XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
Cisem elenco delle pubblicazioni 1980-2004
1. CISEM - Centro per l’innovazione e la sperimentazione educativa Milano
Istituto di ricerca della Provincia di Milano e dell’Unione Province d’Italia – 20146 Milano - Via L: Soderini, 24
Tel.: 02 7740 4763 – 4764 – Fax: 02 7740 4166
Libri Repertorio delle pubblicazioni (1980-2004)
la cultura della riforma
Scienze motorie
Giuseppe Bertagna (a cura di)
Scuola in movimento
La pedagogia e la didattica delle scienze motorie e sportive tra riforma
della scuola e dell'università
Cisem, Quaderni, Franco Angeli, Milano, 2004
Scuola in movimento. Ma si poteva anche scrivere il docente di educazione
fisica e sportiva in movimento.
La riforma del sistema di istruzione e di formazione varata dal nostro paese
nel 2003 costringe, infatti, a rivedere in maniera significativa il quadro
complessivo dei rapporti tra educazione ed educazione fisica e sportiva, tra
cultura e scienze motorie e sportive, tra docenti di educazione fisica e
sportiva e scuole.
Il focus di questa ristrutturazione è la collocazione organica e non
aggiuntiva dell’educazione fisica e sportiva nell’intero dell’educazione, della
cultura e della scuola. Come? Non è facile. I problemi restano aperti.
Questo volume, però, non solo li censisce, ma offre anche piste per una
loro possibile soluzione operativa.
Destinato agli studenti delle Facoltà di scienze motorie che, con la riforma,
dovranno riconvertire non poco i propri piani di studio; destinato nondimeno
ai professori in servizio di educazione fisica e sportiva, per il loro aggiornamento in servizio; ma utile, in
generale, anche a tutti i docenti della scuola italiana perché lo schema dei rapporti tracciati nel volume tra
educazione fisica e sportiva, da un lato, ed educazione-cultura e scuola, dall’altro, si può estendere per
analogia a tutte le discipline, questo libro, dopo un’Introduzione nella quale si legittima sul piano pedagogico la
presenza dell’educazione fisica e sportiva a scuola, è distinto in tre parti.
Nella prima si ricostruisce la storia e il significato di questa disciplina nella scuola italiana dal 1859 ai nostri
giorni.
Nella seconda, si garantiscono ai docenti gli strumenti informativi e concettuali per lavorare secondo i nuovi
orizzonti professionali tracciati dalla riforma.
Nell’ultima, infine, si presentano alcune piste operative di lavoro, ricavate dalle migliori esperienze scolastiche
che hanno anticipato gli scenari della riforma.
2. Fisica
Fabio Bevilacqua (a cura di), Storia della fisica. Un contributo per
l’insegnamento della fisica, Franco Angeli, 1983
"Fino ad oggi questa immagine (dell'impresa scientifica, n.d.r.) è stata
ricavata principalmente dallo studio dei risultati scientifici definitivi, quali si
trovano registrati nei classici della scienza e più recentemente nei manuali
scientifici, dai quali ogni generazione di scienziati impara la pratica del
proprio mestiere. E' però inevitabile che i libri di tal genere abbiano uno
scopo persuasivo e pedagogico: una concezione della scienza ricavata da
essi non è verosimilmente più adeguata a rappresentare l'attività che li
ha prodotti di quanto lo sia l'immagine della cultura di una nazione
ricavata da un opuscolo turistico o da una grammatica della lingua. (T.
Kuhn).
“
L'esclusivo privilegiamento della scienza "normale" o ricerca stabilizzata”
rispetto al momento della scienza "straordinaria" o ricerca “fluida”
induce ad una visione prevalentemente dogmatica dell'impresa scientifica,
trascurando la "tensione essenziale” fra tradizione e innovazione.
Quest'ultima, assieme alla sottolineatura delle discontinuità insite nello
sviluppo conoscitivo (sostituzione di paradigmi, slittamento gestaltico),
giustifica il grande interesse che la più moderna e raffinata
epistemologia ha rivolto alla storia della scienza, delle idee come delle
istituzioni.
Senza negare l'insostituibilità del libro di testo, del manuale, sembra dunque fondamentale che una rinnovata
didattica della scienza comprenda tanto l'insegnamento conservativo che innovativo: l'analisi così del
sorgere di nuovi modelli concettuali, del complesso rapporto teoria-esperienza, dell'interpretazione di
sofisticate misure sperimentali, dell'influenza sulle teorie fisiche delle specifiche teorie matematiche
utilizzate, ecc. A questa più articolata impostazione il volume intende fornire, cogli indispensabili
riferimenti, una serie di proposte e di indicazioni, raccogliendo le analisi di "casi storici" (teorici e
sperimentali) che esemplificano il rilevante valore culturale che l'insegnamento scientifico può assumere.
Scienze naturali
Orecchia A. M. e altri, Linee innovative per l’insegnamento delle scienze naturali, Milano, p. 40, Cisem,
1980.
A.L. Camellini, L. Frizzi, A, Gainotti, Capire l’evoluzione. Itinerari per un
museo, Milano, p. 196, fig. 10, Franco Angeli, 1982
Un museo di storia naturale è forse l’unico luogo a disposizione degli
appassionati delle scienze della natura in cui è possibile osservare
direttamente molti esemplari di specie sia viventi che estinte.
Questo libro ci aiuta a scoprire alcuni segreti del mondo degli animali
guidandoci attraverso le sale del museo di storia naturale di Milano.
Esso è nato dalla convinzione che non può esserci una conoscenza
scientifica che non sia basata sull’osservazione diretta della natura. E’
rivolto ai naturalisti dilettanti ed agli insegnanti che riconoscendo
nell’evoluzione l’idea-guida della biologia moderna, vogliono servirsi del
museo come un laboratorio unico e insostituibile per le loro osservazioni.
La compilazione delle schede-domanda sarà un esercizio utile e divertente
per il naturalista e lo studente che potranno così cimentarsi e valutare la
loro capacità di osservazione e di apprendimento in modo piacevole
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3. Sociologia
Antonio Cobalti, Sociologia dell’educazione. Teorie e ricerche sul
sistema scolastico, F. Angeli, Milano, p. 146, Franco Angeli, 1983
In che rapporto stanno scuola e società? A cosa, più in particolare, è
ricollegabile la vertiginosa crescita numerica della popolazione scolastica,
cui si è assistito nella seconda metà del secolo XX? Per dare una risposta a
queste domande vari studiosi hanno fatto ricorso alle funzioni che la scuola
svolge nella società: di mantenimento dell’ordine sociale, di riproduzione
dei rapporti di produzione, di predisposizione di manodopera qualificata per
i bisogni della moderna società industriale.
Altri sociologi si sono posti domande diverse: perché gli individui scelgono
di andare a scuola anche per lunghi anni? Cosa si propongono di ottenere
dalla scolarizzazione? perché intorno alla scuola si accendono grosse
battaglie politiche?
Si tratta di due serie di interrogativi che si rifanno a modi diversi di intendere
l’analisi sociologica, addirittura alle “due sociologie” presentate da Dawe: la
sociologia del sistema, centrata sull’analisi funzionale della scuola
considerata in relazione ai bisogni sociali che soddisfa; la sociologia
dell’azione, caratterizzata dall’indagine sui bisogni individuali che spiegano
la presenza a scuola di tanti individui. Questo libro esamina le principali
teorizzazioni sulla scuola (sono qui considerati i lavori di Warewner, di
Pasons, dei funzionalisti tecnici, di Althusser e di Collins), facendo vedere come siano riconducibili all’una o
all’altra delle due sociologie. Gli intenti del lavoro però, sono più generali: partendo da una tematica specifica,
quella della scuola, l’Autore si è proposto di introdurre il lettore all’esame di importanti “ferri del mestiere
concettuali, che il sociologo impiega nelle sue analisi, e della metodologia con cui procede.
Economia
Campanella F., Economia politica e scienze sociali nella scuola secondaria superiore; problemi attuali e
prospettive di riforma, Milano, p. 31, Cisem, 1980.
