2. COMUNE DI VARALLO
ARCHIVIO di STATO di VERCELLI
Sez. VARALLO
COMUNE DI BORGOSESIA
CLUB ALPINO ITALIANO
ZEGNA BARUFFA LANE BORGOSESIA S.p.A.
FILATURA IN VALLE MOSSO - ITALY
In copertina:
Il Salone della Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno
fotografia storica
Varallo, Archivio Società di Incoraggiamento e Conservazione
In quarta di copertina:
I Mille eroi e l’illustre loro duce
litografia a colori del XIX secolo
Varallo, Archivio Museo Calderini
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3. “... SÌ BELLA E PERDUTA”.
L’UNITÀ D’ITALIA ATTRAVERSO IL CAMMINO
DELLA SOCIETÀ D’INCORAGGIAMENTO
ALLO STUDIO DEL DISEGNO
catalogo a cura di
Carla Falcone
progetto e cura della mostra
Massimo Bonola, Antonella Chiodo, Carla Falcone
Soroptimist International d’Italia
Club di Valsesia
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4. Pinacoteca di Varallo – Palazzo dei Musei, Varallo Comitato d’onore
“… sì bella e perduta”. L’Unità d’Italia attraverso il cammino MAURIZIO BETTOJA
della Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno ALESSANDRA PINTO
17 giugno 2011 – 30 ottobre 2011 AMELIA TOESCA DI CASTELLAZZO
Comitato scientifico
La Regione Piemonte ha finanziato il restauro del Salone Storico delle SIMONE BERARDI
Adunanze della Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno MASSIMO BONOLA
nell’ambito dei contributi stanziati per le “Celebrazioni per MARIA GRAZIA CAGNA PAGNONE
il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia” (L.R. n. 5/2007) ALESSANDRA CESARE
ANTONELLA CHIODO
MARTA COLOBERTI
Il Soroptimist Club Valsesia ha generosamente sostenuto il restauro CARLA FALCONE
del Salone Storico delle Adunanze della Società d’Incoraggiamento GABRIELE FEDERICI
allo Studio del Disegno CARLO RASTELLI
MONICA SCHETTINO
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI PAESAGGISTICI
Catalogo a cura di
DEL PIEMONTE
CARLA FALCONE, Direttore Conservatore Pinacoteca di Varallo
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici
EDITH GABRIELLI, Soprintendente
Referenze Fotografiche
REGIONE PIEMONTE Borgomanero (NO), Gianni Fornara, pp. 62-63 figg. 13-21
VIRGINIA TIRABOSCHI, Direttore Cultura, Turismo e Sport Borgosesia (VC), Heliar Reolon, pp. 65-66 figg. 1-5
PATRIZIA PICCHI, Dirigente Settore Musei e Patrimonio Culturale Varallo (VC), Pinacoteca – Palazzo dei Musei – Archivio Società di In-
GIANLUCA KANNÈS, Funzionario Assessorato alla Cultura coraggiamento allo Studio del Disegno e di Conservazione delle Ope-
re d’Arte in Valsesia-Onlus – Fotografia di Simone Berardi p. 51 fig.
14; Fotografie di Marta Coloberti pp. 40-43 figg. 46-56; Fotografie di
PINACOTECA DI VARALLO – PALAZZO DEI MUSEI Jacopo De Dominici p. 69 fig. 2, pp. 72-73 figg. 7-8; Fotografie di Sara
VITTORIO GALLI, Presidente De Dedominici, pp. 12-16 figg. 1-7, pp. 21-39 figg. 1-45, pp. 46-49 figg.
CARLA FALCONE, Direttore Conservatore 1-9, p. 50 fig. 12-13, pp. 51-56 figg. 15-30, pp. 58-61 figg. 1-12, p. 68 fig.
1, pp. 70-71 figg. 3-6, p. 77 figg. 1-6; Fotografie di Silvano Ferraris p. 50
fig. 11; Fotografie di Giorgio Oliviero, p. 50 fig. 10
Progetto e cura della mostra
CARLA FALCONE, Direttore Conservatore Pinacoteca di Varallo
Ringraziamenti
MASSIMO BONOLA
Paola Angeleri, Giovanni Cerino Badone, Simone Berardi, Massimo
ANTONELLA CHIODO, Pinacoteca di Varallo
Bonola, Roberto Bonora, Lorena Brustio, Maria Grazia Cagna, Roberto
Carrara, Alessandra Cesare, Antonella Chiodo, Remy Coates, Marta
Coloberti, Adriana Dattrino, Casimiro Debiaggi, Fermo De Dominici,
Progetto dell’allestimento
Gabriella De Dominici, Jacopo De Dominici, Sara De Dominici, Elisa
REMY COATES, Pinacoteca di Varallo
Farinetti, Gabriele Federici, Gianni Fornara, Alice Freschi, Luciano
Giacomone, Michele Gilardi, Gianluca Kannès, Donata Minonzio,
Valentino Morello, Lucetta Patriarca, Davide Pianori, Carlo Raiteri,
Elaborazioni grafiche
Carlo Rastelli, Rita Regis, Donatella Mossello Rizzio, Monica Schettino,
REMY COATES, Pinacoteca di Varallo
Eraldo Sommacal, Heliar Reolon, Stefano Uffredi, Renzo Zenone e
MARTA COLOBERTI, Pinacoteca di Varallo
tutti coloro che, a vario titolo, hanno facilitato e reso possibile quest’iniziativa
Restauri e interventi di manutenzione Progetto grafico, stampa: Tipolitografia di Borgosesia s.a.s.
FERMO DE DOMINICI, Varallo (Vc) Giugno 2011
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5. Sommario
6 Presentazione
Gianluca Buonanno
7 Presentazione
Vittorio Galli
8 Presentazione
Donatella Mossello Rizzio
Studi e ricerche
11 “... sì bella e perduta”. L’Unità d’Italia attraverso il cammino della Società
d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno
Introduzione alla mostra
Massimo Bonola
19 Sezione documentaria
Maria Grazia Cagna
45 Sezione storico artistica
Gianluca Kannès
57 Sezione storica
Carlo Rastelli
65 Gli Antongini
Gabriele Federici
67 Il Salone
Alessandra Cesare
75 Il Salone oggi
79 Apparati
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6. La scelta della Pinacoteca di Varallo di presentare nell’anno del 150° Anniversario del-
l’Unità d’Italia i restauri del Salone d’Onore della Società d’Incoraggiamento, detto anche
Sala delle Adunanze, si coniuga bene con la volontà di questa Amministrazione Comuna-
le di valorizzare le ricchezze del patrimonio artistico e immobiliare di cui la Città di Varal-
lo dispone, segno di un passato glorioso e di un presente che non può segnare il passo.
Oggi si restituisce a Varallo un luogo, ricco di ricordi, che vuole tornare a essere centra-
le nella vivace vita associativa cittadina e del territorio valsesiano. È uno spazio presti-
gioso che merita, per le sue caratteristiche, di porsi nuovamente quale luogo di pubblica
adunanza, nello spirito di consenso e condivisione dei suoi fondatori.
E l’evento, realizzato grazie alla collaborazione tra Enti Locali e Associazioni, è un esem-
pio concreto di come finalmente il nostro territorio, anche nel campo della cultura, sap-
pia dare prova di grande unità.
Gianluca Buonanno
Sindaco di Varallo
6
7. La mostra che si presenta al pubblico racconta la partecipazione dei Valsesiani alle vicen-
de risorgimentali e alla costituzione dell’Italia unita e rende omaggio al Centocinquante-
simo Anniversario dell’Unità nazionale.
L’appartenenza e il legame di molti tra questi illustri personaggi alla Società d’Incoraggia-
mento allo Studio del Disegno e a quella per la Conservazione delle Opere d’Arte in Val-
sesia fanno della Pinacoteca la sede ideale per ospitare la celebrazione, nata dalla sinergia
tra gli Enti locali, i Comuni di Varallo e Borgosesia, la Sezione di Archivio di Stato di Va-
rallo, la Manifattura Lane di Borgosesia e la Sezione varallese del Club Alpino Italiano.
Una mostra che diventa l’occasione per inaugurare il restauro dello storico Salone delle
Adunanze della Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno, realizzato nella pri-
ma metà dell’Ottocento e simbolo dell’impegno e dell’aggregazione culturale promossi in
Valsesia dalla Società, restituito oggi al Palazzo dei Musei e ai Valsesiani grazie al soste-
gno della Regione Piemonte e del Soroptimist Club Valsesia.
A corollario della mostra si pubblica il catalogo delle opere che raccoglie una ricca messe
di materiali: documenti d’archivio, dipinti, ma anche sculture in gesso e cimeli, testimo-
nianza visiva dei personaggi, esponenti illustri della Società e fautori del progetto unita-
rio. Si ripercorrono così quarant’anni di storia che vedono la terra della Valsesia legarsi ai
destini che fecero grande la nazione.
Vittorio Galli
Presidente Società di Incoraggiamento allo Studio del Disegno
e di Conservazione delle Opere d’Arte in Valsesia - Onlus
7
8. Il ripristino dello storico Salone delle Adunanze della Società d’Incoraggiamento allo Stu-
dio del Disegno è stato l’ambiziosissimo service con cui il Soroptimist International d’I-
talia, Club di Valsesia ha coronato i suoi primi vent’anni di vita.
