1. Il ciclo vitale del baco da seta
Quei piccoli strani semini ......
2. Obiettivo
Conoscere il ciclo vitale dello sviluppo di una farfalla da
seta
Individuare nel concetto di ciclo, il processo di nascita,
crescita, riproduzione, morte degli esseri viventi
Sviluppare il concetto di interdipendenza tra produttori
primari e consumatori primari (primo approccio alla catena
alimentare)
Conoscere la storia della diffusione del baco da seta con
prime informazione in ordine agli scambi tra popoli
Riconoscere nella struttura del gelso, gli elementi di una
pianta e le sue funzioni legate alla presenza umana
3. I motivi della scelta tematica
Lo sfondo tematico dell'intero anno scolastico è stato lo studio degli aspetti
macroscopici del mondo vegetale. Inserire, a conclusione del percorso, un
primo accenno alle catene alimentari, ci è apparso molto importante in quanto
nel percorso di scienze di classe prima l'argomento principale sono stati gli
animali. La vita del baco da seta coniuga molto bene e con tempi adatti
all'organizzazione della scuola le relazioni tra gli essi viventi.
Ci ha dato l'opportunità di ricordare e consolidare i concetti di nascita, di crescita e
sviluppo, nonché di trasformazione degli esseri viventi, mettendo in risalto i
tanti aspetti simili tra vegetali e animali.
Ci ha consentito di porre l'accento sull'osservazione di un fenomeno o oggetto,
come operazione mentale, che deve essere accurata e “smaliziata” perchè
non sempre l'apparenza è realtà.
4. Il 3 maggio a scuola sono comparsi degli strani semini...
Sopra un tavolo avevo lasciato in bella vista un piccolo contenitore con dentro un quadratino di carta su
cui erano disposti a corona degli apparenti semini scuri.
I bambini al loro arrivo lo hanno notato e incuriositi hanno subito pensato ad una nuova specie di semini
da seminare.
Ho chiesto loro di osservarli con l'ingranditore e abbiamo scoperto che in realtà non erano semi come
quelli che avevamo sino ad allora esaminato.
Erano strani, sembrava fossero vivi, come se dentro ci fossero dei corpicini di animale … molto più simili
alle uova che avevamo studiato l'anno precedente!
Alcuni alunni hanno subito ipotizzato che ci fossero degli embrioni racchiusi dall'uovo.
In realtà il mistero si è subito svelato quando guardando all'interno del cerchio, abbiamo scoperto un
piccolo vermetto scuro e peloso.
Erano strani , sembrava che fossero vivi, come se dentro ci fossero dei corpicini di animale … molto più
simili alle uova che avevamo osservato in classe prima.
Alcuni alunni hanno subito ipotizzato che lì dentro ci fossero degli embrioni e che quello fosse veramente
un uovo.
Il mistero si è subito svelato quando, guardando all’interno del cerchio, abbiamo scoperto un piccolo
vermetto, scuro e peloso
5. Dal quaderno di Matilde
3 maggio 2010
Ieri abbiamo guardato all’ingranditore i semi dei vermi, abbiamo visto che erano uova di vermi, abbiamo
visto queste uova e una si era trasformata in un verme di colore marroncino, nerino e era tutto pelucchioso.
5 maggio 2010
Ieri alcuni compagni hanno potuto vedere in diretta la schiusa di un uovo: dopo aver rotto
il guscino, il vermetto ha cominciato ad ondeggiare con il corpicino e dopo circa
10 minuti è uscito fuori.
7 maggio 2010
Oggi siamo andati nel laboratorio di scienze e sullo schermo della televisione abbiamo visto le uova dei vermi rimaste ancora intere. La
maestra ci ha spiegato che le uova nere, dentro hanno i vermi morti perché non sono riuscite a nascere. Le uova grigie invece hanno
fatto i vermi, ma sono morti perché non avevano forza. Dalle uova bianche sono nati tanti vermini. I vermi sono fatti di tanti anellini e nel
sederino hanno un gancetto che gli permette di muoversi. I vermi hanno la testa di colore rosa, la fine del corpo è rosa scuro e
violastro. Abbiamo raccolto un po’ di fogliloine tenere dal giardino ma i vermetti ci sono passati sopra e non hanno mangiato. La maestra
ci ha detto che forse occorre trovare foglie di piante più buone per loro.