Francesco Campanella (a cura di), “L’insegnamento dell’economia
politica nella scuola secondaria superiore: problemi e proposte”,
Milano, p. 261, Franco Angeli, 1982
Questo volume raccoglie i più significativi risultati della
collaborazione intercorsa tra il Cisem di Milano (Centro per la
innovazione e la sperimentazione educativa milanese) e la Sezione studi
ricerche sulla didattica dell'economia politica dell'Istituto di scienze
economiche e statistiche, Facoltà di economia e commercio,
dell'Università degli studi di Pavia in tema “di aggiornamento e di
formazione degli insegnanti di economia preesso gli istituti tecnici”.
La prima parte è dedicata all'analisi dei principali problemi di ordine
didattico-curriculare dell'insegnamento dell'economia politica nelle
scuole secondarie superiori, con particolare riferimento alla situazione
attuale così come appare dalla struttura dei principali libri di testo.
La seconda comprende alcune proposte curriculari che intendono
"anticipare" le linee della riforma dell'insegnamento dell'economia
politica, intesa come una "scienza sociale" particolarmente idonea, se
affrontata con un taglio storico-analitico-sistematico, a fornire agli allievi
3
4. visioni critiche alternative circa il funzionamento dei sistemi economici contemporanei.
Hanno collaborato all'estensione del volume, curato da Francesco Campanella, docenti universitar i e
insegnanti della scuola secondaria superiore, organizzatisi in un gruppo permanente di studio.
il dibattito
G. Franchi, M. Casiraghi (a cura di)
Riforma della scuola secondaria superiore. Ruolo e compiti degli Enti
Locali
F. Angeli, Milano, 1983
Dopo anni di dibattito, il progetto di legge di riforma della scuola secondaria
superiore sembra vicino all'approvazione. Nel contesto della nuova legge,
compiti e funzioni di grande rilievo sono esplicitamente o implicitamente
assegnati agli Enti Locali. Questo volume si propone di offrire una
panoramica sufficientemente dettagliata dei problemi già affrontati e ancora
da affrontare, nell'ambito di una visione complessiva del sistema formativo
post-obbligatorio e di uno sforzo di coordinamento delle competenze
istituzionali chiamate in causa dalla riforma.
Attraverso varie proposte e l'analisi delle esperienze di alcune Regioni e
Province, viene offerta un'informazione critica circa le linee di intervento
possibili e già praticate, gli ostacoli da rimuovere, gli strumenti operativi
necessari.
La necessità del decentramento di alcune funzioni di governo della scuola; la
programmazione delle opportunità formative sul territorio; il rapporto tra
tipologie architettoniche, innovazione didattica, riconversione e riuso
dell'edilizia scolastica esistente; il rapporto tra scuola secondaria e formazione professionale; la formulazione dei
modelli previsionali sull'andamento della domanda di formazione; le connessioni tra servizi scolastici e servizi
sociali per la cultura, lo sport e il tempo libero; questi e altri sono i temi trattati nei vari scritti.
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5. Scuola/lavoro professionalità e formazione
Giuseppe Bertagna (a cura di)
Alternanza scuola lavoro
Ipotesi, modelli, strumenti dopo la riforma Moratti
Cisem, Quaderni, Franco Angeli, Milano 2003
L’alternanza scuola lavoro non è un terzo percorso formativo tra i Licei
e gli Istituti dell’istruzione e formazione professionale. Essa è piuttosto
una metodologia formativa disponibile per i ragazzi che frequentano
sia i Licei sia gli Istituti dell’istruzione e formazione professionale allo
scopo di maturare meglio che in aula le competenze previste dai Profili
educativi culturali e professionali dei differenti corsi di studio. Questa
metodologia formativa ha bisogno di un rapporto vivo, reale e costante
con i processi produttivi e sociali presenti in un territorio. Ha bisogno di
considerare i servizi e le imprese pubbliche e private come giacimenti
culturali, sociali ed educativi a cui la scuola può attingere per
migliorare le conoscenze e le abilità degli allievi e per trasformare
queste conoscenze e abilità in competenze. Il volume del Cisem mette
a fuoco questa problematica sul piano pedagogico, metodologico ed
organizzativo e mostra come, perché, quando e a quali condizioni
l’alternanza scuola lavoro può costituire una straordinaria occasione
per riqualificare il servizio di istruzione e di formazione nazionale e, soprattutto, per rispondere alle esigenze di
apprendimento personalizzato degli studenti.
T. Segantini, L. Pizzetti (a cura di)
Start, Progetto di sperimentazione contro la dispersione nel
passaggio fra scuola media inferiore e biennio, Ed. Mursia, Milano,
1994
Le caratteristiche e gli obiettivi dell'intervento formativo configurato dal
PROGETTO START trovano fondamento e giustificazione in una ricerca
effettuata dal Cisem nel primo semestre del 1990 e pubblicata su
Cisem/Informazioni nel numero di novembre-dicembre 1992.
Tale ricerca ha condotto negli anni successivi alla elaborazione,
sperimentazione e validazione sul campo, cioè nelle classi delle scuole
che hanno partecipato alla sperimentazione, dei Moduli e delle relative
Unità Didattiche che costituiscono START.
Il materiale è composto da:
1 testo-guida per gli insegnanti
4 fascicoli per gli studenti:
Il Modulo dell'ACCOGLIENZA
Il Modulo dell'AUTONOMIA
Il Modulo di RIORIENTAMENTO
Unità Didattiche di rafforzamento:
L'ASCOLTO, GLI APPUNTI, IL VERBALE
Le strategie dell'intervento formativo proposto individuano infatti nelle azioni dell'accoglienza, nel governo del
processo di autonomia e nello sviluppo delle capacità decisionali la risposta ai bisogni degli alunni in quel
particolare momento di disagio e di malessere che spesso accompagna l'inizio della scuola media superiore.
Tale situazione di disorientamento, che si traduce in termini di ripetenza, di abbandoni, di mancato
potenziamento, è il frutto di un sistema di dispersioni nel quale interagiscono, oltre agli studenti, numerosi altri
soggetti del nostro sistema scolastico.
L'obiettivo di START, al fine di contrastare questo sistema di dispersioni, è quello di sviluppare nello studente
quelle capacità che lo mettano in grado di giocare una parte attiva, con decisioni propositive.
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6. Le attività proposte da START, oltre a perseguire gli obiettivi già esposti, consentono ai docenti di osservare
negli studenti capacità e abilità di tipo trasversale, che possono avere positive ricadute nei vari ambiti disciplinari
e che talvolta non è possibile far emergere all'interno di una tradizionale prassi scolastica.
LA STRUTTURA DEL MATERIALE DI START
Nel testo-guida l'insegnante trova ogni minima indicazione per svolgere in classe i lavori proposti e i fascicoli per
i ragazzi contengono tutto il materiale necessario per operare. Il testo guida contiene anche il materiale dei
fascicoli dei ragazzi, esattamente nella stessa forma.
I MODULI LE UNITÀ DIDATTICHE
Nel testo-guida per l'insegnante ogni Modulo è
aperto da un'analisi dei problemi che intende La presentazione di ogni U.D. è articolata in:
affrontare, del tipo di soluzione che propone e Durata
degli obiettivi che quindi perseguirà. Insegnate preposto alla conduzione
Segue la presentazione della struttura del Obiettivo
Modulo. Prodotti
Sono quindi proposte in sequenza le Unità Fasi di lavoro
Didattiche che compongono il Modulo. ed eventualmente:
Ogni Modulo si conclude con una Scheda Materiali da predisporre
Informativa per il Consiglio di Classe e con le La schematica presentazione è corredata da un esame
griglie per l'osservazione e la valutazione del delle problematiche e delle finalità specifiche di quella
lavoro degli studenti. U.D.
Segue poi la descrizione dettagliata del lavoro da fare in
classe con i ragazzi, completata dal materiale,
opportunamente segnalato, che i ragazzi hanno nei loro
fascicoli
Il lavoro è suddiviso in fasi e per ogni fase si troverà scritto cosa deve fare l'insegnante, cosa deve fare lo
studente, quali sono le modalità di lavoro e il tempo previsto.
L'intervento formativo configurato da start è indirizzato alle prime classi di qualunque scuola media superiore,
dai licei, agli istituti tecnici, agli istituti professionali.
Il progetto start viene distribuito da: Gruppo Ugo Mursia Editore s.p.a.- Via Tadino, 29 - Milano.