L’idea è stata di Alice Freschi, nostra Presidente nel biennio 2007-2009 che, con la consue-
ta attenzione al territorio in diverse occasioni dimostrata, ha saputo indicare nel Salone va-
rallese un simbolo della nostra identità culturale degno di essere recuperato
Nell’impresa, vasta e onerosa, il Club si è ritagliato il ruolo di ‘promotore’, finanziando
il progetto esecutivo da presentare alle Soprintendenze, la Direzione dei lavori e assicuran-
do una base che permettesse di accedere ai finanziamenti della Regione Piemonte (L.R. n.
5/2007 “Celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia”).
Il Salone delle Adunanze si trova infatti all’interno del Palazzo dei Musei, sede storica del-
la Società d’Incoraggiamento (1831) nata allo scopo di sostenere l’antica pubblica Scuola di
Disegno (1778) alla quale fu affiancato il Laboratorio Barolo di scultura lignea (1835-1838).
La grande Aula delle Adunanze, realizzata intorno alla metà del secolo XIX come luogo di
rappresentanza, “concepita per eccitare l’altrui filantropia ed amore per le belle arti”, si di-
stingue per la ricchezza decorativa assente altrove e rappresenta un importante pezzo di sto-
ria locale in cui la cittadinanza si riconosce e il cui ripristino significa il restituire alla Val-
le intera un insostituibile ‘spazio della memoria’. La Pinacoteca viene così arricchita di un
ambiente di prestigio dove ospitare e coinvolgere il pubblico ed… “eccitare l’altrui filantro-
pia ed amore per le belle arti”, disposizioni dell’animo che hanno guidato e sostenuto Lucet-
ta Patriarca, attuale Presidente del Soroptimist Club Valsesia, che ha creduto nel progetto e
con determinazione lo ha portato a conclusione con il sostegno di tutte le socie. In questo
stesso palazzo ad opera della Società per la Conservazione delle Opere d’Arte e dei Monumen-
ti in Valsesia (1875) venne fondata la Pinacoteca (1887); insieme a quest’ultima oggi – esau-
ritasi la funzione didattica – nella storica sede trovano luogo le raccolte naturalistiche del
Museo Calderini (1867), straordinario esempio di eclettismo scientifico ottocentesco.
In occasione della presentazione del restauro si inaugura nei locali della Pinacoteca la mo-
stra realizzata con l’intento di illustrare la partecipazione dei Valsesiani alle vicende risor-
gimentali e alla costituzione dell’Unità italiana: personaggi, come l’editore e libraio Pie-
tro Rolandi, protettore degli esuli italiani a Londra, e Alessandro Antongini, proprieta-
rio delle manifattura lane di Borgosesia cui spetta la confezione delle famose camicie ros-
se garibaldine, appartenenti tutti alla Società d’Incoraggiamento.
Donatella Mossello Rizzio
Soroptimist International d’Italia, Club di Valsesia
8
11. “... sì bella e perduta”. L’Unità d’Italia attraverso il cammino
della Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno
Introduzione alla mostra
Massimo Bonola § L’associazionismo come prologo dell’unità un’entità nazionale e statale, convertendosi
nazionale dalla sua primitiva condizione di sudditan-
za e di subalternità. Non poteva più conti-
Popolo, Nazione, Stato. nuare ad essere il “volgo disperso” e anoni-
È questo il percorso necessario, per alcuni la mo stigmatizzato da Alessandro Manzoni,
‘missione’, che l’Europa del XIX secolo dove- una massa informe di individui senza nome,
va compiere, dalla Polonia alla Boemia, dal- e, perciò, di semplici sudditi. Come sostiene
l’Ungheria asburgica al Piemonte italiano. con forza Pietro Calderini (1824-1906), pro-
Tutto aveva avuto inizio dall’idea romantica pugnatore del progresso sociale e nazionale,
di Popolo, dal riconoscersi in un’origine e il “volgo deve rifarsi popolo”; 1 senza questa
identità comune, dal rispecchiarsi nella stes- primitiva conversione, ogni altra prospettiva
sa lingua e cultura, dalla condivisione di non avrebbe potuto avere seguito.
un’eredità storica che lasciava presagire an- L’evoluzione del ‘volgo in popolo’, per usare
che un futuro solidale. Proprio per questa ra- le parole care a Calderini, avviene in Piemon-
gione, il popolo doveva emanciparsi, diven- te nel periodo compreso tra l’epoca giacobina
tando così il soggetto primario e necessario e la metà del secolo successivo, ma la fase più
di ogni progetto di Nazione e poi di Stato na- tumultuosa e dinamica si colloca tra il falli-
zionale; mentre dove esso tardava nel rico- mento dei primi moti liberali (1821) e il Qua-
noscersi come soggetto di nazionalità, i due rantotto della Costituzione e della prima
passaggi successivi diventavano più lenti e guerra nazionale contro l’Impero Asburgico.
difficoltosi. Proprio nel cuore di quel ventennio, gli anni
L’emancipazione del popolo, vecchia idea il- più oscuri della Restaurazione che la storio-
luminista e giacobina, si concretizzava in un grafia liberale ottocentesca e del secolo scor-
progresso di crescita ideale e materiale insie- so lasciò volentieri in disparte, nasceva la So-
me, nel corso del quale esso poteva farsi pro- cietà d’Incoraggiamento allo Studio del Di-
tagonista del processo di costituzione di segno (1831), archetipo di ogni forma valse-
11
12. siana di associazionismo borghese e
Bandiera commemorativa, 1848 primo tentativo della locale società ci-
raso di seta ricamato in oro vile di farsi protagonista della vita
velluto tagliato unito ricamato pubblica, non più attraverso iniziative
in oro, con applicazione in seta,
o carriere individuali o famigliari, ma
oro, cm 153 x 139
mediante un’iniziativa collettiva, soli-
inv. 1015
Fig. 1 recto
dale, condivisa nell’idea espressa dal
Fig. 2 verso comune statuto associativo. Il fenome-
no spontaneo e popolare della sociabi-
lità si evolveva così verso forme più
Giuseppe Antonini (Rima San consistenti, organizzate e ben struttu-
Giuseppe 1833 – Varallo 1889) rate, di associazionismo borghese.
Monumento a Vittorio Emanuele
Coagulandosi in libere associazioni, es-
II, 1862
sa precedeva di circa trent’anni il com-
marmo bianco scolpito, granito
Varallo, Piazza Vittorio
pimento dell’Unità nazionale, ma, pro-
Emanuele II prio per questo, ne era il prologo, l’a-
Fig. 3 vanzata in terra ancora sconosciuta di
un’avanguardia eletta che doveva pre-
correre i futuri movimenti delle masse.
La prima fase, il primo ventennio di
sviluppo della vita associativa dell’In-
coraggiamento (1831- 1853), così viva-
ce e decisivo per tracciare la fisionomia
della società, coincide non casualmen-
te sia con la fase di gestazione del pro-
gramma risorgimentale italiano, che
affronta anche le sue prime onerose
prove, sia con la dinamica ascesa del-
le élites borghesi della società piemon-
tese, motivate tanto a rivendicare il
proprio ruolo di ‘popolo eminente’,
quanto a promuovere l’emancipazio-
ne dei ceti popolari subalterni, stimo-
lando così “il volgo a rifarsi popolo”.
Non a caso, anche nel contesto esposi-
tivo di questa mostra, la documenta-
zione associativa e quella degli eventi
12
13. risorgimentali appare strettamente in-
Zeffirino Carestia (Riva trecciata, sia nelle tematiche che affron-
Valdobbia 1854 – Novara 1908) ta sia nelle vicende individuali dei pro-
Medaglione di Giuseppe Garibaldi tagonisti (figg. 1-2). La promulgazione
bronzo
dello Statuto Albertino (1848), al cul-
mine di quel tormentato periodo, so-
Anonimo del XIX secolo
Lapide commemorativa di tutti i
stenne questo processo di evoluzione
caduti valsesiani delle guerre e integrazione in duplice modo: rico-
d’Indipendenza, 1890 noscendo, pur con molte riserve, il
marmo bianco, marmi colorati principio di cittadinanza attiva, sebbe-
Varallo, Corso Umberto I ne non ancora accompagnato dalla so-
Fig. 4 vranità popolare, e valorizzando altre-
sì il diritto di libera associazione come
fondamento di una società modellata
sulla collettività e non sull’individuo.
Per la Società d’Incoraggiamento quel
ventennio, posto nel cuore dell’ascesa
risorgimentale, doveva rappresentare
il banco di prova degli ideali espressi
dai primi articoli del suo statuto: pro-
muovere, sostenere e favorire , anche
con sussidi economici per i ceti più de-
boli, l’acquisizione di un’istruzione tec-
nica capace di sostenere la loro eman-
cipazione attraverso il lavoro, la loro
crescita sociale, il loro ruolo attivo nel-
la collettività.
