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La protezione incendi
PROTEZIONE ANTINCENDIO
Consiste nell’insieme delle interventi finalizzati a ridurre
i danni dovuti ad un incendio agendo sulla MAGNITUDO
dell’evento dell’incendio in misure di protezione
Gli interventi si dividono in misure di protezione:
PASSIVA ATTIVA
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA
Non richiedono l’azione dell’uomo
OBIETTIVI
Garantire
l’incolumità dei
lavoratori
Limitare gli
effetti nocivi dei
prodotti della
combustione
Contenere i
danni a
strutture,
macchinari,
beni
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA
Limitare gli effetti dell’incendio nello spazio e
nel tempo con:
OBIETTIVO
 Distanze di sicurezza esterne ed interne
 Strutture aventi resistenza al fuoco commisurate ai carichi d’incendio
 Barriere antincendio
 Muri, schermi e porte tagliafuoco
 Materiali classificati per la reazione al fuoco
 Vie d’esodo
 Sistemi di ventilazione
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA
DISTANZE DI SICUREZZA
CONCETTO
Interposizione di spazi scoperti o di strutture
tra aree potenzialmente soggette ad incendio
SCOPO Impedire la propagazione dell’incendio per
trasmissione di energia termica radiante
DETERMINAZIONE
In via teorica è basata sulle determinazioni
dell’energia termica irraggiata dalle fiamme di
un incendio
PRATICA
La compartimentazione della struttura
comporta l’utilizzo di ampi spazi vuoti.
Soluzione poco pratica e poco economica
ALTERNATIVA
Realizzazione di elementi di separazione
strutturale di tipo “TAGLIAFUOCO”
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA
STRUTTURE RESISTENTI AL FUOCO COMMISURATE AI
CARICHI D’INCENDIO
CONCETTO E
SCOPO
Attitudine di un elemento da costruzione
(componente o struttura) a conservare
stabilità, tenuta, isolamento termico (R.E.I.)
DETERMINAZIONE
Si basa su una relazione tra la durata
presumibile dell’incendio ed il carico
di’incendio del comparto in esame, facendo
riferimento ad un incendio con una curva
standard temperatura/tempo più severa
rispetto alle possibili condizioni reali
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA
BARRIERE ANTINCENDIO
Hanno la funzione di impedire la propagazione degli incendi lineari (BARRIERE
LOCALI) e tridimensionali (BARRIERE TOTALI) all’interno di un edificio ed in alcuni
casi di consentire la diminuzione delle distanze di sicurezza.
MATERIALI CLASSIFICATI PER LA
REAZIONE AL FUOCO
La protezione incendi
MATERIALI NON CLASSIFICATI PER LA
REAZIONE AL FUOCO
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA
MATERIALI CLASSIFICATI PER LA
REAZIONE AL FUOCO
0 = MATERIALI NON COMBUSTIBILI
A1 = IMPIEGO A PARETE E A SOFFITTO
A1FL = IMPIEGO A PAVIMENTO
A1L = IMPIEGO PER ISOLAMENTO DI INSTALLAZIONI TECNICHE A
PREVALENTE SVILUPPO LINEARE
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA
MURI E PORTE TAGLAIFUOCO
Usati per completare efficacemente la compartimentazione dell’ambiente di lavoro
Porte e muri tagliafuoco hanno le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco (REI)
Si distinguono in:
PORTE SCORREVOLI
PORTE INCERNIERATE
PORTE A GHIGLIOTTINA
Con sistema di chiusura
automatica che in caso
d’incendio fanno
chiudere il serramento
Di norma rimangono
aperte. Si chiudono
mediante congegno che
si attiva durante un
incendio
Stesso principio delle
scorrevoli tranne che la
chiusura avviene in
senso verticale (dal
basso verso l’alto)
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA
VIE D’ESODO
CRITERI DI ADEGUATEZZA
 I luoghi di lavoro devono avere normalmente 2 vie d’esodo
