SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 13
Descargar para leer sin conexión
Per una uscita intelligente dalle crisi, il contributo dell’altra economia

                                   Alberto Castagnola


1. La fase economica attuale è caratterizzata da alcuni aspetti che rendono meno facilmente
   applicabili gli usuali metodi di stimolare la ripresa e di recuperare l’occupazione. La crisi
   finanziaria ha colpito duramente il sistema dominante e ha portato alla improvvisa e radicale
   negazione del modello liberista, ampiamente diffuso e imposto, specie ai paesi del Sud. La
   crisi economica ha costituito uno dei fattori scatenanti della crisi finanziaria (impossibilità
   negli USA di pagare i mutui concessi senza garanzie a famiglie sull’orlo dell’emarginazione
   e riduzione del valore degli immobili) ed è con ogni probabilità appena agli inizi. Gli effetti
   delle due crisi, la prima ancora in corso malgrado i tentativi delle grandi banche americane
   di riprendere le vecchie pratiche, la seconda che non ha ancora raggiunto il suo picco,
   rendono sempre più grave la situazione occupazionale, con una riduzione dei posti di lavoro
   disponibili destinata a protrarsi nel tempo (al di la delle scadenze dei principali sostegni
   istituzionali)
2. In campo ambientale, dopo la desolante conclusione del G8, assistiamo all’emersione di
   misure adottate da alcuni paesi più lungimiranti ed ai tentativi di alcune imprese, in genere
   multinazionali, di delineare una “economia verde”, intesa come l’insieme dei settori vecchi e
   nuovi che potrebbero svilupparsi per ridurre i danni ambientali. Questa prospettiva, -
   sostenuta da una nuova impostazione delle pubblicità, che dall’inizio del 2009, hanno sfondi
   verdi e immagini della Natura a sostegno delle vendite di auto e lavatrici, di cibi e di vestiti,
   tutti apparentemente senza prodotti chimici e senza trasformazioni industriali, - costituisce
   per ora solo la ricerca di nuove fonti di profitto, che cerca di trarre dei vantaggi
   dall’aumento delle percezione di danni ambientali, divenuti ormai insostenibili per il
   pianeta.
   Le urgenze di interventi e la necessità di conversioni produttive ovviamente esistono, però
   sarà necessario distinguere accuratamente le produzioni gabellate come nuove e rispettose
   dell’ambiente da quelle che continuano a usare senza limiti le risorse naturali e ad aumentare
   l’uso di energie inquinanti.
3. Le analisi che teorizzano la necessità di una “decrescita”, oltretutto in tempi rapidi, per
   l’intero sistema economico internazionale, oltre a descrivere i principali danni ambientali e
   la assoluta necessità di porre dei limiti alle attività produttive industriali che consumano
   troppa energie, troppa acqua e tropo suolo, si basano su accurate misure della utilizzazione
   delle principali materie prime negli ultimi decenni e sulla opportunità assoluta di passare ad
   una “economia del limite”.
   Alcuni dati sulle produzioni e alcune più recenti valutazioni sui danni arrecati al pianeta,
   possono illustrare questo aspetto:

            •   In poche generazioni l’umanità ha consumato le riserve di combustibili fossili
                generate in centinaia di milioni di anni, avvicinandosi alla soglia
                dell’esaurimento
            •   La concentrazione nell’atmosfera di diversi gas che incrementano l’effetto serra
                naturale- in particolare l’anidride carbonica e il metano- è aumentata
                pericolosamente, innescando rapidi cambiamenti climatici
            •   Circa il 50% della superficie terrestre è stata modificata direttamente
                dall’intervento umano, con significative conseguenze sulla ricchezza della vita
                sulla terra (biodiversità) per il ciclo dei nutrienti, per la struttura del suolo e per
                il clima

                                                                                                      1
•  La quantità di azoto fissata sinteticamente dalle attività agricole attraverso i
                fertilizzanti chimici è oggi superiore a quella fissata naturalmente negli
                ecosistemi terrestri nel ciclo naturale di questo elemento
            • Più della metà della quantità di acqua dolce accessibile è utilizzata in modo
                diretto o indiretto dalla nostra specie, e le riserve idriche sotterranee si stanno
                rapidamente esaurendo in moltissime aree del pianeta (dalla Cina agli Stati
                Uniti, dall’India all’Iran, ecc.)
            • Gli ecosistemi marini e costieri si stanno drammaticamente alterando. Sono stati
                distrutti il 50% degli ambienti di mangrovie e il 50% delle zone umide
            • Circa il 22% delle zone marine di pesca sono state ipersfruttate o esaurite e il
                44% è al limite dell’esaurimento
            • I tassi di estinzione delle forme di vita sono notevolmente aumentati, sia negli
                ecosistemi marini sia in quelli terrestri. Siamo nel mezzo di un grande evento di
                perdita della biodiversità, provocato, per la prima volta nella storia della vita
                sulla Terra, dalle attività di una singola specie vivente: la nostra.
            • Agli inizi del secolo scorso, nel 1900, impiegavamo giornalmente solo
                l’equivalente di pochi barili di petrolio per ottenere l’energia impiegata a livello
                mondiale. Oggi consumiamo ogni giorno oltre 80 milioni di barili di petrolio
            • Sempre nel 1900 utilizzavamo metalli per una ventina di milioni di tonnellate
                all’anno, ora siamo passati a oltre 1,2 miliardi di tonnellate
            • Il consumo di carta è passato da 4 milioni di tonnellate nel 1900 a circa 160
                milioni di tonnellate nel 1998
            • La produzione di materie plastiche, praticamente sconosciuta nel 1900, ha
                raggiunto i 131 milioni di tonnellate nel 1995
            • L’economia umana attinge oggi a tutti i 92 elementi della tavola periodica degli
                elementi, mentre nel 1900 ne utilizzava solo una ventina
            • Oggi utilizziamo dagli 80.000 ai 100.000 composti chimici di origine
                antropogenica, derivanti da attività industriali, dei quali ignoriamo gli effetti sui
                sistemi naturali e sul nostro organismo. Soltanto di un 2% circa di questi è stata
                analizzata l’eventuale cancerogenicità.
            • Quindici minerali essenziali sono stati già sfruttati per oltre la metà delle risorse
                conosciute: mercurio (estratto al 95%), piombo, argento e oro (oltre l’80%),
                arsenico, cadmio, e zinco(circa il 70%), stagno, litio e selenio (60%),
                manganese, rame, berillio e tungsteno (intorno al 50%)
            • Il litio per la sua bassa densità sarà essenziale per la produzione di batterie per
                auto; le riserve ammontano ad appena 4 milioni di tonnellate, sufficienti solo ad
                equipaggiare l’attuale parco di auto; anche sequestrando tutta la produzione di
                litio per le auto, non si potranno produrre più di 60 milioni di auto all’anno
            • Il 20% dell’inquinamento della costa americana del Pacifico è di origine cinese
                a causa delle correnti ad alta quota
4. Se si considerano attendibili queste analisi, emergono alcuni criteri che dovrebbero guidare
   gli investimenti e le produzioni industriali nell’immediato futuro e conseguentemente le
   profonde ristrutturazioni dei consumi che dovrebbero impegnare tutti gli Stati del Pianeta.
   Sono almeno dodici i principi ai quali dovremmo ispirarci:

       1)   La Terra è un pianeta limitato
       2)   Perseguire la ricostituzione dei cicli biologici
       3)   Salvaguardare la capacità di riassorbimento
       4)   Perseguire usi multipli di ogni risorsa naturale limitata
       5)   Garantire la conservazione delle risorse naturali

                                                                                                   2
6) La riconquista della percezione degli elementi costitutivi della natura
       7) Il reinserimento dell’uomo nel ciclo del carbonio
       8) Il principio di precauzione
       9) La conversione all’ambiente di produzioni e consumi
       10) La riprogettazione degli oggetti artificiali
       11) Adeguare i bisogni alle dimensioni del pianeta
       12) Elaborare un modello di evoluzione ambientalmente non dannoso per ogni cultura

5. Di conseguenza dovrebbe essere modificata la struttura dei consumi, non per conseguire stili
   di vita più etici nei paesi ricchi o per permettere una migliore qualità della vita nei paesi del
   cosiddetto sottosviluppo, ma per garantire la sopravvivenza della specie umana sul pianeta.
   Alcuni esempi di politiche economiche più adeguate alle reali dimensioni del pianeta e delle
   sue risorse possono evidenziare la portata dei problemi da affrontare:

     a)   Riutilizzare al massimo le materie prime già estratte
     b)   Usare in modo molto parsimonioso petrolio e gas
     c)   Ridurre drasticamente l’utilizzo di oggetti di plastica
     d)   Ridurre l’uso di energia e acqua nelle produzioni industriali di beni di consumo
     e)   Ridurre al massimo le emissioni di Co2
     f)   Ridurre il contenuto in rifiuti di ogni oggetto
     g)   Ridurre le esigenze di imballaggi
     h)   Riprogettare gli oggetti dannosi per l’ambiente
     i)   Aumentare la produzione di oggetti biodegradabili o riciclabili e riutilizzabili
     j)   Ampliare al massimo le produzioni agricole biologiche e similari
     k)   Bloccare il processo di omogeneità genetica e recuperare semi e varietà originali
     l)   Bloccare all’origine polveri sottili e particelle metalliche nell’aria e nel suolo
     m)   Modificare le dinamiche che creano i mega agglomerati urbani, moltiplicando le
          infrastrutture di uso comunitario

6. Da oltre quindici anni, si sono moltiplicate le attività che hanno alla base logiche e obiettivi
   ben diversi da quelli che caratterizzano le economie dominanti. Il commercio equo e
   solidale, forse la più antica, cerca di garantire ai produttori primari un reddito sufficiente ad
   una vita dignitosa, invece di lasciarli esposti allo sfruttamento di intermediari e
   multinazionali. Il livello del pagamento della materia prima coltivata viene deciso di
   comune accordo, tenendo conto delle esigenze dei produttori e non della possibilità di
   estrarre il massimo profitto dal loro lavoro. Una volta deciso, il prezzo di acquisto viene
   garantito anche se a livello internazionale varia nel tempo (spesso solo per operazioni
   finanziarie puramente speculative). Il prezzo di vendita in Italia (e in molti paesi europei)
   viene fissato ai livelli più alti possibili rispetto alle condizioni del mercato, in modo da
   permettere una alta retribuzione ai produttori e l’espansione del sistema di vendita basato
   sulle Botteghe. Questo meccanismo è un esempio di come si possa concorrere sul mercato e
   subordinare costi e prezzi non al profitto ma ad obiettivi di natura completamente diversa e
   soprattutto di ottenere prodotti più sani e con meno sfruttamento incorporato.

7. Logiche analoghe sono seguite in tutti i settori dell’economia alternativa. Il riuso e il riciclo
   tendono a far emergere il valore degli oggetti che scartiamo ogni giorno, a ridurre
   l’ammontare dei rifiuti che si accumulano ogni giorno di più, a recuperare le materie prime
   che abbiamo estratto dalla terra senza porci alcun limite (stiamo già oggi producendo come
   se avessimo a disposizione cinque pianeti). L’informatica alternativa open source) offre la
   possibilità di sottrarsi al controllo dei brevetti e delle grandi multinazionali del settore e di
   contribuire all’evoluzione della tecnologia. I prodotti biologici garantiscono l’assenza di

                                                                                                  3
prodotti chimici (pesticidi, diserbanti, ecc.) e potrebbero ridurre le peggiori malattie con
   cause o concause nell’inquinamento ambientale. Anche le attività relazionali e culturali che
   si ispirano agli stessi principi mettono in evidenza la possibilità di avere molti più rapporti
   interpersonali e sociali e di sottrarsi ai peggiori condizionamenti esercitati da un sistema
   concepito solo per garantire maggiori profitti            ulteriori espansioni, senza alcuna
   preoccupazione dei costi umani dei meccanismi di sviluppo indiscriminato e illimitato.
   Queste attività nel loro insieme, e tenendo conto delle loro dimensioni ancora limitate,
   possono essere concepite come degli embrioni di una economia alternativa, ovviamente
   ancora non in grado di soppiantare il sistema dominante, ma che ne dimostra le profonda
   disumanità e fa intravedere concrete possibilità di in futuro diverso.

