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A MilanoA Milano
studia retoricastudia retorica
Entra nel circoloEntra nel circolo
di Mecenatedi Mecenate
Bruto vs CassioBruto vs CassioCesare vs PompeoCesare vs Pompeo
GeorgicheGeorgicheBucolicheBucoliche EneideEneide
Nasce 70 a.C.Nasce 70 a.C.
ad Andesad Andes
Muore aMuore a
Brindisi ilBrindisi il
19 a.C.19 a.C.
Prevalenza di un
linguaggio comune:
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•termini dello stile «umile»
Sintassi limpida e lineare
con ampio uso di artifici retorici
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•enjambement
•sineddoche/metonimia
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Tra la morte di Cesare nel 44 a.C. e la battaglia di Azio 31 a.C. tra Ottaviano eTra la morte di Cesare nel 44 a.C. e la battaglia di Azio 31 a.C. tra Ottaviano e
Antonio, rivali nell' eredità al potere di Cesare , la guerra civile haAntonio, rivali nell' eredità al potere di Cesare , la guerra civile ha
raggiunto eccessi disumani e le cicatrici di questo periodo rimarrannoraggiunto eccessi disumani e le cicatrici di questo periodo rimarranno
nella letteratura degli anni contemporanei e successivi. In questo contestonella letteratura degli anni contemporanei e successivi. In questo contesto
si colloca Virgilio che a quanto si tramanda rimane vittima anche lui disi colloca Virgilio che a quanto si tramanda rimane vittima anche lui di
questi sconvolgimenti. Ottaviano permetterà non solo a Virgilio ma anchequesti sconvolgimenti. Ottaviano permetterà non solo a Virgilio ma anche
a Orazio e altri di condurre una carriera poetica tranquilla riportandoa Orazio e altri di condurre una carriera poetica tranquilla riportando
dopo un lungo periodo di guerra la tanto desiderata pace. È chiaro chedopo un lungo periodo di guerra la tanto desiderata pace. È chiaro che
Augusto e Mecenate non faranno fatica ad avvicinare a loro i poeti in unaAugusto e Mecenate non faranno fatica ad avvicinare a loro i poeti in una
cooperazione politico-culturale che con un proprio ruolo attivo ecooperazione politico-culturale che con un proprio ruolo attivo e
individuale daranno vita all' <ideologia augustea> .individuale daranno vita all' <ideologia augustea> .
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Melibeus:
Fortunate senex, ergo tua rura manebunt;
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limosoque palus obducat pascua iunco.
Non insueta graves temptabunt pabula fetas,
nec mala vicini pecoris contagia laedent.
Fortunate senex, hic inter flumina nota
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Hinc tibi quae semper, vicino ab limite saepes,
Hyblaeis apibus florem depasta salicti,
saepe levi somnum suadebit inire susurro.
hinc alta sub rupe canet frondator ad auras;
nec tamen interea raucae, tua cura, palumbes,
nec gemere aeria cessabit turtur ab ulmo.
Tityrus:
Ante leves ergo pascentur in aethere cervi,
et freta destituent nudos in litore pisces;
ante, pererratis amborum finibus, exsul
aut Ararim Parthus bibet, aut Germania Tigrim,
quam nostro illius labatur pectore vultus.
Melibeo:
Fortunato vecchio , pertanto i tuoi terreni
rimarranno
e abbastanza grandi per te , benché pietra
nuda e la palude copra i pascoli con il giunco
limoso. Pascoli non conosciuti non
nuoceranno gli animali incinti e ne contagi
pericolosi del vicino gregge faranno del
male. Vecchio fortunato qui tra fiumi noti e
fonti sacre godrai di un freddo ombroso. qui
la siepe succhiata il fiori del saliceto dalle api
iblee, spesso spingerà il sonno ad arrivare
con un lieve sussurro. Qui sotto l alta rupe il
potatore canterà alle stelle, nel frattempo le
rauche colombe tua cura, ne la tortora
cesserà di gemere dall’ olmo alto.
Tityro:
Prima i leggeri cervi pascolavano e i mari
restituivano i pesci nudi sulla spiaggia
prima, dopo aver errato per i territori di tutt'
e due l’esule Parto berrà nelle acque dell' Ari
e l’esule tedesco verrà al tigri prima che
l’immagine di lui svanisca dal mio petto.
