SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 21
 
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Il canto inizia con Dante che si riprende dallo svenimento dopo aver parlato con Paolo e Francesca e ancora vede nuovi dannati e nuove pene. Il terzo cerchio è quello de la piova / etterna, maladetta, fredda e greve, che cade sempre uguale con la stessa intensità; essa è composta da grossa grandine mischiata a acqua nera e neve, e si riversa nell'aria tenebrosa: la terra ricevendo questa pioggia puzza e diventa fanghiglia.
Qui si trova Cerbero, una fiera crudele e diversa (strana), con tre teste.  Dante lo descrive come una bestia mostruosa, per una identità tra l'umano e il bestiale e per il fatto che inghiottisce il fango gettato da Virgilio.  Esso viene descritto con gli occhi rossi, la barba unta e nera, la pancia gonfia e le mani con unghie, con le quali graffia i dannati e li squarta; inoltre con le sue urla gli 'ntrona così che essi vorrebbero essere sordi.
Nella mitologia Cerbero è un simbolo di ingordigia e anche di discordia, per le lotte tra le sue diverse teste: non a caso nel canto si parlerà proprio delle discordie fiorentine. Quando Cerbero vede Dante e Virgilio, apre le bocche e mostra loro le zanne, senza tenere fermo un singolo muscolo. Allora Virgilio distende le mani e getta nelle sue bramose canne (gole, secondo un linguaggio triviale) due pugni pieni di terra, che il cagnaccio si affretta a mangiare, come quei cani che desiderosi del pasto abbaiano e poi si interrompono subito appena lo ottengono.
I due pellegrini iniziano ad attraversare il cerchio dei golosi; solo uno di essi riesce a sollevarsi, ma il suo viso è disfatto dalla sofferenza e sporco di fango cosicché Dante non è in grado di riconoscerlo: egli è Ciacco. Il dolore di Dante verso il concittadino è grande, ma più grande ancora il desiderio di conoscere il destino di Firenze. Le parole di Ciacco dipingono a scure tinte il futuro della città: le parti si succederanno al governo fino a quando i Neri riusciranno a prevalere e per i Bianchi e per Dante non resterà che l’esilio e la rovina. Le sane tradizioni antiche hanno ceduto il passo al dilagare del vizio e in particolare dell’avarizia, superbia e invidia. Ciacco interrompe il discorso, ma Dante vuole ancora conoscere il destino di alcuni noti personaggi che si distinsero nell’impegno a favore della città. La risposta aggrava la tristezza del poeta, poiché per molti i meriti politici non sono valsi a guadagnare loro la salvezza e anch’essi sono nell’Inferno.
Ciacco chiede di essere ricordato nel dolce mondo e si immerge nel lurido fango con gli altri compagni di eterna sventura. Virgilio ricorda a Dante che Ciacco si ridesterà nuovamente il giorno del giudizio universale per sentire la definitiva condanna da Cristo. Risponde poi alla domanda sulla condizione ultima delle anime quando saranno riunite al corpo: per loro dopo il giudizio il supplizio sarà ancora maggiore. I due poeti giungono infine al luogo da cui si può discendere al girone successivo custodito da Pluto.
Mitologia  di Cerbero  Cérbero nella  mitologia greca , era uno dei mostri che erano a guardia dell'ingresso dell' Ade , il mondo degli inferi. È un  cane  a tre teste, le quali simboleggiano la distruzione del passato, del presente e del futuro. Tutto il suo corpo era ricoperto, anziché di peli, di velenosissimi serpenti, che ad ogni suo latrato si rizzavano, facendo sibilare le proprie orrende lingue. Il suo compito era impedire ai vivi di entrare ed ai morti di tornare indietro.
Divina Commedia   La figura mitologica di Cérbero è presente anche nella  Divina Commedia  di  Dante Alighieri , dove esso vigila l'accesso al terzo cerchio dell' Inferno (Divina Commedia) , quello di coloro che peccarono di incontinenza riguardo alla gola. Nella rappresentazione dantesca la figura di questo mostro mitologico si fonde con l'ideologia del fantastico di stampo medievale, in cui prevalgono significati simbolici; ne viene fuori una figura nuova, i cui particolari realistici danno una straordinaria vivacità. Viene presentato attraverso tre apposizioni "fiera", "vermo" e "demonio", secondo una lettura classica, fantastica e religiosa. Gli vengono anche attribuite caratteristiche umane, traslitterando parti del corpo bestiale tra cui la barba, le mani e le facce. Viene descritto con gli occhi vermigli per l'avidità, con il ventre largo per la voracità e con le zampe artigliate per afferrare il cibo. Le interpretazioni allegoriche di questo personaggio (delle sue teste) nella Commedia sono due: le tre teste indicherebbero i tre modi del vizio di gola: secondo qualità, secondo quantità, secondo continuo (cioè mangiare in continuazione senza preoccuparsi né della qualità né della quantità); le teste sarebbero il simbolo delle lotte intestine fra fazioni appartenenti a una stessa città.
