1. BOLLETTINO UFFICIALE
DELL'ARCIDIOCESI METROPOLITANA
DI PESCARA-PENNE
ANNO LIX MMVII - 2
2. Periodico Sede Legale:
della diocesi di Pescara Curia Arcivescovile Metropolitana Pescara-Penne
Anno LIX - N° 2
Piazza Spirito Santo, 5
Presidente: 65121 PESCARA
S. E. R. Mons. Tommaso VALENTINETTI
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Dott. Ernesto GRIPPO
Rivista Diocesana
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Can. Antonio DI GIULIO Periodico registrato presso il Tribunale di Pescara
Editore: al n° 11/95 in data 24.05.1995
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CURIA METROPOLITANA
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ARCIVESCOVADO
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3. SOMMARIO
LA PAROLA DEL PAPA
Messaggio ai Partecipanti al IX Forum Internazionale dei Giovani .................................. pag. 6
Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2007 ...................................................... “ 9
Messaggio per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù................................................. “ 14
VITA DIOCESANA
NOMINE e DECRETI
Nomine e Ammissioni ................................................................................................................. “ 24
Erezione della Parrocchia di San Giovanni Battista e S. Benedetto Abate ....................... “ 30
Unità Pastorale tra le parrocchie di San Cristoforo e delle Anime Sante in Moscufo .... “ 32
Unità Pastorale tra le parrocchie di San Michele Arcangelo, Beata Vergine Maria
della Pace e Sant’Antonio Abate in Città Sant’Angelo .......................................................... “ 35
Decreto di Determinazione degli Atti di Straordinaria Amministrazione per le
persone giuridiche soggette al Vescovo diocesano ................................................................ “ 38
LETTERE
Ai reverendissimi parroci della Forania di Castiglione Messer Raimondo (Te) .............. “ 42
VARIE
La Celebrazione del Sacramento della Confermazione (Nota Pastorale) .......................... “ 44
XXX Anniversario del Congresso Eucaristico:
1. Programma del 30 settembre ............................................................................................ “ 49
2. Saluto di S. E. Card. T. Bertone alle Autorità pescaresi ............................................. “ 50
3. Saluto dell’Arcivescovo a S. E. Card. T. Bertone ....................................................... “ 51
4. Omelia di S. E. Card. T. Bertone .................................................................................. “ 53
Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana:
Onorari degli avvocati e dei Procuratori nelle cause di nullità matrimoniali ............... “ 59
AMMINISTRAZIONE
Errata corrige al Rendiconto 2006 del Bollettino n. 1 Anno 2007 ..................................... “ 62
Rendiconto delle offerte raccolte per il Progetto “Famiglia d’Africa” .............................. “ 63
MMVII - 2
6. MESSAGGIO AI PARTECIPANTI
AL IX FORUM INTERNAZIONALE DEI GIOVANI
(Rocca di Papa, 28-31 marzo 2007)
All’Arcivescovo
Mons. STANISLAW RYLKO
Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici
Sono particolarmente lieto di inviare il mio cordiale saluto a Lei, Venerato
Fratello, al Segretario, ai Collaboratori del Pontificio Consiglio per i Laici e
a quanti prendono parte al IX Forum internazionale dei giovani sul tema
“Testimoni di Cristo nel mondo del lavoro”, che si tiene in questa settimana
a Rocca di Papa. Con particolare affetto mi rivolgo ai giovani delegati delle
Conferenze Episcopali e di vari Movimenti, Associazioni e Comunità inter-
nazionali, provenienti dai cinque Continenti ed impegnati in settori molto
diversi. Estendo il mio deferente pensiero agli autorevoli relatori, che hanno
accettato di recare all’incontro il contributo della loro competenza e della
loro esperienza.
Il tema è quanto mai attuale e tiene conto delle trasformazioni intervenute
negli ultimi anni nel campo dell’economia, della tecnologia e della comuni-
cazione, che hanno modificato radicalmente la fisionomia e le condizioni
del mercato del lavoro. I progressi compiuti, se da una parte hanno suscitato
nuove speranze nei giovani, dall’altra hanno spesso creato in loro forme
preoccupanti di emarginazione e di sfruttamento, con crescenti situazioni di
disagio personale. A causa del rilevante divario tra gli ambiti formativi e il
mondo del lavoro, sono aumentate le difficoltà di reperire un’occupazione
lavorativa che risponda alle attitudini personali e agli studi compiuti, con in
più l’aggravio dell’incertezza circa la possibilità di poter poi mantenere nel
tempo un pur modesto impiego. Il processo di globalizzazione in atto nel
mondo ha recato con sé un’esigenza di mobilità che obbliga numerosi gio-
vani a emigrare e a vivere lontano dal Paese d’origine e dalla propria fami-
glia. E questo ingenera in tanti un inquietante senso di insicurezza, con in-
dubbie ripercussioni sulla capacità non solo di immaginare e di mettere in
atto un progetto per il futuro, ma persino di impegnarsi concretamente nel
6
7. matrimonio e nella formazione di una famiglia. Si tratta di problematiche
complesse e delicate che devono essere opportunamente affrontate, guar-
dando alla realtà di oggi e facendo riferimento alla Dottrina sociale, della
quale è offerta un’adeguata presentazione nel Catechismo della Chiesa Cat-
tolica e soprattutto nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa.
Costante è stata, in effetti, in questi anni l’attenzione della Chiesa verso la
questione sociale, ed in particolare verso il lavoro. Basti ricordare l’Encicli-
ca Laborem exercens, pubblicata poco più di venticinque anni fa, il 14 set-
tembre 1981, dall’amato mio predecessore Giovanni Paolo II. Essa ribadi-
sce e attualizza le grandi intuizioni sviluppate dai Sommi Pontefici Leone
XIII e Pio XI nelle Encicliche Rerum novarum (1891) e Quadragesimo an-
no (1931), entrambe scritte all'epoca della industrializzazione dell'Europa.
In un contesto di liberalismo economico condizionato dalle pressioni del
mercato, dalla concorrenza e dalla competitività, questi documenti pontifici
richiamano con forza la necessità di valorizzare la dimensione umana del
lavoro e di tutelare la dignità della persona: in effetti, il riferimento ultimo
di ogni attività umana non può che essere l'uomo, creato a immagine e so-
miglianza di Dio. Un’approfondita analisi della situazione, infatti, conduce
a constatare che il lavoro rientra nel progetto di Dio sull'uomo e che esso è
partecipazione alla sua opera creatrice e redentrice. E, pertanto, ogni attività
umana dovrebbe essere occasione e luogo di crescita degli individui e della
società, sviluppo dei “talenti” personali da valorizzare e porre al servizio or-
dinato del bene comune, in spirito di giustizia e di solidarietà. Per i credenti,
poi, la finalità ultima del lavoro è la costruzione del Regno di Dio.
Mentre invito a far tesoro del dialogo e della riflessione di questi giorni, au-
spico che quest’importante assemblea giovanile costituisca per i partecipan-
ti una fruttuosa occasione di crescita spirituale ed ecclesiale, grazie alla con-
divisione delle testimonianze e delle esperienze, alla preghiera comune e al-
le liturgie celebrate insieme. Oggi, più che mai, è necessario e urgente pro-
clamare “il Vangelo del lavoro”, vivere da cristiani nel mondo del lavoro e
diventare apostoli fra i lavoratori. Ma per compiere questa missione occorre
restare uniti a Cristo con la preghiera e un’intensa vita sacramentale, valo-
rizzando a tale scopo in maniera speciale la Domenica, che è Giorno dedi-
cato al Signore. Mentre incoraggio i giovani a non perdersi d’animo dinanzi
alle difficoltà, do loro appuntamento per domenica prossima, in Piazza San
7
8. Pietro, ove si svolgerà la solenne celebrazione della Domenica delle Palme
e della XXII Giornata Mondiale della Gioventù, ultima tappa di preparazio-
ne alla Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà il prossimo anno a
Sidney, in Australia.
Quest’anno il tema di riflessione è: “Come io vi ho amato, così amatevi an-
che voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Ripeto in questa circostanza quanto ho
scritto ai giovani cristiani del mondo intero nel mio Messaggio per la Gior-
nata Mondiale della Gioventù, che si ravvivi cioè nei giovani “la fiducia
nell'amore vero, fedele e forte; un amore che genera pace e gioia; un amore
che lega le persone, facendole sentire libere nel reciproco rispetto” e capaci
di sviluppare appieno le proprie potenzialità. Non conta soltanto diventare
più «competitivi» e «produttivi», occorre essere «testimoni della carità».
Soltanto così, infatti, con il sostegno anche delle rispettive parrocchie, mo-
vimenti e comunità, in cui è possibile fare esperienza della grandezza e del-
la vitalità della Chiesa, i giovani di oggi saranno in grado di vivere il lavoro
come una vocazione e una vera missione. A tal fine assicuro il mio orante
ricordo e, invocando la celeste protezione di Maria e di san Giuseppe, Pa-
trono dei lavoratori, di cuore invio a Lei, Venerato Fratello, a quanti parteci-
pano al Forum internazionale e a tutti i giovani lavoratori cristiani una spe-
ciale Benedizione Apostolica
Dal Vaticano, 28 Marzo 2007
8
9. MESSAGGIO PER LA GIORNATA
MISSIONARIA MONDIALE 2007
Tutte le Chiese per tutto il mondo
Cari fratelli e sorelle,
in occasione della prossima Giornata Missionaria Mondiale vorrei invitare
l’intero Popolo di Dio - Pastori, sacerdoti, religiosi, religiose e laici - ad una
comune riflessione sull’urgenza e sull’importanza che riveste, anche in que-
sto nostro tempo, l’azione missionaria della Chiesa. Non cessano infatti di
risuonare, come universale richiamo e accorato appello, le parole con le
quali Gesù Cristo, crocifisso e risorto, prima di ascendere al Cielo, affidò
agli Apostoli il mandato missionario: “Andate dunque e ammaestrate tutte
le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”. Ed ag-
giunse: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt
28,19-20). Nell’impegnativa opera di evangelizzazione ci sostiene e ci ac-
compagna la certezza che Egli, il padrone della messe, è con noi e guida
senza sosta il suo popolo. E’ Cristo la fonte inesauribile della missione della
Chiesa. Quest’anno, inoltre, un ulteriore motivo ci spinge a un rinnovato
impegno missionario: ricorre infatti il 50° anniversario dell’Enciclica del
Servo di Dio Pio XII Fidei donum, con la quale venne promossa e incorag-
giata la cooperazione tra le Chiese per la missione ad gentes.
“Tutte le Chiese per tutto il mondo”: questo è il tema scelto per la prossima
Giornata Missionaria Mondiale. Esso invita le Chiese locali di ogni Conti-
nente a una condivisa consapevolezza circa l’urgente necessità di rilanciare
l’azione missionaria di fronte alle molteplici e gravi sfide del nostro tempo.
Sono certo mutate le condizioni in cui vive l’umanità, e in questi decenni un
grande sforzo è stato compiuto per la diffusione del Vangelo, specialmente a
partire dal Concilio Vaticano II. Resta tuttavia ancora molto da fare per ri-
spondere all’appello missionario che il Signore non si stanca di rivolgere ad
ogni battezzato. Egli continua a chiamare, in primo luogo, le Chiese cosid-
dette di antica tradizione, che in passato hanno fornito alle missioni, oltre
che mezzi materiali, anche un numero consistente di sacerdoti, religiosi, re-
9
10. ligiose e laici, dando vita a un’efficace cooperazione fra comunità cristiane.
Da questa cooperazione sono scaturiti abbondanti frutti apostolici sia per le
giovani Chiese in terra di missione, che per le realtà ecclesiali da cui prove-
nivano i missionari. Dinanzi all’avanzata della cultura secolarizzata, che ta-
lora sembra penetrare sempre più nelle società occidentali, considerando
inoltre la crisi della famiglia, la diminuzione delle vocazioni e il progressi-
vo invecchiamento del clero, queste Chiese corrono il rischio di rinchiudersi
in se stesse, di guardare con ridotta speranza al futuro e di rallentare il loro
sforzo missionario. Ma è proprio questo il momento di aprirsi con fiducia
alla Provvidenza di Dio, che mai abbandona il suo popolo e che, con la po-
tenza dello Spirito Santo, lo guida verso il compimento del suo eterno dise-
gno di salvezza.