La seconda parte della prima ecloga ribadisceLa seconda parte della prima ecloga ribadisce
nuovamente la diversa sorte dei due pastori.nuovamente la diversa sorte dei due pastori.
Melibeo, privato delle proprie terre, può soloMelibeo, privato delle proprie terre, può solo
che constatare la fortuna del suo amico Titiro.che constatare la fortuna del suo amico Titiro.
Melibeo immagina per se un doloroso esilio. GliMelibeo immagina per se un doloroso esilio. Gli
opposti destini dei due pastori rispecchiano ilopposti destini dei due pastori rispecchiano il
rapporto tra storia e poesia. Da una parte con larapporto tra storia e poesia. Da una parte con la
fortuna di Titiro vi è una forma di collaborazionefortuna di Titiro vi è una forma di collaborazione
tra arte e potere, mentre nel caso di Melibeotra arte e potere, mentre nel caso di Melibeo
viene rappresentato il volto oscuro del potere,viene rappresentato il volto oscuro del potere,
facendo diventare Melibeo simbolo dellafacendo diventare Melibeo simbolo della
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Sicelides Musae, paulo maiora canamus!
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consule digae. Ultima Cumaei venit iam
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alti. Non a tutti piacciono gli arbusti e le
umili tamerici. Se cantiamo le selve, che sono
selve degne di un console ormai viene
l'ultima età della poesia cumana. Un grande
ordine di secoli nasce dall'inizio. Già ritorna
la Vergine e ritornano i regni di Saturno. Una
nuova stirpe è mandata dall'alto cielo. Tu o
casta Lucina, favorisci il puero che ora nasce.
Per mezzo del quale smette, per prima cosa
la stirpe del ferro e risorge la stirpe d'oro in
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Sotto il tuo consolato qualche gloria del
momento inizierà oh Pollione e i mesi
cominceranno a procedere grandi. Con la tua
guida se rimarrà traccia qualunque della
nostra scelleratezza vanificata salverà le
terre con la continua paura. Quello prenderà
la vita degli dei, vedrà gli eroi mescolati agli
dei e lui stesso verrà visto da quelli e reggerà
il mondo pacificato grazie alle virtù dei
padri.
In questa ecloga Virgilio annuncia la nascita di
un misterioso puer che porterà il ritorno della
mitica «età dell’oro». Per Virgilio questo
evento coincide con il consolato di Pollione e
perciò si pensa che il tanto atteso puer possa
essere proprio il figlio di Pollione (tema
encomiastico). Dopo che la popolazione soffrì
per decenni a causa delle guerre civili
finalmente con il regno di Ottaviano e la
profezia di Virgilio si sperava al ritorno di
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Pater ipse colendi haud facilem esse viam
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movit agros curis acuens mortalia corda
nec torpere gravi passus sua regna veterno.
Ante Iovem nulli subigebant arva coloni;
ne signare quidem aut partiri limite campum
fas erat: in medium quaerebant ipsaque tellus
omnia liberius nullo poscente ferebat.
Ille malum virus serpentibus addidit atris
praedarique lupos iussit pontumque moveri,
mellaque decussit foliis ignemque removit
et passim rivis currentia vina repressit,
ut varias usus meditando extunderet artis
paulatim et sulcis frumenti quaereret herbam,
ut silicis venis abstrusum excuderet ignem.
Tunc alnos primum fluvii sensere cavatas;
navita tum stellis numeros et nomina fecit,
Pleiadas, Hyadas, claramque Lycaonis Arcton;
tum laqueis captare feras et fallere visco
inventum et magnos canibus circumdare saltus;
atque alius latum funda iam verberat amnem
alta petens, pelagoque alius trahit humida lina;
tum ferri rigor atque argutae lamina serrae, -
nam primi cuneis scindebant fissile lignum
tum variae venere artes. Labor omnia vicit
inprobus et duris urgens in rebus egestas.