Mitologia di Ciacco Ciacco è un personaggio letterario, citato da  Dante Alighieri  nell' Inferno  tra i golosi ( VI , vv. 34-75) La sua figura non è ancora stata individuata storicamente. Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: così questo personaggio si presenta ai due poeti nel VI canto. Ciacco è un sostantivo al quale si attribuiva normalmente il significato di "porco"; ma Ciacco era semplicemente da intendere come il diminutivo dei nomi Jacopo e Giacomo. Non sappiamo quale dei due significati abbia voluto intendere Dante, ma è probabile che intendesse entrambe le interpretazioni come valide. Ciacco nell'Inferno di Dante  Si presenta in questo modo ai viandanti: « Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: per la dannosa colpa de la gola, come tu vedi, a la pioggia mi fiacco. » Lascia spazio a numerose interpretazioni, come ad esempio quella di  Francesco da Buti , uno dei più antichi commentatori della Commedia, che suggerisce una natura dispregiativa di questo nome: "Ciacco dicono alquanti che è nome di porco, onde costui era così chiamato per la golosità sua". In realtà l'uso della parola Ciacco come sinonimo di porco non è documentata prima del testo dantesco.
Dalle parole di Dante sappiamo solo che egli era ancora in vita quando Dante era nato, per cui si può presumere che sia un personaggio della generazione precedente a quella del poeta. Generalmente non accettata, perché senza alcun riscontro plausibile, è l'identificazione con il poeta  Ciacco dell'Anguillara . Il suo personaggio ha dei tratti grotteschi, per la sua apparizione improvvisa, per i suoi bruschi silenzi (e più non fe' parola... "Più non ti dico e più non ti rispondo") e per quel suo modo di guardare Dante storcendo gli occhi alla fine dell'episodio: forse per lo sforzo di restare seduto mentre il suo destino lo rispinge in basso, forse perché riassalito dalla bestialità del suo girone dopo aver conosciuto quei pochi minuti di lucidità che gli erano stati concessi per parlare con Dante.
Dante nel IV canto citerà dei personaggi  si distinsero nell’ambito politico. Tegghiaio Aldobrandi Nato a  Lucca  nel  1262  è stato un  politico   italiano , figlio di Aldobrando  Adimari . F u podestà di  San Gimignano  su mandato imperiale e podestà di  Arezzo  ( 1256 ); combatté nella  battaglia di Montaperti  come guelfo. Egli aveva sconsigliato di attaccare  Siena , ma il suo consiglio non fu ascoltato e fu la sconfitta della sua fazione. Sebbene tacciato di  usura , i cronisti antichi ce lo indicano come "cavaliere di grande animo (…) e di grande sentimento in opera d’arme". Morì in esilio a Lucca nel 1262.La sua fama è dovuta soprattutto alla citazione che ne fa  Dante Alighieri  nell' Inferno  ( XVI , vv. 40-42) ponendolo fra i tre fiorentini che egli immagina di incontrare nel girone dei  sodomiti  (ovvero dei "violenti contro natura") nella schiera degli uomini d'arme e politici assieme a  Jacopo Rusticucci  e a  Guido Guerra . « L'altro, ch'appresso me la rena trita, è Tegghiaio Aldobrandi, la cui vocenel mondo sù dovria esser gradita.  » La sua figura era stata già preannunciata tra i "grandi" ch'a ben far puoser li 'ngegni citati da Dante nell'episodio di  Ciacco  ( Inf. VI , 77-81) e che cono costernazione il poeta troverà tra le anime "più nere" punite all' Inferno , a sottolineare come la fama in vita non sia sufficiente a guadagnarsi la salvezza. Mosca dei Lamberti  (nato a  Firenze  , fine del  XII secolo  –  Reggio Emilia ,  1243 ) è stato un  politico  e  condottiero   italiano .
Appartenente all'importante famiglia ghibellina dei  Lamberti , alleati degli  Uberti  di  Farinata , era nato verso la fine del XII secolo ed aveva ottenuto diversi incarichi nel Comune fiorentino.  Fu  podestà  di  Viterbo  nel  1220 , di  Todi  nel  1227 , condottiero durante la guerra contro  Siena  nel  1229 - 1235  e podestà di  Reggio Emilia  nel  1242 .  Dante Alighieri  lo citò nell' Inferno  nell'episodio di  Ciacco  tra gli spiriti degni e ch'a ben far puoser l'ingegni, anche se con una certa sopresa scoprirà di trovarli tutti all'Inferno nei gironi più bassi, quindi più gravi.  A Mosca è dedicato un episodio (non rilevante come quello di  Farinata degli Uberti  o dei tre fiorentini di  Tegghiaio Aldobrandi  e gli altri) nella bolgia dei seminatori di discordie ( Inf. XXVIII , vv. 103-111), dove il poeta lo trova orribilemnte mutilato delle mani, come punizione del suo consiglio "Cosa fatta capo ha" che convinse gli  Amidei  a uccidere  Buondelmonte de' Buondelmonti , accendendo, secondo  Giovanni Villani  al quale Dante da piena fiducia, le fazioni a Firenze che presto si divisero in  guelfi e ghibellini Jacopo Rusticucci. .  Jacopo Rusticucci, della consorteria dei Cavalcanti, citato da  Ciacco  fra i Fiorentini  "ch'a ben far puoser li 'ngegni"  (Inf. VI, 60) fu, con  Tegghiaio Aldobrandi , mediatore della pace fra Volterra e S.Gimignano e, nel 1254, procuratore del Comune fiorentino per trattare tregue ed alleanze con i comuni toscani.
