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Proposta di Burden Sharing sulle fonti rinnovabili: la metodologia   16.05.2011
Obiettivo del lavoro ,[object Object],[object Object]
Indice ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
1. La regionalizzazione dei CFL (denominatore) Per ottenere la ripartizione regionale del CFL al 2020, si ripartiscono separatamente i tre settori di impiego previsti dalla Direttiva e si sommano i valori regionali così ottenuti.  CFL Consumi elettrici compresi i consumi degli ausiliari di centrale, le perdite di rete e i consumi elettrici per trasporto Consumi  Termici consumi per riscaldamento e raffrescamento in tutti i settori (con esclusione del contributo dell’energia elettrica per usi termici) Consumi Trasporti consumi per tutte le forme di trasporto (ad eccezione del trasporto elettrico e della navigazione internaz)
1. La regionalizzazione dei CFL fino a 2020 (2) La ripartizione regionale del consumo di ciascun settore di impiego è ottenuta applicando al relativo consumo nazionale totale, ottenuto dai più recenti/rappresentativi consuntivi, i fattori di ripartizione (% dei consumi di una Regione): per esempio se la Regione x ha oggi tot % di consumi elettrici  o termici, tale rapporto sarà mantenuto anche al 2020) La metodologia assume che gli effetti delle azioni di efficienza energetica sugli usi finali, previste dallo scenario efficiente del PAN, siano distribuiti sulle Regioni e sulle Province autonome  in proporzione ai loro consumi storici.   Tale approccio lascia, comunque, libere le singole Regioni e Province autonome di sviluppare proprie politiche a favore dell’efficienza energetica, i cui risultati troveranno riscontro nella consuntivazione dei propri consumi finali.  Le Regioni e le Province autonome stabiliranno l’intensità di tali misure, tenendo presente che una riduzione del consumo finale lordo nel proprio territorio comporta una riduzione della quantità di energia da fonti rinnovabili necessaria per conseguire il proprio obiettivo regionale.
1. La regionalizzazione dei CFL fino a 2020 (3) In particolare i coefficienti di ripartizione di settore utilizzati sono ricavati sui seguenti consuntivi storici  Consumi di riscaldamento/raffrescamento e dei trasporti, dai consumi regionali per calore e trasporti dell’anno  2005,  pubblicati da  Enea  Consumi finali netti all’anno  2008* , pubblicati da  Terna Per le Provincie autonome di Bolzano e Trento,  il valore dei consumi è stato ottenuto proporzionalmente alla distribuzione della popolazione residente nel 2009 nelle due Provincie.  *Si è preferito non utilizzare i consumi del 2009, fortemente influenzati dalla crisi economica che ha determinato degli andamenti in controtendenza rispetto alla media. CFL Consumi elettrici Consumi  Termici Consumi Trasporti
2. La regionalizzazione delle FER (numeratore) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
2. La regionalizzazione delle FER (2) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
2. La regionalizzazione delle FER (3) FER - E FER - C Per  le FER-E che dispongono di una rete di distribuzione dell’energia già sviluppata e il cui utilizzo non implica investimenti da parte dell’utente finale, si è seguito un approccio basato sul potenziale di sfruttamento di tali fonti nelle singole regioni e province autonome  Per le FER-C, che non possono contare su una rete di distribuzione (salvo la situazione, peraltro molto locale, del teleriscaldamento) e che per essere utilizzate richiedono un investimento da parte dell’utente finale, è stato seguito un approccio basato sul potenziale di impiego, tenuto conto delle risorse locali  L’approccio tecnico impiegato nella ripartizione regionale delle FER definisce un obiettivo che è correlabile alle caratteristiche del territorio delle singole Regioni e Provincie autonome, in particolare al potenziale economicamente sostenibile di fonti rinnovabili per la produzione elettrica e alla possibilità di orientare parte dei consumi termici, che derivano dai fabbisogni residenziali, del terziario, dell’agricoltura e dell’industria, verso l’impiego di tecnologie che utilizzano fonti rinnovabili