8. I tentativi in corso lasciano intravedere concrete potenzialità occupazionali. Lasciando da
   parte alcuni esempi (come le fabbriche abbandonate rimesse in funzione dagli operai nell’
   Argentina della crisi profonda), è evidente che perfino i gruppi di acquisto, se coinvolgono
   più di 25 famiglie, possono offrire l’occupazione a una persona che a pieno tempo si occupa
   degli ordini e delle consegne.
   Inoltre interi settori, resi essenziali dalla assoluta necessità di bloccare i danni ambientali,
   possono (e devono) diventare una fonte di posti di lavoro anche in piena crisi. Un recente
   studio CGIL-Legambiente ha stimato in 350.000 i posti di lavoro che possono essere creati
   ogni anno se si adottassero le proposte contenute nello studio: a) politiche consistenti di
   risparmio ed efficienza energetica; b) riqualificazione energetica delle abitazioni ; c)
   sicurezza ambientale (lotta al dissesto idrogeologico, bonifica di aree abbandonate e
   degradate, bonifica dall’amianto, ecc.); d) potenziamento dei trasporti per i pendolari.
   Più in particolare, la diffusione su larga scala di impianti solari ed eolici per le abitazioni
   esistenti e di nuova costruzione darebbe luogo a possibilità di occupazione per montatori e
   riparatori non appena gli incentivi e le normative mettessero in condizione di finanziare gli
   impianti tutti i proprietari di case e coloro che ne sono ancora privi.

9. Gli altri settori dell’economia solidale sono ancora in fase iniziale di espansione, ma
   potrebbero contribuire in misura non irrilevante ad una occupazione stabile e regolarmente
   retribuita non appena le piccole aree già in attività saranno in grado di collegarsi tra di loro,
   aumentando gli scambi e le possibili integrazioni produttive. Ad esempio, se tutte le aree
   protette e i parchi nazionali e regionali diventassero aree di elezione dell’economia solidale,
   produzioni locali biologiche, vendita di prodotti realizzati localmente senza incidere sulle
   emissioni dovuti a trasporti da punti lontani, promozione delle attività di piccole industrie e
   di artigiani che non danneggiano l’ambiente e che non utilizzano materie prime vietate,
   consumatori e turisti che vengono informati sulle opportunità di una alimentazione sana e
   rispettosa dell’ambiente, rappresentano altrettante linee di lavoro garantito che si stano
   sperimentando in vari luoghi d’Italia e molto di più in paesi come la Germania e l’Olanda.

10. Anche i rifiuti possono essere visti come una fonte di materie prime da recuperare
    (riducendo la pressione sull’estrazione continua dai terreni minerari e aprendo la strada alla
    utilizzazione plurima della stessa risorsa ormai in circolazione). Ciò comporta naturalmente
    la raccolta a monte dei rifiuti familiari e industriali e l’esistenza di una rete di impianti di
    trasformazione accuratamente progettati. Dobbiamo imparare che un mucchio di 800 lattine
    per bevande rappresenta una bicicletta tutta in alluminio e 70 di esse una macchinetta per il
    caffè. I Comuni che ancora non hanno avviato la raccolta porta a porta rappresentano una
    fonte di materie “seconde” che non può più essere trascurata, bruciare i rifiuti anche per
    produrre energia è uno spreco ormai inaccettabile (senza considerare i danni per la salute),
    impiegare risorse e parti di territorio per stoccare rifiuti dannosi e fonti di ulteriori
    inquinamento è una pratica condannata ormai in molti paesi. Una parte importante dei rifiuti

                                                                                                  4
attuali può infine essere riutilizzata per produzioni artistiche o per la trasformazione in
   oggetti utili per l’arredamento o per l’abbigliamento, mentre ostinarsi a considerare i rifiuti
   uno scarto indesiderato e un onere imprescindibile dell’attuale industrializzazione è ormai
   un segno della incapacità di superare in positivo le tracce di una “civiltà” ormai in fase
   distruttiva verso il pianeta che la ospita.

11. L’economia alternativa e solidale comprende inoltre un ampio gruppo di attività, in gran
    parte non incluse nelle attuali classificazioni statistiche utilizzate per l’elaborazione del
    calcolo del reddito nazionale (il famigerato PIL, il prodotto interno lordo che rispecchia il
    modello della crescita illimitata e trascura il lavoro svolto in casa da tante donne), perché
    nascono dal tessuto di relazioni che nascono o si espandono quando non è più il profitto a
    regolare i rapporti tra gli esseri umani. Nell’economia alternativa di tipo solidale è evidente
    che un qualunque prodotto non è considerato solo per il suo costo o il suo prezzo di vendita,
    ma include la conoscenza del produttore e delle sue scelte, la conoscenza di chi trasforma o
    semplicemente vende lo stesso oggetto ma anche le loro motivazioni e i loro obiettivi.
    L’oggetto perde una parte della sua materialità e diventa occasione di conversazioni, di
    scambio di esperienze, di modi di vivere diversi, di progetti per il futuro; riacquista il
    significato che la trasformazione industriale anonima e massificata gli ha fatto perdere, e
    contribuisce a creare e a moltiplicare delle reti di relazioni che piano piano diventano il vero
    e più importante obiettivo della produzione e del commercio. La scomparsa delle piccole
    botteghe, dei lavatoi, delle piazze e dei mercati di zona ha ormai rivelato con chiarezza le
    perdite che abbiamo subito nel recente passato, sottoposto alla mitizzazione del progresso
    dell’innalzamento della qualità della vista strettamente dipendente dalle tecnologie e dalla
    industrializzazione forzata. Ovviamente non si tratta di ritornare alle caverne e alle torce, ma
    di impostare diversamente le modalità di realizzazione e di scambio dei beni, sottolineando
    la necessità di riconquistare una più intensa e significativa rete di rapporti interpersonali.
    Questo progressivo processo muterebbe anche il tempo di lavoro e il rapporto tra lavoro
    subordinato e attività liberamente intraprese. Nella fase attuale, e più concretamente, occorre
    verificare quali mutazioni sono perseguibili ampliando la sfera di attività ispirata ai principi
    di una economia alternativa e solidale.

12. Ora è possibile valutare in modo più costruttivo le molteplici attività che in tanti paesi si
    richiamano ad una economia di tipo solidale. Non tutti i progetti in corso possono essere
    considerati in modo positivo, molti di essi sono in realtà delle sperimentazioni i cui risultati
    possono essere diversi dalle aspettative, però è innegabile la spinta che coinvolge sempre più
    persone nella ricerca di modelli alternativi rispetto a quello dominante
     Le esperienze avviate negli ultimi dieci anni fuori o contro le logiche del sistema
    economico dominante sono numerosissime e caratterizzate molto spesso da una creatività
    eccezionale. Anche quando non sono apertamente osteggiate (specie quando incidono in
    misura percettibile sul mercato), non sono certo favorite dalla congerie di leggi che regolano
    la produzione e il commercio, senza però sostenere le attività che cercano di non
    danneggiare l’ambiente o la salute delle persone.
    Sono quasi sempre molto chiare le motivazioni che spingono a realizzare tali iniziative
    (disagio o rifiuto nei confronti del sistema dominante, tentativo di ridurre la pressione e il
    danneggiamento dell’ambiente, esigenza di salvaguardare la salute della specie umana, della
    fauna e della flora terrestri, e la necessità di allentare la stretta e lo sfruttamento esercitati
    sulle popolazioni del Sud del mondo). Invece, è abbastanza difficile incontrare gruppi che
    siano perfettamente coscienti di essere impegnati nella costruzione di un sistema economico
    completamente diverso da quello dominante. Forse la libertà e la creatività sono proprio
    dovuti a questa autonomia di sperimentazione, a questa non dipendenza da modelli
    precostituiti, ma forse sarebbe opportuno che cominciasse ad emergere una coscienza più

                                                                                                    5
diffusa della prospettiva in cui di fatto ci si muove. Ciò permetterebbe di non scoraggiarsi di
fronte agli inevitabili ostacoli frapposti da un compito così immane e permetterebbe invece
di mobilitarsi su vasta scala ogni volta che si cerca di ottenere dei risultati di comune
interesse.

La “Carta dei Principi dell’Altra Economia”, elaborata a Roma nel 2004, fa riferimento ai
principali settori di una economia diversa, alternativa e solidale:

commercio equo e solidale
finanza ed assicurazione etica, come microcredito, banche etiche e mutue autogestione
gruppi che collaborano in base a principi di cooperazione e solidarietà
gruppi di acquisto solidali
gruppi che praticano i bilanci di giustizia
forme organizzate di consumo critico
turismo responsabile
riuso e ricicli di materiali e risorse naturali (raccoglitori di rifiuti, cartoneros)
informatica open source
applicazione di forme di energia rinnovabili
agricoltura biologica

A questi se ne possono aggiungere degli altri (quasi tutti presenti in Italia):

Gruppi di acquisto non dichiaratamente solidali
Gruppi di acquisto popolari
Campagne per sponsor e tesorerie etiche
Campagne per la sovranità alimentare
Centri per le tecnologie appropriate
Iniziative autonome per la creazione di posti di lavoro (autogestioni, cooperative no profit,
autocostruzioni, ecc.)
Campagne per la tutela e la diffusione delle energie riproducibili
Sostegno a iniziative di sviluppo progettate da locali e immigrati
Progetti per la protezione della biodiversità
Coltivazioni con metodi alternativi (biodinamica, ecc.)
Occupazioni di terre e insediamenti contadini
Fattorie didattiche
Bio ristoranti, bar e osterie no profit
Radio comunitarie e TV di strada
Campagna per l’accesso ai farmaci
Giornata del non acquisto o degli acquisti trasparenti
Mercati per il baratto
Banche del Tempo
Campagne per la Tobin Tax
Scambi e acquisti con monete alternative
Programmi di adozione e sostegni a distanza
Organismi impegnati nella protezione ambientale
LETS, sistemi di scambio gratuiti
Artigiani Solidali
Produzione di mattoni in terra cruda e di case di paglia
CAES, assicurazioni no profit
Campagna “Cambieresti” di Venezia
Campagna Nuovi stili di Vita di Campobasso

                                                                                                6
Condomini sostenibili di Ferrara
   Campagna “Vispo” di Piacenza
   Campagna Cambieresti di Biella
   Campagna Cambieresti di Colorno (Parma)
   Campagna città equosolidali

13. Anche le esperienze di distretti, circuiti e filiere di economia solidale, città di “altra
    economia”, sono in fase di moltiplicazione sul territorio nazionale
    Ogni raggruppamento sul territorio o nei diversi comparti di economia alternativa che sono
    stati indicati dovrebbe moltiplicare gli scambi di esperienze e di prodotti al suo interno, pur
    continuando a destinare parte delle risorse umane disponibili all’espansione verso l’esterno
    di ogni attività avviata. In effetti, è solo quando si cominciano a integrare fra loro le diverse
    attività (acquisto o scambio reciproco di beni e servizi) che si delinea un sistema economico
    in fase nascente o embrionale, capace di crescere su se stesso e di ridurre progressivamente i
    rapporti con il sistema dominante. Questo è il significato dei circuiti, delle filiere, dei
    distretti, degli ecovillaggi o delle “città” che raccolgono e potenziano questi processi di
    integrazione produttiva e di rapporti conviviali tra le persone più coinvolte in questa
    prospettiva, vissuta in comune e profondamente condivisa.