 Le vie d’uscita devono essere indipendenti per permettere
l’allontanamento ordinato delle persone dall’incendio
Continua a pg. successiva
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
 Vie d’esodo e uscite devono essere tenute libere da ostruzioni e
devono essere sempre disponibili
 Devono essere munite di illuminazione e segnaletica come da norma
 Ogni porta d’esodo deve essere facilmente apribile dalle persone e
senza chiavi
 Le vie d’esodo devono essere larghe in relazione al numero degli
occupanti
MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA
SISTEMI DI VENTILAZIONE
 LUCERNARI A SOFFITTO
 VENTILATORI STATICI CONTINUI (la ventilazione avviene attraverso fessure
laterali continue)
 SFOGHI DI FUMO E CALORE
 APERTURE A SHED
 SUPERFICI VETRATE NORMALI
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA
Richiedono l’azione dell’uomo o di impianti
OBIETTIVI
Rilevazione
precoce
dell’incendio
Segnalazione
dell’incendio
Azione di
spegnimento
precoce
dell’incendio
Le misure di protezione attiva si attuano mediante:
1. Estintori
2. Rete idrica
3. Impianti di rivelazione automatica
4. Impianti di spegnimento automatici
5. Dispositivi di segnalazione e d’allarme
6. Evacuatori di fumo e calore
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA
ESTINTORI
PORTATILI CARRELLATI
POLVERE CO2
Pressurizzati a carica di propellente separata
POSIZIONAMENTO:
Devono essere
facilmente
individualbili,
disponibili e
utilizzabili
Devono essere
segnalati da cartelli
DETERMINAZIONE
NO ESTINTORI
 Il numero è
individuato solo in
alcuni casi
 Normalmente si
posizionano a
distanza che varia
da 15 a 30 metri
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA
ESTINTORI CARRELLATI
 Concepiti per essere utilizzati a mano
 Classificati in base alla loro capacità estinguente (A,B,C,D,E)
 Va scelto in base all’ipotesi di incendio del locale
MODALITA’D’USO
 Il max contenuto di estinguente deve essere indirizzato al cuore della
combustione
 La distanza di erogazione deve essere tale che l’effetto dinamico della
scarica tagli l’afflusso di O2 alla fiamma
 Non colpire il pelo libero di liquidi per la possibilità di cospargere il
combustibile incendiato ed estendere l’incendio
 Il focolaio appena estinto non va mai abbandonato in tempi brevi. Verificare
con certezza che il fuoco sia spento e diradare le ceneri parzialmente
incombuste
 Gli estintori lasciati a terra sono pericolosi: devono essere sempre appesi e
sempre segnalati da cartelli
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA
ESTINTORI PORTATILI
Stesse caratteristiche funzionali dei carrellati ma dotati di carrello
di supporto per lo spostamento in quanto + grandi e pesanti
TIPOLOGIA
 Ad H2O in disuso
 A schiuma per liquidi infiammabili
 Ad Halon per motori e macchinari
 A polvere per liquidi infiammabili e apparecchi elettrici
 A CO2 per apparecchi elettrici
A polvere e CO2 sono i più diffusi
CO2
APOLVERE
PRESSURIZZATO
APOLVERECON
CARICAPROPELLENTE
SEPARATA
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA
ESTINTORI A CO2
 Costituiti da una bombola per una pressione di carica
a 15° C di 250 atm
 Vengono revisionati ogni 5 anni dall’ISPESL
 Congegno di apertura = valvola di comando a leva con
tenuta in ebanite
 Sull’ogiva della bombola sono punzonati i dati relativi
all’estintore
All’apertura della bombola, il liquido spinto dalla pressione interna sale attraverso il
tubo pescante, passa attraverso la manichetta raggiungendo il diffusore dove,
uscendo parte evapora istantaneamente provocando un brusco abbassamento di
temperatura.