3. La regionalizzazione delle FER elettriche Approccio bottom-up: basato sul potenziale di impiego Si stima il potenziale massimo sfruttabile per fonte sul territorio e si applicano “filtri di sostenibilità” che fanno sì che solo una parte della potenzialità sul territorio, precedentemente individuata, possa essere utilizzata indicatori di disponibilità potenziale delle risorse,   quali disponibilità risorsa idrica, ventosità, risorse geotermiche, irraggiamento solare, superficie di  territorio a vocazione agricola (sviluppo del biogas),  superficie di territorio boschivo (biomassa), aree urbane e fortemente antropizzate (produzione di RSU), aree industriali Indicatori di sostenibilità: Applicazione di vincoli, quale eccessiva e competitiva occupazione del territorio e relativo impatto ambientale, accettabilità sociale, costo incentivazioni….che limitano le potenzialità
3.1. La regionalizzazione FER E: idroelettrico ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Potenzialità: aumento della produzione per effetto dell’installazione di nuovi impianti di taglia inferiore ai 10 MW (mini-idroelettrico), mentre per gli impianti di grossa taglia si stima che non vi siano sostanziali possibilità di nuove installazioni  ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Si ipotizza che i fattori di sostenibilità agiranno allo stesso modo su tutte le Regioni interessate. La ripartizione regionale del potenziale nazionale è fatta proporzionalmente alle potenzialità idonee
3.1. La regionalizzazione FER E: idroelettrico (2) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
3.2. La regionalizzazione FER E: eolico on shore Potenzialità: Potenziale di producibilità eolica, si fa riferimento all’ Atlante   Eolico Interattivo  RSE (producibilità specifica a 100 m).  Il potenziale eolico di una data Regione è valutato come somma delle producibilità specifiche delle celle elementari che compongono la Regione in esame e con valori di producibilità specifica maggiori di 1.500 MWh/MW.  Con tale vincolo si vuole privilegiare le aree con una maggior producibilità, tralasciando quelle che potrebbero portare a rese energetiche medio – basse. Il valore di 1.500 MWh/MW rappresenta circa la mediana della producibilità specifica degli impianti esistenti al 2009.
3.2. La regionalizzazione FER E: eolico on shore (2) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Occorre ribadire che con i criteri adottati non si intende anticipare le determinazione delle singole Regioni e province autonome in merito all’identificazione delle aree, ma sono da intendersi esclusivamente come strumentali alla individuazione del potenziale sfruttabile Si  è applicato un vincolo aggiuntivo soglia, max  70.000 W/kmq* (potenza installata al 2020 su superficie regionale) Il deficit di produzione derivante dall’applicazione del filtro è stato ridistribuito alle Regioni non interessate al vincolo, proporzionalmente al potenziale specifico, calcolato sulla base della superficie utile (al netto dei vincoli).  *  Il valore soglia utilizzato rappresenta l’attuale densità di installazione degli impianti eolici on shore in Danimarca.