Qui Dante prosegue la "tradizione" per cui il sesto canto di ogni cantica della Divina Commedia tratta l'argomento politico. Egli a questo punto conclude la sorta di climax ascendente a cui ha dato vita: nell'Inferno, il Poeta parla insieme a Ciacco della corruzione e della svergognatezza che dilagano a Firenze la quale, essendo una città, costituisce a livello spaziale un nucleo piuttosto ristretto; nel Purgatorio, poi, la prospettiva di Dante si amplia ed egli discute con Sordello di come l'Italia sia stata del tutto abbandonata sia dal potere spirituale che da quello temporale. Ora, infine, nel Paradiso, il Poeta allarga ancora di più la sua visione, la porta a quello che ai suoi tempi era da considerarsi un livello praticamente universale: egli parla con Giustiniano dell'Impero in generale e delle lotte che impediscono ad esso di realizzarsi. E di questo Dante soffriva certo non poco poiché egli riteneva che non ci fosse miglior forma governativa della monarchi
Mentre Dante e Virgilio attraversano la massa di ,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,, ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Il fatto che Ciacco non parli a Dante del suo esilio ha fatto pensare ad alcuni (in particolare al  Boccaccio ) che queste prime cantiche dell'Inferno fossero state scritte verso il  1301 , prima cioè che il poeta venisse a sapere della sua condanna. In realtà queste intuizioni si basano su indizi molto flebili (lo stesso Ciacco cita avvenimenti del  1302  e dice quanto l'egemonia dei Neri sarà lunga), e oggi si è propensi a pensare che il poeta volesse semplicemente sviluppare gradualmente il tema politico e quello delle profezie, lasciando per più tardi il vaticinio del suo esilio, pronunciato da  Farinata degli Uberti  nel X canto. Dopo queste parole Ciacco torna muto ed è Dante che deve sollecitare un'altra richiesta: "Qual è la sorte di un gruppo di fiorentini illustri della passata generazione, «ch'a ben far puose li 'ngegni?» (v. 81), li addolcisce il cielo o li avvelena ( attosca ) l'inferno? Essi sono  Farinata degli Uberti ,  Arrigo  (non più nominato nella  Commedia ),  Mosca dei Lamberti ,  Tegghiaio Aldobrandi ,  Jacopo Rusticucci .
Ciacco dice che essi sono tra le anime più nere e che si trovano nei cerchi inferiori dell'Inferno per  diverse colpe . Qui avviene un'altra tappa del processo di conversione del poeta: dopo aver visto che anche gli effetti della poesia amorosa, al quale aveva aderito in gioventù, possono portare alla dannazione, con l'episodio di  Paolo e Francesca , adesso il poeta scopre che anche il valore politico in vita non garantisce la salvezza divina. Infine Ciacco prega Dante di ricordarlo nel mondo dei vivi, poi si interrompe bruscamente: " più non ti dico e più non ti rispondo ". Allora storce grottescamente gli occhi, forse per lo sforzo di restare seduto mentre il suo destino lo spinge nuovamente in basso, forse perché riassalito dalla bestialità del suo girone dopo aver conosciuto quei pochi minuti di lucidità che gli erano stati concessi per parlare con Dante; china la testa e sprofonda di nuovo nella fanghiglia, mentre Virgilio assicura che non si alzerà mai più da lì fino al  Giudizio Universale , quando l'angelica tromba annuncerà  la nimica podestade , cioè Dio, nemico dei dannati Dante guelfo
chi g Una delle caratteristiche principali del VI canto è la presenza di un clima di tensione, collegato al tema affrontato: la politica. È la prima volta che Dante parla di questo tema.  La comunicazione di questa tensione avviene in modo implicito, attraverso ad esempio alcuni contrasti come l'immobilità dei dannati e il movimento di Cerbero, i dannati sdraiati e Ciacco che si mette seduto, Ciacco che si alza e Virgilio che alla fine dirà che egli rimarrà sdraiato fino al Giudizio Universale, gli occhi diritti di Ciacco e gli occhi biechi di quando egli si accascia a terra come se non riconoscesse tutt'a un tratto chi gli sta di fronte, Ciacco che lo riconosce e Dante che non riesce a fare altrimenti, il contrasto tra vita e morte che emerge dal verso quarantadue " tu fosti, prima ch'io disfatto, fatto ", ed infine il contrasto tra la speranza di Dante di venire a conoscenza di qualcosa di positivo e l'annuncio di Ciacco di continue lotte e prese di potere a Firenze, di personaggi illustri condannati nell'inferno, di una Firenze piena d'invidia.  Si nota quindi che prevalentemente la tensione si rileva nel dialogo tra Dante e Ciacco, e sono in gran parte i toni usati da quest'ultimo che denotano la presenza di nervosismo all'interno del canto.
 
