1. DANTE ALIGHIERI
LA VITA (1265 -1321)
Una vita poco nota - possediamo poche notizie biografiche certe
non abbiamo nessun autografo, neppure la firma
Riferimenti autobiografici – nell’opera dantesca sono numerosi, usati dallo stesso
Dante per costruire una sorta di “mitologia personale”
Il nome - “Dante” è la forma abbreviata di Durante, Alegherii = figlio di Alagherio
- Alighieri
La nascita (1265)
e la famiglia - il luogo della nascita è certo, Firenze; da una famiglia della
piccola nobiltà cittadina, dedita ad attività mercantili e
finanziarie
La moglie e i figli - a soli dodici anni Dante è assegnato in nozze a Gemma
Donati, secondo l’uso del tempo; dal loro matrimonio
nasceranno tre o quattro figli: Pietro, Iacopo, Antonia e
Giovanni(?)
L’incontro con Beatrice - nel 1283, a diciotto anni, già incontrata nove anni
prima, l’incontro coincide con l’esordio della poesia
e l’adesione al Dolce Stil Novo (amico di Guido
Cavalcanti). Beatrice è Bice figlia di Folco Portinari.
Il “traviamento” - dopo la morte di Beatrice, l’8 giugno del 1290, periodo di
crisi e allontanamento dagli studi teologici e dalla poesia (1290-1293)
L’impegno politico
e militare - per poter partecipare alla vita politica comunale è
iscritto all’ordine dell’Arte dei medici e speziali;
ricopre cariche importanti fino a divenire Priore nel
1300
2. Bianchi e Neri – sono le due fazioni politiche in cui erano divisi i
guelfi, sostenitori dell’autorità papale (i ghibellini
invece parteggiavano per l’imperatore). Dante era
guelfo bianco, esprimeva cioè gli interesse del popolo
grasso (finanzieri e ricchi mercanti) che volevano
l’autonomia del comune, senza ingerenze da parte del
Papa (Bonifacio VIII)
La vittoria dei Neri
e la condanna
all’esilio (1302) Accusato di baratteria (corruzione nell’esercizio di
funzioni pubbliche) rifiutò le condizioni presentategli
dai Neri (pagamento di una multa e confino di due
anni) e venne quindi condannato a morte sul rogo.
Inizia, a 36 anni, l’esilio inesorabile e lungo
L’esilio “Per le parti quasi tutte a le quali questa lingua(il
volgare) si estende, peregrino, quasi mendicando,
sono andato” così scrive nel Convivio. Fu a Forlì,
Verona, Arezzo, dapprima unito agli altri esuli in
seguito da solo in altre città (Treviso, Lucca, Parigi)
Le speranze in Arrigo VIII In una famosa Epistola (V) Dante invita i principi
italiani a sottomettersi all’autorità imperiale di Arrigo
VIII di Lussemburgo, eletto imperatore nel 1308,
aderendo così ad una visione politica universalistica
del potere non più municipalistica. Ma l’imperatore
muore improvvisamente nel 1313 presso Siena.
Gli ultimi anni:
a Verona è ospite con i figli di Cangrande della Scala e rifiuta
con sdegno, nel 1315, la possibilità di rientrare a
Firenze in seguito all’amnistia concessa agli esuli
a Ravenna dal 1318 dove venne accolto benevolmente, vi morì
nel 1321 di ritorno da Venezia, dove forse aveva
contratto la malaria. Fu sepolto nella chiesa di San
Francesco dove si trovano tuttora i suoi resti.
3. LE OPERE
La Vita Nuova
Opera composta tra il 1293 e il 1295 intitolata “Vita nuova” proprio ad indicare il
rinnovamento spirituale del poeta a causa di un amore eccezionale ed altissimo. E’ la
storia dell’amore per Beatrice, ma la vicenda personale assume un valore
simbolico, divenendo storia della sua vita intellettuale e spirituale
Dopo la morte di Beatrice, Dante decise di raccogliere le liriche più significative
scritte fino a quel momento, facendole precedere da un commento in prosa,
capitoletto, che spiegasse l’occasione da cui erano nati (unione di prosa e versi).
Il libro è suddiviso in tre parti, alle quali corrispondono i tre stadi dell’amore:
I parte – Dante parla degli effetti che l’amore produce sull’amante, secondo i canoni
della poesia cortese, stilnovistica; l’amante poteva sempre sperare in una ricompensa
al suo amore da parte della donna (per esempio il saluto, simbolo di questo
appagamento esteriore e materiale).
II parte - La negazione del saluto da parte di Beatrice fa scoprire a Dante che la
felicità deve nascere non da un appagamento esterno (il saluto) ma tutta dentro di lui,
dalle parole dette in lode della sua donna; la gioia del poeta consiste solo nel
contemplare e lodare la creatura altissima, che è in terra come un “miracolo”.
III parte – L’amore per la donna innalza l’anima fino alla contemplazione di Dio;
attraverso la donna-angelo si realizza un processo ascendente verso Dio
(poeta > donna > Dio ). Dante supera così il conflitto tra l’amore per la donna e
l’amore per Dio, poiché nella sua natura angelica convivono umanità e divinità.
La Vita nuova è un viaggio a Dio con Beatrice come guida, come sarà poi nella
Divina Commedia; già la Vita nuova narra un’esperienza mistica, un viaggio
dell’anima verso Dio.
4. La Divina Commedia
La Commedia nasce dalla visione cupa e apocalittica che Dante ha della realtà
presente e dalla speranza di un riscatto futuro, visione negativa della realtà
contemporanea che nasce dalla sua personale esperienza di uomo politico e di esule
Quando fu composta?
