeno tre giorni mi storia... riuscirà difficile anche bere ì caf- fè...". Arrotolammo il tutto e assi- stemmo, sempre tifando ma non svento- Alessandro Rabbiosi lando, ad un orrido 0 a 0. La nostra TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 12
  • 13. moviola Il City a Newcastle nel 1968. dinate il campo di gioco si vede bene, Non sarò in grado di spendere parole di ma c’erano tanti tifosi del City festanti saggezza, sulla partita del Man City a sugli spalti, che non ho visto quando Newcastle del 2012, perché l’ho guardata Summerbee ha segnato. A fine partita una su Sky e non è proprio come essere allo volta entrato sul terreno di gioco, per stadio. Anzi è davvero differente ! "NEW- festeggiare la nostra vittoria, sono an- CASTLE, 16:45, 11-5-68", recita così dato fino all’area di rigore di fronte l'etichetta del Dymo label sul mio picco- all’altra curva, per prendere la zolla lo pacchetto a tenuta d'aria, dove con- d’erba dal punto esatto in cui Franny Lee servo ancora la zolla d’erba presa dal aveva segnato la sua rete. Fu davvero dischetto dell’area di rigore, da cui difficile da prendere quella piccola zol- Franny Lee ha segnato il quarto goal del- la, perché sul campo era pieno di tifosi la nostra vittoria. L'erba non è più così del City….che avevamo avuto la stessa verde come un tempo, ma visto che è stata idea.Ovviamente il viaggio verso casa è nel mio portafoglio ( ho una piccola par- stato ancora più divertente, il pullman te “di backup” in un luogo sicuro nel ca- si fermò un sacco di volte e ovunque so in cui venga aggredito e derubato ) c'erano Blues a cantare e a ballare. A un per gli ultimi 40 anni, il che non è sor- certo punto fummo raggiunti anche dal prendente. Nel 1968 ero uno studente di pullman con i giocatori del City che vi- ingegneria. Tra gli studenti di allora, i cino a noi e stavano festeggiando con la tifosi del City erano solo in tre : io, stessa intensità di tutti gli altri. Sia- Dave Cooper e Brian Chapellow. Anche i mo finalmente tornati in città, ma i fe- docenti erano “Rags” ( tifosi del Manche- steggiamenti sono durati ancora, al punto ster United ). Quell’anno però li avevamo tale che sono tornato dentro la mia casa battuti, per 3-1 nel derby che si era solo …. il giorno successivo. Da allora giocato nel mese di marzo, quindi erano ho fatto ancora tantissime trasferte sia un po’ meno arroganti del solito. In quei in Inghilterra che in Europa ... ma que- giorni la mia solita routine era di anda- sta è stata la mia prima esperienza nel re alla partita, in casa o fuori, e poi vincere qualcosa di davvero importante. correre di nuovo al Lowenbrau Bier Keller Poi sono stato a Wembley per due volte a Piccadilly dove l'atmosfera era incre- per la FA Cup e la League Cup, a Vienna dibile, con tanti tifosi di calcio che per la finale di Coppa delle Coppe. Ma ho intonavano i canti, appresi il sabato pensato che quella giornata del 1968 è sulle gradinate di tutti gli stadi del- stata la migliore della mia vita! l’Inghilterra. Andavamo spesso avanti PS: Se qualcuno vuole vedere la mia zolla tutta la notte, senza troppe difficoltà, erba…. deve venire fino in Inghilterra. incuranti della giornata lavorativa o di studio che ci attendeva. L’organizzazione della trasferta di Newcastle mi resta John difficile da ricordare con esattezza ora, A MCFC fan ma credo che Brian Chapellow ed io abbia- mo preso un pullman Fingland da Leven- shulme. Ricordo bene come eravamo stupiti che tutto il traffico sembrava essere di- pinto di blu e bianco. In quei giorni non so se ho davvero creduto che avremmo po- tuto vincere il campionato, ma Joe e Mal- colm rivoluzionarono tutto. Il City vin- se, quell’11 maggio del 1968, per 4-3 sul campo del Newcastle. Prima della gara, ci speravamo, ma temevamo anche il peggio! Al St James 'Park eravamo in attesa di entrare all’interno dello stadio, circon- dati da un sacco di Geordies e tutto sem- brava essere molto tranquillo. Dalle gra- TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 13
  • 14. moviola La finale di FA Cup del 1927, un formazione londinese dell’Arsenal. Il gatto e una maglia inadatta. Cardiff era già stato sconfitto dallo Re George V e due primi ministri della Sheffield United nella finale di FA Cup Gran Bretagna, del 20th secolo in tempo 1925 e non voleva certo ripetersi. Hughie di guerra, David Lloyd George e Winston Ferguson segnò però al 74’ minuto di gio- Churchill, hanno visto il Cardiff battere co la rete della vittoria. Il portiere l'Arsenal davanti a 93.000 spettatori su- dell’Arsenal, Dan Lewis, in questa circo- gli spalti dello stadio di Wembley, il stanza non fu però impeccabile, perché il 23 aprile 1927, in una finale di FA Cup. tiro di Hughie non era certo imparabile, Quel giorno una squadra non inglese vin- e il portiere dei londinesi si fece pas- se, quella che allora si chiamava la En- sare il pallone sotto il corpo con un glish Cup, per l'unica volta nei suoi 137 goffo intervento. I teorici della cospi- anni di storia. Ad oggi resta ancora razione dissero che il portiere gallese l’unica squadra non inglese ad aver vinto Lewis aveva volutamente aiutato i suoi questo trofeo. La partita del 1927 è sta- connazionali, ma Lewis disse che colpa ta anche molto importante, perché fu la del suo errore era da imputarsi alla sua prima finale di coppa che andò in onda in maglia nuova, che era di un tipo di lana diretta sulla BBC Radio e perché fu anche troppo spessa, che gli impediva di af- la prima il finale in cui l’ inno della ferrare la palla correttamente. Da allo- FA Cup “Abide With Me” fu cantata prima ra, quelli dell’Arsenal