11 maggio 2010
L’altro ieri la maestra ha portato delle foglie di una pianta precisa, il gelso e le abbiamo messe sopra ai vermetti. Questa mattina, quando
siamo arrivati le foglie erano state mangiucchiate e allora siamo tornati al laboratorio per vedere meglio cosa stava accadendo. Abbiamo
visto una foglia quasi tutta mangiata e sembrava che i vermi avessero fatto un ricamo, la foglia era diventata bianca e si vedevano bene
le nervature tutte intrecciate. Dopo 9 giorni, accanto alla testa, sono diventati più chiari e anche accanto al sederino. Poi la maestra ci ha
fatto vedere un animale molto da vicino e così abbiamo scoperto che ha 10 anelli per corpo e pure che ai alti di ogni anello ci sono due
zampette. Insomma non sono veri vermi e così tutti d’accordo li chiameremo bachi.
Mentre li guardavamo, loro mangiavano anche le nervature, ma non del tutto, forse sono un po’ troppo dure.
6. Ancora altre osservazioni tratte dai quaderni …
.
Le osservazioni si sono ripetute costantemente circa due volte alla settimana Prima di iniziare le lezioni del
giorno, dedicavamo un po’ di tempo all’osservazione dei bachi, cercando di memorizzare le novità con il
compito di redigere il verbale di osservazione a casa. Un modo per verificare anche l’attenzione posta
sull’osservazione svolta. Quindi il tempo necessario si è ridotto, consentendoci di effettuare molte
registrazioni.
18 maggio 2010
Abbiamo notato che i vermi sono cresciuti di 1 centimetro, hanno sviluppato sul corpo una ventosa, sul
sederino, che gli permette di attaccarsi quando stanno per cadere. Hanno occhi più visibili ad occhio
nudo e hanno molti anellini sul corpo. Hanno sviluppato le zampette , che sono cornute e simpatiche;
quando hanno paura si accartocciano, così sembrano morti di paura. (Marta)
Oggi abbiamo osservato i bachi: misurano un centimetro; quando stanno per cadere, sputano una bavetta e
se la rimangiano per risalire sulla foglia; abbiamo notato che le loro zampe sono a forma di cono
arrotondato; sopra la schiena hanno una specie di cono appuntito. (Giorgio)
19 maggio 2010
Quando siamo arrivati a scuola, abbiamo scoperto una strana cosa nel cartone dei bachi: era una specie di
pelle dura fatta a cono, vuota, sembrava carta bruciata e aveva la stessa forma del baco. La maestra ci
ha detto che è la muta, cioè il cambio di pelle che fanno i bachi quando dentro al loro “vestito” non ci
stanno più comodi. Questi bachi ne faranno quattro prima di diventare adulti. (Costanza)
25 maggio 2010
Testo collettivo: I nostri bachi sono moot più grandi , più di 3 centimetri,e sono diventati così: molto più lunghi;
le zampette sono meno appuntite e sembrano spuntare da una specie di vestito che ricopre il corpicino;
la testa è più chiara, tendente al rosa; si vede molto bene il suo modo di mangiare. Tiene con le
zampette la foglia, fa piccoli e veloci morsetti scavando al foglia in modo circolare; il colore del suo
corpo sta diventando sempre più biancastro/rosato, sembra che, vicino alla testa, abbia disegnate due
coppie di occhi. Sembra un totem indiano.
7. Scopriamo il nome di questi bachi …
Dopo 20 giorni di osservazione, molti bambini si sono posti il problema del nome da dare ai
bachi; osservazioni tratte dalla loro esperienza non corrispondevano alla trasformazione che
stava avvenendo, così hanno cercato notizie presso le famiglie e naturalmente la risposta
alla domanda è pervenuta: erano bachi da seta. Ho raccontato perciò la storia di questo
particolare baco, leggendo anche alcuni passi del libro “Seta” dove si narra la storia reale di
una cittadina francese in cui vi era la produzione di seta. Quindi siamo andati nell’aula di
informatica e abbiamo cercato notizie scientifiche sul baco da seta e sul gelso che abbiamo
stampato e studiato. Intanto continuavano le nostre osservazioni …
1 giugno 2010
I bachi, di cui ora consociamo il vero nome, bachi da seta, misurano in media 5, 5 centimetri.
Ogni giorno troviamo nuove mute e molti di loro sono ormai ciccioni ; mangiano un sacco di
foglie, ma alcuni di loro sembrano fermi, come se dormissero. La maestra ha portato un
fascio di ramoscelli e li ha messi dentro la scatola. Alcuni bachi hanno già cominciato a
salirci, ma lì non ci sono foglie.
