Company profile incontri affari Hong Kong e Corea del Sud GIUGNO 2011
Rifiuti urbani - Rapporto 2009 ISPRA
1. RAPPORTI
Rapporto Rifiuti Urbani
Edizione 2009
108 / 2010
2. ISPRA
Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale
Rapporto Rifiuti Urbani
Edizione 2009
3. Informazioni legali
L’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e le persone che
agiscono per conto dell’Istituto non sono responsabili per l’uso che può essere fatto del-
le informazioni contenute in questo rapporto.
ISPRA – Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale
Via Vitaliano Brancati, 48 – 00144 Roma
www.isprambiente.it
ISBN 978-88-448-0430-5
Riproduzione autorizzata citando la fonte
Elaborazione grafica
ISPRA
Grafica di copertina: Franco Iozzoli
Foto di copertina: Paolo Orlandi e Inceneritore di Brescia (per gentile concessione)
Coordinamento tipografico:
Daria Mazzella
ISPRA - Settore Editoria
Amministrazione:
Olimpia Girolamo
ISPRA - Settore Editoria
Distribuzione:
Michelina Porcarelli
ISPRA - Settore Editoria
Impaginazione e Stampa
Tipolitografia CSR - Via di Pietralata, 157 - 00158 Roma
Tel. 064182113 (r.a.) - Fax 064506671
Finito di stampare marzo 2010
4. Il presente Rapporto è stato elaborato dal Dipartimento stato dell’Ambiente e metrologia am-
bientale-Servizio Rifiuti, dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
Il Rapporto conferma l’impegno dell’ISPRA e delle Agenzie regionali e provinciali per la pro-
tezione dell’ambiente affinché le informazioni e le conoscenze relative ad un importante set-
tore, quale quello dei rifiuti, siano a disposizione di tutti. Si ringraziano vivamente quanti, sin-
goli esperti o organismi ed istituzioni, hanno reso possibile la sua pubblicazione.
L’impostazione, il coordinamento e la stesura finale del presente Rapporto sono stati curati da
Rosanna LARAIA, Responsabile del Servizio Rifiuti.
CAPITOLO 1
PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI
La redazione è stata curata da:
Andrea Massimiliano LANZ
Ha collaborato: Angelo Federico SANTINI
APPENDICE 1 – DETTAGLIO PRODUZIONE E RD DEI RIFIUTI URBANI
La redazione è stata curata da:
Angelo Federico SANTINI
Si ringraziano per le informazioni fornite:
ARPA/APPA, Commissari per l’emergenza rifiuti, Regioni, Province, Comuni, Osservatori Pro-
vinciali sui Rifiuti, Aziende Municipalizzate, Gestori degli Impianti, Unioncamere.
CAPITOLO 2
GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI
La redazione è stata curata da:
Letteria ADELLA, Valeria FRITTELLONI, Andrea PAINA
APPENDICE 2 – TAVOLE REGIONALI DEGLI IMPIANTI DI GESTIONE DEI RI-
FIUTI URBANI
La redazione è stata curata da:
Letteria ADELLA, Valeria FRITTELLONI
Si ringraziano per le informazioni fornite:
ARPA/APPA, Commissari per l’emergenza rifiuti, Regioni, Province, Comuni, Osservatori Pro-
vinciali sui Rifiuti, Aziende Municipalizzate, Gestori degli Impianti, Unioncamere.
CAPITOLO 3
IMBALLAGGI E RIFIUTI DI IMBALLAGGIO
La redazione è stata curata da:
Gabriella ARAGONA
Si ringraziano per le informazioni fornite:
Consorzio Nazionale Imballaggi, Consorzio Italiano Alluminio, Consorzio Nazionale Recu-
pero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica, Consorzio Nazionale Acciaio, Consorzio
Nazionale per la Raccolta il Riciclaggio e il Recupero dei Rifiuti di Imballaggi in Plastica, Con-
sorzio Recupero Vetro, Consorzio per il Recupero e il Riciclaggio degli Imballaggi di Legno,
FISE, ASSOCARTA.
5. CAPITOLO 4
MONITORAGGIO, ANALISI E VALUTAZIONI ECONOMICHE
DEL SISTEMA TARIFFARIO
La redazione è stata curata da:
Fabrizio LEPIDI
CAPITOLO 5
VALUTAZIONE DEI COSTI DI GESTIONE DEL SERVIZIO DI IGIENE URBANA
IN ITALIA – ELABORAZIONI DELLE DICHIARAZIONI MUD
La redazione è stata curata da:
Michele MINCARINI
CAPITOLO 6
IL CONTESTO EUROPEO
La redazione è stata curata da:
Federico FOSCHINI
6. pag.
