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Continuità, discontinuità, cambiamento / 1




  continuità, discontinuità e cambiamento sono coordinate che non esauriscono la loro portata
solo sul versante della storia della cultura

  conservano un valore, se non altro suggestivo anche nel tentativo di delineare il rapporto che
intercorre fra gli studi medievistici e le tecnologie
Continuità, discontinuità, cambiamento / 2




  L’accelerazione modifica qualsiasi significato, perché con essa cambiano tutti i
modelli di interdipendenza personale e politica. Alcuni sono profondamente convinti che,
cambiando le forme di associazione umana, essa abbia impoverito il mondo. Non c’è
niente di nuovo e di strano in una preferenza campanilistica per quegli pseudo-
avvenimenti ai quali è accaduto di entrare nella composizione della società alla vigilia
della rivoluzione elettrica di questo secolo
Continuità, discontinuità, cambiamento / 3




  Lo studioso arriva ben presto a non sorprendersi che i nuovi media di qualsiasi periodo siano
catalogati come pseudo da coloro che hanno assorbito i modelli dei media precedenti, qualunque
essi fossero. Questo potrebbe sembrare un fatto normale, e addirittura simpatico, in quanto
permette di mantenere un livello massimo di continuità e di permanenza sociale tra i mutamenti e
le innovazioni. Ma tutto il conservatorismo del mondo non può opporre neppure una resistenza
simbolica all’assalto ecologico dei nuovi media elettrici […]. Quando la tendenza va in una certa
direzione la resistenza rende ancor più veloce il mutamento
Una parentela possibile? / 1




  La parentela è effettivamente esistente e testimoniata:

      dagli studi e dalle applicazioni sviluppate nel corso più di mezzo secolo da una
    (relativamente) piccola avanguardia di studiosi (provenienti da varie discipline)

      dallo sforzo compiuto da (pochi) istituti e centri di ricerca pubblici e privati, che
    hanno colto i segnali del cambiamento in atto
Una parentela possibile? / 2




  Le attività di ricerca e didattica sono in misura crescente condotte mediante l’utilizzo di risorse
digitali
        materiali didattici
        fonti
        strumenti di analisi
        oggetti digitali multimediali

  Le tecnologie per lo studio del medioevo dovranno garantire in misura sempre maggiore
       integrazione
       accessibilità
       organizzazione
       strumenti in grado di facilitare l’utilizzo originale delle risorse e generare nuovi percorsi di
     ricerca
Una parentela possibile? / 3




  si utilizzano abitualmente strumenti informatici (anche) per:

       lessicografia ed analisi linguistica
       trattamento di corpora testuali e marcatura dei testi
       conservazione e valorizzazione dell’eredità culturale in ambiente digitale
       digitalizzazione di documenti (archivi e biblioteche)
       strumenti per la diffusione e la pubblicazione delle ricerche in ambiente digitale
       database (bibliografici, onomastici, ecc.) ed archivi integrati
       sistemi di geo-referenziazione
       creazione di itinerari turistico-culturali
       didattica ed edutainment
Una parentela possibile? / 4




  Il livello di parentela fra studi medievistici e tecnologie digitali emerge:

       dall’osservazione dei risultati ottenuti (CEEC, CESG, AIML, Manuscripta mediaevalia, Reti
     Medievali, Digital Scholarly Editions, Database e corpora testuali, newsletter e comunità di
     utenti, ecc.)
       dalla considerazione della rilevanza dei media digitali nei processi di elaborazione,
     gestione e diffusione della conoscenza
Una parentela possibile? / 5




  la necessità di procedere in maniera da coinvolgere un arco ampio di discipline che fanno uso di
tecnologie digitali è difficilmente eludibile
  la multi-disciplinarità è di difficile gestione a livello pratico

l’applicazione dell’informatica agli studi medievistici, ne è una dimostrazione:

  “quale domanda potrebbe porre uno studioso indiano ad una delle nostre banche-dati?”
  nell’ambito dell’informatica umanistica la multi-disciplinarità e l’inter-disciplinarità si chiamano
“interoperabilità”: un colloquio fra sistemi differenti
L’Informatica Umanistica e gli studi medievistici