Cisem/Irrsae Lombardia/Irrsae Liguria, La sperimentazione allo
specchio. Il lavoro docente nell’indirizzo meccanico tra ricerca e
innovazione, a cura di A. Falletti, E. Colombi, E. Miccoli, Milano, 1990
La ricerca condotta nel 1986 sull'evoluzione del PIM (Perito Industriale
Meccanico) dagli stessi autori di questo volume aveva consentito di
accentrare l'attenzione attorno ad alcune questioni di fondo:
• la necessità persistente nel settore meccanico di una figura di
operatore intermedio tra lavoro progettuale e manuale;
• il mutamento delle competenze richieste a questo operatore pur nel
quadro di mansioni sostanzialmente immutate;
• la necessità di conferire negli Itis a questo operatore una base di
formazione da specificarsi successivamente in relazione ai potenziali
contesti occupazionali;
• la velocità dei mutamenti nel settore, tale da consentire tempi di
riflessione e analisi non affrettati.
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7. Alla luce di queste prime considerazioni questo volume, frutto della collaborazione tra Cisem, Irrsae Liguria e
Irrsae Lombardia, si interroga sullo stato attuale della sperimentazione nell'indirizzo meccanico analizzando il
rapporto tra sperimentazione/assetto istituzionale/docenti in un contesto geografico limitato ma assai
significativo, per l'elevato numero di Itis di tale indirizzo in esso situati.
Infatti il quadro complessivo delle sperimentazioni in Italia evidenzia al contempo notevoli capacità e impegno
degli operatori e insufficiente apporto istituzionale, e ciò vale anche per l'indirizzo meccanico, nel quale le
iniziative si sviluppano in un contesto apparentemente a forte caratterizzazione istituzionale (vedi progetto
Ergon) mentre in realtà l'accentuata autonomia didattica rischia di tradursi in una sorta di isolamento
autoreferente nei singoli Istituti.
In questa situazione indagare i processi di sperimentazione dal punto di vista dei docenti, come fa questo testo,
ha un duplice significato: da una parte fornisce non modelli cartacei, ma dati di realtà enucleati dalla prassi
quotidiana degli operatori; dall'altra consente di focalizzare l'attenzione sulla consapevolezza, sovente
inadeguata, che i docenti stessi e le istituzioni rivelano circa la complessità crescente della figura docente come
somma di funzioni specifiche di ricerca/sperimentazione/innovazione.
Cisem/Irrsae Lombardia/Irrsae Piemonte
La professionalità biologica, a cura di S. Michelagnoli, Milano, 1990
Il notevole sviluppo che si è verificato ultimamente nel campo delle
scienze biologiche e una crescente e sempre più consapevole
attenzione alle problematiche legate alla qualità della vita, hanno
provocato l'incremento di alcuni settori di applicazione tecnologica e di
conseguenza la necessità di nuove (o rinnovate) figure professionali.
Mentre l'Università sembra recepire queste richieste con l'istituzione di
nuovi corsi di laurea, non c'è ancora una risposta chiara per quanto
riguarda la formazione di tecnici di livello intermedio.
Nell'ambito della scuola secondaria superiore non esiste infatti uno
specifico indirizzo biologico. Tuttavia, in attesa di una riforma che ne
migliori l'assetto istituzionale, il sistema formativo ha dato l'avvio a
progetti di sperimentazione che, con una grande varietà di
denominazioni e contenuti, hanno cercato di rispondere ai bisogni di
formazione in campo biologico. A più di dieci anni dal varo dei progetti,
il panorama delle sperimentazioni permane molto variegato e tale da
non rappresentare una chiara offerta per il mercato del lavoro. In questo
scenario così complesso e ancora in via di evoluzione, si colloca il
presente volume che riporta le tappe salienti e gli esiti di una ricerca -
frutto della collaborazione tra Cisem, Irrsae Lombardia, Irrsae Piemonte
- che si è proposta di verificare la legittimità di esistenza di un indirizzo biologico nella secondaria superiore e di
individuarne le caratteristiche principali.
Quattro sono le tappe di questa ricerca.
1. Una approfondita indagine nel mondo del lavoro volta a determinare i settori e le strutture che esprimono una
domanda di professionalità in campo biologico.
2. Una ricostruzione della professionalità biologica e una puntualizzazione delle caratteristiche che la
distinguono da altre professionalità limitrofe, attraverso la rielaborazione dei dati emersi dall'indagine
compiuta e in base a riflessioni sull'organizzazione e l'evoluzione delle scienze biologiche.
3. La traduzione dalla professionalità intesa come insieme di prestazioni da svolgere in situazione di lavoro, alla
professionalità intesa come insieme integrato e coordinato di conoscenze ed abilità.
4. L'individuazione della professionalità di base - costituita dall'insieme di competenze considerate irrinunciabili
per molte e diverse figure professionali - che rappresenta l'obiettivo da raggiungere in un indirizzo di scuola
secondaria superiore.
Per rendere concreti i criteri enunciati e fornire una base di discussione a ulteriori approfondimenti, nell'ultima
parte del volume vengono presentati alcuni possibili percorsi disciplinari corredati da unità didattiche.
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8. Cisem/Efmec, Il settore delle costruzioni, a cura di M. Todeschini, F. Angeli,
copertina non Milano, 1985
disponibile
Il volume è il risultato di alcuni anni di collaborazione fra Provincia di
Milano/Cisem e Ente formazione maestranze edili e complementari/Efmec;
l'ambito di ricerca e intervento attiene la "questione dei tecnici" nel settore delle
costruzione (professione e formazione).
Per le varie figure professionali che a diversi livelli svolgono ruoli tecnici nel
settore, assistiamo a una crescita di domanda in termini quantitativi, a una
sostanziale ridefinizione delle competenze richieste, a un aumento dei bisogni di formazione. La comprensione
di tali dinamiche è andata di pari passo con l'attivazione di iniziative e interventi operativi.
Sul versante che compete direttamente all'Efmec si è perseguito lo sviluppo di un sistema di formazione dei
tecnici tramite attività di prima formazione professionale post-diploma e attività di formazione e aggiornamento
per personale dipendente. Nello stesso tempo però si è inteso costruire, in stretta collaborazione con il sistema
dell'istruzione secondaria superiore tecnicamente attinente al settore (istituti tecnici, Provincia di Milano/Cisem),
attività di integrazione utili a inserire, o reinserire, nei programmi svolti, le concrete esigenze di formazione del
settore delle costruzioni.
Lo scenario è quello della riforma della scuola secondaria superiore e del dibattito in corso, l'obiettivo è quello di
praticare "hic et nunc" alcune linee innovative acquisite e indifferibili. Costante modalità di lavoro è stata la
consultazione ampia e sistematica degli operatori del settore delle costruzioni al fine di ottenere dati di prima
mano, evitando così rischi di incongruità e di ristrettezza di orizzonte tipici delle elaborazioni fatte a tavolino. Il
risultato che qui si offre potrà pertanto servire non solo a orientare e qualificare le future iniziative concrete nel
territorio della Provincia di Milano, ma altresì a rendere più informata e avvertita l'auspicata opera di riforma
istituzionale.
B. Mapelli (a cura di), Le 150 ore e la formazione professionale in
azienda. Il caso Italtel, F. Angeli, Milano, 1985
Il volume segue la nascita e il primo anno di attuazione di
un'esperienza che, nonostante oggettivi limiti di dimensione, riveste
un grande interesse per il suo carattere di esemplarità rispetto a
nuove, future iniziative dello stesso genere. Si tratta infatti della
sperimentazione di raccordo tra un corso 150 ore di scuola media e
un corso di formazione professionale aziendale.
I promotori e i conduttori dell'iniziativa con il loro contributo di
esperienze e riflessioni sono gli autori di questo libro, nel cui
sviluppo è possibile per il lettore ricostruire il percorso complesso di
accordi tra attori di formazione tradizionalmente lontani - l'azienda, il
sindacato, la scuola - e il percorso didattico tra moduli formativi che
hanno sempre vissuto vite parallele o addirittura divergenti.
Nel volume sono toccati temi e problemi affrontati in questi anni in
particolar modo dai settori dell'industria rivolti alla introduzione di
nuove tecnologie elettroniche nella società italiana.