INDICE
1 PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI 8
1.1 Le fonti dei dati 8
1.2 Produzione e raccolta differenziata dei rifiuti urbani a livello nazionale 11
1.2.1 Produzione dei rifiuti urbani 11
1.2. 2 Raccolta differenziata dei rifiuti urbani 15
1.3 Produzione e raccolta differenziata dei rifiuti urbani
a livello regionale e provinciale. 21
1.3.1 Produzione dei rifiuti urbani 21
1.3.2 Raccolta differenziata 25
1.4 Raccolta differenziata dei rifiuti urbani a livello comunale 31
1.5 Produzione e raccolta differenziata dei rifiuti urbani nei Comuni
con popolazione superiore a 150.000 abitanti 35
1.5.1 Produzione dei rifiuti urbani 35
1.5.2 Raccolta differenziata 37
Appendice 1 DETTAGLIO PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA
DEI RIFIUTI URBANI 42
2 GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI 66
2.1 La fonte dei dati 66
2.2 Analisi dei dati 66
2.3 Il recupero di materia 68
2.3.1 Compostaggio di rifiuti da matrici selezionate 68
2.3.2 Trattamento meccanico biologico aerobico 75
2.3.3 La digestione anaerobica 82
2.4 L’incenerimento di Rifiuti Urbani e CDR in Italia nel 2007 86
2.5 Lo smaltimento in discarica 97
Appendice 2 TAVOLE REGIONALI DEGLI IMPIANTI
DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI 106
3 IMBALLAGGI E RIFIUTI DI IMBALLAGGIO 164
3.1 Le fonti dei dati 164
3.2L’Accordo ANCI - CONAI 164
3.3 Produzione di imballaggi e di rifiuti di imballaggio 165
3.4 Il recupero dei rifiuti di imballaggio 167
3.5 La gestione degli imballaggi secondari e terziari 183
3.6 Il riutilizzo degli imballaggi 184
4 MONITORAGGIO, ANALISI E VALUTAZIONI ECONOMICHE
DEL SISTEMA TARIFFARIO 186
4.1 Il monitoraggio annuale dell’ISPRA 186
4.1.1 L’applicazione sperimentale della tariffa dal 2000 al 2009 186
4.2 Analisi dei piani finanziari 191
4.2.1 Piani pervenuti 191
4.2.2 Piani analizzati 191
4.2.3 Analisi dei dati 192
4.2.4 Analisi della composizione dei costi totali del servizio di igiene urbana 198
4.2.5 Confronto dei dati relativi agli anni 2003 - 2008 202
4.2.6 Confronto delle principali voci di costo per classi di popolazione 203
4.2.7 Analisi dei dati relativi ai Consorzi 204
4.3 Analisi dei costi in funzione della gestione del rifiuto 206
5 VALUTAZIONE DEI COSTI DEL SERVIZIO DI IGIENE URBANA
IN ITALIA - ELABORAZIONI DELLE DICHIARAZIONI MUD 208
5.1 PREMESSA 208
5.2 FONTE DEI DATI 208
5.3 ANALISI DEI DATI 209
5.3.1 Struttura del campione di Comuni 210
5.3.2 Analisi delle percentuali di copertura dei costi del servizio di igiene urbana 210
5.3.3 Analisi della composizione dei costi totali del servizio di igiene urbana 220
5.3.4 Analisi dell’andamento dei costi di gestione rispetto alla produzione
pro capite dei rifiuti ed alla percentuale di raccolta differenziata 225
5.3.5 Analisi dei costi e della relativa copertura per classi di popolazione residente 234
7. 5.4 VALUTAZIONE DEI COSTI SPECIFICI DI GESTIONE
INDICE
DELLE RACCOLTE DIFFERENZIATE 241
5.4.1 Costi di gestione della raccolta differenziata di carta e cartone 243
5.4.2 Costi di gestione della raccolta differenziata del vetro 245
5.4.3 Costi di gestione della raccolta differenziata dei rifiuti in plastica 249
5.4.4 Costi di gestione della raccolta differenziata dei rifiuti metallici 251
5.4.5 Costi di gestione della raccolta differenziata dei rifiuti in legno 253
5.4.6 Costi della raccolta differenziata dei rifiuti tessili 257
5.4.7 Costi della raccolta differenziata dei farmaci e medicinali scaduti 259
5.4.8 Costi della raccolta differenziata della frazione organica umida putrescibile 262
5.4.9 Costi della raccolta differenziata della frazione verde 264
5.4.10 Costi della raccolta differenziata degli pneumatici usati 266
5.4.11 Costi della raccolta differenziata degli oli e grassi commestibili esausti 268
5.4.12 Costi della raccolta differenziata dei beni durevoli dimessi (RAEE) 270
5.4.13 Costi della raccolta differenziata di vernici, inchiostri, adesivi e resine 273
5.4.14 Costi della raccolta differenziata dei contenitori etichettati T e/o F 276
5.4.15 Costi della raccolta differenziata delle batterie e accumulatori esausti 278
5.4.16 Costi di gestione dei rifiuti di imballaggio 282
5.5 STIMA DEI COSTI COMPLESSIVI DI GESTIONE
DEI SERVIZI DI IGIENE URBANA A LIVELLO NAZIONALE 283
5.6 CONCLUSIONI 284
6 IL CONTESTO EUROPEO 286
6.1 Le fonti dei dati 286
6.2 La produzione dei rifiuti in Europa 287
6.3 La gestione dei rifiuti urbani in Europa 294
8.
9. 1.1 - LE FONTI DEI DATI Agenzie Regionali e Provinciali per la
PRODUZIONE E RACCOLTA
DIFFERENZIATA
PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI
DEI RIFIUTI URBANI
protezione dell’ambiente, alle Regio-
Nel presente capitolo vengono illustra- ni, alle Province, agli Osservatori
ti i dati inerenti alla produzione ed al- Provinciali sui Rifiuti ed, in alcuni ca-
la raccolta differenziata dei rifiuti ur- si, alle Aziende municipalizzate di ge-
bani relativi all’anno 2008. stione dei servizi di igiene urbana.
A seguito di ulteriori indagini puntua- Va rilevato che per alcuni contesti ter-
li, condotte a partire dalla banca dati ritoriali la raccolta dei dati è risultata
MUD 2008 bonificata, sono stati, inol- piuttosto problematica, nonostante
tre, effettuati alcuni aggiornamenti per l’utilizzo di una metodologia da rite-
quanto riguarda la produzione e la rac- nersi ormai consolidata. In alcuni ca-
colta differenziata 2007 delle seguen- si si è, addirittura, riscontrata una as-
ti regioni: Marche, Lazio, Abruzzo e senza totale di informazione. Per sop-
Molise. I dati modificati, non si disco- perire a tali carenze si è dovuto far,
stano, comunque, in maniera significa- quindi, ricorso, in più occasioni, alla
tiva da quelli riportati nella preceden- banca dati MUD 2009 (dati 2008). Ta-
te edizione del Rapporto Rifiuti. le banca dati, sebbene disponibile so-
L’acquisizione dei dati in materia di lo in forma provvisoria e quindi in-
produzione e raccolta differenziata dei completa, ha consentito, comunque, di
rifiuti urbani è stata effettuata attraver- desumere i dati di produzione e raccol-
so una procedura, ormai consolidata, ta differenziata per un numero consi-
basata sulla predisposizione e l’invio stente di comuni per i quali non è sta-
di appositi questionari ai soggetti to possibile ottenere alcuna informa-
pubblici e privati che, a vario titolo, zione per altra via.
raccolgono informazioni in materia di Un prospetto delle diverse fonti di in-
gestione dei rifiuti. In particolare, le formazione utilizzate viene di seguito
informazioni sono state richieste alle riportato.