Si nota quindi che del canto. la presenza di nervosismo all'interno del canto. a di nervosismo all'interno del canto. notano la presenza di nervosismo all'interno del canto. di nervosismo all'interno del canto.

Más contenido relacionado

Similar a Dante Nuovo

Similar a Dante Nuovo (20)

Peccatori e luoghi del peccato - Divina Commedia
Peccatori e luoghi del peccato - Divina CommediaPeccatori e luoghi del peccato - Divina Commedia
Peccatori e luoghi del peccato - Divina Commedia
 
Dante in 2as
Dante in 2asDante in 2as
Dante in 2as
 
"Il valore conoscitivo della poesia di Montale"
"Il valore conoscitivo della poesia di Montale" "Il valore conoscitivo della poesia di Montale"
"Il valore conoscitivo della poesia di Montale"
 
Dante Prof
Dante ProfDante Prof
Dante Prof
 
Dantedì - 1A Giovanni XXIII
Dantedì - 1A Giovanni XXIIIDantedì - 1A Giovanni XXIII
Dantedì - 1A Giovanni XXIII
 
Dante in 2as
Dante in 2asDante in 2as
Dante in 2as
 
Giuseppe Garibaldi - Scritti politici e militari
Giuseppe Garibaldi - Scritti politici e militariGiuseppe Garibaldi - Scritti politici e militari
Giuseppe Garibaldi - Scritti politici e militari
 
Dante
DanteDante
Dante
 
Mitologia Dantesca Nell'Inferno
Mitologia Dantesca Nell'InfernoMitologia Dantesca Nell'Inferno
Mitologia Dantesca Nell'Inferno
 
Città Vecchia
Città VecchiaCittà Vecchia
Città Vecchia
 
Purgatorio, Canto VI
Purgatorio, Canto VIPurgatorio, Canto VI
Purgatorio, Canto VI
 