  L’informatica nasce come una disciplina composita, come gli studi medievistici
  L’informatica e le discipline umanistiche risultano legate fin dall’inizio:

      l’informatico non è portatore di un sapere distinto ed autonomo rispetto agli altri
    scienziati
      alcuni temi rilevanti, come quello della programmazione, della manipolazione dei
    simboli e della gestione della conoscenza sono presenti e centrali nei processi di
    ricerca in entrambi gli ambiti
      L’informatica esce dall’utilizzo di nicchia anche grazie agli umanisti: Roberto
    Busa
L’Informatica Umanistica / 1




  Definizione:
      IU (1): metodi e tecniche per la gestione digitale dell’informazione
      IU (2): studio dei processi computazionali da adottare per la ricerca in ambito
    settoriale
      IU (3): alfabetizzazione informatica di base “tipo ECDL” (non consente di
    appropriarsi degli strumenti concettuali ed avere consapevolezza dei processi)
L’Informatica Umanistica / 2




  Il rapporto fra attività di ricerca in ambito umanistico ed in particolare medievistico e
tecnologie, può essere considerato da diversi punti di vista: uno più generale IU(1) e
uno più specialistico IU(2)

  Possiamo considerare l’IU, come:

      una singola disciplina generica
      una serie di discipline specialistiche
L’Informatica Umanistica / 3




  Si possono osservare delle caratteristiche di fondo che accomunano le due
definizioni:

      la mancanza di un retroterra epistemologico comune
      la mancanza di un canone di pratiche standardizzate
      la carenza di strumenti per il controllo e la valutazione oggettiva dei risultati

  Non abbiamo a disposizione un paradigma teorico unificante. Il modello che
seguiamo è piuttosto quello di partire dai risultati sperimentali per costruire (in maniera
collaborativa) dei modelli teorici
I medievisti e le risorse digitali / 1




  La parentela fra gli studi medievistici e le tecnologie non può essere valutata
correttamente senza fissare l’attenzione sul rapporto effettivamente intercorrente fra i
medievisti e le tecnologie

  Alla riflessione sul piano epistemologico generale va affiancata quella, altrettanto
importante sulla dimensione individuale del fenomeno
I medievisti e le risorse digitali / 2



Accesso alle risorse digitali da parte di utenti appartenenti all’ambito disciplinare delle
                        scienze storiche, filologiche e letterarie

   livello di consapevolezza delle risorse a disposizione: variabile
   consapevolezza informativa (interesse ad approfondire): scarsa
   consapevolezza personale (analisi dell’impatto del digitale sulle pratiche ed abitudini
 esistenti): scarsa
   gestione delle risorse digitali (adeguamento delle procedure di insegnamento e di ricerca ai
 servizi disponibili): non avvertito come fattore determinante
   conseguenze (criteri di valutazione; consapevolezza del cambiamento di comportamento e
 di rendimento): di solito avvertite in maniera consapevole, non sempre giudicate positive,
 spesso con diffidenza
   collaborazione e condivisione delle informazioni sulle risorse digitali con colleghi ed altri
 utenti: scarsa
   innovazione (ricerca di alternative efficaci all’uso abituale dei servizi e delle risorse digitali,
 nuovi modi di usare i servizi): scarsa
Che valore diamo al digitale?




  Quale valore siamo disposti a riconoscere al digitale?

      Il mondo della ricerca tende ad attribuire valore al digitale soltanto in maniera
    implicita, mediante l’attuazione di comportamenti sporadici (ricorso agli strumenti
    elettronici ecc.)
      non è stato possibile fino ad oggi formalizzarlo in maniera esplicita, dimostrando
    così una mancanza di controllo sui processi di formazione ed evoluzione dello
    spazio digitale
      anche per questi motivi, nel ciclo di elaborazione, gestione e diffusione della
    conoscenza (in ambiente digitale) si incappa in una serie di “vuoti” (dal punto di
    vista normativo, ad esempio, ma non solo)
Il medioevo e le tecnologie / 1




  l’utilizzo di strumenti e tecniche digitali, non rappresenta un problema solo sul
versante meramente tecnologico:

      si tratta di una ulteriore articolazione dei processi di gestione della conoscenza:
    “Qualunque apporto tecnologico non può far altro che aggiungersi a ciò che già
    siamo” (Marshall McLuhan)
Il medioevo e le tecnologie / 2




