Partecipatory design of public agencies websites in Italy: notes from the field, ideas, concepts, useful tools.
Presented at ComPA 2009 (www.compa.it) on 5th November.
Panoramica di concetti e strumenti utilizzati correntemente nell'approccio 'partecipato' (e, più in generale, UCD) alla progettazione di siti e portali web della P.A., descrivendo benefici e modlaità di ciascuno.
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Buone pratiche di progettazione per i siti web della PA
1. Buone pratiche
di progettazione
per i siti web della PA
Tutto quello che avreste voluto sapere sugli utenti ma non avete mai osato chiedere
5 novembre 2009
2. Sommario
P.A., eGovernment e web 2.0
Design 2.0 ovvero del design partecipativo
La cassetta degli attrezzi per il design 2.0
3. La crisi dell’istituzione pubblica
Crisi della dimensione democratica-partecipativa
inadeguatezza della democrazia rappresentativa nel
rappresentare/conciliare ideali ed interessi dei
cittadini
Crisi della dimensione amministrativa
inadeguatezza dei processi della PA di fronte
all’incremento esponenziale della complessità e
velocità dei processi sociali, economici e culturali
5. Un tentativo di risposta
e-Democracy
siti e applicazioni web per stimolare la
partecipazione a complemento della tradizionali
forme di democrazia rappresentativa
e-Government
siti e applicazioni web a supporto dei servizi erogati
dalle amministrazioni pubbliche
6. e-Government
I problemi dell’e-Government in Italia
predomina ancora la dimensione
autorappresentativa
poco ascolto durante la progettazione della
soluzione
poco ascolto durante la vita della soluzione: non
viene misurata e presa in considerazione la
soddisfazione dei cittadini
(da: www.webeconoscenza.net)
8. Web 2.0
tecnologie (ubiquitous
computing, broadband,
ajax, web services, RSS, ...)
Web
applicazioni e servizi
(mashups)
“social web” (blogs e wikis,
folksonomies, rating
systems...)
9. P.A. e web 2.0
Amministrazione 2.0: una definizione
è consapevole che nessuno meglio dei cittadini può
valutare servizi e progetti, segnalare eventuali
criticità, manifestare esigenze e fare proposte
sceglie di improntare tutti i suoi processi, anche
quelli interni, sui principi della condivisione e della
collaborazione e di sfruttare l’intelligenza collettiva
sfrutta le opportunità tecnologiche del web 2.0
(da http://manifestopa.pbworks.com/)
10. P.A. e web 2.0
Il modello web 2.0 è applicabile nella P.A.?
nelle Intranet: coinvolgimento dei dipendenti nella
creazione e condivisione della conoscenza
(modello dell’Enterprise 2.0)
nei siti pubblici: portali informativi, portali di
accesso a servizi online, ecc
11. P.A. e web 2.0
Le potenzialità del web 2.0
Esistono contesti in cui la Pubblica Amministrazione può
usare proficuamente i contenuti generati dagli utenti:
un servizio di monitoraggio della situazione del traffico
un servizio di raccolta e segnalazione attività per
bambini/giovani (“Estate giovani e famiglia”
dell’Assessorato alle Politiche Sociali della Provinvia
Autonoma di Trento)
12. P.A. e web 2.0
I rischi del web 2.0 a “run-time”
“effetto microfoni aperti”
“effetto ciao.it” ed “effetto FaceBook”
13. P.A. e design partecipativo
Design 2.0: il web 2.0 a “design-time”
coinvolgere gli utenti nella progettazione: il design
partecipativo implica la partecipazione delle persone
nella progettazione degli artefatti.
la conoscenza e i desideri delle persone si traducono
sul piano progettuale.
La conoscenza è condivisa e il progetto va costruito nel
confronto fra i vari attori in gioco, non ultimi gli utenti
finali.
14. P.A. e design partecipativo
Obiettivi del Design 2.0
migliorare il risultato della progettazione
superare le resistenze al cambiamento
elevare il tasso di democraticità del processo
decisionale
15. Design partecipativo e UCD
Il design partecipativo è parte integrante di un approccio alla
progettazione definito User Centered Design.