Modo d’uso
La protezione incendi
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RETE IDRICA ANTINCENDIO
Installata per proteggere attività industriali o civili a rischio elevato mediante un
impianto antincendio costituito da una rete idrica
RETE IDRICA
Acquedotto cittadino
Vasca di disgiunzione
deve essere:
 Indipendente
 Dotata di valvola di sezionamento
 A pressione ed erogazione costante e continua
 Disposta ad anello
 Protetta da gelo e corrosione
 Sufficiente per la copertura protettiva dell’intera attività (idranti,
tubazioni e lance)
collegata a:
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
IMPIANTI DI SPEGNIMENTO AUTOMATICI
Sostanza estinguente

Sprinkler
ad H2O
a schiuma
a CO2
ad Halon
a polvere
Classificati per
sostanza estinguente
utilizzata
Tipo d’impianto

a umido = H2O in pressione
a secco = aria in pressione sostituita da H2O al momento
dell’intervento
a schiuma = schiuma in serbatoi
CO2, Halon, polvere = contenuti in serbatoi
alternativi = funzionano a secco nei mesi freddi e a umido nei
mesi caldi
pre-allarme = dotati di dispositivo che esclude falsi allarmi
a diluvio = dotati di sprinkler
Classificati per l’azione
estinguente
La protezione incendi
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
IMPIANTI DI RILEVAZIONE AUTOMATICA
Rilevano l’incendio prima che degeneri nella fase generalizzata
RIDUCONO IL TEMPO REALE D’INTERVENTO permettendo:
Avviare tempestivo
sfollamento di
persone e beni
Avviare piano
d’intervento
Attivare sistemi di
protezione attiva e
passiva
È importante avere un TEMPO DI INTERVENTO inferiore al tempo di
prima propagazione, cioè intervenire prima del FLASH-OVER
perché
le temperature sono basse e perché è facile intervenire e contenere i
danni
La protezione incendi
È importante avere un TEMPO DI INTERVENTO inferiore al tempo di
prima propagazione, cioè intervenire prima del FLASH-OVER
perché
le temperature sono basse e perché è facile intervenire e contenere i
danni
Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
RIVELATORI D’INCENDIO
Classificati in base al fenomeno chimico/fisico o al metodo di rilevazione:
RIVELATORE AUTOMATICO D’INCENDIO
dispositivo installato nella zona da sorvegliare che misura nel tempo come variano le
grandezze tipiche della combustione
FENOMENO
CHIMICO/FISICO
METODO DI RILEVAZIONE RILEVATORI
Calore
Statici (allarme al superamento di un
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Puntiformi
Fumo (a ionizzazione o
ottici)
Differenziali (allarme ad un dato
incremento)
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(poco diffusi)
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incremento)
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Insieme di apparecchiature fisse utilizzate per rilevare e segnalare
tempestivamente ogni principio d’incendio
Campo d’applicazione: depositi intensivi, depositi sostanze/materiali ad alto valore specifico,
ambienti ad alto carico d’incendio non compartimentabili, ambienti con impianti tecnici
difficilmente accessibili e controllabili
La protezione incendi
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  • 1. La protezione incendi PROTEZIONE ANTINCENDIO Consiste nell’insieme delle interventi finalizzati a ridurre i danni dovuti ad un incendio agendo sulla MAGNITUDO dell’evento dell’incendio in misure di protezione Gli interventi si dividono in misure di protezione: PASSIVA ATTIVA Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 2. MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA Non richiedono l’azione dell’uomo OBIETTIVI Garantire l’incolumità dei lavoratori Limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione Contenere i danni a strutture, macchinari, beni La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 3. MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA Limitare gli effetti dell’incendio nello spazio e nel tempo con: OBIETTIVO  Distanze di sicurezza esterne ed interne  Strutture aventi resistenza al fuoco commisurate ai carichi d’incendio  Barriere antincendio  Muri, schermi e porte tagliafuoco  Materiali classificati per la reazione al fuoco  Vie d’esodo  Sistemi di ventilazione La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 4. MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA DISTANZE DI SICUREZZA CONCETTO Interposizione di spazi scoperti o di strutture tra aree potenzialmente soggette ad incendio SCOPO Impedire la propagazione dell’incendio per trasmissione di energia termica radiante DETERMINAZIONE In via teorica è basata sulle determinazioni dell’energia termica irraggiata dalle fiamme di un incendio PRATICA La compartimentazione della struttura comporta l’utilizzo