3.2 FER-E esempio applicazione metodologia (3) Potenzialità Sono escluse (in rosso) le zone con producibilità < 1500 MWh/MW Vincoli ambientali Esempio sono escluse (in rosso) le zone “Legge Galasso” Regionalizzazione Si ripartiscono sulle aree idonee gli obiettivi regionali (aree colorate) proporzionalmente producibilità specifica
3.2. La regionalizzazione FER E: eolico on shore (4) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
3.3. La regionalizzazione FER E: eolico off shore Potenzialità: si è assunto che le centrali eoliche vengano installate in aree con producibilità maggiore di 3.000 ore anno. Sostenibilità: impianti disposti ad adeguata distanza dalla costa (almeno 5 km), per renderle poco avvertibili dalla popolazione e, in acque poco profonde (fino a 30 m) Sono allo studio soluzioni tecnologiche innovative, per l’eolico off-shore in acque profonde. Qualora tali soluzioni diventassero praticabili entro il 2020, esse costituiranno un ulteriore elemento di flessibilità per il conseguimento dell’obiettivo sulle fonti rinnovabili. Il potenziale eolico off di una data Regione è valutato come somma delle producibilità specifiche delle celle elementari che interessano le aree di mare adiacenti alle Regione.  Si considerano, delle celle potenzialmente idonee, solo quelle che soddisfano i criteri di sostenibilità.  La ripartizione regionale dell’obiettivo nazionale di sviluppo dell’eolico off-shore è fatta proporzionalmente alla superficie di aree potenzialmente idonee
3.3. La regionalizzazione FER E: eolico off shore (2) ,[object Object],[object Object],[object Object]
3.4. La regionalizzazione FER E: geotermia La produzione elettrica da fonte geotermica è da sempre localizzata in aree della Toscana e del Lazio e si prevede che anche al 2020 resti limitata a tali zone. Infatti, coerentemente con l’approccio di far riferimento prioritariamente alle tecnologie consolidate, si ipotizza che l’incremento della produzione geotermoelettrica entro il 2020 avvenga grazie alle sole tecnologie convenzionali, In tale senso la ripartizione regionale della produzione geotermoelettrica al 2020 definita proporzionalmente alla produzione degli impianti attualmente in funzione.  Nel caso in cui nuove soluzioni tecnologie (ad es. hot dry rocks) potranno passare, entro il 2020,  dall’attuale  fase sperimentale ad un utilizzo commerciale, esse potranno essere utilizzate dalle Regioni e Province autonome, con un ulteriore elemento di flessibilità per il conseguimento degli obiettivi regionali di sviluppo delle FER ,[object Object],[object Object]
3.4. La regionalizzazione FER E: solare fotovoltaico ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
3.5. La regionalizzazione FER E: solare concentrazione Potenzialità: si considerano aree idonee le zone comprese tra il 40° Nord e 40° Sud, dove la radiazione solare diretta è dell’ordine di almeno 1800 kWh/m²/y; in Italia tali vincoli trovano rispondenza solo in alcune aree delle regioni mediterranee e della Sardegna,  Sostenibilità: le superfici di tali aree sono state ridotte da un fattore di utilizzo che tiene conto, in prima approssimazione, delle urbanizzazioni e dell’uso attuale del suolo, escludendo a priori, per esempio, i fondi destinati ad agrumeti e uliveti  Si è applicato un criterio di proporzionalità alla “superficie regionale ideale” ottenuta considerando le superfici piane grezze, con estensioni minime contigue di almeno 10 km 2 ,  che dovrebbero beneficiare localmente del massimo di radiazione solare diretta.  Si considerano, delle aree potenzialmente idonee, solo quelle che soddisfano i criteri di sostenibilità.  La ripartizione regionale dell’obiettivo nazionale di sviluppo del solare a concentrazione è fatta proporzionalmente alla superficie di aree potenzialmente idonee
3.5. Regionalizzazione FER E: solare a concentrazione ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
3.6. Regionalizzazione FER E: biomassa Biomassa ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Biogas, gas di discarica e derivati da depurazione generato da diverse tipologie di matrici organiche, quali scarti agricoli, reflui di allevamenti, FORSU nelle discariche, scarti di macellazione.  Bioliquidi La regionalizzazione della produzione di FER-E da biomassa viene valuta facendo riferimento alle tre diverse forme di biomassa impiegate allo scopo :
3.6. Regionalizzazione FER E: biomassa (2) I criteri adottati per la regionalizzazione sono :  ,[object Object],[object Object],[object Object]
3.6. Regionalizzazione FER E: biomassa (3) I criteri adottati per la regionalizzazione sono :  Biogas, gas di discarica e gas di depurazione: la ripartizione regionale della produzione elettrica nazionale da Biogas è stata determinata sulla base della valutazione del potenziale di produzione di biogas nelle Regioni italiane – fonte ENEA  [2] . Bioliquidi : analogamente alla situazione del solare fotovoltaico, l’attuale sviluppo della produzione elettrica da bioliquidi, pari a circa 4,400 GWh e le proiezioni sugli impianti a progetto, fanno ritenere che l’obiettivo previsto dal PAN possa essere raggiunto già entro l’anno. Per tale ragione, diversamente dai casi precedenti, la ripartizione regionale della produzione elettrica da bioliquidi prevista dal PAN al 2020 è definita proporzionalmente ai dati a consuntivo (2011):  si azzerano prospettive di crescita, benché ci siano 11000 GWh a progetto.
