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Responsabilità  degli errori: L’operato di un medico non è insindacabile, ma il professionista è chiamato a rispondere delle proprie azioni qualora queste non siano conformi alle regole dell’arte ed abbiano comportato conseguenze per il paziente. La disciplina è regolamentata da  norme penali, civili, amministrative e disciplinari. Di fatto, se per la dottrina il medico è responsabile di ogni errore,  per la giurisprudenza deve rispondere solo delle colpe gravi,  quando,  cioè sia palese e macroscopica la non aderenza a canoni scientifici consolidati ed aggiornati. La teoria della  scusabilità degli errori  è applicata in campo medico con discrezione, vista la natura in continuo divenire delle pratiche, diretta conseguenza del progresso scientifico. La  responsabilità professionale  deve essere  valutata in modo oggettivo , sulla base della dimostrazione della sussistenza di un errore grave, sotto il profilo della negligenza, imperizia o imprudenza. Pertanto, il medico deve sempre considerare tutte le possibili conseguenze del suo operato, tendendo a ridurre al minimo I rischi che potrebbero derivare al paziente, mediante l’adozione di adeguate cautele.
Ogni prartica medica è caraterrizata da un  rischio professionale , la cui intensità aumenta in proporzione alle difficoltà tecniche da affrontare in fase di diagnosi o terapia. Parallelamente all’aumento dei rischi professionali diminuiscono o, meglio, si attenuano le responsabilità riconosciute per legge (soprattutto se si debbano risolvere problemi tecnici di particolare difficoltà). il paziente è costretto a sottoporsi alla terapia/pratica per liberarsi dal suo male e si entra nel campo dei rischi professionali. Non è scusabile la responsabilità del medico nei casi in cui tali difficoltà diagnostiche o terapeutiche non vi siano, per cui non è possibile appellarsi ad esse per giusti ficare un errore commesso dal sanitario. ,[object Object],[object Object],É necessario disporre di un quadro normativo capace di stabilire a priori i criteri (regole e comportamenti) da assumere quali parametro di giudizio nella ricerca di eventuali errori professionali.
Per esprimere un giudizio di responsabilità professionale è necessario verificare la sussistenza di un rapporto di causalità tra azione od omissione del sanitario e danno verificatosi al paziente. Teoria dell’errore professionale Accertare l’errore professionale e discernere tra errori scusabili e colpe punibili è materia di giudizi difficili e controversi. Il quadro è ulteriormente complicato dall’atteggiamento che le persone hanno di fronte alle possibilità della medicina – che si ritiene sempre e comunque in grado di risolvere al meglio ogni problema – e alle capacità del medico, operatore sanitario o stessa struttura ospedaliera – verso i quali l’atteggiamento è di scarsa fiducia sia rispetto alle conoscenze sia alle competenze -.  Tale atteggiamento pregiudiziale può indurre il paziente ad iniziare azioni di rivalsa, compre quelle giudiziarie, nei confronti del medico. Nel delineare il quadro dei possibili errori professionali va sottolineato che  errori diagnostico-terapeutici veniali e privi di conseguenze per il paziente non possono in alcun modo determinare una precisa responsabilità medico-legale.
Errore tecnico In generale consiste in una  falsa rappresentazione della realtà , nell’attribuire alle cose un’identità che non gli è propria o delle qualità che non le appartengono,  errore sul fatto. Es. dare fede a dati sensoriali soggettivi, che può indurre il soggetto ad allontanarsi tanto più dal vero quanto più la rappresentazione sensoriale soggettiva non corrisponde alla realtà. In conseguenza di ciò si formeranno nel sanitario opinioni inesatte o questi formulerà interpretazioni fallaci, capaci di influenzare la condotta del soggetto e determinare cattivi risultati. ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],I medici possono incorrere in errori tecnici in fase di diagnosi, prognosi o terapia, quando apprezzino in modo falso i dati oggettivi per i quali esiste una spiegazione scientifica ufficiale o regole precise dettate da avanzate conoscenze scientifiche e comprovata esperienza. Non rientra nell’errore tecnico il decidere di seguire una teoria o una pratica terapeutica rispetto ad un altra, purchè entrambe siano accreditate in ambito scientifico.
