1. November 4th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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Un Progetto Social Media
By Robi Veltroni
Ti trovi a un bivio ammettilo! Social Media, ovvero prendere
la strada della condivisione e della partecipazione mettendoti
in gioco, oppure startene ancorato al vecchio messaggio
autoreferenziale e unidirezionale? Social Media tutta la vita...
si ma con qualche controindicazione. Già una volta ti ho messo
in guardia con un post allarmistico, questa volta vediamo di
prendere appunti e prova a impostare una strategia.
Innanzitutto devi differenziarti , evita il web marketing dei
pecoroni e indirizzati verso una qualità espressiva, punta alla
tua unicità e falla percepire. Come? Ho provato ad italianizzare
un post di Daniel Edward Craig e ecco il risultato in 9 punti:
1. Hai affrontato i Social Media senza una strategia, senza
rispettare una linea editoriale, una frequenza, senza aver
trasmesso emozioni? Hai sprecato tempo e denaro. Fai un bel
backup e riparti da capo.
2. In America si parla di team, gruppi di lavoro, riunioni. In
Italia, dove la maggior parte degli hotel è di piccole dimensioni
come si può fare tutto ciò? Sarà una persona da sola a gestire
il blog o la pagina su Facebook ma ce la può fare. Anzi c'è
già chi ha iniziato a farlo, guarda cosa ha messo in piedi
Francesca ! Basta poco per essere unici, sii te stesso, se oggi fai
manutenzione in una camera oppure stai preparando i tortelli
fatti in casa perché non dirlo? In quale lingua? Con quella delle
immagini.
3. Tutti coloro che hanno frequentato alberghi e ristoranti
sono rimasti affascinati dai racconti delle "genti locali", gli
albergatori per definizione sono dei cantastorie (storytellers
non l'hanno mica inventato gli americani). Non uniformarti,
posta commenti, storie, notizie simpatiche, che interessino
i tuoi lettori. Se non ricevi commenti o reazioni correggi
la tua linea editoriale. Le storie più o meno coinvolgenti
possono essere decisive nel processo di scelta di un hotel o di
una determinata località. E' meglio raccontare la vendemmia
piuttosto che scrivere che il vino del tuo ristorante è il più
buono del mondo... e magari, la vendemmia, falla raccontare
direttamente dal contadino.
4. Fai parlare i tuoi collaboratori, filmali mentre lavorano,
chiedi ai tuoi ospiti di cercare foto della tua località o del tuo
albergo sul web e di postarle sulla pagina di Facebook. Invitali
a raccontare la loro esperienza. Insomma, come dice Craig:
falli lavorare, collaboratori e ospiti. Tutti.
5. Controlla e partecipa. Costruite la vostra reputazione on
line come lo fate al di fuori della rete (non c'è differenza, non
stiamo parlando di cose virtuali te lo assicuro). In rete si sta
già parlando di te anche se non ti sei mai connesso a internet.
6. I Social Media sono di moda, certo. Non farti prendere
la mano sii bilanciato. Non abbandonare altre forme di
marketing o di attività classiche. Sii disciplinato con il
tempo che investi in questa pratica. Tra le altre cose
uno dei maggiori rischi sui social media è quello della
sovraesposizione, pericoloso in particolare quando non si ha
niente di interessante da raccontare. Piuttosto annaffia il
giardino.
7. Affidati ad un consulente per pianificare le tue azioni,
organizzare una piattaforma social (basta poco secondo me:
presidiare Tripadvisor, Expedia e Booking; Aprire un blog, una
pagina su Facebook, una galleria di immagini su Flickr e una
canale You-Tube), trovare una strategia. Ma ricordati, i tortelli
fatti in casa li devi raccontare in prima persona, il consulente
potrà solo indicarti l'ora giusta per postare il messaggio su
internet e magari indirizzarti verso un ottimo cameraman.
8. Non credo che i responsabili marketing di grandi aziende
leggano Officina Turistica e quindi salto la parte che riguarda
la coerenza tra i vari blog di hotels appartenenti a catene
2. November 4th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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turistiche che devono dare un messaggio univoco e coerente
impegnandosi però a far emergere le varie unicità.
9. Ultimo punto. Come si fa a comprendere se la tecnica e
la strategia adottate funzionano? Se un'ospite al suo arrivo
è entrata in albergo e ha chiesto: chi è di voi che scrive
su Facebook? Oppure se ad un incontro con un fornitore
questi ha chiesto: chi di voi è il blogger? Se dopo queste
domande vi siete presentati e avete visto un sorriso la vostra
strategia funziona. Ci sono altri modi molto più tecnici e
scientifici per comprendere se i vostri post convertono: cercate
di comprendere come si muovono on line i vostri lettori,
controllate le statistiche e analizzatele. Ma vedrete che non
saranno in controtendenza con la tecnica del sorriso.