di ampi spazi vuoti. Soluzione poco pratica e poco economica ALTERNATIVA Realizzazione di elementi di separazione strutturale di tipo “TAGLIAFUOCO” La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 5. MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA STRUTTURE RESISTENTI AL FUOCO COMMISURATE AI CARICHI D’INCENDIO CONCETTO E SCOPO Attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare stabilità, tenuta, isolamento termico (R.E.I.) DETERMINAZIONE Si basa su una relazione tra la durata presumibile dell’incendio ed il carico di’incendio del comparto in esame, facendo riferimento ad un incendio con una curva standard temperatura/tempo più severa rispetto alle possibili condizioni reali La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 6. MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA BARRIERE ANTINCENDIO Hanno la funzione di impedire la propagazione degli incendi lineari (BARRIERE LOCALI) e tridimensionali (BARRIERE TOTALI) all’interno di un edificio ed in alcuni casi di consentire la diminuzione delle distanze di sicurezza. MATERIALI CLASSIFICATI PER LA REAZIONE AL FUOCO La protezione incendi MATERIALI NON CLASSIFICATI PER LA REAZIONE AL FUOCO Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 7. MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA MATERIALI CLASSIFICATI PER LA REAZIONE AL FUOCO 0 = MATERIALI NON COMBUSTIBILI A1 = IMPIEGO A PARETE E A SOFFITTO A1FL = IMPIEGO A PAVIMENTO A1L = IMPIEGO PER ISOLAMENTO DI INSTALLAZIONI TECNICHE A PREVALENTE SVILUPPO LINEARE La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 8. MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA MURI E PORTE TAGLAIFUOCO Usati per completare efficacemente la compartimentazione dell’ambiente di lavoro Porte e muri tagliafuoco hanno le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco (REI) Si distinguono in: PORTE SCORREVOLI PORTE INCERNIERATE PORTE A GHIGLIOTTINA Con sistema di chiusura automatica che in caso d’incendio fanno chiudere il serramento Di norma rimangono aperte. Si chiudono mediante congegno che si attiva durante un incendio Stesso principio delle scorrevoli tranne che la chiusura avviene in senso verticale (dal basso verso l’alto) La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 9. MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA VIE D’ESODO CRITERI DI ADEGUATEZZA  I luoghi di lavoro devono avere normalmente 2 vie d’esodo  Le vie d’uscita devono essere indipendenti per permettere l’allontanamento ordinato delle persone dall’incendio Continua a pg. successiva La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica  Vie d’esodo e uscite devono essere tenute libere da ostruzioni e devono essere sempre disponibili  Devono essere munite di illuminazione e segnaletica come da norma  Ogni porta d’esodo deve essere facilmente apribile dalle persone e senza chiavi  Le vie d’esodo devono essere larghe in relazione al numero degli occupanti
  • 10. MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA SISTEMI DI VENTILAZIONE  LUCERNARI A SOFFITTO  VENTILATORI STATICI CONTINUI (la ventilazione avviene attraverso fessure laterali continue)  SFOGHI DI FUMO E CALORE  APERTURE A SHED  SUPERFICI VETRATE NORMALI La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 11. MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA Richiedono l’azione dell’uomo o di impianti OBIETTIVI Rilevazione precoce dell’incendio Segnalazione dell’incendio Azione di spegnimento precoce dell’incendio Le misure di protezione attiva si attuano mediante: 1. Estintori 2. Rete idrica 3. Impianti di rivelazione automatica 4. Impianti di spegnimento automatici 5. Dispositivi di segnalazione e d’allarme 6. Evacuatori di fumo e calore La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 12. MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA ESTINTORI PORTATILI CARRELLATI POLVERE CO2 Pressurizzati a carica di propellente separata POSIZIONAMENTO: Devono essere facilmente individualbili, disponibili e utilizzabili Devono essere segnalati da cartelli DETERMINAZIONE NO ESTINTORI  Il numero è individuato solo in alcuni casi  Normalmente si posizionano a distanza che varia da 15 a 30 metri La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 13. MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA ESTINTORI CARRELLATI  Concepiti per essere utilizzati a mano  Classificati in base alla loro capacità estinguente (A,B,C,D,E)  Va scelto in base all’ipotesi di incendio del locale MODALITA’D’USO  Il max contenuto di estinguente deve essere indirizzato al cuore della combustione  La distanza di erogazione deve essere tale che l’effetto dinamico della