A dedicarsi generosamente alla missio ad gentes il Buon Pastore invita pure
le Chiese di recente evangelizzazione. Pur incontrando non poche difficoltà
ed ostacoli nel loro sviluppo, queste comunità sono in crescita costante. Al-
cune abbondano fortunatamente di sacerdoti e di persone consacrate, non
pochi dei quali, pur essendo tante le necessità in loco, vengono tuttavia in-
viati a svolgere il loro ministero pastorale e il loro servizio apostolico altro-
ve, anche nelle terre di antica evangelizzazione. Si assiste in tal modo ad un
provvidenziale “scambio di doni”, che ridonda a beneficio dell’intero Corpo
mistico di Cristo. Auspico vivamente che la cooperazione missionaria si in-
tensifichi, valorizzando le potenzialità e i carismi di ciascuno. Auspico,
inoltre, che la Giornata Missionaria Mondiale contribuisca a rendere sempre
più consapevoli tutte le comunità cristiane e ogni battezzato che è universa-
le la chiamata di Cristo a propagare il suo Regno sino agli estremi angoli
del pianeta. “La Chiesa è missionaria per natura - scrive Giovanni Paolo II
nell’Enciclica Redemptoris missio -, poiché il mandato di Cristo non è qual-
cosa di contingente e di esteriore, ma raggiunge il cuore stesso della Chiesa.
Ne deriva che tutta la Chiesa e ciascuna Chiesa è inviata alle genti. Le stes-
se Chiese più giovani debbono partecipare quanto prima e di fatto alla mis-
sione universale della Chiesa, inviando anch’esse dei missionari a predicare
dappertutto nel mondo l’evangelo, anche se soffrono di scarsezza di clero”
(n. 61).
A cinquant’anni dallo storico appello del mio predecessore Pio XII con
l’Enciclica Fidei donum per una cooperazione tra le Chiese a servizio della
10
11. missione, vorrei ribadire che l’annuncio del Vangelo continua a rivestire i
caratteri dell’attualità e dell’urgenza. Nella citata Enciclica Redemptoris
missio, il Papa Giovanni Paolo II, da parte sua, riconosceva che “la missio-
ne della Chiesa è più vasta della «comunione tra le Chiese»; questa deve es-
sere orientata anche e soprattutto nel senso della missionarietà specifica” (n.
65). L’impegno missionario resta pertanto, come più volte ribadito, il primo
servizio che la Chiesa deve all’umanità di oggi, per orientare ed evangeliz-
zare le trasformazioni culturali, sociali ed etiche; per offrire la salvezza di
Cristo all’uomo del nostro tempo, in tante parti del mondo umiliato e op-
presso a causa di povertà endemiche, di violenza, di negazione sistematica
di diritti umani.
A questa missione universale la Chiesa non può sottrarsi; essa riveste per
essa una forza obbligante. Avendo Cristo affidato in primo luogo a Pietro e
agli Apostoli il mandato missionario, esso oggi compete anzitutto al Suc-
cessore di Pietro, che la Provvidenza divina ha scelto come fondamento vi-
sibile dell’unità della Chiesa, ed ai Vescovi direttamente responsabili dell’e-
vangelizzazione sia come membri del Collegio episcopale, che come Pasto-
ri delle Chiese particolari (cfr Redemptoris missio, 63). Mi rivolgo, pertan-
to, ai Pastori di tutte le Chiese posti dal Signore a guida dell’unico suo greg-
ge, perché condividano l’assillo dell’annuncio e della diffusione del Vange-
lo. Fu proprio questa preoccupazione a spingere, cinquant’anni fa, il Servo
di Dio Pio XII a rendere la cooperazione missionaria più rispondente alle
esigenze dei tempi. Specialmente dinanzi alle prospettive dell’evangelizza-
zione egli chiese alle comunità di antica evangelizzazione di inviare sacer-
doti a sostegno delle Chiese di recente fondazione. Dette vita così a un nuo-
vo “soggetto missionario” che, dalle prime parole dell’Enciclica, trasse ap-
punto il nome di “Fidei donum”. Scrisse in proposito: “Considerando da un
lato le schiere innumerevoli di nostri figli che, soprattutto nei Paesi di antica
tradizione cristiana, sono partecipi del bene della fede, e dall’altro la massa
ancor più numerosa di coloro che tuttora attendono il messaggio della sal-
vezza, sentiamo l’ardente desiderio di esortarvi, Venerabili Fratelli, a soste-
nere con il vostro zelo la causa santa della espansione della Chiesa nel mon-
do”. Ed aggiunse: “Voglia Iddio che in seguito al nostro appello lo spirito
missionario penetri più a fondo nel cuore di tutti i sacerdoti e, attraverso il
loro ministero, infiammi tutti i fedeli” (AAS XLIX 1957, 226).
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12. Rendiamo grazie al Signore per i frutti abbondanti ottenuti da questa coope-
razione missionaria in Africa e in altre regioni della terra. Schiere di sacer-
doti, dopo aver lasciato le comunità d’origine, hanno posto le loro energie
apostoliche al servizio di comunità talora appena nate, in zone di povertà e
in via di sviluppo. Tra loro ci sono non pochi martiri che, alla testimonianza
della parola e alla dedizione apostolica, hanno unito il sacrificio della vita.
Né possiamo dimenticare i molti religiosi, religiose e laici volontari che, in-
sieme ai presbiteri, si sono prodigati per diffondere il Vangelo sino agli
estremi confini del mondo. La Giornata Missionaria Mondiale sia occasione
per ricordare nella preghiera questi nostri fratelli e sorelle nella fede e quan-
ti continuano a prodigarsi nel vasto campo missionario. Domandiamo a Dio
che il loro esempio susciti ovunque nuove vocazioni e una rinnovata consa-
pevolezza missionaria nel popolo cristiano. In effetti, ogni comunità cristia-
na nasce missionaria, ed è proprio sulla base del coraggio di evangelizzare
che si misura l’amore dei credenti verso il loro Signore. Potremmo così dire
che, per i singoli fedeli, non si tratta più semplicemente di collaborare al-
l’attività di evangelizzazione, ma di sentirsi essi stessi protagonisti e corre-
sponsabili della missione della Chiesa. Questa corresponsabilità comporta
che cresca la comunione tra le comunità e si incrementi l’aiuto reciproco
per quanto concerne sia il personale (sacerdoti, religiosi, religiose e laici vo-
lontari) che l’utilizzo dei mezzi oggi necessari per evangelizzare.
Cari fratelli e sorelle, il mandato missionario affidato da Cristo agli Aposto-
li ci coinvolge veramente tutti. La Giornata Missionaria Mondiale sia per-
tanto occasione propizia per prenderne più profonda coscienza e per elabo-
rare insieme appropriati itinerari spirituali e formativi che favoriscano la
cooperazione fra le Chiese e la preparazione di nuovi missionari per la dif-
fusione del Vangelo in questo nostro tempo. Non si dimentichi tuttavia che
il primo e prioritario contributo, che siamo chiamati ad offrire all’azione
missionaria della Chiesa, è la preghiera. “La messe è molta, ma gli operai
sono pochi – dice il Signore -. Pregate dunque il padrone della messe per-
ché mandi operai nella sua messe” (Lc 10,2). “In primo luogo - scriveva
cinquant’anni or sono il Papa Pio XII di venerata memoria - pregate dun-
que, Venerabili Fratelli, pregate di più. Ricordatevi degli immensi bisogni
spirituali di tanti popoli ancora così lontani dalla vera fede oppure così privi
di soccorsi per perseverarvi” (AAS, cit., pag. 240). Ed esortava a moltiplica-
re le Messe celebrate per le Missioni, osservando che “ciò risponde ai desi-
12
13. deri del Signore, che ama la sua Chiesa e la vuole estesa e fiorente in ogni
angolo della terra” (ibid., pag. 239).
Cari fratelli e sorelle, rinnovo anch’io questo invito quanto mai attuale. Si
estenda in ogni comunità la corale invocazione al “Padre nostro che è nei
cieli”, perché venga il suo regno sulla terra. Faccio appello particolarmente
ai bambini e ai giovani, sempre pronti a generosi slanci missionari. Mi ri-
volgo agli ammalati e ai sofferenti, ricordando il valore della loro misteriosa
e indispensabile collaborazione all’opera della salvezza. Chiedo alle perso-
ne consacrate e specialmente ai monasteri di clausura di intensificare la loro
preghiera per le missioni. Grazie all’impegno di ogni credente, si allarghi in
tutta la Chiesa la rete spirituale della preghiera a sostegno dell’evangelizza-
zione. La Vergine Maria, che ha accompagnato con materna sollecitudine il
cammino della Chiesa nascente, guidi i nostri passi anche in questa nostra
epoca e ci ottenga una nuova Pentecoste di amore. Ci renda, in particolare,
consapevoli tutti di essere missionari, inviati cioè dal Signore ad essere suoi
testimoni in ogni momento della nostra esistenza. Ai sacerdoti “Fidei do-
num”, ai religiosi, alle religiose, ai laici volontari impegnati sulle frontiere
dell’evangelizzazione, come pure a quanti in vario modo si dedicano all’an-
nuncio del Vangelo assicuro un ricordo quotidiano nella mia preghiera,
mentre imparto con affetto a tutti la Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 27 Maggio 2007, Solennità di Pentecoste.
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14. MESSAGGIO PER LA XXIII GIORNATA MONDIALE
DELLA GIOVENTÙ
«Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi
e mi sarete testimoni» (At 1,8)
Cari giovani!
1. La XXIII Giornata Mondiale della Gioventù
Ricordo sempre con grande gioia i vari momenti trascorsi insieme a Colo-
nia, nell'agosto 2005. Alla fine di quell'indimenticabile manifestazione di
fede e di entusiasmo, che resta impressa nel mio spirito e nel mio cuore, vi
ho dato appuntamento per il prossimo incontro che si terrà a Sydney, nel
2008. Sarà la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù ed avrà come tema:
«Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimo-
ni» (At 1,8). Il filo conduttore della preparazione spirituale all'appuntamento
di Sydney è lo Spirito Santo e la missione. Se nel 2006 ci siamo soffermati
a meditare sullo Spirito Santo come Spirito di verità, nel 2007 cerchiamo di
scoprirlo più profondamente quale Spirito d'amore, per incamminarci poi
verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2008, riflettendo sullo Spirito di
fortezza e testimonianza, che ci dona il coraggio di vivere il Vangelo e l'au-
dacia di proclamarlo. Diventa perciò fondamentale che ciascuno di voi gio-
vani, nella sua comunità e con i suoi educatori, possa riflettere su questo
Protagonista della storia della salvezza che è lo Spirito Santo o Spirito di
Gesù, per raggiungere questi alti scopi: riconoscere la vera identità dello
Spirito anzitutto ascoltando la Parola di Dio nella Rivelazione della Bibbia;
prendere una lucida coscienza della sua continua, attiva presenza nella vita
della Chiesa, in particolare riscoprendo che lo Spirito Santo si pone come
"anima", respiro vitale della propria vita cristiana, grazie ai sacramenti del-
l'iniziazione cristiana - Battesimo, Confermazione ed Eucaristia; diventare
così capace di maturare una comprensione di Gesù sempre più approfondita
e gioiosa e, contemporaneamente, di realizzare un'efficace attuazione del
Vangelo all'alba del terzo millennio. Volentieri con questo messaggio vi of-
fro un tracciato di meditazione da approfondire lungo quest'anno di prepara-
zione, su cui verificare la qualità della vostra fede nello Spirito Santo, ritro-
14
15. varla se smarrita, rafforzarla se indebolita, gustarla come compagnia del Pa-
dre e del Figlio Gesù Cristo, grazie appunto all'opera indispensabile dello
Spirito Santo. Non dimenticate mai che la Chiesa, anzi l'umanità stessa,
quella che vi sta attorno e che vi aspetta nel vostro futuro, attende molto da
voi giovani perché avete in voi il dono supremo del Padre, lo Spirito di Ge-
sù.
2. La promessa dello Spirito Santo nella Bibbia
L'attento ascolto della Parola di Dio a riguardo del mistero e dell'opera dello
Spirito Santo ci apre a conoscenze grandi e stimolanti che riassumo nei
punti seguenti.