   Città dell’Altra Economia di Roma
   Città solidale a Venezia Mestre
   Altre “città” in corso di realizzazione o allo studio a Livorno, Rieti, Iglesias, Massa, ecc.
   Coordinamento Ecovillaggi
   Gli Empori di Fano e Genova
   Pausa Cafè di Torino
   Gruppo informale di Trento
   Contro il pizzo cambia i consumi, Palermo
   Primovere, Pescara
   L’isola che c’è, Como
   Tavolo e Associazione dell’Altra Economia (otto Fiere), Roma
   Consorzio Cooperative Sociali della Locride, Goel
   Gruppo informale della Brianza
   Associazione delle Marche
   Otromodo, laboratorio di economia solidale a Milano
   Laboratorio ES di Napoli
   CasaClima in Alto Adige
   SpiazzaMercato a Parma
   Porta a porta per i rifiuti a Montebelluna
   Semaforo Verde a Pordenone
   Acquisti bio e verdi a Ferrara
   Invece delle bottiglie di plastica a Ferrara e a Firenze
   Il Tesoro di Capitan Eco per la raccolta differenziata ad Avellino
   Le Ecofeste di Parma
   Le serate di economia domestica di Colorno e Torrile (PR)
   Iniziative delle Città Equosolidali
   I pannolini a Rosà, provincia di Vicenza
   Riduzione dei flussi d’acqua a Bagnacavallo (Ravenna)
   Risparmio energetico nelle scuole a Modena e Laveno Mombello, Varese
   Sportello di economia solidale a Cremona
   Energia pulita a Napoli, Padova, Brescia,


                                                                                                   7
14. E’ anche opportuno ricordare alcune esperienze di economia solidale in altri paesi, specie
    nel Sud del mondo. Le esperienze di maggiore portata e di più antica iniziativa si incontrano
    più facilmente nei paesi del Sud, in particolare in quelli tormentati da una popolazione in
    rapida crescita o che sono stati colpiti da crisi economiche pesanti e con duri risvolti sociali.

   Il Movimento dei Senza Terra in Brasile
   Le cooperative dei riciclatori di rifiuti in Colombia
   I raccoglitori di rifiuti di Ahmedabad
   La cooperativa dei lavoratori della costruzione navale in India
   La cooperativa dei lavoratori tipografici in India
   La cooperativa per la produzione di cavi di alluminio e di conduttori in India
   La cooperativa di produzione di macchinari per cavi in India
   L’Associazione In Loco in Portogallo
   Mondragon in Spagna
   IL microcredito per le donne in Afghanistan
   Le “ollas comunes” in Cile
   Le associazioni di donne in India, Sewa
   L’esperienza di “Tilonia” in India
   Le reti di attività solidali in Uruguay

   L’elenco è sicuramente incompleto. Da queste situazioni molto dinamiche è possibile trarre
   molti insegnamenti, specie se si tiene conto che i fattori legati alla necessità di sopravvivere
   hanno agevolato l’espansione del fenomeno, mentre nei nostri paesi l’opulenza generalizzata
   ostacola, in misura che spesso viene trascurata, l’attecchimento e la diffusione dei tentativi
   fatti nella stessa direzione. Anche il fatto che gran parte delle popolazioni del Sud sono
   ormai sostanzialmente “fuori mercato” agevola la ricerca delle alternative al sistema
   dominante, mentre nei contesti dei paesi “ricchi” condizionamenti e vincoli sono molto forti
   e spesso inavvertiti, e le capacità di riassorbimento delle esperienze alternative da parte del
   sistema dominante sono indubbiamente maggiori

15. Infine, vi è un aspetto che non deve essere dimenticato in quanto ha notevoli prospettive di
    espansione, man mano che matura una maggiore consapevolezza sulle questioni ambientali
    e sulla futura disponibilità di materie prime (non solo il petrolio ma tutte le 40 principali
    materie prime, anche agricole, di interesse industriale).
    Tutti i paesi (specie quelli più industrializzati, ma anche quelli che da poco si sono affacciati
    alla fase dello “sviluppo” industriale, come la Cina e l’India) non possono più pensare ad
    una prosecuzione pura e semplice, magari con qualche riduzione dei peggiori danni
    ambientali, del modello attuato negli ultimi 40 anni, quello della crescita illimitata e senza
    ostacoli. La realtà si presenta in modo molto meno favorevole in termini di disponibilità
    effettive economicamente convenienti. Come è anche comprovato dalla economia di rapina
    messa in atto dalla Cina in Africa nei paesi dove sono ancora presenti dei giacimenti non
    sfruttati e dagli acquisti massicci di terre coltivabili, per mettere in produzione dei prodotti
    alimentari da esportare nei paesi investitori (senza alcuna preoccupazione per gli abitanti del
    paese venditore). Sembra quindi opportuno prevedere, anche ai fine del raggiungimento
    delle riduzioni di anidride carbonica previste per rallentare i fenomeni climatici, delineare
    una prospettiva di progressiva ristrutturazione dei consumi, dando più spazio a quelli non
    dannosi per l’ambiente e che consumano meno energia e meno risorse naturali.
    L’economia alternativa e solidale ha da tempo elaborato criteri e modalità da seguire, i
    principi ispiratori di un consumo critico e responsabile. E’ infatti necessario superare i
    condizionamenti al consumo compulsivo imposti a gran parte dell’umanità, e aprire una fase


                                                                                                    8
di consumi necessari al soddisfacimento di bisogni essenziali, e che tengono conto dei rischi
   per il pianeta e della necessità di ridimensionare i consumi energetici.
   Ciò comporta un ruolo e una responsabilità ben diversi per i consumatori (e quindi di tutte le
   categorie sociali nella loro dimensione di consumatori), comporta una pressione decisa e
   prolungata per far conoscere le vere caratteristiche dei prodotti offerti e i consumi energetici
   che sono serviti alla produzione e alla distribuzione di ogni prodotto, in modo che i
   consumatori possano liberamente e con semplicità scegliere i prodotti meno inquinanti e più
   sani. Serviranno molti posti di lavoro (taluni completamente nuovi) per ricerche e indagini,
   per analisi e schedature, per controlli e verifiche, per mezzi di trasporto e di movimentazione
   innovativi, per le nuove etichette e le nuove certificazioni, per informare e formare i
   consumatori, per introdurre nelle scuole e nelle università le materie necessarie per far
   emergere una cultura critica e un senso di responsabilità generalizzato. Un cambiamento che
   può essere giudicato utopistico e che invece è solo molto realistico, necessario e soprattutto
   urgente, se non vogliamo trovarci immersi nel giro di pochi anni in fenomeni che sfuggono
   ad ogni controllo istituzionale.

16. Tutte le considerazioni qui svolte trovano finalmente conferma e sostegno nella
    approvazione della legge della Regione Lazio per la diffusione dell’altra economia nel
    Lazio. Tra le sue finalità si trovano la promozione e il sostegno di iniziative e interventi per
    lo sviluppo delle attività dell’altra economia, la creazione di centri di altra economia, la
    promozione dei beni e dei servizi dell’altra economia, la promozione della divulgazione
    delle tematiche connesse e l’organizzazione di incontri.
    La legge permetterà l’emersione di tutte le iniziative finora realizzate a titolo volontario e su
    basi fornite da piccoli gruppi, dovrebbe agevolare una conoscenza diffusa su tutto il
    territorio laziale dell’importanza attribuita a questo particolare settore, dovrebbe sollecitare
    un più intenso scambio di esperienze con realtà di altre regioni e che operano in paesi
    diversi. Soprattutto, specialmente se fornita di mezzi finanziari adeguati, dovrebbe
    permettere all’intero settore di raggiungere dimensioni significative. A oggi, peraltro, non
    sono stati attribuiti alla legge i fondi necessari per permetterne il funzionamento.




                                                                                                   9
Economia solidale, sistemi di scambio non monetario


                             Indicazioni bibliografiche essenziali


A.A.V.V., invito alla sobrietà felice, EMI, Bologna, 2001

Baker, Ozio, lentezza e nostalgia, EMI, Bologna, 1997

Bosio, Miniguida alle idee pratiche per un consumo sostenibile, La tortuga, 2004

Gocce di giustizia, AlternatiVita, mini guida per una vita sobria e solidale, La tortuga
2004

Laville, L'economia solidale, Bollati Boringhieri , 1998

Razeto, Le dieci strade dell'economia di solidarietà, EMI, Bologna, 2003

Razeto, Le imprese alternative, EMI, Bologna, 2004

Andrea Saroldi Costruire economie solidali, EMI, Bologna, 2003

Albert, il libro dell'economia partecipativa, il Saggiatore, 2004

Albert, L' economia partecipativa, datanews, 2004

Caille, Critica della ragione utilitaria, Bollati Boringhieri, 1991

Caille, Il terzo paradigma, Bollati Boringhieri, 1998

Calogero, Terra, in campagna un’altra vita è possibile, Terre di mezzo, 2005

Collettivo Criticalwine, terra e libertà/critical wine, Derive approdi, 2004

Coluccia, La banca del tempo, Bollati Boringhieri 2001

Virginia Cobelli e Grazia Naletto, Atlante di un’altra economia, politiche e pratiche del
cambiamentoManifestolibri, Roma, 2005

Dos Santos ( a cura di), Produrre per sopravvivere, Città aperta edizioni, 2005

Euclides Mance, La rivoluzione delle reti, EMI, Bologna, 2003

Godbout ( con Caillè), Lo spirito del dono, Bollati Boringhieri, 1993


                                                                                           10
Grisendi, Amorevole, Colombo, La banca del tempo, Angeli, 1996

Latouche, La sfida di Minerva, Bollati Boringhieri, 2000

Pittau, Economie senza denaro, EMI, Bologna, 2003

Andrea Saroldi I gruppi di acquisto solidale, EMI, Bologna, 2001

Rete Bioregionale Italiana, Selvatico e Coltivato,storie di vita bioregionale, Stampa
Alternativa, 2004,

Antonella Valer, Bilanci di giustizia, EMI, 1999

Valera, GAS i gruppi di acquisto solidale, terre di mezzo

Viveret, Ripensare la ricchezza, Altraeconomia/terre di mezzo, 2005

Rosa M. Amorevole Banca del Tempo, istruzioni per l’uso, EMI, Bologna, 1999

Jean-Louis Laville L’economia Solidale, Bollati Boringhieri, Torino, 1998

Antimo l.Farro (a cura di) Italia alterglobal, movimento, culture e spazi di vita di altre
globalizzazioni, Franco Angeli, Milano, 2006

Erika Lombardi, Grazia Naletto Comunità Partecipate, guida alle buone pratiche locali,
Manifesto Libri, Roma, 2006

Euclides Andrè Mance Fame Zero, il contributo dell’economia solidale, EMI, Bologna,
2006-11-02

Serge Latouche Giustizia senza limiti, la sfida dell’etica in una economia mondializzata,
Bollati Boringhieri, Torino, 2003

Marco Boschini In comune, esperienze concrete, semplici ed efficaci EMI, Bologna, 2006

Judith Levine IO non compro, un anno senza acquisti:un’esperienza per riflettere sul
potere del mercato, Ponte alle Grazie, Milano, 2006

Boaventura de Sousa Santos (a cura di) Produrre per vivere, le vie della produzione
non capitalistica, Città Aperta, Enna, 2005

Riccardo Petrella Il diritto di sognare, le scelte economiche e politiche per una società
più giusta, Sperling & Kupfer editori, 2005

Leo Hickman La vita ridotta all’osso, un anno senza sprechi: le disavventure di un
consumatore coscienzioso, Ponte alle Grazie, Milano, 2007

J.l. Laville e A.D. Cattani Dizionario dell’altra economia, Sapere 2000, Roma, 2006


                                                                                             11
Francesco Gesualdi, L’altra via, dalla crescita al benvivere, programma per una economia
della sazietà, Terre di Mezzo, Milano, maggio 2009



                                        Consumo critico
                               Indicazioni bibliografiche essenziali

Garbillo Consumo sostenibile, FCE, Bologna, 1996

Francesco Gesualdi Manuale per un consumo responsabile, Feltrinelli, 2004 (prima edizione
1999)

Aime Fiabe nei barattoli, EMI, Bologna,

Gocce di giustizia, miniguida al boicottaggio e al consumo critico, La Tortuga, Padova, 2003

Centro Nuovo Modello di Sviluppo Guida al Consumo Critico, Informazioni sul comportamento
delle imprese per un consumo consapevole, EMI, Bologna, ultima edizione 2009

