Oggi le persone anziane sono completamente tagliate fuori dai
social-network tradizionali e dai loro “benefici”, sia perché non possiedono
le competenze informatiche richieste per il loro impiego, sia perché queste
piattaforme non sono minimamente pensate e progettate per questo scopo.
Sarebbe pensabile, anche solo immaginabile, un servizio sociale dedicato
specificatamente a persone anziane?
E in quel caso, come sarebbe possibile superare il digital-divide? non tanto
quello tecnologico, quanto quello “esperienziale”? In altre parole: se fossimo nella condizione di dover disegnare la UX per un social-network di questo tipo, che cosa faremmo?
4. Due pensieri...
1) c’è una fetta considerevole (andate a vedervi i dati ISTAT) di popolazione
che presenta bisogni da un lato inespressi, dall’altro insoddisfatti. Se
ragionassimo in termini di “coda lunga”: non è che siamo di fronte a un
mercato di milioni di consumatori potenzialmente disposti a spendere
anche pochi euro al mese per non essere tagliati fuori da “questa cosa” di
cui sentono continuamente parlare?
2) oggi come oggi le persone anziane sono completamente tagliate fuori dai
social-network tradizionali e dai loro “benefici”, sia perché non possiedono
le competenze informatiche richieste per il loro impiego, sia perché queste
piattaforme non sono minimamente pensate e progettate per questo scopo.
6. Una domanda...
Sarebbe pensabile, anche solo immaginabile, un servizio sociale dedicato
specificatamente a persone anziane?
E in quel caso, come sarebbe possibile superare il digital-divide? non tanto
quello tecnologico, quanto quello “esperienziale”?
In altre parole:
“se fossimo nella condizione di dover disegnare la UX per
un social-network di questo tipo, che cosa faremmo?”
7. Una cosa importante...
Non dimentichiamo che l’obiettivo del nostro “gioco” è quello sociale:
• l’intenzione non è quella di fare un “facebook-downgrade” per anziani
• lo scopo del servizio che abbiamo provato a disegnare è quello di essere
un supporto, un aiuto per le persone anziane, quelle persone che vivono
sole, che non sono autonome o auto-sufficienti
• il servizio deve poter essere usato da persone con una conoscenza minima
se non addirittura inesistente di che cosa è un social-network, di che cosa è
il web, di che cosa è un computer!
9. Essere anziani...
Attenzione alle modifiche che l’età ha sulla mente e sul corpo:
• difficoltà cognitive:
perdita di alcune funzioni della memoria, declino della flessibilità percettiva,
difficoltà ad apprendere processi nuovi e mentalmente impegnativi
• difficoltà visive:
aggiustamenti, adattamento al buio, contrasto, vista periferica
• difficoltà fisiche:
controllo fine dei movimenti, tremori, difficoltà/dolori in determinate posture
“Elderly Users” (Cap. 1.5.6) - Designing the User Interface (3rd edition) - Ben Shneiderman (Addison Wesley)
10. Personas (1)
• È una persona in condizioni fisiche
non ottimali (vista, movimento).
• Spesso è sola.
• È seguita dai servizi sociali.
• Guarda molta TV (per svago, per
noia, per avere compagnia).
• Ha una percezione del proprio
“tempo” diversa dalla nostra.
12. Personas (2)
• Persona ancora molto attiva, con
tempo da dedicare al volontariato.
• Sbircia con attenzione chi usa il pc
di casa, ma non riesce ad interagire
con sistemi operativi e software
complessi, né con il mouse.
• Si sente esclusa dal mondo che
avanza inesorabilmente.
13. Personas (addendum)
Di che cosa parlano gli uomini quando
si trovano tutti assieme (al bar)?
• Politica
• Calcio
• Cronache locali
14. Personas (addendum)
Di che cosa parlano le donne quando
si incontrano (al mercato)?