Come sempre ho maccheronizzato le lezioni degli specialisti
americani, ma un po' mi devo divertire anch'io.
Promuovere una destinazione
turistica tramite un social
team
By Elena Farinelli
In questo weekend di inizio ottobre mi trovo all’Isola d’Elba,
in occasione della Festa dell’Uva, invitata a bloggare l’evento
insieme a una quindicina di bloggers. Dobbiamo raccontare
nelle modalità che ognuno di noi preferisce (c’è chi parla di
cibo, chi fa video, chi ama i viaggi, chi organizza matrimoni…)
le proprie impressioni su questi 2 giorni.
E’ la prima volta che vedo una destinazione turistica (l’Elba)
utilizzare questa forma di promozione del territorio: un vero
e proprio social team messo insieme secondo alcune logiche
di complementarietà, al fine di diffondere sul web news,
eventi, itinerari dell’Isola d’Elba. Trovo siano stati davvero
lungimiranti. Non so quante altre volte sia successo. Come
iniziative private penso all‘evento dedicato ai fashion bloggers
del negozio di Firenze LuisaviaRoma…, ma qui abbiamo a
che fare con un’idea alla quale hanno aderito enti pubblici
(il Comune di Capoliveri), l’Apt e alcune strutture ricettive
dell’isola. Decisamente inusuale.
Non ho niente contro i giornalisti “tradizionali” ma il fermento
che possono attivare i blogger - appena sbarcati tutti hanno
cominciato a postare, taggare, twittare, uploadare - è senza
dubbio maggiore.
Già da giorni nei loro blog hanno segnalato l’evento, che poi
aggiornano in diretta, grazie a netbook e iphone sempre a
portata di mano. Quasi tutti dotati di fotocamera digitale,
saltano da Facebook a Flickr, da Twitter a Foursquare, con
velocità e immediatezza. Lunedì mattina, ad evento terminato,
tutto sarà già pubblicato, postato, commentato.
A livello tecnico serve ben poco: la copertura wi-fi di un’area
comune (nel nostro caso la piazza di Capoliveri), che ha
pure dovuto “scontrarsi” con le burocrazie delle nostre leggi
(abbiamo dovuto inviare carta d’identità e numero di cellulare
per abilitarci alla Rete). E altra cosa importante: nessuno dei
blogger è stato pagato per scrivere. Chi ha aderito ed è venuto,
lo ha fatto perchè gli piaceva venire qui a curiosare e scrivere
solo ciò che lo colpiva.
Senza abbandonare la comunicazione tradizionale, ritengo che
nel 2010 non si possa pensare alla promozione di un evento o
di un territorio, senza destinare una parte all’online. Meglio se
poi a farla sono i contenuti generati dagli utenti.
Ricerca sul rapporto tra gli
hotel presenti in Tripadvisor e
i social network: la "socialità
delle apparenze"
By Alessio Carciofi
Oggi vorrei presentarvi una "ricerca" che, su consiglio del
buon Antonello Maresca, ho effettuato con piacere e passione
nelle scorse settimane.[ultime settimane di settembre e prima
ottobre]
La ricerca l'ho nominata" la socialità delle apparenze", nome,
che, come avrete intuito tratta il tema dei social network e il
turismo. Tripadvisor vi dice niente?
La ricerca ha lo scopo di trovare risposta alla seguente
domanda :
" chi è nelle prime posizioni di Tripadvisor [top five] , riesce a
"capitalizzare" questa sua visibilità anche sui social network"?
La mia domanda si basa essenzialmente su un'idea
semplice:" una struttura che "è presente" su Tripadvisor è
tendenzialmente "social oriented", ed a maggior ragione se
occupa le prime posizioni nel social travel di riferimento, sarà
più facile che possegga alcune pagine sociali quali Facebook,
Twitter, Flickr, ed altri..."
E' cosi che ebbe inizo la ricerca [idea]
Dopo l'incipit della ricerca, era il momento di passare
alla fase opertiva: individuare le prime cinque strutture
ricettive presenti su Tripadvisor nelle cinque destinazioni di
riferimento italiane [ Roma, Firenze, Milano, Venezia, Napoli]
Una volta individuate le venticinque strutture ricettive su
Tripadvisor, il passo successivo consisteva nello "scovare" i
profili sociali o meno delle relative strutture. [Facebook,
Twitter, Flirck, FriendFeed You Tube, blog].