Poco prima della sua ascensione, Gesù disse ai discepoli: «Manderò su di
voi quello che il Padre mio ha promesso» (Lc 24,49). Ciò si realizzò nel
giorno della Pentecoste, quando essi erano riuniti in preghiera nel Cenacolo
con la Vergine Maria. L'effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa nascente
fu il compimento di una promessa di Dio assai più antica, annunciata e pre-
parata in tutto l'Antico Testamento.
In effetti, fin dalle prime pagine la Bibbia evoca lo spirito di Dio come un
soffio che «aleggiava sulle acque» (cfr Gn 1,2) e precisa che Dio soffiò nelle
narici dell'uomo un alito di vita (cfr Gn 2,7), infondendogli così la vita stes-
sa. Dopo il peccato originale, lo spirito vivificante di Dio si manifesterà di-
verse volte nella storia degli uomini, suscitando profeti per incitare il popo-
lo eletto a tornare a Dio e ad osservarne fedelmente i comandamenti. Nella
celebre visione del profeta Ezechiele, Dio fa rivivere con il suo spirito il po-
polo d'Israele, raffigurato da "ossa inaridite" (cfr 37,1-14). Gioele profetizza
un’"effusione dello spirito" su tutto il popolo, nessuno escluso: «Dopo que-
sto - scrive l'Autore sacro -, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo...
Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spi-
rito» (3,1-2).
Nella "pienezza del tempo" (cfr Gal 4,4), l'angelo del Signore annuncia alla
Vergine di Nazaret che lo Spirito Santo, "potenza dell'Altissimo", scenderà
e stenderà su di lei la sua ombra. Colui che ella partorirà sarà dunque santo
e chiamato Figlio di Dio (cfr Lc 1,35). Secondo l'espressione del profeta
Isaia, il Messia sarà colui sul quale si poserà lo Spirito del Signore (cfr
15
16. 11,1-2; 42,1). Proprio questa profezia Gesù riprese all'inizio del suo mini-
stero pubblico nella sinagoga di Nazaret: «Lo Spirito del Signore - Egli dis-
se fra lo stupore dei presenti - è sopra di me; per questo mi ha consacrato
con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere
in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-
19; cfr Is 61,1-2). Rivolgendosi ai presenti, riferirà a se stesso queste parole
profetiche affermando: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete
udita con i vostri orecchi» (Lc 4,21). Ed ancora, prima della sua morte in
croce, annuncerà più volte ai discepoli la venuta dello Spirito Santo, il
"Consolatore", la cui missione sarà quella di rendergli testimonianza e di as-
sistere i credenti, insegnando loro e guidandoli alla Verità tutta intera (cfr
Gv 14,16-17.25-26; 15,26; 16,13).
3. La Pentecoste, punto di partenza della missione della Chiesa
La sera del giorno della sua risurrezione Gesù, apparendo ai discepoli,
«alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo"» (Gv 20,22). Con ancor
più forza lo Spirito Santo scese sugli Apostoli il giorno della Pentecoste:
«Venne all'improvviso dal cielo un rombo - si legge negli Atti degli Apostoli
- come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trova-
vano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono
su ciascuno di loro» (2,2-3).
Lo Spirito Santo rinnovò interiormente gli Apostoli, rivestendoli di una for-
za che li rese audaci nell'annunciare senza paura: «Cristo è morto e risusci-
tato!». Liberi da ogni timore essi iniziarono a parlare con franchezza (cfr At
2,29; 4,13; 4,29.31). Da pescatori intimoriti erano diventati araldi coraggio-
si del Vangelo. Persino i loro nemici non riuscivano a capire come mai uo-
mini «senza istruzione e popolani» (cfr At 4,13) fossero in grado di mostrare
un simile coraggio e sopportare le contrarietà, le sofferenze e le persecuzio-
ni con gioia. Niente poteva fermarli. A coloro che cercavano di ridurli al si-
lenzio rispondevano: «Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e
ascoltato» (At 4,20). Così nacque la Chiesa, che dal giorno della Pentecoste
non ha cessato di irradiare la Buona Novella «fino agli estremi confini della
terra» (At 1,8).
16
17. 4. Lo Spirito Santo, anima della Chiesa e principio di comunione
Ma per comprendere la missione della Chiesa dobbiamo tornare nel Cena-
colo dove i discepoli restarono insieme (cfr Lc 24,49), pregando con Maria,
la "Madre", in attesa dello Spirito promesso. A quest'icona della Chiesa na-
scente ogni comunità cristiana deve costantemente ispirarsi. La fecondità
apostolica e missionaria non è principalmente il risultato di programmi e
metodi pastorali sapientemente elaborati ed "efficienti", ma è frutto dell'in-
cessante preghiera comunitaria (cfr Paolo VI, Esort. apost. Evangelii nun-
tiandi, 75). L'efficacia della missione presuppone, inoltre, che le comunità
siano unite, abbiano cioè «un cuore solo e un'anima sola» (cfr At 4,32), e
siano disposte a testimoniare l'amore e la gioia che lo Spirito Santo infonde
nei cuori dei fedeli (cfr At 2,42). Il Servo di Dio Giovanni Paolo II ebbe a
scrivere che prima di essere azione, la missione della Chiesa è testimonian-
za e irradiazione (cfr Enc. Redemptoris missio, 26). Così avveniva all'inizio
del cristianesimo, quando i pagani, scrive Tertulliano, si convertivano ve-
dendo l'amore che regnava tra i cristiani: «Vedi - dicono - come si amano
tra loro» (cfr Apologetico, 39 § 7).
Concludendo questo rapido sguardo alla Parola di Dio nella Bibbia, vi invi-
to a notare come lo Spirito Santo sia il dono più alto di Dio all'uomo, quindi
la testimonianza suprema del suo amore per noi, un amore che si esprime
concretamente come "sì alla vita" che Dio vuole per ogni sua creatura. Que-
sto "sì alla vita" ha la sua forma piena in Gesù di Nazaret e nella sua vittoria
sul male mediante la redenzione. A questo proposito non dimentichiamo
mai che l'Evangelo di Gesù, proprio in forza dello Spirito, non si riduce ad
una pura constatazione, ma vuole diventare "bella notizia per i poveri, libe-
razione per i prigionieri, vista ai ciechi...". E’ quanto si manifestò con vigo-
re il giorno di Pentecoste, diventando grazia e compito della Chiesa verso il
mondo, la sua missione prioritaria.
Noi siamo i frutti di questa missione della Chiesa per opera dello Spirito
Santo. Noi portiamo dentro di noi quel sigillo dell'amore del Padre in Gesù
Cristo che è lo Spirito Santo. Non dimentichiamolo mai, perché lo Spirito
del Signore si ricorda sempre di ciascuno e vuole, mediante voi giovani in
particolare, suscitare nel mondo il vento e il fuoco di una nuova Pentecoste.
17
18. 5. Lo Spirito Santo "Maestro interiore"
Cari giovani, anche oggi lo Spirito Santo continua dunque ad agire con po-
tenza nella Chiesa e i suoi frutti sono abbondanti nella misura in cui siamo
disposti ad aprirci alla sua forza rinnovatrice. Per questo è importante che
ciascuno di noi Lo conosca, entri in rapporto con Lui e da Lui si lasci guida-
re. Ma a questo punto sorge naturalmente una domanda: chi è per me lo Spi-
rito Santo? Non sono infatti pochi i cristiani per i quali Egli continua ad es-
sere il "grande sconosciuto". Ecco perché, preparandoci alla prossima Gior-
nata Mondiale della Gioventù, ho voluto invitarvi ad approfondire la cono-
scenza personale dello Spirito Santo. Nella nostra professione di fede pro-
clamiamo: «Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita e procede
dal Padre e dal Figlio» (Simbolo di Nicea-Costantinopoli). Sì, lo Spirito
Santo, Spirito d'amore del Padre e del Figlio, è Sorgente di vita che ci santi-
fica, «perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo del-
lo Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Tuttavia non basta conoscer-
Lo; occorre accoglierLo come guida delle nostre anime, come il "Maestro
interiore" che ci introduce nel Mistero trinitario, perché Egli solo può aprir-
ci alla fede e permetterci di viverla ogni giorno in pienezza. Egli ci spinge
verso gli altri, accende in noi il fuoco dell'amore, ci rende missionari della
carità di Dio.
So bene quanto voi giovani portiate nel cuore grande stima ed amore verso
Gesù, come desideriate incontrarLo e parlare con Lui. Ebbene ricordatevi
che proprio la presenza dello Spirito in noi attesta, costituisce e costruisce la
nostra persona sulla Persona stessa di Gesù crocifisso e risorto. Rendiamoci
dunque familiari dello Spirito Santo, per esserlo di Gesù.
6. I Sacramenti della Confermazione e dell'Eucaristia
Ma - direte - come possiamo lasciarci rinnovare dallo Spirito Santo e cre-
scere nella nostra vita spirituale? La risposta - lo sapete - è: lo si può per
mezzo dei Sacramenti, perché la fede nasce e si irrobustisce in noi grazie ai
Sacramenti, innanzitutto a quelli dell'iniziazione cristiana: il Battesimo, la
Confermazione e l'Eucaristia, che sono complementari e inscindibili (cfr
Catechismo della Chiesa Cattolica, 1285). Questa verità sui tre Sacramenti
che sono all’inizio del nostro essere cristiani è forse trascurata nella vita di
fede di non pochi cristiani, per i quali essi sono gesti compiuti nel passato
18
19. senza incidenza reale sull’oggi, come radici senza linfa vitale. Avviene che,
ricevuta la Confermazione, diversi giovani si allontanano dalla vita di fede.
E ci sono anche giovani che nemmeno ricevono questo sacramento. Eppure
è con i sacramenti del Battesimo, della Confermazione e poi, in modo conti-
nuativo, dell'Eucaristia che lo Spirito Santo ci rende figli del Padre, fratelli
di Gesù, membri della sua Chiesa, capaci di una vera testimonianza al Van-
gelo, fruitori della gioia della fede.
Vi invito perciò a riflettere su quanto qui vi scrivo. Oggi è particolarmente
importante riscoprire il sacramento della Confermazione e ritrovarne il va-
lore per la nostra crescita spirituale. Chi ha ricevuto i sacramenti del Batte-
simo e della Confermazione ricordi che è diventato "tempio dello Spirito":
Dio abita in lui. Sia sempre cosciente di questo e faccia sì che il tesoro che è
in lui porti frutti di santità. Chi è battezzato, ma non ha ancora ricevuto il
sacramento della Confermazione, si prepari a riceverlo sapendo che così di-
venterà un cristiano "compiuto", poiché la Confermazione perfeziona la
grazia battesimale (cfr CCC, 1302-1304).
La Confermazione ci dona una forza speciale per testimoniare e glorificare
Dio con tutta la nostra vita (cfr Rm 12,1); ci rende intimamente consapevoli
della nostra appartenenza alla Chiesa, "Corpo di Cristo", del quale tutti sia-
mo membra vive, solidali le une con le altre (cfr 1 Cor 12,12-25). Lascian-
dosi guidare dallo Spirito, ogni battezzato può apportare il proprio contribu-
to all'edificazione della Chiesa grazie ai carismi che Egli dona, poiché «a
ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità co-
mune» (1 Cor 12,7). E quando lo Spirito agisce reca nell'animo i suoi frutti
che sono «amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitez-
za, dominio di sé» (Gal 5,22). A quanti tra voi non hanno ancora ricevuto il
sacramento della Confermazione rivolgo il cordiale invito a prepararsi ad
accoglierlo, chiedendo l'aiuto dei loro sacerdoti. E' una speciale occasione
di grazia che il Signore vi offre: non lasciatevela sfuggire!
