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Il Rinascimento
Presentazione di Matilda Mancuso
Rinascimento
●

Che cos'è il rinascimento?

●

Rinascimento italiano

●

Rinascimento europeo

●

Rinascimento nelle arti figurative

●

Distribuzione maggiori esponenti in Europa

●

Storiografia e letteratura

●

Musica

●

Scienze e tecnologia
Matilda Mancuso

2
Che cos'è il rinascimento?

Il Rinascimento è un periodo artistico e culturale della
storia d'Europa, che si sviluppò a partire da Firenze tra la
fine del Medioevo e l'inizio dell'età moderna, in un arco di
tempo che va all'incirca dalla seconda metà del XIV
secolo fino al XVI secolo, con ampie differenze tra
disciplina e disciplina e da zona a zona.[1]
Il Rinascimento, vissuto dalla maggior parte dei suoi
protagonisti come un'età di cambiamento, maturò un
nuovo modo di concepire il mondo e se stessi,
sviluppando le idee dell'umanesimo nato in ambito
letterario nel XIV secolo (da Petrarca) e portandolo a
influenzare per la prima volta anche le arti figurative e la
mentalità corrente.
Matilda Mancuso

3
Rinascimento italiano

La diaspora degli intellettuali provenienti da Costantinopoli, dopo
la conquista degli Ottomani, portò in Italia grandi personalità del
mondo greco-bizantino, che insegnarono a Firenze, Ferrara,
Napoli e Milano. Si diffuse la conoscenza del greco e degli studi
umanistici, grazie anche alle famiglie potenti dei Medici a
Firenze, degli Este a Ferrara, degli Sforza a Milano, dei Gonzaga
a Mantova, dei duchi di Montefeltro a Urbino, dei nobili veneziani
, della corte papale a Roma e dei d'Aragona a Napoli.

Matilda Mancuso

4
Rinascimento europeo

Il Rinascimento in Europa si affermò gradualmente con l'influenza dei modi italiani, nel corso dei secoli XV e
XVI. Un rinnovo artistico indipendente da quello della Penisola si ebbe nelle Fiandre all'inizio del XV secolo, il
cosiddetto periodo dei Primitivi fiamminghi, ed è talvolta indicato dagli storiografi come un "Rinascimento" a
sua volta, condividendo alcune caratteristiche teoriche col Rinascimento italiano, quali la rinnovata ricerca di
realismo nell'arte, senza però tuttavia avere un'altrettanto forte base teorica e letteraria.
Sul finire del XV secolo la fama degli artisti italiani aveva ormai travalicato i confini della penisola, rendendoli
richiesti anche dalle corti europee. Talvolta si trattò di viaggi isolati, senza conseguenze nelle vicende artistiche
locali, altre volte, grazie all'interesse di re, principi e signori, si assistette a una presenza più consistente e
legate nel tempo, capace di originare vere e proprie scuole di derivazione italiana. Il caso più emblematico è
forse la corte di Francesco I di Francia, dove artisti come Leonardo da Vinci, Rosso Fiorentino,
Francesco Primaticcio, Benvenuto Cellini e altri vennero accolti e protetti, dando il via alla cosiddetta
scuola di Fontainebleau, importante fucina del tardo Rinascimento.
Altre volte furono gli artisti stranieri a recarsi in Italia per apprendere i segreti della prospettiva e del fare arte in
generale. Emblematici furono in questo senso i due viaggi di Albrecht Dürer a Venezia (1494-1495 e 15061507), dove il geniale artista tedesco poté constatare anche, con una certa amarezza, l'alto status di cui
godevano gli artefici sul suolo italiano, rispetto alla figura di semplici artigiani, di retaggio medievale, che era
all'ordine del giorno, anche in una città ricca e cosmopolita come la sua Norimberga.
Nel corso del XVI secolo, anche per la presenza continua di eserciti stranieri lungo la penisola, l'Europa in
generale si appassionò dello stile italiano, diventato ormai un modello imprescindibile per qualsiasi artista. Si
può parlare allora in maniera equivocabile di nuove scuole rinascimentali extra-italiane, quali quella francese,
tedesca, spagnola, inglese, fiamminga e olandese.