L'azienda presa in esame è l'Italtel, che conosce questa profonda
innovazione non solo tecnica ma di completo rinnovamento
nell'organizzazione del lavoro, sul duplice fronte delle tecnologie di
prodotto. Negli interventi sono proposti alcuni temi del dibattito sulle
nuove tecnologie con l'intenzione di porre in evidenza le diverse
"culture" di cui queste sono portatrici, i rapporti sociali che ne
conseguono, fuori e dentro l'azienda, e infine la possibilità prospettata di reali e concreti rapporti
scuola/azienda/aula/posto di lavoro.
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9. M. Todeschini (a cura di), Professione e formazione dei tecnici. I settori
applicativi delle scienze biologiche, F. Angeli, Milano, 1984
Nella tematica complessa (e aggrovigliata) della trasformazione di quell'area
di formazione che segue all'assolvimento dell'obbligo scolastico, qualche
problema tutt'altro che marginale merita, fra i tanti, d'essere posto con più
attenzione e insistenza sotto la luce dei riflettori a evitare il rischio che le
soluzioni vi si improvvisino: in quali ambiti deve/può intervenire
l'amministrazione centrale dello stato, in quali quella regionale?
Deve proprio essere, napoleonicamente, identica in tutto e per tutto e
dappertutto, la scuola statale? Che cosa significa parlare di "aree" e di
"indirizzi"? Posto che abbia senso, debbono venire essi "ridefiniti" (cioè, in
buona sostanza, "ritoccati" con più o meno vasta sapienza cosmetica) o non
piuttosto "definiti" (cioè progettati con razionale equilibrazione di fini e di
mezzi)?
Entro il quadro di una iniziativa ampia, il progetto-pilota sulla "Transizione
dalla scuola al lavoro" condotto dalla Provincia di Milano con il patrocinio della
Comunità europea, che ha prodotto anche in altri settori esiti analoghi a quello
qui presentato, un gruppo di lavoro, ha cercato di individuare, percorrere e
mantenere una rotta utile a navigare senza disperdersi o naufragare, per un
mare così difficile e procelloso. Di questa navigazione si dà qui un resoconto
dettagliato, con diario, carte nautiche e portolani.
Non si sono scoperte terre incognite o favolose, non è stata aperta una nuova via delle spezie per le Indie:
sicuramente però, quanti vogliano conoscere l'area composita e multiforme della produzione di beni e di servizi
che fanno riferimento alle scienze biologiche, troveranno in questo rapporto un'informazione ricca e abbondante
che non potrà mancare di rivelarsi anche utile.
M. Todeschini (a cura di), Quattro anni di "scuola/Lavoro", F. Angeli,
Milano, 1984
Obiettivo di Scuola/Lavoro non è stato di costituire il luogo del dibattito
teorico sui problemi della integrazione fra scuola e lavoro, ma piuttosto di
facilitare lo scambio informativo.
Le sue pagine sono state a disposizione come veicolo d'informazione delle
molteplici esperienze in atto o in corso di maturazione: aperte a quanti
operano nel settore come formatori, imprenditori, sindacalisti, amministratori
pubblici, ecc.
Poiché le esperienze nascono da riflessioni ed ipotesi su problemi, aprono
la via ad altre ipotesi, danno esiti la cui valutazione può essere oggetto di
controversia, esso è stato anche luogo di dibattito: uno spazio adeguato
hanno avuto analisi sulle questioni connesse all'integrazione-transizione
(dinamiche occupazionali, trasformazioni curricolari, etc.). Si è cercato di
contribuire alla conoscenza delle iniziative pratiche, alla discussione e al
chiarimento di nodi problematici di carattere teorico, normativo,
organizzativo, tecnico che ancora attendono una sistemazione
soddisfacente.
Nonostante una tiratura elevata, i vari numeri si sono venuti via via
esaurendo; si è provveduto quindi ad una ristampa antologica: semplice ristampa perché intervenire a
modificare i testi originali avrebbe indotti, in sostanza, ad un rifacimento; ma la scelta antologica ha consentito di
riorganizzare il materiale secondo uno schema logico, non cronologico, che ha dato nuovo significato ai materiali
raccolti.
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10. Genere ed educazione
R. Calbi, M. Laraia, M. A. Selvaggio, F. Squitieri
Nel segno della complessità.
L'identità studentesca nell'area napoletana
Indagine del CPE con Arcidonna
Cisem/Quaderni Osservatorio Donne Istruzione n. 9, F. Angeli, Milano, 1994
Vengono presentati in questo volume i risultati di un'indagine che ha visto
impegnata l'Associazione Arcidonna-Napoli negli ultimi anni (1991-1992)
nell'ambito del Progetto donna del Centro per i problemi dell'educazione
dell'Amministrazione provinciale di Napoli. L'idea di promuovere una ricerca
sulle nuove identità delle studentesse e degli studenti nell'area napoletana è
nata da due tipi di considerazioni: in primo luogo, dalla constatazione della
carenza di conoscenze relative alla realtà studentesca meridionale e in
particolare napoletana; in secondo luogo dalla consapevolezza che la
massiccia presenza delle ragazze nel settore dell'istruzione superiore non ha
avuto finora adeguato riscontro sul piano dei modelli formativi e orientativi.
Inoltre, rispondendo al bisogno di approfondire la conoscenza delle nuove
identità giovanili e femminili, questo lavoro rientra in un percorso di studi e di
attività che ha tra le sue finalità quella d'incidere nell'ambito della formazione e
dell'orientamento nella prospettiva della piena valorizzazione del genere
femminile. In un contesto sociale e politico disgregato e contraddittorio come quello attuale, in cui i valori e i
grandi ideali sembrano essersi frantumati in tempi incredibilmente brevi, l'unica istituzione rimasa salda e sicura
appare la famiglia.
Una famiglia, tuttavia, modificata nelle funzioni e nei ruoli rispetto al tradizionale modello gerarchico e rivissuta in
un ambito di circolarità e complementarierà di rapporti tra i membri che la costituiscono.
La società napoletana, inoltre, carica di contraddizioni e problemi, viene sentita per lo più come opprimente e
immodificabile, verso la realtà in cui vivono le giovani e i giovani intervistati mostrano un atteggiamento pervaso
di disagio e disincantato, ma con essa stanno imparando a convivere.
E la scuola? Verso di essa il rapporto è un misto di accettazione e critica: non vi è forte contestazione, nè
passione. Insomma, dalla triade famiglia-scuola-società, sembra che oggi la prima offra valori e riferimenti di
lunga durata, colmando limiti e deficienze delle altre istituzioni; la seconda rappresenta una fase di transizione;
la terza è l'orizzonte, il limite con cui bisogna fare i conti.
Barbara Mapelli (a cura di) Sentimenti, gesti, parole. Una ricerca
sull'educazione sessuale nella scuola, Cisem/Quaderni Osservatorio
Donne Istruzione n. 8, F. Angeli, Milano, 1993
Ragazze e ragazzi parlano di educazione sessuale e nelle loro parole essa
diviene educazione ai sentimenti, educazione ai rapporti, alla comunicazione
tra i sessi, alla comprensione di sé e degli altri. Mai i discorsi dei giovani
propongono riflessioni anche sul ruolo della scuola, problematizzano quello
dei docenti, rivelano l'insufficienza o l'assenza delle famiglie. E ancora:
discutono sull'amicizia, sull'amore, sul complesso intreccio degli affetti e dei
rapporti tra i sessi che presenta aree di impegno, coinvolgimento e critica
assai diverse rispetto al passato anche recente.
E la scuola? Nella ricerca vengono analizzati alcuni interventi realizzati in
trenta istituti superiori nelle aree metropolitane di Milano e Napoli e la lettura
delle esperienze dimostra come l'educazione sessuale, partendo
dall'informazione, si estenda ben presto a contenuti e intenti diversi, che
trattano i temi dell'identità personale e della relazione tra i sessi e investono
il complessivo impianto didattico e formativo della scuola.
L'approvazione della legge nazionale, che ci si augura vicina, offrirà al
sistema d'istruzione un'occasione per ridiscutere gli obiettivi e i significati
dell'intervento educativo, il senso di una formazione scolastica, che dovrebbe assumersi la responsabilità di
10
11. creare per studentesse e studenti le condizioni migliori per una crescita armonica a desideri, capacità, vocazioni
di ciascuno.