Vorrei qui aggiungere una parola sull'Eucaristia. Per crescere nella vita cri-
stiana, è necessario nutrirsi del Corpo e Sangue di Cristo: infatti, siamo bat-
tezzati e confermati in vista dell'Eucaristia (cfr CCC, 1322; Esort. apost. Sa-
cramentum caritatis, 17). "Fonte e culmine" della vita ecclesiale, l'Eucari-
stia è una "Pentecoste perpetua", poiché ogni volta che celebriamo la Santa
19
20. Messa riceviamo lo Spirito Santo che ci unisce più profondamente a Cristo
e in Lui ci trasforma. Se, cari giovani, parteciperete frequentemente alla Ce-
lebrazione eucaristica, se consacrerete un po' del vostro tempo all'adorazio-
ne del SS.mo Sacramento, dalla Sorgente dell'amore, che è l'Eucaristia, vi
verrà quella gioiosa determinazione di dedicare la vita alla sequela del Van-
gelo. Sperimenterete al tempo stesso che là dove non arrivano le nostre for-
ze, è lo Spirito Santo a trasformarci, a colmarci della sua forza e a renderci
testimoni pieni dell'ardore missionario del Cristo risorto.
7. La necessità e l'urgenza della missione
Molti giovani guardano alla loro vita con apprensione e si pongono tanti in-
terrogativi circa il loro futuro. Essi si chiedono preoccupati: Come inserirsi
in un mondo segnato da numerose e gravi ingiustizie e sofferenze? Come
reagire all'egoismo e alla violenza che talora sembrano prevalere? Come da-
re senso pieno alla vita? Come contribuire perché i frutti dello Spirito che
abbiamo sopra ricordato, "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà,
fedeltà, mitezza e dominio di sé" (n. 6), inondino questo mondo ferito e fra-
gile, il mondo dei giovani anzitutto? A quali condizioni lo Spirito vivifican-
te della prima creazione e soprattutto della seconda creazione o redenzione
può diventare l'anima nuova dell'umanità? Non dimentichiamo che quanto
più è grande il dono di Dio - e quello dello Spirito di Gesù è il massimo - al-
trettanto è grande il bisogno del mondo di riceverlo e dunque grande ed ap-
passionante è la missione della Chiesa di darne testimonianza credibile. E
voi giovani, con la Giornata Mondiale della Gioventù, in certo modo atte-
state la volontà di partecipare a tale missione. A questo proposito, mi pre-
me, cari amici, ricordarvi qui alcune verità di riferimento su cui meditare.
Ancora una volta vi ripeto che solo Cristo può colmare le aspirazioni più in-
time del cuore dell'uomo; solo Lui è capace di umanizzare l'umanità e con-
durla alla sua "divinizzazione". Con la potenza del suo Spirito Egli infonde
in noi la carità divina, che ci rende capaci di amare il prossimo e pronti a
metterci al suo servizio. Lo Spirito Santo illumina, rivelando Cristo crocifis-
so e risorto, ci indica la via per diventare più simili a Lui, per essere cioè
"espressione e strumento dell'amore che da Lui promana" (Enc. Deus cari-
tas est, 33). E chi si lascia guidare dallo Spirito comprende che mettersi al
servizio del Vangelo non è un'opzione facoltativa, perché avverte quanto sia
urgente trasmettere anche agli altri questa Buona Novella. Tuttavia, occorre
ricordarlo ancora, possiamo essere testimoni di Cristo solo se ci lasciamo
20
21. guidare dallo Spirito Santo, che è «l'agente principale dell'evangelizzazio-
ne» (cfr Evangelii nuntiandi, 75) e «il protagonista della missione» (cfr Re-
demptoris missio, 21). Cari giovani, come hanno più volte ribadito i miei
venerati Predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II, annunciare il Vangelo e
testimoniare la fede è oggi più che mai necessario (cfr Redemptoris missio,
1). Qualcuno pensa che presentare il tesoro prezioso della fede alle persone
che non la condividono significhi essere intolleranti verso di loro, ma non è
così, perché proporre Cristo non significa imporlo (cfr Evangelii nuntiandi,
80). Del resto, duemila anni or sono dodici Apostoli hanno dato la vita af-
finché Cristo fosse conosciuto e amato. Da allora il Vangelo continua nei
secoli a diffondersi grazie a uomini e donne animati dallo stesso loro zelo
missionario. Pertanto, anche oggi occorrono discepoli di Cristo che non ri-
sparmino tempo ed energie per servire il Vangelo. Occorrono giovani che
lascino ardere dentro di sé l'amore di Dio e rispondano generosamente al
suo appello pressante, come hanno fatto tanti giovani beati e santi del passa-
to e anche di tempi a noi vicini. In particolare, vi assicuro che lo Spirito di
Gesù oggi invita voi giovani ad essere portatori della bella notizia di Gesù
ai vostri coetanei. L’indubbia fatica degli adulti di incontrare in maniera
comprensibile e convincente l'area giovanile può essere un segno con cui lo
Spirito intende spingere voi giovani a farvi carico di questo. Voi conoscete
le idealità, i linguaggi, ed anche le ferite, le attese, ed insieme la voglia di
bene dei vostri coetanei. Si apre il vasto mondo degli affetti, del lavoro, del-
la formazione, dell’attesa, della sofferenza giovanile... Ognuno di voi abbia
il coraggio di promettere allo Spirito Santo di portare un giovane a Gesù
Cristo, nel modo che ritiene migliore, sapendo "rendere conto della speran-
za che è in lui, con dolcezza" (cfr 1 Pt 3,15).
Ma per raggiungere questo scopo, cari amici, siate santi, siate missionari,
poiché non si può mai separare la santità dalla missione (cfr Redemptoris
missio, 90). Non abbiate paura di diventare santi missionari come san Fran-
cesco Saverio, che ha percorso l'Estremo Oriente annunciando la Buona
Novella fino allo stremo delle forze, o come santa Teresa del Bambino Ge-
sù, che fu missionaria pur non avendo lasciato il Carmelo: sia l'uno che l'al-
tra sono "Patroni delle Missioni". Siate pronti a porre in gioco la vostra vita
per illuminare il mondo con la verità di Cristo; per rispondere con amore al-
l'odio e al disprezzo della vita; per proclamare la speranza di Cristo risorto
in ogni angolo della terra.
21
22. 8. Invocare una "nuova Pentecoste" sul mondo
Cari giovani, vi attendo numerosi nel luglio 2008 a Sydney. Sarà un'occa-
sione provvidenziale per sperimentare appieno la potenza dello Spirito San-
to. Venite numerosi, per essere segno di speranza e sostegno prezioso per le
comunità della Chiesa in Australia che si preparano ad accogliervi. Per i
giovani del Paese che ci ospiterà sarà un'opportunità eccezionale di annun-
ciare la bellezza e la gioia del Vangelo ad una società per molti versi secola-
rizzata. L'Australia, come tutta l'Oceania, ha bisogno di riscoprire le sue ra-
dici cristiane. Nell'Esortazione post-sinodale Ecclesia in Oceania Giovanni
Paolo II scriveva: «Con la potenza dello Spirito Santo, la Chiesa in Oceania
si sta preparando per una nuova evangelizzazione di popoli che oggi sono
affamati di Cristo... La nuova evangelizzazione è una priorità per la Chiesa
in Oceania» (n. 18).
Vi invito a dedicare tempo alla preghiera e alla vostra formazione spirituale
in quest'ultimo tratto del cammino che ci conduce alla XXIII Giornata Mon-
diale della Gioventù, affinché a Sydney possiate rinnovare le promesse del
vostro Battesimo e della vostra Confermazione. Insieme invocheremo lo
Spirito Santo, chiedendo con fiducia a Dio il dono di una rinnovata Penteco-
ste per la Chiesa e per l'umanità del terzo millennio.
Maria, unita in preghiera agli Apostoli nel Cenacolo, vi accompagni durante
questi mesi ed ottenga per tutti i giovani cristiani una nuova effusione dello
Spirito Santo che ne infiammi i cuori. Ricordate: la Chiesa ha fiducia in voi!
Noi Pastori, in particolare, preghiamo perché amiate e facciate amare sem-
pre più Gesù e Lo seguiate fedelmente. Con questi sentimenti vi benedico
tutti con grande affetto.
Da Lorenzago, 20 luglio 2007
22
24. NOMINE E AMMISSIONI
Don MARCO PAGNIELLO
Cappellano della Casa Circondariale « San
Donato » in Pescara e Assistente Unitario
Diocesano A.C.I.
Don GUDIÑO BRICEÑO EDYKSON ENRIQUE
Vicario Parrocchiale della Parrocchia di No-
stro Signore Gesù Cristo Crocifisso in Pescara.
Don GIOVANNI CAMPOVERDE
Parroco della Parrocchia di San Lorenzo Dia-
cono e Martire in Nocciano e della Parrocchia
di San Giovanni Battista in Villa San Giovan-
ni, frazione di Rosciano.
Don LUCIO GIACINTUCCI
Amministratore Parrocchiale della Parrocchia
di Sant’Agata Vergine e Martire in Cepagatti.
Don ROCCO MINCONE
Parroco della Parrocchia di San Gabriele del-
l’Addolorata, frazione Conaprato in Penne.
Don PAOLO CURIONI
Moderatore dell’Unità Pastorale delle Comu-
nità Parrocchiali di San Michele Arcangelo,
Beata Vergine Maria della Pace e di S. Anto-
nio Abate, frazione Villa Cipressi, in Città
Sant’Angelo.
Rettore della Chiesa di Sant’Antonio di Pado-
va in Città Sant’Angelo.
24
25. Don MARCO DE LUCA
Amministratore Parrocchiale della Parrocchia
di Sant’Antonio Abate in Villa Cipressi, fra-
zione di Città Sant’Angelo.
Don GIANCARLO MANDELLI
Cappellano dell’Ospedale Civile di Pescara.
Padre TONY PANNIKODU JOSEPH
della Congregazione Missionaria del SS.mo Sacramento
Vicario Parrocchiale delle Parrocchie di San
Donato Martire, San Pietro Apostolo e San
Giovanni Bosco in Castiglione Messer Rai-
mondo.
Don GIORGIO CAMPILII
Parroco della Parrocchia del Beato Nunzio
Sulprizio Giovane Operaio in Pescara.
Don LINO CISOTTO
Vicario Parrocchiale della Parrocchia del Bea-
to Nunzio Sulprizio Giovane Operaio in Pe-
scara.
Don RAFFAELE DI GIACINTO
Amministratore Parrocchiale della Parrocchia
di Santa Vittoria Vergine e Martire in Arsita.
Don CRISTIANO MARCUCCI
Parroco della Parrocchia di San Silvestro Papa
in Pescara.
Don AMEDEO JOSE ROSSI
Vicario Parrocchiale della Parrocchia di
Sant’Antonio di Padova in Montesilvano.
25
26. Don ARTURO FATIBENE
Rettore della Chiesa del Santissimo Sacra-
mento in Pescara.
Padre VINCENZO DI MARCOBERARDINO
dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini della Provincia d’Abruzzo
San Giuseppe da Leonessa
Parroco della Parrocchia della Beata Vergine
Maria Addolorata in Pescara.
Padre EGIDIO RICCI
dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini della Provincia d’Abruzzo
San Giuseppe da Leonessa
Vicario Parrocchiale della Parrocchia della
Beata Vergine Maria Addolorata in Pescara.
Padre FABRIZIO DI FAZIO
dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini della Provincia d’Abruzzo
San Giuseppe da Leonessa
Parroco della Parrocchia di San Giuseppe
Sposo della B. V. Maria in Baricelle, frazione
di Penne.
Don SIMONE CHIAPPETTA
Parroco della Parrocchia di San Nicola Vesco-
vo in Villanova, frazione di Cepagatti.
Don FERNANDO PALLINI
Parroco della Parrocchia di Santa Lucia Vergi-
ne e Martire in Pescara.
Don ERMETE PALOMBO
Vicario Parrocchiale della Parrocchia della
Beata Vergine Maria Regina della Pace in Pe-
scara.
26
27. Don GIORGIO WEGELIN
Parroco della Parrocchia di San Paolo Aposto-
lo in Pescara.
Don MARIO MASNERI
Vicario Parrocchiale della Parrocchia di San
Paolo Apostolo in Pescara.
Padre MARIO SERRA
della Provincia Italiana dei Carmelitani dei Santi Elia, Alberto e Andrea Corsini
Vicario Parrocchiale della Parrocchia di
Sant’Antonio Abate in Pianella.
Don DOMENICO DI PIETROPAOLO
Assistente Settore Giovani A.C.I.
Don ANTONIO DEL CASALE
Amministratore Parrocchiale della Parrocchia
di Gesù Buon Pastore in Pescara.