La Commedia è inscindibile dall’esperienza dell’esilio che si protrae per Dante dal
1302 fino alla morte avvenuta a Ravenna nel 1321. La stesura dell’opera iniziata
poco dopo la cacciata da Firenze continua durante le sue peregrinazioni. Il Paradiso
verrà conosciuto postumo. Si può quindi affermare che Dante lavorò a quest’opera
per almeno quindici anni, dal 1306 al 1321.
Spiegazione del titolo
Il titolo di Commedia fu scelto dallo stesso Dante; egli stesso spiega che la
“commedia”, al contrario della tragedia, ha un inizio tragico e una conclusione
positiva: dallo smarrimento del poeta nella selva del peccato fino alla sua salvezza
attraverso il viaggio che lo porta fino al Paradiso. Il titolo fa inoltre riferimento anche
allo stile adottato che è alquanto vario e molteplice (dal linguaggio alto e solenne a
quello più plebeo e volgare). Al nome di Commedia venne aggiunto solo nei secoli
successivi l’aggettivo “Divina” che allude sia al contenuto, sia alla bellezza
dell’opera.
Qual è il messaggio, il fine dell’opera?
Dante ritiene di essere stato investito da Dio della missione di indicare all’umanità la
via della rigenerazione e della salvezza. Una missione profetica che lo conduce a
compiere il viaggio nei tre regni dell’oltretomba (inferno, purgatorio e paradiso);
tutto quanto apprenderà in questo viaggio miracoloso, una volta tornato sulla terra
dovrà ripeterlo agli uomini mediante il suo poema, in modo che essi possano vedere
la “diritta via” che hanno smarrita. Il viaggio è la storia della redenzione personale di
Dante,come individuo particolare, ed anche di tutta quanta l’umanità.
Quali sono le opere che ispirano Dante?
Gli antecedenti culturali del poema:
le visioni dell’aldilà di tradizione medievale, il poema allegorico di ambiente
fiorentino, la letteratura didattico-enciclopedica, la Bibbia, l’Eneide. Inoltre la
cosmologia dantesca si basa sulle tesi del filosofo greco Aristotele (IV sec.a.C.)
riprese anche da san Tommaso d’Aquino.
5. Perché l’opera viene definita una rappresentazione allegorica?
Impianto allegorico del poema = il viaggio che Dante fa, i personaggi che incontra, i
luoghi hanno un significato diverso da quello letterale, essi cioè fanno riferimento a
significati astratti, morali o religiosi (esempi: Virgilio rappresenta la ragione, Beatrice
la teologia, la lupa (nel I canto) rappresenta la cupidigia, la “selva oscura” è simbolo
del peccato) . Nell’opera è inoltre presente una chiara visione medievale del mondo
caratterizzata da una incrollabile fede nel possesso della verità, perciò a Dante
l’universo appare retto da un ordine mirabile, regolato perfettamente dalla volontà
divina , in cui ogni elemento, dal più basso al più sublime, trova una giustificazione e
un fine.
Quali sono le caratteristiche narratologiche della Commedia?
La tecnica narrativa della Commedia . La vicenda è narrata in prima persona da
Dante, cioè dal suo stesso protagonista (racconto autodiegetico); sono però distinti il
Dante narratore dal Dante personaggio, il Dante che narra non coincide col Dante
che vive gli avvenimenti narrati. Il racconto avviene a distanza di tempio dai fatti,
quando l’esperienza è conclusa: pertanto il Dante narratore ha una conoscenza
infinitamente superiore a quella del Dante personaggio, che vive progressivamente
l’esperienza del viaggio e dell’apprendimento, il narratore interviene con
avvertimenti o appelli al lettore, spiegazioni e commenti.
Qual è la visione che Dante immagina del cosmo?
La cosmologia dantesca: Dante immagina la terra al centro dell’universo, intorno ad
essa ruotano nove sfere concentriche, mentre una decima, l’Empireo, è immobile ed è
la sede di Dio. Solo l’emisfero settentrionale della terra è abitato: i suoi confini sono
a est il Gange e a ovest le colonne d’Ercole; il suo centro è Gerusalemme.
All’interno della terra c’è l’Inferno, un immenso imbuto prodotto dalla caduta di
Lucifero: la terra si ritrasse per l’orrore di fronte all’angelo che si era ribellato a Dio
ed era stato per questo cacciato dal Paradiso; a questo imbuto corrisponde,
nell’emisfero meridionale, il monte del Purgatorio, sulla cui cima si trova il
Paradiso terrestre. Il moto delle sfere celesti, con gli astri che loro appartengono
(Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Stelle fisse) è circolare e
concentrico ed è dovuto alla spinta loro impressa dalla nona sfera, il Primo Mobile,
che è la più vicina a Dio e ruota ad altissima velocità per l’ardente desiderio di
riunirsi a lui. (vedi immagine sulla fotocopia )
Qual è la simbologia numerica presente nella Commedia?
I numeri che regolano l’architettura del poema sono il numero tre e il numero dieci,
numeri fondamentali per la mistica medievale; il numero tre è il simbolo della trinità,
il dieci racchiude in sé sia il tre che l’uno, alludendo sempre al mistero di Dio.
L’opera è divisa in tre cantiche che corrispondono ai tre regni dell’oltretomba
(Inferno, Purgatorio e Paradiso); ogni cantica è composta da trentatré canti ciascuno,
per un totale di cento canti, perché l’Inferno è preceduto da un canto introduttivo
6. (Canto I), una specie di canto introduttivo, cioè un proemio. Tutte le anime sono
collocate in tre grandi sezioni e gli “spazi” dei tre regni seguono sempre una
suddivisione che comporta una presenza del nove, multipli di tre.
Anche lo schema metrico, la terzina di endecasillabi, richiama il numero tre.