Matilda Mancuso

5
Rinascimento nelle arti figurative

Anche nel campo delle arti figurative le innovazioni rinascimentali affondavano le radici nel XIV secolo: ad esempio le
ricerche intuitive sullo spazio di Giotto, di Ambrogio Lorenzetti o dei miniatori francesi vennero approfondite e portate a
livelli di estremo rigore, che arrivarono a produrre risultati rivoluzionari[3]. Furono almeno tre gli elementi essenziali del
nuovo stile[3]:
Formulazione delle regole della prospettiva lineare centrica, che organizzava lo spazio unitariamente
Attenzione all'uomo come individuo, sia nella fisionomia e anatomia che nella rappresentazione delle emozioni
Ripudio degli elementi decorativi e ritorno all'essenzialità.
Il tempietto del Bramante a Roma, considerato uno degli esempi più significativi d'architettura rinascimentaleL'arte del
Rinascimento vede lo studio e la riscoperta dei modelli antichi, sia in architettura che in scultura. Vengono riscoperti e
riutilizzati elementi architettonici dell'arte classica, e lo studio architettonico si concentra prevalentemente
sull'organizzazione armonica dei volumi, degli spazi, della luce all'interno dell'edificio. L'architettura diventa armonia,
proporzione, simmetria, e riflette la nuova dimensione armonica e sinergica che l'uomo ha trovato nel rapporto con la
natura e con Dio, un rapporto ormai non più caratterizzato dal timor dei medievale (che veniva tradotto in architettura
nella vertiginosa altezza della chiesa gotica, che faceva sentire il fedele che vi entrava piccolo di fronte all'immensità
dell'Onnipotente).
La prima fase dell'arte rinascimentale è incentrata su Firenze, città che diventa uno dei centri mondiali di diffusione ed
elaborazione della nuova cultura umanistico-rinascimentale. Fervida è qui l'attività di grandi artisti e letterati, in tutti i
campi artistici, e proprio questo fervore artistico rende la signoria medicea principale polo culturale italiano in questo
periodo. In seguito, a partire dal primo Cinquecento, Roma, capitale della controriforma, diventerà il centro indiscusso
dell'arte, che acquisirà un linguaggio maturo grazie particolarmente a Michelangelo e Raffaello, che avviano il
manierismo con la ricerca di un canone perfetto, che diventi modello da riprodurre (la Pietà Vaticana di Michelangelo
può essere vista, in questo senso, come conclusione di questo percorso artistico). Nell'Italia settentrionale la
frammentazione politica e la presenza di numerose corti, intente a primeggiare le une sulle altre anche in campo
artistico, sarà uno sprone per la promozione dell'arte, in Toscana, Lombardia, Emilia e nel Veneto.

Matilda Mancuso

6
Distribuzione maggiori esponenti artistici nell'Europa

Italia
Olanda
Germania
Francia

Matilda Mancuso

7
Storiografia e letteratura
Una delle rotture più significative con la tradizione medievale si produsse nel
campo della storiografia. Gli storici, tra i quali furono insigni Flavio Biondo
(nel XIV secolo), Machiavelli e Guicciardini (nel XV secolo), abbandonarono
la visione medievale legata a un concetto di tempo segnato dall'avvento di
Cristo, per sviluppare un'analisi degli avvenimenti concepita laicamente, con
un atteggiamento critico verso le fonti. La storia divenne una branca della
letteratura e non più della teologia e si rifiutò la convenzionale divisione
cristiana che doveva avere inizio con la Creazione, seguita dall'Incarnazione
di Gesù e dal Giudizio finale. La visione rinascimentale esaltava invece il
mondo greco-romano, condannando il Medioevo come un'era di barbarie e
proclamando la nuova epoca come era di luce e di rinascita del mondo
classico.
Il fervido interesse per l'antichità si concretò nella ricerca e nel restauro dei
manoscritti dei grandi autori greci e latini: i Dialoghi di Platone, le Storie di
Erodoto e Tucidide, le opere dei drammaturghi e dei poeti greci, riscoperti e
pubblicati dopo la caduta di Costantinopoli (1453), che risvegliarono in
Europa occidentale un nuovo fervore filologico.