scarica tagli l’afflusso di O2 alla fiamma  Non colpire il pelo libero di liquidi per la possibilità di cospargere il combustibile incendiato ed estendere l’incendio  Il focolaio appena estinto non va mai abbandonato in tempi brevi. Verificare con certezza che il fuoco sia spento e diradare le ceneri parzialmente incombuste  Gli estintori lasciati a terra sono pericolosi: devono essere sempre appesi e sempre segnalati da cartelli La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 14. MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA ESTINTORI PORTATILI Stesse caratteristiche funzionali dei carrellati ma dotati di carrello di supporto per lo spostamento in quanto + grandi e pesanti TIPOLOGIA  Ad H2O in disuso  A schiuma per liquidi infiammabili  Ad Halon per motori e macchinari  A polvere per liquidi infiammabili e apparecchi elettrici  A CO2 per apparecchi elettrici A polvere e CO2 sono i più diffusi CO2 APOLVERE PRESSURIZZATO APOLVERECON CARICAPROPELLENTE SEPARATA La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 15. MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA ESTINTORI A CO2  Costituiti da una bombola per una pressione di carica a 15° C di 250 atm  Vengono revisionati ogni 5 anni dall’ISPESL  Congegno di apertura = valvola di comando a leva con tenuta in ebanite  Sull’ogiva della bombola sono punzonati i dati relativi all’estintore All’apertura della bombola, il liquido spinto dalla pressione interna sale attraverso il tubo pescante, passa attraverso la manichetta raggiungendo il diffusore dove, uscendo parte evapora istantaneamente provocando un brusco abbassamento di temperatura. Modo d’uso La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 16. RETE IDRICA ANTINCENDIO Installata per proteggere attività industriali o civili a rischio elevato mediante un impianto antincendio costituito da una rete idrica RETE IDRICA Acquedotto cittadino Vasca di disgiunzione deve essere:  Indipendente  Dotata di valvola di sezionamento  A pressione ed erogazione costante e continua  Disposta ad anello  Protetta da gelo e corrosione  Sufficiente per la copertura protettiva dell’intera attività (idranti, tubazioni e lance) collegata a: La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 17. IMPIANTI DI SPEGNIMENTO AUTOMATICI Sostanza estinguente  Sprinkler ad H2O a schiuma a CO2 ad Halon a polvere Classificati per sostanza estinguente utilizzata Tipo d’impianto  a umido = H2O in pressione a secco = aria in pressione sostituita da H2O al momento dell’intervento a schiuma = schiuma in serbatoi CO2, Halon, polvere = contenuti in serbatoi alternativi = funzionano a secco nei mesi freddi e a umido nei mesi caldi pre-allarme = dotati di dispositivo che esclude falsi allarmi a diluvio = dotati di sprinkler Classificati per l’azione estinguente La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 18. IMPIANTI DI RILEVAZIONE AUTOMATICA Rilevano l’incendio prima che degeneri nella fase generalizzata RIDUCONO IL TEMPO REALE D’INTERVENTO permettendo: Avviare tempestivo sfollamento di persone e beni Avviare piano d’intervento Attivare sistemi di protezione attiva e passiva È importante avere un TEMPO DI INTERVENTO inferiore al tempo di prima propagazione, cioè intervenire prima del FLASH-OVER perché le temperature sono basse e perché è facile intervenire e contenere i danni La protezione incendi È importante avere un TEMPO DI INTERVENTO inferiore al tempo di prima propagazione, cioè intervenire prima del FLASH-OVER perché le temperature sono basse e perché è facile intervenire e contenere i danni Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica
  • 19. RIVELATORI D’INCENDIO Classificati in base al fenomeno chimico/fisico o al metodo di rilevazione: RIVELATORE AUTOMATICO D’INCENDIO dispositivo installato nella zona da sorvegliare che misura nel tempo come variano le grandezze tipiche della combustione FENOMENO CHIMICO/FISICO METODO DI RILEVAZIONE RILEVATORI Calore Statici (allarme al superamento di un valore di soglia) Puntiformi Fumo (a ionizzazione o ottici) Differenziali (allarme ad un dato incremento) a punti multipli (poco diffusi) Gas Velocimetrici (allarme per velocità di incremento) Lineari (poco diffusi) Fiamme Insieme di apparecchiature fisse utilizzate per rilevare e segnalare tempestivamente ogni principio d’incendio Campo d’applicazione: depositi intensivi, depositi sostanze/materiali ad alto valore specifico, ambienti ad alto carico d’incendio non compartimentabili, ambienti con impianti tecnici difficilmente accessibili e controllabili La protezione incendi Servizio Tecnico-supporti didattici-Ing.Avesani Luca-Responsabile Area Tecnologica