L’errore tecnico può dipendere da un difetto anche momentaneo. es. si evoca un ricordo rispetto ad un altro. Accertare un errore tecnico equivale a stabilire un nesso di causalità tra evento dannoso e condotta del medico ed accertare la colpa per imperizia, imprudenza o negligenza. negligenza : per disattenzione, dimenticanza, svogliatezza, disaccortezza, superficialità il sanitario trascura le comuni regole di diligenza richieste nell’esercizio della professione.  imprudenza : si configura allorquando il sanitario operi con avventatezza, eccessiva precipitazione o ingiustificata fretta. Azioni, queste, che non consentono un’accurata valutazione delle conseguenze e dei rischi derivanti dalla pratiche medico-chirurgiche messe in atto. imperizia : è legata a conoscenze tecniche e deriva dalla mancanza di nozioni scientifiche e pratiche o da insufficiente esperienza professionale. Incappa in tale responsabilità colposa il sanitario che non sa o non sa fare quello che un altro professionista di pari livello avrebbe correttamente eseguito nella situazione in esame. Nel valutare tale responsabilità vanno, però, tenute in debita considerazione le difficoltà tecniche incontrate nella soluzione del caso.
Errore di diagnosi ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],In tutte le fasi del processo è possibile commettere errori in: fase empirica : con anamnesi imprecisa e difettosa, racconti inesatti o parziali dei sintomi riportati dal paziente, difetto di esecuzione o di interpretazione degli esami strumentali o di laboratorio; fase razionale:  nel complesso dei ragionamenti che portano all’interpretazione critica dei dati raccolti, con la conseguente mancata o errata diagnosi.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Se da un lato il progresso tecnico-scientifico in continuo divenire offre possibilità di indagine sempre più accurate e precise, dall’altro proprio l’ampliarsi delle conoscenze su nuove patologie, sui sintomi associati (a volte si registra, addirittura, un evoluzione del quadro sintomatologico tradizionalmente associato alle malattie) e la stessa complessità delle tecniche diagnostiche e strumentali possono indurre in errate valutazioni. Pertanto, al medico sono richieste  valutazioni sempre più specialistiche  e  diviene cruciale il ruolo dell’aggiornamento professionale   obbligatorio . Non vanno, poi, sottovalutati i rischi connessi con le tecniche di indagine, capaci di orientare il sanitario verso esami meno specialistici, quando il rapporto rischi/benefici sia ritenuto troppo elevato.
Una considerazione a parte va fatta sulle  biopsie , distinguendo tra quelle ordinarie (condotte nelle analisi istopatologiche) da quelle intraoperatorie o in estemporanea (per le quali il prelievo del campione e la colorazione vengono effettuati entro pochi minuti). L’errore più comunemente riscontrato è lo scambio di un tumore maligno per uno benigno, possibile solo quando la malignità sia in fase precocissima o quando le conoscenze sul tipo di neoplasia non siano ancora sufficienti a stabilire con certezza i criteri istopatologici della malignità. Non sono ammessi errori di diagnosi dovuti a frettolosa visione del preparato istopatologico, scarsa esperienza bioptica od interpretazione errata dovuta ad una diagnosi azzardata o poco accorta.
Errore di terapia ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Nella terapia chirurgica, gli errori da terapia riguardano non solo le varie fasi ed aspetti dell’intervento (errata valutazione del rapporto richi/benefici, del momento in cui eseguire l’intervento, errore nell’anestesia, errori nell’atto operatorio), ma interessano anche il post-operatorio, con errori o negligenze dannose per il paziente. Una  malattia jatrogena  è l’insieme delle manifestazioni indotte da un farmaco (esempio febbre, nausea, cefalea, anemia, dolori articolari, orticaria, asma bronchiale ecc), non già evidenziate in fase di sperimentazione del farmaco stesso.