Fonti dei dati utilizzate per la raccolta delle informazioni sulla produzione e la raccolta differenziata dei rifiuti urbani
Fonte
ARPA/APPA Regione, Provincia - ATO, Banca dati Stime ISPRA
Regione ORR, PFR OPR Consorzi o MUD
Soggetti
Gestori
Piemonte × ×(1)
Valle d’Aosta ×
Lombardia ×
Trentino Alto Adige × × ×(2)
Veneto ×
Friuli Venezia Giulia ×
Liguria × ×(3)
Emilia Romagna ×
Toscana ×
Umbria ×
Marche × × × ×
Lazio × × ×
Abruzzo × × × ×
Molise × ×
Campania × × ×
Puglia × × × × ×
Basilicata × ×
Calabria × × ×
Sicilia × × × × ×
Sardegna ×
(1) 3 comuni; (2) 1 comune; (3) 5 comuni.
Come si può rilevare il numero di re- a seguito di verifiche effettuate sulla
gioni per le quali è stato necessario ef- banca dati MUD, solo dati aggregati
fettuare integrazioni mediante l’utiliz- a livello di ATO, Consorzio, Comuni-
zo della banca dati MUD o per le qua- tà Montana o Unione di Comuni. Nel
li si è dovuto far ricorso a stime è ri- complesso il numero di comuni rien-
sultato abbastanza rilevante, soprattut- tranti in queste fattispecie è risultato,
to per quanto concerne le regioni del comunque, decisamente contenuto e
centro-sud. pari a 128 (1,6% del totale dei comu-
Si segnala, inoltre, che in alcuni casi, ni italiani, 191 nel 2007).
seppur limitati rispetto al totale dei co- Per quanto riguarda i comuni per i
8 muni, è stato possibile reperire, anche quali non è stato possibile ottenere al-
10. cuna informazione, attraverso questio- • gli inerti da costruzione e demolizio- cuni casi, una sovrastima dei quan-
PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI
nari, contatti diretti ed elaborazioni ne, anche se derivanti da demolizio- titativi effettivamente avviati al recu-
MUD, il dato afferente alla quota dei ni in ambito domestico, in quanto pero di materia. Inoltre, laddove il
rifiuti urbani indifferenziati è stato sti- esplicitamente annoverati tra i rifiu- dato è stato fornito in forma disag-
mato da ISPRA, utilizzando un meto- ti speciali. Tali rifiuti sono quindi gregata tali frazioni sono state ripar-
do messo a punto dall’Istituto stesso esclusi in toto dalla produzione dei tite nelle due voci frazione organica
per la predisposizione dei precedenti rifiuti urbani; umida e verde (rifiuti di giardini e
Rapporti, basato su coefficienti medi • rifiuti cimiteriali, rifiuti derivanti dal- parchi). In caso contrario l’intera
di produzione pro capite calcolati, sui la pulizia dei litorali, spazzamento quota è stata computata nella voce
comuni per i quali si disponeva del da- stradale. Questi rifiuti, al pari degli frazione organica umida.
to, secondo criteri di stratificazione in scarti di selezione, concorrono, co- • Rifiuti di imballaggio: la struttura dei
funzione della provincia di apparte- munque, al calcolo dei rifiuti urbani questionari predisposti ed inviati da
nenza e della fascia di popolazione re- totali prodotti. ISPRA era finalizzata a separare le
sidente. A partire dal Rapporto rifiuti 2002, so- varie tipologie di imballaggio in ba-
Per la raccolta differenziata, in assen- no, invece, computati nel valore com- se ai differenti materiali (vetro, car-
za di informazione, sono stati, invece, plessivo della raccolta differenziata i ta, plastica, legno, acciaio e allumi-
utilizzati i dati, validati dall’ISPRA, farmaci, le pile e gli altri rifiuti peri- nio). Si ricorda, al riguardo, che la
afferenti al medesimo comune e ine- colosi di provenienza domestica che, direttiva 2004/12/CE sugli imballag-
renti all’anno 2007. seppur destinati perlopiù allo smalti- gi e rifiuti di imballaggio recepita, in
Relativamente alla raccolta multima- mento, vengono raccolti separatamen- Italia, dal D.Lgs 152/2006, ha intro-
teriale si rileva che, in diversi casi, non te al fine di garantire una chiara ridu- dotto obiettivi differenziati per i di-
sono stati messi a disposizione dati di- zione di pericolosità dei rifiuti urbani versi materiali da raggiungersi entro
saggregati per frazione merceologica ed una gestione più corretta del rifiu- il 31 dicembre 2008. Per quanto at-
o, in alternativa, le informazioni rela- to indifferenziato a valle della raccol- tiene agli imballaggi metallici non è
tive al peso percentuale delle diverse ta differenziata. stato, tuttavia, possibile pervenire, in
frazioni. La ripartizione della raccol- Va, però, evidenziato che la struttura molti casi, ad un dato disaggregato.