Don GIANCARLO DI GIULIO
Parroco della Parrocchia di San Giovanni
Apostolo ed Evangelista in Montesilvano.
Don GINO GARLATO
Vicario Parrocchiale della Parrocchia della
Beata Vergine Maria Lauretana in Cappelle
sul Tavo.
Don MAURIZIO DI GIROLAMO
Notaio del Tribunale Ecclesiastico Diocesano.
Padre ROCCO RUCCOLO
dell’Ordine dei Frati Minori della Provincia d’Abruzzo San Bernardino da Siena
Vicario Parrocchiale della Parrocchia della
Beata Vergine Maria Stella Maris in Pescara.
27
28. Don ANDREA DI MICHELE
Moderatore della Parrocchia di San Pietro
Apostolo in Montebello di Bertona e Parroco
della Parrocchia di San Pietro Apostolo in Lo-
reto Aprutino.
ANDREA CERICOLA
Ammesso agli Ordini Sacri (Parrocchia B. V.
Maria del Rosario in Pescara, 28 ottobre
2007).
Don NORBERTO MAOKO
Amministratore Parrocchiale della Parrocchia
di San Pietro Apostolo in Montebello di Ber-
tona.
Don PALMERINO DI SCIASCIO
Vicario Parrocchiale della Beata Vergine Ma-
ria del Rosario in Pescara.
Don EMILIO LONZI
Parroco della Parrocchia di Santa Caterina da
Siena e della Parrocchia di Gesù Maestro in
Pescara.
Don RODOLFO SOCCIO
Parroco della Parrocchia della Beata Vergine
Maria del Rosario in Pescara.
Don LUCIANO VOLPE
Amministratore Parrocchiale della Parrocchia
di San Nicola Vescovo in Farindola.
Don ROBERTO BERTOIA
Promotore di Giustizia del Tribunale Ecclesia-
stico Diocesano.
28
29. CHRISTIAN DI BIASE
Istituito nel Ministero dell’Accolitato (Cap-
pella dell’Oasi dello Spirito a Montesilvano, 2
dicembre 2007).
Sem. VENANZIO DELL’AQUILA
Istituito nel Ministero dell’Accolitato (Cap-
pella Seminario Regionale “S. Pio X” Chieti,
7 dicembre 2007).
29
30. EREZIONE DELLA PARROCCHIA
DI S. GIOVANNI BATTISTA E S. BENEDETTO ABATE
La zona pastorale di Pescara Colli ha costituito per molti anni parte del
territorio periferico della Città di Pescara. Pur essendo già esistente la Par-
rocchia di “San Giovanni Battista” in Pescara Colli, essendo la zona limi-
trofa in grande sviluppo urbanistico, si è sentita l’esigenza di erigere una se-
conda Parrocchia col titolo di “San Benedetto Abate” affidata alle cure pa-
storali del Reverendo don Demetrio Pascucci, prima parroco della neonata
comunità. Le due distinte comunità erano prive di luoghi di culto, e si offi-
ciava in luoghi precari, per diversi anni. Successivamente, con la morte del
suddetto parroco di “San Benedetto” don Pascucci l’ 11. 06. 2004, conside-
rata la mancanza di specifici luoghi di culto, si avvenne alla soluzione più
opportuna di unificare le comunità Parrocchiali di “San Giovanni e San Be-
nedetto Abate”, visto che i fedeli colà abitanti sentivano il bisogno di una
maggiore unità, oltre all’edificazione di un unico edificio di culto.
Pertanto, poiché la Parrocchia è una determinata comunità di fedeli che
viene costituita stabilmente nell'ambito di una Chiesa particolare, e spetta
unicamente al Vescovo diocesano erigere, sopprimere o modificare le Par-
rocchie; dopo aver sentito il parere favorevole de Consiglio Presbiterale nel-
la seduta del 24 aprile 2007, secondo quanto stabilisce il canone 515 §§ 1-2
del Codice di Diritto Canonico,
DECRETO
1. Le attuali Parrocchie situate in Pescara Colli, e precisamente la comunità
di “San Giovanni Battista” con sede in via Colle Innamorati e quella di
“San Benedetto Abate” con sede in via Di Sotto, siano soppresse sicché
ne venga a cessare anche la rispettiva personalità giuridica;
2. Viene eretta in loro luogo la nuova Comunità parrocchiale di “San Gio-
vanni Battista e San Benedetto Abate”, la cui circoscrizione territoriale è
costituita dall’unione dei territori di ciascuna delle soppresse realtà pa-
storali, e la Parrocchia, da Noi eretta legittimamente, goda di personalità
giuridica per il diritto stesso, in forza dello stesso Can. 515 § 3.
30
31. 3. I beni e i diritti patrimoniali e parimenti gli oneri, che fino al presente
Nostro decreto appartenevano distintamente alle soppresse Parrocchie,
vengono destinati alla persona giuridica pubblica che abbiamo costituita
con l’erezione della nuova Parrocchia di “San Giovanni Battista e San
Benedetta Abate”, in forza del canone 123 del Codice di Diritto Canoni-
co.
Dato a Pescara, dalla Nostra Curia Metropolitana, nel giorno 3 Maggio
dell’Anno del Signore 2007, Festa dei SS. Filippo e Giacomo Apostoli.
† Tommaso Valentinetti
Arcivescovo
Sac. Roberto Bertoia
Cancelliere
31
32. UNITÀ PASTORALE TRA LE PARROCCHIE
DI SAN CRISTOFORO E DELLE ANIME SANTE
IN MOSCUFO
Nel territorio del Comune di Moscufo insistono le parrocchie di San Cri-
stoforo e delle Anime Sante. All’interno di queste comunità si sentono for-
temente i vincoli parentali e sociali, anche la vita religiosa -sia pure con ma-
nifestazioni che vanno purificate in alcuni aspetti e con qualche carenza sul
piano catechistico e liturgico unicamente nella parrocchia delle Anime san-
te- è abbastanza viva. Le due comunità sono abbastanza unite in se stesse e
vivono un buon cammino di fede. Permane, però, una divisione tra parroc-
chia e parrocchia, che certamente non favorisce l’unità sociale e religiosa.
Nel passato la parrocchia delle Anime Sante non aveva la chiesa parroc-
chiale che è stata costruita dall’amministrazione comunale e messa a dispo-
sizione della comunità. Ultimamente questa comunità è stata affidata alla
cura pastorale di un padre cappuccino che comunque vi ha svolto prevalen-
temente solo il compito di cappellano festivo. In questa stessa comunità il
parroco non ha mai avuto residenza e molti fedeli fanno già riferimento sia
per i sacramenti che per la vita spirituale e il cammino di fede alla parroc-
chia di san Cristoforo in Moscufo centro.
In questi ultimi tempi a causa dello stato di salute del reverendo P. Fran-
cesco Papola ofm capp., sono stato costretto ad accettare le sue dimissioni
dalla parrocchia delle Anime sante e di affidare temporaneamente la cura
pastorale al parroco di San Cristoforo in Moscufo.
Per tutti questi motivi, dopo aver consultato il Consiglio Presbiterale nel-
la sessione del 24 aprile 2007, siamo venuti nella determinazione di avviare
un esperimento previsto dal Codice di Diritto Canonico ai canoni 517 § 1,
542, 543, 544.
Pertanto, fiduciosi nella generosità dei presbiteri che si sono già dichiara-
ti disponibili a questo progetto
DECRETIAMO
1. È costituita l’unità pastorale tra le parrocchie di san Cristoforo e delle
Anime sante in Moscufo.
32
33. 2. Le predette parrocchie conservano la loro configurazione giuridica e sono
affidate in solidum a un gruppo di sacerdoti che agiranno ai sensi dei ca-
noni 517 § 1, 542, 543, 544 del Codice di Diritto Canonico. Essi saranno
nominati con atto a parte.
3. Uno dei sacerdoti verrà costituito Moderatore nell’esercizio della cura
pastorale, dirigerà l’attività comune e di essa risponderà davanti all’Arci-
vescovo.
4. I sacerdoti ai quali verranno affidate in solido le dette parrocchie ne ot-
tengono la cura pastorale dal momento in cui questo decreto entrerà in
vigore; il Moderatore è dispensato dalla rituale presa di possesso (cfr.
can. 542, 3° e can 527 § 2).
5. I medesimi sacerdoti, a norma del can. 543 «sono tenuti singolarmente
secondo i criteri da loro stessi stabiliti, all’obbligo di adempiere i compiti
e le funzioni proprie del parroco di cui ai cann. 528, 529, 530; la facoltà
di assistere ai matrimoni come pure le facoltà di dispensare concesse al
parroco per il diritto stesso, spettano a tutti, ma devono essere esercitate
sotto la direzione del Moderatore».
6. Tutti i sacerdoti risiedano nel territorio dell’unità pastorale costituita, essi
poi «stabiliscano di comune accordo i criteri secondo cui uno di loro ce-
lebra la Messa per il popolo a norma del can. 533»; inoltre «solo il Mo-
deratore rappresenta nei negozi giuridici le parrocchie affidate al gruppo
di sacerdoti».
7. Per gli eventuali avvicendamenti ci si regolerà secondo quanto prescrive
il can. 544.
8. Nell’azione pastorale si abbia cura di farsi conoscere da tutte e due le co-
munità parrocchiali e di organizzare un turno di presenza periodica per la
celebrazione di una Messa domenicale. Inoltre si favoriscano momenti
formativi comuni per i catechisti, gli animatori della liturgia e del servi-
zio di carità della unità pastorale. Si promuova un unico Consiglio Pasto-
rale Parrocchiale dell’unità pastorale, mentre i Consigli degli Affari Eco-
nomici rimangano distinti.
9. Si dedichi molto impegno a promuovere la catechesi permanente per le
varie fasce di età, l’animazione liturgica, l’attuazione degli itinerari di fe-
de per celebrare i sacramenti nella comunità, l’avvio della partecipazione
e del coinvolgimento dei laici anche attraverso il Consiglio Pastorale
Parrocchiale.
33
34. 10. Con un lavoro paziente e costante si promuovano forme di comunione
tra le varie parrocchie per cercare di farle sentire Chiesa in una dimen-
sione territoriale più vasta; si procurino momenti ed iniziative pastorali
comuni.
11. Per quanto non previsto nel presente Decreto si rinvia alle norme del di-
ritto comune e particolare.
12. A suo tempo i sacerdoti dell’unità pastorale spieghino ai fedeli delle
parrocchie loro affidate i motivi e le linee pastorali di questo provvedi-
mento.
Il decreto entrerà in vigore la domenica 1 luglio dell’Anno del Signore
2007, XIII Domenica del tempo Ordinario.
Dato a Pescara, dal Nostro Palazzo Arcivescovile, nel giorno 10 giugno
dell’Anno del Signore 2007, Solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo.
† Tommaso Valentinetti
Arcivescovo
Mons. Giovanni Lizza
Vice Cancelliere
34
35. UNITÀ PASTORALE TRA LE PARROCCHIE
DI SAN MICHELE ARCANGELO,
BEATA VERGINE MARIA DELLA PACE
E SANT’ANTONIO ABATE IN CITTÀ SANT’ANGELO
Nel territorio del Comune di Città sant’Angelo insistono le parrocchie di
san Michele Arcangelo, Beata Vergine Maria della Pace e, nella frazione di
Villa Cipressi, la parrocchia di sant’Antonio abate. All’interno di queste co-
munità si sentono fortemente i vincoli parentali e sociali, anche la vita reli-
giosa -sia pure con manifestazioni che vanno purificate in alcuni aspetti e
con qualche carenza sul piano catechistico e liturgico specialmente nella
parrocchia di sant’Antonio abate- è abbastanza viva. Le tre comunità par-
rocchiali vivono complessivamente un buon cammino di fede. Permane,
però, una separazione tra parrocchia e parrocchia, che certamente non favo-
risce l’unità religiosa e sociale. Nel passato i fedeli abitanti nel territorio
della parrocchia della Beata Vergine Maria della Pace e di sant’Antonio
abate, sentivano fortemente il legame con la chiesa-matrice, ma lamentava-
no la mancanza di un’assistenza spirituale e pastorale in loco, ritenuta giu-
stamente necessaria a motivo della distanza e della dislocazione delle case.