Antonella Valer Bilanci di giustizia. Famiglie in rete per consumi leggeri, EMI, Bologna

T. Bassanese, Cacao. Così dolce, così amaro. EMI, Bologna

Andrea Saroldi, Gruppi di acquisto solidale. Guida al consumo locale, EMI, Bologna

G. Bologna, F. Gesualdi, F.Piazza, A. Saroldi, Invito alla sobrietà felice. Come vivere meglio
consumando meno. EMI, Bologna

AAVV. Economia solidale. Percorsi comuni tra Nord e Sud del mondo per uno sviluppo umano
sostenibile, EMI, Bologna, 2002

W. Mutunga, F. Gesualdi, S. Ouma, Consumatori del Nord e lavoratori del Sud. Il successo di
una campagna della società civile contro la Del Monte in Kenya. EMI, Bologna, 2003

Andrea Saroldi, Costruire economie solidali, un percorso a quattro livelli, EMI, Bologna,

Lorenzo Guadagnucci e Fabio Gavelli, La crisi di crescita, le prospettive del commercio equo e
solidale, Feltrinelli, Milano, febbraio 2004 (con bibliografia ragionata e generale)

Ugo Biggeri e altri Quotidiano responsabile, EMI

Norman Myers e Jennifer Kent, I nuovi consumatori. Paesi emergenti tra consumo e sostenibilità.
WWF, Edizioni Ambiente, Milano, ottobre 2004

Virginia Cobelli e Grazia Naletto, Atlante di un’altra economia. Politiche e pratiche del
cambiamento, Manifesto Libri, Roma, gennaio 2005

Miriam Giovanzana e Gabriele Mussi Boicotta Nestlè, Edizioni Altraeconomia e Terre di Mezzo,
2005

                                                                                                 12
Francesco Gesualdi, Sobrietà. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti. Feltrinelli, Milano, febbraio
2005

Fà la cosa giusta, guida pratica al consumo critico a Roma e nel Lazio, Terre di mezzo, Editrice
Berti, Milano, 2004

Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla società dei consumi, Terre di Mezzo Editore, Milano,
marzo 2006

Marco Boschini, In Comune, esperienze concrete semplici ed efficaci, EMI, Bologna, settembre
2006




                                                                                                      13

Más contenido relacionado

La actualidad más candente

Sostenibilità energetica e ambientale, profughi ambientali.
Sostenibilità energetica e ambientale, profughi ambientali.Sostenibilità energetica e ambientale, profughi ambientali.
Sostenibilità energetica e ambientale, profughi ambientali.Fabrizio Olati
 
Educare alla sostenibilità
Educare alla sostenibilitàEducare alla sostenibilità
Educare alla sostenibilitàFabrizio Olati
 
Clima, orologio naturale dei viventi
Clima, orologio naturale dei viventiClima, orologio naturale dei viventi
Clima, orologio naturale dei viventiMario Agostinelli
 
Wwf dossier coste - il profilo fragile dell'Italia
Wwf dossier coste - il profilo fragile dell'ItaliaWwf dossier coste - il profilo fragile dell'Italia
Wwf dossier coste - il profilo fragile dell'ItaliaAlessio Viscardi
 
Dossier WWF Italia : Trivelle in vista 2013
Dossier WWF Italia : Trivelle in vista 2013Dossier WWF Italia : Trivelle in vista 2013
Dossier WWF Italia : Trivelle in vista 2013WWF ITALIA
 
12 lm sustainability measurements ws 2015
12 lm sustainability measurements ws 201512 lm sustainability measurements ws 2015
12 lm sustainability measurements ws 2015Luca Marescotti
 
Economia circolare - Paola Nugnes
Economia circolare - Paola NugnesEconomia circolare - Paola Nugnes
Economia circolare - Paola NugnesMoVimento 5 Stelle
 
Green marketing (r)evolution
Green marketing (r)evolutionGreen marketing (r)evolution
Green marketing (r)evolutionGiuseppe Storelli
 
004 catasto gis-inspire-2015
004 catasto gis-inspire-2015004 catasto gis-inspire-2015
004 catasto gis-inspire-2015Luca Marescotti
 
Impronta ecologica della Valle di Sole - i risultati
Impronta ecologica della Valle di Sole - i risultatiImpronta ecologica della Valle di Sole - i risultati
Impronta ecologica della Valle di Sole - i risultatiAlessio Migazzi
 
Sviluppo sostenibile
Sviluppo sostenibileSviluppo sostenibile
Sviluppo sostenibileocmmedia
 
010 esercitazione3 qualità ambiente
010 esercitazione3 qualità ambiente010 esercitazione3 qualità ambiente
010 esercitazione3 qualità ambienteLuca Marescotti
 
Sviluppo sostenibile e globalizzazione
Sviluppo sostenibile e globalizzazioneSviluppo sostenibile e globalizzazione
Sviluppo sostenibile e globalizzazioneGianluca Dallari
 
2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...
2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...
2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...Luca Marescotti
 

La actualidad más candente (20)

Sostenibilità energetica e ambientale, profughi ambientali.
Sostenibilità energetica e ambientale, profughi ambientali.Sostenibilità energetica e ambientale, profughi ambientali.
Sostenibilità energetica e ambientale, profughi ambientali.
 
Educare alla sostenibilità
Educare alla sostenibilitàEducare alla sostenibilità
Educare alla sostenibilità
 
Livorno istitutocomprensivomicali.ppt
Livorno istitutocomprensivomicali.pptLivorno istitutocomprensivomicali.ppt
Livorno istitutocomprensivomicali.ppt
 
Clima, orologio naturale dei viventi
Clima, orologio naturale dei viventiClima, orologio naturale dei viventi
Clima, orologio naturale dei viventi
 
Wwf dossier coste - il profilo fragile dell'Italia
Wwf dossier coste - il profilo fragile dell'ItaliaWwf dossier coste - il profilo fragile dell'Italia
Wwf dossier coste - il profilo fragile dell'Italia
 
1 N
1 N1 N
1 N
 
Ambiente (1)
Ambiente   (1)Ambiente   (1)
Ambiente (1)
 
Dossier WWF Italia : Trivelle in vista 2013
Dossier WWF Italia : Trivelle in vista 2013Dossier WWF Italia : Trivelle in vista 2013
Dossier WWF Italia : Trivelle in vista 2013
 
L'impronta ecologica
L'impronta ecologicaL'impronta ecologica
L'impronta ecologica
 
12 lm sustainability measurements ws 2015
12 lm sustainability measurements ws 201512 lm sustainability measurements ws 2015
12 lm sustainability measurements ws 2015
 
Economia circolare - Paola Nugnes
Economia circolare - Paola NugnesEconomia circolare - Paola Nugnes
Economia circolare - Paola Nugnes
 
Green marketing (r)evolution
Green marketing (r)evolutionGreen marketing (r)evolution
Green marketing (r)evolution
 
004 catasto gis-inspire-2015
004 catasto gis-inspire-2015004 catasto gis-inspire-2015
004 catasto gis-inspire-2015
 
Impronta ecologica della Valle di Sole - i risultati
Impronta ecologica della Valle di Sole - i risultatiImpronta ecologica della Valle di Sole - i risultati
Impronta ecologica della Valle di Sole - i risultati
 
Sviluppo sostenibile
Sviluppo sostenibileSviluppo sostenibile
Sviluppo sostenibile
 
010 esercitazione3 qualità ambiente
010 esercitazione3 qualità ambiente010 esercitazione3 qualità ambiente
010 esercitazione3 qualità ambiente
 
Le 4 R
Le 4 RLe 4 R
Le 4 R
 
Sviluppo sostenibile e globalizzazione
Sviluppo sostenibile e globalizzazioneSviluppo sostenibile e globalizzazione
Sviluppo sostenibile e globalizzazione
 
Verso un Progetto Ecologista
Verso un Progetto EcologistaVerso un Progetto Ecologista
Verso un Progetto Ecologista
 
2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...
2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...
2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...
 

Destacado

Problemas de la drogadicción en los adolecentes
Problemas de la drogadicción en los adolecentesProblemas de la drogadicción en los adolecentes
Problemas de la drogadicción en los adolecentescarolina perez
 
Drogadiccion en adolecentes (2)
Drogadiccion en adolecentes (2)Drogadiccion en adolecentes (2)
Drogadiccion en adolecentes (2)Jenny-Soto
 
Le colonne dell'economia solidale - Tavolo RES
Le colonne dell'economia solidale - Tavolo RESLe colonne dell'economia solidale - Tavolo RES
Le colonne dell'economia solidale - Tavolo RESDecrescita FVG
 
Presentazione CUM - Carlo Ragazzi
Presentazione CUM - Carlo RagazziPresentazione CUM - Carlo Ragazzi
Presentazione CUM - Carlo RagazziDecrescita FVG
 
Obligaciones que nacen del matrimonio
Obligaciones que nacen del matrimonioObligaciones que nacen del matrimonio
Obligaciones que nacen del matrimonioMaribel San
 

Destacado (6)

Problemas de la drogadicción en los adolecentes
Problemas de la drogadicción en los adolecentesProblemas de la drogadicción en los adolecentes
Problemas de la drogadicción en los adolecentes
 
"VIOLENCIA EN EL AULA. BULLIES Y VICTIMA"
 "VIOLENCIA EN EL AULA. BULLIES Y VICTIMA" "VIOLENCIA EN EL AULA. BULLIES Y VICTIMA"
"VIOLENCIA EN EL AULA. BULLIES Y VICTIMA"
 
Drogadiccion en adolecentes (2)
Drogadiccion en adolecentes (2)Drogadiccion en adolecentes (2)
Drogadiccion en adolecentes (2)
 
Le colonne dell'economia solidale - Tavolo RES
Le colonne dell'economia solidale - Tavolo RESLe colonne dell'economia solidale - Tavolo RES
Le colonne dell'economia solidale - Tavolo RES
 
Presentazione CUM - Carlo Ragazzi
Presentazione CUM - Carlo RagazziPresentazione CUM - Carlo Ragazzi
Presentazione CUM - Carlo Ragazzi
 
Obligaciones que nacen del matrimonio
Obligaciones que nacen del matrimonioObligaciones que nacen del matrimonio
Obligaciones que nacen del matrimonio
 

Similar a Camera del lavoro testo relazione Alberto Castagnola "Per una uscita intelligente dalle crisi"

Politica climatica, ambientale e agricola della UE
Politica climatica, ambientale e agricola della UEPolitica climatica, ambientale e agricola della UE
Politica climatica, ambientale e agricola della UEMario Agostinelli
 
Indipendenza energetica e indipendenza economica
Indipendenza energetica e indipendenza economicaIndipendenza energetica e indipendenza economica
Indipendenza energetica e indipendenza economicaComitato Energia Felice
 
Dossier carbone-wwf
Dossier carbone-wwfDossier carbone-wwf
Dossier carbone-wwfWWF ITALIA
 
Briefing greenpeace trattato_plastica_def (1)
Briefing greenpeace trattato_plastica_def (1)Briefing greenpeace trattato_plastica_def (1)
Briefing greenpeace trattato_plastica_def (1)Ilfattoquotidianoit
 
Energia Felice, il libro. Presentazione accoppiata al testo
Energia Felice, il libro. Presentazione accoppiata al testoEnergia Felice, il libro. Presentazione accoppiata al testo
Energia Felice, il libro. Presentazione accoppiata al testoMario Agostinelli
 
Dal carbone alle rinnovabili: la necessità di un nuovo paradigma energetico (...
Dal carbone alle rinnovabili: la necessità di un nuovo paradigma energetico (...Dal carbone alle rinnovabili: la necessità di un nuovo paradigma energetico (...
Dal carbone alle rinnovabili: la necessità di un nuovo paradigma energetico (...WWF ITALIA
 
Processi Produttivi e gestione aziendale. Dove il sistema fa acqua
Processi Produttivi e gestione aziendale. Dove il sistema fa acquaProcessi Produttivi e gestione aziendale. Dove il sistema fa acqua
Processi Produttivi e gestione aziendale. Dove il sistema fa acquaISTUD Business School
 
