2. RUMORE
La corretta definizione: il rumore èLa corretta definizione: il rumore è
un’immissione sonora sgradevole e molestaun’immissione sonora sgradevole e molesta
che può determinare danni irreversibili alche può determinare danni irreversibili al
sistema uditivo.sistema uditivo.
RUMORERUMORE
Suoni e rumori, sono onde meccaniche cheSuoni e rumori, sono onde meccaniche che
si propagano nei mezzi fluidi e solidi consi propagano nei mezzi fluidi e solidi con
velocità variabile. Nell’aria, ad esempio,velocità variabile. Nell’aria, ad esempio,
l’onda meccanica si propaga alla velocità dil’onda meccanica si propaga alla velocità di
circa 340 m/sec.circa 340 m/sec.
3. L’onda sonora è caratterizzataL’onda sonora è caratterizzata
da tre elementi fondamentali:da tre elementi fondamentali:
frequenzafrequenza
intensitàintensità
timbrotimbro
4. FREQUENZAFREQUENZA
misurata in Hertz, indica il numero dimisurata in Hertz, indica il numero di
oscillazioni complete al secondo dell’ondaoscillazioni complete al secondo dell’onda
sonora. La percezione dell’orecchio umanosonora. La percezione dell’orecchio umano
è compresa tra 16 e 20.000 Hz; suoni diè compresa tra 16 e 20.000 Hz; suoni di
frequenza inferiore, definiti infrasuoni ofrequenza inferiore, definiti infrasuoni o
superiore, ultrasuoni, non vengonosuperiore, ultrasuoni, non vengono
percepiti.percepiti.
5. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL’ONDA SONORARAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL’ONDA SONORA
λ
A
A = ampiezza
λ= lunghezza d’onda
F = frequenza
V = velocità
F = V/ λ
6. L’INTENSITÀL’INTENSITÀ
L’intensità o livello di pressione sonora esprime laL’intensità o livello di pressione sonora esprime la
quantità di energia posseduta dall’onda sonora. Vienequantità di energia posseduta dall’onda sonora. Viene
misurata in decibel.misurata in decibel.
dB = 20 log Po/PdB = 20 log Po/P
Dove:Dove:
Po = pressione sonora della soglia di udibilitàPo = pressione sonora della soglia di udibilità
P = pressione sonoraP = pressione sonora
7. TIMBRO
Il timbro, determinato dalla forma dell’onda sonora,
definisce la proprietà in base alla quale suoni di pari
altezza emessi da due strumenti diversi vengono
percepiti come differenti.
8. DANNI DA RUMOREDANNI DA RUMORE
Gli effetti nocivi da rumore non si ripercuotono soltantoGli effetti nocivi da rumore non si ripercuotono soltanto
sull'organo uditivo, ma interessano anche gli altrisull'organo uditivo, ma interessano anche gli altri
apparati ed organi con la sola eccezione dell'apparatoapparati ed organi con la sola eccezione dell'apparato
scheletrico e muscolare.scheletrico e muscolare.
9. DANNI DA RUMOREDANNI DA RUMORE
Gli effetti del rumore sulla salute umanaGli effetti del rumore sulla salute umana
possono riassumersi in:possono riassumersi in:
UditiviUditivi
Extra uditiviExtra uditivi
influenti sull’attività lavorativa e la vitainfluenti sull’attività lavorativa e la vita
relazionalerelazionale
10. DANNI ALL’UDITODANNI ALL’UDITO
A carico dell'apparato uditivo, una pressione acusticaA carico dell'apparato uditivo, una pressione acustica
eccessiva può indurre modificazioni patologicheeccessiva può indurre modificazioni patologiche
irreversibili (sordità da rumore), per esposizioneirreversibili (sordità da rumore), per esposizione
protratta, o reversibili da trauma acustico acuto.protratta, o reversibili da trauma acustico acuto.