3. November 4th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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Dopodichè non mi restava che monitorare i vari profili ed
estrapolare alcuni dati [oggettivi o meno] e considerazioni.
La prima tappa della ricerca è iniziata da Roma, per poi
proseguire il "viaggio di ricerca" verso Firenze, poi Milano,
Venezia , dulcis in fundo Napoli.
Alcuni dei dati emersi:
• 25 hotel monitorati
• 13 hotel con almeno una presenza "social" [Facebook]
• 12 hotel non presenti sui Social network
• 3 Hotel con account su Twitter
• 3 hotel con aventi un blog
• 2 hotel con account Flickr
• 2 hotel con accout su canale you tube
• 1 hotel con account Friendfeed
I dati emersi [ricordiamo su un campione di 25 hotel di cinque
città italiane] presentano un "quadro" clinico abbastanza
"preoccupante".
Dei venticinque hotel individuati solo 13 hanno una "presenza"
sui social network:
Inoltre di questi 13 hotel che potremmo definire "social
oriented" solo uno aggiorna frequentemente i loro status sui
social network di loro "riferimento"
I principali social network che vengono utilizzati
maggiormente sono i rispettivi: Facebook, Twitter, Blog,
Flickr, You Tube, FriendFeed.
Sarà un caso che la città che ha più hotel "social oriented"
sia Firenze [anche se tra i cinque hotel c'è solo uno che
va ricordato ed è l'hotel David di Firenze [qui il sito] per
aver "implementato" una vera presenza/strategia sui social
network]
Si potrebbero, intrecciare dati ed info per "formulare" altri
grafici, ma non è questo che ritengo importante.
Ciò che ritengo importante è rispondere alla domanda
iniziale, ovvero : chi è presente nella top five di Tripadvisor
"massimizza" questa visibilità indotta sui social network?
Il grafico sottostante parla chiaro, solo un hotel su 25 è in grado
di "sfruttare" la "visibilità" di Tripdvisor , attraverso una vera
e propria strategia/presenza sui social media.
Dal precedente grafico, è opportuno ricordare che sono state
tralasciate le strutture turistiche che appartengono a catene
alberghiere o a gruppi di alberghi [ 2 sole strutture], ma
nonostante tutto ho il piacere di "annoverare" il "Torriani
Hotels Milano" per il suo impegno sempre maggiore nel
"social network "!
E' giunto il momento delle conclusioni/considerazioni:
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A me piacerebbe che la "parte finale" venga implementata
"insieme" [bottom-up] raccogliendo le vostre considerazioni
per poi racchiuderle in un pensiero integrato e condivisibile.
Di certo, non posso essere che io il primo a iniziare:
Vorrei iniziare ricordando che questa "ricerca" [ quasi-
sicuramente] presenterà alcune "inesattezze" di rito, quindi
vi prego di non esitare a segnalarle, commentarle ed
implementarle, in modo che possa rispecchiare il più possibile
lo stato "dell'arte" del rapporto tra Tripadvisor e il mondo
social network.
La mia prima "considerazione" è che c'è molto da "lavorare", i
dati parlano chiaro, solo una struttura su 25 è "socialMENTE"
sensibile alle nuove dinamiche del Turismo 2.0, inoltre
sostengo [ed azzardo] che gli operatori turistici vedano
Tripadvisor come una "tappa di arrivo" e non come una
"situazione" di partenza su cui implementare "strategie social"
a d hoc!
Il dato che mi ha particolarmente "impressionato" è Venezia :
nella città lagunare, la maggior parte delle strutture ricettive
[4 su 5]sono state premiate da Tripadvisor come "Traveller's
Choice 2010" , sono tutte bellissime strutture, medio grandi, e
nessuna ha una minima presenza "social".
Twitter Concierge
By Antonello Maresca
A differenza degli altri settori aziendali il servizio di un Hotel
deve necessariamente essere fruito off line. L’esperienza, la
percezione del servizio la si apprezza fisicamente. Ciò non
toglie che Internet e i Social Media possano avere un ruolo
importante nel migliorare il servizio e la percezione di esso.
Bill Carroll della Cornell University dice: “Ho la sensazione
che ci troviamo nella stessa situazione di 20 anni fa. L’unica
differenza + che non ci vorranno 20 anni, però, per veder
concretizzare l’impatto di queste nuove dinamiche sociali ed
interattive.”