hanno lavato sem- dell’inizio dei novanta minuti. La frase pre le maglie dei loro portieri, prima di 'Back to One Square' è stata coniata per ogni partita. Proprio per evitare dei so- la finale di FA Cup del 1927, dato che i spetti. Chissà quando questo prestigioso commentatori radiofonici utilizzavano una trofeo tornerà ancora in Galles ? Le for- griglia pubblicata sul Times per descri- mazioni di quella finale : vere l'azione della partita. Era un campo Cardiff City: Farquarson; Nelson, Watson; di calcio, che i giornalisti del tempo, Keenor, Sloan, Hardy; Curtis, Irving, avevano diviso in tanti quadrati numera- Ferguson, Davies L., M'Laclan ti, così alla radio, potevano dire agli ascoltatori in quale quadrato era in gio- Arsenal: Lewis; Parker, Kennedy; Baker, co il pallone in quel momento. L’azione Butler, John; Hulme, Buchan, Brain, si svolge in A 4….davvero altri tempi! Il Blyth, Hoar Cardiff City aveva adottato un gatto nero come mascotte, Trixie, per questa impor- tante gara, perché il suo attaccante Hu- Charles Harvey Lynch ghie Ferguson, stella della squadra ed idolo dei suoi tifosi, aveva pensato che fosse di buon auspicio. Ferguson l’aveva trovato a vagare smarrito, sul campo del Royal Birkdale quando i giocatori del Cardiff City stavano allenandosi in vista della partita del quinto turno di FA Cup contro il Bolton Wanderers. Ferguson chiese a tutti gli abitanti delle case nelle vicinanze e finalmente trovò il proprietario del gatto che accettò la proposta di farne la mascotte della squa- dra nella finalissima di Wembley, otte- nendo in cambio però due biglietti. L’ accordo fu stipulato e il gatto portafor- tuna consegnato. Al Cardiff furono tirati degli ortaggi appena il pullman della squadra arrivò a Wembley, ma l’ agguato più pericoloso sarebbe stato sul campo di gioco. L’attendeva infatti la forte TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 14
  • 15. moviola era il 19 giugno 1919. fosi fecero andare in pensione il " piaz- Affiancato da Antonio Calabritto, Vincen- za d'armi". il comune spostò il cimitero zo Giordano ed Adalgiso Onesti, Schiavone a Brignano e lo stadio, al centro della affiliò la Salernitana al comitato campa- città, prese corpo poco alla volta. il no. Ci fu l'autorizzazione a giocare, ma glorioso Vestuti fu inaugurato nel 1932. non si era pronti. Successivamente in una Per due stagioni consecutive si sfiorò la lunga riunione durata tutta una notte, i serie B. il salto di qualità, dopo un 4 organizzatori ed 11 giocatori decisero quinquennio di delusioni, arrivò nel di giocare. Adalgiso Onesti fu nominato 1937/38: nell'ultima giornata, la Saler- presidente. si approntò la prima casacca: nitana ottenne la promozione. A Potenza maglia a strisce verticali bianco cele- fu festa grande. La prima volta in una ste. Il primo campo fu Piazza d' Armi. serie B a girone unico, i salernitani Primo campionato: girone a tre squadre chiusero al penultimo posto, ritornando oltre la Salernitana, Stabia, Savoia e in serie C. C'e' un nome che nessuno co- Pro Italia. Il debutto a Castellammare: nosce: Kertesz. fu un allenatore unghere- treno e carrozzelle i mezzi di trasporto se che, prima di Delio Rossi, infilò 16 della squadra e di un nutrito gruppo di risultati utili consecutivi, grande serie tifosi. Lo Stabia era uno squadrone, ma positive: al Vestuti......nessuno passa- autorità e cuore portarono la Salernitana va. Negli anni trenta i calciatori più a vincere1-0 con un goal dell' ala Ali- rappresentativi furono Antonio Valese, berti. Fu la prima di 6 vittorie, chiusu- Giovanni Pilato ed il portiere Giovanni ra del girone a punteggio pieno e quali- Scannapieco detto " gatto magico". in ficazione per la finale. Avversario il questo decennio apparve la figura del Brasiliano. Si perse 5-0 a napoli. Si massaggiatore: Angelo Carmando ne inter- vinse 5-0 a salerno. la bella sul campo pretò cosi bene il ruolo da non lasciare neutro di Nocera: il brasiliano non si più " spugna e secchio granata" per de- presentò per protesta e la SAalernitana cenni. I figli Bruno e Salvatore sono ottenne la prima promozione a tavolino. stati capostipiti di una famiglia di fi- Nella prima Serie A non ci fu gloria. Pu- sioterapisti. Noi over 40 siamo legati teolana, Naples e Savoia erano molto più alla figura di bruno come i nostri nonni forti. Non ci fu retrocessione perchè si erano legati a quella di angelo: pura Sa- decise di fare due campionati: uno orga- lernitanità. nizzato dalla Figc ed un altro dalla Cci. La Salernitana si aggregò a quest'ultima e partecipò al suo secondo campionato di Roberto Cocozza Serie A. Non andò bene, fini ultima in- sieme al Naples. Si tornò, nella stagione 22/23 ad un unico campionato. La Sa- lernitana partecipò alla 2 divisione ( attuale serie B). Ritornò subito in Serie A. Ma anche quell'anno, nel mas- simo campionato, ci fu una magra figura.....la serie A era fatta per i blasoni. Crisi di crescita degli ultimi anni 20, ma almeno ci avevamo provato ed il cuore salernitano era andato al di là di tanti ostacoli. Il secondo decen- nio di vita vide il rilancio della Sa- lernitana. Sino al 29 i campionati erano frazionati a gironi, dopo nacque il tor- neo unico. si privilegiarono le beneme- renze sportive e la Salernitana fu collo- cata nel campionato di prima divisione l'equivalente Serie C. Tornei di alta classifica e l' aumento smisurato di ti- TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 15