ta multimateriale viene, infatti, gene- delle informazioni disponibili non Si è scelto, pertanto, di pubblicare i
ralmente, effettuata sulla base della sempre consente di applicare il meto- dati in forma aggregata, al fine di
composizione percentuale media co- do in maniera rigorosa, in quanto nei consentire un miglior confronto con
municata dai Soggetti gestori o dagli vari contesti territoriali si osservano le informazioni relative ai preceden-
Enti territorialmente competenti e può differenti gradi di disaggregazione ti censimenti. Va, inoltre, rilevato,
incidere in maniera non trascurabile delle frazioni merceologiche, fattore che in alcuni casi non è stato possi-
sul dato complessivo della raccolta che rende necessaria un’attenta opera- bile separare la quota relativa agli
differenziata, tenuto conto che gli scar- zione di omogeneizzazione delle in- imballaggi metallici da quella ine-
ti sono da computarsi nella quota re- formazioni sulla base di criteri univo- rente gli ingombranti metallici. In tal
lativa ai rifiuti urbani misti e, quindi, ci. In alcuni casi, i dati relativi alle di- caso l’intero ammontare è stato
al di fuori della raccolta differenziata verse frazioni merceologiche risulta- computato nella voce ingombranti
stessa. Anche per la ripartizione della no, infatti, aggregati e la differenzia- metallici.
multimateriale si è dovuto far ricorso, zione delle diverse tipologie di rifiu- Per quanto concerne i dati relativi al-
in più casi, a metodologie di stima che to non è, pertanto, sempre effettuabi- la raccolta delle carta e del cartone,
hanno previsto l’utilizzo di valori le; spesso, inoltre, si osserva la tenden- a partire dalla presente edizione del
medi percentuali calcolati su scala za a computare nella voce “altro” del- Rapporto Rifiuti si è proceduto ad ef-
provinciale, regionale e, nei peggiori la raccolta differenziata notevoli fettuare, laddove possibile, una di-
dei casi, nazionale. quantità di rifiuti senza che siano in- stinzione tra la quota relativa agli im-
dicate le diverse tipologie raccolte. Di ballaggi (150101) e quella afferente
Per la quantificazione della raccolta conseguenza i dati forniti risultano in alle altre tipologie di rifiuti cellulo-
differenziata e la ripartizione delle di- diversi casi, soprattutto per quanto at- sici (200101) raccolti congiunta-
verse frazioni merceologiche è stato tiene alla frazione degli ingombranti, mente ad essi.
adottato il medesimo criterio già uti- ancora aggregati. • Ingombranti a recupero: per quanto
lizzato nelle precedenti edizioni del A tal riguardo si segnala che le infor- riguarda questa tipologia di rifiuti,
Rapporto, che si basa sulla seguente mazioni reperite mediante l’elabora- sono state incluse nella raccolta dif-
definizione di raccolta differenziata: zione della banca dati MUD hanno, ferenziata le sole frazioni destinate a
“la raccolta idonea a raggruppare i ri- talvolta, consentito di pervenire ad un recupero; per i casi in cui non è sta-
fiuti urbani in frazioni merceologiche livello di disaggregazione superiore ri- to possibile identificare un’aliquota
omogenee, compresa la frazione orga- spetto a quello ottenuto dai dati comu- specifica destinata al recupero, l’in-
nica umida, destinate al riutilizzo, a ri- nicati mediante la compilazione dei tero flusso è stato escluso dal com-
ciclo e al recupero di materia”. In par- questionari. puto della raccolta differenziata. Ciò
ticolare, si è scelto di non computare, Ai fini del calcolo dell’ammontare di può aver condotto, in qualche caso,
nella quota di raccolta differenziata, le rifiuti raccolti in modo differenziato ad una sottostima della quota effet-
seguenti tipologie di rifiuto: sono state prese in considerazione le tivamente raccolta in modo differen-
• le aliquote rappresentate dagli scar- seguenti frazioni: ziato. Il questionario predisposto da
ti provenienti dagli impianti di sele- • frazioni organiche (frazione umida + ISPRA prevede, inoltre, la riparti-
zione dei rifiuti raccolti in maniera verde): data l’assenza, a livello na- zione degli ingombranti nelle voci
differenziata. Tali aliquote sono, co- zionale, di informazioni relative al- metallo, plastica, vetro, legno (distin-
munque, computate nell’ammontare la percentuali di impurezze, tali fra- to in pericoloso e non pericoloso), al-
del rifiuto urbano indifferenziato zioni sono state computate nella lo- tro. In diversi casi, tuttavia, il dato è
prodotto; ro totalità. Ciò può comportare, in al- stato fornito in forma aggregata e ciò 9
11. non ha consentito di pervenire ad dici riportati nell’elenco europeo
PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI
una completa differenziazione del ri- dei rifiuti, la raccolta selettiva è sta-
fiuto per frazione merceologica. ta ripartita nelle voci farmaci, con-
• Multimateriale: la ripartizione della tenitori T/FC, batterie ed accumula-
multimateriale è stata condotta sul- tori, vernici, inchiostri ed adesivi, oli
la base della composizione percen- vegetali ed oli minerali.
tuale media comunicata dai Sogget- • Rifiuti di apparecchiature elettriche
ti gestori o dagli Enti territorialmen- ed elettroniche provenienti dai nuclei
te competenti. Per le aree non coper- domestici.
te da informazione le diverse frazio- • Rifiuti di origine tessile.
ni e gli scarti sono stati ripartiti uti- • Altre frazioni raccolte in maniera se-
lizzando i valori medi percentuali parata nel circuito urbano ed avvia-
calcolati su scala provinciale, regio- te ad operazioni di recupero.