Lo stesso padre volle che la strada del coltivare fosse
non faci, per primo sconvolse i campi stimolando i
cuori mortali nelle preoccupazioni. Non sopportò che i
suoi regni si intorpidissero in un pesante letargo
prima di Giove nessun contadino coltivava i campi,
non era neppure lecito segnare o ripartire i confini dei
campi tutti mettevano in mezzo (le cose) e la stessa
terra portava assai facilmente tutte le cose senza che
nessuno lo chiedesse. Lui stesso aggiunse il veleno
cattivo ai neri serpenti comandò che i lupi cacciassero
e che il mare fosse sconvolto. E tolse il miele dalle
foglie e nascose il fuoco e represse i vini che correvano
qua e la nei fiumi affinché il bisogno stimolasse le
diverse arti (l'uomo) ricercasse il seme del frumento
qua e la nei solchi e cercasse il fuoco nascosto nelle
vene delle selce. Allora i fiumi in un primo tempo
sentirono gli Otani incavati allora il marinaio cantò e
diede nomi alle stelle Pleiadi, Todi e la luminosa stella
di Licaone. Allora cominciò a cacciare le fiere con i
lacci e a ingannare gli uccelli con il vischio e
circondare i grandi boschi con i cani. E uno colpisce il
profondo fiume con il ghiaccio mentre si dirige verso
le parti alte. Un altro spintosi a largo tirale reti
bagnate dal mare. Allora venne la durezza del ferro e
lamine della stridula selva. - infatti gli uomini prima
tagliavano il legno friabile con i cunei - allora vennero
varie arti con il pensiero tutto vince il faticoso lavoro e
il bisogno ingente delle avversità.
Virgilio utilizza due concezioni diverse delVirgilio utilizza due concezioni diverse del
paesaggio naturale. Infatti nella prima operapaesaggio naturale. Infatti nella prima opera
delle Bucoliche assume i tratti deldelle Bucoliche assume i tratti del “locus“locus
amoenus”, mentre lo spazio georgico è ilamoenus”, mentre lo spazio georgico è il
luogo del “labor”, frutto della volontà divina.luogo del “labor”, frutto della volontà divina.
Per illustrare l’origine del labor, VirgilioPer illustrare l’origine del labor, Virgilio
utilizza una sorta di “Mito eziologico”. Vieneutilizza una sorta di “Mito eziologico”. Viene
quindi presentato positivamente, come unquindi presentato positivamente, come un
fondamentale presupposto del progressofondamentale presupposto del progresso
civile. Virgilio quindi elabora una visione incivile. Virgilio quindi elabora una visione in
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religiosi tradizionali.religiosi tradizionali.
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moenia Romae. Musa, mihi
causas memora, quo numine
laeso quidve dolens regina deum
tot volvere casus insignem
pietate virum, tot adire labores
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Canto le armi e l'uomo, il quale per
primo venne dalle terre di Troia in Italia,
profugo per volere del fato e venne ai
lidi Lavini. Quello sballottolato per forza
di dei in cielo e mare a causa dell'ira
memore della crudele Giunone avendo
sopportato molte cose anche in guerra
pur di fondare la città e portare gli dei
nel Lazio, da dove la stirpe latina e i
padri albani e le mura dell'alta Roma.
Oh musa, ricorda a me le cause per
quale divinità offesa, dolendosi di che
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tante vicissitudini e sopportasse tante
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Il proemio presenta una struttura ben precisa divisaIl proemio presenta una struttura ben precisa divisa
in protasi (vv.1-7) e invocazione alla musa (vv8-11).in protasi (vv.1-7) e invocazione alla musa (vv8-11).
Nella presentazione del contenuto del proemioNella presentazione del contenuto del proemio
notiamo che il testo presenta due parti distinte, lanotiamo che il testo presenta due parti distinte, la
prima parte che riassume il tema del viaggio di Enea,prima parte che riassume il tema del viaggio di Enea,
la seconda parte in cui viene esaltato il tema bellico.la seconda parte in cui viene esaltato il tema bellico.
Il testo si conclude con un domandaIl testo si conclude con un domanda “aperta” che si“aperta” che si
interroga sulla giustizia divina.interroga sulla giustizia divina.
Temi fondamentali:Temi fondamentali:
•• LL’esaltazione della Grandezza di Roma e del’esaltazione della Grandezza di Roma e del
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tramite una discendenza divinatramite una discendenza divina
At trepida et coeptis immanibus effera Dido
sanguineam volvens aciem, maculisque
trementis interfusa genas et pallida morte
futura, interiora domus inrumpit limina et
altos conscendit furibunda rogos ensemque
recludit Dardanium, non hos quaesitum munus
in usus. hic, postquam Iliacas vestis notumque
cubile conspexit, paulum lacrimis et mente
morata incubuitque toro dixitque novissima
verba: 'dulces exuviae, dum fata deusque
sinebat, accipite hanc animam meque his
exsolvite curis. vixi et quem dederat cursum
Fortuna peregi, et nunc magna mei sub terras
ibit imago. urbem praeclaram statui, mea
moenia vidi, ulta virum poenas inimico a fratre
recepi, felix, heu nimium felix, si litora tantum
numquam Dardaniae tetigissent nostra
carinae.' dixit, et os impressa toro 'moriemur
inultae, sed moriamur' ait. 'sic, sic iuvat ire sub
umbras. hauriat hunc oculis ignem crudelis ab
alto Dardanus, et nostrae secum ferat omina
mortis.' dixerat, atque illam media inter talia
ferro conlapsam aspiciunt comites, ensemque
cruore spumantem sparsasque manus. it
clamor ad alta atria: concussam bacchatur
Fama per urbem.