  • 16. calcio d’angolo Swindon Town. Cinque fratelli in campo. Paolo Di Canio in versione singer per la Siamo davvero nella preistoria, a cavallo festa finale. Look alla Doctor House, fra gli anni 10 e 20. Un calcio molto di- barba incolta e giacchetto di pelle, Pao- verso da quello odierno, un calcio sicu- lo Di Canio chiude la festa per la promo- ramente più genuino. Ed in questo clima zione in League One cantando, sul palco romantico, è sicuramente bello raccontare assieme alla band Toploader, "Dancing in di cinque fratelli in maglia granata. Di the moonlight" di King Harvest. Tanta loro sono arrivati a noi notizie frammen- gente si è riversata al County Ground tarie. Alla fine della prima guerra mon- nella giornata dedicata ai ragazzi in diale, si riprende anche con l'attività biancorosso: palco in mezzo al terreno di calcistica, e un giornale dell'epoca ri- gioco su cui si sono alternate diversi porta un amichevole fra Vigor Trapani e gruppi musicali, tenda vip riservata ai Palermo F.c. finita 5-0 per i palermita- tifosi “facoltosi” che, in cambio di con- ni. In quell'incontro si distingue Zolli grua offerta, hanno cenato spalla a spal- secondo. I fratelli Zolli parteciparono la con i giocatori della loro squadra e successivamente al campionato 1921-22. In tanto divertimento, questi gli ingredien- quell'anno a livello nazionale vennero ti di una riuscitissima giornata. Ovazio- disputati due campionati: uno, gestito ne finale per il singer Di Canio, diven- dalla FIGC e l'altro gestito dalla CCI. tato in un solo anno vero e proprio idolo Quest'ultimo campionato era diviso in tre locale. Il giusto finale di un anno vis- leghe: la nord la centro e la sud. La le- suto alla grande tra sconfitte (terribile ga sud (che non partecipava però all'as- la serie negativa iniziale), tante vitto- segnazione dello scudetto vinto poi dalla rie (sfiorato il record di vittorie con- Pro Vercelli) comprendeva una serie di secutive di una squadra inglese), imprese gironi regionali, e in quello siciliano (il passaggio del turno in F.A. Cup), de- era inserita la Vigor Trapani. Il campio- lusioni (la finale di Johnstone’s persa a nato fu ingloriosamente chiuso all'ultimo Wembley) e dolori (la morte di entrambi i posto, con dieci sconfitte su dieci par- genitori del mister italiano) che ha sa- tite e con ben sei rinunce. Di quel cam- puto lanciare Di Canio tra gli allenatori pionato ci arriva notizia di un gol di emergenti (per lui si è parlato dell’in- Zolli primo in un Vigor Trapani- Libertas teressamento di Leeds e West Ham). Palermo 2-3. Nel 1924 nasce una nuova so- cietà dalla fusione fra Vigor Trapan e Drepanum: la U.S. Trapanese, e fra i gio- Renato Cignoni catori vengono ancora chiamati i cinque fratelli. Poi non ci arriva più alcuna notizia, ma cinque fratelli in una squa- dra per tanti anni se non rappresenta un record ...poco ci manca. Vito Galuppo TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 16
  • 17. moviola 30 maggio 1984, scritto neutrale... Pruzzo fa esplodere lo stadio "pettinan- Bob Paisley si è ritirato al termine del- do" di testa un pallone crossato da Bruno la stagione precedente, il suo posto sul- Conti, che si insacca alle spalle di la panchina dei Reds è stato preso dal Grobbelaar. Il bomber romanista lotta co- suo secondo, Joe Fagan. Il Liverpool è me un leone, ma in avvio di ripresa si alla nona partecipazione consecutiva alla infortuna e dovrà uscire sostituito dal Coppa dei Campioni, non salta un'edizione tornante Chierico. La Roma perde incisi- dal 1976. La squadra è cambiata rispetto vità, il Liverpool si rende pericoloso in a quella che trionfò nel 1981 contro il contropiede con Dalglish e Neal. Termina- Real Madrid a Parigi: negli ultimi anni no in parità i tempi regolamentari e hanno raggiunto Anfield Road il teatrale neanche nei supplementari si sblocca il portiere Grobbelaar, lo stopper Lawren- risultato. Per la prima volta la Coppa son, il mediano irlandese Whelan, il tut- viene assegnata ai calci di rigore. Nicol tofare Nicol e soprattutto il bomber Ian sbaglia subito per gli inglesi, Conti Rush. L'avventura in Coppa comincia con- fallisce il secondo tentativo dei romani. tro i danesi dell'OB Odense, superati co- Dopo tre rigori a testa il risultato è modamente. Il secondo turno pone di fron- ancora in parità: tocca a Rush che non te ai Reds i baschi dell'Athletic Bilbao. sbaglia, quindi va dal dischetto l'affa- Il sorprendente pareggio a reti bianche ticato Ciccio Graziani, che colpisce la dell'andata a Anfield costringe il Liver- traversa. Alan Kennedy, che già aveva da- pool a conquistare la qualificazione in to ai Reds la coppa del 1981, non trema e trasferta, grazie a una prodezza di Rush, infila Franco Tancredi. Per il Liverpool che comincia a lasciare il segno su que- è la quarta vittoria in quattro finali. sta edizione. Nei quarti la squadra di Fagan incontra il Benfica, che limita i danni in Inghilterra (0-1) e viene tra- Claudio Boffa Tarlatta volto a Lisbona per 4-1 in una delle mi- gliori prestazioni esterne del Liverpool. In semifinale è la volta della Dinamo Bu- carest: Sammy Lee garantisce il primo round ai Reds in casa, ma è Ian Rush con due gol in Romania a mettere il timbro sul passaporto per la finale. Il Liver- pool torna a Roma dove sette anni prima aveva vinto la sua prima Coppa Campioni contro il Borussia Mönchengladbach. Di fronte c'è la Roma di Falcão, che gioca in casa. I giallorossi sono al debutto; nel tunnel che conduce in campo, con gli atleti già schierati ad aspettare l'in- gresso sul terreno, le loro facce sono tesissime, i comportamenti nervosi. Gli esperti inglesi mostrano invece grande tranquillità, cantando tutti insieme. Do- po un leggero predominio della Roma, al quarto d'ora scende il gelo sull'Olimpi- co: Johnston "carica" Tancredi uscito per intercettare un cross, il portiere perde la palla.Bonetti cerca di allontanare, ma il rinvio finisce sulla testa di Tancredi a terra e poi sui piedi di Neal, che por- ta in vantaggio il Liverpool. La Roma tenta di reagire, ma è Tancredi a dover compiere un miracolo su un contropiede di Rush. Poi, sul finire del primo tempo, TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 17