Il rinnovamento della_poesia_nella_seconda_met_dell_800
Il rinnovamento della_poesia_nella_seconda_met_dell_800Il rinnovamento della_poesia_nella_seconda_met_dell_800
Il rinnovamento della_poesia_nella_seconda_met_dell_800
 
Alessandro Manzoni
Alessandro ManzoniAlessandro Manzoni
Alessandro Manzoni
 
Agostino Queirolo - Il leone di Dalmazia (1937)
Agostino Queirolo - Il leone di Dalmazia (1937)Agostino Queirolo - Il leone di Dalmazia (1937)
Agostino Queirolo - Il leone di Dalmazia (1937)
 
Orazio
OrazioOrazio
Orazio
 
Orazio
OrazioOrazio
Orazio
 
CAPITOLO 9 - EGLOGHE
CAPITOLO 9 - EGLOGHECAPITOLO 9 - EGLOGHE
CAPITOLO 9 - EGLOGHE
 
Inferno1
Inferno1Inferno1
Inferno1
 
1.1.quadro generale letteratura
1.1.quadro generale letteratura1.1.quadro generale letteratura
1.1.quadro generale letteratura
 
Virgilio
VirgilioVirgilio
Virgilio
 

Último

Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileNicola Rabbi
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxtecongo2007
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxlorenzodemidio01
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................giorgiadeascaniis59
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaSalvatore Cianciabella
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................giorgiadeascaniis59
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxtecongo2007
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxlorenzodemidio01
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxtecongo2007
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....giorgiadeascaniis59
 
Confronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.pptConfronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.pptcarlottagalassi
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxtecongo2007
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.camillaorlando17
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxlorenzodemidio01
 
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxlorenzodemidio01
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoyanmeng831
 
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxTosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxlorenzodemidio01
 

Último (19)

Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibile
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
 
Confronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.pptConfronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
 
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
 
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxTosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
 