User-centred design emphasizes that the purpose of the
system is to serve the user, not to use a specific
technology, not to be an elegant piece of programming.
The needs of the users should dominate the design of
the interface, and the needs of the interface should
dominate the design of the rest of the system.
(Norman)
16. I 12 principi dell’UCD (1)
Attitudine allo UCD
Attenzione all’utente
Coinvolgimento attivo dell’utente
Sviluppo evolutivo del sistema
Semplicità nella produzione di report e deliverables
Prototipare da subito e continuamente
17. I 12 principi dell’UCD (2)
Valutazione d’uso nel contesto
Attività esplicita e consapevole di progettazione
Attitudine professionale
Usabilità
Approccio olistico
Approccio flessibile al processo
18. Perché fare UCD? I benefici
Riduzione dei costi di sviluppo
Aumento dei profitti
Benefici organizzativi e di produttività all’interno di una
organizzazione
19. Perché fare UCD? I benefici
Riduzione dei costi di sviluppo
si sviluppano soltanto le funzionalità rilevanti per
l’utente;
è più facile diagnosticare e correggere precocemente i
problemi di usabilità;
si riduce la probabilità (e dunque i costi) di redesign
dovuti a problemi di usabilità o funzionalità non valutati
durante la progettazione e sviluppo;
diminuiscono i costi di documentazione: i prodotti facili
da usare e con le sole funzioni utili richiedono meno
documentazione;
20. Perché fare UCD? I benefici
Aumento dei profitti
l’utente riesce a trovare quello che sta cercando; *
l’utente trova facilmente informazioni complementari o
di servizio; *
aumento della soddisfazione d’uso e conseguente
fidelizzazione e passaparola positivo; *
aumento nella fiducia nel sito web e, per estensione, di
chi il sito rappresenta; *
diminuzione dell’utilizzo dell’help desk - utilizzo del
sito al posto del call center; *
aumento delle vendite su altri canali (offline)
21. Perché fare UCD? I benefici
Vantaggi organizzativi e produttivi
apprendimento più veloce e meno superficiale del
sistema informativo;
riduzione dei tempi di processamento e conseguente
aumento della produttività;
riduzione degli errori, con benefici in termini di costi e
di qualità del servizio;
aumento della soddisfazione e della motivazione di
dipendenti e collaboratori;
ridotta necessità di assistenza e dei relativi costi
economici e temporali.
22. Perché fare UCD? I benefici
(da: http://www.designcouncil.org.uk/About-Design/Research/Design-Index/)
23. Perché fare UCD? I benefici
Design e performance di mercato
analisi delle performance di borsa di numerose
compagnie quotate al FTSE di Londra su 63 aziende
riconosciute per il loro impegno nell’ambito della
progettazione centrata sull’utente.
l’incremento medio 1995-2004 del valore azionario delle
63 aziende era del 200% rispetto alla media della
borsa londinese.