La storia della Società, presto seguita
da altri modelli associativi ancora più
popolari, come la Società Operaia, cor-
re quindi parallela alla costituzione di
un forte sentimento di coscienza nazio-
nale, condiviso largamente e ramifica-
to in tutte le componenti sociali. Come
ho avuto modo di sostenere in altra se-
de,2 il carattere filantropico di molte
componenti associative, la promozio-
13
14. ne dell’emancipazione attraverso l’istruzio-
Giuseppe Antonini (Rima San ne e il lavoro qualificato, il solidarismo e la
Giuseppe 1833 – Varallo 1889) mutua sussidiarietà esplicati dalle attività so-
Monumento a Giacomo Antonini, ciali, favorirono il dialogo e l’integrazione tra
1889
i ceti, prevenendo, per un lungo periodo, uno
marmo bianco scolpito, granito
scontro frontale oppure una radicale divari-
Varallo, Ponte Giacomo
Antonini
cazione tra gli interessi delle diverse forze so-
Fig. 5 ciali. Il senso di solidarietà, la condivisione
degli obiettivi e della vita associativa, la ge-
stione democratica delle cariche, delle assem-
blee, delle festività, nutrì inoltre il nascente
ideale della partecipazione democratica alle
scelte collettive, sebbene ancora nei limiti di
tendenze egemoniche ed oligarchiche per ora
difficilmente contenibili, ma ben radicate nel-
la precedente storia valsesiana.
§ La monumentalizzazione: i nomi e i volti
del Risorgimento
L’ingente evidenza di documenti, sia a stam-
pa che iconografici, reperiti negli archivi del
territorio e riferibili alla fase di costruzione
della memoria civile degli eventi risorgimen-
tali, ben documentata nelle sezioni prima e
seconda della mostra, lascia pensare che già a
partire dai primi anni Sessanta e fino agli an-
ni Novanta, sia stato intrapreso in Valsesia,
con qualche anticipo rispetto ad altri territo-
ri, un grande sforzo di monumentalizzazione
del recente passato, finalizzato alla formazio-
ne della coscienza collettiva della Nazione e
alla corretta trasmissione, anche in sede edu-
cativa, degli ideali che animarono quella lu-
minosa stagione. Questo processo, avviato
con l’erezione a Varallo del monumento al
14
15. primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II, nel te e protettore degli esuli politici italiani a
Anonimo del XIX secolo 1862 (fig. 3), si sarebbe poi protratto per due Londra, per finire poi con il ministro Quinti-
Lapide commemorativa di Quintino decenni oltre il compimento dell’unità nazio- no Sella (1827-1886; fig. 6), straordinario sta-
Sella nale, concentrandosi su due altre figure si- tista della Destra Storica liberale in tutta la
bassorilievo in marmo, bronzo,
gnificative e assai popolari delle vicende mi- prima, difficile, fase del Regno, ma anche ben
cm 153 x 139
litari e insurrezionali che avevano accompa- radicato nella Valle, dove fu presidente del-
Varallo, Palazzo dei Musei,
scalone
gnato processo risorgimentale. La prima è la Società d’Incoraggiamento (dal 1877 al
non inv. quella di Giuseppe Garibaldi, il cui monu- 1883) e della sezione di Varallo del Club Alpi-
Fig. 6 mento (1890) accorpa in sé, significativamen- no Italiano.
te, la lapide in memoria di tutti i caduti valse- Anche questo processo di monumentalizza-
siani nelle “patrie battaglie” (fig. 4); la secon- zione é strettamente legato al fervore della
da è rappresentata dalla personalità del mag- vita associativa valsesiana, che riusciva ad
gior combattente valsesiano nelle guerre per
l’Indipendenza, il generale Giacomo Antoni-
ni (1792-1854), elevato cosi al plauso nazio-
nale (1891; fig. 5) e il cui braccio, amputato-
gli dopo una ferita fatale nei pressi di Vicen-
za, già nel 1862 veniva venerato come ‘reli-
quia della Nazione’ e dal 1895 aveva trovato
spazio presso il Museo Correr di Venezia.
Ma, al di là di questi casi più eclatanti, che si
materializzarono in autentici monumenti, dai
fondi della Pinacoteca emergono numerosi
bozzetti, disegni o quadri che celebrano altri
protagonisti nazionali o locali della rinascita
patria: Vittorio Alfieri, Vincenzo Gioberti,
Carlo Alberto, Camillo Benso di Cavour, Sil-
vio Pellico, e ancora gli stessi Garibaldi e Vit-
torio Emanuele II, compaiono infatti ripetu-
tamente nella produzione degli artisti locali,
impegnati in una vera e propria campagna
di diffusione pubblica delle loro immagini,
mentre appaiono parimenti valorizzati anche
gli eroi locali, dal deputato Aurelio Turcotti,
primo rappresentante della Valsesia al Parla-
mento Subalpino (dal 1848 al 1853), all’edi-
tore Pietro Rolandi (1801-1862), già mecena-
15
16. esprimere in quella fase figure politiche e cul- § La casa comune: il fascino di un luogo
“Il Monte Rosa”, 31 ottobre 1861 turali di primo piano, acquisendo visibilità
Varallo, Biblioteca Museo nazionale e proiettando i propri uomini mi- L’occasione festosa della prima proclama-
Calderini gliori sulla ribalta pubblica della prima Italia zione del Regno d’Italia, cui questa mostra
Fig. 7
civile. Esso inoltre, unito ad a una crescente intende dare il proprio contributo, si asso-
attività pubblicistica in cui si distinse il setti- cia felicemente all’inaugurazione dei restau-
manale “Il Monte Rosa” (fig. 7), fondato dal- ri del Salone d’Onore della Società d’Inco-
lo stesso Pietro Calderini, contribuiva a “fare raggiamento, denominato ai tempi anche la
gli italiani”, missione oltremodo urgente e Grand’aula, che da oggi viene restituito alla
necessaria, e si sarebbe protratto a lungo, fino funzione che rivestì nel pieno del periodo ri-
alle soglie della Prima Guerra mondiale, sorgimentale, cioè quella di accogliere e cu-
quando sarà poi indispensabile sostituirlo stodire al suo interno non solo la memoria,
con la celebrazione di ben più tragiche e do- ma soprattutto la vita presente, attiva e ope-
lorose imprese nazionali. rosa di tutte le espressioni associative di que-
sta città e del suo territorio.
Restituirlo alla sua dimensione di casa comu-
ne di una collettività rappresenta un impe-
gno per il futuro, non soltanto un punto di
arrivo di un complesso percorso di recupe-
ro, ma soprattutto un punto di partenza. La
coscienza della sua rilevanza nella storia pas-
sata e recente di questa città ci impone il
compito di intraprendere un cammino che
non può limitarsi ad oggi ed appagarsi con
il semplice recupero di una struttura, seppu-
re bellissima, ma ci impegna nel dovere di ri-
flettere e attualizzare, nella nostra vita odier-
na, gli ideali che ispirarono i suoi fondatori,
ideali di solidarietà, di condivisione, di con-
senso, finalizzati ad un bene collettivo capa-
ce di trascendere la stessa volontà individua-
le dei singoli.
La sua storia ci indica con piena evidenza
questa prospettiva. Nella città di Varallo, che
ancora alla fine del Settecento contava ben
ventisette edifici religiosi, i luoghi di pubbli-
ca e civile riunione erano, nel periodo risorgi-
16
17. mentale, veramente scarsi e insufficienti. De- 1859 le Regie Scuole Tecniche, un passo im-
molito nel 1828 il vetusto Palazzo Pretorio, portante per la modernizzazione della cultu-
sede deputata alle assemblee del Consiglio ra scolastica della valle; qui, il 30 novembre
Generale della valle, e considerato il degra- 1862, veniva fondata la Società del Casino di
do progressivo dell’antico palazzo della Vi- Lettura, cellula primigenia della sezione di
cinanza, ridotto principalmente ad “uso di Varallo del Club Alpino Italiano; qui ancora,
pubblico teatro” (1881) per poi essere a sua esattamente un anno dopo, avveniva il bat-
volta abbattuto nel 1898, non esistevano al- tesimo delle scuole serali della Società Ope-
tre sedi dignitose ed adeguate a rappresen- raia di Mutuo Soccorso; e ancora qui, il 29
tare un luogo di pubblica adunanza. agosto 1869 si teneva il primo Congresso Na-
La costruzione di questa grande “sala per le zionale del Club Alpino, richiamando da
adunanze generali della Società” immagina- ogni parte della neonata Italia l’attenzione
ta e prevista fin dal primo decennio di vita dei cultori della montagna sulla Valsesia.
del sodalizio nell’ambito della riqualificazio- Mi auguro dunque che la meravigliosa sala
ne urbanistica e architettonica dei tre fabbri- di questa casa comune torni a rispecchiare
cati contigui di la cui la “filantropica istitu- gli ideali condivisi di tutta una comunità;
zione” era entrata in possesso, fu affidata ini- che essa non sia soltanto tempio della me-
zialmente alla maestria progettuale dell’ar- moria, come ci ricordano i numerosi volti il-
chitetto Alessandro Antonelli, ma, dopo di- lustri che la cingono come in un abbraccio,
verse traversie, qui ricostruite con puntuale ma laboratorio di progetti e idealità per il
documentazione da Alessandra Cesare (pp. presente e il futuro. Soltanto così il suo re-
67-74), fu completata solo nel 1853. Essa cupero avrà raggiunto un senso compiuto,
giungeva comunque a coronare il primo ven- che non si esaurisca nella venerazione dei
tennio di vita della Società d’Incoraggiamen- nostri celebri antenati, ma si ponga altresì al
to, edificando finalmente quella casa comu- servizio dei nostri, speriamo innumerevoli,
ne della società civile di cui da tempo si av- discendenti.