  IU: capacità di elaborare soluzioni innovative e creative per problemi disciplinari
consueti
  scoprire nuove piste di ricerca, mediante l’utilizzo delle tecnologie

      “Il mezzo è il messaggio”:

           Il messaggio di un medium o di una tecnologia è nel mutamento di
         proporzioni, di ritmo e di schemi che introduce. La tecnologia accelera ed
         allarga le proporzioni di funzioni umane già esistenti, creando nuove forme
         di lavoro
Il medioevo e le tecnologie / 3




  La comprensione dell’impatto del mezzo (la tecnologia digitale) sul messaggio (gli
studi medievistici) è fondamentale, anche per gestire il cambiamento, altrimenti le
strutture logiche, gli strumenti, le metafore, la lingua nonché i contenuti del mondo
digitale ci verranno imposti da altri, a causa di meccanismo di delega “alla
comunità” (degli specialisti informatici ad es.) da cui ci saremmo aspettati, invece, la
soluzione dei nostri problemi
L’Informatica Umanistica come progetto culturale




  L’informatica umanistica, per poter ambire ad un riconoscimento disciplinare deve
strutturarsi come un processo collaborativo multi-disciplinare di lungo periodo, in grado
di costituire un progetto culturale

  Questo proposito si scontra con una serie di problemi di politica culturale:

      il rapporto fra diritti e doveri in ambiente digitale (DRM, privacy, ecc.)
      considerazioni di carattere etico (Open Source, free software)
      criteri di selezione dei contenuti e verifica dei risultati
      formazione della classe intellettuale (gestione del processo di cambiamento e
    della formazione delle figure che dovranno guidarlo)
L’Informatica Umanistica come progetto culturale / 2




  Forma e contenuti del progetto culturale:
       selezione del materiale e pianificazione delle strategie di conservazione:
            i contenuti digitali hanno superato (nel 2007) la capacità totale delle memorie di
          massa prodotte: non potremmo – neppure volendolo – conservare tutte le informazioni
          che generiamo in ambiente digitale
       elaborazione degli strumenti e del quadro teorico di riferimento
  Sostenibilita’ economica del progetto culturale:
       conciliare le risorse limitate con gli obiettivi ambiziosi
  Quadro normativo:
       adeguare il contesto normativo per garantire la sostenibilità sul lungo periodo dei progetti
L’Informatica Umanistica come progetto culturale / 3




  Per tentare di portare a termine un progetto culturale così ambizioso è necessario
       creare reti di istituti, centri di competenza e gruppi di esperti, oltre a favorire le attività di
     formazione per aumentare la consapevolezza degli umanisti rispetto ai problemi ed alle
     opportunità offerte dalle nuove tecnologie
       creare figure nuove, in grado di gestire sia gli aspetti umanistici che quelli tecnologici
L’Informatica Umanistica come progetto culturale / 3




  Per tentare di portare a termine un progetto culturale così ambizioso è necessario garantire
all’ambiente digitale:
        completezza (massa critica) e prevedibilità (costante sviluppo) delle risorse disponibili
        interoperabilita’ delle risorse che debbono poter essere condivise fra utenti e servizi,
      senza l’utilizzo di strumenti specialistici ma con efficaci strumenti di ricerca e gestione ed
      utilizzando standard e buone pratiche condivise
        personalizzazione dei servizi per andare incontro alle necessità degli utenti
        gestione dell’autorità e dei diritti rispetto ai contenuti, ai servizi ed agli utenti
        garanzia di conservazione a lungo termine dell’ambiente digitale (Long term
      preservation)
Gestire il cambiamento / 1




  Imparare a gestire la complessità del mondo digitale, che costituisce la sua maggiore ricchezza
ed il suo maggiore rischio

       il processo di conoscenza in ambiente digitale è contraddistinta dalla tendenza alla
     “diffusione”: la trasformazione delle informazioni in conoscenza avviene infatti solo quando si
     riesce ad aggregare le varie isole informative (sistemi)

       Questa “diffusione” tende a rendere più concreto il pericolo di:
           perdere una parte delle informazioni prodotte
           non riuscire a trovare quelle di cui avremmo bisogno questo perché siamo costretti ad
         affidarci a numerosi servizi ed infrastrutture, ciascuna caratterizzata dai propri pericoli di
         rottura e/o difficoltà di mantenimento
Gestire il cambiamento / 2