Possono sussistere errori di terapia allorquando la pratica medico-chirurgica induca pericoli connessi alla sperimentazione di tecniche nuove, quando il sanitario decida di seguire protocolli di cura non condivisi ed adottati da altri colleghi, visto che il paziente è privato dei benefici di cure già consolidate. Comportamenti tipicamente colposi sono la recisione di arterie e la non capacità di porre rimedio, lo smarrimento non fortuito di garze nell’addome del paziente e così via. In tal senso, anche il panico o la non velocità nel chiedere l’intervento di un collega anziano possono avere conseguenze per il paziente (es. morte prima che il giovane medico riesca a decidere come procedere, anche solo consultare un collega anziano o inviare il paziente all’ospedale). ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Errore della medicina o  error scientiae La scienza in sé non sbaglia, ma le lacune scientifiche alle volte rendono inevitabile l’errore. Ogni campo presenta limiti di conoscenza e di mezzi tecnici e non sempre il continuo progresso scientifico è capace di porre rimedio, dal momento che aumentano i campi e le ipotesi di lavoro, moltiplicandosi i dubbi e i problemi. Se la medicina ufficiale non fornisce un unico metodo di diagnosi oppure offre rimedi imprecisi ed insicuri rispetto al buon esito delle cure offerte, il medico non è responsabile dell’eventuale insuccesso, a meno che non abbia commesso palesi errori. L’errore scientifico, dovuto alla scarsa conoscenza della patologia, costituisce motivo di colpevolezza per il sanitario dotato delle opportune conoscenze e che si sia servito delle nozioni tecniche all’avanguardia in quel momento storico.
Errore colpevole ,[object Object],[object Object],[object Object],L’errore privo di conseguenze dannose non è di per sé causa di responsabilità e gli errori produttivi di danno sono incolpevoli allorquando siano scusabili od inevitabili. Errori da trattamenti terapeutici: applicazione di cure in fase di sperimentazione e pericolose; omissione della sieroprofilassi antitetanica; danni derivanti da trasfusioni di sangue e dalle reazioni emotrasfusionali; non esecuzione di prove di compatibilità
Errori per banale imprudenza: imperdonabili distrazioni o sbadataggini (es. asportare l’organo sano, amputare un arto al posto di un altro). Derivano,a d esempio, dalla mancata visita in prima persona del paziente, per cui il medico si fida di quanto riportato sulla cartella clinica. Frequenti sono gli errori di prescrizione, es. farmaci diversi ma con nomi simili, che sfuggano anche al farmacista. Errori da trattamenti terapeutici: applicazione di cure in fase di sperimentazione e pericolose; omissione della sieroprofilassi antitetanica; danni derivanti da trasfusioni di sangue e dalle reazioni emotrasfusionali; non esecuzione di prove di compatibilità

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Responsabilita professionale

  • 1. Responsabilità degli errori: L’operato di un medico non è insindacabile, ma il professionista è chiamato a rispondere delle proprie azioni qualora queste non siano conformi alle regole dell’arte ed abbiano comportato conseguenze per il paziente. La disciplina è regolamentata da norme penali, civili, amministrative e disciplinari. Di fatto, se per la dottrina il medico è responsabile di ogni errore, per la giurisprudenza deve rispondere solo delle colpe gravi, quando, cioè sia palese e macroscopica la non aderenza a canoni scientifici consolidati ed aggiornati. La teoria della scusabilità degli errori è applicata in campo medico con discrezione, vista la natura in continuo divenire delle pratiche, diretta conseguenza del progresso scientifico. La responsabilità professionale deve essere valutata in modo oggettivo , sulla base della dimostrazione della sussistenza di un errore grave, sotto il profilo della negligenza, imperizia o imprudenza. Pertanto, il medico deve sempre considerare tutte le possibili conseguenze del suo operato, tendendo a ridurre al minimo I rischi che potrebbero derivare al paziente, mediante l’adozione di adeguate cautele.
  • 2.