nale e, nei peggiori dei casi, nazio-
nale. Gli scarti sono stati computati L’equazione adottata per il calcolo del-
nella quota relativa ai rifiuti urbani la percentuale di raccolta differenzia-
indifferenziati. ta, utilizzando i criteri sopra descritti,
• Raccolta selettiva: sulla base dei co- è pertanto, la seguente:
RD(%) =
∑ RD
i i
× 100
(∑i RDi + RU ind + I + S RD )
dove:
• ∑ i
RDi : sommatoria dei quantitativi delle diverse frazioni che compongono la raccolta differenziata, al netto de-
gli scarti, tipicamente rappresentate da:
frazione organica (umido + verde);
imballaggi (carta, plastica, vetro, legno, metallo). Tale quota include le frazioni derivanti da raccolta multimateria-
le, al netto degli scarti, ripartite sulla base dei coefficienti comunicati dai Soggetti gestori o dagli Enti territorial-
mente competenti o, in assenza di tali informazioni, sulla base dei coefficienti medi calcolati secondo il seguente
ordine di priorità: provinciale, regionale, nazionale;
altre tipologie di rifiuti di carta (200101);
rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche di origine domestica;
ingombranti a recupero (vetro, plastica, metallo, legno, ingombranti in materiali misti);
abiti usati e rifiuti tessili;
raccolta selettiva (pile e accumulatori, farmaci scaduti, contenitori T/F, inchiostri, vernici oli, altri rifiuti urbani pe-
ricolosi).
• RUind: rifiuti urbani indifferenziati (200301) e rifiuti da spazzamento stradale (200303).
• I: ingombranti a smaltimento (200307).
• SRD: scarti della raccolta differenziata (ad esempio: scarti derivanti dalla raccolta multimateriale, quantificati sulla
base dei coefficienti comunicati dai Soggetti gestori o dagli Enti territorialmente competenti o, in assenza di tali in-
formazioni, sulla base dei coefficienti medi calcolati secondo il seguente ordine di priorità: provinciale, regionale,
nazionale).
NB: non sono computati tra i rifiuti urbani e, pertanto, nè al numeratore né al denominatore dell’equazione di calco-
lo della percentuale di RD, i rifiuti inerti, anche se derivanti da demolizioni in ambito domestico, in quanto rifiuti
speciali ai sensi della normativa vigente.
Va evidenziato che la metodologia so- fiuti (dati 1997), fatta eccezione per la
pra descritta e la relativa formula di quota relativa alla raccolta selettiva,
calcolo sono le medesime adottate sin introdotta nel computo della RD a par-
dalla prima edizione del Rapporto Ri- tire dall’anno 2002.
10
12. 1.2 PRODUZIONE E RACCOLTA Va rilevato che l’andamento della pro- ti dai circuiti produttivi. Questi rifiu-
PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI
DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI duzione dei rifiuti urbani può essere ti, in accordo con i regolamenti comu-
URBANI ALIVELLO NAZIONALE legato a diversi fattori; si osserva, ad nali, vengono in diversi casi raccolti
esempio, una correlazione, più o me- nell’ambito dei sistemi di gestione dei
1.2.1 Produzione dei rifiuti urbani no evidente nei differenti anni, tra an- rifiuti provenienti dal ciclo urbano e
damento della produzione degli RU e sono, dunque, computati tra gli RU,
La produzione nazionale dei rifiuti ur- trend degli indicatori socio economi- incidendo in maniera non trascurabi-
bani si attesta, nell’anno 2008, a po- ci, quali prodotto interno lordo e spe- le sul dato di produzione annuale di
co meno di 32,5 milioni di tonnellate se delle famiglie residenti. questi ultimi e sul loro andamento
mostrando, rispetto al 2007, una leg- Un ulteriore fattore che può incidere, complessivo.
gera contrazione (-0,2%), che fa segui- in maniera anche sostanziale, sul da- Le ultime disposizioni normative, in-
to alla sostanziale stabilità già riscon- to complessivo di produzione dei rifiu- trodotte dal D.Lgs 152/2006, ulterior-
trata tra il 2006 ed il 2007 (+0,1%). ti urbani è la tendenza, più o meno mente modificate ad inizio 2008, dal
Dopo un lungo periodo di crescita si marcata nei diversi contesti territoria- D.Lgs 4/2008, hanno previsto una se-
assiste, dunque, ad un’inversione di li e a livello di singolo comune, ad as- rie di limitazioni alla possibilità di as-
tendenza nel dato di produzione (Ta- similare, ai rifiuti urbani stessi, diver- similazione dei rifiuti speciali ai rifiu-
bella 1.1, Figura 1.1). se tipologie di rifiuti speciali derivan- ti urbani1.
Tabella 1.1 – Produzione totale di rifiuti urbani per regione, anni 2004 – 2008
2004 2005 2006 2007 2008
Regione (t)
Piemonte 2.229.526 2.228.730 2.277.691 2.269.881 2.257.942
Valle d’Aosta 72.632 73.646 74.795 75.755 77.197
Lombardia 4.791.128 4.762.095 4.943.512 4.932.260 5.021.804
Trentino Alto Adige 477.588 477.883 492.253 490.022 505.741
Veneto 2.185.200 2.273.079 2.379.467 2.372.072 2.415.077
Friuli Venezia Giulia 590.302 603.087 598.628 618.592 611.915
Liguria 953.157 967.640 978.416 981.314 988.128
Emilia Romagna 2.728.640 2.788.635 2.858.942 2.876.778 2.951.475
Nord 14.028.173 14.174.795 14.603.704 14.616.674 14.829.279
Toscana 2.492.156 2.523.261 2.562.374 2.552.561 2.545.014
Umbria 477.133 556.528 565.120 565.033 548.219
Marche 824.157 875.571 868.455 875.192 865.465
Lazio 3.147.348 3.274.984 3.355.897 3.357.409 3.343.551
Centro 6.940.794 7.230.344 7.351.846 7.350.195 7.302.249
Abruzzo 678.017 694.088 699.797 697.122 699.265
Molise 122.979 133.365 129.497 129.568 134.712
Campania 2.784.999 2.806.113 2.865.168 2.852.735 2.723.326
Puglia 1.990.453 1.977.734 2.105.449 2.148.328 2.135.211
Basilicata 237.261 228.496 236.926 244.655 228.215
Calabria 944.409 935.620 939.208 943.205 922.259
Sicilia 2.544.316 2.607.788 2.717.967 2.695.198 2.650.411
Sardegna 878.183 875.206 860.966 864.068 846.664
Sud 10.180.617 10.258.410 10.554.978 10.574.879 10.340.063
Italia 31.149.584 31.663.549 32.510.527 32.541.749 32.471.591
Fonte: ISPRA
1Articolo 195, comma 2 del D.Lgs 152/2006: “Sono inoltre di competenza dello Stato: […] e) la determinazione dei criteri qualitativi e quali-quan-
titativi per l’assimilazione, ai fini della raccolta e dello smaltimento, dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, derivanti da enti e imprese esercitate su aree
con superficie non superiore ai 150 metri quadri nei Comuni con popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti, o superficie non superiore a 250
metri quadri nei Comuni con popolazione residente superiore a 10.000 abitanti. Non possono essere di norma assimilati ai rifiuti urbani i rifiuti che
si formano nelle aree produttive, compresi i magazzini di materie prime e di prodotti finiti, salvo i rifiuti prodotti negli uffici, nelle mense, negli spac-
ci, nei bar e nei locali al servizio dei lavoratori o comunque aperti al pubblico”.