Un database per le nuove energie
Un database per le nuove energieUn database per le nuove energie
Un database per le nuove energieMario Agostinelli
 
Dossier carbone WWF Italia 5 novembre 2013
Dossier carbone WWF Italia 5 novembre 2013Dossier carbone WWF Italia 5 novembre 2013
Dossier carbone WWF Italia 5 novembre 2013WWF ITALIA
 
3. La crisi e la transizione energetica
3. La crisi e la transizione energetica3. La crisi e la transizione energetica
3. La crisi e la transizione energeticaMario Agostinelli
 
Presentazione Situazione Mondiale
Presentazione Situazione Mondiale Presentazione Situazione Mondiale
Presentazione Situazione Mondiale Manuel Castelletti
 
Dai fossili al sole - Mario Agostinelli - Settembre 2011
Dai fossili al sole - Mario Agostinelli - Settembre 2011Dai fossili al sole - Mario Agostinelli - Settembre 2011
Dai fossili al sole - Mario Agostinelli - Settembre 2011Mario Agostinelli
 
20180508 selvatica sost_v7
20180508 selvatica sost_v720180508 selvatica sost_v7
20180508 selvatica sost_v7p.bertaccini
 

Similar a Camera del lavoro testo relazione Alberto Castagnola "Per una uscita intelligente dalle crisi" (20)

Politica climatica, ambientale e agricola della UE
Politica climatica, ambientale e agricola della UEPolitica climatica, ambientale e agricola della UE
Politica climatica, ambientale e agricola della UE
 
Indipendenza energetica e indipendenza economica
Indipendenza energetica e indipendenza economicaIndipendenza energetica e indipendenza economica
Indipendenza energetica e indipendenza economica
 
Dossier carbone-wwf
Dossier carbone-wwfDossier carbone-wwf
Dossier carbone-wwf
 
Verso la COP21 di Parigi
Verso la COP21 di ParigiVerso la COP21 di Parigi
Verso la COP21 di Parigi
 
Briefing greenpeace trattato_plastica_def (1)
Briefing greenpeace trattato_plastica_def (1)Briefing greenpeace trattato_plastica_def (1)
Briefing greenpeace trattato_plastica_def (1)
 
il dilemma del futuro
il dilemma del futuroil dilemma del futuro
il dilemma del futuro
 
Energia Felice, il libro. Presentazione accoppiata al testo
Energia Felice, il libro. Presentazione accoppiata al testoEnergia Felice, il libro. Presentazione accoppiata al testo
Energia Felice, il libro. Presentazione accoppiata al testo
 
Dal carbone alle rinnovabili: la necessità di un nuovo paradigma energetico (...
Dal carbone alle rinnovabili: la necessità di un nuovo paradigma energetico (...Dal carbone alle rinnovabili: la necessità di un nuovo paradigma energetico (...
Dal carbone alle rinnovabili: la necessità di un nuovo paradigma energetico (...
 
Processi Produttivi e gestione aziendale. Dove il sistema fa acqua
Processi Produttivi e gestione aziendale. Dove il sistema fa acquaProcessi Produttivi e gestione aziendale. Dove il sistema fa acqua
Processi Produttivi e gestione aziendale. Dove il sistema fa acqua
 
POWERPOINT AMBIENTE
POWERPOINT AMBIENTEPOWERPOINT AMBIENTE
POWERPOINT AMBIENTE
 
Un database per le nuove energie
Un database per le nuove energieUn database per le nuove energie
Un database per le nuove energie
 
Dossier carbone WWF Italia 5 novembre 2013
Dossier carbone WWF Italia 5 novembre 2013Dossier carbone WWF Italia 5 novembre 2013
Dossier carbone WWF Italia 5 novembre 2013
 
SDG 15
SDG 15SDG 15
SDG 15
 
3. La crisi e la transizione energetica
3. La crisi e la transizione energetica3. La crisi e la transizione energetica
3. La crisi e la transizione energetica
 
La crisi e la transizione energetica
La crisi e la transizione energeticaLa crisi e la transizione energetica
La crisi e la transizione energetica
 
L’Acqua, Loro Blu
L’Acqua, Loro BluL’Acqua, Loro Blu
L’Acqua, Loro Blu
 
Presentazione Situazione Mondiale
Presentazione Situazione Mondiale Presentazione Situazione Mondiale
Presentazione Situazione Mondiale
 
Dai fossili al sole - Mario Agostinelli - Settembre 2011
Dai fossili al sole - Mario Agostinelli - Settembre 2011Dai fossili al sole - Mario Agostinelli - Settembre 2011
Dai fossili al sole - Mario Agostinelli - Settembre 2011
 
Dai fossili al sole
Dai fossili al soleDai fossili al sole
Dai fossili al sole
 
20180508 selvatica sost_v7
20180508 selvatica sost_v720180508 selvatica sost_v7
20180508 selvatica sost_v7
 

Más de Decrescita FVG

Presentazione Iris Cooperativa Agricola - Maurizio Gritta
Presentazione Iris Cooperativa Agricola - Maurizio GrittaPresentazione Iris Cooperativa Agricola - Maurizio Gritta
Presentazione Iris Cooperativa Agricola - Maurizio GrittaDecrescita FVG
 
CUM - Consorzio Uomini di Massenzatica
CUM - Consorzio Uomini di MassenzaticaCUM - Consorzio Uomini di Massenzatica
CUM - Consorzio Uomini di MassenzaticaDecrescita FVG
 
Beni pubblici, beni comuni e beni collettivi - Presentazione di Nadia Carestiato
Beni pubblici, beni comuni e beni collettivi - Presentazione di Nadia CarestiatoBeni pubblici, beni comuni e beni collettivi - Presentazione di Nadia Carestiato
Beni pubblici, beni comuni e beni collettivi - Presentazione di Nadia CarestiatoDecrescita FVG
 
Beni pubblici, beni comuni e proprietà collettiva Nadia Carestiato
Beni pubblici, beni comuni e proprietà collettiva Nadia CarestiatoBeni pubblici, beni comuni e proprietà collettiva Nadia Carestiato
Beni pubblici, beni comuni e proprietà collettiva Nadia CarestiatoDecrescita FVG
 
Cosa posso fare io? Una proposta di Alberto Castagnola
Cosa posso fare io? Una proposta di Alberto CastagnolaCosa posso fare io? Una proposta di Alberto Castagnola
Cosa posso fare io? Una proposta di Alberto CastagnolaDecrescita FVG
 
Verso la grande transizione Mauro Bonaiuti m. 2011
Verso la grande transizione Mauro Bonaiuti m. 2011Verso la grande transizione Mauro Bonaiuti m. 2011
Verso la grande transizione Mauro Bonaiuti m. 2011Decrescita FVG
 
Andamento storico della popolazione mondiale
Andamento storico della popolazione mondialeAndamento storico della popolazione mondiale
Andamento storico della popolazione mondialeDecrescita FVG
 
Manifesto del doposviluppo Serge Latouche
Manifesto del doposviluppo Serge LatoucheManifesto del doposviluppo Serge Latouche
Manifesto del doposviluppo Serge LatoucheDecrescita FVG
 
I limiti: i 12 principi (fiom)
I limiti: i 12 principi  (fiom)I limiti: i 12 principi  (fiom)
I limiti: i 12 principi (fiom)Decrescita FVG
 
Lampadine a basso consumo: sono un buona idea?
Lampadine a basso consumo: sono un buona idea?Lampadine a basso consumo: sono un buona idea?
Lampadine a basso consumo: sono un buona idea?Decrescita FVG
 
La doppia impostura latouche
La doppia impostura  latoucheLa doppia impostura  latouche
La doppia impostura latoucheDecrescita FVG
 
Future Mauro Bonaiuti "Growth and Democracy" 30 8 11
Future Mauro Bonaiuti  "Growth and Democracy" 30 8 11Future Mauro Bonaiuti  "Growth and Democracy" 30 8 11
Future Mauro Bonaiuti "Growth and Democracy" 30 8 11Decrescita FVG
 
Bibliografia della decrescita
Bibliografia della decrescitaBibliografia della decrescita
Bibliografia della decrescitaDecrescita FVG
 
50 meccanismi ambientali - Alberto Castagnola
50 meccanismi ambientali - Alberto Castagnola50 meccanismi ambientali - Alberto Castagnola
50 meccanismi ambientali - Alberto CastagnolaDecrescita FVG
 
I beni civici di Pesariis
I beni civici di PesariisI beni civici di Pesariis
I beni civici di PesariisDecrescita FVG
 

Más de Decrescita FVG (15)

Presentazione Iris Cooperativa Agricola - Maurizio Gritta
Presentazione Iris Cooperativa Agricola - Maurizio GrittaPresentazione Iris Cooperativa Agricola - Maurizio Gritta
Presentazione Iris Cooperativa Agricola - Maurizio Gritta
 
CUM - Consorzio Uomini di Massenzatica
CUM - Consorzio Uomini di MassenzaticaCUM - Consorzio Uomini di Massenzatica
CUM - Consorzio Uomini di Massenzatica
 
Beni pubblici, beni comuni e beni collettivi - Presentazione di Nadia Carestiato
Beni pubblici, beni comuni e beni collettivi - Presentazione di Nadia CarestiatoBeni pubblici, beni comuni e beni collettivi - Presentazione di Nadia Carestiato
Beni pubblici, beni comuni e beni collettivi - Presentazione di Nadia Carestiato
 
Beni pubblici, beni comuni e proprietà collettiva Nadia Carestiato
Beni pubblici, beni comuni e proprietà collettiva Nadia CarestiatoBeni pubblici, beni comuni e proprietà collettiva Nadia Carestiato
Beni pubblici, beni comuni e proprietà collettiva Nadia Carestiato
 
Cosa posso fare io? Una proposta di Alberto Castagnola
Cosa posso fare io? Una proposta di Alberto CastagnolaCosa posso fare io? Una proposta di Alberto Castagnola
Cosa posso fare io? Una proposta di Alberto Castagnola
 
Verso la grande transizione Mauro Bonaiuti m. 2011
Verso la grande transizione Mauro Bonaiuti m. 2011Verso la grande transizione Mauro Bonaiuti m. 2011
Verso la grande transizione Mauro Bonaiuti m. 2011
 
Andamento storico della popolazione mondiale
Andamento storico della popolazione mondialeAndamento storico della popolazione mondiale
Andamento storico della popolazione mondiale
 
Manifesto del doposviluppo Serge Latouche
Manifesto del doposviluppo Serge LatoucheManifesto del doposviluppo Serge Latouche
Manifesto del doposviluppo Serge Latouche
 
I limiti: i 12 principi (fiom)
I limiti: i 12 principi  (fiom)I limiti: i 12 principi  (fiom)
I limiti: i 12 principi (fiom)
 
Lampadine a basso consumo: sono un buona idea?
Lampadine a basso consumo: sono un buona idea?Lampadine a basso consumo: sono un buona idea?
Lampadine a basso consumo: sono un buona idea?
 