Ma Didone trepidante fuori di se per i terribili
propositi lei volgendo l'occhi intriso di sangue
sparse tremanti le gote di macchie e pallida a causa
della morte futura e irruppe nelle parti più interne
della casa e nelle soglie della casa e presa dal furore
salì gli alti gradini e sguainò la spada dardiana,
dono non richiesto per questi usi. Qui dopo che vide
le vesti iliache il noto letto dopo aver indugiato
nella mente un po' nelle lacrime, si gettò sul letto e
disse le ultimissime parole:" dolci spoglie finché i
fati e il dio lo permetteranno accogliete questa
anima e liberate me da questi affanni. Visti e
percorsi la strada che la fortuna mi diede e ora le
immagini di me grandioso andrà sotto terra. Ho
fondato una città molto famosa, ho visto le mie
mura, dopo che ho vendicato l'uomo ho restituito le
pene del fratello nemico: " felice, troppo felice se
soltanto le navi dardane non avessero mai toccato i
nostri noti lidi" disse e dopo aver impresso la bocca
sul letto" morirò invendicata ma voglio morire
"disse cosi; così mi piace di andare sotto le ombre. il
crudele dardano verrà questo fuoco con gli occhi del
mare e porti con se i presagi della nostra morte".
Così disse e le compagne vedano quella caduta in
mezzo a tali parole in mezzo al ferro e alla spada
spumeggiante di sangue e le mani cosparse di
sangue. Va il clamore presso gli atri alti la fama si
scatena presso la città sconquassata dalla notizia.
In questo passo si conclude la tragedia di Didone,In questo passo si conclude la tragedia di Didone,
ma costituisce per Enea un'ostacolo nelma costituisce per Enea un'ostacolo nel
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sconfitta in partenza e si abbandona a un amoresconfitta in partenza e si abbandona a un amore
totale assumendo la veste di eroina tragica. Prima ditotale assumendo la veste di eroina tragica. Prima di
pugnalarsi con la stessa spada donatale da Enea,pugnalarsi con la stessa spada donatale da Enea,
pronuncia le sue ultime parole con la quale ritrovapronuncia le sue ultime parole con la quale ritrova
intatto il suo orgoglio di donna e regina. Laintatto il suo orgoglio di donna e regina. La
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Virgilio

  • 1. Realizzato da: Ginevra Castiglione Chiara De Novellis Andrea Porcu Francesco Rao
  • 2. Guerre civiliGuerre civili Ottaviano vs Marco AntonioOttaviano vs Marco Antonio A Roma studiaA Roma studia matematica ,matematica , latino e grecolatino e greco A MilanoA Milano studia retoricastudia retorica Entra nel circoloEntra nel circolo di Mecenatedi Mecenate Bruto vs CassioBruto vs CassioCesare vs PompeoCesare vs Pompeo GeorgicheGeorgicheBucolicheBucoliche EneideEneide Nasce 70 a.C.Nasce 70 a.C. ad Andesad Andes Muore aMuore a Brindisi ilBrindisi il 19 a.C.19 a.C.