Matilda Mancuso

8
Musica

Verso la fine del Quattrocento la scuola franco fiamminga musicale, che si sviluppò
finanziata nelle scuole delle cattedrali dalla borghesia benestante, prese e rinnovò
grandemente le preesistenti forme della messa, del mottetto e della chanson. Ponendo
le consonanze per terze (ancora oggi familiari all'orecchio occidentale) e la forma
imitativa del canone alla base delle loro procedure compositive, i fiamminghi (tra cui
ricordiamo il fondatore Guillaume Dufay e il grande Josquin Des Prez) rivoluzionarono
la pratica della polifonia ereditata dall' Ars nova e dall'Ars antiqua. Il lavoro di questi
compositori poneva le basi per lo sviluppo di quella che sarebbe stata la teoria dell'
armonia.
All'inizio del Cinquecento gli eccessi della scuola fiamminga provocarono una reazione
e una nuova tendenza alla semplificazione, come si può vedere nell'opera di
Josquin Des Prez, dei suoi contemporanei fiamminghi e, più tardi, nell'opera di
Giovanni Pierluigi da Palestrina, che erano in parte spinti dalle limitazioni imposte alla
musica sacra dal Concilio di Trento che scoraggiava l'eccessiva complessità. Le
complessità dei canoni quattrocenteschi furono progressivamente abbandonate dai
fiamminghi in favore dell'imitazione a due e tre voci (fino ad arrivare a sei voci reali) e
con l'inserimento di sezioni in omofonia che sottolineavano i punti salienti della
composizione. Palestrina, dal canto suo, produsse composizioni in cui un contrappunto
fluido alternava fittamente consonanze e dissonanze con un suggestivo effetto di
sospensione.
Matilda Mancuso

9
Scienze e tecnologia
Il nuovo approccio verso il mondo vide il declino dell'auctoritas e della conoscenza speculativa che aveva come fine la
contemplazione della verità, legata indissolubilmente a Dio. A questo concetto si affiancò quello della conoscenza funzionale, che
ha validità in quanto utilizzabile in possibili sbocchi pratici: scienza e tecnologia divengono quindi un'unica disciplina, che cerca la
conoscenza della natura per modificarla secondo le proprie esigenze. Non a caso i più grandi esponenti della cultura
rinascimentale (Salutati, Bruni, Valla, Decembrio) erano anche uomini impegnati in politica, cioè in un'attività pratica. In questo
periodo si assiste anche alla ripresa della magia e dell'alchimia, che sebbene fossero guardate con sospetto dai primi padri della
Chiesa, erano di nuovo state legittimate già nel basso Medioevo dagli scolastici cristiani come Roger Bacon, Alberto Magno,
Tommaso d'Aquino.[6]. Esse diventano ora scienze positive della trasformazione e del dominio dell'uomo sugli elementi[3].
Il sapere scientifico (matematica, geometria, fisica) acquista una diffusione mai così capillare, con applicazioni pratiche in molte
attività della borghesia[3].
L'afflusso di intellettuali provenienti da Costantinopoli, dovuto sia alla ricomposizione momentanea dello scisma tra le Chiese
d'Oriente e d'Occidente (1438), sia alla conquista della città compiuta dai turchi ottomani nel 1453, portò grandi personalità nelle
Università di Firenze, Ferrara e Milano, diffondendo la conoscenza del greco, della filosofia, lo studio del greco tra il XV e il
XVI secolo. Gli studi umanistici furono incoraggiati e sostenuti dalle famiglie dei Medici di Firenze, degli Este di Ferrara, degli
Sforza di Milano, dei Gonzaga di Mantova e dei duchi di Montefeltro di Urbino, dei nobili di Venezia e della Roma papale.
Alcuni dei più noti trattati greci di matematica furono tradotti nel XVI secolo, mentre erano date alle stampe le opere di astronomia
di Niccolò Copernico, Tycho Brahe e Keplero. Verso la fine del XVI secolo, Galileo applicò i modelli matematici alla fisica. Lo
studio della geografia fu trasformato dalle nuove informazioni ricavate dalle grandi esplorazioni geografiche.
In campo tecnologico, l'invenzione della stampa a caratteri mobili nel XV secolo da parte di Gutenberg rivoluzionò la diffusione
del sapere e la circolazione delle informazioni. La nuova invenzione aumentò notevolmente la quantità di libri in circolazione,
aiutò a eliminare gli errori di trascrizione e trasformò lo sforzo intellettuale in un'attività di confronto e di scambio piuttosto che di
studi solitari e isolati. Le migliorie nella tecnologia navale aprirono alle flotte europee le rotte oceaniche, l'impiego della
polvere da sparo rivoluzionò le tattiche militari tra il 1450 e il 1550, favorendo lo sviluppo dell'artiglieria che rivelò i suoi effetti
devastanti contro le mura di castelli e città, distruggendo il mito atavico della cavalleria medievale.