 Raccogliere la sfida del cambiamento
      a livello generale, ed epistemologico (costituendo una base comune condivisa di buone
    pratiche, standard e meccanismi di controllo e validazione dei risultati ottenuti)
      a livello individuale (sviluppando la capacità di mutare alcune abitudini consolidate)
            cambiare le proprie abitudini individuali di archiviazione (ad es.): l’accumulo delle
          informazioni in attesa di un futuro ciclo tecnologico che ne consenta la corretta gestione,
          sul lungo periodo, penalizza gli utenti più esperti, che hanno più facilità nell’utilizzo degli
          strumenti digitali e che producono un gran numero di informazioni attraverso di essi
            altra conseguenza della tendenza a conservare, ammassandolo, tutto il materiale
          digitale prodotto o utilizzato, è il progressivo impoverimento di categorie culturalmente
          rilevanti, come “origine” e “valore” di un oggetto (in questo caso digitale)
Gestire il cambiamento / 3




  in contesti privi di criteri di selezione ed ordinamento efficaci, eventi devastanti, come la perdita
o la distruzione, divengono fattori di autoregolazione, elementi dell’ecologia dell’informazione

  la consueta e rassicurante strategia individuale del “mettere da parte”, non basta più. Il
paradigma dell’autosufficienza e le strategie individuali mostrano i propri limiti: a peggiorare le cose
concorre il fatto che ad esse (di solito) si accompagna da una altrettanto pericolosa tendenza alla
delega in bianco nei confronti della comunità (social fabric) o degli specialisti (gli “informatici”), che
ha caratterizzato la prima età dell’informatica umanistica
Gestire il cambiamento / 3




Raccogliere la sfida del cambiamento:

  dal punto di vista dell’innovazione dei modelli di
       elaborazione, gestione e diffusione delle informazioni e della conoscenza
       gestione economica dei progetti
Gestire il cambiamento / 4




  Il controllo sul mutamento sembrerebbe consistere non nel muoversi di fianco ad
esso, ma nel precederlo. L’anticipazione assicura il potere di deflettere e controllare una
forza (McLuhan)