  • 3. Prevalenza di un linguaggio comune: •arcaismi •tecnicismi agricoli •termini dello stile «umile» Sintassi limpida e lineare con ampio uso di artifici retorici e figure di suono: •enjambement •sineddoche/metonimia •anastrofe •metafora/similitudine Tra la morte di Cesare nel 44 a.C. e la battaglia di Azio 31 a.C. tra Ottaviano eTra la morte di Cesare nel 44 a.C. e la battaglia di Azio 31 a.C. tra Ottaviano e Antonio, rivali nell' eredità al potere di Cesare , la guerra civile haAntonio, rivali nell' eredità al potere di Cesare , la guerra civile ha raggiunto eccessi disumani e le cicatrici di questo periodo rimarrannoraggiunto eccessi disumani e le cicatrici di questo periodo rimarranno nella letteratura degli anni contemporanei e successivi. In questo contestonella letteratura degli anni contemporanei e successivi. In questo contesto si colloca Virgilio che a quanto si tramanda rimane vittima anche lui disi colloca Virgilio che a quanto si tramanda rimane vittima anche lui di questi sconvolgimenti. Ottaviano permetterà non solo a Virgilio ma anchequesti sconvolgimenti. Ottaviano permetterà non solo a Virgilio ma anche a Orazio e altri di condurre una carriera poetica tranquilla riportandoa Orazio e altri di condurre una carriera poetica tranquilla riportando dopo un lungo periodo di guerra la tanto desiderata pace. È chiaro chedopo un lungo periodo di guerra la tanto desiderata pace. È chiaro che Augusto e Mecenate non faranno fatica ad avvicinare a loro i poeti in unaAugusto e Mecenate non faranno fatica ad avvicinare a loro i poeti in una cooperazione politico-culturale che con un proprio ruolo attivo ecooperazione politico-culturale che con un proprio ruolo attivo e individuale daranno vita all' <ideologia augustea> .individuale daranno vita all' <ideologia augustea> .
  • 4. Dieci ecloghe in esametri Struttura unitaria e calibrata Rinnovamento poesia bucolica (Teocrito) Mondo utopico di perfezione La poesia, la storia e l’amore Stile «umile»
  • 5. Melibeus: Fortunate senex, ergo tua rura manebunt; et tibi magna satis, quamvis lapis omnia nudus limosoque palus obducat pascua iunco. Non insueta graves temptabunt pabula fetas, nec mala vicini pecoris contagia laedent. Fortunate senex, hic inter flumina nota et fontes sacros frigus captabis opacum. Hinc tibi quae semper, vicino ab limite saepes, Hyblaeis apibus florem depasta salicti, saepe levi somnum suadebit inire susurro. hinc alta sub rupe canet frondator ad auras; nec tamen interea raucae, tua cura, palumbes, nec gemere aeria cessabit turtur ab ulmo. Tityrus: Ante leves ergo pascentur in aethere cervi, et freta destituent nudos in litore pisces; ante, pererratis amborum finibus, exsul aut Ararim Parthus bibet, aut Germania Tigrim, quam nostro illius labatur pectore vultus. Melibeo: Fortunato vecchio , pertanto i tuoi terreni rimarranno e abbastanza grandi per te , benché pietra nuda e la palude copra i pascoli con il giunco limoso. Pascoli non conosciuti non nuoceranno gli animali incinti e ne contagi pericolosi del vicino gregge faranno del male. Vecchio fortunato qui tra fiumi noti e fonti sacre godrai di un freddo ombroso. qui la siepe succhiata il fiori del saliceto dalle api iblee, spesso spingerà il sonno ad arrivare con un lieve sussurro. Qui sotto l alta rupe il potatore canterà alle stelle, nel frattempo le rauche colombe tua cura, ne la tortora cesserà di gemere dall’ olmo alto. Tityro: Prima i leggeri cervi pascolavano e i mari restituivano i pesci nudi sulla spiaggia prima, dopo aver errato per i territori di tutt' e due l’esule Parto berrà nelle acque dell' Ari e l’esule tedesco verrà al tigri prima che l’immagine di lui svanisca dal mio petto.
  • 6. La seconda parte della prima ecloga ribadisceLa seconda parte della prima ecloga ribadisce nuovamente la diversa sorte dei due pastori.nuovamente la diversa sorte dei due pastori. Melibeo, privato delle proprie terre, può soloMelibeo, privato delle proprie terre, può solo che constatare la fortuna del suo amico Titiro.che constatare la fortuna del suo amico Titiro. Melibeo immagina per se un doloroso esilio. GliMelibeo immagina per se un doloroso esilio. Gli opposti destini dei due pastori rispecchiano ilopposti destini dei due pastori rispecchiano il rapporto tra storia e poesia. Da una parte con larapporto tra storia e poesia. Da una parte con la fortuna di Titiro vi è una forma di collaborazionefortuna di Titiro vi è una forma di collaborazione tra arte e potere, mentre nel caso di Melibeotra arte e potere, mentre nel caso di Melibeo viene rappresentato il volto oscuro del potere,viene rappresentato il volto oscuro del potere, facendo diventare Melibeo simbolo dellafacendo diventare Melibeo simbolo della fragilità del mondo bucolico.fragilità del mondo bucolico.