11. TRAUMA ACUSTICO
Rumori di intensità superiore a 160 dB
possono causare la rottura del timpano
con sordità completa, ma reversibile con
la riparazione della membrana
timpanica. Oltre i 120 dB inizia la soglia
del dolore uditivo che si manifesta
costantemente in tutti gli individui tra i
130 e 140 dB.
13. CONDUZIONE DEL SUONO
La percezione normale dei suoni si realizza attraverso
tre fasi così distinte:
FASE CONDUTTIVA in condizioni normali il suono viene
convogliato dall’orecchio esterno (padiglione auricolare e
condotto uditivo esterno) verso l’orecchio medio.
FASE TRASMISSIVA inizia quando l’onda sonora stimola la
membrana timpanica e attraverso la catena degli ossicini
dell’orecchio medio fa vibrare la membrana del foro ovale.
FASE PERCETTIVA avviene attraverso le stimolazione delle
cellule sensoriali dell’organo del Corti (orecchio interno) che
attraverso le loro terminazioni nervose inviano lo stimolo al
cervello.
SUONO
ORECCHIO
MEDIO
ORECCHIO
INTERNO
14. IPOACUSIA DI TIPO CONDUTTIVO
Nell’ipoacusia di tipo conduttivo lo
stimolo sonoro viene interrotto a
livello dell’orecchio esterno.
SUONO
ORECCHIO
MEDIO
ORECCHIO
INTERNO
15. IPOACUSIA DI TIPO CONDUTTIVOIPOACUSIA DI TIPO CONDUTTIVO
Tra le cause di ipoacusia di tipo conduttivoTra le cause di ipoacusia di tipo conduttivo
ricordiamo:ricordiamo:
tappi di cerumetappi di cerume
corpi estranei nel condotto uditivo esternocorpi estranei nel condotto uditivo esterno
16. IPOACUSIA DI TIPO TRASMISSIVO
Nell’ipoacusia di tipo trasmissivo lo
stimolo sonoro viene interrotto a
livello dell’orecchio medio.
SUONO
ORECCHIO
MEDIO
ORECCHIO
INTERNO
17. IPOACUSIA DI TIPO TRASMISSIVO
TRA LE CAUSE DI IPOACUSIA DI TIPOTRA LE CAUSE DI IPOACUSIA DI TIPO
TRASMISSIVO RICORDIAMO:TRASMISSIVO RICORDIAMO:
otosclerosiotosclerosi
otiti medieotiti medie
rottura della membrana timpanica (sorditàrottura della membrana timpanica (sordità
da trauma acustico)da trauma acustico)
18. IPOACUSIA DI TIPO PERCETTIVO
Nell’ipoacusia di tipo percettivo lo
stimolo sonoro viene interrotto a
livello dell’orecchio interno.
SUONO
ORECCHIO
MEDIO
ORECCHIO
INTERNO
19. IPOACUSIA DI TIPO PERCETTIVO
TRA LE CAUSE DI Ipoacusia di tipoTRA LE CAUSE DI Ipoacusia di tipo
PERCETTIVO RICORDIAMO:PERCETTIVO RICORDIAMO:
l’ipoacusia professionalel’ipoacusia professionale
lesioni al nervo acusticolesioni al nervo acustico
20. IPOACUSIA PROFESSIONALEIPOACUSIA PROFESSIONALE
L’ipoacusia professionale, determinata dalla distruzioneL’ipoacusia professionale, determinata dalla distruzione
delle cellule dell’organo del Corti, e di tipo percettivodelle cellule dell’organo del Corti, e di tipo percettivo
bilaterale.bilaterale.
Inizialmente sono interessate le frequenze intorno aInizialmente sono interessate le frequenze intorno a
4000 Hz con successivo deficit sulle alte, medie e basse4000 Hz con successivo deficit sulle alte, medie e basse
frequenze.frequenze.
L'andamento dell'ipoacusia professionale è lento eL'andamento dell'ipoacusia professionale è lento e
progressivo con stabilizzazione del danno se cessaprogressivo con stabilizzazione del danno se cessa
l'esposizione.l'esposizione.
