a scuola di biblioVerifica: come utilizzare il test TRAAP
L'unità d'italia nel segno dell'acqua
1. SCUOLA PRIMARIA RUFFANO
CLASSE 3^ A (Tempo Pieno)
a.s. 2011 / 2012
L’UNITA’
D’ ITALIA
NEL SEGNO
DELL’ACQUA
INSEGNANTI NUCCIO Rosalia Anna
D’AMATO Maria
Nadia
2. PROGETTO
ACQUA BENE PREZIOSO
(...anche per il nostro Stare Insieme come italiani!)
5. Gli anni del dopo guerra
Dal 1940 al 1945 l'Acquedotto Pugliese seguì le dure vicende che
colpirono tutta l'Italia e, attraverso ostacoli e vicissitudini d'ogni
genere, cercò di far fronte al rifornimento idrico della regione.
Esso inoltre fu messo a dura prova dai bombardamenti aerei
diretti sugli abitati ed in special modo dai sabotaggi effettuati
dalle truppe tedesche che, dopo l'armistizio del 1943 firmato
dall'Italia, postesi in ritirata lungo la penisola, distruggevano
tutto quanto incontravano sul loro cammino: furono perciò
distrutti molti ponti-canali, molti impianti idrici e numerosi
serbatoi. Riparare i danni arrecati dagli attacchi nemici ed
approntare nuovi progetti che assicurassero una continua e
completa distribuzione dell'acqua, fu il compito che si imposero
le amministrazioni.
6. In questo nuovo periodo si fa sempre più chiara, insieme
con lo sforzo di ricostruzione nazionale, l'esigenza di
accrescere le possibilità idriche dell'Acquedotto,
immettendo in esso nuove sorgenti, che, aumentando il
volume delle acque, possano servire un maggior numero
di abitanti.
Le sorgenti del Sele erano insufficienti e nacque il
bisogno di captare nuove fonti.
L'anno 1958, segna una tappa luminosa nella storia
dell'Acquedotto Pugliese: in tale anno infatti si è dato il
via al progetto di utilizzare le acque del Calore e quelle
di "destra Sele". Il sogno da tanto tempo vagheggiato
sembra ormai destinato a divenire una realtà.
"Trentadue anni di battaglie", è stato giustamente
affermato, "Trentadue anni di ansie si sono conclusi in
breve tempo con un'azione tenace, che ha portato alla
definizione del problema con una rapidità pari ai bisogni
incalzanti di una maggiore dotazione idrica".
7. Le guerre per l'acqua
Dopo decenni di controversie e trattative, il 17 novembre
1998 Puglia e Basilicata, rivali per l'acqua, hanno
sottoscritto a Potenza il trattato di pace. L'accordo di
programma tra le due regioni, con l'individuazione di
un'Autorità interregionale di Governo, ha finalmente risolto il
problema delle gestione delle risorse, da sempre
scompensate. Il problema è sempre lo stesso, facilmente
riassumibile: la Puglia è a rischio desertificazione, la
Basilicata ha acqua da vendere. Ma il prezzo, proposto dai
lucani e ritenuto equo, era per i pugliesi eccessivo. Proposte,
rifiuti. Per anni le due regioni sono state rivali per
l'acqua.
8. A novembre 1998 la mediazione: alla Puglia vanno 400
milioni di metri cubi all'anno, alla Basilicata, in cambio,
20 miliardi di lire per l'energia elettrica che muove gli
impianti di sollevamento.
Pace fatta, cittadini contenti!
9. L'Acquedotto Pugliese (AQP)
L'Acquedotto Pugliese è, per estensione,il più grande d'Europa e
tra i primi nel mondo.
La rete idrica ha uno sviluppo di oltre 15 mila chilometri (15 volte
la lunghezza del Po) e serve poco più di quattro milioni di
persone.
La portata complessiva è enorme: oltre 19 mila litri al secondo,
sufficienti a riempire in un'ora 640 piscine olimpiche.