  • 7. Sicelides Musae, paulo maiora canamus! Non omnis arbusta iuvant humilesque myricae si canimus silvas, silvae sint consule digae. Ultima Cumaei venit iam carminis aetas; magnus ab integro saeclorum nascitur ordo. Iam redit et virgo, redeunt Saturnia regna, iam nova progenies caelo dimittitur alto. Tu modo nascenti puero, quo ferrea primum desinet fave Lucina: tuus iam regnat Apollo. Teque adeo decus hoc aevi, te consule, inibit, Pollio, et incipient magni procedere menses; te duce, si qua manent sceleris vestigia nostri, inrita perpetua solvent formidine terras. Ille deum vitam accipiet divisque videbit permixtos heroas et ipse videbitur illis, pacatumque reget patriis virtutibus orbem. Oh muse Siciliane, cantiamo cori un po' più alti. Non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici. Se cantiamo le selve, che sono selve degne di un console ormai viene l'ultima età della poesia cumana. Un grande ordine di secoli nasce dall'inizio. Già ritorna la Vergine e ritornano i regni di Saturno. Una nuova stirpe è mandata dall'alto cielo. Tu o casta Lucina, favorisci il puero che ora nasce. Per mezzo del quale smette, per prima cosa la stirpe del ferro e risorge la stirpe d'oro in tutto il mondo ormai regna il tuo apollo. Sotto il tuo consolato qualche gloria del momento inizierà oh Pollione e i mesi cominceranno a procedere grandi. Con la tua guida se rimarrà traccia qualunque della nostra scelleratezza vanificata salverà le terre con la continua paura. Quello prenderà la vita degli dei, vedrà gli eroi mescolati agli dei e lui stesso verrà visto da quelli e reggerà il mondo pacificato grazie alle virtù dei padri.
  • 8. In questa ecloga Virgilio annuncia la nascita di un misterioso puer che porterà il ritorno della mitica «età dell’oro». Per Virgilio questo evento coincide con il consolato di Pollione e perciò si pensa che il tanto atteso puer possa essere proprio il figlio di Pollione (tema encomiastico). Dopo che la popolazione soffrì per decenni a causa delle guerre civili finalmente con il regno di Ottaviano e la profezia di Virgilio si sperava al ritorno di un’epoca di pace.
  • 9. Poema didascalico in esametri (quattro libri) Struttura non casuale Modello di Lucrezio (De rerum natura) Adesione all’ideologia Augustea Il mondo del labor Stile «sublime» e grazia espressiva
  • 10. Pater ipse colendi haud facilem esse viam voluit, primusque per artem movit agros curis acuens mortalia corda nec torpere gravi passus sua regna veterno. Ante Iovem nulli subigebant arva coloni; ne signare quidem aut partiri limite campum fas erat: in medium quaerebant ipsaque tellus omnia liberius nullo poscente ferebat. Ille malum virus serpentibus addidit atris praedarique lupos iussit pontumque moveri, mellaque decussit foliis ignemque removit et passim rivis currentia vina repressit, ut varias usus meditando extunderet artis paulatim et sulcis frumenti quaereret herbam, ut silicis venis abstrusum excuderet ignem. Tunc alnos primum fluvii sensere cavatas; navita tum stellis numeros et nomina fecit, Pleiadas, Hyadas, claramque Lycaonis Arcton; tum laqueis captare feras et fallere visco inventum et magnos canibus circumdare saltus; atque alius latum funda iam verberat amnem alta petens, pelagoque alius trahit humida lina; tum ferri rigor atque argutae lamina serrae, - nam primi cuneis scindebant fissile lignum tum variae venere artes. Labor omnia vicit inprobus et duris urgens in rebus egestas. Lo stesso padre volle che la strada del coltivare fosse non faci, per primo sconvolse i campi stimolando i cuori mortali nelle preoccupazioni. Non sopportò che i suoi regni si intorpidissero in un pesante letargo prima di Giove nessun contadino coltivava i campi, non era neppure lecito segnare o ripartire i confini dei campi tutti mettevano in mezzo (le cose) e la stessa terra portava assai facilmente tutte le cose senza che nessuno lo chiedesse. Lui stesso aggiunse il veleno cattivo ai neri serpenti comandò che i lupi cacciassero e che il mare fosse sconvolto. E tolse il miele dalle foglie e nascose il fuoco e represse i vini che correvano qua e la nei fiumi affinché il bisogno stimolasse le diverse arti (l'uomo) ricercasse il seme del frumento qua e la nei solchi e cercasse il fuoco nascosto nelle vene delle selce. Allora i fiumi in un primo tempo sentirono gli Otani incavati allora il marinaio cantò e diede nomi alle stelle Pleiadi, Todi e la luminosa stella di Licaone. Allora cominciò a cacciare le fiere con i lacci e a ingannare gli uccelli con il vischio e circondare i grandi boschi con i cani. E uno colpisce il profondo fiume con il ghiaccio mentre si dirige verso le parti alte. Un altro spintosi a largo tirale reti bagnate dal mare. Allora venne la durezza del ferro e lamine della stridula selva. - infatti gli uomini prima tagliavano il legno friabile con i cunei - allora vennero varie arti con il pensiero tutto vince il faticoso lavoro e il bisogno ingente delle avversità.