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  • 1.
  • 2. Continuità, discontinuità, cambiamento / 1   continuità, discontinuità e cambiamento sono coordinate che non esauriscono la loro portata solo sul versante della storia della cultura   conservano un valore, se non altro suggestivo anche nel tentativo di delineare il rapporto che intercorre fra gli studi medievistici e le tecnologie
  • 3. Continuità, discontinuità, cambiamento / 2   L’accelerazione modifica qualsiasi significato, perché con essa cambiano tutti i modelli di interdipendenza personale e politica. Alcuni sono profondamente convinti che, cambiando le forme di associazione umana, essa abbia impoverito il mondo. Non c’è niente di nuovo e di strano in una preferenza campanilistica per quegli pseudo- avvenimenti ai quali è accaduto di entrare nella composizione della società alla vigilia della rivoluzione elettrica di questo secolo
  • 4. Continuità, discontinuità, cambiamento / 3   Lo studioso arriva ben presto a non sorprendersi che i nuovi media di qualsiasi periodo siano catalogati come pseudo da coloro che hanno assorbito i modelli dei media precedenti, qualunque essi fossero. Questo potrebbe sembrare un fatto normale, e addirittura simpatico, in quanto permette di mantenere un livello massimo di continuità e di permanenza sociale tra i mutamenti e le innovazioni. Ma tutto il conservatorismo del mondo non può opporre neppure una resistenza simbolica all’assalto ecologico dei nuovi media elettrici […]. Quando la tendenza va in una certa direzione la resistenza rende ancor più veloce il mutamento
  • 5. Una parentela possibile? / 1   La parentela è effettivamente esistente e testimoniata:   dagli studi e dalle applicazioni sviluppate nel corso più di mezzo secolo da una (relativamente) piccola avanguardia di studiosi (provenienti da varie discipline)   dallo sforzo compiuto da (pochi) istituti e centri di ricerca pubblici e privati, che hanno colto i segnali del cambiamento in atto
  • 6. Una parentela possibile? / 2   Le attività di ricerca e didattica sono in misura crescente condotte mediante l’utilizzo di risorse digitali   materiali didattici   fonti   strumenti di analisi   oggetti digitali multimediali   Le tecnologie per lo studio del medioevo dovranno garantire in misura sempre maggiore   integrazione   accessibilità   organizzazione   strumenti in grado di facilitare l’utilizzo originale delle risorse e generare nuovi percorsi di ricerca
  • 7. Una parentela possibile? / 3   si utilizzano abitualmente strumenti informatici (anche) per:   lessicografia ed analisi linguistica   trattamento di corpora testuali e marcatura dei testi   conservazione e valorizzazione dell’eredità culturale in ambiente digitale   digitalizzazione di documenti (archivi e biblioteche)   strumenti per la diffusione e la pubblicazione delle ricerche in ambiente digitale   database (bibliografici, onomastici, ecc.) ed archivi integrati   sistemi di geo-referenziazione   creazione di itinerari turistico-culturali   didattica ed edutainment
  • 8. Una parentela possibile? / 4   Il livello di parentela fra studi medievistici e tecnologie digitali emerge:   dall’osservazione dei risultati ottenuti (CEEC, CESG, AIML, Manuscripta mediaevalia, Reti Medievali, Digital Scholarly Editions, Database e corpora testuali, newsletter e comunità di utenti, ecc.)   dalla considerazione della rilevanza dei media digitali nei processi di elaborazione, gestione e diffusione della conoscenza
  • 9. Una parentela possibile? / 5   la necessità di procedere in maniera da coinvolgere un arco ampio di discipline che fanno uso di tecnologie digitali è difficilmente eludibile   la multi-disciplinarità è di difficile gestione a livello pratico l’applicazione dell’informatica agli studi medievistici, ne è una dimostrazione:   “quale domanda potrebbe porre uno studioso indiano ad una delle nostre banche-dati?”   nell’ambito dell’informatica umanistica la multi-disciplinarità e l’inter-disciplinarità si chiamano “interoperabilità”: un colloquio fra sistemi differenti
  • 10. L’Informatica Umanistica e gli studi medievistici   L’informatica nasce come una disciplina composita, come gli studi medievistici   L’informatica e le discipline umanistiche risultano legate fin dall’inizio:   l’informatico non è portatore di un sapere distinto ed autonomo rispetto agli altri scienziati   alcuni temi rilevanti, come quello della programmazione, della manipolazione dei simboli e della gestione della conoscenza sono presenti e centrali nei processi di ricerca in entrambi gli ambiti   L’informatica esce dall’utilizzo di nicchia anche grazie agli umanisti: Roberto Busa
  • 11. L’Informatica Umanistica / 1   Definizione:   IU (1): metodi e tecniche per la gestione digitale dell’informazione   IU (2): studio dei processi computazionali da adottare per la ricerca in ambito settoriale   IU (3): alfabetizzazione informatica di base “tipo ECDL” (non consente di appropriarsi degli strumenti concettuali ed avere consapevolezza dei processi)