La menomazione della vita di relazione inizia quando laLa menomazione della vita di relazione inizia quando la
perdita uditiva supera i 25 dB ed interessa le frequenzeperdita uditiva supera i 25 dB ed interessa le frequenze
di 1000-2000 Hz.di 1000-2000 Hz.
21. IPOACUSIA DI TIPO PERCETTIVO
TRA LE CAUSE DI Ipoacusia di tipoTRA LE CAUSE DI Ipoacusia di tipo
PERCETTIVO RICORDIAMO:PERCETTIVO RICORDIAMO:
l’ipoacusia professionalel’ipoacusia professionale
lesioni al nervo acusticolesioni al nervo acustico
22. MISURA DEL DEFICIT UDITIVOMISURA DEL DEFICIT UDITIVO
Particolari apparecchiature dette audiometri, muniti diParticolari apparecchiature dette audiometri, muniti di
camera silente, permettono di studiare e misurare ilcamera silente, permettono di studiare e misurare il
grado di deficit uditivo.grado di deficit uditivo.
23. EFFETTI EXTRAUDITIVIEFFETTI EXTRAUDITIVI
Gli effetti extra uditivi interessano quasi tutti gli organiGli effetti extra uditivi interessano quasi tutti gli organi
ed apparati con disturbi funzionali ed organicied apparati con disturbi funzionali ed organici
estremamente variabili come entità ed estensione cheestremamente variabili come entità ed estensione che
possono in gran parte ricondursi ad una labilitàpossono in gran parte ricondursi ad una labilità
neurovegetativa generalizzata.neurovegetativa generalizzata.
24. EFFETTI EXTRAUDITIVIEFFETTI EXTRAUDITIVI
Il quadro è dominato da una progressivaIl quadro è dominato da una progressiva
ipersimpaticotonia con vasocostrizione precapillare edipersimpaticotonia con vasocostrizione precapillare ed
aumento delle resistenze periferiche.aumento delle resistenze periferiche.
25. EFFETTI EXTRAUDITIVIEFFETTI EXTRAUDITIVI
PRINCIPALI ORGANI INTERESSATI:PRINCIPALI ORGANI INTERESSATI:
cuore (diminuzione del volume della gittata)cuore (diminuzione del volume della gittata)
l'apparato respiratorio (aumento dellal'apparato respiratorio (aumento della
frequenza respiratoria)frequenza respiratoria)
l'apparato gastro-intestinale (spasmi edl'apparato gastro-intestinale (spasmi ed
aumento di incidenza di ulcere piloriche eaumento di incidenza di ulcere piloriche e
duodenali)duodenali)
26. EFFETTI EXTRAUDITIVIEFFETTI EXTRAUDITIVI
PRINCIPALI ORGANI INTERESSATI:PRINCIPALI ORGANI INTERESSATI:
il sistema endocrino (con particolareil sistema endocrino (con particolare
interessamento dell'asse ipofisi-surrene)interessamento dell'asse ipofisi-surrene)
il sistema nervoso (modificazioniil sistema nervoso (modificazioni
elettroencefalografiche della sfera psichica).elettroencefalografiche della sfera psichica).
27. EFFETTI SULL’ATTIVITA’ LAVORATIVA E LA VITAEFFETTI SULL’ATTIVITA’ LAVORATIVA E LA VITA
SOCIALEEXTRAUDITIVISOCIALEEXTRAUDITIVI
Gli effetti del rumore sull'attività lavorativa e la vitaGli effetti del rumore sull'attività lavorativa e la vita
sociale, rappresentano l’ultimo importante aspetto dellasociale, rappresentano l’ultimo importante aspetto della
patologia da rumore.patologia da rumore.