La doppia impostura latouche
La doppia impostura  latoucheLa doppia impostura  latouche
La doppia impostura latouche
 
Future Mauro Bonaiuti "Growth and Democracy" 30 8 11
Future Mauro Bonaiuti  "Growth and Democracy" 30 8 11Future Mauro Bonaiuti  "Growth and Democracy" 30 8 11
Future Mauro Bonaiuti "Growth and Democracy" 30 8 11
 
Bibliografia della decrescita
Bibliografia della decrescitaBibliografia della decrescita
Bibliografia della decrescita
 
50 meccanismi ambientali - Alberto Castagnola
50 meccanismi ambientali - Alberto Castagnola50 meccanismi ambientali - Alberto Castagnola
50 meccanismi ambientali - Alberto Castagnola
 
I beni civici di Pesariis
I beni civici di PesariisI beni civici di Pesariis
I beni civici di Pesariis
 

Camera del lavoro testo relazione Alberto Castagnola "Per una uscita intelligente dalle crisi"

  • 1. Per una uscita intelligente dalle crisi, il contributo dell’altra economia Alberto Castagnola 1. La fase economica attuale è caratterizzata da alcuni aspetti che rendono meno facilmente applicabili gli usuali metodi di stimolare la ripresa e di recuperare l’occupazione. La crisi finanziaria ha colpito duramente il sistema dominante e ha portato alla improvvisa e radicale negazione del modello liberista, ampiamente diffuso e imposto, specie ai paesi del Sud. La crisi economica ha costituito uno dei fattori scatenanti della crisi finanziaria (impossibilità negli USA di pagare i mutui concessi senza garanzie a famiglie sull’orlo dell’emarginazione e riduzione del valore degli immobili) ed è con ogni probabilità appena agli inizi. Gli effetti delle due crisi, la prima ancora in corso malgrado i tentativi delle grandi banche americane di riprendere le vecchie pratiche, la seconda che non ha ancora raggiunto il suo picco, rendono sempre più grave la situazione occupazionale, con una riduzione dei posti di lavoro disponibili destinata a protrarsi nel tempo (al di la delle scadenze dei principali sostegni istituzionali) 2. In campo ambientale, dopo la desolante conclusione del G8, assistiamo all’emersione di misure adottate da alcuni paesi più lungimiranti ed ai tentativi di alcune imprese, in genere multinazionali, di delineare una “economia verde”, intesa come l’insieme dei settori vecchi e nuovi che potrebbero svilupparsi per ridurre i danni ambientali. Questa prospettiva, - sostenuta da una nuova impostazione delle pubblicità, che dall’inizio del 2009, hanno sfondi verdi e immagini della Natura a sostegno delle vendite di auto e lavatrici, di cibi e di vestiti, tutti apparentemente senza prodotti chimici e senza trasformazioni industriali, - costituisce per ora solo la ricerca di nuove fonti di profitto, che cerca di trarre dei vantaggi dall’aumento delle percezione di danni ambientali, divenuti ormai insostenibili per il pianeta. Le urgenze di interventi e la necessità di conversioni produttive ovviamente esistono, però sarà necessario distinguere accuratamente le produzioni gabellate come nuove e rispettose dell’ambiente da quelle che continuano a usare senza limiti le risorse naturali e ad aumentare l’uso di energie inquinanti. 3. Le analisi che teorizzano la necessità di una “decrescita”, oltretutto in tempi rapidi, per l’intero sistema economico internazionale, oltre a descrivere i principali danni ambientali e la assoluta necessità di porre dei limiti alle attività produttive industriali che consumano troppa energie, troppa acqua e tropo suolo, si basano su accurate misure della utilizzazione delle principali materie prime negli ultimi decenni e sulla opportunità assoluta di passare ad una “economia del limite”. Alcuni dati sulle produzioni e alcune più recenti valutazioni sui danni arrecati al pianeta, possono illustrare questo aspetto: • In poche generazioni l’umanità ha consumato le riserve di combustibili fossili generate in centinaia di milioni di anni, avvicinandosi alla soglia dell’esaurimento • La concentrazione nell’atmosfera di diversi gas che incrementano l’effetto serra naturale- in particolare l’anidride carbonica e il metano- è aumentata pericolosamente, innescando rapidi cambiamenti climatici • Circa il 50% della superficie terrestre è stata modificata direttamente dall’intervento umano, con significative conseguenze sulla ricchezza della vita sulla terra (biodiversità) per il ciclo dei nutrienti, per la struttura del suolo e per il clima 1
  • 2. • La quantità di azoto fissata sinteticamente dalle attività agricole attraverso i fertilizzanti chimici è oggi superiore a quella fissata naturalmente negli ecosistemi terrestri nel ciclo naturale di questo elemento • Più della metà della quantità di acqua dolce accessibile è utilizzata in modo diretto o indiretto dalla nostra specie, e le riserve idriche sotterranee si stanno rapidamente esaurendo in moltissime aree del pianeta (dalla Cina agli Stati Uniti, dall’India all’Iran, ecc.) • Gli ecosistemi marini e costieri si stanno drammaticamente alterando. Sono stati distrutti il 50% degli ambienti di mangrovie e il 50% delle zone umide • Circa il 22% delle zone marine di pesca sono state ipersfruttate o esaurite e il 44% è al limite dell’esaurimento • I tassi di estinzione delle forme di vita sono notevolmente aumentati, sia negli ecosistemi marini sia in quelli terrestri. Siamo nel mezzo di un grande evento di perdita della biodiversità, provocato, per la prima volta nella storia della vita sulla Terra, dalle attività di una singola specie vivente: la nostra. • Agli inizi del secolo scorso, nel 1900, impiegavamo giornalmente solo l’equivalente di pochi barili di petrolio per ottenere l’energia impiegata a livello mondiale. Oggi consumiamo ogni giorno oltre 80 milioni di barili di petrolio • Sempre nel 1900 utilizzavamo metalli per una ventina di milioni di tonnellate all’anno, ora siamo passati a oltre 1,2 miliardi di tonnellate • Il consumo di carta è passato da 4 milioni di tonnellate nel 1900 a circa 160 milioni di tonnellate nel 1998 • La produzione di materie plastiche, praticamente sconosciuta nel 1900, ha raggiunto i 131 milioni di tonnellate nel 1995 • L’economia umana attinge oggi a tutti i 92 elementi della tavola periodica degli elementi, mentre nel 1900 ne utilizzava solo una ventina • Oggi utilizziamo dagli 80.000 ai 100.000 composti chimici di origine antropogenica, derivanti da attività industriali, dei quali ignoriamo gli effetti sui sistemi naturali e sul nostro organismo. Soltanto di un 2% circa di questi è stata analizzata l’eventuale cancerogenicità. • Quindici minerali essenziali sono stati già sfruttati per oltre la metà delle risorse conosciute: mercurio (estratto al 95%), piombo, argento e oro (oltre l’80%), arsenico, cadmio, e zinco(circa il 70%), stagno, litio e selenio (60%), manganese, rame, berillio e tungsteno (intorno al 50%) • Il litio per la sua bassa densità sarà essenziale per la produzione di batterie per auto; le riserve ammontano ad appena 4 milioni di tonnellate, sufficienti solo ad equipaggiare l’attuale parco di auto; anche sequestrando tutta la produzione di litio per le auto, non si potranno produrre più di 60 milioni di auto all’anno • Il 20% dell’inquinamento della costa americana del Pacifico è di origine cinese a causa delle correnti ad alta quota 4. Se si considerano attendibili queste analisi, emergono alcuni criteri che dovrebbero guidare gli investimenti e le produzioni industriali nell’immediato futuro e conseguentemente le profonde ristrutturazioni dei consumi che dovrebbero impegnare tutti gli Stati del Pianeta. Sono almeno dodici i principi ai quali dovremmo ispirarci: 1) La Terra è un pianeta limitato 2) Perseguire la ricostituzione dei cicli biologici 3) Salvaguardare la capacità di riassorbimento 4) Perseguire usi multipli di ogni risorsa naturale limitata 5) Garantire la conservazione delle risorse naturali 2
  • 3. 6) La riconquista della percezione degli elementi costitutivi della natura 7) Il reinserimento dell’uomo nel ciclo del carbonio 8) Il principio di precauzione 9) La conversione all’ambiente di produzioni e consumi 10) La riprogettazione degli oggetti artificiali 11) Adeguare i bisogni alle dimensioni del pianeta 12) Elaborare un modello di evoluzione ambientalmente non dannoso per ogni cultura 5. Di conseguenza dovrebbe essere modificata la struttura dei consumi, non per conseguire stili di vita più etici nei paesi ricchi o per permettere una migliore qualità della vita nei paesi del cosiddetto sottosviluppo, ma per garantire la sopravvivenza della specie umana sul pianeta. Alcuni esempi di politiche economiche più adeguate alle reali dimensioni del pianeta e delle sue risorse possono evidenziare la portata dei problemi da affrontare: a) Riutilizzare al massimo le materie prime già estratte b) Usare in modo molto parsimonioso petrolio e gas c) Ridurre drasticamente l’utilizzo di oggetti di plastica d) Ridurre l’uso di energia e acqua nelle produzioni industriali di beni di consumo e) Ridurre al massimo le emissioni di Co2 f) Ridurre il contenuto in rifiuti di ogni oggetto g) Ridurre le esigenze di imballaggi h) Riprogettare gli oggetti dannosi per l’ambiente i) Aumentare la produzione di oggetti biodegradabili o riciclabili e riutilizzabili j) Ampliare al massimo le produzioni agricole biologiche e similari k) Bloccare il processo di omogeneità genetica e recuperare semi e varietà originali l) Bloccare all’origine polveri sottili e particelle metalliche nell’aria e nel suolo m) Modificare le dinamiche che creano i mega agglomerati urbani, moltiplicando le infrastrutture di uso comunitario 6. Da oltre quindici anni, si sono moltiplicate le attività che hanno alla base logiche e obiettivi ben diversi da quelli che caratterizzano le economie dominanti. Il commercio equo e solidale, forse la più antica, cerca di garantire ai produttori primari un reddito sufficiente ad una vita dignitosa, invece di lasciarli esposti allo sfruttamento di intermediari e multinazionali. Il livello del pagamento della materia prima coltivata viene deciso di comune accordo, tenendo conto delle esigenze dei produttori e non della possibilità di estrarre il massimo profitto dal loro lavoro. Una volta deciso, il prezzo di acquisto viene garantito anche se a livello internazionale varia nel tempo (spesso solo per operazioni finanziarie puramente speculative). Il prezzo di vendita in Italia (e in molti paesi europei) viene fissato ai livelli più alti possibili rispetto alle condizioni del mercato, in modo da permettere una alta retribuzione ai produttori e l’espansione del sistema di vendita basato sulle Botteghe. Questo meccanismo è un esempio di come si possa concorrere sul mercato e subordinare costi e prezzi non al profitto ma ad obiettivi di natura completamente diversa e soprattutto di ottenere prodotti più sani e con meno sfruttamento incorporato. 7. Logiche analoghe sono seguite in tutti i settori dell’economia alternativa. Il riuso e il riciclo tendono a far emergere il valore degli oggetti che scartiamo ogni giorno, a ridurre l’ammontare dei rifiuti che si accumulano ogni giorno di più, a recuperare le materie prime che abbiamo estratto dalla terra senza porci alcun limite (stiamo già oggi producendo come se avessimo a disposizione cinque pianeti). L’informatica alternativa open source) offre la possibilità di sottrarsi al controllo dei brevetti e delle grandi multinazionali del settore e di contribuire all’evoluzione della tecnologia. I prodotti biologici garantiscono l’assenza di 3