3.6. La regionalizzazione FER E: biomassa (4) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
4. La regionalizzazione delle FER termiche Approccio top-down: basato sul potenziale di sfruttamento Definizione di indicatori in grado di mettere in relazione le stime di sviluppo delle  tecnologie/fonti che utilizzano le FER termiche, previste a livello nazionale al 2020 dal PAN (offerta), con le stime della domanda di fabbisogno termico sul territorio. identificazione delle potenzialità nazionali di consumo  ovvero delle fonti tecnologie che il PAN prevede possano svilupparsi in Italia nel 2020; analisi della domanda,   identificazione sulla base delle caratteristiche del territorio e del parco abitativo, delle attività industriale e agricole, delle aree in cui è più facile prevedere che le tecnologie, sopra indicate, possano più facilmente svilupparsi.
4. Regionalizzazione FER C: i settori La regionalizzazione della produzione di FER-C considera tre settori: ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Industria Fabbisogno termico per processi industriali ,[object Object],[object Object]
4.1. Regionalizzazione FER C: il settore civile ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Domanda  di calore per riscaldamento  ACS Aree climatiche, popolazione e caratteristiche del territorio Tipologia e vetustà delle abitazioni
4.1. Regionalizzazione FER C: civile/biomassa  ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Abitazioni Nei comuni interessati abitazioni monofamiliari o con al massimo 8 unità abitative, con impianto di riscaldamento fisso autonomo ad uso esclusivo dell'abitazione:  Fonte RSE su dati Istat (censimento 2001) Regionalizzazione proporzionale alla distribuzione delle abitazioni idonee
4.1. Regionalizzazione FER C: civile/biomassa ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Territorio Si è ipotizzato che siano potenzialmente interessati i comuni situati nella zona climatica compresa fra D e F, caratterizzati da condizioni medie climatiche tali da giustificare la predisposizione di reti di teleriscaldamento (circa 7.000 comuni, in cui sono residenti circa 44,4 milioni di abitanti .  Fonte RSE su dati  Istat 2009 Abitazioni Si assume che nei comuni idonei, siano potenzialmente interessate le abitazioni monofamiliari o i condomini dotati di impianti di riscaldamento centralizzato:  Fonte RSE su dati Istat (censimento 2001) Regionalizzazione proporzionale alla distribuzione delle abitazioni idonee
4.1. Regionalizzazione FER C: civile/aerot, geot idrot ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Domanda  di calore per riscaldamento  ACS
4.1. Civile/aerot, geot idrot. : domanda riscaldamento PdC compressione PdC assorbimento TLR Vincoli territorio Comuni ubicati in zone climatiche C-D-E circa 6.900 comuni, circa 55,5 Mln persone Fonte RSE su Istat 2009 Comuni ubicati nella zone climatica E e F più fredde circa 5200 comuni circa 1.6 29 milioni di  persone Fonte RSE su Istat 2009 Disponibilità regionale  fluidi geotermici per usi non elettrici  (>70 °C m)  Fonte RSE su dati UGI Tipologia e vetustà delle abitazioni Unità abitative nuove o riqualificate  (stima circa 8,7 milioni di abitazione nel 2020) Proiezioni 2020 RSE su Istat 2001 Unità abitative nuove e/o riqualificate, dotate di impianto di riscaldamento centralizzato  (circa 100.000 u.a ) Proiezioni 2020 RSE su Istat 2001 Abitazioni monofamiliari o condomini dotati di impianti di riscaldamento centralizzato RSE su Istat 2001 Regionalizzazione proporzionale alla distribuzione delle abitazioni idonee Comuni ubicati in zone climatiche D-F circa 7000 comuni, circa 44,4 Mln persone Fonte RSE su Istat 2009