Il Filo di Arianna (a cura di) La differenza non sia un fiore di serra
Atti del convegno organizzato a Verona l’1 e 2 dicembre 1990
Cisem/Quaderni Osservatorio Donne Istruzione n. 7, F. Angeli, Milano, 1991
Il convegno “La differenza non sia un fiore di serra” – promosso
dall’Associazione Il Filo di Arianna l’1 e 2 dicembre 1990 a Verona e di cui
ora vengono pubblicati gli atti – ha segnato una tappa importante nel
travagliato ma fecondo percorso dell’elaborazione femminista sul pensiero
della differenza sessuale. Il tema proposto – che ha visto i contributi
significativi di alcune fra le più autorevoli esponenti del mondo femminista –
invitava ad una riflessione comune sulla pratica politica da percorrere
perché il pensiero della differenza trovi radicamento, si diffonda e, in
particolare, sia trasmesso anche alle nuove generazioni di donne.
La complessità crescente di posizioni, di elaborazioni, ha costituito un utile
stimolo a confrontarsi con le differenze di cui è intessuta la somiglianza
dell’essere donne. Una forte provocazione in tale direzione l’ha lanciata Rosi
Braidotti insistendo sull’opportunità che il femminismo abbandoni un
pensiero fondato su un ordine gerarchico delle differenze, che privilegia la
differenza sessuale, per pensare anche altre differenze, quella di razza, di
classe, di nazionalità, di preferenze sessuali, di cultura, di scelte di vita …
Riuscire a pensare la molteplicità, e non solo il due o l’una, sembra essere
la sfida sulla quale il movimento delle donne è chiamato ad interrogarsi nel prossimo futuro.
L. Erlicher (a cura di)
Donne a scuola in Europa
Cisem - Quaderni Osservatorio Donne Istruzione n.6
F. Angeli, 1989
La forte crescita della scolarizzazione femminile, verificatasi in Italia negli anni
80, quali conferme trova nel più ampio contesto europeo e come si caratterizza
nei differenti sistemi scolastici, culturali ed economici? Quali sono le
conseguenze di una ampia e consolidata presenza delle giovani donne a
scuola sui processi di identificazione femminile, suoi ruoli sociali, sulla
produzione culturale e scientifica e sui modi di funzionamento tradizionali
dell'istituzione scolastica?
Come mai permangono comportamenti contraddittori tra le ragazze nel
momento in cui operano scelte scolastiche e professionali che le tengono
lontane dalla scienza e dalla tecnica?
Questo volume si propone di chiarire le problematiche del rapporto
donne/istruzione attraverso una comparazione internazionale. Fornisce un
quadro dettagliato degli aspetti quantitativi e qualitativi della presenza delle
ragazze a scuola e degli strumenti legislativi e operativi attivati in alcuni paesi della comunità europea sul tema
della parità tra i sessi a scuola. Vengono inoltre descritti i programmi di azioni positive promossi in campo
educativo come le iniziative di orientamento al femminile; le misure contro le molestie sessuali; le azioni per
introdurre nella didattica la cultura prodotta dalla ricerca femminista; la formazione dei docenti alla parità tra i
sessi e alla valorizzazione dei comportamenti, degli atteggiamenti, delle strategie cognitive delle studentesse; le
ricerche volte ad analizzare la specificità del rapporto delle giovani donne con la scienza e la tecnica. I dati e le
informazioni raccolti in questo testo, insieme alle valutazioni critiche proposte, costituiscono un patrimonio di
11
12. risorse per chi, singolo soggetto o istituzione, intenda riflettere sulla presenza delle donne a scuola o farsi
promotore di iniziative per lo sviluppo dei processi di identificazione femminile nell'educazione.
S. Menapace, D. Fiorini (a cura di)
Lavoro femminile e nuove culture. Il caso AEM
Cisem - Quaderni Osservatorio Donne/Istruzione n. 4, F. Angeli, Milano, 1989
La criticità della risorsa umana porta le aziende modernamente organizzate a
confrontarsi ogni giorno con il mercato del lavoro per analizzare i vari aspetti e
valutarne le possibili ripercussioni all'interno della propria realtà organizzativa.
La tendenza scolastica ed occupazionale in atto sembra attribuire alle donne un
ruolo sempre più significativo. Occorre dunque costituire le basi per
l'integrazione di differenti culture, integrazione fra donne e uomini ma anche fra
donne con aspirazioni e valori profondamente diversi.
In questo contesto l'Azienda energetica municipale di Milano ha indagato la
problematica femminile ai vari livelli: sia nell'ambito aziendale che nel suo clima
complessivo, nella cultura aziendale, vista attraverso i comportamenti, gli
atteggiamenti e l'immaginario delle lavoratrici e dei lavoratori; al fine di trarre
dall'esperienza e dalle opinioni della popolazione aziendale stessa elementi e
concetti da tradurre in strategie di sviluppo dell'uguaglianza di opportunità.
Osservatorio Donne Istruzione n. 2, F. Angeli, Milano, 1988A. Cannavale
Quatela, Gilou Combel (a cura di), Orientamento, lavoro e pari
opportunità. L'esperienza Retravailler in Italia, Cisem - Quaderni
La pubblicazione degli atti del Convegno "Donne e istruzione politecnica"
offre Osservatorio Donne/Istruzione n. 3, F. Angeli, Milano, 1989
l'opportunità di sottolineare nuovamente l'importanza del tema trattato. Le
scelte scolastiche delle studentesse, infatti, sono ancora troppo poco
orientate verso La pubblicazione degli atti del Convegno "Orientamento,
Lavoro e Pari gli studi tecnico-scientifici che, invece, offrono buone
possibilità di inserimento Opportunità" tenutosi nel febbraio '88 a Milano,
vuole rappresentare nel mercato del lavoro.un'occasione di riflessione per
tutti coloro che si interessano di orientamento e in generale di problemi
occupazionali.
In un momento in cui si vanno definendo strategie sempre più attive di Su
questo tema si sono espresse, alla giornata del 21 settembre 1987, nata
politiche del lavoro, l'Associazione "Orientamento Lavoro" ha inteso, con
dalla collaborazione tra il Politecnico di Milano e la Italtel, personalità
qualificate questo Convegno, ribadire l'importanza di un orientamento che
sia di tra cui Antonio Ruberti, Ministro per la Ricerca Scientifica; Ottorino
Beltrami, integrazione tra il momento puramente informativo (che pure è
importante Presidente dell'Assolombarda; Emilio Massa, Cesare Stevan e
Arrigo Vallata del in alcuni casi) e quello, più pregnante e complesso, della formazione intesa Politecnico di
Milano; Elserino Piol, Direttore Generale Strategie e Sviluppo della come consapevolezza delle proprie risorse.
Olivetti. La proposta di corsi di orientamento (che non si limiti ad un'informazione Il forte incremento della
scolarità femminile, rilevato nelle scuole secondarie da "esterna") rappresenta una novità di sicuro interesse,
tanto che si è una ricerca svolta dal Cisem e presentata in questa occasione, deve essere rapidamente diffusa
ad opera di centri pubblici e privati la metodologia meglio orientato nelle successive scelte universitarie, come è
emerso in particolare dalle relazioni di Amalia messa a punto dall'Associazione ed ispirata a quella ormai
famosa di Ercoli Finzi della Facoltà di Ingegneria e Raffaella Crespi della facoltà di Architettura del
Politecnico."Retravailler". In un periodo di grosse trasformazioni del mercato del lavoro Incontri di questo tipo
possono contribuire a un costruttivo avvicinamento tra il mondo del lavoro e il mondo della e di evidenti
modificazioni socio-culturali, un orientamento inteso come scuola e alla realizzazione di iniziative proficue per
12
13. entrambi.servizio che consenta alle persone di recuperare la consapevolezza delle proprie risorse e competenze
specifiche, alle Istituzioni e agli Enti preposti di mettere a punto strategie reali di inserimento/reinserimento, è
senz'altro stimolante, ma pone allo stesso tempo una serie di problematiche aperte, che questo libro vuole offrire
all'attenzione generale.
B. Mapelli (a cura di), Donna e istruzione politecnica, Cisem - Quaderni
Osservatorio Donne Istruzione n. 2, F. Angeli, Milano, 1988
La pubblicazione degli atti del Convegno "Donne e istruzione politecnica" offre
l'opportunità di sottolineare nuovamente l'importanza del tema trattato. Le scelte
scolastiche delle studentesse, infatti, sono ancora troppo poco orientate verso
gli studi tecnico-scientifici che, invece, offrono buone possibilità di inserimento
nel mercato del lavoro.