Uno dei modi più efficaci per utilizzare i Social Media nel
settore alberghiero potrebbe essere quello di estendere i servizi
di portineria attraverso Twitter.
Un concierge on line, attraverso Twitter, potrebbe essere
una soluzione interessante per alleviare il peso della gestione
fisica di una serie di domande ed informazioni poste
in portineria. Inoltre , le risposte prodotte diverrebbero
patrimonio collettivo a favore dei prossimi clienti degli
alberghi.
Questo mese in Inghilterra la catena Premier ha avviato la
sperimentazione del suo servizio di Twitter Concierge .
Il venerdì, i clienti possono inviare una domanda al portiere
tramite Tweet utilizzando l’hashtag # PIconcierge. L’hotel
incoraggia i suoi clienti a porre domande attraverso Twitter
per qualsiasi genere di informazione.
Hyatt ha lanciato il suo Twitter Concierge nel maggio 2009.
“Quando abbiamo lanciato questa operazione”, dice John
Wallis, responsabile Marketing di Hyatt, “abbiamo deciso che
su questo canale avremmo fornito solo informazioni e non
proposte commerciali».
Potrebbe essere un modo intelligente per usare il canale
Twitter da parte anche degli alberghi italiani, che dite?
Fonte: Mashable
Blogger, eventi e promozione
turistica.
By Giovanni Cerminara
Se pensate minimamente di aprire una pagina facebook, per
promuovere un evento, beh! Perdete tempo. La promozione di
un evento attraverso i social network è qualcosa che richiede:
pazienza, intraprendenza e conoscenza degli strumenti social.
Ovviamente un evento a valenza turistica non è una questione
di numeri e quantità, ma di qualità. Per qualità intendo tutto
ciò che fa l’evento:
- l’oggetto dell’evento;
- Il territorio;
- l’ospitalità.
Una promozione di un evento nel web richiede una
buona conoscenza della blogosfera; infatti l’individuazione
di autorevoli blogger che discutono anche diverse tematiche,
purché legate al turismo potrebbe fare al caso vostro. Il ruolo
del blogger è essenziale serve a veicolare il messaggio, la
natura dell’evento, durante i preparativi, durante l’evento, e
nel post evento. Chi organizza l’evento deve impegnarsi nei
preparativi, nell’accoglienza, nel rendere fruibili le diverse
attrazioni del luogo le quali si trasformeranno in tweet, foto,
video e post. Ci sarà una “mole” qualitativa di informazioni
che viene accolta in rete. Anzi! Informazioni per la rete, è
meglio dire così. La comunicazione online è diversa rispetto a
quella normale a cui siamo abituati e tanto attaccati, è qualcosa
che può essere articolata in 140 battute, utile alle persone
che non hanno tempo da dedicare alla rete, ma che produce
risultati per il semplice motivo che l’autorevolezza del blogger
fa sì che i suoi follower leggano, discutano e diffondano il
messaggio. Oppure è un messaggio corredato da foto, che
non aspetta altro che qualcuno venga taggato e condiviso sul
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proprio profilo da qualcuno. O ancora l’evento per qualche
altro blogger, è un video postato su youtube e condiviso su
facebook. Ad ognuno il suo! Esatto ad ogni persona, utente,
individuo, potrebbe corrispondere uno di questi canali, quello
che reputa più consono. Alla fine non è nulla di nuovo, tutti noi
scegliamo un canale rispetto ad un altro in relazione a diverse
dinamiche o approcci. Qualcun altro si sta geotaggando o
sta twittando dalla località dell’evento, consapevole (forse)
che qualche kilometro più in la una famiglia, piuttosto che
un gruppo di amici in vacanza, o semplicemente residenti si
stanno dirigendo verso la location dell’evento proprio perché
hanno visto il tweet. Nel frattempo il paesello ha registrato un
buon numero di presenze, molte delle quali stanno alloggiando
proprio nella tua struttura alberghiera, o pranzando al tuo
ristorante, o bevendo un caffè al tuo bar.
Un altro blogger sta pubblicando dal suo smartphone una foto
di una vecchia cantina tipica ancora usata per lasciare le botti
dopo la vendemmia, o per appendere i capicolli affumicati,
scrivendo “peccato che su Twitter non si possano far sentire
gli odori”. Lo sapete cosa stanno facendo questi blogger, oltre
a promuovere l’evento? Stanno promuovendo il tuo paese, il
territorio, e di riflesso potenzialmente saresti un prestatore di
servizi alberghieri per la sua prossima vacanza.
