L'Associazione per lo Sviluppo della Competitività Ambientale d'Impresa e le attività per promuovere la riduzione dei rifiuti nelle imprese - Di Giuseppe Lanzi (Presidente di AssoSCAI)
Ecozema @SviluppoBrianza: Il futuro e il compost di Armido Marana
AssoSCAI @brianzaamica
1. Associazione per lo
Sviluppo della Competitività
Ambientale di Impresa
Giuseppe Lanzi - Presidente
Muggiò – 25 Novembre 2010
2. Le imprese e la riduzione rifiuti
• Partecipazione alla negoziazione con enti pubblici e
soggetti gestori del ciclo dei rifiuti riveste la massima
importanza nel perseguimento delle politiche di prodotto e
di gestione sostenibile di beni e rifiuti.
• Valorizzazione a tutti i livelli, di chi si sottopone alle
certificazioni ambientali volontarie – ad esempio ISO
14001 – 14024 - 14025, Emas, Ecolabel, Valore Sociale,
Etichetta Ambientale - che prevedono anche un’attenzione
alla prevenzione della produzione di rifiuti
• Considerazione non solo dei ritorni economici ma anche
di quelli in termini di REPUTAZIONE nel perseguire
logiche di gestione eco-sostenibile.
• ATTENZIONE AL GREEN WASHING!
3. Cosa è il Green Washing
• Greenwashing è un neologismo indicante l'ingiustificata
appropriazione di virtù ambientaliste da parte di aziende,
industrie, entità politiche o organizzazioni finalizzata alla
creazione di un'immagine positiva di proprie attività (o
prodotti) o di un'immagine mistificatoria per distogliere
l'attenzione da proprie responsabilità nei confronti di
impatti ambientali negativi. Il termine è una sincrasi delle
parole inglesi green (verde, colore dell'ambientalismo) e
washing (lavare) e potrebbe essere tradotto con "lavare col
verde" o, più ironicamente, con "il verde lava più bianco“.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
4. Strumenti utili
• UNEP (United Nations Environment Programme)
riconosce l’etichettatura e le norme volontarie,
come il collegamento critico tra la produzione
ed il consumo sostenibile.
• E‘ solo attraverso la definizione di meccanismi
istituzionali dinamici e trasparenti e fornendo
capacità di sviluppo e di assistenza tecnica
che questi strumenti possono contribuire al
cambiamento necessario sia nei paesi sviluppati
che a quelli emergenti.
5. Soluzione o problema
• Le etichette ecologiche sono una soluzione importante ma
anche una parte del problema.
• Purtroppo, l'uso di “etichette fasulle” (non basate su
alcun programma) è in considerevole aumento.
• Da una autorevole ricerca americana* emerge che i
prodotti accompagnati da una etichetta basata su un
programma conforme a ISO 14024, in oltre il 30% dei
casi effettuano una corretta comunicazione (rispetto al
4,4% - valore relativo all’intero campione).
• Quindi una buona eco-etichettatura aiuta a prevenire (ma
non elimina) il greenwashing.
*The sins of greenwashing 2010 – Terrachoice
6. Il moto alla competitività ambientale
0
1
0 – Impegno per la qualità
ambientale
1 – Iniziative per il
miglioramento ambientale
puntuale
2 – Approccio al ciclo di
vita (LCT)
3 – Orientamento alla
quantificazione degli
impatti
2
Tipo II
3
Tipo III
7. AssoSCAI per crescere insieme
• AssoSCAI ha disegnato un programma di etichettatura
ambientale dei prodotti con la finalità di far crescere il mercato
dei prodotti sostenibili sviluppando sinergie tra i modelli di
qualificazione esistenti.
• Un sistema di qualificazione integrabile quindi con altri strumenti
di gestione e di comunicazione ambientale presenti sul mercato,
quali etichette ambientali di Tipo I (UNI EN ISO 14024),
dichiarazioni ambientali di Tipo III (UNI EN ISO 14025), altre
asserzioni ambientali di Tipo II o marchi di prodotto stabiliti dalla
normativa cogente.
• Si tratta di un sistema utilizzabile come elemento di gestione
ambientale d’impresa e d’incentivazione del miglioramento
continuo.
8. Le caratteristiche del programma
• La qualificazione è basata sull’approccio Life Cycle Thinking
(LCT), ovvero nella qualificazione del prodotto tutti gli aspetti
pertinenti del ciclo di vita dei prodotti devono essere presi in
opportuna considerazione.
• E’ reso possibile il confronto tra gli aspetti ambientali di diversi
prodotti, afferenti al medesimo gruppo di prodotti.
• Lo strumento è adattabile alle specifiche esigenze di
comunicazione dei diversi gruppi di prodotti, sia nei confronti del
mercato professionale sia del consumatore finale.
• E’ garantita facilità di gestione per l’utilizzatore ed al tempo
stesso facilità di lettura e comprensione per il soggetto a cui si
rivolge, sia esso un acquisitore professionale o un consumatore
finale.
9. Il modello di funzionamento
Utilizzatori
Redattori
Terze parti
11. Cosa è la “Comunicazione”?
• La comunicazione serve a costruire a legare, a mettere
in comune, e non è quindi un mero passaggio di
informazioni;
• Non è una azione solitaria ma presuppone interlocutori,
partners;
• Proprio perché deve costruire, la comunicazione deve
essere veritiera; non si può costruire su informazioni
false;
• Operiamo nel mondo dell’economia e quindi le
informazioni che andiamo a condividere devono esaltare
la valorizzazione del bene comune intrinseco in ciascuna
attività economica;
12. Cosa è la “Comunicazione”?
Ancora due definizioni ECONOMIA ed ECOLOGIA:
• Entrambi i termini riportano etimologicamente alla “casa”
all’“ambiente” e al “bene comune”; con queste
premesse, non possiamo – ma è più corretto dire non
dovremmo – considerare l’economia nemica
dell’ambiente; ne dovrebbe essere la maggiore alleata.
• La comunicazione non può essere complice di azioni
che in un modo o nell’altro vadano a danneggiare
l’ambiente.
13. Cosa è la “Comunicazione”?
Volendo riassumere con uno slogan:
La pubblicità è comunicazione,
deve essere veritiera
e testimoniare il bene comune
frutto di una economia sana.
• Non è citato l’ambiente; se è vero quanto abbiamo detto
fino a questo punto, è assolutamente sottinteso, non
potendo esserci economia sana con un forte impatto
ambientale.
14. Quello di cui nessuno parla
• La politica della produzione ed il consumo sostenibile è
una politica sulla quale l’Italia non incide a livello
comunitario
• Gli strumenti come le etichette e le dichiarazioni
ambientali possono orientare il mercato e quindi la
produzione
• L’adozione massiccia di determinati strumenti potrebbe
mettere le produzioni italiane in condizioni di vantaggio o
svantaggio competitivo
• E’ necessaria grande attenzione e responsabilità nel
supportare la diffusione della Carbon Footprint come
strumento di differenziazione
15. Il paradosso delle certificazioni
• Il “controllato” deve pagare il “controllore” creando degli
interessi convergenti che possono andare a discapito del
cittadino/utente/consumatore;
• Non esiste una reale conoscenza da parte del cittadino
del significato delle diverse sigle e loghi relativi alle
certificazioni;
• Anche nella PA vi è spesso una sostanziale non
conoscenza degli strumenti
16. Si los malos supieran
lo buen negocio que es ser bueno,
serían buenos, aunque sólo fuera por negocio.
Facundo Cabral Cantautore Argentino
Grazie della vostra attenzione
Giuseppe Lanzi
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