  • 4. prodotti chimici (pesticidi, diserbanti, ecc.) e potrebbero ridurre le peggiori malattie con cause o concause nell’inquinamento ambientale. Anche le attività relazionali e culturali che si ispirano agli stessi principi mettono in evidenza la possibilità di avere molti più rapporti interpersonali e sociali e di sottrarsi ai peggiori condizionamenti esercitati da un sistema concepito solo per garantire maggiori profitti ulteriori espansioni, senza alcuna preoccupazione dei costi umani dei meccanismi di sviluppo indiscriminato e illimitato. Queste attività nel loro insieme, e tenendo conto delle loro dimensioni ancora limitate, possono essere concepite come degli embrioni di una economia alternativa, ovviamente ancora non in grado di soppiantare il sistema dominante, ma che ne dimostra le profonda disumanità e fa intravedere concrete possibilità di in futuro diverso. 8. I tentativi in corso lasciano intravedere concrete potenzialità occupazionali. Lasciando da parte alcuni esempi (come le fabbriche abbandonate rimesse in funzione dagli operai nell’ Argentina della crisi profonda), è evidente che perfino i gruppi di acquisto, se coinvolgono più di 25 famiglie, possono offrire l’occupazione a una persona che a pieno tempo si occupa degli ordini e delle consegne. Inoltre interi settori, resi essenziali dalla assoluta necessità di bloccare i danni ambientali, possono (e devono) diventare una fonte di posti di lavoro anche in piena crisi. Un recente studio CGIL-Legambiente ha stimato in 350.000 i posti di lavoro che possono essere creati ogni anno se si adottassero le proposte contenute nello studio: a) politiche consistenti di risparmio ed efficienza energetica; b) riqualificazione energetica delle abitazioni ; c) sicurezza ambientale (lotta al dissesto idrogeologico, bonifica di aree abbandonate e degradate, bonifica dall’amianto, ecc.); d) potenziamento dei trasporti per i pendolari. Più in particolare, la diffusione su larga scala di impianti solari ed eolici per le abitazioni esistenti e di nuova costruzione darebbe luogo a possibilità di occupazione per montatori e riparatori non appena gli incentivi e le normative mettessero in condizione di finanziare gli impianti tutti i proprietari di case e coloro che ne sono ancora privi. 9. Gli altri settori dell’economia solidale sono ancora in fase iniziale di espansione, ma potrebbero contribuire in misura non irrilevante ad una occupazione stabile e regolarmente retribuita non appena le piccole aree già in attività saranno in grado di collegarsi tra di loro, aumentando gli scambi e le possibili integrazioni produttive. Ad esempio, se tutte le aree protette e i parchi nazionali e regionali diventassero aree di elezione dell’economia solidale, produzioni locali biologiche, vendita di prodotti realizzati localmente senza incidere sulle emissioni dovuti a trasporti da punti lontani, promozione delle attività di piccole industrie e di artigiani che non danneggiano l’ambiente e che non utilizzano materie prime vietate, consumatori e turisti che vengono informati sulle opportunità di una alimentazione sana e rispettosa dell’ambiente, rappresentano altrettante linee di lavoro garantito che si stano sperimentando in vari luoghi d’Italia e molto di più in paesi come la Germania e l’Olanda. 10. Anche i rifiuti possono essere visti come una fonte di materie prime da recuperare (riducendo la pressione sull’estrazione continua dai terreni minerari e aprendo la strada alla utilizzazione plurima della stessa risorsa ormai in circolazione). Ciò comporta naturalmente la raccolta a monte dei rifiuti familiari e industriali e l’esistenza di una rete di impianti di trasformazione accuratamente progettati. Dobbiamo imparare che un mucchio di 800 lattine per bevande rappresenta una bicicletta tutta in alluminio e 70 di esse una macchinetta per il caffè. I Comuni che ancora non hanno avviato la raccolta porta a porta rappresentano una fonte di materie “seconde” che non può più essere trascurata, bruciare i rifiuti anche per produrre energia è uno spreco ormai inaccettabile (senza considerare i danni per la salute), impiegare risorse e parti di territorio per stoccare rifiuti dannosi e fonti di ulteriori inquinamento è una pratica condannata ormai in molti paesi. Una parte importante dei rifiuti 4
  • 5. attuali può infine essere riutilizzata per produzioni artistiche o per la trasformazione in oggetti utili per l’arredamento o per l’abbigliamento, mentre ostinarsi a considerare i rifiuti uno scarto indesiderato e un onere imprescindibile dell’attuale industrializzazione è ormai un segno della incapacità di superare in positivo le tracce di una “civiltà” ormai in fase distruttiva verso il pianeta che la ospita. 11. L’economia alternativa e solidale comprende inoltre un ampio gruppo di attività, in gran parte non incluse nelle attuali classificazioni statistiche utilizzate per l’elaborazione del calcolo del reddito nazionale (il famigerato PIL, il prodotto interno lordo che rispecchia il modello della crescita illimitata e trascura il lavoro svolto in casa da tante donne), perché nascono dal tessuto di relazioni che nascono o si espandono quando non è più il profitto a regolare i rapporti tra gli esseri umani. Nell’economia alternativa di tipo solidale è evidente che un qualunque prodotto non è considerato solo per il suo costo o il suo prezzo di vendita, ma include la conoscenza del produttore e delle sue scelte, la conoscenza di chi trasforma o semplicemente vende lo stesso oggetto ma anche le loro motivazioni e i loro obiettivi. L’oggetto perde una parte della sua materialità e diventa occasione di conversazioni, di scambio di esperienze, di modi di vivere diversi, di progetti per il futuro; riacquista il significato che la trasformazione industriale anonima e massificata gli ha fatto perdere, e contribuisce a creare e a moltiplicare delle reti di relazioni che piano piano diventano il vero e più importante obiettivo della produzione e del commercio. La scomparsa delle piccole botteghe, dei lavatoi, delle piazze e dei mercati di zona ha ormai rivelato con chiarezza le perdite che abbiamo subito nel recente passato, sottoposto alla mitizzazione del progresso dell’innalzamento della qualità della vista strettamente dipendente dalle tecnologie e dalla industrializzazione forzata. Ovviamente non si tratta di ritornare alle caverne e alle torce, ma di impostare diversamente le modalità di realizzazione e di scambio dei beni, sottolineando la necessità di riconquistare una più intensa e significativa rete di rapporti interpersonali. Questo progressivo processo muterebbe anche il tempo di lavoro e il rapporto tra lavoro subordinato e attività liberamente intraprese. Nella fase attuale, e più concretamente, occorre verificare quali mutazioni sono perseguibili ampliando la sfera di attività ispirata ai principi di una economia alternativa e solidale. 12. Ora è possibile valutare in modo più costruttivo le molteplici attività che in tanti paesi si richiamano ad una economia di tipo solidale. Non tutti i progetti in corso possono essere considerati in modo positivo, molti di essi sono in realtà delle sperimentazioni i cui risultati possono essere diversi dalle aspettative, però è innegabile la spinta che coinvolge sempre più persone nella ricerca di modelli alternativi rispetto a quello dominante Le esperienze avviate negli ultimi dieci anni fuori o contro le logiche del sistema economico dominante sono numerosissime e caratterizzate molto spesso da una creatività eccezionale. Anche quando non sono apertamente osteggiate (specie quando incidono in misura percettibile sul mercato), non sono certo favorite dalla congerie di leggi che regolano la produzione e il commercio, senza però sostenere le attività che cercano di non danneggiare l’ambiente o la salute delle persone. Sono quasi sempre molto chiare le motivazioni che spingono a realizzare tali iniziative (disagio o rifiuto nei confronti del sistema dominante, tentativo di ridurre la pressione e il danneggiamento dell’ambiente, esigenza di salvaguardare la salute della specie umana, della fauna e della flora terrestri, e la necessità di allentare la stretta e lo sfruttamento esercitati sulle popolazioni del Sud del mondo). Invece, è abbastanza difficile incontrare gruppi che siano perfettamente coscienti di essere impegnati nella costruzione di un sistema economico completamente diverso da quello dominante. Forse la libertà e la creatività sono proprio dovuti a questa autonomia di sperimentazione, a questa non dipendenza da modelli precostituiti, ma forse sarebbe opportuno che cominciasse ad emergere una coscienza più 5
  • 6. diffusa della prospettiva in cui di fatto ci si muove. Ciò permetterebbe di non scoraggiarsi di fronte agli inevitabili ostacoli frapposti da un compito così immane e permetterebbe invece di mobilitarsi su vasta scala ogni volta che si cerca di ottenere dei risultati di comune interesse. La “Carta dei Principi dell’Altra Economia”, elaborata a Roma nel 2004, fa riferimento ai principali settori di una economia diversa, alternativa e solidale: commercio equo e solidale finanza ed assicurazione etica, come microcredito, banche etiche e mutue autogestione gruppi che collaborano in base a principi di cooperazione e solidarietà gruppi di acquisto solidali gruppi che praticano i bilanci di giustizia forme organizzate di consumo critico turismo responsabile riuso e ricicli di materiali e risorse naturali (raccoglitori di rifiuti, cartoneros) informatica open source applicazione di forme di energia rinnovabili agricoltura biologica A questi se ne possono aggiungere degli altri (quasi tutti presenti in Italia): Gruppi di acquisto non dichiaratamente solidali Gruppi di acquisto popolari Campagne per sponsor e tesorerie etiche Campagne per la sovranità alimentare Centri per le tecnologie appropriate Iniziative autonome per la creazione di posti di lavoro (autogestioni, cooperative no profit, autocostruzioni, ecc.) Campagne per la tutela e la diffusione delle energie riproducibili Sostegno a iniziative di sviluppo progettate da locali e immigrati Progetti per la protezione della biodiversità Coltivazioni con metodi alternativi (biodinamica, ecc.) Occupazioni di terre e insediamenti contadini Fattorie didattiche Bio ristoranti, bar e osterie no profit Radio comunitarie e TV di strada Campagna per l’accesso ai farmaci Giornata del non acquisto o degli acquisti trasparenti Mercati per il baratto Banche del Tempo Campagne per la Tobin Tax Scambi e acquisti con monete alternative Programmi di adozione e sostegni a distanza Organismi impegnati nella protezione ambientale LETS, sistemi di scambio gratuiti Artigiani Solidali Produzione di mattoni in terra cruda e di case di paglia CAES, assicurazioni no profit Campagna “Cambieresti” di Venezia Campagna Nuovi stili di Vita di Campobasso 6
  • 7. Condomini sostenibili di Ferrara Campagna “Vispo” di Piacenza Campagna Cambieresti di Biella Campagna Cambieresti di Colorno (Parma) Campagna città equosolidali 13. Anche le esperienze di distretti, circuiti e filiere di economia solidale, città di “altra economia”, sono in fase di moltiplicazione sul territorio nazionale Ogni raggruppamento sul territorio o nei diversi comparti di economia alternativa che sono stati indicati dovrebbe moltiplicare gli scambi di esperienze e di prodotti al suo interno, pur continuando a destinare parte delle risorse umane disponibili all’espansione verso l’esterno di ogni attività avviata. In effetti, è solo quando si cominciano a integrare fra loro le diverse attività (acquisto o scambio reciproco di beni e servizi) che si delinea un sistema economico in fase nascente o embrionale, capace di crescere su se stesso e di ridurre progressivamente i rapporti con il sistema dominante. Questo è il significato dei circuiti, delle filiere, dei distretti, degli ecovillaggi o delle “città” che raccolgono e potenziano questi processi di integrazione produttiva e di rapporti conviviali tra le persone più coinvolte in questa prospettiva, vissuta in comune e profondamente condivisa. Città dell’Altra Economia di Roma Città solidale a Venezia Mestre Altre “città” in corso di realizzazione o allo studio a Livorno, Rieti, Iglesias, Massa, ecc. Coordinamento Ecovillaggi Gli Empori di Fano e Genova Pausa Cafè di Torino Gruppo informale di Trento Contro il pizzo cambia i consumi, Palermo Primovere, Pescara L’isola che c’è, Como Tavolo e Associazione dell’Altra Economia (otto Fiere), Roma Consorzio Cooperative Sociali della Locride, Goel Gruppo informale della Brianza Associazione delle Marche Otromodo, laboratorio di economia solidale a Milano Laboratorio ES di Napoli CasaClima in Alto Adige SpiazzaMercato a Parma Porta a porta per i rifiuti a Montebelluna Semaforo Verde a Pordenone Acquisti bio e verdi a Ferrara Invece delle bottiglie di plastica a Ferrara e a Firenze Il Tesoro di Capitan Eco per la raccolta differenziata ad Avellino Le Ecofeste di Parma Le serate di economia domestica di Colorno e Torrile (PR) Iniziative delle Città Equosolidali I pannolini a Rosà, provincia di Vicenza Riduzione dei flussi d’acqua a Bagnacavallo (Ravenna) Risparmio energetico nelle scuole a Modena e Laveno Mombello, Varese Sportello di economia solidale a Cremona Energia pulita a Napoli, Padova, Brescia, 7