Articolo 195, comma 2 del D.Lgs 152/2006, così come modificato dal D.Lgs 4/2008: “Sono inoltre di competenza dello Stato: […] e) la determina-
zione dei criteri qualitativi e quali-quantitativi per l’assimilazione, ai fini della raccolta e dello smaltimento, dei rifiuti speciali e dei rifiuti urbani.
Ai rifiuti assimilati, entro un anno, si applica esclusivamente una tariffazione per le quantità conferite al servizio di gestione dei rifiuti urbani. […]
Non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle aree produttive, compresi i magazzini di materie prime e di
prodotti finiti, salvo i rifiuti prodotti negli uffici, nelle mense, negli spacci, nei bar e nei locali al servizio dei lavoratori o comunque aperti al pub-
blico; allo stesso modo, non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle strutture di vendita con superficie due volte superiore
ai limiti di cui all’articolo 4, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n.114 del 1998. Per gli imballaggi secondari e terziari per i quali risulti
documentato il non conferimento al servizio di gestione dei rifiuti urbani e l’avvio a recupero e riciclo diretto tramite soggetti autorizzati, non si
applica la predetta tariffazione. Con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’intesa con il Ministro dello svi-
luppo economico, sono definiti, entro 90 giorni, i criteri per l’assimilabilità ai rifiuti urbani”. 11
13. PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI
Tabella 1.2 – Produzione pro capite di rifiuti urbani per regione, anni 2004 – 2008
Regione Popolazione 2008 2004 2005 2006 2007 2008
(kg/ab.*anno)
Piemonte 4.432.571 515 513 523 516 509
Valle d’Aosta 127.065 591 594 599 601 608
Lombardia 9.742.676 510 503 518 512 515
Trentino Alto Adige 1.018.657 490 485 495 486 496
Veneto 4.885.548 465 480 498 491 494
Friuli Venezia Giulia 1.230.936 490 498 494 506 497
Liguria 1.615.064 599 601 609 610 612
Emilia Romagna 4.337.979 657 666 677 673 680
Nord 27.390.496 530 531 544 539 541
Toscana 3.707.818 693 697 704 694 686
Umbria 894.222 555 641 647 639 613
Marche 1.569.578 543 573 565 564 551
Lazio 5.626.710 597 617 611 604 594
Centro 11.798.328 617 639 637 630 619
Abruzzo 1.334.675 522 532 534 527 524
Molise 320.795 382 415 405 404 420
Campania 5.812.962 481 485 495 491 468
Puglia 4.079.702 489 486 517 527 523
Basilicata 590.601 398 385 401 414 386
Calabria 2.008.709 470 467 470 470 459
Sicilia 5.037.799 508 520 542 536 526
Sardegna 1.671.001 532 529 519 519 507
Sud 20.856.244 491 494 509 508 496
Italia 60.045.068 533 539 550 546 541
Fonte: ISPRA; dati di popolazione: ISTAT
Figura 1.1 – Andamento della produzione di rifiuti urbani, anni 1998 – 2008
35.000
32.472
32.511
32.542
31.663
30.000
31.150
30.034
29.864
29.409
28.959
28.364
26.846
25.000
Produzione RU (1.000*t)
20.000
15.000
10.000
5.000
0
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Nord 12.245 12.856 13.276 13.402 13.632 13.576 14.028 14.175 14.604 14.617 14.829
Centro 5.841 6.068 6.214 6.501 6.594 6.586 6.941 7.230 7.352 7.350 7.302
Sud 8.760 9.440 9.469 9.506 9.637 9.872 10.181 10.258 10.555 10.575 10.340
Fonte: ISPRA
Un ulteriore fattore che può determi- do, quelle più avanzate in termini di
nare il rallentamento della crescita del- organizzazione del sistema integrato
la produzione dei rifiuti urbani è l’at- dei rifiuti, da alcuni anni operano al fi-
tivazione di misure di prevenzione. Al ne di incentivare la prevenzione e la
riguardo si può rilevare che diverse minimizzazione della produzione di ri-
12 amministrazioni ed, in particolar mo- fiuti.
