2. Di che parleremo?
Apprendimento collaborativo
o Interazione di gruppo
o Comunità di pratiche
o Apprendimenti multimediali
o Comunicazione mediata dal computer
o Strumenti della cooperazione
o Reti sociali di apprendimento
o Reti creative
4. Interazione ed apprendimento
Ogni interazione,
che ha come
risultato un
apprendimento, è
un punto dello uno
spazio individuato
da questi tre assi.
Vittorio Midoro, Istituto Tecnologie Didattiche da T.D. N. 4 Autunno 1994
5. Interazione ed apprendimento
nello spazio
dell'interazione è quasi
impossibile avere
interazioni che giacciano
sugli assi, e ciò perché le
tre componenti
(individuale, sociale e
fisica) sono, in diversa
misura sempre presenti.
Vittorio Midoro, Istituto Tecnologie Didattiche da T.D. N. 4 Autunno 1994
6. apprendimento
si possono distinguere diversi casi:
1) imparare per mezzo di altri;
2) imparare dagli altri;
3) imparare con gli altri.
Vittorio Midoro, Istituto Tecnologie Didattiche da T.D. N. 4 Autunno 1994
7. 1. imparare per mezzo di altri
In questo tipo di interazione il controllo del processo
didattico è nelle mani dell'agente didattico ed esistono
due flussi di informazione:
A. dall'agente didattico a chi apprende,
B. da chi apprende all'agente didattico.
Daria Grimaldi
8. 1. imparare per mezzo di altri
In questo caso si parla
di sistemi didattici
ad anello chiuso e i
processi risultanti sono
processi "controllati".
esistenza del feedback da parte di chi apprende
e il modellarsi della comunicazione didattica sulla
base del feedback.
Daria Grimaldi
9. 2. imparare dagli altri
Manca il feedback esplicito sull'apprendimento
raggiunto e la comunicazione spesso non è
intenzionalmente rivolta a indurre un
apprendimento.
(es. un documento, un programma una CoP)
Tutti i tipi di comunicazione monodirezionale
Daria Grimaldi
10. 2. imparare dagli altri
Questo tipo di processi didattici viene denominato ad
anello aperto.
Particolare attenzione in questi ultimi tempi è stata
posta all'apprendimento che emerge dall'operare in
una comunità di pratica e che va sotto il nome di
situated learning.
Daria Grimaldi
11. 3. imparare con gli altri
distinguere due casi:
A. il caso in cui è importante l'apprendimento collettivo del
gruppo (come avviene in una squadra di calcio o di
basket che impara uno schema etc).
La sincronizzazione è il maggior fuoco
dell'apprendimento.
12. 3. imparare con gli altri
A. il compito di ciascuno è differente e molta parte delle
abilità richieste per la sua esecuzione vengono apprese
individualmente.
Durante la performance,
ognuno esegue il proprio
compito, ma deve
sincronizzarsi
strettamente con gli altri.
13. 3. imparare con gli altri
B. Il caso in cui un gruppo è impegnato nella realizzazione di un
compito, come ad esempio nella realizzazione di un prodotto
o di un servizio, o nell'impostazione e soluzione di un
problema.
Qui l'apprendimento
individuale è il risultato
dell'attività svolta dal singolo
all'interno del gruppo.
14. 3. imparare con gli altri
La struttura del compito determina l'organizzazione
del lavoro.
In generale, un compito può essere scomposto in una
serie di sottocompiti, a ciascuno dei quali può essere
assegnato un gruppo di lavoro.
15. 3. imparare con gli altri
Qui un individuo agisce
all'interno di due contesti:
1. quello del gruppo di
lavoro responsabile del
sottocompito
2. quello del gruppo di
lavoro responsabile
dell'esecuzione
dell'intero compito.
soluzione cooperativa di un
problema: diversi gruppi
formulano soluzioni (stesso
compito) e poi le confrontano,
apprendendo dalla discussione e dal
confronto.
16. Collaborare (co-labore) vuol dire lavorare insieme, il
che implica una condivisione di compiti, e una
esplicita intenzione di "aggiungere valore" - per
creare qualcosa di nuovo o differente attraverso un
processo collaborativo deliberato e strutturato, in
contrasto con un semplice scambio di informazioni
o esecuzione di istruzioni.