  • 18. fuorigioco Football Rivalries ...l’importanza cultura. Sembra di essere, su un treno del derby. virtuale, in viaggio per l’Europa con la Tutti quelli che hanno la fortuna di vi- tua sciarpa al collo. Scendiamo in Olanda vere in una città che ha due squadre cit- e scopriamo che il paese dei tulipani e tadine, conosce bene l’importanza del dei mulini a vento, non è solo questa derby. Sappiamo bene che vincere la stra- cartolina, ma che ci sono tifoserie orga- cittadina, può cambiare il corso di una nizzate e sfide infuocate, che talvolta stagione calcistica, può regalarti sensa- travalicano i soli motivi calcistici. zioni ed emozioni uniche, che rimangono Sentiamo quasi parlare tedesco e ci ve- indelebili nella tua mente, per anni, en- diamo nella curva dell’Hertha Berlin men- trando a far parte del tuo patrimonio di tre i cori all’unisono con le bandiere di ricordi più belli. Potremmo dimenticare alzano dai settori più popolari del vec- ricorrenze, festività e compleanni, ma chio stadio della capitale tedesca. Pas- non scorderemo mai la rete di Nicoli, se- sione e voglia di stare insieme che acco- gnata quasi allo scadere, le due gemme di munano tanti tifosi teutonici, quando la Vincenzo D’Amico contro una formazione, fredda e compassata Germania diventa qua- che sulla carta partiva favorita, la pu- si un paese latino. Passando per la Fran- nizione magistrale di Veron, e la zampata cia ed il suo derby per antonomasia, che del centrattacco teutonico nei minuti di infiamma un’ intera nazione, come quello recupero. Il derby evoca, bandiere al tra il PSG ed il Marsiglia, si arriva poi vento, abbracci con persone che neppure nelle terre in cui la stracittadina è conosci, il tornare adolescenti per no- davvero qualcosa che si vive, quasi tutti vanta lunghissimi minuti, l’odore dei fu- i giorni dell’anno. Siamo arrivati in mogeni che salgono forti e spavaldi al Grecia per poi passare in Turchia. Qui le cielo, saltare pazzo di gioca sopra un sfide stracittadine sono qualcosa che non seggiolino, ma anche uscire disperato con è solo calcio, ma è una sfida tra quar- la morte nel cuore. Il derby è tutto que- tiere e quartiere, tra tradizioni vecchie sto, nella mia città, ma anche in ogni ed antiche che risalgono addirittura ad parte del mondo. Perché noi tifosi di un secolo fa. Il derby è qualcosa di uni- calcio, che abitualmente andiamo tutte le co, in ogni parte della vecchia Europa, domeniche allo stadio, ci assomigliamo un vissuto ovunque con la stessa trepidazio- po’ tutti, in ogni angolo del pianeta. ne. Perché una vittoria nel derby vale Vincenzo Paliotto, per Urbone Publishing, più di ogni altra vittoria, perché in ha scritto un bel libro intitolato : “ ogni angolo del mondo, vedere i tifosi Football rivalries – Derby e rivalità avversari uscire sconfitti e tristi, men- calcistiche europee“ che parla, per l’ap- tre tu canti e sventoli i tuoi vessilli, punto di derby, visti ad ogni latitudine non ha davvero paragoni. Fate anche voi del vecchio continente. Si inizia come questo lungo viaggio nell’Europa calci- d’obbligo, per ogni appassionato di cal- stica, ne vale davvero la pena. cio, dalla Gran Bretagna, analizzando i motivi, che spesso hanno origini che si perdono nei meandri della storia, come Giorgio Acerbis quella tra il West Ham Utd ed il Mill- wall Fc, che portano spesso ad una riva- lità esasperata che si esaspera ancora di più con il trascorrere degli anni. Ci fa immergere nel clima derby di città cono- sciute nel mondo, solo per la loro forma- zione di calcio, come il caso di Manche- ster, ci racconta di cori, striscioni e trasferte, negli infuocati derby di Gal- les ed Irlanda. Dalla Gran Bretagna ini- zia così il nostro viaggio attraverso città e tifoserie, più o meno conosciute, di cui apprendiamo storie, tradizioni e TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 18
  • 19. fuorigioco Tutto il Catania minuto per minuto. Tutti i colori del calcio. Una passione inossidabile, la stessa che ci Gli autori Salvi e Savorelli, attraverso faceva marinare la scuola pur di vedere gli una storia universale del calcio come allenamenti dei nostri eroi al vecchio Ciba- gioco e come istituzione, tracciano una li. Un sentimento che resiste tutt’oggi in mappa dei colori di centinaia di squadre un pianeta del pallone diverso anni luce già e ne rintraccia l'origine. Dagli usi ca- da quello di una decina d’anni fa, e canni- vallereschi della guerra e dei tornei, il balizzato dalle pay TV. L’amore tramandatoci calcio ha ereditato il suo aspetto così dai nostri padri per due incantevoli colori affascinante di spettacolo a colori. La “il rosso fuoco dell’Etna e l’azzurro del scelta dei colori delle sue casacche, e mare”. La consapevolezza che perfino il più le regole che la governano, hanno infatti grande dei successi ha poco significato se origine nel linguaggio cromatico della ci si dimentica di quelli raggiunti nel pas- battaglia medievale, di cui, a sua insa- sato attraverso tante tribolazioni. Ma so- puta, il calcio è la più stupefacente in- prattutto la presa di coscienza che la città terpretazione moderna, oggi che i cava- e la squadra meritano un’opera che racconti lieri si vedono soltanto