Su questo tema si sono espresse, alla giornata del 21 settembre 1987, nata
dalla collaborazione tra il Politecnico di Milano e la Italtel, personalità qualificate
tra cui Antonio Ruberti, Ministro per la Ricerca Scientifica; Ottorino Beltrami,
Presidente dell'Assolombarda; Emilio Massa, Cesare Stevan e Arrigo Vallata del
Politecnico di Milano; Elserino Piol, Direttore Generale Strategie e Sviluppo della
Olivetti.
Il forte incremento della scolarità femminile, rilevato nelle scuole secondarie da
una ricerca svolta dal Cisem e presentata in questa occasione, deve essere
meglio orientato nelle successive scelte universitarie, come è emerso in
particolare dalle relazioni di Amalia Ercoli Finzi della Facoltà di Ingegneria e Raffaella Crespi della facoltà di
Architettura del Politecnico.
Incontri di questo tipo possono contribuire a un costruttivo avvicinamento tra il mondo del lavoro e il mondo della
scuola e alla realizzazione di iniziative proficue per entrambi.
G. Franchi, B. Mapelli, G. Librando (a cura di)
Donne a scuola. Scolarizzazione e processi di crescita di identità
femminile negli anni 70 e 80
Cisem-Quaderni Osservatorio Donne Istruzione n. 1, F. Angeli, Milano, 1987
In un decennio circa sono entrate nella scuola secondaria superiore poco
meno di mezzo milione di giovani donne, il 70% di tutta la scolarità aggiuntiva.
Questo processo, che negli ultimi anni ha subito un'accelerazione notevole, ha
fatto sì che l'indice di scolarità femminile superasse quello maschile (mentre da
sempre la situazione era capovolta) al punto che il tasso di scolarità per le
donne scavalca la percentuale femminile nella popolazione.
Si è cercato pertanto di ricostruire la dimensione di questi fenomeni, i percorsi
specifici, le scelte rispetto agli indirizzi di studio, i comportamenti di fronte ai
diversi episodi di "formazione diffusa", grazie ad un'ampia base documentaria,
sulla quale far crescere letture e interpretazioni più approfondite. Il volume
pertanto è suddiviso in due parti. Nella prima si è cercato di ripercorrere e
descrivere le dinamiche degli andamenti scolastici e formativi degli anni '70 e
'80: gli andamenti generali e i comportamenti scolastici (capitolo primo); le
scelte di indirizzo di studio, la presenza nella formazione professionale, i primi
riscontri sulla transizione istruzione/lavoro (capitolo secondo); i comportamenti
nella "formazione diffusa" (capitolo terzo). Questa parte si chiude con alcune considerazioni finalizzate
soprattutto ad individuare possibili linee di approfondimento futuro.
La seconda parte contiene il complesso delle informazioni statistiche relative agli andamenti scolastici nazionali,
alle aree territoriali nord, centro, sud, isole e alle singole regioni.
13
14. Rapporti sull’istruzione
Cisem, T. Segantini (a cura di), Giovani fuori classe. Percorsi giovanili
nella formazione diffusa, F. Angeli, Milano, 1986
Destinati ad un incerto futuro lavorativo, soggetti di una cultura della
precarietà, della discontinuità e del piacere: mai come negli ultimi quindici anni
l'universo giovanile è stato tanto studiato e mai con risultati tanto sconfortanti.
L'indagine che il Cisem in collaborazione con l'Istituto superiore di sociologia
di Milano ha condotto su un campione di studenti milanesi dai 14 ai 18 anni
corregge in parte queste considerazioni, benché in un certo senso sollevi
inquietudini ancora maggiori.
La novità dell'analisi sta nell'aver indagato le potenzialità culturali degli
studenti indipendentemente dai canoni di controllo scolastico. Tempo libero e
consumo culturale restituiscono, straordinariamente, una fotografia di giovani
con vivaci aspettative culturali indubbiamente sollecitate da un sistema di
mass-media sempre più attento alla questione giovanile, ma anche da una
frequenza scolastica più consistente.
Il volume delinea il mondo culturale giovanile e le caratteristiche di consumo,
la condizione giovani e la condizione studente, le occasioni, gli stimoli e i
canali della cultura dei giovani, il ruolo della scuola e delle attività culturali
extrascolastiche.
Nel suo insieme il campione degli studenti milanesi dimostra dati straordinari per il cinema, la musica, la lettura,
le mostre e così via, fino a delineare un universo studentesco che non si estranea a priori da alcun processo
culturale, ma nel contempo non è "figlio" di alcuna cultura dell'oggi.
"Fuori" quindi dai sistemi culturali e dalla cultura scolastica è il significato del titolo del volume "Fuori-classe" con
un segnale di forte preoccupazione: controllarli, coordinarli, potenziarli è pertanto impossibile. Ma va segnalato
anche il dato positivo di questi studenti di area metropolitana: "fuori-classe" per la capacità di approfittare di ogni
occasione, di rinnovare ogni curiosità intellettuale, di salvaguardare i forti legami amicali e di tutelare gli
"ambienti" - scuola compresa - dove far crescere valori e caratteri di grande omogeneità generazionale.
Cisem, T. Segantini, F. Colombo (a cura di)
La formazione diffusa. Offerta culturale e scuola
F. Angeli, Milano, 1986
L'esistenza di una ricca ed ampia offerta territoriale di occasioni ed
opportunità culturali che insieme al ruolo svolto dai mass media
costituiscono oggi una parte cospicua della moderna problematica formativa,
accanto a quella scolastica, è il tema affrontato in questo volume.
L'oggetto dell'analisi è una realtà metropolitana quale quella milanese, della
quale sono stati considerati cinquecento enti che nei vari campi e settori
offrono iniziative culturali, con particolare attenzione a quelle rivolte al
pubblico giovanile ed alla scuola. Ne è emerso un quadro molto articolato di
risorse culturali che è stato riorganizzato per ambiti di intervento (pubblico e
privato) e per settori (cinema, teatro, arte, scienze politiche e sociali, rapporti
con l'estero, scienza e tecnica, il libro e la lettura, e così via), allo scopo di
favorirne la percezione (troppo spesso difficile a causa della sovrapposizione
di messaggi), ma anche l'interpretazione e la riflessione sul possibile utilizzo
"nella" scuola e "per" la scuola di questa importante massa di risorse.
L'ampiezza della realtà esaminata ed il tentativo di ridare l'immagine stessa
dell'offerta culturale, attraverso la riproduzione dei materiali illustrativi dei vari
enti, fanno di questa ricerca una delle più complete tra quelle svolte in Italia.
Operatori scolastici ed operatori culturali sono i primi destinatari di questo volume.
14
15. "Istruzione '85. Un rapporto sulla situazione scolastica e formativa post-obbligatoria italiana",
Cisem/Informazioni, nn. 19/21, 1985
Questo numero speciale di Cisem/Informazioni contiene i risultati dell'analisi svolta dal Cisem su alcuni problemi
chiave della situazione formativa italiana quali: l'evoluzione della scolarità, il sistema scolastico, i comportamenti
e le aspettative degli utenti, i problemi di programmazione, sviluppo e governo del sistema formativo. Pur non
pretendendo di esaurirne la problematicità, offre un quadro utile alla comprensione della complessa realtà
attuale.
Cisem/Provincia di Milano, Formazione post-obbligatoria, F. Angeli,
Milano, 1993
Le ricerche contenute in questo Rapporto sulla situazione formativa della
provincia di Milano, elaborato dal Cisem e destinato a divenire un
appuntamento periodico, offrono uno spaccato sufficientemente ampio
della realtà della formazione post-obbligatoria e pre-universitaria della
provincia di Milano: una realtà che rappresenta circa un dodicesimo di tutta
la situazione nazionale. L'approccio utilizzato in questo primo Rapporto è
storico, nel senso che si è tentato di ricostruire gli andamenti ed i fenomeni
che si sono presentati nel corso degli anni '70 giungendo sino ad oggi, al
duplice scopo di verificare i mutamenti di maggior rilievo e di capire con
quale quadro di problemi si tratta di confrontarsi. Il volume è organizzato in
due parti, premesse da un saggio introduttivo (mutamenti sociali e sistema
di istruzione) nel quale viene offerta una interpretazione di insieme dei
risultati delle analisi svolte.
