Edoardo Di Pietro – “Virtual Influencer vs Umano: Rubiamo il lavoro all’AI”
Sostenibilità nelle Marche
1. La situazione, gli strumenti, le azioni per la tutela dei fiumi e delle acque nella nostra regione.
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3. Ringraziamenti Un sentito ringraziamento va all’Assessore Amagliani per questa iniziativa, ma anche per la leale e piena collaborazione durante l’intera legislatura, in quanto portatore di una precisa ampia volontà politica di sostenere l’autonomia della ricerca ed il nostro ruolo di tecnici della P.A. nella distinzione dei ruoli e nella dignità delle inevitabili mediazioni. L’elenco è lunghissimo e comprende tanti bravi tecnici oltre questo Servizio e l’Ente Regione: le Province, l’ASSAM e l’ARPAM in particolare. Ma lo staff centrale va citato per impegno e professionalità costanti: Katiuscia Grassi, Matteo Moroni, Simona Palazzetti, Alessandro Zepponi. Ed inoltre Claudia Margaritelli e Stefano Bellesi per le elaborazioni cartografiche sul consumo di suolo. Ad essi la mia stima ed un grazie speciale.
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5. Noi tecnici e professionisti della P.A., che siamo a diretto contatto con i politici amministratori, abbiamo la grande responsabilità di costruire soluzioni credibili rispetto agli obiettivi generali, che gli organi istituzionali ci indicano. E proporre anche nuovi inediti livelli di conoscenza come l’Atlante sul Consumo di suolo nelle Marche 1954-2007, mezzo secolo di trasformazioni del territorio regionale.
6. Sul consumo di suolo Si è costruito tanto nelle Marche in mezzo secolo; male o bene per qualità edilizia, architettonica o urbanistica è questione opinabile e che qui interessa poco, se non per alcuni rilevanti aspetti di economia delle reti, di inefficienza energetica e di consumo di paesaggi. È accaduto quindi in circa mezzo secolo nelle aree più dinamiche delle Marche che il consumo di suolo a fini edilizio-urbani sia aumentato di oltre il 320%, mentre la popolazione di circa il 37%, chiaro indicatore di una divaricazione oltremodo non proporzionale tra le due grandezze.
7. Sul consumo di suolo PESARO 1954 PESARO 1984 PESARO 2001 PESARO 2007
8. Sul consumo di suolo ANCONA 1954 ANCONA 1984 ANCONA 2001 ANCONA 2007
9. Sul consumo di suolo MACERATA 1954 MACERATA 1984 MACERATA 2001 MACERATA 2007
10. Sul consumo di suolo FERMO 1954 FERMO 1984 FERMO 2001 FERMO 2007
11. Sul consumo di suolo ASCOLI 1954 ASCOLI 1984 ASCOLI 2001 ASCOLI 2007
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14. Rapporto Stato Ambiente 2009 Le Marche: una piccola regione europea, poco o molto nota in parti diverse del mondo, bella tra colline e montagne, molto meno nella conurbazione costiera e nelle basse valli, con un divenire migliore se ridurrà i rischi (alcuni) e valorizzerà le opportunità (numerose), a partire dalle buone condizioni ambientali nei valori d’insieme e dalla straordinaria dote di beni paesaggistici e culturali, ovunque diffusi.
15. Rapporto Stato Ambiente 2009 La sintesi estrema, a nostro avviso, è quella di una medietà delle condizioni ambientali, con non poche punte di eccellenza e alcune criticità ed il convincimento che molto di più si potrebbe fare se ovunque prevalessero aggiornamenti culturali, organizzazioni ben strutturate, applicazioni tecnologiche innovative e soprattutto un più forte spirito di squadra nei territori e nelle azioni della governance pubblica e privata.
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19. Geografia Pressioni Ambientali 2009 DOVE? Le Marche per aree di concentrazione dei livelli di maggiore criticità ambientale: pressione – impatto – degrado delle risorse – eventuali effetti sulla salute della popolazione. AVVERTENZA La scala di elaborazione dei dati disponibili è quella comunale. L’attenzione va invece rivolta alla scala sovracomunale fino alla definizione di 4 ambiti territoriali in cui emergono livelli maggiori di criticità ambientale.
20. Geografia Pressioni Ambientali 2009 La metodologia è relativamente complessa. Il modello è ora gestibile con un sistema applicativo web; è possibile costruire sequenze di dati e analisi dei fenomeni per verificare le tendenze nel tempo. Alcune variazione sono già inserite nel documento 2009. Deriva da una proposta elaborata per la versione 2007, in collaborazione con l’Istituto AmbienteItalia.