Dante Nuovo

  • 1.  
  • 2.
  • 3. Il canto inizia con Dante che si riprende dallo svenimento dopo aver parlato con Paolo e Francesca e ancora vede nuovi dannati e nuove pene. Il terzo cerchio è quello de la piova / etterna, maladetta, fredda e greve, che cade sempre uguale con la stessa intensità; essa è composta da grossa grandine mischiata a acqua nera e neve, e si riversa nell'aria tenebrosa: la terra ricevendo questa pioggia puzza e diventa fanghiglia.
  • 4. Qui si trova Cerbero, una fiera crudele e diversa (strana), con tre teste. Dante lo descrive come una bestia mostruosa, per una identità tra l'umano e il bestiale e per il fatto che inghiottisce il fango gettato da Virgilio. Esso viene descritto con gli occhi rossi, la barba unta e nera, la pancia gonfia e le mani con unghie, con le quali graffia i dannati e li squarta; inoltre con le sue urla gli 'ntrona così che essi vorrebbero essere sordi.
  • 5. Nella mitologia Cerbero è un simbolo di ingordigia e anche di discordia, per le lotte tra le sue diverse teste: non a caso nel canto si parlerà proprio delle discordie fiorentine. Quando Cerbero vede Dante e Virgilio, apre le bocche e mostra loro le zanne, senza tenere fermo un singolo muscolo. Allora Virgilio distende le mani e getta nelle sue bramose canne (gole, secondo un linguaggio triviale) due pugni pieni di terra, che il cagnaccio si affretta a mangiare, come quei cani che desiderosi del pasto abbaiano e poi si interrompono subito appena lo ottengono.
  • 6. I due pellegrini iniziano ad attraversare il cerchio dei golosi; solo uno di essi riesce a sollevarsi, ma il suo viso è disfatto dalla sofferenza e sporco di fango cosicché Dante non è in grado di riconoscerlo: egli è Ciacco. Il dolore di Dante verso il concittadino è grande, ma più grande ancora il desiderio di conoscere il destino di Firenze. Le parole di Ciacco dipingono a scure tinte il futuro della città: le parti si succederanno al governo fino a quando i Neri riusciranno a prevalere e per i Bianchi e per Dante non resterà che l’esilio e la rovina. Le sane tradizioni antiche hanno ceduto il passo al dilagare del vizio e in particolare dell’avarizia, superbia e invidia. Ciacco interrompe il discorso, ma Dante vuole ancora conoscere il destino di alcuni noti personaggi che si distinsero nell’impegno a favore della città. La risposta aggrava la tristezza del poeta, poiché per molti i meriti politici non sono valsi a guadagnare loro la salvezza e anch’essi sono nell’Inferno.
  • 7. Ciacco chiede di essere ricordato nel dolce mondo e si immerge nel lurido fango con gli altri compagni di eterna sventura. Virgilio ricorda a Dante che Ciacco si ridesterà nuovamente il giorno del giudizio universale per sentire la definitiva condanna da Cristo. Risponde poi alla domanda sulla condizione ultima delle anime quando saranno riunite al corpo: per loro dopo il giudizio il supplizio sarà ancora maggiore. I due poeti giungono infine al luogo da cui si può discendere al girone successivo custodito da Pluto.
  • 8. Mitologia di Cerbero Cérbero nella mitologia greca , era uno dei mostri che erano a guardia dell'ingresso dell' Ade , il mondo degli inferi. È un cane a tre teste, le quali simboleggiano la distruzione del passato, del presente e del futuro. Tutto il suo corpo era ricoperto, anziché di peli, di velenosissimi serpenti, che ad ogni suo latrato si rizzavano, facendo sibilare le proprie orrende lingue. Il suo compito era impedire ai vivi di entrare ed ai morti di tornare indietro.
  • 9. Divina Commedia La figura mitologica di Cérbero è presente anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri , dove esso vigila l'accesso al terzo cerchio dell' Inferno (Divina Commedia) , quello di coloro che peccarono di incontinenza riguardo alla gola. Nella rappresentazione dantesca la figura di questo mostro mitologico si fonde con l'ideologia del fantastico di stampo medievale, in cui prevalgono significati simbolici; ne viene fuori una figura nuova, i cui particolari realistici danno una straordinaria vivacità. Viene presentato attraverso tre apposizioni "fiera", "vermo" e "demonio", secondo una lettura classica, fantastica e religiosa. Gli vengono anche attribuite caratteristiche umane, traslitterando parti del corpo bestiale tra cui la barba, le mani e le facce. Viene descritto con gli occhi vermigli per l'avidità, con il ventre largo per la voracità e con le zampe artigliate per afferrare il cibo. Le interpretazioni allegoriche di questo personaggio (delle sue teste) nella Commedia sono due: le tre teste indicherebbero i tre modi del vizio di gola: secondo qualità, secondo quantità, secondo continuo (cioè mangiare in continuazione senza preoccuparsi né della qualità né della quantità); le teste sarebbero il simbolo delle lotte intestine fra fazioni appartenenti a una stessa città.