28. EFFETTI SULL’ATTIVITA’ LAVORATIVA E LA VITAEFFETTI SULL’ATTIVITA’ LAVORATIVA E LA VITA
SOCIALE EXTRAUDITIVISOCIALE EXTRAUDITIVI
In particolare, il rumore:In particolare, il rumore:
interferisce con la comunicazione verbaleinterferisce con la comunicazione verbale
determina diminuzione della vigilanza edetermina diminuzione della vigilanza e
dell'attenzionedell'attenzione
esercita un’azione stressante sulle funzioniesercita un’azione stressante sulle funzioni
psicomotorie con conseguente calo dipsicomotorie con conseguente calo di
efficienzaefficienza
29. EFFETTI SULL’ATTIVITA’ LAVORATIVA E LAEFFETTI SULL’ATTIVITA’ LAVORATIVA E LA
VITA SOCIALEEXTRAUDITIVIVITA SOCIALEEXTRAUDITIVI
il progressivo isolamento degli individui con ipoacusia,il progressivo isolamento degli individui con ipoacusia,
anche iniziale, porta a modificazioni della strutturaanche iniziale, porta a modificazioni della struttura
psichica che non rimangono prive di influenza sulpsichica che non rimangono prive di influenza sul
rendimento dell’attività lavorativa ed intellettuale.rendimento dell’attività lavorativa ed intellettuale.
30. PREVENZIONEPREVENZIONE
L’ipoacusia da rumore, è una patologia che interessaL’ipoacusia da rumore, è una patologia che interessa
quasi esclusivamente il lavoratore esposto, si tratta diquasi esclusivamente il lavoratore esposto, si tratta di
una malattia irreversibile ed incurabile, l’unicauna malattia irreversibile ed incurabile, l’unica
possibilità d'intervento è quella di prevenirnepossibilità d'intervento è quella di prevenirne
l’insorgenzal’insorgenza
31. PREVENZIONEPREVENZIONE
uso di mezzi di protezione individuali (cuffie e tappiuso di mezzi di protezione individuali (cuffie e tappi
auricolari)auricolari)
interventi sull’ambiente, indirizzati a ridurre lainterventi sull’ambiente, indirizzati a ridurre la
rumorosità delle macchine e a circoscrivere le aree arumorosità delle macchine e a circoscrivere le aree a
rischiorischio
interventi organizzativi, attraverso una miglioreinterventi organizzativi, attraverso una migliore
ripartizione dei lavori che espongono al rischio.ripartizione dei lavori che espongono al rischio.
32. MISURA DEL RUMOREMISURA DEL RUMORE
Lo strumento idoneo per la misura del rumore è ilLo strumento idoneo per la misura del rumore è il
fonometro integratore in classe I corredato di:fonometro integratore in classe I corredato di:
filtri per l’analisi di frequenza in 1/3 di ottave.filtri per l’analisi di frequenza in 1/3 di ottave.
filtri di ponderazione A, B, C e D.filtri di ponderazione A, B, C e D.
misura del rumore utilizzando le costanti SLOW – FASTmisura del rumore utilizzando le costanti SLOW – FAST
– IMPULSE.– IMPULSE.
33. MISURA DEL RUMOREMISURA DEL RUMORE
TARATURA E CALIBRAZIONETARATURA E CALIBRAZIONE
Prima di eseguire le misure è necessario verificare laPrima di eseguire le misure è necessario verificare la
taratura e la calibratura del fonometro utilizzato.taratura e la calibratura del fonometro utilizzato.
LA TARATURALA TARATURA va effettuata, per legge, ogni due anniva effettuata, per legge, ogni due anni
inviando l’apparecchio alla casa costruttrice.inviando l’apparecchio alla casa costruttrice.
LA CALIBRAZIONELA CALIBRAZIONE va controllata prima e dopova controllata prima e dopo
l'esecuzione delle misure.l'esecuzione delle misure.
34. MISURA DEL RUMOREMISURA DEL RUMORE
CALIBRAZIONECALIBRAZIONE
Si effettua mediante un calibratore (in classe 1),Si effettua mediante un calibratore (in classe 1),
applicando una pressione sonora di 110 dB ad unaapplicando una pressione sonora di 110 dB ad una
frequenza di 1000 Hz.frequenza di 1000 Hz.
La verifica della calibratura prima e dopo le misure deveLa verifica della calibratura prima e dopo le misure deve
dare una variazione inferiore a 0,5 dB.dare una variazione inferiore a 0,5 dB.