Google Boost: la pubblicità
nelle mappe di Google
By Enrico Ferretti
Stare dietro a tutte le novità che Google sforna settimana dopo
settimana è diventato veramente faticoso!
L’ultima trovata si chiama Google Boost, una nuova forma di
advertising per le aziende registrate in Google Places.
Vediamo come funziona e quali sono i vantaggi per gli
inserzionisti.
Attualmente effettuando una ricerca su google, il motore di
ricerca restituisce una prima pagina composta da un elenco di
risultati di questo tipo:
• 10 risultati organici
• link sponsorizzati ripartiti fra colonna centrale e colonna
di destra
• esercizi commerciali locali all’interno delle google maps
L’immagine di seguito sicuramente chiarisce ancora meglio le
mie parole:
Prima pagina di Google con elenco dei risultati
Per essere presenti nei 10 risultati organici della serp il proprio
sito web deve essere fortemente ottimizzato lato SEO.
Per comparire nei link sponsorizzati bisogna attivare una
campagna pay per click su Google Adwords.
Per apparire all’interno delle google maps, basta registrare
gratuitamente la propria azienda in Google Places.
Da circa tre giorni le possibilità aumentano, poichè è stato
attivato Google BOOST, una forma pubblicitaria, ideata
proprio per aiutare le imprese locali a collegarsi con i
potenziali clienti della loro zona.
La funzione è per il momento in fase beta e disponibile solo per
le imprese locali ubicate a San Francisco, Houston e Chicago.
Come funziona Google Boost
Facciamo un esempio: se siete proprietari di un ristorante
a San Francisco che si è iscritto a Boost, il vostro
annuncio sponsorizzato potrà apparire quando qualcuno
ricerca ristoranti nella zona di San Francisco. Vedi immagine
di seguito:
Ricerca con annuncio Google Boost
Oltre alle informazioni base, che sono il nome dell’azienda,
l’indirizzo, il numero di telefono e il sito web, l’annuncio
include anche il numero di recensioni ricevute dagli utenti, una
valutazione media in stelle e un link alla relativa Place page per
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aiutare i potenziali clienti a trovare ulteriori informazioni utili
sull’attività locale.
Altro elemento aggiunto da Boost rispetto ai risultati odierni
nelle mappe, è la presenza di una bandierina blu, che distingue
l’azienda inserzionista rispetto alle altre, in modo da catturare
l’attenzione degli utenti.
Il posizionamento nella sezione “Link Sponsorizzati” della
pagina dipenderà, come sempre, da fattori come la rilevanza
dell’annuncio, la qualità, il budget impostato, etc..
Google specifica anche che Boost non influisce in alcun modo
sul ranking del posizionamento gratuito dell’attività.
Creare un annuncio con Google Boost è semplicissimo, è
richiesta solo una breve descrizione della tua attività, un sito
web o una Place page, le categorie di appartenenza dell’azienda
e un budget mensile da destinare ai click.
Fatto ciò, il sistema setta automaticamente la campagna
promozionale, scegliendo le parole chiave più rilevanti per fare
apparire gli annunci su Google e su Google Maps, cercando di
ottenere il massimo con il budget mensile assegnato.
Di seguito riporto l’immagine relativa alla creazione
dell’annuncio:
Creazione di un annuncio con Google Boost
Considerazioni
Sicuramente Boost è un interessante alternativa per
pubblicizzarsi su google, che probabilmente riscuoterà
anche un discreto successo, ma io trovo che questa
“cannibalizzazione” dei risultati gratuiti, a favore dei link
sponsorizzati sia esagerata.
E’ ovvio che Google cerchi continuamente nuove fonti
di guadagno e quindi di aumentare il numero di link
sponsorizzati, ma di questo passo saranno più gli annunci che
i risultati organici.
Anche in ottica SEO le implicazioni sono notevoli, poichè
rispetto al passato, i tanto ambiti 10 risultati nella prima
pagina di google, stanno perdendo appeal verso l’utente.
La statistica effettuata da Chitika che riporto nell’immagine di
seguito per esempio, indica la netta differenza di visibilità fra
i risultati organici in prima pagina, dove la prima posizione
viene cliccata mediamente il 34,35%, mentre la decima riceve
solo il 2,71% dei clicks.
Statistica relativa ai click su Google
Immaginatevi cosa succederà quando ci saranno anche i
risultati di Google Boost a rosicchiare questi numeri.
Il Bue (portali turistici) che
dice cornuto all’asino (Google)
By Danilo Pontone
Questa mattina voglio uscire un pò dagli schemi tecnici che
caratterizzano questo Blog e vorrei aprire una discussione
con gli albergatori. L’argomento che voglio affrontare non
riguarda...