  • 12. L’Informatica Umanistica / 2   Il rapporto fra attività di ricerca in ambito umanistico ed in particolare medievistico e tecnologie, può essere considerato da diversi punti di vista: uno più generale IU(1) e uno più specialistico IU(2)   Possiamo considerare l’IU, come:   una singola disciplina generica   una serie di discipline specialistiche
  • 13. L’Informatica Umanistica / 3   Si possono osservare delle caratteristiche di fondo che accomunano le due definizioni:   la mancanza di un retroterra epistemologico comune   la mancanza di un canone di pratiche standardizzate   la carenza di strumenti per il controllo e la valutazione oggettiva dei risultati   Non abbiamo a disposizione un paradigma teorico unificante. Il modello che seguiamo è piuttosto quello di partire dai risultati sperimentali per costruire (in maniera collaborativa) dei modelli teorici
  • 14. I medievisti e le risorse digitali / 1   La parentela fra gli studi medievistici e le tecnologie non può essere valutata correttamente senza fissare l’attenzione sul rapporto effettivamente intercorrente fra i medievisti e le tecnologie   Alla riflessione sul piano epistemologico generale va affiancata quella, altrettanto importante sulla dimensione individuale del fenomeno
  • 15. I medievisti e le risorse digitali / 2 Accesso alle risorse digitali da parte di utenti appartenenti all’ambito disciplinare delle scienze storiche, filologiche e letterarie   livello di consapevolezza delle risorse a disposizione: variabile   consapevolezza informativa (interesse ad approfondire): scarsa   consapevolezza personale (analisi dell’impatto del digitale sulle pratiche ed abitudini esistenti): scarsa   gestione delle risorse digitali (adeguamento delle procedure di insegnamento e di ricerca ai servizi disponibili): non avvertito come fattore determinante   conseguenze (criteri di valutazione; consapevolezza del cambiamento di comportamento e di rendimento): di solito avvertite in maniera consapevole, non sempre giudicate positive, spesso con diffidenza   collaborazione e condivisione delle informazioni sulle risorse digitali con colleghi ed altri utenti: scarsa   innovazione (ricerca di alternative efficaci all’uso abituale dei servizi e delle risorse digitali, nuovi modi di usare i servizi): scarsa
  • 16. Che valore diamo al digitale?   Quale valore siamo disposti a riconoscere al digitale?   Il mondo della ricerca tende ad attribuire valore al digitale soltanto in maniera implicita, mediante l’attuazione di comportamenti sporadici (ricorso agli strumenti elettronici ecc.)   non è stato possibile fino ad oggi formalizzarlo in maniera esplicita, dimostrando così una mancanza di controllo sui processi di formazione ed evoluzione dello spazio digitale   anche per questi motivi, nel ciclo di elaborazione, gestione e diffusione della conoscenza (in ambiente digitale) si incappa in una serie di “vuoti” (dal punto di vista normativo, ad esempio, ma non solo)
  • 17. Il medioevo e le tecnologie / 1   l’utilizzo di strumenti e tecniche digitali, non rappresenta un problema solo sul versante meramente tecnologico:   si tratta di una ulteriore articolazione dei processi di gestione della conoscenza: “Qualunque apporto tecnologico non può far altro che aggiungersi a ciò che già siamo” (Marshall McLuhan)
  • 18. Il medioevo e le tecnologie / 2   IU: capacità di elaborare soluzioni innovative e creative per problemi disciplinari consueti   scoprire nuove piste di ricerca, mediante l’utilizzo delle tecnologie   “Il mezzo è il messaggio”:   Il messaggio di un medium o di una tecnologia è nel mutamento di proporzioni, di ritmo e di schemi che introduce. La tecnologia accelera ed allarga le proporzioni di funzioni umane già esistenti, creando nuove forme di lavoro
  • 19. Il medioevo e le tecnologie / 3   La comprensione dell’impatto del mezzo (la tecnologia digitale) sul messaggio (gli studi medievistici) è fondamentale, anche per gestire il cambiamento, altrimenti le strutture logiche, gli strumenti, le metafore, la lingua nonché i contenuti del mondo digitale ci verranno imposti da altri, a causa di meccanismo di delega “alla comunità” (degli specialisti informatici ad es.) da cui ci saremmo aspettati, invece, la soluzione dei nostri problemi
  • 20. L’Informatica Umanistica come progetto culturale   L’informatica umanistica, per poter ambire ad un riconoscimento disciplinare deve strutturarsi come un processo collaborativo multi-disciplinare di lungo periodo, in grado di costituire un progetto culturale   Questo proposito si scontra con una serie di problemi di politica culturale:   il rapporto fra diritti e doveri in ambiente digitale (DRM, privacy, ecc.)   considerazioni di carattere etico (Open Source, free software)   criteri di selezione dei contenuti e verifica dei risultati   formazione della classe intellettuale (gestione del processo di cambiamento e della formazione delle figure che dovranno guidarlo)