  • 3. Per esprimere un giudizio di responsabilità professionale è necessario verificare la sussistenza di un rapporto di causalità tra azione od omissione del sanitario e danno verificatosi al paziente. Teoria dell’errore professionale Accertare l’errore professionale e discernere tra errori scusabili e colpe punibili è materia di giudizi difficili e controversi. Il quadro è ulteriormente complicato dall’atteggiamento che le persone hanno di fronte alle possibilità della medicina – che si ritiene sempre e comunque in grado di risolvere al meglio ogni problema – e alle capacità del medico, operatore sanitario o stessa struttura ospedaliera – verso i quali l’atteggiamento è di scarsa fiducia sia rispetto alle conoscenze sia alle competenze -. Tale atteggiamento pregiudiziale può indurre il paziente ad iniziare azioni di rivalsa, compre quelle giudiziarie, nei confronti del medico. Nel delineare il quadro dei possibili errori professionali va sottolineato che errori diagnostico-terapeutici veniali e privi di conseguenze per il paziente non possono in alcun modo determinare una precisa responsabilità medico-legale.
  • 4.
  • 5. L’errore tecnico può dipendere da un difetto anche momentaneo. es. si evoca un ricordo rispetto ad un altro. Accertare un errore tecnico equivale a stabilire un nesso di causalità tra evento dannoso e condotta del medico ed accertare la colpa per imperizia, imprudenza o negligenza. negligenza : per disattenzione, dimenticanza, svogliatezza, disaccortezza, superficialità il sanitario trascura le comuni regole di diligenza richieste nell’esercizio della professione. imprudenza : si configura allorquando il sanitario operi con avventatezza, eccessiva precipitazione o ingiustificata fretta. Azioni, queste, che non consentono un’accurata valutazione delle conseguenze e dei rischi derivanti dalla pratiche medico-chirurgiche messe in atto. imperizia : è legata a conoscenze tecniche e deriva dalla mancanza di nozioni scientifiche e pratiche o da insufficiente esperienza professionale. Incappa in tale responsabilità colposa il sanitario che non sa o non sa fare quello che un altro professionista di pari livello avrebbe correttamente eseguito nella situazione in esame. Nel valutare tale responsabilità vanno, però, tenute in debita considerazione le difficoltà tecniche incontrate nella soluzione del caso.
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  • 7.
  • 8. Una considerazione a parte va fatta sulle biopsie , distinguendo tra quelle ordinarie (condotte nelle analisi istopatologiche) da quelle intraoperatorie o in estemporanea (per le quali il prelievo del campione e la colorazione vengono effettuati entro pochi minuti). L’errore più comunemente riscontrato è lo scambio di un tumore maligno per uno benigno, possibile solo quando la malignità sia in fase precocissima o quando le conoscenze sul tipo di neoplasia non siano ancora sufficienti a stabilire con certezza i criteri istopatologici della malignità. Non sono ammessi errori di diagnosi dovuti a frettolosa visione del preparato istopatologico, scarsa esperienza bioptica od interpretazione errata dovuta ad una diagnosi azzardata o poco accorta.
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  • 11. Errore della medicina o error scientiae La scienza in sé non sbaglia, ma le lacune scientifiche alle volte rendono inevitabile l’errore. Ogni campo presenta limiti di conoscenza e di mezzi tecnici e non sempre il continuo progresso scientifico è capace di porre rimedio, dal momento che aumentano i campi e le ipotesi di lavoro, moltiplicandosi i dubbi e i problemi. Se la medicina ufficiale non fornisce un unico metodo di diagnosi oppure offre rimedi imprecisi ed insicuri rispetto al buon esito delle cure offerte, il medico non è responsabile dell’eventuale insuccesso, a meno che non abbia commesso palesi errori. L’errore scientifico, dovuto alla scarsa conoscenza della patologia, costituisce motivo di colpevolezza per il sanitario dotato delle opportune conoscenze e che si sia servito delle nozioni tecniche all’avanguardia in quel momento storico.
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  • 13. Errori per banale imprudenza: imperdonabili distrazioni o sbadataggini (es. asportare l’organo sano, amputare un arto al posto di un altro). Derivano,a d esempio, dalla mancata visita in prima persona del paziente, per cui il medico si fida di quanto riportato sulla cartella clinica. Frequenti sono gli errori di prescrizione, es. farmaci diversi ma con nomi simili, che sfuggano anche al farmacista. Errori da trattamenti terapeutici: applicazione di cure in fase di sperimentazione e pericolose; omissione della sieroprofilassi antitetanica; danni derivanti da trasfusioni di sangue e dalle reazioni emotrasfusionali; non esecuzione di prove di compatibilità