G. Franchi, B. Mapelli. M. Monfredini
Percorsi discontinui.
Abbandoni scolastici all'istituto Caterina da Siena 1984/87
Cisem - Quaderni Osservatorio Donne Istruzione n. 5, F. Angeli, Milano, 1989
Chi abbandona la scuola presenta sin dall'inizio caratteristiche particolari o
motivazioni allo studio più deboli di chi prosegue? Quali sono tra le molteplici
cause che possono determinare l'abbandono quelle di maggior peso? Quelle
legate alla diversità dell'impianto della secondaria superiore rispetto
all'esperienza scolastica precedente o quelle legate alla specificità dei soggetti
e al loro vissuto e contesto sociale e familiare? Cosa accade dopo un
abbandono? C'è il passaggio a un altro percorso formativo, al lavoro o una crisi
forte di disadattamento? E l'abbandono in sé quali conseguenze soggettive può
avere?
L'analisi del fenomeno degli abbandoni - data la molteplicità di aspetti che in
esso interagiscono - è qui affrontata considerando piani diversi. Il primo, una
rilettura degli andamenti degli abbandoni in Italia nel corso degli anni settanta e
ottanta, che rivela l'esistenza di fasi specifiche (e quindi di cause che a volta a
volta hanno assunto preminenza) così come di differenti comportamenti
femminili e maschili. Il secondo, una ricerca sulle studentesse dell'Istituto professionale femminile "Caterina Da
15
16. Siena" di Milano, di cui sono stati analizzati gli atteggiamenti e le aspettative all'atto dell'iscrizione, le motivazioni
dell'abbandono, i percorsi successivi allo stesso.
Concludono il volume singole "storie" di ragazze che evidenziano ulteriormente come l'abbandono sia fenomeno
complesso, ricco di implicazioni interne ed esterne ai soggetti, difficilmente riducibile a una causalità
semplificata, che deve farlo considerare non come un fatto isolato, bensì all'interno, oltre che di un contesto
sociale e scolastico, di un percorso biografico individuale, con un prima e un dopo ad esso strettamente
collegati.
Isfol. Ministero della Pubblica Istruzione, Ministero del Lavoro, Rapporto sulle attività di orientamento in
Italia. Indagine 1986-1987, Maggioli, Rimini, 1988
Cisem, Ministero della pubblica istruzione, L’orientamento tra valenza formativa e servizio informativo.
Linee di trasformazione ed esperienze italiane ed europee, in MPI, Atti della Conferenza nazionale sulal
scuola, Roma, 30 genn,/3 febbr. 1990, vol. IV, pp, 571-698, Ed. Sciascia, Caltanissetta, 1991
Scuola in Europa
Franchi G., Todeschini M. (a cura di), Persistenza e innovazione nei sistemi scolastici e formativi di Svezia,
Francia, Rft, Gran Bretagna, scritti di G. Franchi, M. Todeschini, P. Albè, M. Casiraghi, E.Morini, R. Pasini.
Milano, p. 323, Isedi, 1977, l. 7.000
Il volume offre un’interpretazione delle tendenze evolutive in atto nei sistemi formativi dell’Europa occidentale.
Due sono i criteri attraverso i quali è stata condotta la lettura: il primo è la necessità di una visione più ampia di
quella tradizionale, che guardi a tutte le strutture formtive esistenti, e non soltanto alla scuola; il secondo è la
stretta correlazione tra scelte di politica economica e del lavoro, e soluzioni di politica formativa.
Franchi G., M. Todeschini (a cura di), La riforma in Europa, Isedi, Milano, 1977
Originato da un seminario di ricerca dell'Istituto di pedagogia dell'Università
degli studi di Milano condotto n collaborazione col Cisem, questo volume offre
un'interpretazione delle tendenze evolutive presenti nei sistemi formativi
dell'Europa occidentale.
Due sono i criteri attraverso i quali è stata condotta la lettura: il primo è la
necessità di una visione più ampia di quella tradizionale, che guardi a tutte le
strutture formative esistenti e non soltanto alla scuola; il secondo è la stretta
correlazione tra scelte di politica economica e del lavoro e soluzioni di politica
formativa.
Neave G., Sviluppi neri servizi educativi nella fascia 16-19 anni in
Europa, Milano, p. 30, Cisem, 1980
R. Moscati (a cura di), I "cicli brevi" nell'istruzione superiore.
Esperienze straniere in una prospettiva italiana, F. Angeli, Milano,
1986
L'esperienza dei cicli brevi a livello universitario è entrata da tempo
nel panorama dell'istruzione superiore di paesi diversi, caratterizzati
da logiche formative e da sistemi produttivi assai spesso tra loro
disomogenei. La motivazione maggiormente ricorrente che sottende
la creazione dei cicli brevi è quella legata al fabbisogno di formazione
tecnica a livello superiore che tuttavia si rivolge a figure professionali intermedie. Ma il diffondersi di simili
16
17. itinerari formativi deriva altresì dal tentativo (o se si vuole, dalla necessità) di indirizzare in maniera più precisa la
domanda sociale di istruzione superiore, sviluppatasi negli ultimi due decenni in gran parte dei paesi
industrializzati o in fase di industrializzazione.
L'intreccio di questi due blocchi di motivazioni (economiche e sociali) con le diverse funzioni che svolge il
sistema formativo nello stato moderno e quindi anche con i ruoli della formazione privata nei riguardi e in
relazione a quella pubblica, suscita non pochi problemi circa l'opportunità e le modalità dell'eventuale
introduzione dei cicli brevi anche nel nostro paese. La presente raccolta di saggi descrive le esperienze condotte
in alcuni contesti stranieri che sono apparsi di maggiore interesse. Si intende così fornire una base di
discussione per un dibattito troppo importante per restare a livello di episodicità e di strumentalizzazioni diverse
nel quale è stato sin qui confinato.
Edilizia scolastica e programmazione territoriale dei sistemi di formazione
Provincia di Milano/Cisem, Una scuola per la riforma, Unicopli, Milano,
1985
Sono contenuti in questo libro almeno quindici anni di storia della scuola italiana.
Anni importanti, permeati, soprattutto i primi, da una diffusa volontà di riforma, della
quale si è dibattuto e si dibatte ancora a proposito di finalità e contenuti - ma per la
quale poco si è fatto e poco si fa in generale in relazione ai problemi concreti relativi
alla sua realizzazione sul territorio nazionale in materia di strutture edilizie e di
organizzazione urbanistica. Le uniche esperienze sul campo sono quelle degli Enti
Locali i quali, ciascuno per proprio conto, hanno affrontato in vario modo il problema
e se senza dubbio vi è stata un'osmosi di esperienza a livello tecnico così come a
livello politico e amministrativo, è mancata tuttavia una visione di insieme, una
riflessione sistematica a carattere nazionale.
Nel libro è documentata l'esperienza compiuta dalla Provincia di Milano:
un'esperienza che si è sviluppata con continuità e progressivi approfondimenti dai
primi anni 70 ad oggi e che costituisce indubbiamente un contributo significativo sia
sul piano quantitativo che su quello qualitativo in tema di edilizia scolastica, dei
rapporti scuola/territorio, del rapporto spazi/didattica.
Organizzato in quattro capitoli che corrispondono alle fasi salienti dello sviluppo dell'esperienza, il volume si pone allo stesso
tempo, come una puntuale documentazione di quanto fatto e come uno strumento di lavoro: un contributo all'ulteriore
sviluppo di tutta la tematica.
Guenzi, P. Merloni, G. Franchi, Arredo e attrezzature didattiche nella
scuola superiore, F. Angeli, Milano, 1985
Questo volume, destinato sia agli "addetti ai lavori" (progettisti, funzionari di
EELL) che ai docenti, riassume un articolato lavoro di ricerca e di confronto
svolto dalla Provincia di Milano e dal Cisem sul tema degli arredi scolastici.
Questa ricerca sviluppa la tematica spazi-attrezzature-didattica e tenta di
superare la separazione tra il progetto architettonico,
impiantistico/energetico e dall'altra, arredi e attrezzature didattiche. Essa
tende a ricomporre una "unità progettuale" sul piano metodologico,
normativo e culturale e di approfondire le diverse tematiche secondo
approcci fortemente interdisciplinari.