Matilda Mancuso

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  • 2. Rinascimento ● Che cos'è il rinascimento? ● Rinascimento italiano ● Rinascimento europeo ● Rinascimento nelle arti figurative ● Distribuzione maggiori esponenti in Europa ● Storiografia e letteratura ● Musica ● Scienze e tecnologia Matilda Mancuso 2
  • 3. Che cos'è il rinascimento? Il Rinascimento è un periodo artistico e culturale della storia d'Europa, che si sviluppò a partire da Firenze tra la fine del Medioevo e l'inizio dell'età moderna, in un arco di tempo che va all'incirca dalla seconda metà del XIV secolo fino al XVI secolo, con ampie differenze tra disciplina e disciplina e da zona a zona.[1] Il Rinascimento, vissuto dalla maggior parte dei suoi protagonisti come un'età di cambiamento, maturò un nuovo modo di concepire il mondo e se stessi, sviluppando le idee dell'umanesimo nato in ambito letterario nel XIV secolo (da Petrarca) e portandolo a influenzare per la prima volta anche le arti figurative e la mentalità corrente. Matilda Mancuso 3
  • 4. Rinascimento italiano La diaspora degli intellettuali provenienti da Costantinopoli, dopo la conquista degli Ottomani, portò in Italia grandi personalità del mondo greco-bizantino, che insegnarono a Firenze, Ferrara, Napoli e Milano. Si diffuse la conoscenza del greco e degli studi umanistici, grazie anche alle famiglie potenti dei Medici a Firenze, degli Este a Ferrara, degli Sforza a Milano, dei Gonzaga a Mantova, dei duchi di Montefeltro a Urbino, dei nobili veneziani , della corte papale a Roma e dei d'Aragona a Napoli. Matilda Mancuso 4
  • 5. Rinascimento europeo Il Rinascimento in Europa si affermò gradualmente con l'influenza dei modi italiani, nel corso dei secoli XV e XVI. Un rinnovo artistico indipendente da quello della Penisola si ebbe nelle Fiandre all'inizio del XV secolo, il cosiddetto periodo dei Primitivi fiamminghi, ed è talvolta indicato dagli storiografi come un "Rinascimento" a sua volta, condividendo alcune caratteristiche teoriche col Rinascimento italiano, quali la rinnovata ricerca di realismo nell'arte, senza però tuttavia avere un'altrettanto forte base teorica e letteraria. Sul finire del XV secolo la fama degli artisti italiani aveva ormai travalicato i confini della penisola, rendendoli richiesti anche dalle corti europee. Talvolta si trattò di viaggi isolati, senza conseguenze nelle vicende artistiche locali, altre volte, grazie all'interesse di re, principi e signori, si assistette a una presenza più consistente e legate nel tempo, capace di originare vere e proprie scuole di derivazione italiana. Il caso più emblematico è forse la corte di Francesco I di Francia, dove artisti come Leonardo da Vinci, Rosso Fiorentino, Francesco Primaticcio, Benvenuto Cellini e altri vennero accolti e protetti, dando il via alla cosiddetta scuola di Fontainebleau, importante fucina del tardo Rinascimento. Altre volte furono gli artisti stranieri a recarsi in Italia per apprendere i segreti della prospettiva e del fare arte in generale. Emblematici furono in questo senso i due viaggi di Albrecht Dürer a Venezia (1494-1495 e 15061507), dove il geniale artista tedesco poté constatare anche, con una certa amarezza, l'alto status di cui godevano gli artefici sul suolo italiano, rispetto alla figura di semplici artigiani, di retaggio medievale, che era all'ordine del giorno, anche in una città ricca e cosmopolita come la sua Norimberga. Nel corso del XVI secolo, anche per la presenza continua di eserciti stranieri lungo la penisola, l'Europa in generale si appassionò dello stile italiano, diventato ormai un modello imprescindibile per qualsiasi artista. Si può parlare allora in maniera equivocabile di nuove scuole rinascimentali extra-italiane, quali quella francese, tedesca, spagnola, inglese, fiamminga e olandese. Matilda Mancuso 5