vertiva la necessità e che poteva così ospitare,
in una prestigiosa cornice, non soltanto le as-
Note
semblee societarie, ma anche ogni altra occa-
1 P. Calderini, Discorso per l’inaugurazione di un Museo di
sione di incontro, celebrazione o rappresen-
Storia naturale e d’una sede di soccorso al Club Alpino Italia-
tanza della comunità cittadina. Questo av- no, ora in La Valsesia. considerata sotto i suoi vari aspetti. Sag-
venne puntualmente, a partire dagli anni im- gi e discorsi, a cura di M. Bonola, Varallo 1996, p. 115.
mediatamente successivi. A titolo di esem- 2 M. Bonola, “molti uniti assieme e con pochi sacrifizi”. For-
pio, e senza poterne qui esaminare l’ampio me e ruoli dell’associazionismo borghese nella Valsesia risorgi-
mentale, in Patria scienza e montagna negli anni risorgimen-
significato, vorrei ricordare che proprio in tali. Una prospettiva valsesiana, atti del convegno, a cura di
questa Grande Sala furono inaugurate nel R. Cerri (Varallo, 16 ottobre 2010) in stampa.
17
18. Il catalogo non rispecchia l’allestimento della mostra: si è infatti nese, fu un punto di riferimento per gli esuli e la sua libreria un
scelto di guidare il visitatore lungo un percorso espositivo carat- porto franco per i ‘cospiratori’. Intorno alla sua figura si sono rac-
terizzato da alcuni temi di particolare rilevanza (si veda la piantina colti documenti che oggi consentono al patrimonio letterario del-
qui allegata). l’Incoraggiamento di fregiarsi di una collezione di autografi ric-
L’allestimento è articolato in sezioni che ospitano documenti ar- ca e, soprattutto, di qualità straordinaria, in particolare per un
chivistici e figurativi – busti e dipinti – che ‘raccontano’ la vicen- centro di piccole dimensioni come la città di Varallo. La raccol-
da risorgimentale attraverso la storia della Società d’Incoraggia- ta annovera fogli vergati dalla mano di Ugo Foscolo, Giuseppe
mento allo Studio del Disegno. Si può cogliere un doppio registro Mazzini e Garibaldi.
che consente di leggere gli eventi che condussero all’Unità d’Ita- Se attraverso queste testimonianze è possibile indagare gli ideali
lia: figure rappresentative della Società, personaggi che, con il risorgimentali, diverso è il discorso incentrato sul Generale Giaco-
loro operato, sancirono l’importanza dei singoli all’interno della mo Antonini, uomo d’armi le cui vicende, millantate con orgoglio,
Storia. Pietro Rolandi, in particolare, durante il soggiorno londi- lo fecero assurgere a modello di eroismo per la Valsesia intera.
ritratto del generale Giacomo Antonini busto di Don Pietro Calderini
teca contenente il braccio del generale Giacomo Antonini ritratto di Don Pietro Calderini
armi del XIX sec.
documenti del generale
ritratto di Pietro Rolandi
Giacomo Antonini
busto di Maria Adelaide
ritratto del deputato Aurelio Turcotti
busto di Vittorio Emanuele II
bozzetto di Silvio Pellico in carcere
ritratto di Quintino Sella
bozzetto per il monumento
di Vincenzo Gioberti autografi
documenti della Società
busto di Camillo Benso d’Incoraggiamento
di Cavour
bozzetto per il monumento bandiera
di Giuseppe mazzini
documenti di Carlo Alberto documenti del Risorgimento
ritratto di Carlo Alberto
manifesto dell’Esposizione Internazionale di Londra, 1862
manifesto dell’Esposizione Italiana, 1861
camicia rossa di Pietro Galloppini
foto fratelli Antongini cambiale dei fratelli Antongini
ritratto di Giuseppe Garibaldi
18
19. Maria Grazia Cagna
§ Sezione documentaria Garibaldi, Vittorio Emanuele II e al genera-
le Giacomo Antonini.
La sezione di documenti, curata dall’ Archi- Per Giuseppe Garibaldi è stato scelto un
vio di Stato di Varallo, nell’ambito delle ce- manifesto a stampa con il programma del
lebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia è 23° anniversario della Società Operaia di Va-
suddivisa in due parti. Da un lato è stata se- rallo, tenutasi il 24 giugno 1882, durante la
lezionata della documentazione che avesse quale fu commemorata la sua figura, defi-
qualche attinenza con il periodo risorgimen- nita di “grande operaio” e alcuni documen-
tale, a partire dallo Statuto albertino del ti relativi alla lapide dedicata a lui e ai ca-
1848, dall’altro, una seppur ridotta quantità duti valsesiani per l’indipendenza italiana.
di carte, riguarda la Società d’Incoraggia- Nel 1882, a poca distanza della morte del
mento allo Studio del Disegno, con riferi- valoroso condottiero, avvenuta il 2 giugno
menti al Salone d’onore, terminato nel 1853 a Caprera, iniziò in Valsesia una raccolta di
e restaurato quest’anno. fondi a questo scopo. Il manufatto, a forma
La parte risorgimentale è illustrata da alcuni di pergamena, fu realizzato dal marmista
manifesti a stampa riguardanti l’annuncio Lorenzo Ceruti, su disegno del pittore Giu-
della proclamazione dello statuto, i festeggia- lio Arienta (1826-1900). Il medaglione in
menti che ne seguirono o lo precedettero, in- bassorilievo, raffigurante Garibaldi è dello
ni e sonetti dedicati al re Carlo Alberto. scultore Zeffirino Carestia. L’inaugurazione
La scelta è poi caduta su una campionatura della lapide, posta in piazza De Gasperi, av-
di carte, conservate in alcuni archivi storici venne il 19 ottobre 1890.
comunali della Valsesia e in quello del Mu- Il monumento a Vittorio Emanuele II, pri-
seo Calderini di Varallo, riferite alle campa- mo re d’Italia, sorge sulla piazza centrale di
gne per le guerre d’indipendenza e ai mili- Varallo, che prende il suo nome. La scultura
tari valsesiani che vi parteciparono, ai qua- è opera di Giuseppe Antonini (1833-1889) e
li furono conferite medaglie e onorificenze fu donata alla città di Varallo dallo zio, prof.
e che purtroppo persero anche la vita in bat- Leone Antonini.
taglia. Un grazioso manifesto a colori, con In mostra, accanto al disegno con la plani-
al centro la figura di Giuseppe Garibaldi a metria della piazza e il progetto per la sta-
cavallo, ricorda la spedizione dei Mille. tua, sono esposti anche una fotografia d’e-
Si passa quindi al settore riguardante i mo- poca, nella quale si scorge la collocazione
numenti ricordo eretti a Varallo a Giuseppe originale del monumento, e due sonetti
19
20. scritti in occasione dell’inaugurazione, che di Venezia. Il senatore Rizzetti s’interessò
ebbe luogo il 1° giugno 1862. per ottenere la cessione dello storico cime-
Chiude questa parte di documentazione, lio alla città di Varallo e, nel dicembre 1913,
dedicata ai monumenti, quella relativa al il direttore del Museo Correr accolse la sua
generale Giacomo Antonini. A questo famo- richiesta. Il braccio fu definitivamente con-
so personaggio, nato a Prato Sesia, ma ori- segnato al sindaco di Varallo nel settembre
ginario di Vocca, partecipe di numerose bat- 1928 ed è custodito in un cofano realizzato
taglie, è dedicato il monumento, situato al dalla Laboratorio Barolo.
centro della gradinata del ponte sul Mastal- La seconda sezione comprende una piccola
lone, inaugurato il 23 agosto 1891. Nel 1887, campionatura di documenti provenienti dal-
si costituì un comitato, presieduto dal cava- l’archivio storico della Società d’Incoraggia-
lier Giovanni Antonini, sindaco di Vocca, mento allo Studio del Disegno, tra cui gli sta-
per raccogliere i fondi necessari per l’erezio- tuti organici del 1833 e un elenco dei soci.
ne dell’opera. Lo scultore Giuseppe Antoni- Il resto della carte esposte riguarda invece
ni, che realizzò il modello in gesso della sta- più direttamente il salone della Società, detto
tua, morì nel 1889 e la scultura fu ultimata anche aula magna, e il collocamento, nel cor-
dal figlio Leone, direttore del Laboratorio so degli anni, di busti e ricordi di benefattori,
Barolo. In merito a questo argomento, sono alcuni dei quali soci fondatori, oppure arti-
esposti una decina di documenti relativi al sti. Tra costoro è particolarmente ricordata
monumento e alla sua inaugurazione, la ri- come protettrice e insigne benefattrice del so-
produzione di una foto in cui si nota, alla dalizio la regina Maria Cristina, moglie di re
base del piedestallo, l’aquila di bronzo for- Carlo felice di Savoia. Il suo busto in marmo,
nita dalla ditta Mazzola di Valduggia, opera dello scultore Giovanni Albertoni, fu
asportata durante l’ultimo conflitto mondia- inaugurato il 28 settembre 1864, alla presen-
le, e alcune lettere. Accanto a questi l’elen- za delle autorità civili e militari di Varallo.