35. MISURA DEL RUMORE NEGLI AMBIENTI DI LAVOROMISURA DEL RUMORE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Livello equivalente Leq (A)Livello equivalente Leq (A)
Livello di pressione acustica istantanea non ponderataLivello di pressione acustica istantanea non ponderata
(PEAK)(PEAK)
Livelli minimo e massimo di pressione sonoraLivelli minimo e massimo di pressione sonora
Lep d (Livello di esposizione personale giornaliero)Lep d (Livello di esposizione personale giornaliero)
Lep w (livello di esposizione personale settimanale)Lep w (livello di esposizione personale settimanale)
36. LIVELLO EQUIVALENTE LEQ (A)LIVELLO EQUIVALENTE LEQ (A)
Attualmente il parametro utilizzato per la misura delAttualmente il parametro utilizzato per la misura del
rumore è il Livello equivalente di pressione sonorarumore è il Livello equivalente di pressione sonora
espresso in dB (A) che corrisponde al livello di rumoreespresso in dB (A) che corrisponde al livello di rumore
costante avente lo stesso effetto di quello variabilecostante avente lo stesso effetto di quello variabile
assorbito dall’uomo nell’intervallo di tempoassorbito dall’uomo nell’intervallo di tempo
considerato.considerato.
38. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL LeqRAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL Leq
95
85
75
65
55
45
35
25
dB
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 minuti
Leq
39. LEP DLEP D
(LIVELLO ESPOSIZIONE PERSONALE GIORNALIERO)(LIVELLO ESPOSIZIONE PERSONALE GIORNALIERO)
Esprime il livello di esposizione personale per una giornataEsprime il livello di esposizione personale per una giornata
lavorativa di 8 ore.lavorativa di 8 ore.
Si calcola con la seguente equazione:Si calcola con la seguente equazione:
Lep d = LAeq X Tc + 10 Log Tc/ToLep d = LAeq X Tc + 10 Log Tc/To
Dove:Dove:
Tc = durata quotidiana dell’espoizioneTc = durata quotidiana dell’espoizione
To = 8 oreTo = 8 ore
40. LEP DLEP D
(LIVELLO ESPOSIZIONE PERSONALE GIORNALIERO)(LIVELLO ESPOSIZIONE PERSONALE GIORNALIERO)
ESEMPIO DI CALCOLO DEL Lep dESEMPIO DI CALCOLO DEL Lep d
Lavoratore: G. Rossi; Mansione: OperaioLavoratore: G. Rossi; Mansione: Operaio
ESPOSIZIONE LLaeq dBaeq dB TEMPO min.
Flex 95,4 20
Trapano 84,5 100
Rumore fondo 74,9 330
Pausa fisiologica 63 30
Lep d = 83,5Lep d = 83,5
41. LEP WLEP W
(LIVELLO ESPOSIZIONE PERSONALE SETTIMANALE)(LIVELLO ESPOSIZIONE PERSONALE SETTIMANALE)
Esprime il livello di esposizione personale per una settimanaEsprime il livello di esposizione personale per una settimana
lavorativa.lavorativa.
Si calcola con la seguente equazione:Si calcola con la seguente equazione:
Lep w = 10 Log [1/5Lep w = 10 Log [1/5 ∑∑ 10100,10,1
(Lep d)(Lep d)kk ]]
Dove: (Lep d)Dove: (Lep d)kk sono i valori di Lep d per ogni giornosono i valori di Lep d per ogni giorno
5
K = 1
42. LEP WLEP W
(LIVELLO ESPOSIZIONE PERSONALE SETTIMANALE)(LIVELLO ESPOSIZIONE PERSONALE SETTIMANALE)
ESEMPIO DI CALCOLO DEL Lep dESEMPIO DI CALCOLO DEL Lep d
Lavoratore: G. Rossi; Mansione: OperaioLavoratore: G. Rossi; Mansione: Operaio
GIORNOGIORNO Lep d dB
Lunedi 87,3
Martedi 77,1
Mercoledi 85,0
Giovedi 72,1
Venerdi 88,9
Lep w = 85,3 dB (A)Lep w = 85,3 dB (A)
43. Classe di
Rischio
Lep d
dB (A) Tipo di Intervento
0 <80 Nessuno
1 80> <85
Informare il lavoratore su:
rischi derivanti all'udito dall'esposizione al rumore;
misure adottate in applicazione della legge;
misure di protezione cui i lavoratori debbono attenersi;
funzione dei DIP (dispositivi individuali di protezione);
significato ed il ruolo del controllo sanitario;
risultati e significato della valutazione del rischio;
il lavoratore può richiedere di essere sottoposto ad
accertamenti audiometrici e la loro esecuzione sarà effettuata
solo se Ì ritenuta motivata dal Medico Competente.