  • 10. Mitologia di Ciacco Ciacco è un personaggio letterario, citato da Dante Alighieri nell' Inferno tra i golosi ( VI , vv. 34-75) La sua figura non è ancora stata individuata storicamente. Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: così questo personaggio si presenta ai due poeti nel VI canto. Ciacco è un sostantivo al quale si attribuiva normalmente il significato di "porco"; ma Ciacco era semplicemente da intendere come il diminutivo dei nomi Jacopo e Giacomo. Non sappiamo quale dei due significati abbia voluto intendere Dante, ma è probabile che intendesse entrambe le interpretazioni come valide. Ciacco nell'Inferno di Dante Si presenta in questo modo ai viandanti: « Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: per la dannosa colpa de la gola, come tu vedi, a la pioggia mi fiacco. » Lascia spazio a numerose interpretazioni, come ad esempio quella di Francesco da Buti , uno dei più antichi commentatori della Commedia, che suggerisce una natura dispregiativa di questo nome: "Ciacco dicono alquanti che è nome di porco, onde costui era così chiamato per la golosità sua". In realtà l'uso della parola Ciacco come sinonimo di porco non è documentata prima del testo dantesco.
  • 11. Dalle parole di Dante sappiamo solo che egli era ancora in vita quando Dante era nato, per cui si può presumere che sia un personaggio della generazione precedente a quella del poeta. Generalmente non accettata, perché senza alcun riscontro plausibile, è l'identificazione con il poeta Ciacco dell'Anguillara . Il suo personaggio ha dei tratti grotteschi, per la sua apparizione improvvisa, per i suoi bruschi silenzi (e più non fe' parola... "Più non ti dico e più non ti rispondo") e per quel suo modo di guardare Dante storcendo gli occhi alla fine dell'episodio: forse per lo sforzo di restare seduto mentre il suo destino lo rispinge in basso, forse perché riassalito dalla bestialità del suo girone dopo aver conosciuto quei pochi minuti di lucidità che gli erano stati concessi per parlare con Dante.
  • 12. Dante nel IV canto citerà dei personaggi si distinsero nell’ambito politico. Tegghiaio Aldobrandi Nato a Lucca nel  1262 è stato un politico italiano , figlio di Aldobrando Adimari . F u podestà di San Gimignano su mandato imperiale e podestà di Arezzo ( 1256 ); combatté nella battaglia di Montaperti come guelfo. Egli aveva sconsigliato di attaccare Siena , ma il suo consiglio non fu ascoltato e fu la sconfitta della sua fazione. Sebbene tacciato di usura , i cronisti antichi ce lo indicano come "cavaliere di grande animo (…) e di grande sentimento in opera d’arme". Morì in esilio a Lucca nel 1262.La sua fama è dovuta soprattutto alla citazione che ne fa Dante Alighieri nell' Inferno ( XVI , vv. 40-42) ponendolo fra i tre fiorentini che egli immagina di incontrare nel girone dei sodomiti (ovvero dei "violenti contro natura") nella schiera degli uomini d'arme e politici assieme a Jacopo Rusticucci e a Guido Guerra . « L'altro, ch'appresso me la rena trita, è Tegghiaio Aldobrandi, la cui vocenel mondo sù dovria esser gradita.  » La sua figura era stata già preannunciata tra i "grandi" ch'a ben far puoser li 'ngegni citati da Dante nell'episodio di Ciacco ( Inf. VI , 77-81) e che cono costernazione il poeta troverà tra le anime "più nere" punite all' Inferno , a sottolineare come la fama in vita non sia sufficiente a guadagnarsi la salvezza. Mosca dei Lamberti (nato a Firenze , fine del XII secolo –  Reggio Emilia ,  1243 ) è stato un politico e condottiero italiano .
  • 13. Appartenente all'importante famiglia ghibellina dei Lamberti , alleati degli Uberti di Farinata , era nato verso la fine del XII secolo ed aveva ottenuto diversi incarichi nel Comune fiorentino. Fu podestà di Viterbo nel 1220 , di Todi nel 1227 , condottiero durante la guerra contro Siena nel 1229 - 1235 e podestà di Reggio Emilia nel 1242 . Dante Alighieri lo citò nell' Inferno nell'episodio di Ciacco tra gli spiriti degni e ch'a ben far puoser l'ingegni, anche se con una certa sopresa scoprirà di trovarli tutti all'Inferno nei gironi più bassi, quindi più gravi. A Mosca è dedicato un episodio (non rilevante come quello di Farinata degli Uberti o dei tre fiorentini di Tegghiaio Aldobrandi e gli altri) nella bolgia dei seminatori di discordie ( Inf. XXVIII , vv. 103-111), dove il poeta lo trova orribilemnte mutilato delle mani, come punizione del suo consiglio "Cosa fatta capo ha" che convinse gli Amidei a uccidere Buondelmonte de' Buondelmonti , accendendo, secondo Giovanni Villani al quale Dante da piena fiducia, le fazioni a Firenze che presto si divisero in guelfi e ghibellini Jacopo Rusticucci. . Jacopo Rusticucci, della consorteria dei Cavalcanti, citato da Ciacco fra i Fiorentini "ch'a ben far puoser li 'ngegni" (Inf. VI, 60) fu, con Tegghiaio Aldobrandi , mediatore della pace fra Volterra e S.Gimignano e, nel 1254, procuratore del Comune fiorentino per trattare tregue ed alleanze con i comuni toscani.
