Intorno all’intesa sulla produttività che abbiamo sottoscritto con il governo il 4 febbraio scorso si sta facendo un gran polverone. E i lavoratori pubblici, in attesa di toccare con mano i frutti, hanno il diritto di capire per poter giudicare per conto proprio.
Spieghiamo allora cosa c’è scritto veramente nell’intesa.
Spieghiamo perché noi l’abbiamo voluta e la consideriamo un grande risultato, che non solo tutela gli stipendi dei lavoratori pubblici ai livelli del 2010 – senza i tagli netti che sono stati fatti in altri paesi europei - ma dà più voce ai loro rappresentanti in tutti i posti di lavoro per contrattare possibili miglioramenti.
E cerchiamo di spiegare anche perché qualcun altro, dopo aver condiviso con noi gran parte del percorso, ha ritenuto di sfilarsi all’ultimo momento e adesso si mobilita per protestare, addirittura minacciando uno sciopero generale!
3. Dal 30 aprile 2009 ad oggi:
un percorso coerente
Abbiamo detto subito cosa non andava nel dlg 150/2009.
Ma invece di protestare, abbiamo iniziato un confronto con il governo per
definire i punti controversi:
• Le fasce di merito 25‐50‐25 (art.19): Come premiare la produttività
senza creare penalizzazioni?
• Come ridare ruolo a lavoratori e sindacati nell’applicazione del nuovo
sistema?
Cosa non volevamo:
• che una parte dei lavoratori pubblici avesse tagli al salario accessorio
• che a decidere i criteri di valutazione fosse l’arbitrio del singolo
dirigente
4. L’intesa del 30 aprile 2009
Cosa dice l’intesa di aprile 2009
sul nuovo modello contrattuale nel p.i.:
•Se eliminando gli sprechi e ottimizzando i processi lavorativi l’amministrazione
ottiene dei risparmi, una parte può essere messa a disposizione per la
contrattazione integrativa.
Con queste risorse aggiuntive si può premiare chi lavora meglio…
senza togliere niente agli altri!
•In sede di contrattazione decentrata, le Rsu si confrontano con la dirigenza sui
criteri della valutazione e vigilare sulla trasparenza della procedura.
Cisl e Uil hanno sottoscritto questo accordo. La Cgil no.
L’intesa del 4 febbraio è coerente con questo percorso. E di nuovo la Cgil dice no!
5. Cosa rischiavano
i lavoratori pubblici ?
• La contrattazione nazionale è stata bloccata per tre anni.
• Nel frattempo alcune amministrazioni volevano imporre una
lettura restrittiva dell’art.19 per applicare il sistema 25‐50‐25 a
tutto il salario accessorio.
• Il ministro Brunetta stava preparando un decreto per dare
applicazione immediata alla valutazione, chiudendo alcuni spazi
importanti di partecipazione.
Alle amm.ni troppo zelanti ci siamo opposti con i ricorsi.
E i giudici ci hanno dato ragione.
Ma con una legge, nessun giudice avrebbe potuto avvalorare le
nostre posizioni!
6. Senza l’intesa:
• Sulla valutazione, come sull’organizzazione del lavoro negli
uffici, avrebbero deciso i dirigenti, escludendo
completamente i lavoratori e le Rsu
• Le fasce di merito si sarebbero applicate a tutto il salario
accessorio. Almeno il 25 per cento dei dipendenti pubblici
avrebbe potuto perdere dai 300 ai 1000 euro netti
Con l’intesa invece:
• Nessuno perderà soldi per effetto delle “pagelle”
• Gli stipendi in godimento al 2010 restano intatti – altrove
in Europa non è stato così
• I rappresentanti sindacali avranno voce in capitolo
sull’applicazione del nuovo sistema
7. I 5 punti dell’Intesa
1 tracciare un modello contrattuale con più partecipazione dei
lavoratori
nel rispetto dall’accordo 30 aprile 2009 sugli assetti contrattuali
2 salvaguardare il salario anche accessorio dei lavoratori al 31/12/2010
che in nessun caso potrà diminuire
3 applicare la valutazione e il sistema delle fasce di merito (25‐50‐25)
solo alle eventuali risorse aggiuntive
4 prevedere commissioni paritetiche nazionali per l’attuazione della
riforma
con dentro il sindacato dei lavoratori
5 impegnare il governo e l’Aran a stipulare un contratto quadro
sulle nuove relazioni sindacali nel pubblico impiego
8. Spieghiamo l’intesa
anche alle Regioni…
Le Regioni dicono :
• Che l’attuazione della riforma è complicata per via delle incoerenze del quadro
normativo ed applicativo nazionale…
Approfittando di queste incoerenze diversi amministratori locali si stavano già
affrettando con le loro delibere, complicando ancora di più il quadro… per far
tornare i loro conti a tutto danno dei lavoratori!
Ora finalmente possiamo trattare anche con loro su basi di chiarezza.
• Che non si è tenuto conto della loro volontà di coinvolgimento nel processo…
Sono certi amministratori ad aver cercato di tagliare fuori le Rsu. Che hanno
reagito per tutelare il diritto dei lavoratori ad essere informati e a partecipare
alla riorganizzazione del proprio ente
• Regioni ed enti del SSN non possono utilizzare le risorse aggiuntive in virtù delle
disposizioni della manovra estiva, e quindi non potranno attuare la riforma…
Amministrando meglio, correggendo tanti sprechi e inefficienze, si
troverebbero risorse sufficienti a ripianare i deficit, migliorare i servizi ai
cittadini, e premiare il buon lavoro pubblico!
9. L’intesa l’abbiamo chiesta insieme,
perché altri si sono sfilati?