4.1. Civile/aerot, geot idrot. : domanda ACS Generazione ACS Vincoli territorio Comuni ubicati in zone climatiche C-E circa 6.900 comuni, circa 55,5 Mln persone Fonte RSE su Istat 2009 Tipologia e vetustà delle abitazioni Abitazioni monofamiliari   RSE su Istat 2001 Regionalizzazione proporzionale alla distribuzione delle abitazioni idonee
4.1. Regionalizzazione FER C: civile/solare termico ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Domanda  di calore prevalentemente per ACS  e per riscaldamento  (prevalentemente nel settore del terziario
4.1. Regionalizzazione FER C: civile/solare termico Generazione ACS Riscaldamento nel settore terziario Vincoli territorio Tutti i comuni italiani circa 8100 comuni,  Fonte RSE su Istat 2009 Tutti i comuni italiani Circa 8100 comuni Fonte RSE su Istat 2009 Tipologia e vetustà delle abitazioni Edifici monofamiliari (stima circa 4,8 milioni di abitazione nel 2020) Proiezioni 2020 RSE su Istat 2001 Non si hanno dati sufficientemente dettagliati sulla distribuzione, sul territorio, del settore del terziario . Si assume che il settore, operando servizi sul territorio, abbia una distribuzione simile  a quella del settore residenziale, che viene assunto come riferimento RSE su Istat 2001 Regionalizzazione proporzionale alla distribuzione delle abitazioni idonee Condomini nuovi o riqualificati con sistema di ACS centralizzata  (stima circa 210 mila  abitazione nel 2020) Proiezioni 2020 RSE su Istat 2001
4.1. La regionalizzazione FER C: civile ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
4.2. Regionalizzazione FER C: industria/agricoltura ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],L’impiego di biomassa per produzione di calore in agricoltura, è ripartito fra le regioni e province autonome in base ai consumi energetici del settore agricoltura

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Burden sharing rse 16maggio_ 2011_metodologia

  • 1. Proposta di Burden Sharing sulle fonti rinnovabili: la metodologia 16.05.2011
  • 2.
  • 3.
  • 4. 1. La regionalizzazione dei CFL (denominatore) Per ottenere la ripartizione regionale del CFL al 2020, si ripartiscono separatamente i tre settori di impiego previsti dalla Direttiva e si sommano i valori regionali così ottenuti. CFL Consumi elettrici compresi i consumi degli ausiliari di centrale, le perdite di rete e i consumi elettrici per trasporto Consumi Termici consumi per riscaldamento e raffrescamento in tutti i settori (con esclusione del contributo dell’energia elettrica per usi termici) Consumi Trasporti consumi per tutte le forme di trasporto (ad eccezione del trasporto elettrico e della navigazione internaz)
  • 5. 1. La regionalizzazione dei CFL fino a 2020 (2) La ripartizione regionale del consumo di ciascun settore di impiego è ottenuta applicando al relativo consumo nazionale totale, ottenuto dai più recenti/rappresentativi consuntivi, i fattori di ripartizione (% dei consumi di una Regione): per esempio se la Regione x ha oggi tot % di consumi elettrici o termici, tale rapporto sarà mantenuto anche al 2020) La metodologia assume che gli effetti delle azioni di efficienza energetica sugli usi finali, previste dallo scenario efficiente del PAN, siano distribuiti sulle Regioni e sulle Province autonome in proporzione ai loro consumi storici. Tale approccio lascia, comunque, libere le singole Regioni e Province autonome di sviluppare proprie politiche a favore dell’efficienza energetica, i cui risultati troveranno riscontro nella consuntivazione dei propri consumi finali. Le Regioni e le Province autonome stabiliranno l’intensità di tali misure, tenendo presente che una riduzione del consumo finale lordo nel proprio territorio comporta una riduzione della quantità di energia da fonti rinnovabili necessaria per conseguire il proprio obiettivo regionale.