al cinema. Que- una storia che ha fatto innamorare centinaia sto libro, attraverso una storia univer- di migliaia di catanesi. Queste parole degli sale del calcio come gioco e come istitu- autori (Antonio Buemi, Roberto Quartarone, zione – che è anche la storia dei suoi Alessandro Russo, Filippo Solarino) sinte- club più famosi –, traccia una mappa dei tizzano le motivazioni alle spalle dell’ope- colori di centinaia di squadre e ne rin- ra omnia sulla storia del calcio rossazzurro traccia l'origine; a proposito della qua- : “Tutto il Catania minuto per minuto” edito le, innestate su una rigorosa sintassi dalla GEO edizioni di Carlo Fontanelli e araldica, la moda, l'appartenenza socia- giunto alla seconda edizione, dopo il suc- le, la politica, la religione e soprat- cesso della prima andata esaurita in pochi tutto il caso e il gusto sono stati spes- mesi. Un volume enciclopedico di 500 pagine so determinanti. Insomma: come e perché recentemente insignito del patrocinio da la maglia del Chelsea è azzurra, quella parte della facoltà di Storia dell’Universi- del Liverpool rossa, quella del Celtic tà di Catania per il rigore scientifico nel- biancoverde? E perche la Juventus ha mu- la ricerca, e che custodisce gli oltre 3000 tato il suo rosa iniziale nell'ormai tra- tabellini completi di ogni gara ufficiale dizionale bianconero? Un capitolo è dedi- giocata dal 1929, centinaia di foto storiche cato ai marchi dei club; il sistema dei inedite, ed il romanzo di ogni stagione. Ma segni probabilmente più noto al mondo, soprattutto l’inedito excursus della prei- che sfata l'opinione comune secondo la storia del football catanese a partire dal quale la scienza del blasone sarebbe un 1908, ed il racconto della vera storia del passatempo per iniziati, incomprensibile Catania, ch,e rinato del 1946, vede invece e misterioso. le sue origini nella S.S Catania fondata nel 1929 su impulso delle autorità politiche del tempo. Leggendo le 500 pagine dell’opera Ruben Lombardi scorreranno le immagini e le gesta degli “eroi” contemporanei Lodi,Maxi Lopez,Go- mez,Mascara, ma anche dei loro bisnonni,”i matti di Piazza d’Armi” capitanati da Tano Ventimiglia. Si parla del mitico stadio di Piazza Verga prima culla della passione ros- sazzurra, del Duca di Misterbianco e del suo mentore calcistico Geza Kertesz morto da eroe nel 1945, degli anni d’oro di Marcoc- cio,di Angelo Massimino, e della squadra che Nino Pulvirenti ha proiettato definitivamen- te nel firmamento del calcio nazionale. Filippo Solarino TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 19
  • 20. fuorigioco La nascita del movimento casual in chi coffe shop dei primi anni '60, quando Inghilterra. band come The Beatles, Wayne Fontana and Il movimento casual inglese è iniziato the Mindbenders, Billy J. Kramer and The alla fine del 1970, quando i tifosi del Dakotas e Herman’s Hermits hanno suonato Liverpool FC, hanno esibito a tutto il dal vivo in posti leggendari come il The resto dell'Inghilterra i migliori marchi Cavern. Tornando alla polemica con i ti- europei che avevano trovato seguendo la fosi dei Red Devils, ci sono discussioni loro squadra, nel 1977 nella trasferta, addirittura su come Manchester abbia co- per i quarti di finale di Coppa dei Cam- struito i canali navigabili e le ferro- pioni, contro i francesi del St Etienne. vie, prima di Liverpool e questo odio tra I tifosi del Liverpool, dopo quella sto- le due città si perde nei secoli, ma pen- rica partita, sono tornati in Inghilterra so che nei primi anni '60 eravamo entram- con costosi “sportswear” sia italiani che bi, dentro una casa in fiamme. Nella sta- francesi. I tifosi hanno introdotto così gione 1977-78 direi che le due città han- molti marchi di abbigliamento che non si no condiviso, per prime in Gran Bretagna, erano mai visti nel Regno Unito, fino al la passione per la moda casual. A metà allora. Poco dopo però anche gli altri degli anni '70 in Inghilterra erano ini- tifosi inglesi volevano poter indossare ziati a comparire nei negozi sportivi i sulle loro gradinate, questi rari oggetti primi capi di abbigliamento firmato, so- di abbigliamento, come le polo Lacoste o prattutto sotto forma di repliche delle Sergio Tacchini e le scarpe da ginnastica maglie da calcio delle squadre più impor- Adidas, che sono ancora oggi, dopo tanti tanti e di borse sportive, le più richie- anni, associate ai tifosi del Liverpool ste erano dell’ Adidas. Le prime scarpe FC. Fino a quel momento sugli spalti bri- da ginnastica Adidas, ( economiche e doz- tannici incontravi, in certi punti delle zinali ) fecero la loro comparsa, pro- curve, solo skinheads che indossano gli prio in quei tempi. Ma solo quando i ti- anfibi Dr. Martens. Quindi, senza timore fosi del Liverpool FC sono andati in di sbagliare si può dire che la cosiddet- Francia e hanno visto tante boutique ta “cultura Casual" sia iniziata con i sportive pieni di giacche, di polo e di tifosi del Liverpool FC. Ecco proprio da maglioni Lacoste e Adidas con stili e co- quei primi giorni gloriosi nasce l'evolu- lori incredibili mai visti prima, la zione della moda, negli stadi inglesi. scintilla è scoccata. Non so, sinceramen- Oggi alcuni tifosi del Manchester United te, se queste marche avessero già in men- si lamentano del fatto che anche loro te una politica si sviluppo qui in In- hanno viaggiato all'estero in quegli anni ghilterra, ma solo grazie ai giovani ti- e preso gli stessi capi di abbigliamento, fosi del Liverpool FC hanno iniziato a ma che però la tifoseria del Liverpool produrre ed esportare una grande varietà gode sempre di maggiore credito presso