Perchè parto con un titolo così forte?
Facciamo un piccolo passo indietro quando viene annunciata
la seguete notizia: Google ha acquistato, per il valore di 700
milioni di dollari, la Startup ITA Software. Questa non è altro
che un’azienda specializzata nell’informazione sui viaggi per
i passeggeri aerei. Sostanzialmente Google vuole entrare nel
ricco e competitivo mercato dei voli aerei. E si sa…se Google
vuole, allora può anche!
Ma questo “asino” di Google è proprio “cornuto”. Ad
affermarlo lo dice il “Bue”, che possiamo identificare in
un’alleanza di rinomati portali turistici, per l’appunto:
Expedia, TripAdvisor, Kayak.com e Farelogix. Questi non ci
stanno assolutamente in questa iniziativa e acquisto realizzato
dal motore di ricerca e si rivolgono al Department of Justice
(DoJ) statunitense per impedire questo vilipendio.
Come sintetizzo io tutta questa faccenda?
Paura, molta paura da parte dei portali! Ma se io fossi
albergatore comincerei a ridermela di sana pianta. Perchè?
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Anche i portali turistici ora capiranno che cosa voglia dire
impadronirsi di fette di mercato. Mi spiego meglio: cosa
fanno i portali turistici tutti i giorni con le strutture ricettive
oltre a chiedere alte percentuali sul prenotato? La cosa più
brutta è che hanno un bel predominio (assoluto) nelle Serp
di Google, ovvero nel posizionamento. Qualsiasi viaggiatore
che usi il motore per fare una ricerca del tipo “Hotel + località
turistica”, troverà spesso come risultati nella prima pagina
solo ed esclusivamente i portali turistici.
E chi ci rimette in tutto questo? Gli albergatori che da molto
tempo faticano o commissionano web agency ed esperti SEO
per riuscire ad ottenere un buon posizionamento. Ma non ci si
riesce. L’unica via per rimediare a questo è accontentarsi nel
saper sfruttare la Long Tail.
Ma “io albergatore” oggi rido e tifo per Google, che con la
sua forza di mercato riuscirà ad imporsi in questo settore e
soprattutto a rubare una consistente fetta di mercato ai portali
turistici che hanno a che fare con il mondo dei viaggi e dei voli
aerei.
Oltretutto se Google riuscirà ad imporsi a dovere, con il sito
web della mia struttura ricettiva posso riuscire a ritagliarmi
un piccolo spazio nelle ricerche sul motore. Ma soprattutto
devo essere contento dell’operato di Google, perchè in un certo
senso questo sta facendo un pò di valorizzazione del settore
turistico. Sta offrendo servizi ai viaggiatori, in alcuni casi
fa anche valorizzazione del territorio grazie ai contenuti che
riesce ad offrire sul web. Insomma Google alla fine è solo un
efficiente mezzo con cui un viaggiatore esperto nelle ricerche
potrebbe giungere nella mia località turistica e nelle migliori
delle ipotesi soggiornare nella mia struttura ricettiva.
E quindi quando i portali turistici si permettono di alzare
un polverone contro Google, bisogna augurarsi che questo
resti inascoltato proprio come rimane sempre inascoltato il
polverone che spesso gli albergatori alzano nei confronti delle
“orecchie da mercante” dei portali turistici.
Ma questo è solo un mio parere, che ammetto essere
condizionato dal fatto che mi occupo di SEO e quindi i motori
di ricerca sono il mio pane quotidiano.
L’agenzia di viaggi è morta?
By Fabrizio Todisco
Sono 10 mila o forse 15 mila o 18 mila, le cifre variano a
seconda della fonte le agenzie di viaggi in Italia. Nonostante la
diminuzione delle commissioni da parte dei TO, il quasi totale
azzeramento delle commissioni da parte delle compagnie
aeree, i processi di disintermediazione avviati dagli stessi TO
e dalle low cost e sopratutto nonostante INTERNET, sono
ancora tante e forse davvero troppe le agenzie che operano in
ITALIA.
Tante però sono anche le agenzie che chiudono o che
ormai sono destinate alla chiusura. Indagini e statistiche ci
confermano ormai da tempo, che Il web ha assunto un ruolo
fondamentale nella preparazione della vacanza. Ultima in
ordine di tempo l’indagine realizzata da Contact lab e NetCom,
non vi annoio con i numeri ma dateci comunque un occhiata
(Consumer Behaviour Report 2010 viaggi e vacanze!)