3 giugno 2010
Oggi, quando siamo arrivati abbiamo visto una cosa incredibile. E’ vero che avevamo letto
che i bachi si chiudono in un bozzolo, ma non pensavamo come facessero! Invece ci sono i
primi tre bozzoli e altri bachi stanno filando una specie di ragnatela a trapezio tra un rametto
e l’altro per chiudersi dentro. E’ uno spettacolo!
8 giugno 2010
Le larve che sono rimaste ancora sul fondo della scatola misurano circa 8 centimetri, molte
sono salite al bosco. Otto di noi ritengono che domani anche gli ultimi bachi saranno
abbozzolati.
8. Il cartellone fotografico, il ciclo vitale del baco da seta
Le uova, le larve, il gelso, larva in
movimento, il gioco, la cacca, la
misura, l’abbozzolamento, il
bozzolo rotto, l’uscita della
farfalla, l’accoppiamento, le uova.
E la storia ricomincia …
9. Conclusioni
Prima della fine della scuola abbiamo riguardato le registrazioni sul quaderno e le pagine di informazioni
trovate. Attraverso una conversazione collettiva, abbiamo cercato di riprodurre il ciclo di vita del baco da
seta, individuando la relazione esistente tra questo animale e il gelso. Dalle notizie che avevamo,
abbiamo capito che il baco si trasforma in farfalla entro 40 giorni ma il freddo stagionale non ci ha
consentito di vedere lo sfarfallamento. Così ho deciso di regalare a ciascun bambino un rametto con due
bozzoli da portare a casa per completare l’esperienza, sebbene già sapessero cosa sarebbe accaduto.
Dalla conversazione è emerso che:
-Il baco da seta è un animale che ha un ciclo vitale molto ridotto;
-Ogni sua fase vitale ha uno specifico nome e questo riguarda tutte le farfalle uovo, larva, crisalide,
farfalla;
-Il baco da seta non è originario delle nostre zone e si ciba di una particolare foglia, il gelso. Questa
foglia è molto importante per lui perché altrimenti muore di fame;
-Se mancassero i gelsi il baco da seta si estiguerebbe;
-Le fasi più importanti della sua vita sono la nascita da un uovo, la crescita per mezzo del cibo, la
riproduzione con la deposizione delle uova, dopo la sfarfallamento e la morte.
A quasi tutti i bambini sono nate le farfalle e poiché erano più d’una, hanno potuto vedere e fotografare
l’accoppiamento e la deposizione delle uova. Ne hanno fatto racconti e relazioni oltre ai disegni, come
dei bravi scienziati.
10. Alcune riflessioni finali
L’esperienza che si propone a volte nasce per condizioni fortuite e favorevoli che si innestano sull’intenzionalità
del docente, nel proporre contenuti che consolidano conoscenze, le ampliano, le irrobustiscono.
Talvolta l’esperienza è fatta di azioni manipolative ed operative sulle quali si ragiona e si riflette, altre volte
l’osservazione dei fenomeni è l’esperienza stessa: una via per conoscere, confrontare, dedurre, analizzare,
ipotizzare, modellizzare. Tutte operazioni mentali che sostengono l’acquisizione di competenze che esulano
dal tema prescelto, sono un habitus per affrontare la realtà, conoscerla e gestirla con i mezzi culturali,
linguistici e informativi che la scuola, nella sua funzione prioritaria, offre agli alunni.
Questa esperienza ha avuto tali connotati: ha consolidato conoscenze pregresse, le ha recuperate per intrecciarle
e individuarne relazioni; è stata messa in campo perché abbastanza fattibile all’interno del periodo scolastico;
era un ottimo punto di incontro tra mondo degli animali e dei vegetali e dava la possibilità di inserire un grande
concetto scientifico, il ciclo. Ciclica è la vita degli esseri viventi, così come quella della materia in generale.
Ciclico è anche l’apprendimento che parte da elementi semplici, alla portata conoscitiva degli alunni, si sviluppa ed
approfondisce con l’introduzione di operazioni mentali più complesse, che si cimenta con contenuti più
complicati, andando gradualmente a costituire una solida rete concettuale e conoscitiva utile ad acquisire
padronanza e transfert.
Il metodo fenomenologico-operativo viene rispettato dalla sostanza dell’argomento, vicina agli interessi del
bambino, il quale opera sulle proprie ed altrui osservazioni della realtà, in modo intellettuale: osserva, registra,
misura, confronta, deduce o ipotizza senza che necessariamente operi sull’oggetto di studio.
Questo è il significato di una pedagogia attiva in senso dewiano, una pedagogia che fonda l’attivismo non sul fare
per il piacere di fare, ma sul fare cognitivo, elaborativo, produttore di conoscenze e di competenze.