Cooperative learning
Anthony Kaye
17. L'apprendimento collaborativo si ha in presenza di:
una reale interdipendenza tra i membri del gruppo
nella realizzazione di un compito;
un impegno nel mutuo aiuto;
un senso di responsabilità verso il gruppo e i suoi
obiettivi.
Anthony Kaye
Cooperative learning
Daria Grimaldi
18. Cooperative learning
Questa modalità di apprendimento si basa su
attività di comunicazione
sincrona (in presenza, in aula)
asincrona (a distanza, in rete)
Daria Grimaldi
20. I livelli dell’interazione
Comunicare
Non si hanno problemi comuni, ci si scambiano
occasionalmente domande e risposte: “Ho questo problema,
chi mi può aiutare…. ?”
Condividere
Si hanno interessi comuni e si può attingere a comuni risorse.
Ciascuno poi procede, perseguendo i propri obiettivi.
Daria Grimaldi
21. Collaborazione
Collaborare
Tutti condividono un problema comune, ciascuno lo affronta
separatamente avvalendosi dell'aiuto reciproco.
Cooperare
Tutti lavorano per produrre un unico oggetto (il migliore
possibile tra tutti, per esempio un progetto da presentare). Tra
tutte le proposte si sceglie la migliore, escludendo le altre.
Daria Grimaldi
22. Lavoro collaborativo
Lavorare in gruppo significa:
1. mettere insieme competenze diverse
2. costruire-su (Build-on) le idee altrui
3. condividere la responsabilità dell’apprendimento sia per
il proprio che per l’apprendimento altrui
4. Perseguire uno scopo comune
Ligorio, Cucchiara 2009
Daria Grimaldi
23. Lavoro collaborativo
Il lavoro collaborativo è cognitivamente significativo perché
permette di:
imparare a porre domande e a dare risposte,
partecipare a gruppi di lavoro,
sviluppare un adeguato senso di identità attraverso il
confronto con gli altri
intrattenere relazioni interpersonali positive
Ligorio, cucchiara 2009
Daria Grimaldi
24. La collaborazione è una relazione dotata di uno scopo, alla
cui base c'è il bisogno di creare e scoprire qualcosa, all'interno di
un contesto di vincoli (expertise, tempo, risorse economiche).
Il fulcro è l'integrazione di una buona tecnologia della
collaborazione con una buona modalità dell'organizzazione.
Appare evidente che la collaborazione quasi mai è un
dato di partenza. La collaborazione va costruita.
Collaborazione
Daria Grimaldi
25. Come cambia l’apprendimento?
Daria Grimaldi
IERI
OGGI
Dall’accumulazione di
informazioni
…
…alla valorizzazione
delle proprie
connessioni
26. Ruolo delle tecnologie
Il potenziale delle tecnologie è quello di sostenere
comunità ampie e composite che, oltre ad usare le
risorse disponibili, riescono anche a creare nuovi
strumenti per contribuire allo sviluppo della cultura e
del contesto (Calvani, 2005).
Ligorio, Cucchiara 2009
Daria Grimaldi
27. Le tecnologie multimediali consentono di sostituire allo
schema classico dell’apprendimento «faccia-a-faccia»
tra allievo e insegnante una rete comunicativa in
cui confluiscono linguaggi e segni di natura diversa.
Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004
Daria Grimaldi
Apprendimento collaborativo
29. Il docente non è più trasmettitore di
contenuti ma si inserisce nella triade
insegnante-tecnologia-allievo
come «mediatore dei media»
Diventa necessaria un’ accurata
programmazione e scelta del
docente riguardo al media più adatto ai
contenuti e alle esigenze conoscitive
degli allievi.
Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004
Daria Grimaldi
Apprendimento collaborativo
30. il successo della multimedialità come
strumento formativo non dipende tanto
dai progressi di una tecnologia, quanto
piuttosto dalla possibilità di indagare i
principi e i processi coinvolti in
questo specifico apprendimento in modo
da renderlo massimamente efficace.
Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004
Daria Grimaldi
Apprendimento collaborativo
31. Apprendere assume
una connotazione
squisitamente sociale
La conoscenza
attualmente è distribuita
attraverso un network che
include persone ed
artefatti.
Come cambia l’apprendimento?
Daria Grimaldi