24. Perché fare UCD? I benefici
Dal Return on Investment al Return on Citizen
qualità percepita del servizio
user experience
soddisfazione del cliente
25. Come fare design partecipativo
design partecipativo per l’interaction design
(applicazioni web e servizi online)
design partecipativo per l’information architecture
(siti/portali a prevalente dimensione informativa)
26. Come fare design partecipativo
(da: http://www.jjg.net/elements/)
27. Design partecipativo
per l’Interaction Design
Interaction Design: una definizione
La progettazione dell’interazione fra uno o più individui
è un artefatto cognitivo, generalmente elettronico
definisce il ‘comportamento’ dell’artefatto
28. Design partecipativo
per l’Interaction Design
La “cassetta degli attrezzi” per l’Interaction Design
metodi etnografici
strumenti UCD ‘comprensibili’ agli utenti
prototipazione cooperativa
cultural probes
usability test
29. Design partecipativo
per l’Interaction Design
Metodi etnografici
perché: cogliere quegli aspetti di interazione e d'uso di
un artefatto nel contesto, che altrimenti rimarrebbero
silenti
come: interviste, osservazione dei partecipanti,
registrazioni audio-video
30. Design partecipativo
per l’Interaction Design
Strumenti UCD classici
perché: sviluppare una visione condivisa con gli utenti
come: strumenti di UCD classici (scenari d’uso,
prototipi, personas) possono essere condivisi e discussi
con gli utenti, a patto che usino una codifica e una
terminologia comprensibile ai non addetti ai lavori
31. Design partecipativo
per l’Interaction Design
Prototipazione cooperativa
perché: gli utenti ed i designer esplorano
collettivamente in reciproco apprendimento le
funzionalità e le forme di un artefatto e la sua relazione
con i compiti e gli scopi degli utenti
come: l’interazione avviene direttamente su mockup/
prototipi ‘fisici’ dell’artefatto
32. Design partecipativo
per l’Interaction Design
Cultural probes
perché: usare i probes durante le fasi iniziali di un
progetto può aiutare il designer a generare soluzioni
capaci di rispondere ai bisogni degli utenti
come: gli utenti tengono un diario d'uso, allegano
fotografie, filmati, audioregistrazioni, in cui raccontano
quegli aspetti della loro quotidianità potenzialmente
legati all'artefatto che si progetta, indicandone l'utilità,
le frustrazioni, i fallimenti, le possibili soluzioni - sia
plausibili che "magiche"
33. Design partecipativo
per l’Interaction Design
Usability test
perché: nonostante nella progettazione si seguano
‘buone pratiche’ (euristiche), è possibile incappare in
errori di usabilità, che emergeranno soltanto osservando
l’utente in azione
come: chiedere ad alcuni utenti di utilizzare l’artefatto
progettato. Osservare il comportamento chiedendo loro
di svolgere alcuni compiti ed una valutazione finale
34. Design partecipativo
per l’Information Architecture
Information Architecture: una definizione
è il processo di costruzione delle modalità di accesso
all’informazione finalizzato a permettere agli utenti di
navigare velocemente e produttivamente all’interno del
sito basandosi solamente sul loro intuito
in tale processo vanno tenute in considerazione 3
dimensioni
35. Design partecipativo
per l’Information Architecture
(adattato da: http://semanticstudios.com/publications/semantics/000029.php)
36. Design partecipativo
per l’Information Architecture
Contesto
quali obiettivi strategici del committente?
cultura, risorse, vincoli
Utenti
chi sono gli utenti del sito?
quali sono le loro aspettative e modelli mentali?
Contenuti
quali contenuti? Documenti, file, applicazioni,
metadati
come sono organizzati?
37. Design partecipativo
per l’Information Architecture
L’IA partecipativa risponde a:
cosa si aspettano di trovare gli utenti nel sito che
stiamo costruendo?
come si aspettano che l’informazione sia strutturata,
organizzata, classificata e presentata?
qual è il loro lessico? Che vocabolario dobbiamo usare
per essere comprensibili? Quali etichette?
38. Gli utenti
contesto
contenuto utenti
(adattato da: http://semanticstudios.com/publications/semantics/000029.php)
39. Design partecipativo
per l’Information Architecture
I fini dell’IA partecipativa:
identificazione dell’estensione e dei confini del
dominio, secondo le aspettative degli utenti
identificazione del lessico degli utenti
valutazione dell’importanza attribuita dagli utenti agli
argomenti del sito
elicitazione dei modelli mentali degli utenti in merito
alla struttura categoriale delle informazioni.
40. Design partecipativo
per l’Information Architecture
La “cassetta degli attrezzi” per l’information
architecture
focus group
free listing
valutazione di importanza
card sorting
findability test
41. Design partecipativo
per l’Information Architecture
Free listing
perché: coinvolgere gli utenti nella definizione dei
contenuti, in particolare:
• elencare i contenuti e i confini del dominio semantico
• elicitare il lessico implicito degli utenti
come: chiedere ai partecipanti di produrre una lista di
voci partendo da un dominio o una categoria specifica
43. Design partecipativo
per l’Information Architecture
Esempi di free listing
“Elenca fino a dieci emozioni che conosci”
“In quale località turistica ti piacerebbe andare in
vacanza?”