co dei cimeli del generale, che Giuseppina In questo settore sono esposte anche alcune
Avondo Fassò donò nel 1891 al comune di lettere, provenienti dalla prestigiosa colle-
Varallo e che questi depositò presso la So- zione di autografi, appartenenti al Museo
cietà d’Incoraggiamento allo Studio del Di- Calderini. I manoscritti fanno parte del car-
segno e il verbale di consegna del braccio teggio di Pietro Rolandi, l’editore-librario,
del generale Antonini. Il 21 marzo 1848, originario di Quarona, emigrato a Londra,
mentre si batteva nei pressi di Vicenza con- dove gestiva un emporio librario, che di-
tro gli Austriaci, l’Antonini fu gravemente venne il punto di riferimento dei profughi
ferito e dovette subire l’amputazione del italiani. Le lettere furono donate da Luigi
braccio. L’arto fu conservato presso la con- Rolandi, pronipote di Pietro, al prof. don
tessa Maddalena Montalbo Comello fino al Pietro Calderini, fondatore del Museo. Il
1892, quando fu trasferito al Museo Correr carteggio è detto Angeloni-Rolandi-Gianni-
20
21. ni, perché è formato da lettere dirette a Pie- § Regesto
tro Rolandi, Luigi Angeloni (1758-1842) e
Silvio Giannini (1815-1860). Si tratta di una
collezione che comprende autografi d’intel- Risorgimento
lettuali sensibili agli ideali del Risorgimento,
come Silvio Pellico, Giuseppe Mazzini, Giu- 1) Varallo, 4 novembre 1847
seppe Garibaldi, ecc. Inno a S. M. il Re Carlo Alberto
Per l’esposizione sono stati scelti dieci scrit- Varallo, tip. Colleoni
ti di Garibaldi, Mazzini, Cavour, d’Azeglio, MUSEO, b. 25
Manzoni, Buonarroti, Gioberti e Bini.
I manoscritti furono studiati e catalogati dal 2) Torino, 8 febbraio 1848
dott. Annibale Campani che, nel 1900, pub- Carlo Alberto annuncia l’intenzione di pro-
blicò Una insigne collezione di autografi (Car- mulgare lo Statuto
teggio Angeloni-Rolandi-Giannini). Notizia e Man. a st., Torino, stamperia Reale
catalogo. BOR, b. 218
1 2
21
22. 3) Torino, 11 febbraio 1848 5) Torino, 17 marzo 1848
Il presidente della commissione eletta dai cit- Carlo Alberto, su proposta del segretario di
tadini di Torino, per regolare le dimostrazio- stato per gli Affari Interni, convoca i collegi
ni di esultanza del popolo, avvisa il sindaco elettorali per le elezioni dei deputati, per il
di Varallo, Girolamo Bevilacqua, che la festa giorno 17 aprile e il Senato e la Camera dei
nazionale, fissata per il 13 febbraio, è stata deputati per il 27 aprile
spostata al giorno 27 BOR, b. 124
A st.
VAR, b. 259 6) 1848
Il notaio Michele Cusa rivolge un appello ai
4) Varallo, 29 marzo 1848 Valsesiani, affinché raccolgano camicie e te-
Carlo Alberto comunica la decisione d’intra- la da inviare ai soldati che combattono per la
prendere la guerra contro l’Impero Asburgi- guerra d’Indipendenza
co conducendo l’esercito piemontese in ap- Man. a st., Varallo, tip. Colleoni
poggio alla Lombardia insorta VI, b. 283
Man. a st., Torino, stamp. Reale
CAM, b. 149 7) 1848
La festa nazionale di Campertogno nel giorno 26
gennaio 1848
Op. a st. di pp. 56. Varallo, tip. Colleoni
MUSEO, b. 33
8) Varallo, 5 maggio 1851
L’intendente della Valsesia, Carlo Balladore,
avvisa i sindaci della provincia che, per ricor-
dare la concessione dello statuto da parte di
re Carlo Alberto, il Parlamento ha approva-
to un progetto di legge per istituire una festa
nazionale da celebrare ogni anno nella secon-
da domenica del mese di maggio
A st.
VAR, b. 373
9) Monza, 15 febbraio 1861
Il consiglio d’amministrazione del 9° Reggi-
mento Fanteria dichiara che il soldato Giu-
3
seppe Margarini ha partecipato alla campa-
22
24. gna militare del 1859 e ha ottenuto la meda- gimento Bersaglieri di Cuneo, dichiara che
glia francese commemorativa Gaudenzio Guglielmi ha partecipato alla
VAL, b. 314 campagna del 1849, per cui ha diritto di
fregiarsi della medaglia commemorativa
10) Monza, 6 marzo 1861 delle guerre combattute per l’Indipenden-
Il comandante del 9° Reggimento Fanteria, za d’Italia
Battaglione di deposito, comunica a Ignazio VAL, b. 314
Bugnanchi, impiegato presso l’ufficio di Go-
verno della provincia di Novara che, dai ruo- 12) 16 gennaio 1867
li, risulta il decesso del soldato Giuseppe Il Comando militare della Valsesia scrive al
Margarini di Valduggia, avvenuto presso l’o- sindaco di Borgosesia Giovanni Cappellaro
spedale di Ancona il 3 gennaio 1861 affinché avverta Francesco Tosale e Giusep-
VAL, b. 314 pe Sella, di recarsi presso il Comando milita-
re per ritirare la dichiarazione di servizio du-
11) Cuneo, 2 marzo 1866 rante la campagna di guerra del 1866
Il Consiglio d’amministrazione del 1° Reg- BOR, b. 138
8 9
24
27. 13) Foresto, 17 dicembre 1884 zione delle lire 695 assegnate alla Valsesia”
Il sindaco Giovanni Bertoncini rende noti i VI, b. 191
nomi dei soldati residenti nel comune di Fo-
resto, deceduti nelle campagne militari del 15) [Sec. XIX]
1849 e 1856 “A Carlo Alberto Re. Per le generose riforme
BOR, b. 138 annunziate il 30 ottobre 1847. Inno”
Ms. anonimo
14) [Sec. XIX] MUSEO, b. 25
“Nota dei soldati partiti per la guerra d’O-
riente, le cui famiglie a tenore della Commis- 16) [Fine del secolo XIX]
sione Centrale Governativa, in data 1° agosto Elenco dei Valsesiani caduti nelle guerre per
1856 vennero dalla sottocommissione locale l’Indipendenza d’Italia dal 1848 al 1866
giudicate in diritto di ricevere un eguale por- VAR, b. 293
15 16
27
28. Monumenti e ricordi Varallo con una pubblica commemorazione
di Giuseppe Garibaldi, deceduto il 2 giugno
17) Vienna, 7 giugno 1882 nell’isola di Caprera
Giulio Axerio di Rima, residente a Vienna, in- Man. a st. Varallo, tip. Colleoni
via a Gian Giacomo Massarotti, direttore del VAR, b. 293
giornale “Valsesia”, un’offerta di 60 fiorini
19) [1890]
per iniziare la sottoscrizione pubblica allo
Nota delle spese sostenute dal pittore Giulio
scopo di erigere in Varallo un ricordo a Giu-
Arienta per la medaglia di bronzo, raffigu-
seppe Garibaldi
rante Giuseppe Garibaldi, realizzata a Roma
VAR, b. 293
dallo scultore Zeffirino Carestia
VAR, b. 293
18) Varallo, 24 giugno 1882
Programma per la celebrazione della festa 20) Varallo, 22 maggio 1890
del 23° anniversario della Società Operaia di Preventivo del marmista Lorenzo Ceruti di
17 18
28
29. Varallo, per la realizzazione della lapide ai guerre per l’Indipendenza e del ricordo eret-
caduti per l’indipendenza italiana to a Giuseppe Garibaldi”
VAR, b. 293 VAR, b. 293
21) Varallo, 10 ottobre 1890 23) [Sec. XIX]
Programma per l’inaugurazione di due ricor- “I Mille eroi e l’illustre loro duce”
di a Giuseppe Garibaldi e ai caduti per l’Indi- Genova, lit. Armanino, copia a st.
pendenza italiana MUSEO, b. 33
A st., Varallo, tip. Camaschella e Zanfa
24) Borgosesia, 17 luglio 1861
VAR., b. 293
Planimetria della piazza del teatro di Varal-
22) Varallo, 19 ottobre 1890 lo con il progetto del monumento da erigere
“Verbale dell’inaugurazione e della consegna al re Vittorio Emanuele II
fatta al municipio di Varallo della lapide che Ing. Giuseppe Antonini; mm. 691x612
commemora i Valsesiani caduti durante le VAR, b. 298 bis
19 20
29
31. 24
25) 1862 27) [Ante 1930]
Sonetti scritti in occasione dell’inaugurazione Piazza Vittorio Emanuele II con il monumen-
del monumento al re Vittorio Emanuele II to e la chiesa di S. Marta
A st. Varallo, tip. Colleoni Foto b/n
MUSEO, b. 25 VAR, b. 298 bis
26) Novara, 3 aprile 1870 28) Borgosesia, 23 luglio 1887
Celestino Dago ringrazia la Società d’Inco- Alessandro Antongini accetta di fare parte
raggiamento allo Studio del Disegno per del comitato nato allo scopo di raccogliere
aver accettato di depositare nelle sale della fondi per l’erezione di un monumento al ge-
Società il quadro raffigurante Vittorio Ema- nerale Giacomo Antonini, pur affermando
nuele II, realizzato dal fratello Gaudenzio che a causa dei suoi numerosi impegni nel-
SOCINC, b.11 la gestione della Manifattura Lane di Bor-
31
32. 25a 25b
gosesia, il suo contributo sarà forzatamente
limitato
Sott. aut.