L’intesa del 4 febbraio è stata fortemente voluta dalla Cisl Fp.
Ma è anche il frutto di uno sforzo unitario con Cgil e Uil.
Il 26 gennaio scorso è stata presentata alle segreterie
unitarie una piattaforma in 12 punti, che riprendevano le
nostre osservazioni sugli aspetti controversi del d.lgs.
150/2009.
E’ in base a quei punti che ha preso forma
l’intesa firmata a Palazzo Chigi.
Nessuno può dire di essere rimasto all’oscuro!
10. Il documento unitario in 12 punti
(1)
L’intesa del 4 febbraio non risolve certo tutti i problemi che
abbiamo posto sul tavolo con il documento unitario. Ma
ne recepisce alcuni punti molto qualificanti :
• Il valore della contrattazione collettiva, nazionale e
integrativa, va ripristinato come principale fonte di diritto
per la gestione del rapporto di lavoro e delle risorse
umane nel pubblico impiego. […] è solo attraverso la
contrattazione che possono essere compiute le scelte
idonee a rendere le nuove normative più compatibili con
le specificità di ogni singolo ente ed azienda.
L’intesa riconosce nel nuovo modello contrattuale una
leva della riforma
11. Il documento unitario in 12 punti
(2)
• […] bloccando qualsiasi decurtazione del salario
accessorio che si determinerebbe in applicazione delle
nuove norme del d.lgs. 150/2009 per la parte del salario
già definito dalla contrattazione locale e nazionale
L’intesa dice che il salario accessorio in godimento non
sarà toccato
• chiediamo l’attribuzione di una quota dei risparmi sui
costi di funzionamento delle amministrazioni a premiare il
personale e ad incrementare i fondi per la contrattazione
integrativa.
Sono proprio queste risorse, e solo queste, che saranno
assegnate secondo il nuovo sistema premiale
12. Il documento unitario in 12 punti
(3)
• Deve essere favorito un nuovo ruolo partecipativo delle
organizzazioni sindacali […] sperimentando reali sistemi di
valutazione collettiva e individuale che abbiano effetti di
miglioramento organizzativo, della qualità delle prestazioni
ai cittadini, delle retribuzioni ai lavoratori.
Sedendo nei comitati bilaterali, il sindacato partecipa al
monitoraggio delle esperienze di applicazione della
riforma
• Serve definire da subito, con il Governo, le Regioni e gli Enti
Locali un nuovo modello sulle relazioni sindacali per
sostenere una proposta di contrattazione di qualità.
Abbiamo ottenuto l’impegno ad avviare, in tempi brevi, la
definizione di un nuovo accordo quadro.
13. Un altro accordo
che porta risultati concreti
Non è la prima volta che qualcuno ci critica perché scegliamo di
contrattare… ma poi, dei risultati che otteniamo beneficiano tutti i
lavoratori!
• Nel 2008 abbiamo firmato il protocollo che ha permesso di iniziare a
recuperare i tagli fatti da Tremonti con il d.l. 122.
• Da lì abbiamo riportato nelle tasche dei lavoratori l’80% delle risorse
decurtate dal salario di produttività: 750 mln di euro, cioè 150 euro
mensili medi per ogni lavoratore.
• Sempre grazie a quel protocollo, siamo riusciti a chiudere rapidamente
i contratti 2008/2009 con 80 euro di aumento medio.
Cosa ha ottenuto invece chi è sceso in piazza?
14. Accordo serio
o accordo truffa?
L’intesa del 4 febbraio non risolve tutti i problemi aperti nel
pubblico impiego. Ma contiene le risposte che volevamo
quando abbiamo chiesto un confronto al ministro Brunetta.
Il Ministro aveva risposto positivamente.
Il confronto si è poi trasferito a Palazzo Chigi, per dare più
rilievo e più collegialità a decisioni importanti per quasi 3
milioni e mezzo di lavoratori pubblici.
15. A proposito di rappresentatività
• In un sistema di rappresentatività come quello del
pubblico impiego, dire che l’intesa non vale perché l’hanno
firmata solo alcuni non ha senso : Cisl e Uil infatti
rappresentano più del 50% dei lavoratori in tutti i
comparti .
• Anche la polemica sulle Rsu è sterile: è proprio con il
contratto quadro sulle relazioni sindacali previsto
dall’intesa e con il rilancio della contrattazione che si darà
più forza alle rappresentanze!
16. Se questa è una presa in giro…
• … perché chi non ha firmato non chiede che ai suoi
associati si applichino da subito l’art. 19 e le fasce di
merito, in modo che possano constatarne l’effetto in
busta paga?
• … perché perfino il senatore Ichino ironizza sul no della
Cgil: “compito di ogni sindacato degno di questo nome è
battersi fino all’ultimo sangue contro tutti i governi di
centrodestra e rifiutare di contribuire a qualsiasi accordo
con essi, quale che ne sia il contenuto”…
• … e sostiene addirittura – esagerando ‐ che la riforma
Brunetta è morta e siamo tornati al Memorandum?
17. E adesso, una stagione nuova
Le risorse come sempre sono scarse. Il percorso sarà lungo. Ma intanto
abbiamo recuperato il ruolo dei lavoratori e del sindacato, e difeso i
salari.
Da qui possiamo partire per avviare
una stagione nuova di contrattazione.
A chi ha scelto di non firmare chiediamo:
•di essere di nuovo insieme, almeno sulle clausole che bloccano ogni
decurtazione agli stipendi
•di continuare a confrontarsi sulle sfide della produttività e della qualità
dei servizi : trasparenza, costi standard, un federalismo da migliorare,
valutazione anche per la classe politica…
perché i lavoratori e chi li rappresenta
siano ancora di più protagonisti del cambiamento!