  • 21. L’Informatica Umanistica come progetto culturale / 2   Forma e contenuti del progetto culturale:   selezione del materiale e pianificazione delle strategie di conservazione:   i contenuti digitali hanno superato (nel 2007) la capacità totale delle memorie di massa prodotte: non potremmo – neppure volendolo – conservare tutte le informazioni che generiamo in ambiente digitale   elaborazione degli strumenti e del quadro teorico di riferimento   Sostenibilita’ economica del progetto culturale:   conciliare le risorse limitate con gli obiettivi ambiziosi   Quadro normativo:   adeguare il contesto normativo per garantire la sostenibilità sul lungo periodo dei progetti
  • 22. L’Informatica Umanistica come progetto culturale / 3   Per tentare di portare a termine un progetto culturale così ambizioso è necessario   creare reti di istituti, centri di competenza e gruppi di esperti, oltre a favorire le attività di formazione per aumentare la consapevolezza degli umanisti rispetto ai problemi ed alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie   creare figure nuove, in grado di gestire sia gli aspetti umanistici che quelli tecnologici
  • 23. L’Informatica Umanistica come progetto culturale / 3   Per tentare di portare a termine un progetto culturale così ambizioso è necessario garantire all’ambiente digitale:   completezza (massa critica) e prevedibilità (costante sviluppo) delle risorse disponibili   interoperabilita’ delle risorse che debbono poter essere condivise fra utenti e servizi, senza l’utilizzo di strumenti specialistici ma con efficaci strumenti di ricerca e gestione ed utilizzando standard e buone pratiche condivise   personalizzazione dei servizi per andare incontro alle necessità degli utenti   gestione dell’autorità e dei diritti rispetto ai contenuti, ai servizi ed agli utenti   garanzia di conservazione a lungo termine dell’ambiente digitale (Long term preservation)
  • 24. Gestire il cambiamento / 1   Imparare a gestire la complessità del mondo digitale, che costituisce la sua maggiore ricchezza ed il suo maggiore rischio   il processo di conoscenza in ambiente digitale è contraddistinta dalla tendenza alla “diffusione”: la trasformazione delle informazioni in conoscenza avviene infatti solo quando si riesce ad aggregare le varie isole informative (sistemi)   Questa “diffusione” tende a rendere più concreto il pericolo di:   perdere una parte delle informazioni prodotte   non riuscire a trovare quelle di cui avremmo bisogno questo perché siamo costretti ad affidarci a numerosi servizi ed infrastrutture, ciascuna caratterizzata dai propri pericoli di rottura e/o difficoltà di mantenimento
  • 25. Gestire il cambiamento / 2  Raccogliere la sfida del cambiamento   a livello generale, ed epistemologico (costituendo una base comune condivisa di buone pratiche, standard e meccanismi di controllo e validazione dei risultati ottenuti)   a livello individuale (sviluppando la capacità di mutare alcune abitudini consolidate)   cambiare le proprie abitudini individuali di archiviazione (ad es.): l’accumulo delle informazioni in attesa di un futuro ciclo tecnologico che ne consenta la corretta gestione, sul lungo periodo, penalizza gli utenti più esperti, che hanno più facilità nell’utilizzo degli strumenti digitali e che producono un gran numero di informazioni attraverso di essi   altra conseguenza della tendenza a conservare, ammassandolo, tutto il materiale digitale prodotto o utilizzato, è il progressivo impoverimento di categorie culturalmente rilevanti, come “origine” e “valore” di un oggetto (in questo caso digitale)
  • 26. Gestire il cambiamento / 3   in contesti privi di criteri di selezione ed ordinamento efficaci, eventi devastanti, come la perdita o la distruzione, divengono fattori di autoregolazione, elementi dell’ecologia dell’informazione   la consueta e rassicurante strategia individuale del “mettere da parte”, non basta più. Il paradigma dell’autosufficienza e le strategie individuali mostrano i propri limiti: a peggiorare le cose concorre il fatto che ad esse (di solito) si accompagna da una altrettanto pericolosa tendenza alla delega in bianco nei confronti della comunità (social fabric) o degli specialisti (gli “informatici”), che ha caratterizzato la prima età dell’informatica umanistica
  • 27. Gestire il cambiamento / 3 Raccogliere la sfida del cambiamento:   dal punto di vista dell’innovazione dei modelli di   elaborazione, gestione e diffusione delle informazioni e della conoscenza   gestione economica dei progetti
  • 28. Gestire il cambiamento / 4   Il controllo sul mutamento sembrerebbe consistere non nel muoversi di fianco ad esso, ma nel precederlo. L’anticipazione assicura il potere di deflettere e controllare una forza (McLuhan)