Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
*us13161 La memoria storica per riscoprire se stessi
1.
2. “La Repubblica promuove lo sviluppo
della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica. Tutela il paesaggio e il
patrimonio storico e artistico della
Nazione”
3. Questo articolo introduce i principi fondamentali dello sviluppo
della cultura e della tutela e della salvaguardia del patrimonio storico,
artistico e ambientale.
Il primo comma riguarda la promozione dello
sviluppo delle attività culturali.
Il secondo comma tutela il paesaggio e il
patrimonio artistico e culturale.
La tutela, la valorizzazione e la promozione
sono attribuite sia allo Stato che alle Regioni.
4. La cultura non è solo una prerogativa dello Stato, infatti
l’articolo 33 della Costituzione recita che l’arte e la scienza
sono libere e libero ne è l’insegnamento e che la Repubblica
detta le norme generali ed enti e privati hanno il diritto di
istituire scuole pubbliche e private.
5. Il patrimonio culturale è il prodotto delle attività culturali pregresse,
che rappresenta l’identità e l’unicità di una Nazione.
L’articolo 9 della Costituzione ci insegna che il
patrimonio storico
e artistico è della Nazione, cioè nostro.
Se non utilizzassimo e conoscessimo
il nostro patrimonio culturale
saremmo poco meno che degli sconosciuti
a noi stessi.
Il patrimonio storico e culturale
è una chiave per intendere la
nostra vita come una ricapitolazione
di valori e di esperienze di
tante generazioni che ci hanno
preceduto.
6. Il patrimonio artistico e storico quindi rappresenta l’identità e
l’unicità della Nazione.
La Nazione è una d’arme, e quindi d’esercito;
una di lingua, intesa come strumento identitario;
una d’altare, cioè un’ unità religiosa;
una di memoria,cioè il tramandarsi di opere, monumenti,
documenti;
una di sangue, cioè uguaglianza etnica e una di cor: l’affetto
verso i propri connazionali.
Questa è l’immagine complessiva del concetto di Nazione che
ci viene rappresentata da Alessandro Manzoni nell’ode
“Marzo 1821”
7. La cittadinanza è un vincolo di memoria con tutti i cittadini
e quindi nessuno sarà cittadino attivo senza memoria.
Essere cittadino attivo significa conoscere il patrimonio storico
e culturale che rappresenta la memoria storica della Nazione.
Noi generazioni presenti dobbiamo rispettare e tutelare
queste testimonianze che le generazioni passate ci hanno
lasciato, per farci rivivere la nostra storia e fare tesoro delle loro
sofferenze,
delle loro esperienze.
8. L’anno prossimo ricorrerà il centenario della Prima Guerra Mondiale.
La Grande Guerra può essere rivissuta come coinvolgimento
emotivo di un popolo intero attraverso testimonianze del periodo
storico della Prima Guerra Mondiale come le lapidi, i monumenti,
i musei, gli archivi e attraverso la canzone “il Piave”.
9. La legge 7 marzo 2001 regola e tutela la valorizzazione del patrimonio
storico della Grande Guerra, affidando allo Stato e alle Regioni il compito
di promuovere la ricognizione, la catalogazione, la manutenzione, il
restauro e la valorizzazione delle “testimonianze” della Prima Guerra
Mondiale.
Tali testimonianze sono:
forti, fortificazioni permanenti e altri edifici e manufatti militari;
fortificazioni campali, trincee, gallerie, camminamenti, strade e
sentieri militari;
cippi, monumenti, stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni e tabernacoli;
reperti mobili e cimeli;
archivi documentali e fotografici pubblici e privati;
ogni altro residuato avente diretta relazione con le operazioni
belliche.
musei;
collezioni;
10. In ogni città, in ogni piazza dei nostri paesi si trovano “i
monumenti dedicati ai caduti”.
Altri documenti sono le lettere che i
soldati scrivevano alle famiglie, le
fotografie scattate dai soldati e spedite
a casa, che hanno riempito gli album
fotografici, i giornali, i volantini,
una parte dell’uniforme, le medaglie
al valore.
Tutto questo è patrimonio della
prima Guerra Mondiale.
Molti documenti sono conservati
nei musei, molti in case private,
distribuiti sul tutto il territorio nazionale.
11. E’ nel nostro patrimonio artistico, nella nostra lingua, nella
capacità creativa degli italiani che risiede il cuore della nostra
identità, di quella Nazione che è nata ben prima dello Stato e
ne rappresenta la più alta legittimazione.
L’Italia che è dentro ciascuno di noi è espressa nella cultura
umanistica dell’arte figurativa, dalla musica all’architettura,
dalla poesia alla letteratura di un popolo.
L’identità nazionale degli italiani si basa sulla consapevolezza
di essere custodi di un patrimonio culturale unitario che non
ha eguali nel mondo.
12. Oltre alle opere materiali la Grande Guerra ha prodotto un gran
numero di testimonianze letterarie ed artistiche.
Costituiscono un diario di guerra le prime raccolte di liriche di
Giuseppe Ungaretti, divenuto poeta in trincea, dove combatté come
soldato semplice.
Tra le più belle ed emblematiche poesie di Ungaretti ricordiamo la
poesia “Soldati”:
si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.