Per queste ragioni vi fu la richiesta di un’azione pastorale più incisiva e co-
stante, ma soprattutto l’invio di sacerdoti, così come è documentato negli
atti di archivio di Curia. Questa azione produsse un certo miglioramento
della situazione. Da alcuni anni la comunità di sant’Antonio abate in frazio-
ne Villa Cipressi è stata affidata alla cura pastorale di un padre cappuccino
che vi ha svolto prevalentemente il compito di cappellano festivo. In questa
stessa comunità il parroco non ha mai avuto residenza: molti fedeli fanno
già riferimento sia per i Sacramenti che per la vita spirituale e il cammino di
fede alla parrocchia di san Miche Arcangelo in Città sant’Angelo centro.
In questi ultimi tempi, a causa dello stato di salute del Reverendo P.
Francesco Carapellucci ofm capp., sono stato costretto ad accettare le sue
dimissioni dalla parrocchia di sant’Antonio abate. Per questi motivi, dopo
aver consultato il Consiglio Presbiterale nella sessione del 19 giugno 2007,
siamo venuti nella determinazione di avviare un esperimento previsto dal
Codice di Diritto Canonico ai canoni 517 § 1, 542, 543, 544.
35
36. Pertanto, fiduciosi nella generosità dei presbiteri che si sono già dichiara-
ti disponibili a questo progetto
DECRETIAMO
1. È costituita l’Unità Pastorale tra le parrocchie di san Michele Arcange-
lo, Beata Vergine Maria della Pace e di sant’Antonio abate.
2. Le predette parrocchie conservano la loro configurazione giuridica e so-
no affidate in solidum a un gruppo di sacerdoti che agiranno ai sensi dei
canoni 517 § 1, 542, 543, 544 del Codice di Diritto Canonico. Essi sa-
ranno nominati con atto a parte.
3. Uno dei sacerdoti verrà costituito Moderatore nell’esercizio della cura
pastorale, dirigerà l’attività comune e di essa risponderà davanti all’Ar-
civescovo.
4. I sacerdoti ai quali verranno affidate in solido le dette parrocchie ne ot-
tengono la cura pastorale dal momento in cui questo decreto entrerà in
vigore; il Moderatore è dispensato dalla rituale presa di possesso (cfr.
can. 542, 3° e can 527 § 2).
5. I medesimi sacerdoti, a norma del can. 543 «sono tenuti singolarmente
secondo i criteri da loro stessi stabiliti, all’obbligo di adempiere i com-
piti e le funzioni proprie del parroco di cui ai cann. 528, 529, 530; la fa-
coltà di assistere ai matrimoni come pure le facoltà di dispensare, con-
cesse al parroco per il diritto stesso, spettano a tutti, ma devono essere
esercitate sotto la direzione del Moderatore».
6. Tutti i sacerdoti risiedano nel territorio dell’Unità Pastorale costituita, a
norma del canone 533; essi poi «stabiliscano di comune accordo i crite-
ri secondo cui uno di loro celebra la Messa per il popolo a norma del
canone 534»; inoltre «solo il Moderatore rappresenta nei negozi giuridi-
ci le parrocchie affidate al gruppo di sacerdoti».
7. Per gli eventuali avvicendamenti ci si regolerà secondo quanto prescri-
ve il can. 544.
8. Nell’azione pastorale si abbia cura di farsi conoscere da tutte e tre le co-
munità parrocchiali e di organizzare un turno di presenza periodica per
la celebrazione di una Messa domenicale. Inoltre si favoriscano mo-
menti formativi comuni per i catechisti, gli animatori della liturgia e del
servizio di carità della unità pastorale. Si promuova un unico Consiglio
36
37. Pastorale Parrocchiale dell’unità pastorale, mentre i Consigli degli Af-
fari Economici rimangano distinti.
9. Si dedichi molto impegno a promuovere la catechesi permanente per le
varie fasce di età, l’animazione liturgica, l’attuazione degli itinerari di
fede per celebrare i sacramenti nella comunità, l’avvio della partecipa-
zione e del coinvolgimento dei laici anche attraverso il Consiglio Pasto-
rale Parrocchiale.
10. Con un lavoro paziente e costante si promuovano forme di comunione
tra le varie parrocchie per cercare di farle sentire Chiesa, in una dimen-
sione spirituale e territoriale più vasta; si procurino momenti ed iniziati-
ve pastorali comuni.
11. Per quanto non previsto nel presente Decreto, si rinvia alle norme del
diritto comune e particolare.
12. A suo tempo i sacerdoti dell’unità pastorale spieghino ai fedeli delle
parrocchie loro affidate i motivi e le linee pastorali di questo provvedi-
mento.
Il decreto entrerà in vigore il sabato 8 Settembre dell’Anno del Signore
2007, Festa della Natività della Beata Vergine Maria.
Dato a Pescara, dal Nostro Palazzo Arcivescovile, nel giorno 3 Luglio
2007, Festa di San Tommaso Apostolo.
† Tommaso Valentinetti
Arcivescovo
Sac. Roberto Bertoia
Cancelliere
37
38. DECRETO DI DETERMINAZIONE DEGLI ATTI
DI STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE
PER LE PERSONE GIURIDICHE SOGGETTE
AL VESCOVO DIOCESANO (cfr. can. 1281 § 2 CIC)
Visto il can. 1281 § 2 del Codice di Diritto Canonico;
Visti i cann. 1291 e 1295, relativi, rispettivamente, alle alienazioni e ai
negozi che possono peggiorare lo stato patrimoniale delle persone giuridi-
che pubbliche, nonché il can. 1297, relativo alle locazioni, con le ulteriori
determinazioni contenute nella deli-bera n. 38 della Conferenza Episcopale
Italiana;
Sentito il parere del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici in da-
ta 19 giugno 2007 con il presente
DECRETO
stabilisco che sono da considerarsi
ATTI DI STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE
per le persone giuridiche a me soggette:
1. L’alienazione di beni immobili di qualunque valore;
2. L’alienazione di beni mobili di valore superiore a un quinto della som-
ma mini-ma stabilita dalla Conferenza episcopale italiana per gli atti di
cui al can. 1291 § 1;
3. Ogni disposizione pregiudizievole per il patrimonio, quali, ad esempio,
la con-cessione di usufrutto, di comodato, di diritto di superficie, di ser-
vitù, di enfiteusi o affrancazione di enfiteusi, di ipoteca, di pegno o di
fideiussione;
4. L’acquisto a titolo oneroso di immobili;
5. La mutazione della destinazione d'uso di immobili;
6. L’accettazione di donazioni, eredità e legati;
7. La rinuncia a donazioni, eredità, legati e diritti in genere;
8. L’esecuzione di lavori di costruzione, ristrutturazione, restauro e risana-
mento conservativo, straordinaria manutenzione di qualunque valore;
9. Ogni atto relativo a beni immobili o mobili di interesse artistico, storico
o culturale;
38
39. 10. L’inizio, il subentro o la cessione di attività imprenditoriali o commer-
ciali;
11. La costituzione o la partecipazione in società di qualunque tipo;
12. La costituzione di un ramo di attività ONLUS;
13. La contrazione di debiti di qualsiasi tipo con istituti di credito, persone
giuridiche, enti di fatto, persone fisiche;
14. La decisione di nuove voci di spesa rispetto a quelle indicate nel pre-
ventivo approvato;
15. L'assunzione di personale dipendente e la stipulazione di contratti per
presta-zioni non aventi carattere occasionale;
16. L'introduzione di un giudizio avanti le autorità giudiziarie, i collegi ar-
bitrali e le giurisdizioni amministrative e speciali dello Stato;
17. Per le parrocchie, l'ospitalità permanente a qualsiasi persona non facen-
te parte del clero parrocchiale.
Per porre validamente quanto sopra specificato, è necessaria l'autorizza-
zione scritta dell’Ordinario del luogo.
Alla richiesta di autorizzazione deve essere allegato il parere del Consi-
glio per gli Affari Economici dell'Ente.
Il rilascio delle licenze da parte dell’Ordinario Diocesano è subordinata:
a) Alla presentazione di una domanda scritta con annessa una perizia stima-
tiva del bene da parte del rappresentante dell’Ente, previo parere del pro-
prio Consiglio per gli Affari Economici.
b) Al parere del Consiglio per gli Affari Economici per gli atti che compor-
tino un movimento di capitale inferiore a t 250.000,00 (duecentocin-
quantamila euro) o che abbiano come oggetto un bene di un valore infe-
riore a detta cifra.
c) Al consenso del Consiglio Diocesano degli Affari Economici e del colle-
gio diocesano dei Consultori, per gli atti che comportino un movimento
di denaro superiore a t 250.000,00 (duecentocinquantamila euro) e infe-
riore a t 1.000.000,00 (un milione di euro).
d) Per gli atti che superino t 1000.000,00 (un milione di euro) o che abbia-
no come oggetto un bene di valore superiore a detta cifra, per gli ex voto
donati alla Chiesa o di oggetti preziosi di valore artistico o storico, oltre
ai predetti permessi di cui al punto a, b, e c, è necessaria anche l’autoriz-
zazione della Santa Sede.
39
40. e) Se il bene o il movimento di denaro dovesse superare il valore di
t 3.000.000,00 (tre milioni di euro), prima delle licenze suddette occor-
re il parere della Conferenza Episcopale Italiana e adempiuti gli obblighi
di cui all’art. 37 della legge 222/1985 se ricorrono.
All’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero si applicano esclu-
sivamente i summenzionati nn. 1, 10, 11, 12,15 e 16. Qualora il valore del
bene oggetto della disposizione o il valore per il quale l’Istituto si espone
fosse superiore alla somma minima stabilita dalla Conferenza Episcopale
Italiana ai sensi del canone 1292 § 1 del Codice di Diritto Canonico, si ap-
plicano anche i nn. 3, 4, 7, 8, 13, e il n. 6, limitatamente alle ipotesi in cui
gli atti a titolo gratuito siano gravati da condizioni od oneri.
Dato a Pescara, dalla Nostra Curia Metropolitana, nel giorno 28 Luglio
dell’Anno del Signore 2007.
† Tommaso Valentinetti
Arcivescovo
Sac. Roberto Bertoia
Cancelliere
40
42. AI REVERENDISSIMI PARROCI DELLA FORANIA
DI CASTGLIONE MESSER RAIMONDO (TE)
Carissimi,
nella riunione dell’11 dicembre 2006, a cui hanno partecipato tutti i Par-
roci della Forania di Castiglione Messer Raimondo, abbiamo valutato atten-
tamente la disponibilità delle energie presbiterali operanti su questo territo-
rio e abbiamo riflettuto circa la celebrazione delle SS. Messe festive e pre-
festive da celebrarsi nelle Chiese parrocchiali e non parrocchiali, situate
nella suddetta zona pastorale.
Riscontrato che il numero dei presbiteri è appena sufficiente per poter
svolgere un adeguato servizio presso le chiese parrocchiali si conviene, di
comune accordo Arcivescovo e presbiteri, quanto segue:
1. Le SS. Messe domenicali e festive si celebrino solamente nelle chiese
parrocchiali.
2. Nelle chiese non parrocchiali o succursali, quando si riscontri una fre-
quenza adeguata si celebrino, se richiesto, una Santa Messa prefestiva al
Sabato o alla Vigilia delle feste.
3. Per quanto è possibile, nelle solennità si celebrino le SS. Messe solamen-
te nelle chiese parrocchiali.
4. I Sacramenti: Battesimo, Cresima, Matrimonio e la Santa Messa di prima
comunione, si celebrino nelle chiese parrocchiali. Per quanto riguarda i
funerali, secondo quanto previsto dal Codice di Diritto Canonico, la fa-
miglia del defunto scelga la chiesa funerante.
Nella speranza che tutti vorranno accogliere queste chiare scelte pastora-
li, nello spirito delle comune collaborazione e del servizio da rendere alle
comunità affidate alla cura pastorale della nostra Arcidiocesi di Pescara-
Penne, Vi saluto e Vi benedico.
† Tommaso Valentinetti
Arcivescovo
42
44. LA CELEBRAZIONE DEL SACRAMENTO
DELLA CONFERMAZIONE
NOTA PASTORALE
In questa nota vengono riassunte e ripresentate alcune istruzioni e norme
specificative della Introduzione al Rito della Confermazione (sarà citato più
brevemente con RC) e dei canoni 879-896 del Codice di Diritto Canonico,
che vanno perciò attentamente riletti.