di capi di ogni colore. Significava anche gli altri tifosi. Chi è cresciuto a Man- che allora, tutti noi, avevamo la libertà chester è abituato a considerare il resto di esprimere il nostro gusto. Non c'erano del paese un po’ più lento di loro, nella altre regole che avere un buon istinto al corsa della moda, che iniziò in quei tem- momento dell’acquisto dei capi di abbi- pi. Tuttavia prima della fine degli anni gliamento. Una spilla infilata nel naso e settanta i londinesi sembravano aver bru- un paio di calzini verdi luminosi non so- ciato, anche culturalmente, i tempi. Tut- no stati più di moda…per fortuna. Il mo- ti i media li dipingevano come coloro che vimento post-punk, definito new wave dettavano i modelli di moda, sia nel ve- ('78-'79) ha creato un nuovo modo di con- stire, che addirittura nel parlare. Il cepire la moda. Se guardate le band in- resto della Gran Bretagna sembrava non glesi e americane di quel periodo, è ov- essere in grado di fare altrettanto, di vio che avevano un look più semplice di essere alla loro altezza. Sembra di par- quanto visto prima, ma era davvero più te, ma non c'è fumo senza fuoco. L'unica "in" per gli appassionati. I pantaloni a città che è stata in grado di sovvertire zampa d'elefante erano improvvisamente la loro egemonia è stata Liverpool. Biso- scomparsi, così come i grandi colletti gna tornare indietro addirittura ai vec- "goon" della prima metà degli anni '70. I TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 20
  • 21. fuorigioco ragazzi iniziarono a vestirsi come David mento casual è nato tre o quattro anni Bowie ed i Roxy Music e sembravano un prima nella loro città, rispetto a Liver- vecchio mod ma soprattutto, nessuno volle pool e Manchester. Ma credo che il 1979 più indossare abiti punk, o skinhead. fu il primo anno in cui si è visto questo Questa non fu come le mode giovanili pre- movimento, non indossare un solo marchio. cedenti, quelle erano solo un modo per Alcuni ragazzi di Liverpool avevano ini- apparire. Ora invece era l’esatto contra- ziato ad indossare Lacoste, Fila, Adidas, rio, si cercava di …non apparire. Tutto ecc.. dai loro viaggi sul continente per quello che c’era stato prima era conside- le partite di calcio e siamo nell'autunno rato vecchio e sorpassato. La musica del del 1979,: una polo, jeans e scarpe Adi- tempo era un guazzabuglio di Blondie, The das. Inizialmente si trattava di una polo Motors, Elvis Costello, Sham 69, t-shirt Fred Perry, jeans Levis e scarpe Buzzcocks, Squeeze, The Stranglers, Boom- da ginnastica Adidas Kick trainers. Poi, town Rats, Devo, Ramones, The Jam. Una verso la fine del '79 divenne una Polo cosa da ricordare quando si parla di moda Peter Werth, jeans Lois e Adidas Stan casual è che questo nuovo tipo di abbi- Smith. Oggi il calcio ed il mondo del ti- gliamento ti faceva passare più inosser- fo in Gran Bretagna è totalmente cambia- vato quando andavi allo stadio. Era sem- to. Fa tutto parte del progresso, come pre stato molto facile, da identificare sbarazzarsi dei servizi igienici esterni chi indossava pantaloni a zampa d'elefan- che avevamo quando eravamo solo dei bam- te di grandi dimensioni, stivali Doc Mar- bini, e come il divieto di fumare nei ten, tagli di capelli skinhead o sciarpe luoghi pubblici. Gli stadi di calcio sono da calcio legate intorno ai polsi. A poco tutti posti a sedere. Tutte le vecchie a poco (molto poco) tuttavia anche i ca- gradinate sono scomparse, come la nostra suals furono ben identificati, non tanto leggendaria Kop. Ogni posto ha il suo bi- per il loro abbigliamento ma piuttosto glietto e il suo numero, e ci sono tele- per il loro taglio di capelli “The wedge camere a circuito chiuso, che riprendono “, a cuneo. The wedge era in realtà un ogni istante della partita.. La sponta- taglio di capelli quasi femminile, usato neità e l'entusiasmo sono stati schiac- da David Bowie, ed è stato un completo ciati, come il succo da un limone. Alcuni cambiamento dai tagli precedenti tipo dicono che il movimento casual stia tor- skinheads e punk. Una vera rivoluzione. nando…. ma solo nelle partite importanti L'idea di andare allo stadio sotto menti- puoi ancora incontrare le vecchie facce te spoglie, nasce dal fatto che questi delle vecchie firms, sulle gradinate e ragazzi non indossavano i colori del club prima della partita all’interno del loro o stivali minacciosi. Ma all'interno del- pub di riferimento. I tifosi allora ave- la comunità casual una maglia, un maglio- vano anche un atteggiamento verso la po- ne con una minuscola etichetta poteva litica diverso. proprio come per l'abbi- essere individuata da un miglio di di- gliamento, ognuno aveva il suo modo di stanza, soprattutto se chi lo indossa fare e di pensare . Chelsea, Leeds, Gla- camminava in un certo modo, e indossava sgow Rangers e Millwall avevano la repu- anche certi tipi si calzature. Quando si tazione di essere delle tifoserie nazio- dice "sfoggiare vestiti costosi allo sta- naliste. Alcune squadre, come il Manche- dio", questa frase riassume tutto il mo- ster City, il Birmingham City e il Car- vimento casual, per quanto mi riguarda. diff, erano famose per essere più multi- Un cosa che non piaceva qui nel nord-o- razziali. Tra le firms delle squadre di vest era che i casuals di Londra andavano Liverpool praticamente non c’erano facce spesso allo stadio con maglie rosa e lo- di colore. Il Manchester United aveva in- ghi enormi. Noi invece, ci siamo concen- vece una forte tendenza di sinistra e trati più sulla qualità della stoffa, i c’erano molti casuals di colore. Oggi tipi di cuciture, il taglio, ecc… Questo quel mondo è cambiato, inesorabilmente non vuol dire però che anche a Londra perso. Che nostalgia per quei tempi eroi- non ci siano stati dei tifosi fantastici, ci. solo che vestivano un po’ peggio di noi. Bill - 5 times Oggi, tutti vogliono dirti che il movi- TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 21