• Malattie
• Figli / Famiglia
• Degli altri (= “pettegolezzi”)
17. Lo strumento...
• Hardware e OS personalizzati • Interfaccia “adattativa”
• Touch-screen • TV-Like (accendo e sono
operativo, senza bootstrap)
• Tastiera esterna e/o virtuale
(semplificata? A-Z,0-9) • Applicazioni “embedded”
• Webcam + Wireless • Una singola applicazione e/o
funzione per volta
• Accesso gratuito alla rete
• Pre-impostato con il profilo e i
• Location-aware dati personali dell’utente
18. Gli operatori sociali...
• Potrebbero essere proprio i
servizi sociali del comune a
consegnare alle persone ritenute
più adatte o che necessitano di
questo servizio il computer.
• Sempre loro potrebbero fare la
prima formazione di base e
seguire poi passo passo le
persone durante il periodo di
apprendimento.
19. C’è già qualcosa di simile...
One Laptop Per Child Nitendo Wii iTablet / iPhone
Google Chrome OS iPhone OS
21. Due strade parallele...
• Abbiamo deciso di collaborare assieme al progetto, e di procedere
seguendo strade parallele. In questo modo, partendo dagli stessi
presupposti, e concentrandoci ognuno su una “persona” diversa, saremmo
arrivati a soluzioni diverse.
• In effetti così è stato: non solo le soluzioni a cui siamo giunti sono diverse,
ma soprattutto durante l’ideazione ognuno di noi si è soffermato su dettagli
diversi di quelli che sono stati i problemi teorici sollevati da questa “sfida”.
• Ecco quindi i risultati di questo “gioco” e delle nostre riflessioni...
23. Le applicazioni
• 1 applicazione per ogni task
• Il touch
• Sostituire il telefono
• Perchè le RIA?
• E-learning per anziani
• Una Wii per i senior
24. 1 applicazione = 1 task (1)
• La logica iphone potrebbe essere applicata al desktop di un anziano tipo
• 1 grande icona/scritta sul desktop per ogni applicazione.
• 1 applicazione = un servizio, come una dashboard dove accordarsi con
gli amici e conoscenti sugli appuntamenti, calendario medico, servizio per
contattare il centro di servizi sociali, ecc.
• Ogni applicazione ha poche funzionalità
25. 1 applicazione = 1 task (2)
• Mentre per navigare la skill fondamentale sono il fiuto e il riconoscimento,
per compiere dei task, intervengono altri fattori, come la memoria
• Caricare di informazioni e di input un anziano influisce negativamente
sulla sua capacità effettiva di compiere il task in modo soddisfacente ... se
riesce a finirlo
• Pensare l’architettura dei contenuti come se fosse un wizard, guidato e
focalizzato su una unica macro funzionalità potrebbe aumentare le
possibilità di successo nell’utilizzo
• Suddividere le funzionalità complesse in mini step auto-conclusivi, riduce il
peso a scapito della memoria
26. Il touch
• E la svolta interattiva?
• Difficoltà nell’interazione con il mouse
• Difficoltà di interagire con il sistema informativo: disposizione dei
contenuti, iconografia
• Tanti problemi, una soluzione: il touch ha una semplificazione dei
contenuti e un funzionamento “più naturale”
27. Sostituire il telefono
• Figli dall’altra parte del mondo? La scoperta della webcam e della chat
• Difficoltà con la chat
• Estrema naturalezza della webcam + audio
28. Perchè una RIA?
• E’ importante che il calcolatore sia un mezzo per connettersi con il mondo
• Le applicazioni che gestiscono questi rapporti devono essere collegate
alla rete
• Perchè non fare un portale? Perchè implica applicare le logiche della
navigazione web quando possiamo creare delle applicazioni che hanno
delle logiche “diverse” create ad hoc per il nostro pubblico
• Non è l’utente che deve adattarsi al software, ma il software deve
cambiare “faccia” per l’utente
29. E-learning per anziani (1)
• Il piacere dell’ascolto “in classe” e della condivisione del sapere con le
persone è innegabile, ma non sempre è possibile
• Gli anziani hanno molto tempo e se non si sentissero “da rottamare”,
voglia di imparare
• La scommessa dell’e-learnig per la terza e quarta età sta nell’architettura
informativa che ci costringe ad “imparare” ed applicare nuove regole di
pedagogia.