VAR b. 293
29) Prato Sesia, 14 agosto 1891
Estratto dell’atto di nascita del generale Gia-
como Antonini
VAR, b. 293
30) Varallo, 16 agosto 1891
Il sindaco di Varallo, Carlo Boccioloni, avver-
te che per l’inaugurazione del monumento
del generale Antonini sarà vietato il transito
dei veicoli sul ponte del Mastallone
Man. a st., tip. Camaschella e Zanfa
26
VAR, b. 293
32
35. 31) Varallo, 23 agosto 1891 de al presidente della Società d’Incoraggia-
Verbale di consegna del monumento a Gia- mento allo Studio del Disegno di poter de-
como Antonini, rappresentato in divisa da positare presso il museo i cimeli del genera-
generale, in atto di sguainare la spada le Giacomo Antonini, donati alla città di Va-
VAR, b. 293 rallo da Giuseppina Avondo Fassò, vedova
dell’ingegnere Giuseppe Antonini
32) 23 agosto 1891 SOCINC, b. 11
Sonetto composto dall’avvocato Giovanni
Zoppetti, in occasione dell’inaugurazione 34) 1891
del monumento al generale Giacomo An- Discorso pronunciato il 28 agosto 1891 dall’av-
tonini vocato Antonio Grober nell’atto in cui inaugura-
VAR, b. 293 vasi in Varallo il monumento al generale Giaco-
mo Antonini
33) Varallo, 31 agosto 1891 Varallo, tip. Camaschella e Zanfa
Il sindaco di Varallo, Carlo Bocciolone, chie- MUSEO, b. 22
32 33
35
36. 35) Venezia, 8 settembre 1928
Il direttore del museo Correr di Venezia, dott.
Ricciotti Bracchi, consegna al podestà di Va-
rallo Vittorio De Marchi, il braccio del gene-
rale Giacomo Antonini
VAR, b. 293
36) Varallo, 21 settembre 1929
L’amministrazione comunale di Varallo de-
libera di elargire lire 340, come contributo al-
la spesa di un cofanetto per la conservazio-
ne del braccio del generale Antonini
SOCONS, b. 19
35
34 36
36
37. La Società d’Incoraggiamento allo Studio
del Disegno in Valsesia
37) Varallo, 25 settembre 1836
Elenco dei membri componenti la Società d’inco-
raggiamento allo studio del disegno nella provin-
cia di Valsesia
Varallo tip. Rachetti
SOCINC, b. 6
38) Varallo, 18 aprile 1833
Statuti organici della Società d’incoraggiamento
allo studio del disegno in Valsesia
Varallo, tip. Caligaris
SOCINC, b. 1
37
38 39
37
39. 43) Varallo, 22 agosto 1908
Programma della festa d’inaugurazione del
vessillo della Società d’Incoraggiamento allo
Studio del Disegno
SOCINC, b. 7
44) Varallo, 7 settembre 1934
Elenco dei monumenti-ricordo collocati nel-
l’aula magna della Società
SOCINC, b. 7
44
45) S.d.
Progetto di regolamento per il collocamento
39) Varallo, 1846 dei ricordi nelle sale del palazzo sociale del-
Il pittore Giovanni Battista Zali sottoscrive la Società d’Incoraggiamento allo Studio del
un’azione per la realizzazione di un busto in Disegno
marmo al canonico Nicolao Sottile SOCINC, b. 7
SOCINC, b. 7
40) Varallo, 28 settembre 1864
Nella solenne inaugurazione di un busto in mar-
mo eretto in Varallo alla maestà della regina Ma-
ria Cristina per cura della valsesiana Società d’in-
coraggiamento allo studio del disegno
Varallo, tip. Colleoni
SOCINC, b. 7
41) Torino, 31 dicembre 1887
Lo scultore Giacomo Ginotti dichiara di rice-
vere dal conte Gioacchino Toesca di Castel-
lazzo, il saldo per la fornitura del busto del
poeta Giuseppe Regaldi
SOCINC, b. 7
42) Vanzone, 17 giugno 1895
Il pittore Andrea Bonini informa il notaio
Giovanni Ferrari, presidente della Società
d’Incoraggiamento, di accettare l’incarico per
la decorazione del Salone della Società
45
SOCINC, b. 58
39
40. § Autografi 47) 20 luglio 1838
Giuseppe Mazzini a Carlo Bini
46) Bruxelles, 26 luglio 1828 Ha scritto a diverse persone senza ottenere
Filippo Buonarroti a Luigi Angeloni risposta. Se avesse saputo che poteva aiutar-
Lo omaggia di una copia della sua opera lo si sarebbe rivolto a lui. Chiedeva un pre-
più conosciuta dal titolo Conspiration pour stito di 4000 franchi con interessi e la restitu-
l’égalité dite de Babeuf, con alcune conside- zione del capitale dopo tre anni e non l’ha ot-
razioni sulle loro differenze di pensiero: “tu tenuto, anche se tutti sanno che la sua fami-
neghi la legge e il gius di natura ed io l’am- glia è ricca ed egli è figlio unico. “Pietro mi
metto; tu impugni l’uguaglianza morale tra ha convertito l’imprestito in elemosina, mi ha
gli uomini ed io la credo verissima”, pur mandato di suo mille franchi, non mi ha sal-
ammettendo che, su alcuni punti, le loro vato dalle angustie, mi ha fatto arrossire, mi
idee convergono e cioè “la sovranità del ha messo una spina nel core”. Parla delle tri-
popolo, l’odio dei tiranni, l’amor di libertà, sti condizioni dei tempi, dello scioglimento
il rovescio delle cose monarchiche e nobili- della Giovine Italia: “la gioventù italiana si è
stiche ...” arrestata davanti alle prime persecuzioni, ai
46 47
40
41. primi moti de’ governi ridesti, si è messa l’a-
nima in pace”. Conclude la lunghissima let-
tera con le parole. “addio fratello, segui ad
amarmi, tanto pochi mi amano ed io non vi-
vo più d’altro che di qualche ricordo, delle
passioni solitarie dell’anima mia e di un po’
di amore”
48) Milano, 6 giugno 1843
Alessandro Manzoni a Pietro Rolandi
Da Parigi gli sono stati nuovamente richiesti
i politipi dell’edizione illustrata dei Promessi
sposi. Egli è disposto a spedire i legni della ri-
produzione, purché se ne assicuri la vendita
in Germania e in Inghilterra. Chiede se il sig.
Feather Stonough sarebbe disposto ad acqui-
stare l’intera collezione per 9400 franchi. Par-
la dei 150 esemplari dei Promessi sposi illu-
strati, rimasti in sospeso nelle trattative col
Rolandi
49) Roma, 7 maggio 1847 48
Massimo d’Azeglio a Silvio Giannini
Ha ricevuto i due discorsi che gli ha man-
dato. Afferma di non voler stampare, se
non apertamente, qualunque scritto che ri- stampa delle Mie prigioni e neppure la ripro-
guardi lo Stato Pontificio, almeno per il duzione in francese e italiano dei capitoli “di
tempo in cui vivrà a Roma, ospite di Pio IX, giunta dal Latour pubblicati”
e dove “il consiglio di censura è così largo
nel permettere la stampa di qualunque 51) 24 ottobre 1847
scritto politico” Vincenzo Gioberti a Pietro Rolandi
Lo ringrazia del suo cortesissimo foglio, do-
50) Torino, 17 maggio 1847 ve si era fatto interprete dei sentimenti dei
Silvio Pellico a Silvio Giannini compatrioti verso di lui “benché io non pos-
Gli dispiace di non poterlo accontentare, ma sa in coscienza accettare le lodi che ella mi
un impegno preso con il libraio Giuseppe da”. Spera che ripassando per Parigi non di-
Bocca, non gli permette di consentire la ri- mentichi di fargli visita
41
44. 52) Firenze, 4 novembre 1848 55) s.d.