  • 6. Rinascimento nelle arti figurative Anche nel campo delle arti figurative le innovazioni rinascimentali affondavano le radici nel XIV secolo: ad esempio le ricerche intuitive sullo spazio di Giotto, di Ambrogio Lorenzetti o dei miniatori francesi vennero approfondite e portate a livelli di estremo rigore, che arrivarono a produrre risultati rivoluzionari[3]. Furono almeno tre gli elementi essenziali del nuovo stile[3]: Formulazione delle regole della prospettiva lineare centrica, che organizzava lo spazio unitariamente Attenzione all'uomo come individuo, sia nella fisionomia e anatomia che nella rappresentazione delle emozioni Ripudio degli elementi decorativi e ritorno all'essenzialità. Il tempietto del Bramante a Roma, considerato uno degli esempi più significativi d'architettura rinascimentaleL'arte del Rinascimento vede lo studio e la riscoperta dei modelli antichi, sia in architettura che in scultura. Vengono riscoperti e riutilizzati elementi architettonici dell'arte classica, e lo studio architettonico si concentra prevalentemente sull'organizzazione armonica dei volumi, degli spazi, della luce all'interno dell'edificio. L'architettura diventa armonia, proporzione, simmetria, e riflette la nuova dimensione armonica e sinergica che l'uomo ha trovato nel rapporto con la natura e con Dio, un rapporto ormai non più caratterizzato dal timor dei medievale (che veniva tradotto in architettura nella vertiginosa altezza della chiesa gotica, che faceva sentire il fedele che vi entrava piccolo di fronte all'immensità dell'Onnipotente). La prima fase dell'arte rinascimentale è incentrata su Firenze, città che diventa uno dei centri mondiali di diffusione ed elaborazione della nuova cultura umanistico-rinascimentale. Fervida è qui l'attività di grandi artisti e letterati, in tutti i campi artistici, e proprio questo fervore artistico rende la signoria medicea principale polo culturale italiano in questo periodo. In seguito, a partire dal primo Cinquecento, Roma, capitale della controriforma, diventerà il centro indiscusso dell'arte, che acquisirà un linguaggio maturo grazie particolarmente a Michelangelo e Raffaello, che avviano il manierismo con la ricerca di un canone perfetto, che diventi modello da riprodurre (la Pietà Vaticana di Michelangelo può essere vista, in questo senso, come conclusione di questo percorso artistico). Nell'Italia settentrionale la frammentazione politica e la presenza di numerose corti, intente a primeggiare le une sulle altre anche in campo artistico, sarà uno sprone per la promozione dell'arte, in Toscana, Lombardia, Emilia e nel Veneto. Matilda Mancuso 6
  • 7. Distribuzione maggiori esponenti artistici nell'Europa Italia Olanda Germania Francia Matilda Mancuso 7
  • 8. Storiografia e letteratura Una delle rotture più significative con la tradizione medievale si produsse nel campo della storiografia. Gli storici, tra i quali furono insigni Flavio Biondo (nel XIV secolo), Machiavelli e Guicciardini (nel XV secolo), abbandonarono la visione medievale legata a un concetto di tempo segnato dall'avvento di Cristo, per sviluppare un'analisi degli avvenimenti concepita laicamente, con un atteggiamento critico verso le fonti. La storia divenne una branca della letteratura e non più della teologia e si rifiutò la convenzionale divisione cristiana che doveva avere inizio con la Creazione, seguita dall'Incarnazione di Gesù e dal Giudizio finale. La visione rinascimentale esaltava invece il mondo greco-romano, condannando il Medioevo come un'era di barbarie e proclamando la nuova epoca come era di luce e di rinascita del mondo classico. Il fervido interesse per l'antichità si concretò nella ricerca e nel restauro dei manoscritti dei grandi autori greci e latini: i Dialoghi di Platone, le Storie di Erodoto e Tucidide, le opere dei drammaturghi e dei poeti greci, riscoperti e pubblicati dopo la caduta di Costantinopoli (1453), che risvegliarono in Europa occidentale un nuovo fervore filologico. Matilda Mancuso 8