14. Tra queste misure un ruolo importan- bili di frazione organica, che si con- rametro utile per una valutazione del-
PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI
te gioca, senza dubbio, il diffondersi figura come una delle matrici di più l’andamento della produzione dei rifiu-
di strumenti di tariffazione puntuale difficile gestione. ti urbani di natura domestica. Una mag-
dei servizi di raccolta, che incidono di- La minimizzazione della produzione dei giore o minore tendenza all’acquisto da
rettamente sui prezzi dei servizi e dei rifiuti può essere, altresì, legata alla pro- parte delle famiglie può, infatti, tradur-
processi di gestione dei rifiuti, nonché gressiva sostituzione dei tradizionali si in una maggiore o minore tendenza
l’attivazione di strumenti finalizzati a shopper in plastica con sacchetti in pla- alla produzione di rifiuti.
minimizzare i flussi avviati ai sistemi stica biodegradabile, oppure in carta, o Dall’analisi delle Figure 1.2 e 1.3 si può
di raccolta attraverso la riduzione in tessuto riutilizzabili, nonché la diffu- rilevare una discreta correlazione linea-
dell’immesso al consumo di prodotti. sione dell’utilizzo delle cosiddette bor- re tra i due indicatori socio economici
Tra questi si citano, ad esempio, l’in- se-carrello dotate di ruote. presi in esame e la produzione dei ri-
troduzione di sistemi di erogazione al- Tutti i fattori sopra indicati possono fiuti urbani, con valori di R2 pari a
la spina, la promozione dell’uso dei svolgere un ruolo più o meno determi- 0,9406, nel caso delle spese delle fami-
contenitori a rendere, la diffusione del- nate nella stabilizzazione del dato di glie ed a 0,928, nel caso del PIL.
l’utilizzo di imballaggi secondari riu- produzione. Tale correlazione si rileva anche ripor-
tilizzabili, ecc. Tra il 2007 ed il 2008, in particolare, tando i dati di produzione dei RU in re-
In alcuni contesti territoriali, inoltre, è si registra un calo pari all’1% circa sia lazione alle spese delle famiglie su sca-
ormai diffuso, da diversi anni, il com- per quanto riguarda le spese delle fami- la regionale. Prendendo in considera-
postaggio domestico che sta andando glie sul territorio economico che per zione tutti i valori dei due indicatori mi-
peraltro incontro a rapida diffusione quanto attiene al prodotto interno lor- surati nel quinquennio 2004-2008 per
anche in altre aree del Paese. Tale pra- do (valori concatenati – anno di riferi- le 20 regioni italiane, si ottiene, infat-
tica consente di allontanare dai circui- mento 2000). Soprattutto il primo dei ti, un valore di R2 pari a 0,9455 (Figu-
ti della raccolta quantità non trascura- due indicatori può rappresentare un pa- ra 1.4).
Figura 1.2 – Relazione tra indicatori socio economici e produzione di rifiuti urbani
34.000
R2= 0,9406 R2= 0,928
33.000
32.000
Produzione RU (1.000*t)
31.000
30.000
29.000
28.000
27.000
600.000 700.000 800.000 900.000 1.000.000 1.100.000 1.200.000 1.300.000 1.400.000
Spese delle famiglie, valori concatenati - anno 2000 PIL, valori concatenati - anno 2000
(milioni di Euro) (milioni di Euro)
Fonte: ISPRA; dati degli indicatori socio economici: ISTAT
13
15. PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI
Figura 1.3 – Andamento della produzione dei rifiuti urbani e degli indicatori socio economici, anni 2002-2008
110
109
108
107
106
105
104
103
102
101
100
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Prodotto interno lordo valori concatenati - anno di riferimento 2000
Spesa delle famiglie valori concatenati - anno di riferimento 2000
produzione di rifiuti urbani
Nota: è stato assunto uguale a 100 il valore delle produzione dei rifiuti urbani, del PIL e dei consumi delle famiglie dell’anno 2002
Fonte: ISPRA; dati degli indicatori socio economici: ISTAT
Figura 1.4 – Relazione tra spese delle famiglie rilevate, nel periodo 2004-2008, a livello regionale e produzione di RU nello stesso periodo.
6.000
R2= 0,9455
5.000
4.000
Produzione RU (1.000*t)
3.000
2.000
1.000
0
0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000
Spese delle famiglie, valori concatenati - anno 2000 (milioni di E)
Fonte: ISPRA; dati degli indicatori socio economici: ISTAT
L’analisi dei dati a livello di macroarea levare una crescita di produzione pari
geografica mostra un calo di produzio- all’1,5% circa (Figura 1.5).
ne particolarmente evidente nel Mezzo- Per quanto riguarda la produzione pro
giorno (-2,2% circa tra il 2007 ed il 2008) capite, la cui analisi risulta utile al fi-
ed una riduzione più contenuta nel Cen- ne di svincolare il dato afferente ai ri-
tro (-0,7% circa). Il dato del Nord appa- fiuti dal livello di popolazione residen-
14 re, invece, in controtendenza, facendo ri- te, si rileva, nel 2008, una contrazione
16. rispetto al valore del precedente anno, ne residente, che cresce tra il 2006 ed cora registrare i più alti valori di produ-
PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI
che fa seguito al calo già riscontrato tra il 2008 di oltre 910.000 unità, di cui zione pro capite (619 kg/abitante per an-
il 2006 ed il 2007. Nell’ultimo anno, oltre 550.000 attribuibili al solo Nord. no nel 2008), mostra una progressiva ri-
infatti, il dato di produzione pro capi- In questa macroarea geografica, infat- duzione già a partire dal dato 2006.
te nazionale si attesta a 541 kg/abitan- ti, l’aumento della produzione pro ca- Tale riduzione risulta particolarmente
te per anno a fronte di un valore pari pite appare, tra il 2007 ed il 2008, de- evidente nell’ultimo anno in cui si rile-
a 546 kg/abitante per anno rilevato nel cisamente più contenuto (+0,4%) ri- va una decrescita della produzione pro
2007 ed a un valore di 550 kg/abitan- spetto a quanto riscontrato per il va- capite di circa 11 kg/abitante per anno.
te per anno registrato nel 2006 (Tabel- lore di produzione assoluta; in relazio- Al Sud, infine, si riscontra, tra il 2007 ed
la 1.2). ne al 2006 si rileva addirittura un ca- il 2008, un calo della produzione pro ca-
Va evidenziato che sul dato di produ- lo (-0,5%, da 544 kg/abitante per an- pite pari al -2,4% circa, corrispondente
zione pro capite incide in maniera so- no a 541 kg/abitante per anno). ad una diminuzione, in termini assoluti,
stanziale l’andamento della popolazio- Il Centro, dal canto suo, pur facendo an- di 12 kg/abitante per anno.