Momento centrale di questo processo di ricomposizione delle diverse
tematiche è stata ed è la proposta di una "griglia esigenziale" degli spazi
didattici: in sostanza, per ogni "spazio" che compone l'insieme dell'edificio
scolastico si definiscono le proposte ed i suggerimenti sul piano
17
18. dimensionale, compositivo, tecnologico-impiantistico, degli arredi, dei sussidi informatici, audiovisivi ed
audiovisuali, di organizzazione della didattica, etc.
Il volume è organizzato in tre capitoli.
Nel primo viene pubblicata ordinata e con commenti critici, la normativa relativa agli appalti .
Il secondo capitolo è dedicato al rapporto che può intercorrere tra le esigenze di innovazione didattica, gli spazi
e gli arredi: sono esemplificate le necessità di attrezzature per diversi indirizzi di studio, una raccolta di
esperienze ed esempi di realizzazioni italiani e stranieri, contributi sugli aspetti di gestione degli arredi.
Il terzo capitolo, infine, affronta le questioni del controllo di qualità del prodotto, del collaudo, delle normative
prestazionali e si conclude con la proposta di un catalogo nazionale degli arredi.
Provincia di Milano/Cisem
Mario Scheichenbauer, Giorgio Ponti (a cura di)
Risparmiamo energia nelle scuole
Manuale pratico di informazione ed orientamento
Tip. G. Ronchi, Marzo 1985
Manuale pratico di informazione ed orientamento che intende
mettere in evidenza il triplice aspetto della tematica energetica nella
scuola: l’educazione energetica, l’energetica come materia di
studio, il contenimento dei consumi energetici nella progettazione
degli edifici scolastici.
La prima parte (sia nel testo che nelle illustrazioni) si rivolge ad un
pubblico ampio (docenti, genitori, studenti – non solo di scuola
media superiore – cittadini, etc.), guidandolo con semplicità e
chiarezza tra i temi di fondo del risparmio energetico, con riferimenti
utili e significativi sia per gli edifici scolastici che per qualsiasi
edificio pubblico e privato.
I testi e le illustrazioni si prestano ad una utilizzazione didattica e
propedeutica di estrema semplicità.
La seconda parte ha un taglio più tecnico e politico amministrativo,
senza peraltro assumere i toni specialistici eccessivi e di difficile
comprensione.
La stessa, quindi, può essere utilizzata come strumento di verifica
da parte dei pubblici amministratori, come strumento di lavoro da
parte dei progettisti di edifici scolastici o come guida per una serie
di lezioni in alcune materie tecniche nella scuola media superiore.
Cisem/Ministero della Pubblica Istruzione, Governo e gestione del
sistema di istruzione. Nuovi compiti e ruoli degli Enti Locali nella
prospettiva dell'autonomia delle unità scolastiche, in MPI, Atti della
Conferenza nazionale sulla scuola, Roma, 30 genn./3 febbr. 1990, vol.
IV, pp. 467-512, Ed. Sciascia, Caltanissetta, 1991.
Provincia di Milano/Cisem, Scuola anni '90. Linee di programmazione
scolastica nel settore secondario superiore, Tip. Ronchi, 1988.
Il decentramento di competenze e funzioni di governo della scuola agli
Enti Locali, in presenza di un quadro normativo e legislativo scoordinato e
carente, ha sin qui confinato il loro ruolo all'attuazione di interventi edilizi.
Nella situazione complessa e mutevole del sistema formativo (che ha più
volte evidenziato, negli ultimi tempi, contraddizioni e tensioni anche acute)
è invece necessario che l'Ente Locale individui per tempo le linee di
trasformazione fondamentali che permettano politiche di intervento non
costrette nella logica della contingenza o dell'emergenza.
18
19. Le analisi presentate in questo volume affrontano alcuni dei nodi più rilevanti per il governo del sistema
formativo post-obbligatorio: il quadro istituzionale e la frammentazione delle competenze, il rapporto
domanda/offerta di formazione, la programmazione territoriale e le tipologie edilizie, le caratteristiche mutate
dell'utenza, i problemi posti dalla prevedibile fase di transizione tra l'ordinamento scolastico attuale e quello
ipotizzato nelle diverse proposte legislative di riforma della scuola secondaria superiore.
Le linee di programmazione che emergono dalle analisi, rappresentano chiavi di lettura e strumenti di lavoro per
quanti, a vario titolo, si occupano del problema della scuola, affinché le scelte che la Provincia è chiamata a
compiere sino frutto di confronto e lavoro comune, e trovino la partecipazione e il consenso di tutte le forze
sociali.
Comune di Milano/Settore educazione, Cisem, La scuola secondaria superiore a Milano. Linee di
programmazione scolastica negli indirizzi di studio di
competenza comunale, Tip. Ronchi, 1990
Nonostante il continuo rinvio della riforma ed in particolare
dell'elevamento dell'obbligo scolastico a 16 anni, la frequenza ai
primi due anni della scuola secondaria superiore è pressoché totale
(o è molto prossima alla totalità) e ormai da alcuni anni a questa
parte la tendenza a proseguire gli studi anche nel triennio
successivo è sempre più evidente. Siamo quindi in presenza di
processi che tendono ad una frequenza generalizzata a tutta la
secondaria superiore, dove si possono prevedere a breve indici di
scolarità per i giovani tra i 14 e i 18 anni superiori al 70%.
In un contesto di questo tipo il compito dell'amministratore è
oltremodo complesso. Da un lato si tratta di dover contribuire a
stimolare, talora con forza, perché le soluzioni legislative vengano
presto attuate.
Dall'altro, si tratta di dover gestire la situazione concreta, basandosi
sulle competenze e sul quadro di riferimento istituzionale attuali, ma
volendo/dovendo affrontare il nuovo e cercando di farsene carico e
di prefigurarlo.
Il terreno su cui tutto ciò può essere materializzato è quello della
programmazione scolastica, non considerata solo come lo
strumento per raggiungere un equilibrio quantitativo tra la domanda
e l'offerta, ma come un atto più ampio nel quale cercare di rispondere anche alle domande qualitative,
individuando ruoli nuovi e propri per l'Ente Locale, spingendo contemporaneamente per una complessiva
trasformazione in senso positivo del nostro sistema di istruzione.
La ricerca qui presentata offre alcune risposte ai problemi sollevati: in particolare essa interviene sul rapporto
domanda/offerta di istruzione post-obbligatoria, inserendo l'analisi sulla parte di scolarità di competenza del
Comune di Milano nel quadro più complessivo della scolarità post-obbligatoria e delle sue trasformazioni
19
20. Cultura e processi culturali
Upi/Cisem
La rete e gli eventi
Linee di politica culturale delle Province italiane
Upi Editoria e Servizi, Roma 1989
Un’analisi attenta e dettagliata su tutte le attività delle Province italiane in
campo culturale: le biblioteche; i beni culturali; gli eventi culturali; i circuiti
culturali; i servizi culturali permanenti; i centri di ricerca e studio delle
Province; l’educazione permanente; l’editoria; la valorizzazione delle
risorse del territorio
Provincia di Milano/Cisem, Fuoritesto. Catalogo dell’offerta culturale per la
scuola, Tip.Scotti, Milano, 1987
Sono raccolte in questo volume 557 schede degli enti culturali della città di Milano e
dei comuni della provincia che hanno dato la loro disponibilità a organizzare iniziative
per la scuola secondaria.
“Fuoritesto” vuole essere uno strumento utile al raccordo tra la scuola e le agenzie
culturali del territorio per una formazione diffusa e integrata, nonché al riequilibrio tra
domanda e offerta di opportunità educative.
L’Amministrazione provinciale di Milano e il Cisem in questo modo hanno inteso
accogliere le esigenze espresse dagli operatori scolastici e dagli enti del territorio di
dare avvio a iniziative di formazione e di catalogazione dell’offerta culturale.
In ogni scheda ciascun ente indica il tipo di iniziative, le finalità generali e/o specifiche
nei confronti del mondo giovanile e le modalità di rapporto
Il catalogo è corredato da indici di sevizio che raccolgono gli enti per genere e campo
di intervento e rendono la consultazione funzionale all’uso didattico.
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