  • 11. Virgilio utilizza due concezioni diverse delVirgilio utilizza due concezioni diverse del paesaggio naturale. Infatti nella prima operapaesaggio naturale. Infatti nella prima opera delle Bucoliche assume i tratti deldelle Bucoliche assume i tratti del “locus“locus amoenus”, mentre lo spazio georgico è ilamoenus”, mentre lo spazio georgico è il luogo del “labor”, frutto della volontà divina.luogo del “labor”, frutto della volontà divina. Per illustrare l’origine del labor, VirgilioPer illustrare l’origine del labor, Virgilio utilizza una sorta di “Mito eziologico”. Vieneutilizza una sorta di “Mito eziologico”. Viene quindi presentato positivamente, come unquindi presentato positivamente, come un fondamentale presupposto del progressofondamentale presupposto del progresso civile. Virgilio quindi elabora una visione incivile. Virgilio quindi elabora una visione in linea con il richiamo all’operosità e ai valorilinea con il richiamo all’operosità e ai valori religiosi tradizionali.religiosi tradizionali.
  • 12. Poema epico in esametri (dodici libri) Modello Omerico (Iliade e Odissea) Celebrazione di Roma e di Augusto Piano storico e mitologico si fondono L’eroe protagonista (Enea) Frequente uso di arcaismi e figure retoriche.
  • 13. Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris Italiam fato profugus Laviniaque venit litora, multum ille et terris iactatus et alto vi superum, saevae memorem Iunonis ob iram, multa quoque et bello passus, dum conderet urbem inferretque deos Latio; genus unde Latinum Albanique patres atque altae moenia Romae. Musa, mihi causas memora, quo numine laeso quidve dolens regina deum tot volvere casus insignem pietate virum, tot adire labores impulerit. tantaene animis caelestibus irae? Canto le armi e l'uomo, il quale per primo venne dalle terre di Troia in Italia, profugo per volere del fato e venne ai lidi Lavini. Quello sballottolato per forza di dei in cielo e mare a causa dell'ira memore della crudele Giunone avendo sopportato molte cose anche in guerra pur di fondare la città e portare gli dei nel Lazio, da dove la stirpe latina e i padri albani e le mura dell'alta Roma. Oh musa, ricorda a me le cause per quale divinità offesa, dolendosi di che cosa la regina degli dei permise che un uomo grande per pietà sopportasse tante vicissitudini e sopportasse tante fatiche? Sono così tante le ire negli animi celesti?