Figura 1.5 – Andamento della produzione dei rifiuti urbani per macroarea geografica, anni 2002-2008
112
110
108
106
104
102
100
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
anno
Nord Centro Sud Italia
Nota: è stato assunto uguale a 100 il valore della produzione dei rifiuti urbani dell’anno 2002
Fonte: ISPRA
1.2.2 Raccolta differenziata dei ri- I target di raccolta differenziata fissa- • almeno il 65% entro il 31 dicembre
fiuti urbani ti dal D.Lgs 152/2006 e dalla legge 27 2012.
A livello nazionale, la raccolta diffe- dicembre 2006, n. 296 sono, infatti, i Come già più volte evidenziato nelle
renziata raggiunge, nel 2008, una per- seguenti: precedenti edizioni del Rapporto, la si-
centuale pari al 30,6% della produzio- • almeno il 35% entro il 31 dicembre tuazione appare, tuttavia, notevol-
ne totale dei rifiuti urbani. Rispetto al 2006; mente diversificata nelle tre macroa-
2007, anno in cui tale percentuale si • almeno il 40% entro il 31 dicembre ree geografiche.
assestava al 27,5% circa, si osserva, 2007; Infatti, mentre il Nord, con una per-
dunque, un’ulteriore crescita, sebbe- • almeno il 45% entro il 31 dicembre centuale pari al 45,5%, supera l’obiet-
ne non vengano ancora conseguiti né 2008; tivo del 45% fissato dalla normativa,
l’obiettivo fissato dalla normativa per • almeno il 50% entro il 31 dicembre il Centro, con il 22,9% ed il Sud, con
il 31 dicembre 2008 (45%), né quel- 2009; il 14,7%, risultano ancora decisamen-
li previsti per il 2007 ed il 2006 (ri- • almeno il 60% entro il 31 dicembre te lontani da tale target (Tabella 1.3,
spettivamente 40% e 35%). 2011; Figura 1.6).
Tabella 1.3 – Raccolta differenziata dei rifiuti urbani per macroarea geografica, anni 2004-2008
2004 2005 2006 2007 2008
1000*t % 1000*t % 1000*t % 1000*t % 1000*t %
Nord 4.974,0 35,5 5.378,0 37,9 5.827,1 39,9 6.204,4 42,4 6.747,1 45,5%
Centro 1.269,8 18,3 1.388,2 19,2 1.471,6 20,0 1.529,9 20,8 1.673,2 22,9%
Sud 823,0 8,1 905,8 8,8 1.077,2 10,2 1.225,7 11,6 1.516,9 14,7%
Italia 7.066,8 22,7 7.672,0 24,2 8.375,9 25,8 8.960,0 27,5 9.937,2 30,6%
Fonte: ISPRA
15
17. PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI
Figura 1.6 – Andamento della raccolta differenziata dei rifiuti urbani, anni 2004 – 2008
65
60
55
50
obiettivo 2008
45
obiettivo 2007
40
percentuale RD (%)
45,5
42,4
39,9
35
37,9
35,5
30
30,6
25
27,5
25,8
24,2
20
22,7
22,9
20,8
20,0
19,2
15
18,3
14,7
10
11,6
10,2
8,8
8,1
5
0
Nord Centro Sud Italia
2004 2005 2006 2007 2008
Fonte: ISPRA
In termini di pro capite la media na- va evidenziato che la ripartizione nel-
zionale della raccolta differenziata si le voci imballaggi ed altre tipologie di
attesta, nel 2008, a circa 165 kg/abi- rifiuti, relativamente a carta, vetro, pla-
tante per anno, con valori superiori a stica, metallo e legno, è stata effettua-
246 kg/abitante per anno nel Nord, ta solo nei casi in cui sono risultate di-
prossimi a 142 kg/abitante per anno sponibili le informazioni relative alla
nel Centro e pari a circa 73 kg/abitan- distribuzione tra i rifiuti individuati dai
te per anno nel Sud. codici del capitolo 15 e quelli del ca-
Tra il 2007 ed il 2008 la raccolta dif- pitolo 20 dell’elenco europeo dei rifiu-
ferenziata cresce, a livello nazionale, ti. In assenza di informazioni sulla ri-
di quasi 980 mila tonnellate di cui ol- partizione delle suddette frazioni, le
tre 540 mila tonnellate (+8,7%) attri- stesse sono state computate nella voci
buibili alle regioni del nord Italia. generiche, ossia nei codici del capito-
Un incremento più contenuto in valo- lo 20 (Tabella 1.4). Ciò può aver, di
re assoluto, circa 290 mila tonnellate, conseguenza, comportato una sottosti-
ma decisamente consistente in termi- ma del quantitativo di raccolta degli im-
ni percentuali, +23,8%, si osserva per ballaggi. Nel caso dei rifiuti in metal-
le regioni del Mezzogiorno, mentre lo, ad esempio, il dato disaggregato del-
una crescita superiore alle 140 mila la raccolta degli imballaggi è risultato
tonnellate (+9,4% circa) si rileva per disponibile, nell’anno 2008, per 94 pro-
il centro Italia. vince su un totale di 107 che hanno co-
Riguardo ai dati di raccolta differenzia- municato di effettuare la raccolta di ta-
ta delle singole frazioni merceologiche le frazione (Tabella 1.4).
16