“Cosa ti aspetti di trovare nel portale dei servizi
socio-assistenziali della Provincia di Trento? ”
44. Design partecipativo
per l’Information Architecture
Cosa fare con i risultati del free listing
analizzare: se si usa, per la somministrazione una
interfaccia web, si ottiene una lista molto lunga di
voci, da ripulire
integrare: con esiti analisi dei contenuti del vecchio
sito (se esistente), dall’analisi competitiva e
dall’elenco di risorse previste dagli stakeholders.
ordinare: possibile un ordinamento per frequenza,
ma non basta!
45. Design partecipativo
per l’Information Architecture
Valutazione di importanza
perché: identificare gli argomenti più importanti per gli
utenti, decidere a quali risorse dare maggiore risalto nel
sito, far emergere eventuali differenze fra gruppi di
utenti di cui tener conto nella progettazione della
navigazione, predisporree il card sorting
come: su questionario che elenca le risorse identificate
viene chiesto ai partecipanti di esprimere, attraverso
una scala Likert, quanto ritengano importante ognuna
delle voci elencate
47. Design partecipativo
per l’Information Architecture
Risultati:
1) Assistenza domiciliare integrata per anziani, disabili,
minori(120) 5,15
2) Assistenza anziani (modalità, agevolazioni, ecc)(121) 4,98
3) Assistenza sanitaria per anziani e disabili(119) 4,91
4) Guide pratiche all'accesso al servizio: "come fare per“ (117) 4,81
5) Servizi ai disabili(116) 4,79
6) Servizi agli anziani(116) 4,78
7) Nomi, recapiti ed orari di assistenti sociali e funzionari (117) 4,72
8) Centri socio-occupazionali per disabili(119) 4,71
10) Assistenza domiciliare: sostegno alla persona(121) 4,66
9) Servizi ai minori(116) 4,66
11) Accoglienza famigliare di minori(119) 4,63
12) Servizi ai giovani(115) 4,61
13) Affido famigliare di minori(119) 4,6
14) Disoccupazione e inserimento lavorativo(118) 4,58
15) Centri diurni per adulti e anziani(121) 4,57
48. Design partecipativo
per l’Information Architecture
Card sorting
perché: rappresentare i modelli mentali impliciti degli
utenti, rendendo esplicite le loro aspettative di
categorizzazione dei contenuti. Conoscere i modelli
mentali e le categorizzazioni implicite permette di
organizzare le informazioni in modo che siano più facili
da trovare
come: cartaceo o online su un elenco non superiore a
60-70 elementi con partecipanti che conoscano e
comprendano i contenuti.
52. Design partecipativo
per l’Information Architecture
Famiglia e genitorialità
Minori e giovani
Criterio di
Anziani classificazione:
“tipologia di utenza”
Disabilità
Emarginazione, povertà, dipendenze
Servizi residenziali e semiresidenziali
Criterio di
Ascolto e sostegno classificazione:
Contributi “tipologia di servizio”
Modulistica, indicazioni per l'accesso Criterio di
ai servizi, normativa classificazione:
“tipologia di contenuto”
54. Design partecipativo
per l’Information Architecture
Findability test
perché: nonostante nella progettazione si seguano
‘buone pratiche’ (euristiche), è possibile incappare in
errori di usabilità, che emergeranno soltanto osservando
l’utente in azione
come: chiedere ad alcuni utenti di utilizzare l’artefatto
progettato. Osservare il comportamento chiedendo loro
di trovare alcune informazioni
55. Design partecipativo
per l’Information Architecture
saggio “La classificazione fatta dai cittadini. Il
caso Trentinosociale.it”
“Linee guida di progettazione e sviluppo per i
siti delle pubbliche amministrazioni ”