Ancora qualche numero: 154 impianti di depurazione, sei di
potabilizzazione, 321 serbatoi con capacità di stoccaggio di tre
milioni di metri cubi.
Da Caposele parte il canale principale dell'AQP, vera e propria
spina dorsale dell'intero sistema idrico.
Nei 390 chilometri dal massiccio del Cervialto a Santa Maria di
Leuca l'acquedotto sprofonda in gallerie per 97 chilometri, corre in
trincee per 103, si solleva su ponti per 8 chilometri e mezzo, scende
e risale nei sifoni per più di 7.
Ma non di sole sorgenti è fatta l'acqua che scorre nelle condotte
dell'AQP.
10. Il primo zampillo d’acqua arriva a Bari in una splendida mattina di
primavera. E’ il 24 aprile 1915 quando alle 11,00 dalla fontana
monumentale appositamente costruita in Piazza Ateneo, si innalza, per
parecchi metri, un lungo fiotto di acqua pura proveniente dalle sorgenti del
Sele.
Gli studenti, accalcati sui balconi dell’Ateneo, acclamarono festosi,
sventolando fazzoletti.
Nei giorni successivi, comitive di pellegrini, dai paesi limitrofi, vengono ad
ammirare lo spettacolo dell’acqua che sgorga liberamente quale simbolo
di un miraggio lungamente atteso, ormai reale e prossimo per
moltissimi paesi dell’entroterra.
I nostri nonni ci
hanno raccontato che …
11. Prima dell’Acquedotto in casa l’acqua veniva conservata in
grossi orci panciuti di terracotta dalla bocca molto larga dove si
immergeva l’inconfondibile mestolo di rame per attingere con
parsimonia e non sprecare il liquido prezioso.
Ci si lavava in poca acqua nel bacile di rame o di ferro
smaltato ed avere in casa il gabinetto con pozzo nero era lusso
di pochi.
Le malattie gastro-intestinali e in particolar modo le febbri
tifoidee, causavano ogni anno numerose vittime, specialmente
nella stagione estiva.
La mortalità infantile era impressionante ed i decessi si
contavano a decine di migliaia. La presenza delle cisterne e
dei pozzi privati, con le loro acque stagnanti, rappresentavano
il substrato ideale per lo sviluppo della zanzara Anofele, causa
del diffondersi della malaria che, nelle zone rurali
rappresentava una delle principali cause di morte.
12. Il 24 aprile del 1915 l’acqua corrente giunge per la prima
volta a Bari.
Una grande festa.
“All’acqua, all’acqua, alla fontana nova, ci no tiene la zita
(fidanzata) se la trova” si canta nei paesi benedetti dalla
nuova acqua.
L’acqua corrente raggiunge Foggia nel 1924, Lecce nel
1927, grazie al completamento di un’altra imponente opera:
il “Sifone leccese”.
Il pittore Domenico Cantatore, all’epoca dodicenne,
racconta così l’arrivo dell’acqua a Ruvo di Puglia:
“I possidenti buttarono le chiavi delle cisterne nella strada e
le donne andarono in chiesa a ringraziare i santi…”.
Successivamente, con i lavori di fognatura ed il
completamento degli allacci idrici vengono installati i
gabinetti nelle case.
19. “CHE EMOZIONE BERE ALLA FONTANA COME TANTO TEMPO FA …
AL TEMPO DEI NOSTRI NONNI E BISNONNI! “
20. ANCORA OGGI … C’ E’ CHI ATTINGE ACQUA
ALLA FONTANA PUBBLICA …. FERNANDA
21.
22. E’ STATA VERAMENTE UNA BELLA ESPERIENZA!
ABBIAMO CONOSCIUTO L’UNITA’ D’ITALIA
NEL SEGNO DELL’ACQUA COME ELEMENTO DI
VITA E CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO DELLA NAZIONE.