  • 14. Qui Dante prosegue la "tradizione" per cui il sesto canto di ogni cantica della Divina Commedia tratta l'argomento politico. Egli a questo punto conclude la sorta di climax ascendente a cui ha dato vita: nell'Inferno, il Poeta parla insieme a Ciacco della corruzione e della svergognatezza che dilagano a Firenze la quale, essendo una città, costituisce a livello spaziale un nucleo piuttosto ristretto; nel Purgatorio, poi, la prospettiva di Dante si amplia ed egli discute con Sordello di come l'Italia sia stata del tutto abbandonata sia dal potere spirituale che da quello temporale. Ora, infine, nel Paradiso, il Poeta allarga ancora di più la sua visione, la porta a quello che ai suoi tempi era da considerarsi un livello praticamente universale: egli parla con Giustiniano dell'Impero in generale e delle lotte che impediscono ad esso di realizzarsi. E di questo Dante soffriva certo non poco poiché egli riteneva che non ci fosse miglior forma governativa della monarchi
  • 15.
  • 16.
  • 17. Il fatto che Ciacco non parli a Dante del suo esilio ha fatto pensare ad alcuni (in particolare al Boccaccio ) che queste prime cantiche dell'Inferno fossero state scritte verso il 1301 , prima cioè che il poeta venisse a sapere della sua condanna. In realtà queste intuizioni si basano su indizi molto flebili (lo stesso Ciacco cita avvenimenti del 1302 e dice quanto l'egemonia dei Neri sarà lunga), e oggi si è propensi a pensare che il poeta volesse semplicemente sviluppare gradualmente il tema politico e quello delle profezie, lasciando per più tardi il vaticinio del suo esilio, pronunciato da Farinata degli Uberti nel X canto. Dopo queste parole Ciacco torna muto ed è Dante che deve sollecitare un'altra richiesta: "Qual è la sorte di un gruppo di fiorentini illustri della passata generazione, «ch'a ben far puose li 'ngegni?» (v. 81), li addolcisce il cielo o li avvelena ( attosca ) l'inferno? Essi sono Farinata degli Uberti , Arrigo (non più nominato nella Commedia ), Mosca dei Lamberti , Tegghiaio Aldobrandi , Jacopo Rusticucci .
  • 18. Ciacco dice che essi sono tra le anime più nere e che si trovano nei cerchi inferiori dell'Inferno per diverse colpe . Qui avviene un'altra tappa del processo di conversione del poeta: dopo aver visto che anche gli effetti della poesia amorosa, al quale aveva aderito in gioventù, possono portare alla dannazione, con l'episodio di Paolo e Francesca , adesso il poeta scopre che anche il valore politico in vita non garantisce la salvezza divina. Infine Ciacco prega Dante di ricordarlo nel mondo dei vivi, poi si interrompe bruscamente: " più non ti dico e più non ti rispondo ". Allora storce grottescamente gli occhi, forse per lo sforzo di restare seduto mentre il suo destino lo spinge nuovamente in basso, forse perché riassalito dalla bestialità del suo girone dopo aver conosciuto quei pochi minuti di lucidità che gli erano stati concessi per parlare con Dante; china la testa e sprofonda di nuovo nella fanghiglia, mentre Virgilio assicura che non si alzerà mai più da lì fino al Giudizio Universale , quando l'angelica tromba annuncerà la nimica podestade , cioè Dio, nemico dei dannati Dante guelfo
  • 19. chi g Una delle caratteristiche principali del VI canto è la presenza di un clima di tensione, collegato al tema affrontato: la politica. È la prima volta che Dante parla di questo tema. La comunicazione di questa tensione avviene in modo implicito, attraverso ad esempio alcuni contrasti come l'immobilità dei dannati e il movimento di Cerbero, i dannati sdraiati e Ciacco che si mette seduto, Ciacco che si alza e Virgilio che alla fine dirà che egli rimarrà sdraiato fino al Giudizio Universale, gli occhi diritti di Ciacco e gli occhi biechi di quando egli si accascia a terra come se non riconoscesse tutt'a un tratto chi gli sta di fronte, Ciacco che lo riconosce e Dante che non riesce a fare altrimenti, il contrasto tra vita e morte che emerge dal verso quarantadue " tu fosti, prima ch'io disfatto, fatto ", ed infine il contrasto tra la speranza di Dante di venire a conoscenza di qualcosa di positivo e l'annuncio di Ciacco di continue lotte e prese di potere a Firenze, di personaggi illustri condannati nell'inferno, di una Firenze piena d'invidia. Si nota quindi che prevalentemente la tensione si rileva nel dialogo tra Dante e Ciacco, e sono in gran parte i toni usati da quest'ultimo che denotano la presenza di nervosismo all'interno del canto.
  • 20.  
  • 21. Si nota quindi che del canto. la presenza di nervosismo all'interno del canto. a di nervosismo all'interno del canto. notano la presenza di nervosismo all'interno del canto. di nervosismo all'interno del canto.