1. Si è ammessi al sacramento della Confermazione dopo aver frequentato
il regolare curricolo del cammino di fede parrocchiale nei suoi due ele-
menti costitutivi, quali la catechesi permanente e le esperienze cristiane,
guidate dai genitori, dal parroco e dai catechisti (cfr. RC n. 3, special-
mente l’ultimo comma).
2. «L’età minima da richiedere per il conferimento della Cresima è quella
di 12 anni» (decreto della CEI, 23.12.1983). Il criterio di discernimento
per l’ammissione alla celebrazione del sacramento della Cresima è dato
dal cammino di fede in vista del sacramento e della vita cristiana.
3. Per la Cresima degli adulti che trovassero gravi difficoltà a presentarsi
nelle celebrazioni comunitarie parrocchiali, ci si rivolga alla chiesa del
SS.mo Sacramento a Pescara per concordare le modalità e la data della
celebrazione. «La preparazione di un adulto battezzato alla Confermazio-
ne coincide talvolta con la preparazione al Matrimonio. Se, in casi del
genere, si prevedesse l’impossibilità di attuare quanto è richiesto per una
fruttuosa ricezione della Confermazione, l’Ordinario del luogo giudi-
cherà se non sia più opportuno differire la Confermazione a dopo la cele-
brazione del Matrimonio» (RC, n. 12, comma quarto).
4. È da tempo che si insiste sulla necessità di stabilire la data della Cresima
anche in altri significativi tempi liturgici, con esclusione del periodo esti-
vo -tempo invece di esami scolastici, di villeggiatura e turismo e tempo
festaiolo- anche perché la deprecabile «smobilitazione» pastorale non
consente di guidare i primi passi cristiani ed ecclesiali dei confermati.
5. La Cresima viene conferita preferibilmente durante la Messa domenica-
le, nella chiesa parrocchiale, per i membri della propria comunità. Sarà
permesso la celebrazione durante la Messa festiva anticipata al sabato.
44
45. 6. Si curi con molta diligenza l’ordinato svolgimento della liturgia, il racco-
glimento e l’attiva partecipazione del popolo. In particolare:
• Per quanto è possibile, al suono festoso delle campane, si faccia il rito
d’ingresso solenne con l’intervento anche dei cresimandi e si porti in
processione l’ampolla del sacro Crisma.
• Non si dia l’incarico di proclamare la Parola di Dio a Lettori improvvi-
sati, ma si preferiscano i Lettori con lunga e sperimentata consuetudine
con tale importante ministero.
• Al rinnovo delle promesse battesimali e per l’imposizione delle mani
escano dal loro posto i soli cresimandi e vadano a formare un semicer-
chio attorno all’altare quando è possibile e gli spazi lo permettono. Ter-
minati questi riti, tutti fanno ritorno al posto e si ripresentano uno alla
volta, accompagnati dal padrino o dalla madrina, per la crismazione:
ciò per dare rilievo celebrativo al conferimento del «sigillo dello Spiri-
to Santo» ad ogni singolo cresimando; ed è per questo motivo che non
si deve formare una processione, come avviene per la distribuzione
della santa Comunione, e tanto meno una ressa attorno al Vescovo.
• Si istruiscano i cresimandi a rispondere Amen al termine della unzio-
ne, E con il tuo Spirito al segno di pace e a saper compiere con sponta-
neità l’abbraccio liturgico. Altrettanta cura si ponga perché il padrino o
lo stesso cresimando pronunzi chiaramente il nome.
• Non è prescritto astergere la fronte e perciò si ometta sia per la verità e
il significato dell’unzione, sia per non dare l’impressione che con un
gesto frettoloso si voglia cancellare ciò che è stato appena tracciato.
• Alla processione offertoriale i cresimati, con altri fedeli, porteranno al-
l’altare solo il pane, il vino e l’acqua per la celebrazione dell’Eucaristia
(patena con le particole e ampolline con acqua e vino), le offerte rac-
colte per la carità dell’Arcivescovo. Si eviti di far portare cesti pieni di
ogni ben di Dio: ci sono occasioni più adatte a «presentare altri doni
per i poveri o per la Chiesa» (IGMR, 49).
• L’abbigliamento sia decoroso, soprattutto sobrio e composto. Spesso ci
si trova di fronte ad abiti indecenti e non adatti alla Liturgia. Gli uomi-
ni indossino, come è consuetudine in queste circostanze, abiti da ceri-
monia. Le donne abbiamo sommo rispetto del luogo e della celebrazio-
ne. Vestano abiti che pur non rinnegando la giusta eleganza, siano di-
45
46. screti e rispettosi della propria persona. Questo dicasi sia per i cresi-
mandi, i padrini, le madrine e gli invitati al sacro rito.
• Si curi con grande interesse e sollecitudine il silenzio durante l’intera
celebrazione. Soprattutto si dispongano alcuni catechisti che opportu-
namente preparati e riconoscibili per un distintivo parrocchiale, inviti-
no sia le persone all’interno dell’aula celebrativa, sia quelle che riman-
gono appena fuori la porta della chiesa, a rispettare la preghiera e il
raccoglimento.
• Si tenga in opportuna considerazione che durante la Liturgia i canti sia-
no adeguati ai vari momenti della celebrazione eucaristica. Si preveda
un foglietto per far cantare e coinvolgere l’intera assemblea, preveden-
do alcuni minuti prima dell’inizio della santa messa, una breve prova
di canto.
7. Nelle celebrazioni ognuno svolge il proprio ufficio, nel rispetto del prin-
cipio della verità e dei segni, dei gesti e dei ruoli. La partecipazione
dei cresimandi e dei padrini (ma questa annotazione vale anche per gli
sposi nel Matrimonio) non diventa più piena facendo compiere ad essi
tutti i servizi liturgici (lettori, salmisti, proclamatori della preghiera dei
fedeli, presentazione delle offerte). E’ da preferire, che le letture, come è
stato raccomandato sopra, siano proclamate da Lettori esperti. La pre-
ghiera dei fedeli sia affidata a due cresimati e le altre intenzioni ad altri
fedeli, in modo che siano altri membri della comunità a pregare per colo-
ro che hanno ricevuto il sacramento.
Il padrino (è ovvio che ci si riferisce, qui e altrove anche alla madrina)
svolge già un ruolo, liturgicamente rilevante oltre che ecclesialmente di
grande responsabilità, nell’«accompagnare il figlioccio a ricevere il sa-
cramento, presentarlo al ministro della Confermazione per la sacra un-
zione e aiutarlo poi a osservare fedelmente le promesse del battesimo»
(RC, n. 5). Il cresimando è protagonista, al centro dell’amore della co-
munità e del rito sacramentale «festivo e solenne come lo esige l’impor-
tanza del suo significato per la Chiesa locale» (RC, n. 4).
8. Il padrinaggio rimane uno dei problemi pastorali più acuti, e perciò i par-
roci devono essere molto attenti a spiegare l’identità e il ruolo del padri-
no/madrina. Il RC parla dei padrini e del loro compito ai nn. 5 e 6 ag-
giornati con le «variationes» apportate dopo la pubblicazione del Codice
46
47. di Diritto Canonico; il canone 892 si esprime così: «Il padrino deve
provvedere che il confermato si comporti come un vero testimone di Cri-
sto e adempia fedelmente gli obblighi inerenti allo stesso sacramento»;
per quanto riguarda le condizioni necessarie per adempiere l’incarico di
padrino si rimanda al can. 874.
• «È bene che il padrino sia lo stesso del Battesimo. Così è meglio affer-
mato il nesso tra il Battesimo e la Confermazione, e l’ufficio e il com-
pito del padrino ne ha più efficace rilievo» (RC, n. 5).
• «Non è però esclusa la possibilità di scegliere per la Confermazione un
padrino apposito» (RC, n. 5).
• «Il padrino sia scelto dal cresimando o dalla famiglia» (RC, n. 5) e
«abbia l’attitudine e l’intenzione di esercitare questo incarico» (can.
874 § 1, 1°).
• Deve avere queste qualità: «appartenga alla Chiesa cattolica e abbia ri-
cevuto i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimo, Conferma-
zione ed Eucaristia; non abbia impedimenti giuridici per il compimento
del suo ufficio» (RC, n. 5); «conduca una vita conforme alla fede e al-
l’incarico che assume» (can. 874 § 1, 3°).
• Circa l’età il RC dice: «sia sufficientemente maturo per compiere il suo
ufficio» (n. 6/a). Il can. 874 § 1, 2° (sempre in riferimento al Battesi-
mo) recita: «abbia compiuto i sedici anni a meno che dal vescovo dio-
cesano non sia stata stabilità un’altra età». Nella nostra Arcidiocesi si
prescrive che il padrino sia almeno maggiorenne, e cioè abbia compiu-
to diciotto anni (cfr. can. 97 § 1).
• Si mantenga, per quanto è possibile, la prassi di scegliere un padrino
per il cresimando, una madrina per la cresimanda. Non sarà assoluta-
mente ammesso che il fidanzato faccia da padrino alla fidanzata e vice-
versa. Qualora si scegliesse un padrino o una madrina di sesso diverso
dal cresimando/a si abbia l’attenzione di sceglierlo con una congrua
differenza di età.
• Se il padrino proviene da fuori parrocchia, il parroco chieda il consueto
certificato, nel quale sia specificato se abbia tutti i requisiti sopra elen-
cati.
10. Si pretenda dall’unico fotografo ammesso, che indossi un vestito ade-
guato alla sacralità del rito. Si può scattare una foto solo al momento
della crismazione, non alla comunione, e di gruppo al termine della ce-
47
48. lebrazione eucaristica. Sono ammesse riprese cinematografiche e/o tele-
visive di un solo operatore.
11. Un mese prima della data stabilita per la Confermazione il parroco fac-
cia avere all’Arcivescovo l’elenco nominativo dei cresimandi.
Infine corre l’obbligo di raccomandare che, soltanto con un’azione con-
corde e una grande solidarietà tra parroci, è possibile far entrare nella
tradizione della comunità quelle scelte pastorali adatte ad evangelizzare
e celebrare «in spirito e verità» (Gv 4, 23) l’«evento» ecclesiale della
Confermazione.
12. L’arcivescovo si recherà nelle singole parrocchie dell’Arcidiocesi ogni
tre anni. Negli anni intermedi, qualora si intendesse celebrare i sacra-
mento della Confermazione, invierà un suo delegato.
Pescara, 21 giugno 2007
† Tommaso Valentinetti
Arcivescovo
48
49. XXX ANNIVERSARIO
DEL CONGRESSO EUCARISTICO
1. PROGRAMMA DEL 30 SETTEMBRE
30 settembre fine mattinata
Arrivo a Pescara da Roma.
Uscita Autostrada A25 Chieti-Pescara, direzione Pescara.
All’uscita del casello autostradale ci sarà una volante della Polizia che
Vi condurrà alla Casa di Spiritualità e Accoglienza, Oasi dello Spirito a
Montesilvano, dove sarà servita la colazione in forma privata.
ore 16.30
Indossato l’abito corale, Sua Eminenza il Cardinale inaugurerà la statua
a Papa Paolo VI in Via Rio Sparto - Piazza Mons. Italo Febo; il Largo a
Papa Paolo VI (largo antistante la Parrocchia di Sant’Andrea) dietro la
Prefettura di Pescara.
ore 17.30
Conclusa la cerimonia, riceverà presso il Palazzo del Governo il saluto
da parte delle Autorità Civili e Militari.
ore 18.30
Cattedrale San Cetteo, Sua Eminenza Presiederà la Solenne Concelebra-
zione Eucaristica insieme ad Arcivescovi e Vescovi della Regione Ec-
clesiastica Abruzzese-Molisana che vorranno prendere parte insieme a
tutto il clero dell’Arcidiocesi Metropolitana di Pescara-Penne.
ore 20.00 circa
Arcivescovado di Pescara-Penne saluti e partenza per Roma.
49
50. 2. SALUTO DI S. E. CARD. T. BERTONE
ALLE AUTORITÀ PESCARESI
Illustri Signori e Signore!