2 85> <90
Oltre a quanto previsto per la classe 1 occorre:
distribuire i mezzi di protezione individuali;
attuare gli interventi atti a ridurre l'esposizione al rischio;
effettuare il controllo sanitario almeno ogni due anni;
tenuta della cartella di rischio;
tenuta della cartella sanitaria.
3
> 90 –
PEAKPEAK
>140>140
Oltre a quanto previsto per la classe 1 occorre:
tenere un registro esposti;
consegnare all'ASL ed all'ISPESL copia del registro esposti;
segnalare e circoscrivere in maniera appropriate le aree che
comportano per il lavoratore una esposizione superiore a 90 dB
oppure un livello di pressione acustica non ponderata >140 dB.
Classi di rischio e tipo di interventi preventivi D.Lgs. 277/91
44. INQUINAMENTO ACUSTICOINQUINAMENTO ACUSTICO
(Legge 447/95)(Legge 447/95)
La presente legge stabilisce i principi fondamentali inLa presente legge stabilisce i principi fondamentali in
materia di tutela dell'ambiente esterno e dell'ambientemateria di tutela dell'ambiente esterno e dell'ambiente
abitativo dall'inquinamento acustico.abitativo dall'inquinamento acustico.
45. AI FINI DELLA LEGGE 447/95 SI INTENDEAI FINI DELLA LEGGE 447/95 SI INTENDE
PER:PER:
aa) inquinamento acustico: l'introduzione di rumore) inquinamento acustico: l'introduzione di rumore
nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale danell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da
provocare disturbo;provocare disturbo;
b) ambiente abitativo: ogni ambiente interno ad un edificiob) ambiente abitativo: ogni ambiente interno ad un edificio
destinato alla permanenza di persone ed utilizzato per ledestinato alla permanenza di persone ed utilizzato per le
diverse attività umane;diverse attività umane;
c) sorgenti sonore fisse;c) sorgenti sonore fisse;
d) sorgenti sonore mobili;d) sorgenti sonore mobili;
46. AI FINI DELLA LEGGE 447/95AI FINI DELLA LEGGE 447/95
SI INTENDE PER:SI INTENDE PER:
e) valori limite di emissione: il valore massimo di rumoree) valori limite di emissione: il valore massimo di rumore
che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato inche può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in
prossimità della sorgente stessa;prossimità della sorgente stessa;
f) valori limite di immissione: il valore massimo di rumoref) valori limite di immissione: il valore massimo di rumore
che può essere immesso da una o più sorgenti sonoreche può essere immesso da una o più sorgenti sonore
nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno, misurato innell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno, misurato in
prossimità dei ricettori;prossimità dei ricettori;
g) valori di attenzione: il valore di rumore che segnala lag) valori di attenzione: il valore di rumore che segnala la
presenza di un potenziale rischio per la salute umana o perpresenza di un potenziale rischio per la salute umana o per
l'ambiente;l'ambiente;
h) valori di qualità: i valori di rumore da conseguire nelh) valori di qualità: i valori di rumore da conseguire nel
breve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie e lebreve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie e le
metodiche di risanamento disponibili, per realizzare glimetodiche di risanamento disponibili, per realizzare gli
obiettivi di tutela previsti dalla presente legge.obiettivi di tutela previsti dalla presente legge.
47. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14.11.1997Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14.11.1997
classificazione del territorio comunale (art. 1)classificazione del territorio comunale (art. 1)
CLASSE I - aree particolarmente protetteCLASSE I - aree particolarmente protette
CLASSE II - aree destinate ad uso prevalentementeCLASSE II - aree destinate ad uso prevalentemente
residenzialeresidenziale
CLASSE III - aree di tipo mistoCLASSE III - aree di tipo misto
CLASSE IV - aree di intensa attività umanaCLASSE IV - aree di intensa attività umana
CLASSE V - aree prevalentemente industriali.CLASSE V - aree prevalentemente industriali.
CLASSE VI - aree esclusivamente industriali.CLASSE VI - aree esclusivamente industriali.
48. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
14.11.1997
Tabella B: valori limite di emissione - Leq in dB(A) (art. 2)
classi di destinazione d'uso tempi di riferimento del territorio
Diurno
(06.00-22.00)
Notturno
(22.00-06.00)
I aree particolarmente protette 45 35
II aree prevalentemente
residenziali
50 40
III aree di tipo misto 55 45
IV aree di intensa attivita'
umana
60 50
V aree prevalentemente
industriali
65 55
VI aree esclusivamente
industriali
65 65
49. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
14.11.1997
Tabella C: valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A) (art. 3)
classi di destinazione d'uso tempi di riferimento del
territorio
Diurno
(06.00-22.00)
Notturno
(22.00-06.00)
I aree particolarmente protette 50 40
II aree prevalentemente residenziali 55 45
III aree di tipo misto 60 50
IV aree di intensa attivita' umana 65 55
V aree prevalentemente industriali 70 70
VI aree esclusivamente industriali 70 70
50. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
14.11.1997
Tabella D: valori di qualita' - Leq in dB(A) (art. 7)
classi di destinazione d'uso tempi di riferimento del territorio
diurno
(06.00-22.00)
Notturno
(22.00-06.00)
I aree particolarmente protette 47 37
II aree prevalentemente residenziali 52 42
III aree di tipo misto 57 47
IV aree di intensa attivita' umana 62 52
V aree prevalentemente industriali 67 57
VI aree esclusivamente industriali 70 70
51. D.P.C.M. 14.11.1997D.P.C.M. 14.11.1997
Art. 4 - Valori limite differenziali di immissioneArt. 4 - Valori limite differenziali di immissione
1. I valori limite differenziali di immissione sono: 5 dB per il1. I valori limite differenziali di immissione sono: 5 dB per il
periodo diurno e 3 dB per il periodo notturno, all'internoperiodo diurno e 3 dB per il periodo notturno, all'interno
degli ambienti abitativi. Tali valori non si applicano nelledegli ambienti abitativi. Tali valori non si applicano nelle
aree classificate nella classe VI.aree classificate nella classe VI.
2.2. Il criterio differenziale non si applica quando:Il criterio differenziale non si applica quando:
a)a) Se il rumore ambientale misurato a finestre aperte <50Se il rumore ambientale misurato a finestre aperte <50
dB(A) durante il periodo diurno e <40 dB(A) durante ildB(A) durante il periodo diurno e <40 dB(A) durante il
periodo notturno;periodo notturno;
b)b) se il rumore ambientale misurato a finestre chiuse siase il rumore ambientale misurato a finestre chiuse sia
<35 dB(A) durante il periodo diurno e <25 dB(A) durante<35 dB(A) durante il periodo diurno e <25 dB(A) durante
il periodo notturno.il periodo notturno.
3. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano3. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano
alla rumorosità prodotta: dalle infrastrutture stradali,alla rumorosità prodotta: dalle infrastrutture stradali,
ferroviarie, aeroportuali e marittime; da attività eferroviarie, aeroportuali e marittime; da attività e
comportamenti non connessi con esigenze produttive.comportamenti non connessi con esigenze produttive.