C’è chi utilizza internet per aquistare la propria vacanza
completamente on-line, chi preferisce utilizzarlo solo
per reperire informazioni turistiche (info-commerce), chi
preferisce ricercare l’offerta on-line e prenotare comunque in
agenzia, senza dimenticare chi utilizza il web anche nella fase
post-vacanza per condividere la sua esperienza.
Ma internet per le agenzie di viaggio sembra rappresentare
ancora una minaccia e non opportunità!
Le agenzie che hanno un sito web, attraverso il quale sia
possibile concludere effettivamente una transazione, sono
davvero poche, e da quando vedo in giro sono poche
anche quelle che curano con costanza il proprio spazio
web, addirittura pare che gli agenti di viaggio non abbiano
nemmeno il tempo per richiedere la mail ai propri clienti
Insomma sotto il profilo dell’innovazione c’è molto da
lavorare… e la questione non si rivolve certo cavalcando l’onda
della social media mania che sicuramente ha travolto anche
le travel agency: gruppi, profili e pagine che nella maggior
parte dei casi sono dei monologhi pieni di pubblicità… Forse
la mancanza di tempo non ha ancora chiarito come utilizzare
i social network...
C’è chi invece ha capito bene queste dinamiche: Nadia agente
di viaggio trevigiana , vi consiglio di dare un occhiata a cosa
è riuscita a tirar su: Io Amo viaggiare
Nonostante gli agenti sono stati i primi attori a doversi
rapportare alla rete, sembra che siano rimasti letteralmente
spiazzati da questa nuova web revolution è risulta evidente
l’esigenza di una totale riprogettazione delle agenzie e della
loro posizione all’interno della filiera.
In questo senso gioca un ruolo importante la formazione, tra
l’altro scopro con piacere che quest’anno in BTO , il primo
evento in Italia rivolto al mercato turistico on-line, hanno
deidicato un panel ad agenzie e TO, come scopro con interesse
i tanti laboratori web oriented per le agenzie organizzati al
TTI di Rimini … qui il programma completo dei TTG LAB tra
cui ne segnalo alcuni che ritengo particolarmente interessanti:
• E-Commerce per le Agenzie di Viaggio
• Come le agenzie di viaggio possono alimentare il
passaparola nel web 2.o
• Dynamic Package, eventi naturali, vendita on-line di
pacchetti: situazioni esistenti sul mercato, ma non
disciplinate legalmente
• Le strategie di video marketing digitale per la
promozione turistica
8. November 4th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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• E’ora di ridefinire il SEO. Nuove pratiche di visibilità e
posizionamento in rete per operatori turistici
Perchè in effetti secondo me L’agenzia di viaggio non è
assolutamente morta ma deve al più presto riorganizzarsi e
riprogettarsi… e sopratutto puntare sul web!
Puntare sul web è il primo step per una sorta di rinascita delle
agenzie, è imporante quindi investire in questo senso.
Ma quali sono i punti principali per una web strategy efficace?
-Un sito web dinamico dotato di un CMS, creare un sito
web dinamico in modo da poter lavorare costantemente
sugli aggiornamenti costituiti non dalla semplice offerta
commerciale ma anche da consigli, suggerimenti e
informazioni utili per organizzare la vacanza.
-Seo e ottimizzazione per i motori di ricerca Un sito web non
serve a nulla se non riceve visite, è importante quindi lavorare
sull’ottimizzazione di quest’ultimo in modo da garantirsi una
buona visibilità sui motori di ricerca.
- Una strategia social oriented, non basta registrarsi ai
principali social network quindi anche se siete già presenti sui
principali canali sociali è importante iniziare a conversare e
interagire con i vostri followers senza annoiarli con la solita
PUBBLICITA’!
- Newsletter , le mail dei vostri clienti sono un patrimonio da
gestire accuratamente
-Una Promozione specifica on-line mirata all’apertura di
nuovi mercati e nuovi canali per commercializzare non
solo la proprie offerte ma anche l’offerta turistica locale,
la vostra strategia on-line deve essere senza alcun dubbio
mirata all’apertura di nuovi mercati… sfruttare il web per
promuovere l’offerta turistica locale è la migliore possibilità
per entrare in nuovi mercati.
-Una Promozione di offerte e paccheti in un ottica multicanale,
sia on-line che off line sono tantissimi i canali su cui potete
veicolare la vostra offerta commerciale… è importante non
tralasciare nulla.
-E-Commerce … ma solo se fatto bene! L’e-commerce merita
sicuramente un discorso più complesso ed un investimento
importante… la mia opinione è E-commerce si ma solo se
fatto bene, altrimenti sopratutto per le piccole agenzie è
sicuramente meglio promuoversi on-line per vendere off-line!