  • 6. 1. La regionalizzazione dei CFL fino a 2020 (3) In particolare i coefficienti di ripartizione di settore utilizzati sono ricavati sui seguenti consuntivi storici Consumi di riscaldamento/raffrescamento e dei trasporti, dai consumi regionali per calore e trasporti dell’anno 2005, pubblicati da Enea Consumi finali netti all’anno 2008* , pubblicati da Terna Per le Provincie autonome di Bolzano e Trento, il valore dei consumi è stato ottenuto proporzionalmente alla distribuzione della popolazione residente nel 2009 nelle due Provincie. *Si è preferito non utilizzare i consumi del 2009, fortemente influenzati dalla crisi economica che ha determinato degli andamenti in controtendenza rispetto alla media. CFL Consumi elettrici Consumi Termici Consumi Trasporti
  • 7.
  • 8.
  • 9. 2. La regionalizzazione delle FER (3) FER - E FER - C Per le FER-E che dispongono di una rete di distribuzione dell’energia già sviluppata e il cui utilizzo non implica investimenti da parte dell’utente finale, si è seguito un approccio basato sul potenziale di sfruttamento di tali fonti nelle singole regioni e province autonome Per le FER-C, che non possono contare su una rete di distribuzione (salvo la situazione, peraltro molto locale, del teleriscaldamento) e che per essere utilizzate richiedono un investimento da parte dell’utente finale, è stato seguito un approccio basato sul potenziale di impiego, tenuto conto delle risorse locali L’approccio tecnico impiegato nella ripartizione regionale delle FER definisce un obiettivo che è correlabile alle caratteristiche del territorio delle singole Regioni e Provincie autonome, in particolare al potenziale economicamente sostenibile di fonti rinnovabili per la produzione elettrica e alla possibilità di orientare parte dei consumi termici, che derivano dai fabbisogni residenziali, del terziario, dell’agricoltura e dell’industria, verso l’impiego di tecnologie che utilizzano fonti rinnovabili
  • 10. 3. La regionalizzazione delle FER elettriche Approccio bottom-up: basato sul potenziale di impiego Si stima il potenziale massimo sfruttabile per fonte sul territorio e si applicano “filtri di sostenibilità” che fanno sì che solo una parte della potenzialità sul territorio, precedentemente individuata, possa essere utilizzata indicatori di disponibilità potenziale delle risorse, quali disponibilità risorsa idrica, ventosità, risorse geotermiche, irraggiamento solare, superficie di territorio a vocazione agricola (sviluppo del biogas), superficie di territorio boschivo (biomassa), aree urbane e fortemente antropizzate (produzione di RSU), aree industriali Indicatori di sostenibilità: Applicazione di vincoli, quale eccessiva e competitiva occupazione del territorio e relativo impatto ambientale, accettabilità sociale, costo incentivazioni….che limitano le potenzialità
  • 11.
  • 12.