  • 22. la palla Pasquino e le statue parlanti. l’interno del cortile dei Musei Capitoli- Se a Londra, in Hyde Park, si trova Spea- ni. Marforio dialogava a distanza con Pa- ker’s Corner ovvero lo spazio dove chiun- squino con una sorta di botta e risposta que può parlare in pubblico per esporre tipo “ E’ vero che i francesi sono tutti le sue idee, noi a Roma abbiamo “Pasqui- ladri?” e Pasquino rispondeva “ Tutti no, no”. La statua di Pasquino, che dal 1500 ma Bona Parte si!” Scendendo dal Campido- ha sede nella omonima piazza, tuttavia glio e avvicinandosi al lato di Palazzo non è l’unica statua parlante ma, come Venezia troviamo, adagiata su di un basa- diceva il principe Antonio de Curtis (ov- mento in marmo una statua di epoca romana vero Totò) “abondantis abondantum” ne ab- rappresentante una sacerdotessa della dea biamo altre cinque che con Pasquino danno Iside: quella statua è Madama Lucrezia vita al cosiddetto “Congresso degli Argu- che molti identificavano con una dama di ti”!!! La statua di Pasquino rappresenta nome Lucrezia che era l’amante del re di una figura maschile, probabilmente il re Napoli. In via Lata, invece, c’è la fon- greco Menelao, con il volto sfigurato e tana del Facchino (altra statua parlante) corroso dall’usura del tempo. Purtroppo mentre su di un muro della chiesa di S. non è dato conoscere l’origine del nome: Andrea della Valle possiamo vedere la alcuni pensano che forse era quello di un statua dell’Abate Luigi, altra scultura barbiere o di un oste che aveva la botte- di epoca romana che deve il suo nome, pa- ga nelle vicinanze, altri che il nome gli re, a quello del sacrestano della chiesa. sia stato affibbiato dagli studenti della Ultima statua parlante è il Babuino, nel- vicina Sapienza (non l’università attuale la via omonima, una figura di satiro che ma quella antica) per la somiglianza con serve da elemento decorativo per una va- un loro professore. Le Pasquinate, ovvero sca una volta utilizzata come abbevera- i cartelli appesi al collo della statua, toio per i cavalli. Tra le sei statue la erano sempre dirette contro l’autorità più importante e conosciuta rimane Pa- sia temporale che spirituale che nel 1800 squino, voce degli oppressi che sbeffeg- erano incarnate nel Pontefice Romano, al- giava il potere con i suoi cartelli iro- l’epoca “il Papa Re”: a proposito, il re- nici. In molti pensano che gli autori gista romano Luigi Magni fece un bel film delle pasquinate fossero i popolani ma intitolato “Il Papa Re” il cui protagoni- dobbiamo ricordare che, all’epoca, quasi sta era il compianto Nino Manfredi, vale nessuno era in grado di leggere o scrive- la pena di rivederlo. Tra le pasquinate re quindi i cartelli provenivano da poe- più famose ricordiamo “Quel che non fece- ti, scrittori o, addirittura, da eccle- ro i barbari fecero i Barberini” riferi- siastici che, magari, non avevano ricevu- ta, appunto, a Papa Urbano VIII della fa- to i privilegi che si attendevano e quin- miglia Barberini che nel 1625 fece stac- di si vendicavano in tal modo. L’ironia care per fondere gli antichi bronzi roma- cinica e corrosiva è sempre stata una ni del Pantheon, per costruire il baldac- prerogativa dello spirito romano, oltre chino all’interno della Basilica di S. alle statue parlanti esisteva anche, in Pietro e i cannoni per Castel Sant’Ange- carne ed ossa, un uomo che si prendeva lo. Ieri si rubava il bronzo oggi ci sono gioco del potere nella Roma papalina: i furti di rame…ma, almeno, con i primi Ghetanaccio. Gaetano Santangelo, questo se ne ricavavano delle opere d’arte! Un era il suo vero nome, nacque nel 1872 e Papa straniero, l’olandese Adriano VI per vivere faceva il burattinaio ambulan- tentò di togliere la statua di Pasquino te, infatti girava per il centro di Roma ma senza risultato anzi, Pasquino è rima- portandosi a spalla il “castelletto” cioè sto e lui è sepolto, ironia della sorte, il teatro dei burattini: per intenderci nella chiesa di S. Maria dell’Anima che quello che c’era (e forse c’è ancora) al si trova a poca distanza dalla statua me- Pincio e a villa Borghese con Pulcinella desima. A Pasquino fungeva da spalla e Arlecchino. Ghetanaccio spesso, metteva un’altra statua: quella di Marforio (che in bocca ai suoi burattini battute pesan- rappresenta Nettuno o una divinità delle ti contro il Papa, i preti ed i potenti acque), una statua gigantesca che possia- del tempo e per questo molte volte finì mo ammirare salendo al Campidoglio al- in prigione; purtroppo morì in miseria TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 22