  • 14. Il proemio presenta una struttura ben precisa divisaIl proemio presenta una struttura ben precisa divisa in protasi (vv.1-7) e invocazione alla musa (vv8-11).in protasi (vv.1-7) e invocazione alla musa (vv8-11). Nella presentazione del contenuto del proemioNella presentazione del contenuto del proemio notiamo che il testo presenta due parti distinte, lanotiamo che il testo presenta due parti distinte, la prima parte che riassume il tema del viaggio di Enea,prima parte che riassume il tema del viaggio di Enea, la seconda parte in cui viene esaltato il tema bellico.la seconda parte in cui viene esaltato il tema bellico. Il testo si conclude con un domandaIl testo si conclude con un domanda “aperta” che si“aperta” che si interroga sulla giustizia divina.interroga sulla giustizia divina. Temi fondamentali:Temi fondamentali: •• LL’esaltazione della Grandezza di Roma e del’esaltazione della Grandezza di Roma e del principato augusteo.principato augusteo. •• Esaltazione dei modelli greci ( Omero)Esaltazione dei modelli greci ( Omero) •• Esaltazione della famiglia augustea ( gens Iulia)Esaltazione della famiglia augustea ( gens Iulia) tramite una discendenza divinatramite una discendenza divina
  • 15. At trepida et coeptis immanibus effera Dido sanguineam volvens aciem, maculisque trementis interfusa genas et pallida morte futura, interiora domus inrumpit limina et altos conscendit furibunda rogos ensemque recludit Dardanium, non hos quaesitum munus in usus. hic, postquam Iliacas vestis notumque cubile conspexit, paulum lacrimis et mente morata incubuitque toro dixitque novissima verba: 'dulces exuviae, dum fata deusque sinebat, accipite hanc animam meque his exsolvite curis. vixi et quem dederat cursum Fortuna peregi, et nunc magna mei sub terras ibit imago. urbem praeclaram statui, mea moenia vidi, ulta virum poenas inimico a fratre recepi, felix, heu nimium felix, si litora tantum numquam Dardaniae tetigissent nostra carinae.' dixit, et os impressa toro 'moriemur inultae, sed moriamur' ait. 'sic, sic iuvat ire sub umbras. hauriat hunc oculis ignem crudelis ab alto Dardanus, et nostrae secum ferat omina mortis.' dixerat, atque illam media inter talia ferro conlapsam aspiciunt comites, ensemque cruore spumantem sparsasque manus. it clamor ad alta atria: concussam bacchatur Fama per urbem. Ma Didone trepidante fuori di se per i terribili propositi lei volgendo l'occhi intriso di sangue sparse tremanti le gote di macchie e pallida a causa della morte futura e irruppe nelle parti più interne della casa e nelle soglie della casa e presa dal furore salì gli alti gradini e sguainò la spada dardiana, dono non richiesto per questi usi. Qui dopo che vide le vesti iliache il noto letto dopo aver indugiato nella mente un po' nelle lacrime, si gettò sul letto e disse le ultimissime parole:" dolci spoglie finché i fati e il dio lo permetteranno accogliete questa anima e liberate me da questi affanni. Visti e percorsi la strada che la fortuna mi diede e ora le immagini di me grandioso andrà sotto terra. Ho fondato una città molto famosa, ho visto le mie mura, dopo che ho vendicato l'uomo ho restituito le pene del fratello nemico: " felice, troppo felice se soltanto le navi dardane non avessero mai toccato i nostri noti lidi" disse e dopo aver impresso la bocca sul letto" morirò invendicata ma voglio morire "disse cosi; così mi piace di andare sotto le ombre. il crudele dardano verrà questo fuoco con gli occhi del mare e porti con se i presagi della nostra morte". Così disse e le compagne vedano quella caduta in mezzo a tali parole in mezzo al ferro e alla spada spumeggiante di sangue e le mani cosparse di sangue. Va il clamore presso gli atri alti la fama si scatena presso la città sconquassata dalla notizia.
  • 16. In questo passo si conclude la tragedia di Didone,In questo passo si conclude la tragedia di Didone, ma costituisce per Enea un'ostacolo nelma costituisce per Enea un'ostacolo nel compimento della sua missione della fondazione dicompimento della sua missione della fondazione di Roma. Il loro amore è ostacolato dal Fato che vuoleRoma. Il loro amore è ostacolato dal Fato che vuole la fondazione di Roma. Didone risulta quindila fondazione di Roma. Didone risulta quindi sconfitta in partenza e si abbandona a un amoresconfitta in partenza e si abbandona a un amore totale assumendo la veste di eroina tragica. Prima ditotale assumendo la veste di eroina tragica. Prima di pugnalarsi con la stessa spada donatale da Enea,pugnalarsi con la stessa spada donatale da Enea, pronuncia le sue ultime parole con la quale ritrovapronuncia le sue ultime parole con la quale ritrova intatto il suo orgoglio di donna e regina. Laintatto il suo orgoglio di donna e regina. La protagonista di questo libro dunque è vittima di unprotagonista di questo libro dunque è vittima di un amore, furor inteso come follia che porta sofferenzaamore, furor inteso come follia che porta sofferenza e morte.e morte.