13. La Grande Guerra diede al poeta D’Annunzio
un ruolo da protagonista: il poeta soldato,
con il suo estetismo e il suo superomismo,
esaltando il coraggio e la lotta, condusse
un’intensa propaganda interventista.
Si arruolò volontario partecipando
ad azioni dimostrative navali ed aeree.
Il 9 agosto del 1918 il poeta compì
il volo su Vienna, impresa volta a
creare sorpresa ed effetti di propaganda.
14. Durante la prima Guerra Mondiale numerosi artisti si
arruolarono e andarono sul fronte per documentare luoghi e
fasi del conflitto.
Le loro opere diventarono una sorta di reportage sul fronte,
come le opere di Anselmo Bucci, Aldo Carpi, Tommaso
Cascella, “I pittori soldato”.
15. Una delle principali correnti artistiche della Grande Guerra è il
futurismo.
I futuristi (Dotto, Boccioni, Balla, Depero) inneggiarono alla
guerra come “unica igiene del mondo”, e molti di loro
morirono al fronte.
Un quadro realizzato da
Giacomo Balla - aeropittura
16. In Europa la guerra incise anche sulla produzione artistica
figurativa.
Il tema della guerra ebbe un gran rilievo nelle opere di pittori
come Otto Dix e George Grosz, entrambi appartenenti alla
corrente “nuova oggettività” , corrente tedesca figlia
dell’espressionismo.
Dix dedicò una notevole parte della sua produzione pittorica
alla rappresentazione della Grande Guerra, di cui fu testimone,
denunciandone la miseria e le infamie.
Questo è un quadro in cui Otto Dix denuncia
spietatamente le conseguenze della Prima
Guerra Mondiale.
17. E’ anche molto ricca la produzione cinematografica.
Tra i tanti film ancora oggi in circolazione ricordiamo: la
grande Guerra di M. Monicelli, Orizzonti di gloria di
S.Kubrick.
L’istituto Luce ha raccolto documentari e filmati relativi alla
prima e alla seconda guerra mondiale.
18. Lo scenario della Grande Guerra sono state le trincee, dove i
soldati convivevano ogni giorno a contatto con la morte.
Le trincee erano degli stretti fossati scavati che si estendevano
per diversi chilometri di territorio e servivano per dare riparo
ai soldati da fuoco nemico; spesso erano coperte da filo spinato
e avevano delle fenditure nel terreno dove si appoggiavano le
armi dell’epoca.
19. I militari furono costretti a vivere per quattro lunghissimi anni
in queste trincee, in pessime condizioni:
la sporcizia, infatti la mancanza di igiene trasformò ben presto
le trincee in un rifugio per topi che rosicchiavano i vestiti e
trasportavano malattie.
le intemperie climatiche, in quanto d’estate il caldo, d’inverno
la neve, il gelo, la pioggia erano insopportabili.
ma soprattutto per lo stato di tensione continua che logorava i
nervi.
Ciò che rendeva le sofferenze inaccettabili era la onnipresente
presenza della morte incombente. Inoltre i soldati avevano
davanti a loro uno spettacolo agghiacciante: i cadaveri
rimanevano nelle trincee per giorni, talvolta per sempre.
http://www.istitutocalvino.gov.it/blog/2012/10/la-condizione-di-vita-dei-so
20. Questa situazione accomunava gli eserciti di entrambi gli
schieramenti.
Prima di un attacco le trincee nemiche venivano martellate da
bombardamenti lunghi ed incessanti e l’obiettivo era quello di
stordire e spaventare il nemico, così che non potesse reagire
all’imminente assalto, assalto che era per i soldati il peggiore
momento della guerra. Il preannuncio dell’attacco era di pochi
minuti o al massimo di un paio d’ore, e proprio l’attesa era il
momento più angosciante. Molti soldati rimanevano impigliati
nel filo spinato e divenivano obiettivi ideali per i tiratori
nemici.
Una forza che permetteva ai soldati di continuare a combattere
nonostante tutto fu la solidarietà. Lo spirito di corpo e il
cameratismo davano un senso di unione e di coesione ai
soldati, che diventarono un’unica grande famiglia.
Questo concetto è espresso bene della poesia Fratelli di
Ungaretti del 1916.
21. Per noi, l’articolo 9 della Costituzione ha un grande valore,
perché esorta noi generazioni presenti a preservare e a
tutelare queste testimonianze che le generazioni passate ci
hanno lasciato, per farci vivere a pieno la nostra storia.
Crediamo che sia giusto che anche noi abbiamo la stessa cura
per questo patrimonio, per lasciarlo intatto alle generazioni
che verranno, affinché possano, attraverso la memoria,
allontanare il pensiero della guerra e comprendere il
valore fondamentale della pace tra i popoli.
22. Il patrimonio storico ci trasmette l’importanza delle azioni dei
nostri antenati, per permetterci di migliorare nel nostro
presente e nel nostro futuro, avendo sempre un vincolo di
memoria con il nostro passato, perché è grazie a esso che noi
oggi abbiamo la possibilità di conoscere a pieno la nostra
storia.
Il passato è un elemento importante in una popolazione,
poiché la aiuta a crescere e a capire; inoltre avere una
memoria storica rende la popolazione migliore nelle sue
azioni future ed evita che si possa ricadere negli errori
commessi dai nostri avi.
Classe III A TURISMO
I.I.S.GROTTAMINARDA-AV-