  • 13. 3.2. La regionalizzazione FER E: eolico on shore Potenzialità: Potenziale di producibilità eolica, si fa riferimento all’ Atlante Eolico Interattivo RSE (producibilità specifica a 100 m). Il potenziale eolico di una data Regione è valutato come somma delle producibilità specifiche delle celle elementari che compongono la Regione in esame e con valori di producibilità specifica maggiori di 1.500 MWh/MW. Con tale vincolo si vuole privilegiare le aree con una maggior producibilità, tralasciando quelle che potrebbero portare a rese energetiche medio – basse. Il valore di 1.500 MWh/MW rappresenta circa la mediana della producibilità specifica degli impianti esistenti al 2009.
  • 14.
  • 15. 3.2 FER-E esempio applicazione metodologia (3) Potenzialità Sono escluse (in rosso) le zone con producibilità < 1500 MWh/MW Vincoli ambientali Esempio sono escluse (in rosso) le zone “Legge Galasso” Regionalizzazione Si ripartiscono sulle aree idonee gli obiettivi regionali (aree colorate) proporzionalmente producibilità specifica
  • 16.
  • 17. 3.3. La regionalizzazione FER E: eolico off shore Potenzialità: si è assunto che le centrali eoliche vengano installate in aree con producibilità maggiore di 3.000 ore anno. Sostenibilità: impianti disposti ad adeguata distanza dalla costa (almeno 5 km), per renderle poco avvertibili dalla popolazione e, in acque poco profonde (fino a 30 m) Sono allo studio soluzioni tecnologiche innovative, per l’eolico off-shore in acque profonde. Qualora tali soluzioni diventassero praticabili entro il 2020, esse costituiranno un ulteriore elemento di flessibilità per il conseguimento dell’obiettivo sulle fonti rinnovabili. Il potenziale eolico off di una data Regione è valutato come somma delle producibilità specifiche delle celle elementari che interessano le aree di mare adiacenti alle Regione. Si considerano, delle celle potenzialmente idonee, solo quelle che soddisfano i criteri di sostenibilità. La ripartizione regionale dell’obiettivo nazionale di sviluppo dell’eolico off-shore è fatta proporzionalmente alla superficie di aree potenzialmente idonee
  • 18.
  • 19.
  • 20.
  • 21. 3.5. La regionalizzazione FER E: solare concentrazione Potenzialità: si considerano aree idonee le zone comprese tra il 40° Nord e 40° Sud, dove la radiazione solare diretta è dell’ordine di almeno 1800 kWh/m²/y; in Italia tali vincoli trovano rispondenza solo in alcune aree delle regioni mediterranee e della Sardegna, Sostenibilità: le superfici di tali aree sono state ridotte da un fattore di utilizzo che tiene conto, in prima approssimazione, delle urbanizzazioni e dell’uso attuale del suolo, escludendo a priori, per esempio, i fondi destinati ad agrumeti e uliveti Si è applicato un criterio di proporzionalità alla “superficie regionale ideale” ottenuta considerando le superfici piane grezze, con estensioni minime contigue di almeno 10 km 2 , che dovrebbero beneficiare localmente del massimo di radiazione solare diretta. Si considerano, delle aree potenzialmente idonee, solo quelle che soddisfano i criteri di sostenibilità. La ripartizione regionale dell’obiettivo nazionale di sviluppo del solare a concentrazione è fatta proporzionalmente alla superficie di aree potenzialmente idonee
  • 22.
  • 23.
  • 24.
  • 25. 3.6. Regionalizzazione FER E: biomassa (3) I criteri adottati per la regionalizzazione sono : Biogas, gas di discarica e gas di depurazione: la ripartizione regionale della produzione elettrica nazionale da Biogas è stata determinata sulla base della valutazione del potenziale di produzione di biogas nelle Regioni italiane – fonte ENEA [2] . Bioliquidi : analogamente alla situazione del solare fotovoltaico, l’attuale sviluppo della produzione elettrica da bioliquidi, pari a circa 4,400 GWh e le proiezioni sugli impianti a progetto, fanno ritenere che l’obiettivo previsto dal PAN possa essere raggiunto già entro l’anno. Per tale ragione, diversamente dai casi precedenti, la ripartizione regionale della produzione elettrica da bioliquidi prevista dal PAN al 2020 è definita proporzionalmente ai dati a consuntivo (2011): si azzerano prospettive di crescita, benché ci siano 11000 GWh a progetto.