Questi sono secondo me i punti principali da cui ripartire,
il web può costituire la più importante risorsa per la vostra
agenzia, e bsgona rendersene conto al più presto, poi è ovvio
che ci sono dei fattori esterni che non dipendono direttamente
da voi , come ad esempio i rapporti TO-ADV , ma questo è un
argomento che richiederebbe un discorso a sè e che preferisco
non affrontare.
Il marketing dei pecoroni ha
massificato i siti web
By Arturo Salerno
Tutti a seguire le indicazioni, tutti a fare in maniera automatica
le stesse azioni, tutti ad applicare le stesse metodologie,
tutti a controllare i livelli di posizionamento. Nessuna
differenziazione, la massificazione dei contenuti e delle pagine
regna sovrana sulla percezione positiva o negativa della qualità
di un contenuto piuttosto che della quantità di un contenitore.
Siamo arrivati a riempire le nostre pagine con parole chiave
ovunque nel testo, link spalmati nella parti più impensate,
testo di ancoraggio spersonalizzati. Il grassetto da una parte,
il corsivo da un altra, il titolo sottolineato. L’obiettivo era
ed è posizionare, era ed è far arrivare gente, avere visibilità
e gratificarsi di quanto raggiunto. Sentirsi orgogliosamente
vittorioso in una logica concentrata sul concetto di chi prima
arriva meglio alloggia.
Così è stato. Così continua ancora ad essere. Abbiamo riempito
i nostri siti web di pagine che trattano dei più disparati
argomenti, tutti concentrati sul raggiungimento della lunga
coda, sul posizionamento di pagine per ricerche specifiche.
Visitatori totali come metro di gratificazione, visitatori unici
come metro di classificazione. Massificati non solo gli
argomenti ma gli strumenti per valutare. E la creatività? In
tutto questo la creatività dove è andata a finire? La creatività
di creare, di stupire, di meravigliare, di utilizzare nuove forme
di comunicazione, di approfondire, di ricercare. Messa da
parte perché considerata non appartenente a noi, considerata
dispersiva e non efficace nel medio tempo.
Abbiamo raggiunto i nostri obiettivi di posizionamento
facendo sacrifici, spendendo tempo e cercando di mantenere
quel minimo di possibile raggiungimento dei nostri contenuti
utili a far vivere, nella nostra percezione, la convinzione che il
fine giustifica il mezzo.
E poi? Poi abbiamo cercato di mantenere alta la posizione
della nostra pagina cercando di evitare che la concorrenza
riuscisse a non scalfire le nostre quote di mercato raggiunte.
La mano tesa di G a questo tipo di approccio ha facilitato
il raggiungimento di un livello dei risultati di bassa qualità
oppure siamo stati noi tutti a diminuire il livello di qualità
perché dovevamo per forza, visto che facciamo marketing,
utilizzare la leva del posizionamento come strategia di
promozione.
9. November 4th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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Per quanto possa essere pertinente G è una macchina
e continuerà a esserlo. Non diamogli altro significato.
Continuerà a classificare in base a ciò che troverà sparso nella
rete. E noi dovremmo seguire come pecoroni le strategie di
marketing perché è così che il mondo va. Meglio accodarci che
differenziarci, meglio fare quello che fanno tutti perché è più
facilmente riconoscibile e identificabile.
Non possiamo concentrare la promozione sulla rete solo
basandoci sulla classificazione di G. Non è questo che bisogna
perseguire. Sarebbe troppo riduttivo e poco gratificante.
Ditemi, quanti di voi hanno scritto una pagina web pensando
solo a come fare per posizionarla su G? E nel frattempo ci
siamo dimenticati di mettere il numero telefonico nella pagina.
Facciamo ogni azione dicendo “oh questo è un link utile alla
G” oppure “oh, questo è nonfollow”. Come se la G ci dicesse
istantaneamente bravo, fai così, continua. Massifichiamo il
nostro tempo così come massifichiamo le nostre pagine perché
il marketing dei pecoroni è ciò che vogliamo o meglio è ciò che
vogliono farci bastare.
E fu così che arrivò S un nuovo modo di classificare, di
organizzare, di raggiungere e di premiare. Forse stiamo
assistendo a quel cambiamento che tanti aspettavano e che
tanti avrebbero voluto assistere. Io, nel bene o nel male, decido
chi è meritevole e lo giustifico con la percezione di come vedo
io la qualità.
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