Sono vivamente grato per questa vostra accoglienza, che nella mia per-
sona esprime l’ossequio delle istituzioni e della cittadinanza pescarese ver-
so il Sommo Pontefice. Saluto il Presidente del Senato della Repubblica,
Onorevole Franco Marini; il Presidente della Provincia e le altre Autorità
presenti. Ringrazio il Prefetto, Dott. Giuliano Lalli, e il Sindaco, Dott. Lu-
ciano D’Alfonso, per le cortesi parole che mi hanno rivolto. Al Prefetto, in
particolare, che domani concluderà il suo mandato in questa Provincia, au-
guro ogni bene per l’avvenire ed esprimo apprezzamento per il suo senso
delle istituzioni e la sua attenzione ai problemi dei cittadini.
La circostanza che mi ha chiamato oggi nella vostra Città è squisitamen-
te ecclesiale: commemorare il Congresso Eucaristico Nazionale del settem-
bre 1977 e la visita che per quell’occasione il Papa Paolo VI fece a Pescara.
Il monumento e il Largo nel centro cittadino a lui dedicati stanno a dimo-
strare che le istituzioni civili si sono sentite pienamente partecipi di questo
avvenimento ed hanno offerto la loro adesione e il loro peculiare contribu-
to. Questa collaborazione corrisponde felicemente alla storia della gente di
questa terra, in cui il Papa Paolo VI riconobbe “un contegno comunitario
sacro e civile insieme” (Angelus del 18 settembre 1977: Insegnamenti di
Paolo VI, XV [1977], 839). Non è questo un tratto caratteristico dell’intero
Popolo italiano? Certo vi sono, grazie a Dio, molteplici differenze regiona-
li, che costituiscono in verità una grande ricchezza del nostro Paese; eppu-
re, dappertutto si ritrova questa vicinanza tra la Chiesa e la “città”, tra la re-
ligione cristiana e la vita civile, il territorio, le tradizioni popolari. Come
non riconoscere, con animo libero da pregiudizi, che questo è un dono pre-
zioso da preservare? Facendo attenzione a mantenere ben distinti gli ambiti
e le competenze della comunità ecclesiale e di quella civile, come non rin-
graziare il Signore per un cristianesimo che fa parte naturalmente del tessu-
to sociale, della mentalità di tante donne e tanti uomini, che ispira e anima
tante realtà associative, di volontariato, di cultura popolare, tante iniziative
di assistenza e promozione sociale, ricreative, sportive… Quello che dico
50
51. qui vale per ogni contrada d’Italia: mentre giustamente siamo aperti al
mondo e agli scambi economici internazionali, dobbiamo preservare la no-
stra cultura locale dall’appiattimento e dall’omologazione della società di
massa. I nostri nonni erano portatori di una sintesi culturale semplice e ric-
ca di saggezza. I nostri nipoti crescono in un mondo radicalmente diverso,
ma i valori di fondo che costruiscono l’uomo e la società non mutano. Au-
guro alla comunità pescarese – penso alle sue famiglie, alle sue scuole, a
tute le sue istituzioni ed espressioni sociali – di rinnovare con entusiasmo la
sfida di costruire una modernità ricca di valori, aperta alle altre civiltà e
culture, ma saldamente legata alle sue radici, nelle quali scorre la linfa vita-
le del Vangelo.
Con questi pensieri, rinnovo l’espressione della mia riconoscenza e for-
mulo per Pescara e la sua Provincia ogni miglior auspicio di pace e di pro-
sperità.
3. SALUTO DELL’ARCIVESCOVO A S. E. CARD. T. BERTONE
Eminenza Reverendissima,
la Chiesa Metropolitana di Pescara-Penne, qui riunita in tutte le sue
componenti, Le porge il suo saluto e le manifesta la sua gratitudine per aver
accolto l’invito di poter concludere queste celebrazioni in memoria del
Trentesimo Anniversario del Congresso Eucaristico Nazionale tenutosi qui
a Pescara dall’11 al 18 settembre dell’anno 1977.
Ringrazio gli Arcivescovi e Vescovi qui convenuti e che ci onorano del-
la loro significativa presenza. Alle Autorità civili e militari, che già ci han-
no rivolto il loro indirizzo di omaggio, il mio ossequio per la loro parteci-
pazione numerosa.
Saluto e ringrazio il sindaco della Città di Pescara, Dott. Luciano
d’Alfonso per aver accolto con entusiasmo la possibilità di erigere una sta-
tua e intitolare una piazza al Papa Paolo VI di venerata memoria.
Il Congresso Eucaristico segnò per questa Chiesa locale il grande slan-
cio e la prima verifica di quanto il Concilio Ecumenico Vaticano II aveva
donato a tutta la Chiesa Universale.
Così, come il Concilio fu guidato, sotto l’azione dello Spirito e per la
51
52. mediazione del Collegio Apostolico, dai Sommi Pontefici Giovanni vigesi-
moterzo e Paolo sesto, anche il Congresso qui a Pescara fu guidato da un
Padre Conciliare ancora vivente, sua Eccellenza Reverendissima Monsi-
gnor Antonio Iannucci e suggellato dalla presenza del servo di Dio, Papa
Paolo sesto, che oggi abbiamo ricordato.
Siano rese grazie al Signore per il dono di quella stagione ricca di pro-
getti pastorali e di tanto entusiasmo per quella primavera dello Spirito di
cui sentiamo fortemente i benefici e che con rinnovato vigore vogliamo
continuare.
Eminenza Reverendissima, il Santo Padre Benedetto decimosesto, dopo
averLa avuta come suo primo collaboratore nella Congregazione per la
Dottrina della Fede, L’ha chiamata a questo alto incarico, di Suo Segretario
di Stato.
Questa responsabilità Le consente di vivere nel cuore della Chiesa, ac-
canto al successore dell’Apostolo Pietro. Oggi per noi Lei pronuncerà le
parole del Santo Padre che noi vogliamo accogliere con spirito di attenzio-
ne e grande disponibilità.
Ci dia con la Sua testimonianza, la possibilità di entrare in questa cele-
brazione eucaristica con rinnovato slancio verso il ministero missionario
della Chiesa, cum Petro et sub Petro, chiamati a farci portatori della Buona
Novella, nell’ascolto fiducioso della Parola, nella celebrazione dei divini
misteri, nella feconda testimonianza di carità, nel rinnovato impegno per
l’unità della Chiesa, di tutte le Chiese e le comunità cristiane, nel fecondo
dialogo con le religioni e le culture, nella promozione della giustizia e della
pace.
Voglia, Eminenza carissima, riportare al Santo Padre, la nostra piena di-
sponibilità a farci ascoltatori del suo lucido Magistero, per vivere da cre-
denti questa stagione che la storia ci dona, nella solerte responsabilità ad
essere Chiesa: l’Una Sancta, diffusa per tutto il mondo, accesa di passione
per l’umanità che anela ad entrare nel regno di Dio.
Eminenza, La Chiesa e la Città di Pescara, unita a tutto il popolo di Dio
che è pellegrino in queste terre, La ringrazia dal profondo del cuore.
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53. 4. OMELIA DI S. E. CARD. T. BERTONE
Venerati fratelli nell’Episcopato e nel sacerdozio!
Cari fratelli e sorelle nel Signore!
Sono grato al Signore che mi offre l’opportunità di presiedere questa so-
lenne celebrazione, nel 30° anniversario del Congresso Eucaristico Nazio-
nale di Pescara, che si concluse con la storica visita di Papa Paolo VI, di
venerata memoria, il 17 settembre 1977. Ringrazio il vostro Arcivescovo,
Mons. Tommaso Valentinetti, per il suo gentile invito e per le parole che mi
ha rivolto all’inizio della Santa Messa. Un saluto cordiale indirizzo a tutti i
Vescovi presenti, con una menzione speciale per Mons. Antonio Iannucci,
primo Vescovo di questa Diocesi di Pescara-Penne, che 30 anni or sono or-
ganizzò il Congresso Eucaristico e accolse il Sommo Pontefice. Sono grato
alle Autorità civili e militari per la loro presenza. A tutti voi, cari fratelli e
sorelle in Cristo, convenuti in questa Cattedrale luogo-simbolo dell’unità
della Comunità diocesana, giunga il mio saluto più caloroso. Giunga so-
prattutto il saluto benedicente di Sua Santità Benedetto XVI, che ho l’onore
di trasmettere a ciascuno di voi, ad iniziare dal vostro Pastore. Il Papa
esprime la sua vicinanza spirituale alle famiglie, ai giovani, ai bambini, agli
ammalati, all’intera città di Pescara con un ricordo particolare per quanti si
trovano in situazioni di difficoltà e di bisogno materiale e spirituale.
Il Santo Padre rivolge il suo pensiero affettuoso a tutti e si unisce spiri-
tualmente all’odierna celebrazione, che non è solo una commemorazione,
ma piuttosto una ripresa e una conferma dei contenuti che il Congresso Eu-
caristico di Pescara offrì alla Chiesa in Italia, e che il suo predecessore Pao-
lo VI sigillò allora con la sua presenza e la sua parola. Ripresa e conferma
anche alla luce di una singolare coincidenza: Sua Santità Benedetto XVI ha
compiuto la sua prima visita pastorale in Italia a Bari, il 29 maggio 2005,
proprio per la conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale. E colpisce
anche il legame tra i temi dei due Congressi: quello di Pescara era “Il gior-
no del Signore è la Pasqua settimanale del popolo di Dio”; e quello di Bari
è stato “Senza la domenica non possiamo vivere”. Come non sottolineare il
nesso di continuità tra questi due eventi? A distanza di 28 anni essi mostra-
no l’importanza e l’attualità del tema della Domenica, come elemento cen-
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54. trale e decisivo della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, che l’Epi-
scopato italiano si è impegnato a portare avanti sotto la guida dei Pontefici
Romani. Basti qui ricordare il filo rosso che collega la Costituzione conci-
liare sulla liturgia con la Nota pastorale della CEI Il giorno del Signore, del
1984, con la Lettera apostolica Dies Domini di Giovanni Paolo II e con l’E-
sortazione apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis di Benedetto
XVI.
Tre settimane fa, domenica 9 settembre, il Santo Padre celebrando la
Messa nel Duomo di Vienna, durante il suo pellegrinaggio in Austria, nel-
l’omelia si è soffermato proprio sul significato e il valore della Domenica.
Egli ha fatto nuovamente riferimento alle parole dei Martiri di Abitene, tor-
turati e uccisi per aver violato il divieto dell’imperatore Diocleziano di ce-
lebrare la liturgia cristiana. Al giudice che li interrogava uno di essi rispose:
“Sine dominico non possumus”. Questa espressione ha un duplice significa-
to: Non possiamo vivere senza il dono del Signore, che è Lui stesso, e
ugualmente senza il giorno del Signore, cioè il tempo concreto dell’incon-
tro con Lui nella celebrazione. E’ molto significativo che questa antichissi-
ma testimonianza, risalente addirittura all’anno 304, sia ritornata così attua-
le ai nostri giorni. E’ un fatto che fa riflettere. I cristiani del 2000 sentono il
bisogno di ritrovare il centro, il nucleo sorgivo della propria identità, ciò
“senza cui non possono vivere”; e questa realtà non è “qualcosa”, ma
“qualcuno”, cioè Cristo, che incontrano vivo nel memoriale della sua Pa-
squa che è l’Eucaristia, e nel giorno che scandisce il ritmo del tempo se-
condo la fede, cioè la Domenica. La Domenica diventa perciò un simbolo,
quasi un sacramento di Cristo. Analogamente a ciò che rappresenta il saba-
to per gli ebrei, vale a dire un memoriale della creazione e della liberazione
dalla schiavitù, così la Domenica è memoriale della Pasqua di Cristo, com-
pimento dell’azione creatrice e redentrice di Dio, Signore del cosmo e della
storia.
Nei nostri Paesi di antica evangelizzazione, specialmente in Europa, si
avverte quasi il bisogno di una riscoperta del cristianesimo, un cristianesi-
mo rivisitato nella sua bellezza e verità originaria. E la Domenica sembra
rappresentare un aspetto essenziale, centrale di questo volto originario della
nostra fede. Oggi infatti, pur apparendo in crisi il senso del sacro che la do-
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