Giuseppe Garibaldi ad Antonio Torricelli a Camillo Cavour al generale Dabormida
Livorno Lo prega di trasmettere un piego
Desidera che lo consideri suo amico ovun-
que e sempre e promette che farà il possibi- 56) s.d.
le per essere di fatto, vicino a quei valorosi Carlo Bini ad Adriano (Biscardi)
assediati “L’abbominio è consumato. La Costituzione
trionfa e mi strascina nella sua carriera di
53) s.d viltà”. Per una colletta, oppure un prestito di
Giuseppe Mazzini a Pietro Rolandi soldi a favore di Giuseppe Mazzini, ha rice-
Emilio gli ha dato il Purgatorio e sembra va- vuto rifiuti: Foà ha scritto un biglietto “che
da bene “mi bisogna ora attaccare le varian- vale un tesoro per la sua quintessenza giu-
ti al testo e rivedere quest’ultimo anche una daica”. Bastogi aveva disposto di far dare al
volta paragonandolo”. Il copista può quindi Mazzini quel tanto che bastava per non la-
essere retribuito: chiede uno scellino per can- sciarlo morire di fame e che in seguito gli
to. Cita poi il manoscritto del Foscolo sulla avrebbe mandato 500 0 600 franchi, prote-
Divina Commedia stando di non poter fare di più.
Inveisce quindi di nuovo contro la Costitu-
54) s.d. zione, defindendola “una gran fattucchiera,
Camillo Cavour a M. A. Castelli così gesuitica, così santamente perfida, così
Gli fissa un appuntamento al Ministero per prestigiatrice da far apparire bene il male e
conferire “sulla risposta a farsi al Santa Rosa” male il bene”
44
45. Gianluca Kannès
§ Sezione storico artistica occasioni di monumenti pubblici su scala ur-
bana che vi furono, nei primi decenni postu-
Gli anni tra il 1870 e il 1890 vedono un po’ in nitari, a Varallo. Il capoluogo valsesiano si se-
tutta Italia, ma in primo luogo a Torino, il gnala per un episodio di eccezione. È la pri-
diffondersi di quello che gli stessi contempo- ma città a dedicare, con il Vittorio Emanuele
ranei battezzarono, con termine ironico, ‘mo- annuncia l’Italia all’Europa di Giuseppe Anto-
numentomania’. Parchi, piazze e principali nini (vedi fig. 3 p. 12), inaugurato il 9 giugno
snodi urbani si popolano dei simboli del nuo- 1862, una statua a un Savoia nelle vesti di so-
vo Stato unitario, generalmente frutto di sotto- vrano non del Piemonte, ma del nuovo Stato
scrizioni che erano, per le élites locali, al tempo unitario. Ma è significativo che si sia tratta-
stesso un modo per mettersi in mostra e sot- to, nella sostanza, di un dono offerto alla città
tolineare il proprio ruolo. L’elenco dei contri- da uno zio parente in secondo grado dello
butori veniva pubblicato sui giornali locali; le scultore, Leone Antonini, che finanziò quasi
inaugurazioni alla presenza di alte persona- integralmente l’operazione: il sincero omag-
lità fornivano occasioni per consolidare il pro- gio dinastico si combina con la volontà di
prio tessuto di relazioni e, a volte, per mettere agevolare la carriera del nipote, che, anche
in evidenza schieramenti politici di corrente.1 grazie a questo biglietto da visita, otterrà, cir-
L’obiettivo era quello di costruire un reperto- ca otto anni più tardi, la nomina a Direttore
rio iconico di forte valore simbolico che addi- del Laboratorio Barolo.2
tasse alle generazioni future le guide spiritua- Se si esclude forse il bel medaglione che Zef-
li e politiche della nuova nazione. Ma nel mo- firino Carestia (1849-1908) dedicò nel 1890 a
mento stesso in cui accettano di partecipare a Garibaldi nell’attuale Corso Umberto I (vedi
questo processo di selezione di modelli co- fig. 4 p. 13), le altre iniziative celebrative per il
muni per tutto lo Stato, i vari centri italiani, centro cittadino riflettono anch’esse questo
quasi timorosi di perdere la propria identità, sforzo per far assurgere a livello nazionale dei
restano attenti a non perdere di vista una esi- simboli di identità locale. Questo vale in mo-
genza che può sembrare a tratti antitetica: do esemplare per la statua del generale Gia-
quella di promuovere il rilancio delle proprie como Antonini (vedi fig. 5 p. 14), reduce maz-
specificità locali attraverso l’esaltazione dei ziniano e deputato della valle al Parlamento
‘genius loci’ utili a propagandarle. subalpino, realizzata tra il 1887 e il 1891, ma
Di fondo, lo stretto intreccio fra queste due anche per il Monumento a Gaudenzio Ferra-
tendenze è evidente proprio nelle principali ri, frutto di una sottoscrizione che, allo scopo
45
46. di consolidare il riconoscimento di un ruolo
Pier Celestino Gilardi sovra regionale per l’artista, si tentò con pre-
(Campertogno 1837 – cisa valenza pubblicitaria di allargare a tutti i
Borgosesia 1905) maggiori comuni italiani . L’iniziativa, in ge-
Ritratto di Quintino Sella, 1885
stazione dal 1864, figura in consonanza, per
circa
cronologia, con quanto proponevano all’epo-
olio su tela, cm 170 x 107
committente il Club Alpino
ca altri centri della penisola: Cento, dove il
Italiano – sezione di Varallo Monumento a Guercino è del 1862; Parma,
Varallo, Club Alpino Italiano – dove l’inaugurazione del Monumento a Cor-
sezione di Varallo reggio risale al 1870; Foligno che nel 1865 pro-
non inv. gettò un analogo riconoscimento per il capo-
Fig. 1
Pier Celestino Gilardi
scuola locale, Nicolò di Liberatore detto L’A-
(Campertogno 1837 –
Borgosesia 1905)
lunno, inaugurandolo nel 1872.3
Prigioniero Ma a Varallo è significativo che già sul gior-
cera dipinta, cm 13,5 x 25,5 x 14 nale locale “Il Monte Rosa” del 8 aprile 1865
inv. 530 compaia un primo appello affinché l’artista
Fig. 2 prescelto per realizzare la statua fosse un val-
sesiano, condizione poi ribadita dal bando di
concorso nel 1869. La strategia da adottare per
rilanciare il ruolo della città come piccola ca-
pitale artistica è, in effetti, un tema dominan-
te fra l’intellettualità locale dell’Ottocento; e in
quella sorta di Pantheon valsesiano in cui si
tentò di trasformare negli anni il Salone d’o-
nore della Società d’Incoraggiamento la scel-
ta degli effigiati non è meno importante di
quella delle personalità chiamate a ritrarli, ve-
dendosi nell’affido delle commissioni al tem-
po stesso un modo per creare in valle un’an-
tologia dei migliori artisti contemporanei.