  • 23. la palla poiché nel 1825 fu proclamato l’Anno San- stituibile e alla fine siamo tutti uguali to e, di conseguenza, furono proibiti gli potenti e non. spettacolo di ogni genere così Ghetanac- Vorrei terminare questo articolo con una cio si ridusse a chiedere l’elemosina. poesia di un altro romano: Giuseppe Gioa- Gigi Proietti, verso la fine degli anni chino Belli. 70, mise in scena uno spettacolo dedicato a questo personaggio poco conosciuto così come spesso ha citato e rifatto nei suoi spettacoli un altro grande attore satiri- La vita dell’omo” co romano: il grandissimo Ettore Petroli- Nove mesi a la puzza: poi in fassciola ni, altro campione dello sberleffo, che Tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni: ricordiamo soprattutto nelle sue mac- Poi p'er laccio, in ner crino, e in ve- chiette più famose quelle di Nerone e di sticciola, Gastone. L’ ironia romana, dicevo prima, Cor torcolo e l'imbraghe pe ccarzoni. è acida, cinica propria di un popolo che ha fatto la storia e ha visto la storia Poi comincia er tormento de la scola, scorrere nelle sue strade e, quindi, L'abbeccè, le frustate, li ggeloni, niente gli fa impressione, nulla lo mera- La rosalìa, la cacca a la ssediola, viglia perché ha già visto tutto. Quando E un po' de scarlattina e vvormijjoni. muore il re gli inglesi dicono “E’ morto Poi viè ll'arte, er diggiuno, la fatica, il re, viva il re” a significare la con- La piggione, le carcere, er governo, tinuità della monarchia che non finisce Lo spedale, li debbiti, la fica, con la morte di un uomo ma continua nei secoli. I romani, invece, dicono “Morto Er zol d'istate, la neve d'inverno... un Papa se ne fa un altro” che oltre al E pper urtimo, Iddio sce bbenedica, senso di continuità ne racchiude un al- Viè la morte, e ffinissce co l'inferno. tro: che nessuno, anche se Papa, è inso- Paola Bracci TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 23
  • 24. il regista Il piccolo tifoso, il derby e gli mattinata del 6 Maggio, padre e figlio si Ultras,: una storia a lieto fine. imbarcano sull’aereo che dalla Calabria Ricordate la storia di quel bambino im- li porta direttamente in quel di Milano. possibilitato ad andare a vedere il derby L’appuntamento è alle 19, nei pressi del- di Milano essendo sprovvisto della tesse- l’ingresso 3 dello Stadio San Siro, dove ra del tifoso? Di appena 12 anni, figlio Angelo gli consegna i biglietti tanto am- di un mio caro amico in Calabria, era ri- biti. Sono due tagliandi per il secondo uscito ad ottenere il consenso, dopo anni anello arancione, e da qui il piccolo ti- di rinvii e scuse varie, per poter final- foso interista ha potuto ammirare, con mente andare ad assistere alla “partitis- gli occhi sgranati, la bellissima coreo- sima” in quel di San Siro e poter, quin- grafia della Curva Nord, esposta durante di, ammirare dal vivo, per la prima vol- l’ingresso in campo delle squadre, e ha ta, le gesta dei suoi beniamini in maglia potuto assistere, successivamente, ad uno nerazzurra. Ma qualcosa aveva spezzato dei più bei derby di Milano degli ultimi anticipatamente l’entusiasmo di quel pic- anni, terminato con la vittoria della colo tifoso. La burocrazia e le assurde compagine nerazzurra per 4 a 2. Una volta disposizioni sulla Tessera del Tifoso tanto, quindi, una storia a lieto fine, avevano, di fatto, impedito l’acquisto grazie, ovviamente, all’interessamento e dei biglietti al padre e al figlio. L’In- al fondamentale aiuto di Angelo e del suo ter, infatti, in qualità di squadra ospi- gruppo. Quello stesso gruppo che incarna tante, aveva incredibilmente stabilito i valori e lo spirito di moltissimi altri che l’acquisto dei tagliandi per accedere gruppi di Ultras e di tifosi italiani. allo stadio in occasione del derby pote- Quegli stessi gruppi, sparsi in tutta vano essere acquistati esclusivamente dai Italia, troppo spesso accusati e addita- possessori della famigerata tessera del ti, ingiustamente e quanto mai frettolo- tifoso. Tessera del tifoso che, per al- samente, come l’unico male di questo cal- tro, doveva essere, obbligatoriamente, cio. Un calcio fatto di scommesse, risul- sottoscritta entro il 30 Marzo scorso, tati a tavolino, doping, soldi, partite nonostante la vendita dei biglietti fosse comprate, veline, letterine, presidenti iniziata il 12 Aprile. Sembrava non ci arroganti, giornalisti compiacenti ed fosse nulla da fare. Sembrava che il cal- istituzioni incompetenti. Uno sport dove cio moderno avesse mietuto l’ennesima i tifosi sono rimasti, ormai, l’unica vittima, in nome e per conto del dio de- parte realmente pulita di tutto il siste- naro. Ed invece questa volta le cose sono ma, nonostante i media e gli opinionisti andate diversamente. L’articolo da me da salotto vogliano farci credere il con- scritto e successivamente pubblicato sul trario. Ma in questo caos generale, men- sito del Sodalizio, e su vari portali di tre lo sport più bello del mondo va, controinformazione, subito dopo, non è ormai irrimediabilmente, a rotoli, il passato inosservato. Ed infatti, dopo un sorriso entusiasta di un bambino che sale paio di giorni, ecco che, grazie anche al i gradoni di uno stadio e rimane estasia- Sodalizio della Lazio che si è da subito to di fronte a quel turbinio di colori, attivato per risolvere questo problema, odori e suoni incessanti, è pur sempre vengo messo in contatto con Angelo, uno una bellissima notizia! dei leader del gruppo dei Templari del- l’Inter. Angelo, appresa l’intera vicen- da, mi promette che farà il possibile per Daniele Caroleo far si che il sogno del piccolo tifoso interista si possa realizzare. Passano i giorni, ed ecco che finalmente arriva la notizia sperata. Angelo ha ottenuto la possibilità di fare due biglietti per far assistere, al giovane nerazzurro e a suo padre, il tanto agognato derby. Inviamo quindi la copia dei documenti per acqui- stare i tagliandi e, finalmente, nella TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 24
  • 25. storia schegge di storASSOCIAZIONE CULTURALE SPORTIVA SODALIZIO BIANCOCELESTE sstoria storia www.SODALIZIOLAZIO.com RADIO ERRE2 ch. 107.65 fm dal LUNEDI al VENERDI - dalle 16.00 alle 18.00 “ASSOCIAZIONE SODALIZIO BIANCOCELESTE” VECCHI SPALTI VIA POGGIO MIRTETO, 21 - ROMA telefono: 06.64.81.27.79 ...e... STADIO “OLIMPICO” di ROMA - TRIBUNA TEVERE TRIBUNA TEVERE N.9 - GIUGNO 2012 PAGINA 25