21. Geografia Pressioni Ambientali 2009 Temi e matrici considerati: Gruppi di indicatori per ciascuno di essi, in totale n° 23. Conclusioni in due cartografie delle Marche con versioni a 5 classi e a 3 classi. ARIA NATURA TURISMO ACQUA INSEDIAMENTI RIFIUTI SUOLO INDUSTRIA
22. Geografia Pressioni Ambientali 2009 Popolazione e territorio regionale vengono quindi letti in rapporto alla geografia delle classi e quindi delle pressioni ambientali. INCIDENZE PERCENTUALI 2009 53,7 14,6 31,7 Popolazione 19,3 9,9 70,8 Territorio ALTA MEDIA BASSA
23. Geografia Pressioni Ambientali 2009 Il tema/problema evidente della fascia costiera delle Marche e di alcune aree interne, dove esercitare azioni più forti per il risanamento e la tutela ambientale. 3 CLASSI 5 CLASSI
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Editor's Notes
La situazione, gli strumenti, le azioni per la tutela dei fiumi e delle acque nella nostra regione Relatore: Arch. Antonio Minetti Dirigente del Servizio Ambiente della Regione Marche
Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Marche è lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli obiettivi di qualità previsti dalla normativa comunitaria e nazionale vigente e a tutelare l’intero sistema idrico, sia superficiale che sotterraneo. Nel corso delle audizioni sia le AATO che i gestori del Servizio Idrico Integrato operanti nel territorio regionale hanno osservato, tra l’altro: che per la esecuzione di alcune categorie di interventi, riguardanti nuove opere e l’adeguamento di opere esistenti, non è al momento prevedibile la disponibilità di risorse finanziarie sufficienti; Il PTA è di imminente approvazione in Consiglio Regionale.
La Direttiva 23 ottobre 2000, n. 2000/60/CE “Quadro per l’azione comunitaria in materia di acque” , nota anche come “direttiva quadro” ha affermato i seguenti principi - gestione integrata delle acque superficiali e delle acque sotterranee a livello di bacino idrografico (art. 3); - tutela delle acque basata su obiettivi di qualità e rispetto dei limiti di concentrazione nelle acque; - raggiungimento del buono stato quali-quantitativo per tutte le acque superficiali e sotterranee entro il mese di dicembre 2015 (art. 4); - analisi economica dell’utilizzo idrico e recupero dei costi relativi ai servizi idrici (artt. 5 e 9); - sviluppo di un uso sostenibile della risorsa; - partecipazione pubblica e trasparenza nella fase di pianificazione e nella scelta dei programmi di misure (art. 14).
Il Piano sviluppa lo stato delle conoscenze tecniche e socio-economiche ( Sezione A ), permette l’individuazione degli squilibri, ai quali sono state associate le proposte, secondo un quadro di azioni e di interventi ( Sezione B ), analizza gli aspetti economici ( Sezione C ), detta Norme tecniche di Attuazione finalizzate alla tutela dell’acqua ( Sezione D ), e contiene il rapporto ambientale e lo studio di incidenza ai fini della la Valutazione Ambientale Strategica e della Valutazione di Incidenza ( Sezione E ).
STATO DI FATTO E’ stata trattata la fisiografia, la idrogeologia, la climatologia, le aree di pregio ambientale. La definizione dello stato di qualità ambientale delle acque superficiali interne è scaturita dal monitoraggio dei principali corsi d’acqua e dei principali laghi. La qualità delle acque dei fiumi nelle zone montane o collinari più interne risulta essere buona; nelle zone subcollinari, ricadenti nella fascia centrale della regione, è risultata in genere “sufficiente”. Il degrado è poi progressivamente significativo e raggiunge, in corrispondenza delle foci, classi di qualità che oscillano negli anni, a seconda delle condizioni meteocimatiche, “scadente” e “pessimo” e solo raramente sufficiente.
La rete di monitoraggio delle acque sotterranee ha evidenziato che: - il 40% presenta acque con impatto antropico significativo, - il 19% presenta caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione, - il 3% presenta un impatto antropico nullo o trascurabile ma con particolari facies idrochimiche naturali in concentrazioni al di sopra del valore della classe 3, - il 23 % ha impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche chimiche, - il 15% presenta un impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione.
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Inoltre sono state esaminate: le acque destinate all’ uso idropotabile ; Le acque destinate alla balneazione , Le acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci .
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