30. E-learning per anziani (2)
• Una applicazione i cui contentuti vengono “riempiti” dalla scuola
• Un selezione del corso
• Un solo corso
• Le lezioni si succedono automaticamente.
• Possibilità di archivio e di test
31. Una Wii per i senior
• L’estrema semplicità architetturale e di interfaccia della console favorisce
l’approccio ad un pubblico senior
• La fisicità del modello di interazione permette una risposta veloce che
coinvolge il corpo
• Giochi pensati non per essere coinvolgimenti graficamente, ma per gettare
un ponte tra il virtuale e il fisico
• Aiuto per mantere agilità e attenzione
37. Modelli già esistenti...
• Quali funzionalità tipiche di un social-network? E quali invece nuove?
‣ Chat » (relazione 1 a 1)
- Testuale » Tastiera (virtuale/fisica)
- Video » Webcam (se attivata dall’utente)
‣ Gruppi di discussione » (relazione 1 a N)
‣ Servizi alla persona / Acquisti in negozi virtuali
‣ Accesso alle informazioni / Conoscenza condivisa
38. Alcune riflessioni...
• Tono personale oppure impersonale? “Vuole...” “Vuoi...”
• Usare le icone? Usare solo testo? Usare entrambi?
• Quanto è naturale il concetto di “bottone”?
• Quale “vocabolario” adottare?
• Usare un flusso logico “orizzontale” (libro)
oppure “verticale” (schermo)?
39. Il modello di base...
• No multi-tasking
No Menu
• Scelte semplici
• Pochi paradigmi
Click
• Esperienza
57. Domande senza risposta...
• Ruolo delle animazioni e delle transizioni fra i diversi stage della
applicazione? Rendono l’interfaccia più “fisica” (quindi migliorano la UX)
oppure rappresentano solo del “rumore” cognitivo inutile?
• Ruolo degli effetti grafici/visuali? Più in generale, che impatto ha una
grafica eccessivamente “presente”? Meglio l’approccio Google-like?
• Ruolo dell’estetica nell’interfaccia? Anche (o soprattutto) per i nostri utenti
“senior” un’applicazione più “bella” poi è anche più usabile?
60. Rete sociale
Forse per molti questo non sembrerà un
“social network”. Ma per chi ha 70
anni, passa il tempo a casa e vive
solo... è ben diverso!
Cosa vuol dire rete sociale?
Vuol dire relazioni.
Vuol dire non essere isolato.
Vuol dire non essere lasciato indietro.
61. Tu chiamale se vuoi, relazioni!
Farmacia
Supermarket Pronto soccorso
Istituzioni
Forze dell’ordine
Servizi sociali
Amici / Conoscenti Gruppi
Altri utenti
È o non è una rete? È o non è sociale?
62. Pensare con la propria testa...
• Attenzione a non lasciarsi prendere
dalle “buzzwords”: provare sempre a
ragionare sul significato in italiano.
• Partire da modelli conosciuti, ma
esplorare anche idee in apparenza
senza senso o estreme.
• È necessario “volare” per vedere le
cose da un punto di vista differente.
63. Disegnare la user-experience...
• L’empatia è utile, ma non sufficiente.
• Attenzione ai modelli mentali che
abbiamo acquisito.
• Replicare i pattern di interazione che
avvengono nel mondo reale.
• Focalizzarsi sulle effettive esigenze degli
utenti, su ciò di cui loro hanno bisogno.
• Risposte solo da test con utenti veri.
64. E per finire...
}
C’è per caso qualcuno Cristiano Rastelli
in sala che può investire
web: www.didoo.net
interaction design
qualche milione di euro
in un progetto pilota?
Daniela Panfili
Nel caso...
blog: tech.piyodesign.it DESIGN
:-) twitter: @TsoDa