Da qui la qualità particolarmente alta dei ma-
teriali che le istituzioni valsesiane si sono di-
mostrate in grado di fornire per il presente ca-
talogo. Si attira l’attenzione anzitutto sul ri-
tratto di Quintino Sella, commissionato nel
46
47. Giuseppe Antonini (Rima San
Giuseppe 1833 – Varallo 1889)
Busto di Camillo Benso di Cavour
gesso, cm 92 x 69 x 45
dono degli eredi di Giuseppe
Antonini, 1918
inv. 3069
Fig. 3
Giuseppe Antonini (Rima San
Giuseppe 1833 – Varallo 1889)
Busto di Vittorio Emanuele II
gesso, cm 93 x 73 x 39
dono degli eredi di Giuseppe
Antonini, 1918
inv. 3070
Fig. 4
Giovanni Albertoni (Varallo
1806-1887)
Bozzetto per il monumento a
Vincenzo Gioberti (Torino, Piazza
Carignano), 1859 circa
gesso, cm 72 x 30 x 25
acquisto della Società per la
Conservazione delle Opere
d’Arte e dei Monumenti in
Valsesia, 1891
inv. 983
Fig. 5
Giovanni Albertoni (Varallo
1806-1887)
Busto di Maria Adelaide
d’Austria, 1856
gesso, cm 90 x 69 x 31
dono della moglie di Giovanni
Albertoni, 1898
inv. 806
Fig. 6
47
48. Giulio Arienta (Varallo 1826-
1900)
Ritratto di Giuseppe Garibaldi
olio su tela, cm 33,5 x 27
dono degli eredi di Giulio
Arienta (?), 1903
inv. 247
Fig. 7
48
49. 1886 a Pier Celestino Gilardi 4 (1837-
Luigi Belli (Torino 1848-1919) 1905; fig. 1) dalla Sezione di Varallo in
Bozzetto per il monumento a onore del fondatore del Club Alpino
Giuseppe Mazzini (Torino, via dei Italiano. L’opera, finora poco nota, è
Mille), 1915-1917
giunta in mostra corredata dalla cor-
gesso patinato a bronzo, cm 43 x
nice originaria curata dal laboratorio
33,5 x 25,5
dono di Ernestina Belli, 1941
Barolo e dai mandati di pagamento
inv. 990 firmati da Pietro Calderini e Giusep-
Fig. 8 pe Antonini; dello stesso autore la
‘prova’ giovanile in cera raffigurante
Attribuito a Leone Antonini forse Silvio Pellico in carcere (fig. 2) e
(Varallo 1861 – Milano 1941) i due busti di Camillo Cavour e di
Busto di don Pietro Calderini
Vittorio Emanuele II (figg. 3-4). Ma
gesso, cm 51,5 x 48 x 32,5
anche Giovanni Albertoni (1806-1887;
Varallo, Museo Calderini
Fig. 9
fig. 5), il principale scultore valsesia-
no di metà Ottocento, l’ambasciatore
informale della valle presso il mondo
artistico torinese come lui stesso
scherzosamente si definiva in una sua
lettera del giugno 1864 a Pietro Cal-
derini,5 è testimoniato da opere di
grande raffinatezza, quali il ritratto
della prima moglie di Vittorio Ema-
49
50. Giovanni Maria Baccarlino
(Cadarafagno di Breia 1826 –
Borgosesia 1889)
Ritratto di don Pietro Calderini
olio su tela, cm 54,7 x 47
dono, 1953
inv. 897
Fig. 10
Giuseppe Dedominici (Rossa
1758-1840)
Ritratto di Carlo Alberto
olio su tela, cm 83,5 x 61
deposito dalla Società
d’Incoraggiamento allo Studio
del Disegno
inv. 69
Fig. 11
Gaudenzio Dago (Rimella
1821/1822 – Novara 1865/1866)
Ritratto di Vittorio Emanuele II
olio su tela, cm 90 x 69
dono dei fratelli di Gaudenzio
Dago, 1873
inv. 198
Fig. 12
Tommaso Festa (Crevola di
Varallo 1819-1879)
Ritratto di Aurelio Turcotti
olio su tela, cm 82 x 66,5
dono dell’autore alla Società
d’Incoraggiamento allo Studio
del Disegno, 1885
inv. 208
Fig. 13
50
51. Tommaso Festa (Crevola di
Varallo 1819-1879)
Ritratto di Vittorio Emanuele II,
1864
disegno acquerellato, mm 300 x
230
dono di Alberto Durio, 1942
inv. 427
Fig. 14
Carlo Arienti (Arcore 1801 –
Bologna 1873)
Ritratto del generale Giacomo
Antonini
olio su tela, cm 84 x 61,5
dono di Giuseppina Avondo
vedova Fassò, 1893
inv. 916
Fig. 15
nuele II, Maria Adelaide (fig. 6). Assieme al-
Anonimo del XIX secolo l’Albertoni, Giulio Arienta fu, nel 1875, subi-
Ritratto di Pietro Rolandi
to dopo il suo rientro dall’Argentina, il princi-
olio su tela, cm 100 x 86,5
pale promotore della nascita della Società per
deposito dalla Società
d’Incoraggiamento allo Studio
la Conservazione delle Opere d’Arte e dei
del Disegno Monumenti in Valsesia, organismo progetta-
inv. 932 to alle origini per supplire la Società d’Inco-
Fig. 16 raggiamento, troppo impegnata nelle scuole e
con le collezioni scientifiche, nella raccolta di
fondi per i restauri al Sacro Monte “e per di-
sporre in unico luogo gli oggetti che si possa-
no acquisire” 6 (fig. 7). Degli altri artisti valse-
siani Luigi Belli (1848-1919) è l’autore nel
1915-1917 del monumento a Torino per Maz-
zini (fig. 8), notoriamente un personaggio il
cui culto fu per lungo tempo controverso, da-
te le posizioni ostili alla monarchia. Leone
Antonini (1861-1941) è probabilmente presen-
te con il busto di Pietro Calderini7 (fig. 9), una
51
52. Giovanni Albertoni (Varallo
1806-1887)
Busto di Maria Cristina di Savoia,
1864
marmo bianco scolpito, cm 103
x 68 x 33
non inv.
Fig. 17
Giuseppe Antonini (Rima San
Giuseppe 1833 – Varallo 1889)
Busto del conte Benedetto Carelli
marmo bianco scolpito, cm 90 x
61 x 36
non inv.
Fig. 18
Pietro Della Vedova (Rima 1831
– Torino 1898)
Busto di Giovanni Benedetto
Rachetti, 1864
marmo bianco scolpito, cm 83 x
61 x 38
non inv.
Fig. 19
Giuseppe Antonini (Rima San
Giuseppe 1833 – Varallo 1889)
Busto di Giacomo Geniani, 1874
marmo bianco scolpito, cm 102
x 67 x 50
non inv.
Fig. 20
52
53. Albertina noto al momento soprattutto per
Giuseppe Antonini (Rima San l’attività a Bra e nel braidese, autore dell’olio
Giuseppe 1833 – Varallo 1889) raffigurante il deputato Andrea Turcotti e del
Busto del generale Giacomo disegno di grande qualità con Vittorio Ema-
Antonini
nuele II (1864) (fig. 14), e il non valsesiano Car-
marmo bianco scolpito, cm 86 x
lo Arienti (1801-1873; fig. 15), professore di pit-
53 x 43
non inv.
tura sempre all’Albertina di Torino dal 1843 al
Fig. 21 1859, poi a Bologna fino al 1871. Merita inol-
tre una menzione, per l’importanza che rivestì
Zeffirino Carestia (Riva nel contesto risorgimentale il personaggio ef-
Valdobbia 1854 – Novara 1908) figiato – Pietro Rolandi – il dipinto realizzato
Busto di Carlo Frigiolini, 1884 da un anonimo del XIX secolo 9 (fig. 16).
marmo bianco scolpito, cm 114 x
Ma forse vale la pena di sottolineare soprat-
75 x 48
tutto come funzioni di interscambio fra cele-
non inv.
Fig. 22
delle opere più caratteristiche del suo con-
temperare le sollecitazioni della modernità
con un verismo di impianto antibistolfiano; 8
il fondatore del Museo di Storia Naturale è
raffigurato anche in una tela di Giovanni Ma-
ria Baccarlino (1826-1889; fig. 10). Giuseppe
De Dominici (1758-1840) è tra i principali rap-
presentanti in valle della fase neoclassica (fig.
11) e Gaudenzio Dago (1821/1822-1865/1866;
fig. 12), attivo soprattutto a Novara, fu una
delle più promettenti figure uscite negli anni
Quaranta dalle scuole di Varallo, purtroppo
stroncato da morte precoce.
Occorre ricordare anche Tommaso Festa
(1819-1879; fig. 13), un allievo dell’Accademia
53
54. brazione locale e miti nazionali, tra culto de-
Leone Antonini (Varallo 1861 – gli eroi e rilancio della riconoscibilità di Va-
Milano 1941) rallo come centro artistico siano sempre state
Monumento a don Pietro Calderini, tipiche del Salone d’onore del Palazzo Socia-
1909
le che, del resto, fu usato già nel 1869 proprio
bassorilievo in bronzo, cm 356 x
per esporre i bozzetti presentati a concorso
153 x 50
non inv.
per il Monumento a Gaudenzio Ferrari già
Fig. 23 citato in queste pagine.
Anonimo del XIX secolo
Lapide commemorativa di don
Pietro Camaschella, 1897
bassorilievo in bronzo, cm 148 x
148,5 x 15
non inv.
Fig. 24
L’allestimento che ci viene descritto dal Ca-
nonico Romerio nel 1924 10 registra poi come
si configurasse a quella data la sequenza ca-
nonica, suggerita dalla bozza di regolamento
del 1904, di ricordi di valsesiani insigni, arti-
sti e benefattori della Società d’Incoraggia-
mento: Gaudenzio Ferrari (vedi fig. 6 p. 73),
Maria Cristina di Savoia (1812-1836; fig. 17),
il conte Benedetto Carelli (1772-1852; fig. 18),
il Giovanni Benedetto Rachetti (1701-1772;
fig. 19), Giacomo Geniani (1796-1849; fig. 20),
il generale Giacomo Antonini (fig. 21), Carlo
Frigiolini (1814-1880; fig. 22), i canonici Ni-
colao Sottile (1751-1832; vedi fig. 3 p. 70) e
don Pietro Calderini (fig. 23), don Cama-
schella (fig. 24), il poeta Giuseppe Regaldi
(1809-1883; fig. 25), lo scultore Giovanni Al-
bertoni (fig. 26), il marchese Tancredi Falletti
di Barolo (1782-1838; vedi fig. 1 p. 68), il mar-
chese Paolo d’Adda Salvaterra (1797-1842;
54
55. Giacomo Ginotti (Brugaro di
Cravagliana 1845 – Torino 1897)
Busto di Giuseppe Regaldi, 1886
marmo bianco scolpito, cm 117 x
65 x 64
non inv.
Fig. 25
Antonio Lusardi (Varallo 1860 –
Domodossola 1927)
Busto di Giovanni Albertoni, 1894
marmo bianco scolpito, cm 75 x
64 x 37
non inv.
Fig. 26
Giuseppe Antonini (Rima San
Giuseppe 1833 – Varallo 1889)
Busto del protomedico Giuseppe
Antonini
marmo bianco scolpito, cm 61 x
34,5 x 25
non inv.
Fig. 27
Leone Antonini (Varallo 1776-
1862)
Lapide e busto di Filippo
Termignoni
bassorilievo in marmo bianco
parzialmente dorato, marmo
bianco scolpito, bronzo, cm 138
x 90,5 x 31,5
non inv.
Fig. 28
55