52. Decreto ministeriale 16.03.1998Decreto ministeriale 16.03.1998
Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico.Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico.
DefinizioniDefinizioni
Tempo a lungo termine (TL): rappresenta un insiemeTempo a lungo termine (TL): rappresenta un insieme
sufficientemente ampio di TR all'interno del quale si valutano i valorisufficientemente ampio di TR all'interno del quale si valutano i valori
di attenzione.di attenzione.
Tempo di riferimento (TR): rappresenta il periodo della giornataTempo di riferimento (TR): rappresenta il periodo della giornata
all'interno del quale si eseguono le misure. Si distingue un periodoall'interno del quale si eseguono le misure. Si distingue un periodo
diurno (h 6,00 - h 22,00) e notturno (h 22,00 - h 6,00).diurno (h 6,00 - h 22,00) e notturno (h 22,00 - h 6,00).
Tempo di osservazione (TO): è un periodo di tempo compreso in TRTempo di osservazione (TO): è un periodo di tempo compreso in TR
nel quale si verificano le condizioni di rumorosità che si intendononel quale si verificano le condizioni di rumorosità che si intendono
valutare.valutare.
Tempo di misura (TM): all'interno di ciascun tempo di osservazione,Tempo di misura (TM): all'interno di ciascun tempo di osservazione,
si individuano uno o più tempi di misura (TM) di durata pari o minoresi individuano uno o più tempi di misura (TM) di durata pari o minore
del tempo di osservazione in funzione delle caratteristiche didel tempo di osservazione in funzione delle caratteristiche di
variabilità del rumore ed in modo tale che la misura siavariabilità del rumore ed in modo tale che la misura sia
rappresentativa del fenomeno.rappresentativa del fenomeno.
53. Decreto ministeriale 16.03.1998Decreto ministeriale 16.03.1998
Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico.Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico.
DefinizioniDefinizioni
Livello di rumore ambientale (LA ): è il livello continuo equivalenteLivello di rumore ambientale (LA ): è il livello continuo equivalente
di pressione sonora ponderato "A", prodotto da tutte le sorgenti didi pressione sonora ponderato "A", prodotto da tutte le sorgenti di
rumore esistenti in un dato luogo durante un determinato tempo.rumore esistenti in un dato luogo durante un determinato tempo.
Livello di rumore residuo (LR): è il livello continuo equivalente diLivello di rumore residuo (LR): è il livello continuo equivalente di
pressione sonora ponderato "A", che si rileva quando si esclude lapressione sonora ponderato "A", che si rileva quando si esclude la
specifica sorgente disturbante.specifica sorgente disturbante.
Livello differenziale di rumore (LD): differenza tra il livello diLivello differenziale di rumore (LD): differenza tra il livello di
rumore ambientale. (LA) e quello di rumore residuo (LR): LD = (LA -rumore ambientale. (LA) e quello di rumore residuo (LR): LD = (LA -
LR )LR )
54. Decreto ministeriale 16.03.1998Decreto ministeriale 16.03.1998
Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico.Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico.
CORREZIONI VALORI MISURATICORREZIONI VALORI MISURATI
Fattore correttivo (Ki): è la correzione in dB(A) introdotta per tenerFattore correttivo (Ki): è la correzione in dB(A) introdotta per tener
conto della presenza di rumori con componenti impulsive, tonali o diconto della presenza di rumori con componenti impulsive, tonali o di
bassa frequenza il cui valore è di seguito indicato:bassa frequenza il cui valore è di seguito indicato:
per la presenza di componenti impulsive KI = 3 dBper la presenza di componenti impulsive KI = 3 dB
per la presenza di componenti tonali KT = 3 dBper la presenza di componenti tonali KT = 3 dB
per la presenza di componenti in bassa frequenza KB = 3 dB.per la presenza di componenti in bassa frequenza KB = 3 dB.
Livello di rumore corretto (LC): è definito dalla relazione:Livello di rumore corretto (LC): è definito dalla relazione:
LC = LA + KI + KT + KBLC = LA + KI + KT + KB