  • 9. Musica Verso la fine del Quattrocento la scuola franco fiamminga musicale, che si sviluppò finanziata nelle scuole delle cattedrali dalla borghesia benestante, prese e rinnovò grandemente le preesistenti forme della messa, del mottetto e della chanson. Ponendo le consonanze per terze (ancora oggi familiari all'orecchio occidentale) e la forma imitativa del canone alla base delle loro procedure compositive, i fiamminghi (tra cui ricordiamo il fondatore Guillaume Dufay e il grande Josquin Des Prez) rivoluzionarono la pratica della polifonia ereditata dall' Ars nova e dall'Ars antiqua. Il lavoro di questi compositori poneva le basi per lo sviluppo di quella che sarebbe stata la teoria dell' armonia. All'inizio del Cinquecento gli eccessi della scuola fiamminga provocarono una reazione e una nuova tendenza alla semplificazione, come si può vedere nell'opera di Josquin Des Prez, dei suoi contemporanei fiamminghi e, più tardi, nell'opera di Giovanni Pierluigi da Palestrina, che erano in parte spinti dalle limitazioni imposte alla musica sacra dal Concilio di Trento che scoraggiava l'eccessiva complessità. Le complessità dei canoni quattrocenteschi furono progressivamente abbandonate dai fiamminghi in favore dell'imitazione a due e tre voci (fino ad arrivare a sei voci reali) e con l'inserimento di sezioni in omofonia che sottolineavano i punti salienti della composizione. Palestrina, dal canto suo, produsse composizioni in cui un contrappunto fluido alternava fittamente consonanze e dissonanze con un suggestivo effetto di sospensione. Matilda Mancuso 9
  • 10. Scienze e tecnologia Il nuovo approccio verso il mondo vide il declino dell'auctoritas e della conoscenza speculativa che aveva come fine la contemplazione della verità, legata indissolubilmente a Dio. A questo concetto si affiancò quello della conoscenza funzionale, che ha validità in quanto utilizzabile in possibili sbocchi pratici: scienza e tecnologia divengono quindi un'unica disciplina, che cerca la conoscenza della natura per modificarla secondo le proprie esigenze. Non a caso i più grandi esponenti della cultura rinascimentale (Salutati, Bruni, Valla, Decembrio) erano anche uomini impegnati in politica, cioè in un'attività pratica. In questo periodo si assiste anche alla ripresa della magia e dell'alchimia, che sebbene fossero guardate con sospetto dai primi padri della Chiesa, erano di nuovo state legittimate già nel basso Medioevo dagli scolastici cristiani come Roger Bacon, Alberto Magno, Tommaso d'Aquino.[6]. Esse diventano ora scienze positive della trasformazione e del dominio dell'uomo sugli elementi[3]. Il sapere scientifico (matematica, geometria, fisica) acquista una diffusione mai così capillare, con applicazioni pratiche in molte attività della borghesia[3]. L'afflusso di intellettuali provenienti da Costantinopoli, dovuto sia alla ricomposizione momentanea dello scisma tra le Chiese d'Oriente e d'Occidente (1438), sia alla conquista della città compiuta dai turchi ottomani nel 1453, portò grandi personalità nelle Università di Firenze, Ferrara e Milano, diffondendo la conoscenza del greco, della filosofia, lo studio del greco tra il XV e il XVI secolo. Gli studi umanistici furono incoraggiati e sostenuti dalle famiglie dei Medici di Firenze, degli Este di Ferrara, degli Sforza di Milano, dei Gonzaga di Mantova e dei duchi di Montefeltro di Urbino, dei nobili di Venezia e della Roma papale. Alcuni dei più noti trattati greci di matematica furono tradotti nel XVI secolo, mentre erano date alle stampe le opere di astronomia di Niccolò Copernico, Tycho Brahe e Keplero. Verso la fine del XVI secolo, Galileo applicò i modelli matematici alla fisica. Lo studio della geografia fu trasformato dalle nuove informazioni ricavate dalle grandi esplorazioni geografiche. In campo tecnologico, l'invenzione della stampa a caratteri mobili nel XV secolo da parte di Gutenberg rivoluzionò la diffusione del sapere e la circolazione delle informazioni. La nuova invenzione aumentò notevolmente la quantità di libri in circolazione, aiutò a eliminare gli errori di trascrizione e trasformò lo sforzo intellettuale in un'attività di confronto e di scambio piuttosto che di studi solitari e isolati. Le migliorie nella tecnologia navale aprirono alle flotte europee le rotte oceaniche, l'impiego della polvere da sparo rivoluzionò le tattiche militari tra il 1450 e il 1550, favorendo lo sviluppo dell'artiglieria che rivelò i suoi effetti devastanti contro le mura di castelli e città, distruggendo il mito atavico della cavalleria medievale. Matilda Mancuso 10