  • 8. 14. E’ anche opportuno ricordare alcune esperienze di economia solidale in altri paesi, specie nel Sud del mondo. Le esperienze di maggiore portata e di più antica iniziativa si incontrano più facilmente nei paesi del Sud, in particolare in quelli tormentati da una popolazione in rapida crescita o che sono stati colpiti da crisi economiche pesanti e con duri risvolti sociali. Il Movimento dei Senza Terra in Brasile Le cooperative dei riciclatori di rifiuti in Colombia I raccoglitori di rifiuti di Ahmedabad La cooperativa dei lavoratori della costruzione navale in India La cooperativa dei lavoratori tipografici in India La cooperativa per la produzione di cavi di alluminio e di conduttori in India La cooperativa di produzione di macchinari per cavi in India L’Associazione In Loco in Portogallo Mondragon in Spagna IL microcredito per le donne in Afghanistan Le “ollas comunes” in Cile Le associazioni di donne in India, Sewa L’esperienza di “Tilonia” in India Le reti di attività solidali in Uruguay L’elenco è sicuramente incompleto. Da queste situazioni molto dinamiche è possibile trarre molti insegnamenti, specie se si tiene conto che i fattori legati alla necessità di sopravvivere hanno agevolato l’espansione del fenomeno, mentre nei nostri paesi l’opulenza generalizzata ostacola, in misura che spesso viene trascurata, l’attecchimento e la diffusione dei tentativi fatti nella stessa direzione. Anche il fatto che gran parte delle popolazioni del Sud sono ormai sostanzialmente “fuori mercato” agevola la ricerca delle alternative al sistema dominante, mentre nei contesti dei paesi “ricchi” condizionamenti e vincoli sono molto forti e spesso inavvertiti, e le capacità di riassorbimento delle esperienze alternative da parte del sistema dominante sono indubbiamente maggiori 15. Infine, vi è un aspetto che non deve essere dimenticato in quanto ha notevoli prospettive di espansione, man mano che matura una maggiore consapevolezza sulle questioni ambientali e sulla futura disponibilità di materie prime (non solo il petrolio ma tutte le 40 principali materie prime, anche agricole, di interesse industriale). Tutti i paesi (specie quelli più industrializzati, ma anche quelli che da poco si sono affacciati alla fase dello “sviluppo” industriale, come la Cina e l’India) non possono più pensare ad una prosecuzione pura e semplice, magari con qualche riduzione dei peggiori danni ambientali, del modello attuato negli ultimi 40 anni, quello della crescita illimitata e senza ostacoli. La realtà si presenta in modo molto meno favorevole in termini di disponibilità effettive economicamente convenienti. Come è anche comprovato dalla economia di rapina messa in atto dalla Cina in Africa nei paesi dove sono ancora presenti dei giacimenti non sfruttati e dagli acquisti massicci di terre coltivabili, per mettere in produzione dei prodotti alimentari da esportare nei paesi investitori (senza alcuna preoccupazione per gli abitanti del paese venditore). Sembra quindi opportuno prevedere, anche ai fine del raggiungimento delle riduzioni di anidride carbonica previste per rallentare i fenomeni climatici, delineare una prospettiva di progressiva ristrutturazione dei consumi, dando più spazio a quelli non dannosi per l’ambiente e che consumano meno energia e meno risorse naturali. L’economia alternativa e solidale ha da tempo elaborato criteri e modalità da seguire, i principi ispiratori di un consumo critico e responsabile. E’ infatti necessario superare i condizionamenti al consumo compulsivo imposti a gran parte dell’umanità, e aprire una fase 8
  • 9. di consumi necessari al soddisfacimento di bisogni essenziali, e che tengono conto dei rischi per il pianeta e della necessità di ridimensionare i consumi energetici. Ciò comporta un ruolo e una responsabilità ben diversi per i consumatori (e quindi di tutte le categorie sociali nella loro dimensione di consumatori), comporta una pressione decisa e prolungata per far conoscere le vere caratteristiche dei prodotti offerti e i consumi energetici che sono serviti alla produzione e alla distribuzione di ogni prodotto, in modo che i consumatori possano liberamente e con semplicità scegliere i prodotti meno inquinanti e più sani. Serviranno molti posti di lavoro (taluni completamente nuovi) per ricerche e indagini, per analisi e schedature, per controlli e verifiche, per mezzi di trasporto e di movimentazione innovativi, per le nuove etichette e le nuove certificazioni, per informare e formare i consumatori, per introdurre nelle scuole e nelle università le materie necessarie per far emergere una cultura critica e un senso di responsabilità generalizzato. Un cambiamento che può essere giudicato utopistico e che invece è solo molto realistico, necessario e soprattutto urgente, se non vogliamo trovarci immersi nel giro di pochi anni in fenomeni che sfuggono ad ogni controllo istituzionale. 16. Tutte le considerazioni qui svolte trovano finalmente conferma e sostegno nella approvazione della legge della Regione Lazio per la diffusione dell’altra economia nel Lazio. Tra le sue finalità si trovano la promozione e il sostegno di iniziative e interventi per lo sviluppo delle attività dell’altra economia, la creazione di centri di altra economia, la promozione dei beni e dei servizi dell’altra economia, la promozione della divulgazione delle tematiche connesse e l’organizzazione di incontri. La legge permetterà l’emersione di tutte le iniziative finora realizzate a titolo volontario e su basi fornite da piccoli gruppi, dovrebbe agevolare una conoscenza diffusa su tutto il territorio laziale dell’importanza attribuita a questo particolare settore, dovrebbe sollecitare un più intenso scambio di esperienze con realtà di altre regioni e che operano in paesi diversi. Soprattutto, specialmente se fornita di mezzi finanziari adeguati, dovrebbe permettere all’intero settore di raggiungere dimensioni significative. A oggi, peraltro, non sono stati attribuiti alla legge i fondi necessari per permetterne il funzionamento. 9
  • 10. Economia solidale, sistemi di scambio non monetario Indicazioni bibliografiche essenziali A.A.V.V., invito alla sobrietà felice, EMI, Bologna, 2001 Baker, Ozio, lentezza e nostalgia, EMI, Bologna, 1997 Bosio, Miniguida alle idee pratiche per un consumo sostenibile, La tortuga, 2004 Gocce di giustizia, AlternatiVita, mini guida per una vita sobria e solidale, La tortuga 2004 Laville, L'economia solidale, Bollati Boringhieri , 1998 Razeto, Le dieci strade dell'economia di solidarietà, EMI, Bologna, 2003 Razeto, Le imprese alternative, EMI, Bologna, 2004 Andrea Saroldi Costruire economie solidali, EMI, Bologna, 2003 Albert, il libro dell'economia partecipativa, il Saggiatore, 2004 Albert, L' economia partecipativa, datanews, 2004 Caille, Critica della ragione utilitaria, Bollati Boringhieri, 1991 Caille, Il terzo paradigma, Bollati Boringhieri, 1998 Calogero, Terra, in campagna un’altra vita è possibile, Terre di mezzo, 2005 Collettivo Criticalwine, terra e libertà/critical wine, Derive approdi, 2004 Coluccia, La banca del tempo, Bollati Boringhieri 2001 Virginia Cobelli e Grazia Naletto, Atlante di un’altra economia, politiche e pratiche del cambiamentoManifestolibri, Roma, 2005 Dos Santos ( a cura di), Produrre per sopravvivere, Città aperta edizioni, 2005 Euclides Mance, La rivoluzione delle reti, EMI, Bologna, 2003 Godbout ( con Caillè), Lo spirito del dono, Bollati Boringhieri, 1993 10
  • 11. Grisendi, Amorevole, Colombo, La banca del tempo, Angeli, 1996 Latouche, La sfida di Minerva, Bollati Boringhieri, 2000 Pittau, Economie senza denaro, EMI, Bologna, 2003 Andrea Saroldi I gruppi di acquisto solidale, EMI, Bologna, 2001 Rete Bioregionale Italiana, Selvatico e Coltivato,storie di vita bioregionale, Stampa Alternativa, 2004, Antonella Valer, Bilanci di giustizia, EMI, 1999 Valera, GAS i gruppi di acquisto solidale, terre di mezzo Viveret, Ripensare la ricchezza, Altraeconomia/terre di mezzo, 2005 Rosa M. Amorevole Banca del Tempo, istruzioni per l’uso, EMI, Bologna, 1999 Jean-Louis Laville L’economia Solidale, Bollati Boringhieri, Torino, 1998 Antimo l.Farro (a cura di) Italia alterglobal, movimento, culture e spazi di vita di altre globalizzazioni, Franco Angeli, Milano, 2006 Erika Lombardi, Grazia Naletto Comunità Partecipate, guida alle buone pratiche locali, Manifesto Libri, Roma, 2006 Euclides Andrè Mance Fame Zero, il contributo dell’economia solidale, EMI, Bologna, 2006-11-02 Serge Latouche Giustizia senza limiti, la sfida dell’etica in una economia mondializzata, Bollati Boringhieri, Torino, 2003 Marco Boschini In comune, esperienze concrete, semplici ed efficaci EMI, Bologna, 2006 Judith Levine IO non compro, un anno senza acquisti:un’esperienza per riflettere sul potere del mercato, Ponte alle Grazie, Milano, 2006 Boaventura de Sousa Santos (a cura di) Produrre per vivere, le vie della produzione non capitalistica, Città Aperta, Enna, 2005 Riccardo Petrella Il diritto di sognare, le scelte economiche e politiche per una società più giusta, Sperling & Kupfer editori, 2005 Leo Hickman La vita ridotta all’osso, un anno senza sprechi: le disavventure di un consumatore coscienzioso, Ponte alle Grazie, Milano, 2007 J.l. Laville e A.D. Cattani Dizionario dell’altra economia, Sapere 2000, Roma, 2006 11
  • 12. Francesco Gesualdi, L’altra via, dalla crescita al benvivere, programma per una economia della sazietà, Terre di Mezzo, Milano, maggio 2009 Consumo critico Indicazioni bibliografiche essenziali Garbillo Consumo sostenibile, FCE, Bologna, 1996 Francesco Gesualdi Manuale per un consumo responsabile, Feltrinelli, 2004 (prima edizione 1999) Aime Fiabe nei barattoli, EMI, Bologna, Gocce di giustizia, miniguida al boicottaggio e al consumo critico, La Tortuga, Padova, 2003 Centro Nuovo Modello di Sviluppo Guida al Consumo Critico, Informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole, EMI, Bologna, ultima edizione 2009 Antonella Valer Bilanci di giustizia. Famiglie in rete per consumi leggeri, EMI, Bologna T. Bassanese, Cacao. Così dolce, così amaro. EMI, Bologna Andrea Saroldi, Gruppi di acquisto solidale. Guida al consumo locale, EMI, Bologna G. Bologna, F. Gesualdi, F.Piazza, A. Saroldi, Invito alla sobrietà felice. Come vivere meglio consumando meno. EMI, Bologna AAVV. Economia solidale. Percorsi comuni tra Nord e Sud del mondo per uno sviluppo umano sostenibile, EMI, Bologna, 2002 W. Mutunga, F. Gesualdi, S. Ouma, Consumatori del Nord e lavoratori del Sud. Il successo di una campagna della società civile contro la Del Monte in Kenya. EMI, Bologna, 2003 Andrea Saroldi, Costruire economie solidali, un percorso a quattro livelli, EMI, Bologna, Lorenzo Guadagnucci e Fabio Gavelli, La crisi di crescita, le prospettive del commercio equo e solidale, Feltrinelli, Milano, febbraio 2004 (con bibliografia ragionata e generale) Ugo Biggeri e altri Quotidiano responsabile, EMI Norman Myers e Jennifer Kent, I nuovi consumatori. Paesi emergenti tra consumo e sostenibilità. WWF, Edizioni Ambiente, Milano, ottobre 2004 Virginia Cobelli e Grazia Naletto, Atlante di un’altra economia. Politiche e pratiche del cambiamento, Manifesto Libri, Roma, gennaio 2005 Miriam Giovanzana e Gabriele Mussi Boicotta Nestlè, Edizioni Altraeconomia e Terre di Mezzo, 2005 12
  • 13. Francesco Gesualdi, Sobrietà. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti. Feltrinelli, Milano, febbraio 2005 Fà la cosa giusta, guida pratica al consumo critico a Roma e nel Lazio, Terre di mezzo, Editrice Berti, Milano, 2004 Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla società dei consumi, Terre di Mezzo Editore, Milano, marzo 2006 Marco Boschini, In Comune, esperienze concrete semplici ed efficaci, EMI, Bologna, settembre 2006 13