  • 26.
  • 27. 4. La regionalizzazione delle FER termiche Approccio top-down: basato sul potenziale di sfruttamento Definizione di indicatori in grado di mettere in relazione le stime di sviluppo delle tecnologie/fonti che utilizzano le FER termiche, previste a livello nazionale al 2020 dal PAN (offerta), con le stime della domanda di fabbisogno termico sul territorio. identificazione delle potenzialità nazionali di consumo ovvero delle fonti tecnologie che il PAN prevede possano svilupparsi in Italia nel 2020; analisi della domanda, identificazione sulla base delle caratteristiche del territorio e del parco abitativo, delle attività industriale e agricole, delle aree in cui è più facile prevedere che le tecnologie, sopra indicate, possano più facilmente svilupparsi.
  • 28.
  • 29.
  • 30.
  • 31.
  • 32.
  • 33. 4.1. Civile/aerot, geot idrot. : domanda riscaldamento PdC compressione PdC assorbimento TLR Vincoli territorio Comuni ubicati in zone climatiche C-D-E circa 6.900 comuni, circa 55,5 Mln persone Fonte RSE su Istat 2009 Comuni ubicati nella zone climatica E e F più fredde circa 5200 comuni circa 1.6 29 milioni di persone Fonte RSE su Istat 2009 Disponibilità regionale fluidi geotermici per usi non elettrici (>70 °C m) Fonte RSE su dati UGI Tipologia e vetustà delle abitazioni Unità abitative nuove o riqualificate (stima circa 8,7 milioni di abitazione nel 2020) Proiezioni 2020 RSE su Istat 2001 Unità abitative nuove e/o riqualificate, dotate di impianto di riscaldamento centralizzato (circa 100.000 u.a ) Proiezioni 2020 RSE su Istat 2001 Abitazioni monofamiliari o condomini dotati di impianti di riscaldamento centralizzato RSE su Istat 2001 Regionalizzazione proporzionale alla distribuzione delle abitazioni idonee Comuni ubicati in zone climatiche D-F circa 7000 comuni, circa 44,4 Mln persone Fonte RSE su Istat 2009
  • 34. 4.1. Civile/aerot, geot idrot. : domanda ACS Generazione ACS Vincoli territorio Comuni ubicati in zone climatiche C-E circa 6.900 comuni, circa 55,5 Mln persone Fonte RSE su Istat 2009 Tipologia e vetustà delle abitazioni Abitazioni monofamiliari RSE su Istat 2001 Regionalizzazione proporzionale alla distribuzione delle abitazioni idonee
  • 35.
  • 36. 4.1. Regionalizzazione FER C: civile/solare termico Generazione ACS Riscaldamento nel settore terziario Vincoli territorio Tutti i comuni italiani circa 8100 comuni, Fonte RSE su Istat 2009 Tutti i comuni italiani Circa 8100 comuni Fonte RSE su Istat 2009 Tipologia e vetustà delle abitazioni Edifici monofamiliari (stima circa 4,8 milioni di abitazione nel 2020) Proiezioni 2020 RSE su Istat 2001 Non si hanno dati sufficientemente dettagliati sulla distribuzione, sul territorio, del settore del terziario . Si assume che il settore, operando servizi sul territorio, abbia una distribuzione simile a quella del settore residenziale, che viene assunto come riferimento RSE su Istat 2001 Regionalizzazione proporzionale alla distribuzione delle abitazioni idonee Condomini nuovi o riqualificati con sistema di ACS centralizzata (stima circa 210 mila abitazione nel 2020) Proiezioni 2020 RSE su Istat 2001
  • 37.
  • 38.